IL RUOLO DEI COMITATI DI COORDINAMENTO DEL VOLONTARIATO (CCV) A SCALA PROVINCIALE (DDG 3536 del 21/04/2016)
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- Patrizia Franco
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1 IL RUOLO DEI COMITATI DI COORDINAMENTO DEL VOLONTARIATO (CCV) A SCALA PROVINCIALE (DDG 3536 del 21/04/2016) Seminario formativo per i componenti dei Consigli Direttivi dei CCV Milano - 20 ottobre 2016 Massimo Noris - Giovanni Caldiroli Regione Lombardia - U.O. Protezione Civile
2 IL PERCORSO FATTO 30 dicembre 2014: L.R. 35/2014 Modifica della L.R. 16/2004 art. 5.1; art. 9 bis 17 luglio 2015: DGR 3869/ Modalità di funzionamento dei Comitati di Coordinamento del Volontariato e di designazione dei rappresentanti delle organizzazioni di volontariato nella Consulta Regionale di protezione civile
3 IL PERCORSO FATTO 18 marzo 2016 DDG 1992/ Modalità di svolgimento delle elezioni dei Consigli Direttivi dei Comitati di Coordinamento del Volontariato e dei rappresentanti della sezione regionale dell Albo, presso la Consulta Regionale di protezione civile 21 aprile 2016 DDG 3536/ Ruolo e funzioni del Comitato di Coordinamento del Volontariato su scala provinciale
4 DDG 3536/2016 IL RUOLO DEL CCV L.R. 16/2004 art 5.1. Per ciascuna sezione provinciale dell Albo Regionale del volontariato di protezione civile è istituito, a supporto dell espletamento delle funzioni provinciali di cui all articolo 3, comma 1, lettera b), e quale sede di raccordo, a livello provinciale, tra le organizzazioni di volontariato di protezione civile e la Regione, un comitato di coordinamento del volontariato di protezione civile, di durata triennale, composto dai rappresentanti delle organizzazioni di volontariato iscritte alle rispettive sezioni provinciali.
5 DDG 3536/2016 IL RUOLO DEL CCV i CCV possono elaborare proposte di miglioramento organizzativo ed operativo e hanno un ruolo consultivo, propositivo e di promozione, anche nei confronti della popolazione, sempre in accordo con gli Enti di Area Vasta/Città Metropolitana di riferimento
6 DDG 3536/2016 AMBITI DI COLLABORAZIONE (rif. DGR 220/2010) A. Gestione del volontariato di protezione civile a livello provinciale B. Colonna Mobile Provinciale (CMP) C. Centri Polifunzionali di Emergenza (CPE) e Sale Operative; D. Formazione ed attività addestrative ed esercitative; E. Prevenzione, collaborazione nel monitoraggio e pianificazione di emergenza.
7 DDG 3536/2016 MODALITA DI COLLABORAZIONE Gli Enti di Area Vasta/Città Metropolitana mantengono un costante rapporto di collaborazione con il Consiglio Direttivo del CCV, con cui concordano l assegnazione di attività di carattere operativo ed amministrativo Gli Enti di Area Vasta/Città Metropolitana, in ragione delle funzioni svolte e dell apporto fornito dal CCV nell ambito del sistema di protezione civile del territorio di riferimento, assicurano al Consiglio Direttivo del CCV adeguato sostegno per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, secondo le normative vigenti e compatibilmente con le disponibilità materiali e le previsioni di bilancio di ciascun ente
8 DDG 3536/2016 MODALITA DI COLLABORAZIONE ciascun Ente di Area Vasta/Città Metropolitana definisce, in accordo con il rispettivo Consiglio Direttivo del CCV, le modalità di collaborazione assicurando l autonomia del Consiglio Direttivo stesso nello svolgimento delle funzioni istitutive ed istituzionali proprie, ed in particolare: la disponibilità, possibilmente in uso esclusivo e nel rispetto dei regolamenti interni, di spazi adeguati allo svolgimento delle attività assegnate; la disponibilità, possibilmente in uso esclusivo e nel rispetto dei regolamenti interni, di strumentazione nelle forme e nei limiti previsti dal D.lgs. 196/2003 e ss.mm.ii. (es. personal computer, stampanti, caselle di posta elettronica, accesso a sistemi informatici, ), di mezzi ed attrezzature, di proprietà dell ente o assegnati in comodato d uso da Regione Lombardia.
9 IL NUOVO ASSETTO DELLA COLONNA MOBILE REGIONALE, LA RETE DEI CPE E GLI STRUMENTI OPERATIVI Seminario formativo per i componenti dei Consigli Direttivi dei CCV Milano - 20 ottobre 2016 Massimo Noris - Giovanni Caldiroli Dario Besola Regione Lombardia - U.O. Protezione Civile
10 LA NUOVA IDEA DI CMR La DGR 1123/2013 formalizza la nuova struttura della CMR, organizzata su livelli di attivazione e per specializzazioni Viene introdotto il concetto che qualsiasi o.v. del sistema regionale è potenzialmente una componente della CMR Regione Lombardia mantiene il controllo e la responsabilità dell attivazione e gestione del primo intervento e dei materiali logistici di base
11 IL SISTEMA DEI MODULI Il Meccanismo Comunitario Europeo di p.c., nato nei primi anni 2000, si è dato nel tempo una struttura per moduli specialistici (17). Per uniformità, il progetto della Colonna Mobile delle Regioni era impostato su moduli e su questo schema era stato impostato anche il piano di acquisti del 2008, definito con l accordo delle province. Regione Lombardia ha quindi ritenuto opportuno ragionare su una organizzazione della CMR strutturata in moduli.
12 IPOTESI DI MODULI LOGISTICA DI BASE Accoglienza di 250 persone (per modulo) LOGISTICA DI SUPPORTO Sussistenza dei volontari (da 40 a?) SEGRETERIA CUCINA SERVIZI VARI TLC CINOFILI SOMMOZZATORI ANTINCENDIO IDROGEO/IDRAULICO SUPPORTO PMA Sussistenza dei volontari e del personale sanitario (da 40 a?) LOGISTICA PMA
13 DEFINIZIONE DEI MODULI I moduli sono stati in seguito suddivisi in sottomoduli per garantire: L individuazione nel dettaglio di tutte le componenti Massima flessibilità nella gestione di mezzi e materiali Condivisione delle attrezzature in «economia di scala», con l integrazione tra moduli
14 DALL INSIEME ALLE SINGOLE UNITA
15 Modulo alloggio Modulo brande Modulo effetti letterecci Modulo bagno Modulo cucina Modulo conservazione cibi Modulo distribuzione elettrica Modulo doccia Modulo refettorio Modulo sociale LOGISTICA DI BASE Modulo per l accoglienza di 250 persone Modulo impianto elettrico Modulo impianto idraulico/gas Modulo servizi interni Modulo security interna Modulo?????? Modulo generatori e illuminazione Modulo segreteria Modulo TLC Modulo infopoint
16 E POI? Una volta definita la composizione di ciascun sottomodulo si dovrà produrre: La standardizzazione dello stoccaggio, per definire gli standard di caricamento e trasporto Il piano di trasporto, abbinando le attrezzature con i mezzi a disposizione a livello regionale Le risorse uomo, necessarie per le varie attività La tempistica di attivazione (allerta, carico, partenza, allestimento)
17 BLOCCO MODULO DESCRIZIONE STOCCAGGIO MOVIMENTAZIONE 1 Modulo alloggio N 42 tende gonfiabili 3 archi impianto elettrico completo, (telo ombreggiante, coibentazione interna, tubi aria 10,5 container da circa 32 q.li manuale uso e manutenzione, 22 cad picchetti a croce, martello, 6 aste snodabili, 6 aste aeratore, kit gonfiaggio e riparazione), n 5 estintori 4 semirimorchi LOGISTICA ALLOGGIO 2 Modulo brande 3 Modulo effetti letterecci n 250 brande a rete o doghe, n 250 materassi n 250 kit effetti letterecci (lenzuola, coperta cuscino) 6 quadri generali, 25 quadri di zona, 4 Modulo distribuzione elettrica 1 container da 50 q.li mezzo a2a cavi 5 Modulo generatore generatore da 100 kva mezzo a2a 6 modulo illuminazione torre faro 4000 Watt, 4 fari, con generatore da 16 Kva (ma è la fotoelettrica?) pallet pallet 1 bilico centinato o altro mezzo tipo eurocargo 4 torri faro da carrellare 4 fuoristrada con gancio pat. E 7 modulo confort n 42 condizionatori/riscaldatori, 500 mq grelle per camminamento riscaldatori nel mezzo container tende avanzato; condizionatrori da verificare volumi; grelle su pallet su semirimorchio tende BLOCCO MODULO DESCRIZIONE STOCCAGGIO MOVIMENTAZIONE LOGISTICA SERVIZI IGIENICI 1Modulo bagno 6 container da 10" 2 eurocargo con rimorchio 2Modulo doccia 4 container da 10" 1 eurocargo con rimorchio 3Moduli servizi disabili 2 container da 10' 1 eurocargo con rimorchio 4 Modulo generatore generatore da 40/60 kva su mezzo a2a 5Modulo officina gas / acqua container attrezzato 1 container da 25 q.li su mezzo a2a BLOCCO MODULO DESCRIZIONE STOCCAGGIO MOVIMENTAZIONE LOGISTICA EXTRA 1 modulo sociale modulo tensostruttura 12x6 su bilico modulo 10??? 2 modulo sanificazione/lavaggio n 10 macchine da lavare, n 10 asciugatrici idropulitrice container iso 20'
18 LA PROPOSTA Riorganizzare il sistema delle colonne mobili significa coinvolgere regione, province, CCV, oo.v. nazionali, oo.v. regionali e provinciali in un grande sforzo organizzativo. La riuscita del progetto dipende naturalmente dalla condivisione e dalla disponibilità del volontariato, secondo alcuni principi: Aderire al progetto non è obbligatorio Aderire al progetto non significa abbandonare l operatività locale Chi aderisce, si prende un impegno che deve essere rispettato, in termini di tempi, uomini e mezzi Le necessità formative dei prossimi anni dovranno essere coerenti con le eventuali disponibilità proposte L accesso ai fondi DPC, per la quota regionale, sarà prioritario per le oo.v. che aderiranno al progetto Nel 2017 verrà avviata la revisione della distribuzione dei mezzi e materiali regionali in comodato, sulla base dell adesione al progetto
19 PROSSIMI PASSI ( ) Definizione, entro il 2016, dei moduli: logistica, segreteria, TLC, supporto PMA Definizione, nel 2017, degli altri moduli: AIB, idrogeologico, cinofili, sommozzatori, Raccolta della disponibilità delle oo.v. Calendarizzazione della reperibilità per ciascun modulo (prima partenza) Eventuale re-distribuzione di mezzi ed attrezzature Formazione mirata e specialistica (nel triennio) Esercitazione (nel 2018)
20 IL RUOLO DEI CCV Supportare la Provincia/E.A.V./C.M./Regione per: Individuare le disponibilità ad aderire al progetto Verificare la capacità operativa delle oo.v. aderenti Proporre interventi formativi mirati Gestire mezzi e materiali Impiegare al meglio i CPE Orientare le richieste di contributi al DPC
21 Regione Province CCV: Sviluppo dei sistemi e dei flussi di comunicazione Seminario formativo per i componenti dei Consigli Direttivi dei CCV Milano - 20 ottobre 2016 Giovanni Caldiroli Laura Sion Regione Lombardia - U.O. Protezione Civile
22 I SISTEMI IN USO DBVOL Anagrafica oo.v. e volontari Attivazioni Iscrizione/variazioni/cancellazione dei gruppi (inizio 2017) Mantenimento annuale dei requisiti per i gruppi (inizio 2017) VOLOASSO Iscrizione/variazioni/cancellazione delle associazioni Mantenimento annuale dei requisiti per le associazioni GEFO Richiesta di rimborsi per il DPR 194 art. 9 Richiesta di rimborsi per il DPR 194 art. 10
23 SCADENZE ENTRO IL 30 GIUGNO DI OGNI ANNO (dgr 4331 del ddg 4564 del ): Mantenimento dei requisiti di iscrizione all Albo Con VOLOASSO (associazioni) Modulistica via PEC o RR (gruppi) con DBVOL da inizio 2017 Certificazione dei dati presenti nel DBVOL (tutti) con CRS del Legale Rappresentante ENTRO FINE ANNO: chiusura istruttoria delle province INIZIO ANNO SUCC.: aggiornamento Albo (RL)
24 MODALITA DI COMUNICAZIONE CON RL Indirizzi Indirizzo PEC: NUMERO VERDE SALA OPERATIVA
25 MODALITA DI COMUNICAZIONE CON RL I componenti della Consulta Regionale (2 per provincia) hanno a disposizione un forum dedicato accessibile con credenziali personali, su cui vengono condivisi documenti, verbali e convocazioni per le sedute della Consulta.
26 ASSEGNAZIONE UFFICIALI Per uniformare le comunicazioni ufficiali tra i CCV e le istituzioni, Regione Lombardia intende assegnare alle tre figure istituzionali dei CCV un indirizzo , appoggiato su server regionale, così composto: presidente.ccv-siglaprovincia@protezionecivile.regione.lombardia.it vicepresidente.ccv-siglaprovincia@protezionecivile.regione.lombardia.it segretario.ccv-siglaprovincia@protezionecivile.regione.lombardia.it Per la gestione ordinaria, i CCV potranno naturalmente attivare indirizzi liberi anche per tutti i componenti dei Consigli Direttivi
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