Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a PROGETTO IL VIALE DEI NIDI

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1 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a PROGETTO IL VIALE DEI NIDI INTRODUZIONE IL PROGETTO SCOPO SPECIE INTERESSATE PROGETTO BIBLIOGRAFIA Ghiandaia marina sul nido tra Santa Marta e Càcères (Estremadura Spagna) Foto C. Giannella REVISIONE A Agosto

2 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a INTRODUZIONE Uno degli effetti più evidenti del riscaldamento globale della terra (Global Warming), è rappresentato, oltre che da una tropicalizzazione del clima alle nostre latitudini, dalla lenta ma continua espansione verso nord di nuove specie animali, che stanno spostando verso climi più freschi sia gli areali di riproduzione che quelli di svernamento. Questo fenomeno è evidenziato da numerosi studi riguardanti molte specie di uccelli, i quali, grazie alla loro grande mobilità, riescono in tempi brevi a colonizzare nuovi ambienti a loro idonei. Certamente più problematico sarebbe verificare questo fenomeno in altri gruppi sistematici, monitorabili meno facilmente e con costi non facilmente sostenibili. Quindi, alcune specie di uccelli praticamente sconosciute fino a pochi anni orsono all avifauna della Bassa Modenese, oggi sono comunemente nidificanti. Queste sono specie con componente corologica mediterranea, che preferiscono ambienti steppici, caldi, nei quali ricercano prede tipicamente termofile o amanti di ambienti xerici o predesertici. In particolare si tratta di specie con areali di svernamento transahariani, che fino ad alcuni anni fa si riproducevano in ambienti steppici sia ispanici che dell Europa orientale. Le specie interessate a questo fenomeno sono: Grillaio Falco naumanni, Falco cuculo Falco vespertinus, Ghiandaia marina Coracias garrulus ed Assiolo Otus scops. IL PROGETTO SCOPO In seguito agli eventi sismici del 2012 gran parte dei casolari di campagna, vecchi fienili e vecchie stalle tradizionali abbandonate sono crollate ed in seguito completamente demolite e sostituite spesso da strutture moderne assolutamente inadatte ad ospitare uccelli che da sempre sfruttavano questi edifici per nidificare. Infatti i fienili, i vecchi casolari e costruzioni simili erano ricchi di nicchie adatte alla nidificazione di specie ecologicamente importanti quali ad es. il Gheppio Falco 2

3 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a tinnunculus, il Barbagianni Tyto alba, la Civetta Athene noctua, l Upupa Upupa epops oltre alle quattro specie più sotto descritte ( Grillaio, Falco cuculo, Ghiandaia marina, Assiolo) che sono tutte specie di alto pregio conservazionistico in quanto, in varia misura, sono tutte specie SPEC (Species Protection European Concern), secondo la più recente stima fatta da BirdLife International (2017). Inoltre 3 di esse su 8 sono anche specie di interesse comunitario in base alla direttiva 2009/147/CE. La dieta di tutte le specie citate è basata principalmente su insetti (ortotteri in particolare grilli, cavallette ) e piccoli roditori (arvicole e piccoli topi) con benefici effetti sulle popolazioni di insetti e micromammiferi fitofagi. Scopo del progetto è quello di rendere disponibili nuovi siti riproduttivi attraverso l installazione di nidi artificiali, che esperienze passate, note sia per l Italia che per altri paesi, hanno confermato essere un strumento efficace dal punto di vista conservazionistico, oltre che altamente utile nella creazione di percorsi educativi. In particolare, le specie interessate (vedi scheda in seguito) SPECIE INTERESSATE (Species Protection European Concern) Oltre al Gheppio (SPEC 3), Barbagianni (SPEC 3), Civetta (SPEC 3), Upupa (nospec), le quattro specie di sotto descritte sono tutte specie di recentissimo insediamento nella Bassa Modenese, ed attualmente sono specie nidificanti scarse e che utilizzavano le nicchie messe a disposizione dagli edifici rurali e necessitano di piccole azioni che incentivino la loro propensione a stabilirsi nelle nostre zone. GRILLAIO Falco naumanni Piccolo rapace monotipico con diffusione Eurocentroasiaticamediterranea; ricerca ambienti di campagna aperta, ma in particolari situazioni risulta specie non molto timida, tanto da occupare anche ambienti sinantropici con eclatanti casi noti per l Italia meridionale (Matera) e numerose cittadine spagnole dell Andalusia e dell Estremadura. La 3

4 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a popolazione italiana secondo Brichetti & Fracasso (2003) è stimata in coppie (2001) concentrati principalmente nell Italia meridionale (Basilicata, Puglia e Calabria) ed in Sicilia e Sardegna. Nell Italia settentrionale la sua riproduzione ha ancora una distribuzione limitata, con presenze localizzate in provincia di Mantova, Parma, Modena e Ferrara, e tutte limitate alla fascia più bassa della pianura. Nel modenese il Grillaio era considerata negli anni 90 specie accidentale con 6 segnalazioni (Bertarelli et al, 1992); il primo caso di riproduzione è avvenuta in un area del comune di Mirandola nei pressi del confine mantovano nel 2005; attualmente la popolazione nidificante è stimata in oltre 25 coppie in almeno 4 colonie con baricentro nell area nord del comune di Mirandola ed in aree limitrofe dislocate nel Ferrarese e nel Mantovano. Uno dei fattori limitanti alla sua diffusione è la mancanza di siti riproduttivi idonei, condizione che si è venuta a creare a seguito degli eventi sismici del 2012 che hanno comportato la completa distruzione o il ripristino delle numerose case rurali disabitate sparse nella pianura. Infatti il Grillaio si riproduce principalmente su cenge presenti su vecchi ruderi, ma utilizza comunemente anche cassette nido. Depone una sola covata tra fine aprile ed inizio giugno, soprattutto in maggio. La sua dieta è quasi essenzialmente basata su ortotteri (cavallette, grilli ), ma vi rientrano comunemente anche piccoli rettili e micromammiferi. Per sfruttare l abbondanza tardo estiva di ortotteri, le popolazioni meridionali italiane migrano verso nord per cercare le prede nelle aree basso collinari dell Emilia Romagna. Questo fenomeno, noto per le popolazioni spagnole, è stato riconfermato recentemente anche per l Italia, grazie alle segnalazioni di uccelli precedentemente inanellati. Il Grillaio è specie di altissimo valore conservazionistico (SPEC 3) ed inclusa nell allegato I della direttiva 2009/147/CE. A livello regionale Tinarelli & Serra (2009) in base allo stato di conservazione delle popolazioni regionali attribuiscono un valore del ICSSVC (Indice complessivo sintetico di stato e valore conservazionistico a livello 4

5 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a regionale) pari a 4, punteggio per il quale misure di conservazione da adottare risultano auspicabili per i taxa prioritari. FALCO CUCULO Falco vespertinus Piccolo rapace politipico con una diffusione Eurosibirica nella regione Paleartica; infatti è specie tipica degli ambienti steppici dell Europa orientale. La sua diffusione in periodo riproduttivo è limitata all Italia settentrionale, dove coppie sparse sono presenti dalle provincia di Pavia fino a quella di Ferrara lungo l asse del fiume Po, ed in Veneto, presenza che interessa sempre un numero esiguo di coppie. Più numeroso se non abbondante durante le migrazioni, in particolare quella primaverile sincronizzata con il primo sfalcio del fieno. La esigua popolazione nazionale è stata stimata da Brichetti & Fracasso (2003) in poco più di 70 coppie nel 2000, con prima nidificazione in Italia nel 1995 in provincia di Parma. Nel modenese la sua presenza era limitata alla migrazione 5

6 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a primaverile con presenze regolari ma ampiamente fluttuanti di anno in anno, praticamente assente durante quella autunnale, tanto da ipotizzare una migrazione ad arco (loopmigration). Il primo caso di riproduzione è avvenuto nel 1997 in un area soggetta a ripristino ambientale della pianura mirandolese (Tinarelli, 1997). In seguito la riproduzione è stata riconfermata annualmente, ma con un numero di coppie mai superiore a 10. Utilizza per la riproduzione vecchi nidi di Corvidi, riadattandoli ed entrando in competizione con altri piccoli rapaci (Gheppio e Lodolaio) o con il Gufo comune. Nel nido depone una sola covata in un periodo che va da metà maggio a metà giugno. Dal 2012 si sta notando un rallentamento nella popolazione nidificante, in parte dovuto alla competizione con il Gheppio Falco tinnunculus. Il Gheppio usa principalmente vecchi fienili e sottotetti di case abbandonate ma utilizza con regolarità anche cassette nido. Essendo venute meno le opportunità di nidificazione nelle vecchie costruzioni, a seguito degli eventi tellurici del 2012 (vedi Grillaio), le coppie presenti 6

7 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a hanno iniziato ad utilizzare vecchi nidi di Corvidi, così che sia il Lodolaio Falco subbuteo sia il Falco cuculo al loro arrivo dall Africa trovano i siti migliori occupati dal Gheppio, quindi non avendo siti idonei tendono a non riprodursi. La dieta del Falco cuculo è basata essenzialmente su invertebrati (principalmente ortotteri), piccoli rettili e piccoli roditori. Il Falco cuculo è specie di interesse comunitario e considerata SPEC 1 (minacciata globalmente) secondo BirdLife International (2017). Secondo Tinarelli & Serra (2009) è specie che merita misure di conservazione molto urgenti (score = 2), essendo specie comunitaria. GHIANDAIA MARINA Coracias garrulus Specie politipica migratrice transahariana con distribuzione riproduttiva Euroturanicamediterranea. Uccello tipico di climi caldi, aridi, con una diffusione in Italia limitata in passato alla parte centro meridionale della penisola. Negli ultimi anni si sta notando una lenta ma continua colonizzazione dell Italia settentrionale; la popolazione nidificante è stata stimata in coppie da Brichetti & Fracasso (2007), popolazione quasi totalmente concentrata nell Italia centromeridionale. In Emilia Romagna la sua diffusione era limitata fino a pochi anni orsono alla parte più orientale della regione, con presenze più regolari nella Romagna. Nel modenese la specie era considerata migratore irregolare da Bertarelli et al. (1992). Dal 2011 la Ghiandaia marina si riproduce regolarmente ed attualmente può contare su una popolazione stimata di 810 coppie presenti in due differenti gruppi disgiunti tra loro: uno nella pianura sulla riva destra del Panaro in comune di Finale Emilia, ed uno nella pianura limitrofa alle valli di Mortizzuolo in comune di Mirandola; presenze sporadiche e coppie isolate sono note a san Felice s/p e Medolla. Si riproduce nei sottotetti e nelle cenge naturali di case abbandonate, in fori di Picchio verde su vecchi tronchi, in cassette sui pali elettrici; in mancanza di siti naturali occupa frequentemente nidi artificiali. Fattori limitanti alla 7

8 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a sua diffusione sono da ricercare nella mancanza di siti idonei, causata dalla distruzione di vecchi alberi, meglio se in filari, ma anche da messa in sicurezza e ripristino di cavità adatte presenti su vecchie case non abitate. La sua dieta è rappresentata da una grande varietà di insetti, ortotteri, ma non disdegna piccoli rettili. La Ghiandaia marina è specie di interesse comunitario presente nell allegato I della direttiva 2009/147/CE, ed è considerata SPEC 2 da BirdLife International (2017); a livello regionale Tinarelli & Serra (2009) considerano auspicabili le azioni intraprese per la sua tutela (score 2). ASSIOLO Otus scops L Assiolo è un piccolo gufo delle dimensioni di uno Storno Sturnus vulgaris, migratore transahariano con diffusione in epoca riproduttiva Eurocentroasiaticamediterranea. E specie politipica. La sua distribuzione a livello nazionale è principalmente limitata all Italia centromeridionale, dalla via Emilia verso sud. E presente in aree boschive, parchi e giardini urbani; più scarse le presenze a nord, dove, però, diventa più costante 8

9 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a nelle aree pedalpine. La popolazione italiana recentemente stimata da Brichetti & Fracasso (2006) è di coppie. Nel Modenese l Assiolo è presente con regolarità nella fascia collinare e nella fascia di pianura fino all altezza di Modena, all interno della quale risulta ancora presente. A nord della via Emilia la sua presenza diventa sempre più irregolare, fino ad annullarsi completamente. Presenze limitate a pochissime coppie (max 45) sono rinvenibili nei boschetti di pianura creati con contributi comunitari. Per la nidificazione l Assiolo utilizza vecchie cavità sugli alberi, nidi di corvidi, e in mancanza di siti naturali utilizza molto volentieri anche cassette nido. Alleva una sola covata tra metà aprile e fine giugno. L Assiolo è l unico Strigidae completamente migratore ed esclusivamente insettivoro, nutrendosi quasi esclusivamente di ortotteri. L Assiolo è considerata specie di valore conservazionistico (SPEC 2) da BirdLife International (2017). 9

10 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a IL PROGETTO Il progetto è stato in parte realizzato con la installazione lungo via Montirone e via Zanzur in Mirandola e via Dugale II in Concordia sulla Secchia di percorsi didattico con l installazione di 50 cassette nido. Le cassette prescelte sono di due tipi: Nido a cassetta aperta (Fig. 1), da realizzarsi dal CISNIAR un artigiano locale, idoneo per Grillaio, Ghiandaia marina e Gheppio Nido a cassetta chiusa (Fig. 2) idoneo per Assiolo, Ghiandaia marina Le cassette sono state affisse sui pali linee Enel a bassa e media tensione e presenti parallelamente alla strade di campagna. L unica specie che non utilizza cassette nido è il Falco cuculo, ma la predisposizione di cassette idonee ad essere occupate dal Gheppio, può ridurre da parte di questo ultimo l occupazione di vecchi nidi di Corvidae (Cornacchia grigia e Gazza) disponibili per essere occupati sia dal Falco cuculo che dal Lodolaio al loro ritorno dai quartieri africani. E prevista 10

11 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a anche la realizzazione di un adeguata documentazione a supporto, in particolare con la realizzazione di un pieghevole che pubblicizzi il progetto, la realizzazione di cartelloni in forex che spieghino lo scopo, le finalità, le specie bersaglio. Due cartelloni, sorretti da bacheca, sono stati posti uno all inizio di via Montirone (lato via Imperiale) ed in via Zanzur. La SOM CISNIAR provvederà al reperimento dei nidi artificiali e della loro collocazione in situ in collaborazione con Enel Distribuzione. BIBLIOGRAFIA Bertarelli C., Gelati A., Giannella C., & Rabacchi R Checklist degli uccelli della provincia di Modena. Natura Modenese 1: Bertarelli C., Gelati A., Giannella C., & Rabacchi R Aggiunte e rettifiche alla Checklist degli uccelli della provincia di Modena. Natura Modenese 2: BirdLife International 2017 Birds in Europe. European birds of conservation concern: populations, trends and national responsibilities. Cambridge, UK: BirdLife International. Brichetti P. & Fracasso G Ornitologia Italiana. Vol. 1 Gavidae Falconidae. Alberto Perdisa Editore. Ozzano dell Emilia (BO) Brichetti P. & Fracasso G Ornitologia Italiana. Vol. 3 StercoraridaeCaprimulgidae. Alberto Perdisa Editore. Ozzano dell Emilia (BO) Brichetti P. & Fracasso G Ornitologia Italiana. Vol. 4 Apodidae Prunellidae. Alberto Perdisa Editore. Ozzano dell Emilia (BO) Tinarelli R La nidificazione del Falco cuculo Falco vespertinus nell EmiliaRomagna orientale. PICUS 23: Tinarelli R. & Serra A Ruolo della Rete Natura 2000 in Emilia Romagna per le popolazioni delle specie ornitiche di interesse comunitario e definizione delle priorità di conservazione e monitoraggio. In. Brunelli M., Battisti C., Bulgarini F., Cecere J.G., Fraticelli F., Gustin M., 11

12 Stazione Ornitologica Modenese il Pettazzurro Progetto Il Viale dei Nidi Rev. a Sarrocco S., & Sorace A. (a cura di). Atti del XV Convegno Italiano di Ornitologia. Sabaudia, 1418 ottobre Alula, XVI (12): MODELLI DEI NIDI Fig. 1 Fig. 2 12

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