LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
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- Rebecca Barbieri
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1 Università degli Studi di Catania Area della Prevenzione e della Sicurezza - Servizio Prevenzione e Protezione dai Rischi (SPPR) - Dott. Giuseppe Caccia ASPP Università degli Studi di Catania LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
2 Perché è importante sensibilizzare i lavoratori sulla sicurezza Motivo Etico
3 INAIL: dati infortuni (aggiornati al 30 aprile 2013) Continuano a calare nel 2012 gli infortuni mortali sul lavoro in Italia: 790 (-8,78% rispetto agli 886 del 2011) Ripartizione degli infortuni mortali: Industria e servizi (682, rispetto ai 765 casi del 2011) Agricoltura (98, rispetto ai 109 casi del 2011 Dipendenti conto Stato (10, rispetto ai 12 casi del 2011) 790 vittime? troppe anche una sola! 3
4 INAIL: malattie professionali (aggiornati al 30 aprile 2013) Malattie professionali denunciate nel 2012: (1000 in meno rispetto al 2011 con un aumento di quasi il 51% rispetto al 2008.) Ripartizione delle Malattie professionali Industria e servizi: 80,5 % Agricoltura 16,7% Dipendenti conto Stato 2,8%
5 Motivo Economico: costo degli infortuni Nell anno 2012 gli infortuni sul lavoro hanno causato, più di 12 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell Inail: in media 80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione e 19 giorni in assenza di menomazione 5
6 L analisi delle spese e dei costi degli infortuni operato da organi di ricerca (quali Eurispes nel "Rapporto Italia 2010) ha evidenziato un costo di 40 miliardi di euro per la collettività. Nell`ipotesi di diminuzione dell`l% del numero di infortuni si avrebbe risparmio economico pari a 438 milioni di euro, o per una diminuzione del solo 5% un risparmio economico pari a 2,2 miliardi di euro 6
7 NORME ANTINFORTUNISTICHE Testo Unico sulla Sicurezza
8 Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile Suppl. Ordinario n.108) Il provvedimento, approvato dal Governo in attuazione della delega contenuta nella Legge 3 agosto 2007 n 123, è entrato in vigore il 15 maggio Modificato e integrato mediante il Decreto correttivo D.Lgs 106/2009: teso a correggere errori materiali e a modificare portata e ampiezza di Obblighi e Sanzioni contenuti nel D.Lgs 81/2008
9 D. Lgs. 81/ Articoli suddivisi in 13 Titoli Titolo I - Principi comuni (artt. 1-61) Titolo II - Luoghi di lavoro (artt ) Titolo III - Uso delle attrezzature di lavoro e dei D.P.I.. (artt ) Titolo IV - Cantieri temporanei o mobili (artt ) Titolo V - Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro (artt ) Titolo VI - Movimentazione manuale dei carichi (artt ) Titolo VII - Attrezzature munite di videoterminali (artt ) Titolo VIII - Agenti fisici (artt ) Titolo IX - Sostanze pericolose (artt ) Titolo X - Esposizione ad agenti biologici (artt ) Titolo XI - Protezione da atmosfere esplosive (artt ) Titolo XII - Disposizioni in materia penale e di procedura penale (artt ) Titolo XIII - Norme transitorie e finali (artt )
10 Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 TITOLO I principi comuni - CAPO I disposizioni generali - ART. 2 - Definizioni a) «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un'arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: ( ) l'allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l'allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; il volontario, come definito dalla legge 1 agosto 1991, n. 266; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il volontario che effettua il servizio civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1 dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni;
11 Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 TITOLO I principi comuni - CAPO I disposizioni generali - ART. 2 - Definizioni b) «datore di lavoro»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall'organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l'attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l'organo di vertice medesimo;
12 Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 TITOLO I principi comuni - CAPO I disposizioni generali - ART. 2 - Definizioni d) «dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa; e) «preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;
13 D.M. 5 agosto 1998, n. 363 Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme contenute nel D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626,e successive modificazioni ed integrazioni.
14 Definizioni Lavoratore equiparato ai sensi del D.Lgs. 81/08 art. 2 È equiparato al lavoratore l allievo degli istituti di istruzione ed universitari ed il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione. Lavoratore equiparato ai sensi del D.M. 363/98 Gli studenti dei corsi universitari, dottorandi, specializzandi, tirocinanti, borsisti e soggetti ad essi equiparati, quando frequentino laboratori didattici, di ricerca o di servizio e in ragione dell attività specificamente svolta, siano esposti a rischi individuati nel documento di valutazione
15 Definizioni Definizione di Laboratorio così come riportato dal D. M. 363/98: Sono considerati laboratori i luoghi o gli ambienti in cui si svolgono attività didattica, di ricerca o di servizio che comportano l'uso di macchine, di apparecchi ed attrezzature di lavoro, di impianti, di prototipi o di altri mezzi tecnici, ovvero di agenti chimici, fisici o biologici. Sono considerati laboratori, altresì, i luoghi o gli ambienti ove si svolgono attività al di fuori dell'area edificata della sede - quali, ad esempio, campagne archeologiche, geologiche, marittime
16 Datore di Lavoro Dirigenti Preposti destinatari di obblighi R.L.S. Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Lavoratori
17 SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA
18 D. Lgs 81/08 - Titolo V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA E definita segnaletica di salute e sicurezza, tutta la segnaletica che riferita ad un oggetto, attività o a una determinata situazione fornisce indicazioni o prescrizioni concernenti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro mediante cartelli, colori, segnali luminosi, acustici, comunicazioni verbali o segnali gestuali. Le finalità perseguite dalla segnaletica sono: A. Avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte; B. Vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo; C. Prescrivere determinati comportamenti; D. Fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio; E. Fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e sicurezza.
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22 Pericolo e Rischio
23 Definizioni di cui all Art. 2 del D.Lgs. 81/08: «pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; «rischio»: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;
24 Fonte di pericolo: elettricità probabilità di contatto con parti elettriche in tensione Rischio: folgorazione Fonte di pericolo: Monossido di carbonio probabilità di inalazione gas Rischio: asfissia Fonte di pericolo: elementi meccanici in movimento probabilità di venire in contatto con gli elementi meccanici in movimento Rischio : taglio, cesoiamento 24
25 TUTTI I PERICOLI COMPORTANO RISCHI?
26 NO! «rischio assente»: in assenza di esposizione con la fonte di pericolo la probabilità di danno = zero
27 EVENTO SISMICO PERICOLO: terremoto RISCHIO elevato PERICOLO: terremoto RISCHIO assente
28 Quali pericoli e quali rischi individuiamo? Pericolo: altezza RISCHIO: caduta dall alto Pericolo: altezza RISCHIO: caduta dall alto Valutazione: rischio elevato Valutazione: rischio basso
29 I RISCHI SONO TUTTI COMPLETAMENTE ELIMIBABILI?
30 NO! Pertanto, applicate tutte le misure di prevenzione, per i rischi NON completamente eliminabili, interverremo prima con idonei Dispositivi di Protezione Collettiva (D.P.C.) e successivamente con idonei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
31 Il Dispositivi di Protezione Collettiva (D.P.C.) Il Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
32 I RISCHI CHE POSSIAMO INDIVIDUARE NEI LUOGHI DI LAVORO:
33 RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI Sono rischi di natura infortunistica che possono causare l infortunio quando ci esponiamo anche una sola volta ad un determinato fattore di rischio. Derivano da: carenze strutturali; carenze di sicurezza negli impianti elettrici e tecnici ; incendio e/o esplosione vie di fuga/uscite di emergenza Ognuno di questi FATTORI DI RISCHIO può causare un infortunio grave o anche la morte al verificarsi anche di una sola volta, pensiamo per esempio alla folgorazione, il cesoiamento, ETC.
34 34 RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI Sono rischi di natura igienico ambientale, che causano infortunio o malattia quando l esposizione ad un determinato fattore di rischio si ripete nel tempo. I rischi per la salute dei lavoratori derivano da: esposizione a rumore e vibrazioni, radiazioni, illuminazione e microclima; movimentazione dei carichi e posture scorrette; esposizione a di sostanze tossiche e nocive; esposizione a microrganismi nocivi. Questi fattori di rischio causano malattie professionali solo dopo una esposizione prolungata al rischio: per esempio, lavorare in un ambiente rumoroso per molto tempo senza protezioni
35 Emergenza
36 COS E UN EMERGENZA? UNA SITUAZIONE DETERMINATA DA: - UN INCENDIO, - UN ESPLOSIONE, - UN CROLLO, - UN ALLUVIONE, - UNA NUBE TOSSICA, - TERREMOTO, - ETC.
37 GESTIRE UN EMERGENZA: E necessario formare degli addetti alla gestione delle emergenze. Il personale designato dovrà attuare le procedure di evacuazione, lotta antincendio e il primo soccorso.
38 Prevenzione Incendi Il datore di Lavoro designa uno o più lavoratori incaricati all attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio. I lavoratori designati devono frequentare un corso di formazione specifico. Verrà formata la squadra antincendio (D.M. 10 marzo 1998).
39 Primo Soccorso Il datore di Lavoro organizza il primo soccorso e i necessari rapporti con i servizi esterni in base all a natura delle attività e delle dimensioni dell azienda o della UP, sentito il Medico competente (se vi è l obbligo). Per individuare le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso e i requisiti del personale addetto, la formazione necessaria è necessario identificare la categoria di appartenenza della propria azienda (D.M. 388/2003)
40 EVACUAZIONE Con il termine evacuazione si intendere l allontanamento dallo stabile o anche il raggiungimento di un luogo sicuro sullo stesso piano o su un piano adiacente.
41 Luogo sicuro: spazio scoperto o compartimento antincendio cioè separato da altri compartimenti tramite spazio scoperto o filtri a prova di fumo con caratteristiche idonee a ricevere e contenere un certo numero di persone oppure a consentirne il movimento ordinato. In ogni caso si tratta di un area che ha un accesso diretto ad un uscita di emergenza dove le persone possono fermarsi in sicurezza attendendo ulteriori istruzioni o assistenza per portare a termine l abbandono dell edificio.
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45 Parti costituenti un estintore
46 Nozioni di comportamento della folla La risposta umana all emergenza ed in particolare alla dichiarazione di evacuazione può essere assai difficile da controllare ed è necessario conoscere i principali modelli di comportamento della folla. Non è detto che le persone reagiscano all emergenza come si pensa che lo farebbero a sangue freddo.
47 Chi minimizza: Ad esempio le persone tendono in genere a minimizzare un emergenza in atto ritenendo che la situazione non sia così grave come la si vuole far credere.
48 Chi minimizza: Sono frequenti i casi di persone che prima di allontanarsi compiono una serie di operazioni inutili rallentando di molto il tempo di abbandono dei locali. Molte persone vogliono verificare di persona la gravità della situazione prima di abbandonare i locali o esitano per timore della perdita di effetti personali.
49 Chi esagera: Può invece verificarsi l evento opposto: il panico L evacuazione di persone in preda al panico è tragica.
50 Chi esagera: Una folla impazzita non è direttamente controllabile, lo è solo per via indiretta, le persone in prima fila possono vedere il pericolo, cercare di fermarsi o di dirigersi altrove ma quelle che sopravvengono non si rendono conto di quello che c è davanti e continuano a spingere. I fatto che chi è dietro non reagisce in modo coordinato con chi sta davanti è una delle principali ragioni di comportamento anomalo della folla.
51 Comportamento della folla Da tener presente quando si ha a che fare con la folla è il cosiddetto effetto arco che si crea quando un certo numero di persone tenta di attraversare contemporaneamente un uscita (fig.1).
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53 Se l apertura è inferiore ai 75 cm si ha l effetto arco; un apertura di 90 cm consente la rottura dell arco ma non evita la formazione di un ostruzione. Se l apertura è di 120 cm normalmente non si ha formazione dell arco se questo si forma si rompe facilmente senza formare un ostruzione (fig.2).
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55 In caso di emergenza chi interviene per primo? Nel 90% dei casi gli addetti alle squadre di emergenza sono i primi ad intervenire. Devono saper valutare le azioni da intraprendere e le loro priorità. Sono riferimenti primari in caso di emergenza.
56 Gli addetti alle squadre di emergenza Azioni che da intraprendere in caso di emergenza: utilizzo di estintori, primo soccorso sanitario, rapida ispezione dei locali in caso di segnalazione di pericolo, esplorazione fisica delle zone affidate in caso di evacuazione per accertarsi che nessuno sia rimasto sul posto assistenza ai disabili, guida di visitatori ed altri dipendenti verso le vie di fuga ed i punti di raccolta
57 Allarme in caso di caso di emergenza Nei luoghi di lavoro di grandi dimensioni o complessi l allarme deve essere sonoro e ottico.
58 Tutti i dipendenti Ricordarsi che la più efficace misura di prevenzione in caso di emergenza è data dalla continua attenzione da parte di tutti raggiungere le uscite di emergenza con calma.
59 Tutti i dipendenti Alcune istruzioni in caso di evacuazione in caso d incendio: aprire le porte con estrema cautela, prima di aprire una porta toccarla in alto per sentire se è calda, se è calda o esce fumo cercare un altra via di fuga. se non ci sono alternative agire con cautela e ripararsi dalla fiamma ponendosi come nelle figure a seconda del senso di apertura delle porte
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61 Spostarsi con estrema prudenza saggiando pavimento, scale, pianerottoli prima di impegnarli appoggiandovi prima il piede verificando che la struttura sopporti il peso del corpo e avanzando in un secondo momento
62 Spostarsi rasente i muri, anche scendendo le scale, sono le aree strutturalmente più robuste
63 NON usare gli ascensori
64 Non cercare di portar fuori oggetti personali rischiando di rallentare l evacuazione o di rimanere intrappolati
65 Non entrare nella zona evacuata sino a quando non verrà autorizzato dal coordinatore dell emergenza.
66 Tecniche di trasporto da parte di una sola persona Il sollevamento in braccio è il metodo preferito da usare quando si debba trasportare un altra persona priva di forze agli arti inferiori. Questo trasporto è più sicuro se la persona trasportata pesa meno di chi la trasporta. Chiedere al trasportato di collaborare facendogli porre un braccio attorno al collo in modo da alleggerire il peso sopportato dalle braccia.
67 Tecniche di trasporto trasporto da parte di una sola persona
68 Tecniche di trasporto da parte di due persone Per usare questa tecnica, detta del seggiolino: mettersi ai lati della persona da soccorrere afferrarne le braccia ed avvolgerle attorno alle spalle, afferrare l avambraccio del partner, unire le braccia sotto le ginocchia della persona che stiamo soccorrendo ed afferrare il polso del partner.
69 Tecniche di trasporto trasporto da parte di due persone
70 Tecniche di trasporto trasporto a due in percorsi stretti Talvolta il passaggio da attraversare è talmente stretto che due persone affiancate non possono passare. In questo caso si raccomanda la tecnica illustrata nella figura seguente. Si deve fare attenzione perché la posizione a capo reclino può creare difficoltà respiratorie per la parziale occlusione delle vie aeree. E bene che questo tipo di trasporto sia limitato ai soli passaggi critici.
71 Tecniche di trasporto trasporto a due in percorsi stretti
72 Grazie dell attenzione Dott. Giuseppe Caccia SPPR Università degli Studi di Catania
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