Rinnovabili ed efficienza energetica

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1 Rinnovabili ed efficienza energetica Proposte per un rilancio nel nuovo contesto globale EXECUTIVE SUMMARY In un mercato delle rinnovabili e dell efficienza energetica in continuo mutamento, l Osservatorio Internazionale sull Industria e la Finanza delle Rinnovabili OIR, si è caratterizzato fin dalla sua nascita come strumento in grado di cogliere, comprendere e analizzare i trend emergenti del settore, a livello nazionale e globale in un ottica propositiva. Il 2011 è stato un anno particolare, per certi versi convulso, per il settore, specie in Italia ma non solo. Da un lato, le posizioni di politica e opinione pubblica sulle rinnovabili hanno visto una serie di mutamenti nell arco di pochi mesi: si è passati da una crescente insofferenza e preoccupazione per gli elevati incentivi alle rinnovabili, a un rinnovato entusiasmo dopo le criticità emerse dalla rivolte in Nord Africa e i tragici accadimenti in Giappone. E evidente tuttavia che lo sviluppo di un settore importante come quello energetico non può dipendere dagli umori e dalle emozioni di un momento. Per questo motivo, la prima parte del rapporto OIR a cura di Agici, basandosi sull analisi costi-benefici, propone una metodologia innovativa per il confronto tra i costi delle rinnovabili e delle energie tradizionali. L obiettivo è elaborare valori il più possibile certi, per fornire uno strumento utile per i decision maker che dovranno pianificare la politica energetica italiana. Il secondo trend, che sta assumendo sempre più consistenza, è il forte legame tra le rinnovabili e l efficienza energetica, in un ottica di ottimizzazione del consumo delle risorse dei territori. Parliamo del tema delle Smart Cities e degli ecodistretti, un argomento ampio che coinvolge una vasta serie di aspetti: dall industria, alla finanza, all ICT, passando per la pianificazione urbanistica e i trasporti. Il Rapporto OIR esamina gli ecodistretti come possibile nuovo volano di sviluppo per rinnovabili ed efficienza energetica. Data l ampiezza di questo tema, esso è articolato in tre distinte sezioni: 1) La prima, a cura di Accenture, definisce il concetto di ecodistretto ed esamina il ruolo centrale che in esso giocano le rinnovabili. 2) La seconda, a cura di Agici, esamina le industrie italiane che producono sistemi e componenti per gli impianti a fonti rinnovabili che possono trovare una concreta applicazione negli ecodistretti. 3) La terza, a cura di UniCredit, si occupa del ruolo del sistema finanziario nella promozione di interventi coordinati per lo sviluppo delle rinnovabili e dell efficienza energetica.

2 PARTE I Fonti rinnovabili ed energie tradizionali. Quali metodologie per un corretto confronto tra i costi? Da sempre lo sviluppo delle strategie nazionali in tema di energia hanno tenuto conto non solo dei costi unitari di produzione, ma anche di altre tematiche strategiche come la sicurezza degli approvvigionamenti, la stabilità dei prezzi e, più recentemente, gli impatti sull ambiente. Questi aspetti, grazie al sistema dell analisi costi benefici, sono oggi sempre più accuratamente misurabili. Dall analisi condotta, emerge come lo sviluppo delle rinnovabili in Italia apporti al Sistema Paese importanti e crescenti benefici: oltre 40 miliardi di nel decennio , tra mancate importazioni di combustibili fossili, riduzione delle emissioni climalteranti e impatti occupazionali. Il valore economico di questi benefici, se contabilizzati nei costi di generazione, rendono molte tecnologie rinnovabili competitive con le principali tecnologie termoelettriche. Questo è particolarmente vero in un ottica prospettica, considerando, cioè, le riduzioni di costo derivanti dal processo di innovazione tecnologica che sta attraversando il settore delle tecnologie verdi. Figura 12 Costi di generazione delle FER/termoelettrico al raggiungimento del PAN, /MWh Costo al netto del beneficio Beneficio Fonte :Elaborazioni Agici, Queste considerazioni non vanno però lette in una ottica ideologica, e cioè considerando le rinnovabili come la soluzione a tutti i problemi del sistema energetico italiano. Ad oggi, non è possibile fare a meno delle tecnologie termoelettriche e questa situazione continuerà almeno per i prossimi quarant anni: i paesi che per primi intendono slegarsi totalmente dalle fonti fossili (ad esempio la Danimarca) hanno il target prestabilito non prima del Tutto ciò premesso, non ci pare corretto mettere in contrapposizione le rinnovabili con lo sviluppo dell efficienza energetica, il nucleare o altre fonti fossili. Se guardiamo all esperienza dei principali paesi che più hanno sviluppato le rinnovabili, questa contrapposizione appare infondata. La Svizzera, ad esempio, ci mostra come rinnovabili e nucleare possano procedere parallelamente nel comune obiettivo di creare un mix

3 produttivo praticamente a emissioni zero. La Germania, tra i più forti sostenitori delle tecnologie verdi, sta anche sviluppando soluzioni per il carbone pulito. Inoltre, lo sviluppo dell efficienza energetica non è un alternativa a quello delle rinnovabili ma, anzi, è un elemento che contribuisce ad amplificarne i benefici e lo sviluppo. Applicando queste considerazioni al contesto italiano, emerge come ora più che mai sia necessaria una politica energetica chiara, stabile, di ampio respiro e soprattutto equilibrata. Troppo spesso si è proceduto in modo altalenante, dapprima supportando determinate tecnologie con sostegni elevatissimi e qualche anno dopo, cambiando radicalmente rotta. E un andamento, questo, che l Italia non può più permettersi. Figura 1 I benefici dello sviluppo delle rinnovabili , milioni TOTALE Beneficio CO2 349,8 419,1 494,2 637,8 794,7 839,0 883,3 927,6 971, , ,0 Beneficio Nox 22,7 24,3 25,8 27,3 28,8 30,2 31,7 33,1 34,6 35,5 293,9 Beneficio SOx 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 5,5 Beneficio import gas 1.583, , , , , , , , , , ,5 Beneficio import carbone 193,8 230,4 270,4 313,8 360,5 410,7 464,4 521,6 582,5 638, ,3 Beneficio import petrolio 245,7 248,1 244,8 235,0 217,9 193,0 159,4 116,6 63,7 0, ,2 Costo opportunità import gas 92,3 135,0 184,2 240,2 303,3 373,8 452,2 538,7 633,8 727, ,0 Costo opportunità import carbone 10,5 15,9 22,5 30,3 39,5 50,0 62,2 75,9 91,4 107,3 505,6 Costo opportunità import petrolio 15,5 21,7 28,2 34,8 41,3 47,5 53,3 58,4 62,5 64,5 427,8 Benefici occupazionali 219,8 219,8 219,8 219,8 219,8 219,8 219,8 219,8 219,8 219, ,0 TOTALE 2.734, , , , , , , , , ,4 Fonte: Elaborazioni Agici, ,8

4 PARTE II Il ruolo delle FER negli ecodistretti all interno dello scenario globale delle Smart City Negli ultimi tempi, a livello globale e soprattutto europeo, si è assistito a una crescente attenzione e proliferazione di iniziative, laboratori e progetti pilota sul tema della sostenibilità delle aree urbane. Questo trend, emergente nelle piccole città come in grandi metropoli, deriva dall ormai chiaro impatto sull ambiente che le aree urbane hanno, e sempre più avranno, dal punto di vista energetico, ambientale e quindi sociale. Se si guarda alle esperienze internazionali, si possono osservare vari modelli e approcci al tema della Smart City ma, tra tutti, quello di maggiore interesse, si fonda sulla aggregazione di componenti elementari costituito dagli ecodistretti. L ecodistretto è la chiave di volta che abilita la replicabilità dei progetti di Smart City. L ecodistretto è dunque la sottosezione del tessuto metropolitano in grado di essere isolato e trattato come un vero e proprio ecosistema ottimizzabile dal punto di vista energetico e ambientale. Gli obiettivi strategici di un ecodistretto sono: identificare gli elementi o le voci del conto economico energetico; minimizzare il consumo delle risorse naturali e la produzione di emissioni inquinanti facendo ricorso sistematico e coordinato alle rinnovabili e alle tecnologie per l efficienza energetica; sfruttare i benefici economico-finanziari ottenuti attraverso la riduzione dei consumi. In questo contesto emerge la grande importanza delle fonti di energia rinnovabile (FER) per la sostenibilità energetica delle città, nonché la necessità della loro caratterizzazione per facilitarne l inserimento nel contesto urbano. L aspetto dell integrazione permette, ad esempio, di concepire le FER come elemento portante dell edificio, integrato nello stesso, potendo scegliere tra diverse tecnologie. Per la diffusione delle FER nell ecodistretto è poi necessaria un adeguata piattaforma tecnologica d integrazione basata sulle tecnologie Smart Grid in grado di gestire la generazione distribuita, i contributi di energia - già in BT - alla rete elettrica, nonché ottimizzare produzione e distribuzione del caldo e del freddo tra gli edifici dell ecodistretto. Come è evidente, sono problematiche del tutto diverse da quelle che si riscontrano in grandi impianti di produzione generalmente localizzati al di fuori del tessuto urbano. Una caratteristica peculiare dell ecodistretto riguarda, quindi, la coesistenza capillare delle cosiddette micro-grids, intese in questo caso non solo nella accezione elettrica ma anche termica. Quanto sopra, evidenzia una esigenza di sviluppo e specializzazione del mercato delle rinnovabili per rispondere a queste nuove necessità. Sviluppo e specializzazione devono essere anche estesi: alle tecnologie ICT con sistemi di gestione dell energia in grado di convogliare e gestire in maniera intelligente le fonti energetiche; agli intermediari finanziari con lo sviluppo di adeguati strumenti che garantiscano la sostenibilità economica degli investimenti. Rimangono ferme tutte le considerazioni sul fatto che Istituzioni e Autorità competenti devono creare una quadro normativo e regolamentare, anche attraverso l istituzione di specifici sistemi di incentivo, per facilitare la diffusione degli ecodistretti.

5 Figura 2 Il modello concettuale di una Smart City Ambiti di Intervento Cittadino Smart Grid ICT & TLC Trasporti Formazione & Comunicazione Generazione Distribuita e Stoccaggio Energia nella città Normative Coinvolgimento dei portatori di interesse Partner/Piattaforma per il progetto di Smart City Road map per l implementazione Raccolta fondi Knowledge management Fattori critici di successo Fonte: Accenture ed Enel Distribuzione. PARTE III L industria italiana degli ecodistretti: stato attuale e scenari futuri Lo sviluppo delle fonti rinnovabili nell ambito degli ecodistretti, secondo le linee esposte nella parte precedente, sta portando alla nascita di nuove e importanti opportunità di business che investono sempre più l industria manifatturiera che, vista la richiesta di prodotti innovativi, sta riconvertendo/innovando le proprie produzioni. Questo processo di innovazione tecnologica sta coinvolgendo su diverse filiere: 1) filiera del solare: pannelli sempre più efficienti e integrabili architettonicamente; nuove soluzioni architettoniche per lo sfruttamento del solare passivo; 2) biomasse: sviluppo della cogenerazione e trigenerazione; ricerca e innovazione per rendere economicamente convenienti macchinari di taglia sempre più piccola; sviluppo di tecnologie innovative per la valorizzazione energetica delle biomasse (turbogeneratori ORC, microturbine a gas); 3) idroelettrico: sviluppo di turbine di taglia sempre più piccola volte a sfruttare infrastrutture idriche già esistenti (acquedotti, canali di irrigazione, ecc) piuttosto che fiumi o bacini naturali; 4) eolico: ricerca e innovazione per rendere le tecnologie mini eoliche competitive con gli aereo generatori di grande taglia;

6 5) impianti di riscaldamento: diffusione di tecnologie efficienti e alimentate a fonti rinnovabili, in particolare le pompe di calore e il solare termico. Infine, stanno nascendo imprese di servizi che si specializzano nella progettazione e nella gestione degli ecodistretti. In tal senso, il ruolo delle utility può essere di grande rilievo per lo storico legame con il territorio: molti player di dimensioni maggiori, specie quelli francesi, sono già attivi in questo business e molti altri stanno per entrarvi. Il ruolo dell industria italiana in queste tecnologie innovative è sicuramente rilevante, in alcuni casi con vere e proprie punte di eccellenza. Come abbiamo ripetuto nelle nostre analisi, l Italia ha capito tardi le opportunità di sviluppo nelle rinnovabili e così è rimasta indietro in molte delle tecnologie più tradizionali come l eolico, rispetto a paesi come Germania, Giappone e Stati Uniti. Questa considerazione non vale per le tecnologie più innovative dove quasi tutte le imprese a livello globale sono ancora prossime al nastro di partenza. Figura 3 Potenziale di investimento nella cogenerazione a biomassa in Italia al , milioni Biomasse solide Bioliquidi Biogas discarica Biogas agricolo Nel settore delle biomasse, ad esempio, l Italia può vantare una leadership nella produzione di microturbine a gas e di turbogeneratori ORC. Sono applicazioni potenzialmente in grado di sostituire anche integralmente le tecnologie più consolidate di sfruttamento delle biomasse, quali i motori a combustione interna e le turbine a vapore. Questa possibilità apre un potenziale di mercato di almeno 1 miliardo di nell assunzione prudenziale che gli impianti cogenerativi siano solo il 20% del parco a biomasse nel Fonte: Agici su MISE, Nell idroelettrico vi è un fiorire di piccole, in molti casi piccolissime aziende, che si stanno specializzando nella costruzione di microturbine in grado di sfruttare salti anche di pochi metri e portate assai limitate. In base ai calcoli fatti sulle proiezioni del PAN, lo sviluppo del micro hydro contribuirebbe alla realizzazione di investimenti per quasi un miliardo di. Questo valore è da intendersi assolutamente prudenziale, in quanto lo sviluppo tecnologico sta rendendo fruibili quei siti precedentemente non sfruttabili per barriere tecnologiche/economiche. Nel mini-eolico le imprese italiane devono competere con i player americani che per primi hanno sviluppato questa tecnologia. Emerge tuttavia una crescita e un consolidamento della posizione competitiva dei principali player italiani. Nel fotovoltaico, anche quello più innovativo, invece, l industria nazionale continua a soffrire la duplice competizione dei paesi avanzati (competizione sulla qualità) e dei grandi player emergenti dei PVS (competizione sul prezzo ma anche crescente qualità). Va detto, tuttavia, che la posizione competitiva dell Italia è più forte nel film sottile piuttosto che nel classico fotovoltaico cristallino: importanti stabilimenti produttivi sono stati realizzati e altri sono in progetto. Più forte è invece quella parte di industria che, pur

7 usando pannelli stranieri, li adatta tramite l utilizzo di tecnologie innovative per un uso architettonicamente integrato (es. tegole fotovoltaiche). Nelle tecnologie innovative per il riscaldamento domestico l Italia ha una posizione competitiva abbastanza forte sia nel solare termico sia nella pompe di calore. Nel primo settore, le imprese italiane rappresentano l 11% del mercato europeo, mentre nelle seconde, alcuni player nazionali sono riusciti ad avere un posizionamento globale e a controllare alcuni mercati chiave (es. Regno Unito). Anche in questo campo si fa sentire la competizione con le produzioni a basso costo dei paesi emergenti, ma le prospettive sembrano essere positive specie per le tecnologie più innovative quali il geotermico. Il raggiungimento degli obiettivi del PAN aprirebbe investimenti nel mercato italiano per oltre 11 miliardi di. Se il quadro vede prevalere decisamente più le luci che le ombre, questo non significa che non vi siano criticità potenzialmente anche rilevanti. La prima è legata al sistema di incentivo: specie per le tecnologie più innovative, occorre una politica stabile, chiara e di lungo periodo. Il continuo cambiamento delle tariffe può avere effetti dirompenti per piccole ma importanti realtà che stanno portando avanti progetti altamente innovativi e, per loro stessa natura, aleatori. Figura 4 Consumi finali di energia primaria al % 32% CLIMATIZZAZIONE 60% del consumo degli edifici Edifici Industria Trasporti La seconda importante criticità sta nella dimensione generalmente piccola delle imprese italiane. Nel Fonte: (RSE, 2011) (Ministero delle Sviluppo Economico, 2010). caso i grandi gruppi attivi nelle tecnologie tradizionali decidessero di entrare massicciamente anche in queste nicchie di mercato, potrebbero spiazzare l industria italiana. I grandi gruppi, infatti, possono facilmente bilanciare lo svantaggio di esperienza e referenze, con costi molto minori rispetto ai prodotti italiani grazie alle economie di scala e alla capillarità della rete di vendita che solo una grande azienda può avere. La priorità per le aziende italiane del settore deve essere quindi la crescita dimensionale e lo sviluppo di economie di scala attraverso vere e proprie operazioni di M&A oppure tramite consorzi o altre forme associative. Questa dinamica non deve essere vista come una minaccia ma, al contrario, come un opportunità che, se ben sfruttata, potrebbe portare ad un rilevante sviluppo dell industria italiana nel più ampio contesto competitivo globale. 34%

8 Figura 5 L industria degli ecodistretti: concentrazione, mercato e posizione dell industria italiana Dimensione del mercato globale Basso Medio Alto Micro hydro Mini eolico Solare integrato Pompe di calore Cogenerazione a biomasse Frammentato Concentrato Consolidato Livello di concentrazione del mercato La dimensione del cerchio rappresenta la posizione competitiva nel mercato globale Fonte: Agici, 2011.

9 Parte IV Opportunità di investimento e modalità di finanziamento per la promozione di soluzioni energetiche innovative La crisi finanziaria internazionale che ha colpito l economia globale nel 2008, ha continuato a produrre effetti nel corso di tutto il 2010, sebbene le economie avanzate e i Paesi in via di sviluppo abbiano messo a segno performance estremamente diverse. Se, da un lato, gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi europei hanno mostrato tassi di crescita molto modesti, quando non negativi; dall altro, Brasile, Cina e India hanno continuato su un sentiero espansivo particolarmente sostenuto. In questo contesto, il settore delle fonti energetiche rinnovabili ha evidenziato una straordinaria resistenza alla fase di downturn economico, registrando un progresso, seppur modesto, nel 2009 e un significativo afflusso di investimenti nel 2010, superando gli US$ 240 mld. Nuovi investimenti in fonti energetiche rinnovabili a livello mondiale, (US$ mld) Fonte: New Energy Finance, 2011 Proprio nel momento di maggior difficoltà, infatti, il mercato della c.d. green economy ha assunto il ruolo di perno per il rilancio delle attività imprenditoriali e degli investimenti, anche grazie allo sfruttamento del contenuto di innovazione tecnologica e delle ricadute occupazionali. Questo processo, tra l altro, è testimoniato dall eccezionale supporto al comparto che è provenuto non solo dagli stimulus packages stanziati dai governi di tutto il mondo per promuovere l efficienza energetica, le fonti rinnovabili, le smart grid e la ricerca tecnologia in campo ambientale (con risorse complessive superiori a US$ 194 mld), ma anche dai meccanismi di sostegno messi a punto dalle istituzioni finanziarie pubbliche.

10 Distribuzione temporale degli incentivi alla green economy, (US$/mld) (%) Fonte: New Energy Finance, 2011 In linea generale, infatti, i vincoli di finanza pubblica da un lato, il recupero ancora in corso dei mercati finanziari dall altro, hanno reso fondamentali forme di finanziamento meno convenzionali per supportare il settore delle energie rinnovabili e dell efficienza energetica non solo nella loro fase di realizzazione, ma soprattutto nello stadio di ricerca e sviluppo. Molti investimenti intesi a promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili e a migliorare l'efficienza energetica, infatti, incontrano significativi ostacoli ad accedere ai canali tradizionali di finanziamento. Questa circostanza è riconducibile, da un lato, alla difficile bancabilità dei progetti di piccole e medie dimensioni in fase di start up; dall altro, dalla necessità di forme di sostegno in grado di supportare le fasi di sviluppo e precommercializzazione di tecnologie innovative. In questo contesto, l Unione Europea, nel corso degli anni, ha messo a punto un ampio ventaglio di strumenti finanziari tesi a supportare lo sviluppo del settore. Agendo sia a livello comunitario, sia attraverso la Banca Europea degli Investimenti (BEI) e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD), la UE ha previsto misure di intervento tanto per progetti e tecnologie in fase di studio, quanto per impianti di grandi dimensioni e opzioni tecnologiche consolidate. Nell ambito della politica energetica europea, sta assumendo un ruolo sempre più rilevante la promozione dell efficienza energetica, che rappresenta uno dei pilastri della strategia varata nel La UE, infatti, ha individuato nell obiettivo di risparmiare il 20% del proprio consumo di energia primaria rispetto alle previsioni per il 2020, uno degli assi portanti per sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e la transizione verso un'economia basata su un uso razionale delle risorse. Perseguire questo target consente peraltro, di rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime energetiche e di ridurre le emissioni di gas climalteranti. In sintesi l'efficienza energetica può essere considerata a pieno titolo una delle risorse energetiche più promettenti per i Paesi UE. L analisi delle azioni ad oggi intraprese, tuttavia, ha evidenziato risultati contenuti rispetto alle attese. In linea generale, la Commissione Europea stima che se si proseguisse ai ritmi attuali, l obiettivo del 20% sarebbe raggiunto solo parzialmente (nella misura del 50% circa). Prendendo le mosse da queste considerazioni, nel marzo di quest anno è stato messo a punto il Piano europeo di efficienza energetica 2011 che, attraverso interventi mirati sul patrimonio immobiliare pubblico e privato, sul settore dei trasporti e dell industria, punta a rilanciare con maggior efficacia i target di recupero di efficienza energetica. Secondo le stime effettuate a livello comunitario, la realizzazione delle misure necessarie ad abbattere del 20% i consumi di energia potrebbe permettere non solo risparmi nell ordine dei euro a famiglia all anno, ma anche il potenziamento della competitività dell industria europea, la creazione di 2 milioni di posti di lavoro e la riduzione di 740 mln/t delle emissioni annue di CO 2.

11 Nel 2008 il 40% circa dei consumi finali di energia a livello europeo riguardavano il patrimonio edilizio pubblico e privato, mentre oltre il 30% dell energia primaria era assorbita dal settore elettrico, sia per la produzione, sia per la relativa distribuzione agli utenti finali. È agendo in particolare su questi due fronti, che la Commissione Europea ritiene sia possibile produrre un autentica rivoluzione culturale che veda negli interventi di promozione dell efficienza energetica una componente fondamentale della green economy.

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