HEGEL. Sintesi: manifestazione Dio FINITO INFINITO Assoluto momento necessario

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1 HEGEL LA VITA naque il 27 agosto 1770 a Stuttgart; studiò filosofia e teologia all'università di Tubinga; fece amicizia con Schelling e Hölderlin; fu influenzato dagli avvenienti della Rivoluzione Francese; difensore dei principi ivoluzionari della libertà e dell'uguaglianza fase giovanile; fece il precettore in case private e fu a Berna per qualche tempo; nel collaborò con Schelling al Giornale critico della filosofia ; nel 1805 fu professore a Jena e redattore capo di un giornale bavarese ispirato alla politica di Napoleone; dal 1808 al 1816 fu il direttore del ginnasio di Norimberga nel 1816 fu nominato professore di filosofia a Heidelerg nel 1818 insegnò all'università di Berlino periodo di massimo successo: il potere politico lo ha aiutato perchè lo blandiva GLI SCRITTI scritti giovanili interesse religioso-politico; realtà della storia umana e della vita dei popoli Prima grande opera: Fenomenologia dello Spirito poi: Enciclopedia delle Scienze Filosofiche Incompendio la più compiuta formulazione del pensiero di H. opera più significativa: Lineamenti di Filosofia del Diritto dopo la sua morte i suoi scolari pubblicarono: Lezioni sulla Filosofia della Storia, Estetica, Lezioni sulla Filosofia della Religione, Lezioni sulla Storia della Filosofia. TESI DI FONDO DEL SISTEMA: tesi di fondo del suo Idealismo Assoluto: risoluzione tra FINITO e INFINITO identità tra RAGIONE e REALTÁ funzione GIUSTIFICATRICE della filosofia FINITO E INFINITO La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Tale organismo (nulla è fuori di sé e rappresenta la ragion d'essere di ogni realtà) conincide con l'assoluto che coincide con l'infinito. I vari enti del mondo (manifestazioni della realtà) coincidono con il finito. Il finito in sé non esiste ma è solo una parziale espressione dell'infinito il finito esiste nell'infinito e in virtù di esso FINITO = INFINITO Il finito in quanto reale, non è tale, ma è lo stesso infinito. Bisogna andare verso l'infinito per miglirare il finito. L'infinito è lo spirito di umanità, il senso di umanità, mentre il finito è lo spirito del popolo (Volksgeist). MONISMO PANTEISTICO unica visione della realtà concreta che vede nel mondo (il finito) la manifestazione o la realizzazione di Dio (l'infinito). ASSOLUTO soggetto spirituale in divenire, di cui tutto ciò che esiste è momento o tappa di realizzazione. La realtà è un processo di auto-produzione che soltanto alla fine con l'uomo (Spirito) e le sue attività (arte, filosofia, religione) si realizza. Sintesi: manifestazione Dio FINITO INFINITO Assoluto momento necessario Spirito

2 RAGIONE E REALTÁ Il soggetto spirituale infinito (idea = ragione = religiosità) sta alla base della realtà. La realtà è la realizzazione dell'idea: quello che pensa è reale. Aforisma CIÓ CHE È RAZIONALE È REALE, CIÓ CHE È REALE È RAZIONALE. 1 parte: la razionalità è la forma stessa di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo e lo costruisce. 2 parte: la realtà è il dispiegarsi di una struttura razionale (idea) che si manifesta in modo consapevole. Con l'aforisma Hegel esprime la necessaria, totale e sostanziale identità di realtà e idea IDEA = REALTÁ Ciò implica che ESSERE = DOVER ESSERE ciò che è risulta anche ciò che razionalmente deve essere. La realtà costituisce una totalità processuale necessaria formata da momenti, ciascuno dei quali rappresenta il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. GIUSTIFICAZIONALISMO HEGELIANO I testi di Hegel, al di là di ogni costruzione interpretativa, documentano il suo atteggiamento fondamentalmente giustificazionista dei confronti della realtà. PARENTESI: CRITICA POST HEGELIANA I critici chiamano il giustificazionismo di Hegel: giustificazionalismo storico. Dopo Hegel: - destra hegeliana conservatori del pensiero - sinistra hegeliana prendono le idee e le modificano (tipo Marx) LE PARTIZIONI DELLA FILOSOFIA TRIADE DIALETTICA TOTALITÁ (insime di fenomeni) PROCESSUALE (procedimento dialettico che va all'infinito) NECESSARIA (gli avvenimenti vanno in un modo e non in un altro) DIALETTICO relativo alla coincidenza degli opposti in continua trasformazione Processo circolare all'infinito I tre momenti in cui si realizza l'assoluto: 1) TESI IDEA IN S É fase statica-astratta: c'è già la mappatura di ciò che sarà dopo ma non è realizzata; L'idea considerata in sé stessa, a prescindere dalla sua concreta realizzazione nel mondo; È l'ossatura logico-razionale della realtà. 2) ANTITESI IDEA FUORI DI S É fase dinamica: l'assoluto di manifesta concretizzandosi nel mondo; è la natura, cioè l'estrinsecazione o l'alienazione dell'idea nella realtà spazio-temporale del mondo. L'ultima parte dell'antitesi è l'aufheben (termine superare per esprime il momento speculativo connotazione positiva: conservare ; connotazione negativa: togliere, negare ; in questa ambivalenza viene riconosciuto lo spirito speculativo.) 3) SINTESI IDEA IN S É E PER S É unione tra tesi e antitesi: sintesi degli opposti = AUFHEBUNG ( superamento, cioè risoluzione degli opposti); è lo spirito: l'idea dopo essersi fatta natura torna nell'uomo. Ciò che concretamente esiste nella realtà è lo Spirito (= uomo; sintesi), il quale ha come coeterna condizione la natura (antitesi) e come suo coeterno presupposto il programma logico dell'idea pura (tesi). La distinzione è logica, non cronologico, in quanto è tutto insieme, non c'è un ordine ben preciso. I tre momenti dell'assoluto corrispondono ai tre momenti della FILOSOFIA: 1) Idea in sé = tesi = LOGICA idea considerata nel suo essere implicito. A sua volta ha un'altra triade:

3 A) Essere B) Essenza C) Concetto 2) Idea fuori di sé = antitesi = FILOSOFIA DELLA NATURA l'idea nel suo alienarsi. A sua volta ha un'altra triade: A) Meccanica B) Fisica C) Fisica organica 3) Idea in sé e per sé = sintesi = FILOSOFIA DELLO SPIRITO scienza dell'idea. A sua volta ha un'altra triade: A) Soggettivo a) Antropologia b) Fenomenologia c) Psicologia B) Oggettivo a) Diritto b) Moralità c) Eticità C) Assoluto a) Arte b) Religione c) Filosofia LA DIALETTICA L'Assoluto è divenire. La dialettica è la legge che regola il divenire e quindi la legge di sviluppo della realtà e la legge di comprensione della realtà. I tre momenti della DIALETTICA (del pensiero): 1) TESI MOMENTO ASTRATTO-INTELLETTUALE fase di puro pensiero dove ciò che viene pensato non è dinamico e deve ancora realizzarsi; concepire l'esistenza sotto forma di una molteplicità di determinazioni statiche e separate le une dalle altre; il pensiero si ferma alle determinazioni rigide della realtà, limitandosi a considerare nelle loro differenze reciproche e secondi i principi di identità e di non contraddizione. 2) ANTITESI MOMENTO NEGATIVO-RAZIONALE fase dove viene negata l'astrazione della tesi e c'è una messa in rapporto tra le determinazioni opposte che entrano in contatto; mostrare come le determinazioni della tesi sianno unilaterali ed esigano di essere relazionate con altre determinazioni; mettere in rapporto le varie determinazioni con quelle opposte. 3) SINTESI MOMENTO POSITIVO-RAZIONALE fase dove si riuniscono la tesi e l'antitesi; cogliere l'unità delle determinazioni opposte, cioè che tali sono gli aspetti unilaterali di una realtà più alta che li comprende o li sintetizza entrambi. INTELLETTO modo di pensare astratto e statico, cioè della tesi finito RAGIONE modo di pensare in modo dinamico e concreto, cioè dell'antitesi infinito RIASSUMENDO SINTETICAMENTE: 1) tesi affermazione di un concetto astratto e limitato 2) antitesi negazione del concetto e passaggio a un concetto opposto 3) sintesi unificazione di tesi e antitesi

4 FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO È la storia romanzata della coscienza che esce dalla sua individualità per raggiungere l'universale. L'intero ciclo della fenomenologia è riassunto in una delle sue figure particolari: la coscienza infelice. Essa non sa di essere tutta realtà ed è scissa in differenze, opposizioni e conflitti, dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La fenomenologgia ha uno scopo introduttivo e pedagogico, poiché, come divenire della filosofia, prepara e introduce il il singolo alla filosofia, cioè tende a far si che si risolva nello spirito universale. TAPPA 1 COSCIENZA 1) CERTEZZA SENSIBILE TESI La coscienza ha la sicurezza di ciò che sente, di ciò che è davanti a lei. Non è una certezza di un oggetto in particolare, ma di un universale (un generico questo, che non dopende dalla cosa in sé ma dall'io che la considera) certezza di essere un io universale, quell'io in generale. 2) LA PERCEZIONE ANTITESI È il contatto con ciò che il mondo mi manifesta, ma non si muove. L'io deve capire che l'oggetto non può essere percepito se non riconosce l'unità dell'oggetto che è da lui stesso stabilita. 3) L'INTELLETTO SINTESI È la riflessione sulle sensazioni esperite, cioè la contrapposizione tra l'oggetto come fenomeno e l'essenza vera dell'oggetto. Il fenomeno è solo nella coscienza, tutto il resto o è nullo o è per esse. Quindi la conoscenza ha risolto l'intero oggetto in sé stessa ed è diventata autocoscienza. TAPPA 2 AUTOCOSCIENZA Il centro si sposta dall'oggetto al soggetto considerato nei suoi rapporti con gli altri. Non c'è solo gnoseologia ma anche società, filosofia e religione. 1) DIALETTICA PADRONE/SERVO È un modo di relazionarsi delle autocoscienze tra di loro nell'arco della storia. L'uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza, poiché essa raggiunge il suo appagamento non con gli oggetti sensibili ma con un'altra autocoscienza. Questo riconosciemento deve passare per un momento di lotta e di sfida: conflitto tra autocoscienze. Esso si conclude con il subordinarsi l'una all'altra, come il rapporto tra padrone e servo. Il padrone è colui che pur di vincere ha messo a repentaglio la propria vita, mentre il servo è colui che ha preferito la perdita della propria indipendenza piuttosto che perdere la vita. Da qui avrà luogo l'inversione dialettica dei ruoli: il padrone doventa servo del servo e il servo diventa padrone del padrone, poiché il padrone finisce per rendersi dipendente dal lavoro del servo e viceversa per il servo. Momenti della progressiva acquisizione di indipendenza del servo: (1) PAURA DELLA MORTE: paura della perdita assoluta della propria essenza lo schiavo ha potuto sperimentare il proprio essere come qualcosa di indipendente da quel mondo di realtà e certezza naturali con le quali prima si identificava. (2) SERVIZIO: la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i suoi impulsi naturali (3) LAVORO: il servo imprime nelle cose una forma che permane e che è autonoma, riflesso della raggiunta autonomia dello schiavo rispetto al padrone. Egli trova sé stesso nella propria opera. 2) STOICISMO TESI PARENTESI: il capo fu Zenone di Cizio, il migliore tra gli allievi. Gli Stoici si focalizzano su tre discipline: fisica, logica, etica. Il saggio stoico è colui che cerca in tutti i modi di compiere il proprio dovere, cioè una vita equilibrata, allontanarsi dagli eccessi,... Il principio di autoconservazione è quello che afferma di dover soddisfare i bisogni primari come cibarsi, vestirsi,... Per gli Stoici i rapporti fisici sono deleterei per l'uomo perchè fanno in modo che l'individuo si allontani dai suoi obbiettivi. Il fine ultimo degli Stoici è l'apateia, cioè l'assenza di dolore e di eccesso. Quando la libertà

5 viene meno, il saggio è legittimato a suicidarsi, non bevendo e non mangiando più. Gli Stoici sono anche cosmopolita poiché hanno la volontà di sperimentare e conoscere il mondo. La manifestazione filosofica nello stoicismo è il raggiungimento dell'indipendenza dell'io dalle cose. Lo storicismo celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di ciò che lo circonda. Ma l'autocoscienza che si vincola dai condizionamenti della realtà, è libera solo astrattamente e interiormente poiché i condizionamenti rimangono nella realtà esterna. Praticamente l'autocoscienza accetta la dialettica padrone/servo. 3) SCETTICISMO ANTITESI PARENTESI: l'uomo non sarebbe mai riuscito ad arrivare a un'unica verità, ognuno ha la sua verità. Gli scettici hanno un atteggiamento dubbioso e si astengono dal giudizio, infatti non daranno mai una risposta ad alcuna domanda. Prendere le distanze dall'essere schiavo. 4) LA COSCIENZA INFELICE SINTESI C'è una consapevole separazione tra uomo e Dio. CRISTIANESIMO MEDIEVALE: è necessaria la conoscienza, ma infelice, perchè il servo prende la consapevolezza che verrà riscattato in un'altra vita, non in quella che sta vivendo. Infatti, più la vita terrena è infelice e più in un'altra dimensione, dopo la morte, sarà felice. Cogliere l'assoluto in una presenza particolare e sensibile è destinata al fallimento, come le Crociate. Cristo continua a essere qualcosa di diverso e di separato: come Dio trascendente esprime il momento dell'aldilà e come Dio incarnato vissuto in un periodo storico, per i posteri risulta lontano. Con il Cristianesimo l'autocoscienza continua a essere infelice e Dio continua a configurarsi come un irraggiungibile aldilà che sfugge. Le sottofigure dell'infelicità cristiana sono: (1) LA DEVOZIONE: pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si è ancora elevato al concetto. (2) IL FARE: momento in cui l'autocoscienza, rinunciando al contatto con Dio, cerca di esprimersi nell'appetito e ne lavoro. Vede le proprie forze e capacità come il dono di Dio. Facendo ciò si umilia perchè riconosce così che è solo Dio a lavorare. (3) LA MORTIFICAZIONE DI SÈ: completa negazione dell'io a favore di Dio, ciò causa una personalità misera e infelice. Nel suo vano sforzo di unificarsi con Dio, si rende conto di essere Dio (=universale=soggetto assoluto). Ciò avvine nel Rinascimento e nell'età Moderna. TAPPA 3 RAGIONE Quando l'autocoscienza capisce che deve ceracre in sé stesso e non fuori diventa ragione. Come soggetto assoluto, cioè Dio, l'autocoscienza diventa ragione e ha assunto in sé ogni realtà, mentre prima apparivano come qualcosa di diverso o di opposto. La ragione è la certezza di essere ogni realtà, poiché essa è ogni realtà. 1) LA RAGIONE OSSERVATIVA TESI L'uomo si approcia alla Natura osservandola, parte dalle descrizioni, poi arriva alla legge e all'esperimento e finisce con la psicologia. In tutte queste ricerche la ragione pensa di cercare altre cose quando invece sta solo cercando sé stessa. 2) LA RAGIONE ATTIVA ANTITESI Dopo aver osservato il mondo, la ragione vuole agire per cambiarlo. La ragione attiva si divide in tre fasi: (1) IL PIACERE E LA NECESSITÁ: è la fase edonistica, cioè si agisce secondo gli istinti. La ragione si getta nella vita e va alla ricerca del proprio godimento. Quando essa viene travolta dal destino, si evidenziano il limite e la finitudine dell'uomo. Ci possiamo collegare al Faust di Goethe, personaggio che usa solo i sensi.

6 (2) LA LEGGE DEL CUORE E IL : è la fase sentimentale, dove la ragione si appella alla DELIRIO DELLA PRESUNZIONE legge del cuore per opporsi al corso ostile del mondo. L'individuo entra in conflitto con altri presunti portatori del vero progetto di miglioramento della realtà. In questa fase ci possiamo ricondurre a Rousseau, filosofo che parla di del sentimento dell'uomo. (3) LA VIRTÚ E IL CORSO DEL MONDO: la ragione è l'uomo di virtù, ma pur conoscendo la virtù è ancora astratto. Capisce cosa è bene ma non può ancora farlo. Ci colleghiamo al Don Chisciotte e a Roberspierre. 3) L'INDIVITUALITÁ IN SÉ E PER SÉ SINTESI La ragione, dopo aver compreso cosa è la virtù, vuole realizzarla. L'individualità in sé e per sé si divide in tre momenti: (1) IL REGNO ANIMALE DELLO SPIRITO: l'uomo votato completamente all'opera che compie. (2) LA RAGIONE LEGISLATIVA: per fare in modo che tutti rispettino la virtù, la ragione crea le leggi. Tali leggi universali, pochè formulate da un solo individuo, sono contraddittorie. (3) LA RAGIONE ESAMINATRICE DELLE LEGGI: le leggi vengono criticate e migliorate. La ragione è costretta a porsi sopra le leggi e quindi a ridurne l'intrinseca validità. Se ci si pone dal punto di vista dell'individuo, si è condannati a non raggiungere mai l'universalità, poiché essa si trova nello spirito oggettivo. La ragione reale non è quella dell'individuo, ma quella dello Spirito e dello Stato. L'individuo risulta cosi fondato dalla realtà storico-sociale e non viceversa. TAPPA 4 LO SPIRITO Quando la ragione capisce la sua appartenenza a un popolo si realizza nello Spirito. In questa tappa vedremo il rapporto che c'è tra l'individuo e la società di cui è parte. 1) SPIRITO IN SÉ COME ETICITÁ TESI Eticità classica: polis greca, dove c'è l'armonia tra individuo e comunità, il singolo è immerso nella vita del proprio popolo. Vivono l'etica in maniera terorica. 2) SPIRITO CHE SI ESTRANIA DA SÈ, LA CULTURA ANTITESI C'è una frattura tra io e società. Lo Spirito si estrania da sé. C'è la rivoluzione: Illuminismo, Rivoluzione Francese, il Terrore. 3) SPIRITO CHE RIACQUISTA CERTEZZA DI SÈ SINTESI Lo Spirito riacquista etica e armonia con la società. Lo Spirito così si riconosce nella sostanza etica dello Stato. TAPPA 5 LA RELIGIONE Quando lo Spirito ha acquistato certezza di sé, l'autocoscienza cerca l'assoluto altrove, anche se ha capito cosa è. Il Cristianesimo è la religione che si avvicina di più al ragionamento di Hegel, poiché ha in sé la trinità. 1) INCARNAZIONE TESI Spirito che si aliena. 2) REGNO DELLO SPIRITO ANTITESI Spirito che nel suo essere altro mantiene l'uguaglianza di sé con sé. 3) TRINITÁ SINTESI Sintesi suprema degli opposti. L'autocoscienza sbaglia a cercare nella Religone l'assoluto pochè essa può dargli solo la fede. L'autocoscienza deve cercarlo nella Filosofia. TAPPA 6 SAPERE ASSOLUTO L'Assoluto è dentro di noi, non nei libri religiosi e in questa tappa l'uomo capisce che il sapere assoluto è

7 dentro di sé. ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE 1) LOGICA TESI É Dio prima della creazione. È l'impalcatura originaria del mondo. Organismo dinamico di concetti o di categorie che cosituisce le determinazioni della realtà in forma astratta. È la filosofia dell'idea. IDEA ultima categoria della logica. È la totalità della realtà in tutta la sua ricchezza delle sue determinazioni e relazioni interiori. 2) FILOSOFIA DELLA NATURA ANTITESI É l'idea che si manifesta nella Natura ed è essenzialmente esteriorità. Considerata in sé, è divina, considerata nel mondo in cui è, non corrisponde al concetto. Essa quindi è la contraddizione insoluta, la sua caratteristica principale infatti è di essere negazione. È la decadenza dell'idea da se stessa, poiché l'idea come esteriorità è inadeguata a sé stessa, e quindi viene definita impotenza della natura in quanto pone dei limiti al discorso filosofico. Non si conosce Dio attraverso le opere naturali perchè le più basse manifestazioni dello Spirito servono meglio allo scopo. Il concetto di natura è una funzione-chiave che risolve nella ragione tutti gli aspetti della realtà. La Filosofia della Natura è anche denominata pattumiera del sistema, in quanto raccoglie tutto ciò che è finito, accidentale, contingente, legato al tempo e allo spazio e l'individualità in ciò che ha di proprio e di irriducibile alla Ragione. Le fasi della Filosofia della Natura sono: (1) MECCANICA: considera l'esteriorità o essenza propria della Natura. (2) FISICA: si divide in fisica dell'individualità universale, fisica dell'individuo particolare, fisica dell'individualità totale. (3) FISICA ORGANICA: che si divide in natura geologica, natura vegetale, organismo animale. 3) FILOSOFIA DELLO SPIRITO SINTESI É l'unione tra tesi e antitesi, cioè la conoscenza più alta e difficile. È lo studio dell'idea che dopo essersi estraniata da sé, sparisce come Natura, per farsi soggettiva e libera, cioè autocreazione e autoproduzione. Ciascun grado è compreso e risolto nel grado superiore, il quale, a sua volta, è già presente nel grado inferiore. La Filosofia dello Spirito si divide in: (1) SPIRITO SOGGETTIVO: analisi dello Spirito in forma astratta e individuale. A sua volta si divide in: (A) ANTROPOLOGIA (B) FENOMENOLOGIA (C) PSICOLOGIA (2) SPIRITO OGGETTIVO: studio dello Spirito umano che si estende a tutta l'umanità. (A) DIRITTO ASTRATTO: è il volere del singolo individuo considerato come persona fornita di capacità giuridiche. Si divide in: (a) PROPRIETÁ cosa esterna che diventa proprietà. (b) CONTRATTO la proprietà diventa tale solo tramite il contratto. (c) TORTO E PENA l'esistenza del diritto rende possibile anche il torto, che nel suo aspetto più grave è il delitto. Con la pena si riafferma il diritto. Per essere più efficace la pena deve essere riconosciuta dal colpevole. (B) MORALITÁ: è il modo in cui il diritto astratto si realizza. (a) PROPONIMENTO il soggetto riconosce le sue azioni che rispondono a un suo proposito. (b) INTENZIONE E BENESSERE il proponimento prende la forma di intenzione il cui fine è il benessere. (c) BENE quando l'intenzione e il benessere si sollevano

8 all'universalità, il fine assoluta diventa il bene in sé e per sé. Il bene è ancora un'idea astratta che attente di passare all'esistenza per opera di un'astratta volontà soggettiva, che può anche cattiva e incapace di realizzare il suo dovere. Il dominio della moralità è caratterizzato dalla separazione tra bene, che deve essere realizzato e soggettività, che deve realizzare il bene. C'è così una contraddizione tra essere e dover essere. (C) ETICITÁ: il bene si è creato concretamente ed è divenuto esistente. L'eticità è la morale sociale, la realizzazione del bene nelle forme istituzionali che sono la Famiglia, lo Stato Civile e lo Stato. Essa rappresenta il superamento della spaccatura tra interiorità ed esteriorità, ed è in grado di superare le opposte unilateralità del diritto astratto e della morale. Si divide in: (a) FAMIGLIA è un'unità spirituale fondata sull'amore e sulla fiducia. Si articola in matrimonio, patrimonio ed educazione dei figli. Ma una volta cresciuti i figli formeranno, a loro volta le loro famigli. (b) STATO CIVILE è il luogo economico-sociale, giuridicoamministrativo, dove le famiglie si trovano a dover coesistere tra loro. Si articola in tre momenti: a. sistema dei bisogni b. amministrazione della giustizia concerne la sfera delle leggi e della tutela giuridica. Si manifesta con il diritto pubblico. c. polizia e corporazioni (c) STATO è come una grande famiglia nella quale l'ethos (cultura, tradizioni, morale, storia) di un popolo esprime sé stesso. È l'incarnazione suprema della moralità sociale e del bene comune. La teoria di Hegel è che lo sovranità dello Stato deriva dallo Stato stesso, cioè che lo Stato non è fondato sugli individui ma sull'idea di Stato (=bene universale). Questa si chiama persuasione organicistica, dove dunque è lo Stato a fondare gli individui dal punto di vista storico-temporale che ideale e assiologico. Secondo Hegel lo Stato è il punto culminante della storia e la legge, la quale è la più alta manifestazione della volontà razionale dello Stato. Lo Stato è fondato sul rispetto delle leggi e sulla salvaguardia della libertà formale dell'individuo e della sua proprietà. L'organizzazione dello Stato è dettata dalla costituzione che è nata dalla vita collettiva e storica di un popolo. Infatti la forma di governo per eccellenza è la monarchia costituzionale moderna, un organismo politico che prevede una serie di poteri distinti ma non diversi tra loro. Tali poteri sono: legislativo, governativo e principesco. Il potere legislativo è il potere di determinare e di stabilire l'universale, cioè le leggi. Esso si divide in Camera alta e Camera bassa. Il potere governativo è il tradurre in atto, in riferimento ai casi specifici, l'universalità delle leggi. Il potere principesco è l'incarnazione dell'unità di Stato, cioè il potere monarchico. Lo Stato è volontà divina e nessuno può metterla in dubbio. Per regolari i rapporti tra Stati, Hegel afferma che il giudice è la storia, che ha come suo momento strutturale la guerra, al quale da un alto valore morale. La guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione. (3) SPIRITO ASSOLUTO: è il momento in cui l'idea giunge alla piena coscienza della propria infinità o assolutezza. Questo processo si realizza con l'arte (forma dell'intuizione sensibile), con la

9 reliogione (forma della rappresentazione) e con la filosofia (puro concetto). (A) ARTE: nell'esperienza del bello artistico, lo spirito e la natura vengono recepiti come un tutt'uno. L'arte si divide tra: (a) ARTE SIMBOLICA caratterizzata dallo squilibrio tra contenuto e forma. C'è il ricorso al simbolo e una tendenza allo sfarzoso e al bizzarro. Ques'arte è propria dei popoli orientali. (b) ARTE CLASSICA caratterizzata da una armonico equilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile ed è attuato tramite la figura umana. Quest'arte è il culmine della perfezione artistica. (c) ARTE ROMANTICA caratterizzata da un nuovo equilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile. Lo spirito prende coscienza che qualsiasi forma sensibile è insufficiente è insufficiente a esprimere l'interiorità spirituale. Nell'arte simbolica, il messaggio spirituale è così povero da non trovare riscontro figurativo, mentre nell'arte romantica, è così ricco da trovare inadeguata ogni figura sensibile. Si ha così la crisi dell'arte poiché nessuno vede nelle opere d'arte l'espressione più elevata dell'idea. Si avrà così la morte dell'arte poiché c'è un'inadeguatezza a esprimere la profonda spiritualità moderna. (B) RELIGIONE: l'assoluto si manifesta nella forma della rappresentazione. È lo sviluppo dell'idea di Dio nella coscienza umana. (a) RELIGIONE NATURALE Dio è nella natura. Si va dalle forme più basse come la stregoneria e il feticismo delle tribù primitive dell'asia e dell'africa, fino alle forme più alte, cioè le religioni panteistiche dell'estremo Oriente (cinese, indiana, buddista). (b) RELIGIONI NATURALI CHE TRAPASSANO IN RELIGIONI DELLA LIBERTÁ visione di Dio come uno spirito libero, ma ancora in ambito naturalistico. È propria delle religioni persiana, siriaca, egiziana. (c) RELIGIONI DELL'INDIVIDUALITÁ SPIRITUALE Dio appare in forma spirituale. È propria delle religioni giudaica, romana, greca. (d) RELIGIONE ASSOLUTA è la religione cristiana, in cui Dio appare come spirito puro. Sebbene il cristianesimo sia la religione più alta, presenta ancora dei limiti e l'unico sbocco è la filosofia. (C) FILOSOFIA: l'idea giunge alla piena e concettuale coscienza di sé. È l'intera storia della filosofia giunta finalmente a compimento con Hegel. I vari sistemi filosofici costituiscono le tappe necessarie del farsi della verità. La storia inizia dalla filosofia greca e arriva all'idealismo di Fichte, Schelling e Hegel.

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