Caratterizzazione della piattaforma costiera antistante la foce dell Entella tramite parametri mineralogici e granulometrici

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1 Caratterizzazione della piattaforma costiera antistante la foce dell Entella tramite parametri mineralogici e granulometrici Mattia Barsanti 1, Ivana Delbono 2, Ornella Ferretti 2, Mirko Zaquini 2, Massimo Setti 3 1 Università di Parma, D.S.T., Viale delle Scienze 78, Parma 2 ENEA S. Teresa, Centro Ricerche Ambiente Marino, C.P.224, La Spezia 3 Università di Pavia, D.S.T., Via Ferrata 1, Pavia. Riassunto Le ricerche sui processi di dinamica costiera necessitano di conoscenze preliminari sulla litologia dei bacini continentali, sulla composizione granulometrica e mineralogica dei sedimenti alluvionali e marini. Per questo studio sono stati utilizzati i risultati di un'indagine ambientale condotta nell'area costiera del Golfo del Tigullio (Liguria Orientale), esaminando i dati relativi ai sedimenti del bacino del Fiume Entella e a quelli superficiali della zona di piattaforma prospiciente la medesima foce fluviale. E stata quindi utilizzata una metodologia per l interpretazione dei processi sedimentari nell area marina costiera, attraverso la realizzazione di mappature ottenute tramite software GIS che integrino i dati sedimentologici e mineralogici significativi. Risultano evidenti le possibili applicazioni in ricerche di caratterizzazione della fascia marinocostiera della tecnologia GIS, in particolare negli studi di dinamica costiera come l individuazione sia del trasporto e dispersione dei sedimenti sia delle province petrografiche in piattaforma. Introduzione Nell ambito di una serie di ricerche ambientali integrate condotte dall Enea nell area del Golfo del Tigullio particolare rilevanza è stata data allo studio del sistema Entella considerato il principale fornitore di materiale sedimentario dell ambiente marino costiero. Questo contributo, ha nella sua prima parte, l obiettivo di caratterizzare da un punto di vista granulometrico e mineralogico i sedimenti fluviali dell Entella e della piattaforma marina antistante la foce. Nella seconda parte l obiettivo del lavoro consiste nell applicare la tecnologia GIS ai dati granulometrici e mineralogici ottenuti e mettere a punto una metodologia per le ricerche di dinamica costiera, in particolare trasporto, dispersione e deposizione dei sedimenti. Lineamenti generali L area in esame si trova nel Mar Ligure e costituisce un tratto costiero arcuato, il Golfo del Tigullio che si estende fra il promontorio di Portofino e la punta di Sestri Levante. Il corso d acqua più importante è il Fiume Entella che sfocia in mare tra Chiavari e Lavagna. Dal punto di vista morfologico il Golfo del Tigullio è caratterizzato da un litorale di tipo misto. Le coste alte e rocciose si estendono dal promontorio di Portofino fino a Chiavari. Una morfologia simile è presente nel tratto Cavi-Sestri. Le coste basse si rinvengono nella zona centrale del Golfo in corrispondenza della stretta pianura alluvionale costruita dal Fiume Entella. La circolazione generale nel golfo ha andamento da est verso ovest (Stocchino et al., 1978) mentre il drift costiero è generalmente diretto a est (Fig. 1). 84

2 Fig. 1. (C.N.R. M.U.R.S.T.) Atlante delle spiagge italiane - Foglio 83 (Rapallo) e Foglio 94 (Chiavari). Per quanto riguarda le caratteristiche tessiturali dei sedimenti di piattaforma, nella zona si nota una regolare distribuzione a fasce concentriche caratterizzate da sedimenti sempre più fini spostandosi verso il largo (Piccazzo, 1986). Il bacino dell Entella è costituito da tre sottobacini principali: i torrenti Lavagna, Sturla e Graveglia, che sono estremamente differenti dal punto di vista morfologico e litologico (Fig. 2). Fig. 2. I tre sottobacini del bacino del Fiume Entella. 85

3 Fig. 3. Carta geologica del Golfo del Tigullio dalla cartografia ufficiale 1: Il sottobacino del Torrente Lavagna si estende da nord-ovest verso sud-est ed è caratterizzato da formazioni sedimentarie siltoso flyscioidi del Cretaceo e da rilevanti depositi detritici alluvionali, colluviali eluviali. Inoltre è presente la formazione di Lavagna costituita da successioni di argilliti grigie scistose. Il sottobacino del Torrente Sturla, orientato nord-sud, è caratterizzato dalla presenza delle formazioni delle Argille a Palombini e delle Arenarie del Monte Gottero. Nel sottobacino del Torrente Graveglia, il più orientale dei tre sottobacini, sono presenti affioramenti di ofioliti (costituiti da peridotititi, gabbri e diaspri) e Calcari a Calpionella, (Marini, 1993; Marini, 1994; Terranova, 1987) (Fig. 3). Campionamento e metodologie di studio Le stazioni di campionamento dei sedimenti fluviali (Fig. 4 e Tab. 1) sono state ordinate partendo dall affluente di destra Torrente Lavagna (1), quindi le stazioni del Torrente Sturla (2) e del Torrente Graveglia (3). Queste stazioni sono posizionate poco prima della confluenza; segue la stazione (4) sul tratto Lavagna - Sturla poco dopo la confluenza e per ultimo la stazione di campionamento dell Entella (5) a circa 4 km dalla foce. Fig. 4. Stazioni di campionamento (sedimenti fluviali e marini). 86

4 I sedimenti fluviali sono stati campionati nel settore di sponda ed è stata prelevata la frazione minore di 4 mm (ghiaia sabbia silt - argilla). Non sono stati presi in esame le frazioni più grossolane (ciottoli, blocchi) presenti quasi sempre anche nel settore di sponda in quanto i sedimenti marini prelevati oltre la batimetrica dei 10 m, considerati per valutare l influenza e la distribuzione degli apporti terrigeni in piattaforma, presentano granulometrie inferiori ai 4 mm. I prelevamenti in piattaforma (Fig. 4, Tab.1) hanno interessato l area prospiciente la foce del Fiume Entella, sono stati effettuati lungo una serie di sei transetti perpendicolari alla costa con una interdistanza di circa 1 km, alle batimetrie dei 10, 20, 30, 50 m. Le analisi granulometriche sono state effettuate con setacciatura a secco ad intervallo di 1/2 phi per la frazione sabbiosa (maggiore di 63 µm) e tramite sedigrafo per la frazione pelitica (minore di 63 µm). I dati granulometrici sono stati elaborati per la determinazione dei parametri statistici (Folk e Ward, 1957): Dimensione media, Classamento, Sorting, Skewness e Kurtosis. Le analisi mineralogiche sono state effettuate mediante diffrattometria a raggi X (metodo delle polveri) e sono stati esaminati i campioni totali e quando presente la frazione argillosa minore di 2 µm seguendo le indicazioni proposte da diversi autori (Biscaye, 1965; Chamley, 1989; Moore and Reynolds, 1997) secondo le metodologie classiche (campione naturale, riscaldato a 550 C e dopo saturazione con glycol etilenico). Risultati Granulometria I dati relativi alle analisi granulometriche dei sedimenti fluviali sono riportate nella Tabella 2. Nella figura 5 è possibile osservare i risultati delle analisi granulometriche dei campioni della frazione minore di quattro mm dei sedimenti fluviali. Fig. 5. Dimensione media (Mz) nei sedimenti fluviali. Nei diversi bacini fluviali sono state rilevate granulometrie medie (Mz) differenti: Torrente Lavagna: con Mz nell intorno di mm presenta valori massimi da attribuirsi alla particolare litologia del bacino in cui il corso d acqua scorre ovvero argilliti e argilloscisti; Torrente Sturla: caratterizzato da granulometria più grossolana con valori al di sopra di 1 mm attribuibile alla litologia del bacino che è prevalentemente arenacee; Torrente Graveglia: con Mz nell intorno di mm difficilmente correlabile con la litologia osservata; Fiume Entella: con valori di Mz di circa mm, che sono la risultante delle integrazioni delle granulometrie presenti nei tre sottobacini. Dall elaborazione dei dati riportati in tabella 2 sono state ricavate le carte delle distribuzioni dei parametri granulometrici. Dall esame della figura 6 si possono fare alcune considerazioni. 87

5 Fig. 6a. Dimensione media (Mz) espressa in mm. Fig. 6b. Classamento (So) Fig. 6: distribuzione dei parametri granulometrici dei sedimenti marini (a: Dimensione media Mz, b: Classamento So, c: Skewness Sk.) Fig. 6c. Skewness (Sk) Dimensione media (Mz): in corrispondenza della foce dell Entella è visibile un andamento regolare con una diminuzione della dimensione media dalla costa verso il largo. Si nota inoltre come i sedimenti fini si spingano a batimetrie maggiori sull asse della foce (Fig. 6 a). Classamento (So): in corrispondenza della foce dell Entella, fino alla batimetrica dei 10 m, in presenza di alto dinamismo, si ha una buona classazione (<0,5), si passa quindi ad una media classazione (0,5-:-1,5) dalla batimetrica dei 15 m fino ai 50 m (Fig. 6 b). Skewness (Sk): in corrispondenza della foce dell Entella e sottocosta si hanno valori negativi di asimmetria, in accordo con l elevato dinamismo della zona; dalla batimetria dei m fino alla batimetria dei 50 m, si rinvengono sempre valori positivi che caratterizzano una area a moderata energia (Fig. 6 c). I valori dei parametri granulometrici quindi, indicano un avanzamento dell apporto fluviale di fronte alla foce e una distribuzione preferenziale da ponente verso levante attribuibile al drift costiero, con un trasporto dalla foce dell Entella verso Lavagna. Mineralogia Nelle tabelle 3 e 4 sono riportati i dati relativi alla composizione percentuale del campione medio e della frazione minore di 2 µm dei sedimenti fluviali e marini. I componenti mineralogici principali determinati sono: calcite, plagioclasio, feldspato potassico, quarzo, clorite, serpentino, mica/illite. Nei sedimenti fluviali la calcite presenta un massimo nei sedimenti del Graveglia (oltre il 20 %), percentuali inferiori al 5% nei sedimenti dello Sturla e del Lavagna e ancora tenori bassi si riscontrano nel campione del Fiume Entella. Il quarzo presenta contenuti minimi nel Torrente Graveglia, massimi intorno al 20-25% nei sedimenti delle altre stazioni fluviali. I feldspati e i plagioclasi hanno un andamento poco significativo: i primi presentano percentuali inferiori al 88

6 5%, i secondi percentuali intorno al 10% e un massimo nel campione del Fiume Entella. Più significativa risulta la distribuzione dei minerali quali serpentino, mica/illite e clorite. Il serpentino presenta massimi valori nel Torrente Graveglia e minimi nel Torrente Lavagna e risulta correlato alla presenza di serpentiniti e ofioliti affioranti nella parte alta del bacino del Graveglia. La clorite e soprattutto la mica/illite hanno i massimi di concentrazione nel Lavagna e sono chiaramente legati ai frequenti affioramenti delle ardesie sulle sponde del bacino. Nella Figura 7 è riportata la distribuzione lungo l asta fluviale dei componenti mineralogici più significativi: serpentino e mica/illite. La distribuzione dei componenti mineralogici del campione medio dei sedimenti marini vengono illustrati nelle figure seguenti (Fig. 8 a, b, c, d, e, f). Fig. 7. Rappresentazione del contenuto di serpentino (Ser) e di mica / illite (M/I) nei sedimenti fluviali. a) calcite c) plagioclasio b) quarzo d) mica/illite 89

7 e) serpentino f) clorite Fig. 8. Distribuzioni puntuali delle componenti mineralogiche del campione medio; gli istogrammi di calcite, plagioclasio e serpentino sono stati rappresentati con una scala 2X. La calcite si mantiene costante procedendo dalla costa verso il largo, con percentuali elevate (10-20%) a ovest della foce dell Entella. Il quarzo e i plagioclasi diminuiscono regolarmente dalla costa verso il largo e presentano una distribuzione omogenea nella zona del fronte delta e nel settore occidentale. Il feldspato potassico mostra andamento irregolare in tutti i settori. Il serpentino ha un andamento omogeneo dalla costa verso il largo nel settore occidentale, al contrario presenta tenori decrescenti regolarmente dalla costa verso il largo. La clorite presenta tenori del % mentre la mica/illite presenta percentuali dal 10 al 20 % e aumentano dalla costa verso il largo con valori più abbondanti nel settore occidentale. Per l analisi della frazione argillosa (<2 µm) è stato preso in esame il campione alla foce dell Entella e sono stati selezionati, in base ai caratteri tessiturali, tre campioni marini sui tre transetti prospicienti la foce. La frazione argillosa risulta costituita essenzialmente da illite e clorite (Tab. 3). L illite è il componente più abbondante con tenori di oltre il 50%, la smectite presente solo nei campioni prelevati alla batimetrie più elevate è scarsa con tenori inferiori al 10 %. La composizione media della frazione argillosa si mantiene costante su tutta l area esaminata (Fig. 9). Dall analisi delle distribuzioni dei singoli componenti mineralogici si possono ricavare le associazioni mineralogiche tipiche per ciascun bacino fluviale. Il torrente Lavagna è caratterizzato dall associazione di clorite e mica/illite; il torrente Sturla dall associazione clorite e serpentino; il torrente Graveglia da serpentino e calcite; il fiume Entella da clorite, mica/illite, quarzo e plagioclasio. Fig. 9. distribuzioni puntuali di illite, clorite e smectite della frazione minore di due micron. 90

8 Le associazioni mineralogiche, correlano le caratteristiche dei sedimenti marini con le aree di provenienza continentale e permettono di delimitare in piattaforma le province petrografiche (Belardi, 1998; Ferretti et al., 1989; Leoni et al., 1991). L estensione e la forma delle province petrografiche sono modellate dall idrodinamismo costiero. Applicazione del GIS sui dati granulometrici e mineralogici I dati granulometrici e mineralogici descritti precedentemente sono stati integrati in un sistema GIS (Geographic Information System) per la loro archiviazione ed elaborazione (Laurini et al., 1995). In particolare con l elaborazione dei dati per mezzo del GIS è stato possibile determinare una metodologia per l interpretazione dei processi sedimentari in ambiente marino. La maglia di 29 punti di campionamento dei sedimenti marini superficiali è un dato di tipo vettoriale e permette la visualizzazione della distribuzione puntuale di una determinata grandezza fisica quale ad esempio la dimensione media dei granuli (Mz). Tramite il processo di interpolazione spaziale è possibile passare da una distribuzione puntuale ad una distribuzione spaziale. La tecnica dell interpolazione spaziale nasce dall analisi statistica e non è caratteristica esclusiva dei sistemi GIS. Esistono diversi algoritmi di calcolo basati su principi diversi quali l Inverse Distance Weighting (IDW), lo Spline, il Kriging quest ultimo assai usato nella sedimentologia poiché si adatta piuttosto bene alle grandezze fisiche utilizzate in tale disciplina. Per un buon esito di questa tecnica è comunque sempre fondamentale che la maglia di punti sia la più fitta possibile in rapporto all area di studio e che tali punti siano distribuiti come i nodi di una maglia sub-regolare. Da un punto di vista più tecnico il processo di interpolazione spaziale è una conversione del dato passando dal tipo vettoriale al tipo grid. Queste due tipologie di dati sono entrambe utilizzate nei sistemi GIS e sono strutturalmente molto diverse. Il dato vettoriale è memorizzato nel calcolatore attraverso una serie di funzioni provenienti appunto dalla matematica vettoriale e può rappresentare punti, linee ed aree; il dato grid ha invece una struttura a griglia, una matrice fatta di righe e colonne la cui intersezione individua l elemento fondamentale della struttura, il pixel termine che deriva dall inglese picture element. Tipici dati memorizzati in formato vettoriale sono quelli che provengono dalla digitalizzazione manuale di mappe, dai rilievi topografici con strumenti di campagna, dai CAD (Computer Aided Design), dai GPS (Global Positioning Systems); mentre tipici dati raster sono quelli generati dagli scanner, le immagini da satellite etc. Poiché nei sistemi GIS i dati sono georeferenziati, ovvero applicabili al mondo reale tramite le loro coordinate geografiche, nei dati tipo grid è di fondamentale importanza il valore della risoluzione ovvero il valore del lato del pixel sempre nel mondo reale. Tale valore è spesso riportato in metri e indica l accuratezza spaziale del dato grid, rivela infatti la dimensione al di sotto della quale la grandezza analizzata non è più discriminabile. Nella figura 10 è illustrato un esempio di interpolazione spaziale del parametro granulometrico Mz. Il dato grid della distribuzione spaziale dell Mz ha una risoluzione pari a 50 m, ovvero in questo caso non si possono valutare delle variazioni della grandezza Mz all interno di un quadrato di 50 m di lato. L andamento dell Mz mostra le dimensioni più fini che aumentano verso il largo, ma osservando soprattutto le granulometrie maggiori, possiamo notare un area più ampia con direzione Sud-Est rispetto alla foce dell Entella che riflette l andamento del drift costiero. Con lo stesso procedimento sono state ottenute le distribuzione spaziali del serpentino (Fig. 11) e della mica /illite (Fig. 12). 91

9 Fig. 10.Mappa della distribuzione spaziale della dimensione media (Mz) con i punti di campionamento. Fig. 11.Mappa della distribuzione spaziale del tenore in serpentino con i punti di campionamento. Fig. 12.Mappa della distribuzione spaziale del tenore in mica / illite con i punti di campionamento. 92

10 La distribuzione del serpentino è più irregolare di quella dell Mz e comunque si può osservare che il serpentino, fase mineralogica comunemente associata alle granulometrie più sabbiose, trovi i suoi valori massimi lungo la direzione orientale del drift costiero. La mica/illite presenta una distribuzione più regolare, essa tende ad aumentare allontanandosi dalla costa. Questo minerale risulta infatti associato a sedimenti fini (silt, argilla) che vengono generalmente distribuiti verso le zone più distali così come osservato nel tratto costiero esaminato. Come precedentemente accennato, le tecniche di interpolazione spaziale non sono un aspetto esclusivo dei sistemi GIS; al contrario l utilizzo delle mappe quali operatori elementari in sequenza come in un espressione algebrica (Map Algebra) è una procedura tipica dei GIS che permette di risolvere problemi spaziali complessi. Si tratta, in pratica, di un operazione di overlay in ambiente raster la quale assegna ad ogni cella un valore che è funzione dei valori delle corrispondenti celle delle mappe di origine (Jones, 1997). In questo lavoro l utilizzo delle tecniche di Map Algebra sono state impiegate con i dati tipo grid delle distribuzioni spaziali del Mean Size (Mz), del serpentino e della mica/illite. Il procedimento seguito si articola in due fasi: una prima fase di riclassificazione delle mappe origine, e una seconda fase di applicazione dell operatore somma alle mappe riclassificata per ottenere una nuova mappa risultato.il processo di riclassificazione in un modello raster permette di effettuare un cambiamento dell attributo di ciascuna cella sulla base del raggruppamento di tutti i valori possibili assunti dalle celle stesse in nuove classi. Inoltre, in questo caso, tale processo è stato necessario per convertire il dato grid delle distribuzioni spaziali da una matrice a numeri reali ad una a numeri interi, permettendo una maggiore semplicità nello schema logico dell operazione algebrica che interessa le mappe. Di seguito sono riportati i limiti di ciascuna classe per i parametri Mz e serpentino. Mz Classificazione (mm) < < < < < Ri-classificazione serpentino Classificazione (%) 1 < 3 3 < 6 6 < 8 8 < < < 16 Ri-classificazione Sommando così le mappe riclassificate dell Mz e del serpentino si ottiene un nuovo grid in cui ogni cella può avere un valore minimo pari a 2 ed un valore massimo pari a 11 (Fig. 13). In questo modo, nel nuovo tematismo ottenuto, le celle il cui valore è prossimo a 11 individuano zone dove alla granulometria più grossolana è anche associato un alto tenore del serpentino. Per individuare tali zone, il dato grid viene interrogato dal sistema tramite una query spaziale. In particolare sono state individuate tutte le celle il cui valore è > 9 (Fig. 14). Fig. 13. Mappa risultante dalla somma della mappe riclassificate dell Mz e del serpentino. Fig.14. Selezione delle aree con valori delle celle maggiori di 9. 93

11 In modo del tutto analogo è stato ottenuto un nuovo grid derivante dalla somma della mappa dell Mz con quella della mica/illite. I risultati delle query spaziali, Mz serpentino e Mz mica/illite, si possono integrare in una sola mappa (Fig.15). Risultano ben distinte tre zone di piattaforma: Zona 1, oltre la batimetria dei 30 m, caratterizzata da sedimenti pelitici e massime concentrazioni di illite/muscovite; Zona 2, sedimenti con caratteri misti, Zona 3, orientale entro la batimetria dei 10 m caratterizzata da sedimenti con massimi valori di serpentino associati a dimensioni medie sabbiose. Queste zone sono identificate dai caratteri mineralogici e dalla dimensione media caratteristica. Fig. 15. Integrazione delle due query spaziali: Mz serpentino e Mz mica/illite. Si può affermare sulla base delle associazioni mineralogiche riscontrate nell area continentale che generalmente si possono individuare tre aree di provenienza: il bacino del Torrente Lavagna per la zona 1, il bacino del Torrente Graveglia per la zona 3, mentre la zona 2 presenta caratteri misti. Per quanto riguarda, ad esempio, la zona 3 la presenza rilevante di serpentino può essere anche dovuta ai continui ripascimenti artificiali, con materiale proveniente dallo stesso bacino, a cui questo tratto di litorale è soggetto dal 1977 ad oggi. Alcuni componenti mineralogici possono essere considerati traccianti naturali del trasporto costiero, tali minerali devono essere facilmente identificabili, relativamente abbondanti e provenienti da tipiche formazioni rocciose. Nell area in studio la distribuzione del serpentino identifica la direzione di trasporto per trazione (Fig. 15) diretta verso sud-est dalla foce dell Entella verso Sestri Levante, in accordo col direzione del drift costiero. La direzione del trasporto per sospensione è identificata dalla distribuzione dei minerali muscovitici/illitici, è diretta essenzialmente dalla foce verso nord/ovest nella zona più distante da costa e risulta in accordo con la direzione generale della circolazione nel Mar Ligure (Fig.15). E quindi evidente come l utilizzo di alcune tecniche dei sistemi informativi territoriali possano essere di forte ausilio nelle scienze di dinamica costiera. Queste metodologie infatti permettono l individuazione della distribuzione dei sedimenti in carte tematiche la cui interazione determina nuovi tematismi che evidenziano zone della piattaforma continentale con distinte caratteristiche granulometriche e mineralogiche e nello stesso tempo identifica attraverso i minerali traccianti le direzioni di trasporto e dispersione. 94

12 Bibliografia Belardi A., Provenienza e dispersione dei sedimenti sulla trasversale della costa di Bianco, Calabria Ionica. Tesi di Laurea Sperimentale in Scienze Geologiche, Facoltà di Scienze MM.FF.NN., Università di Parma. Biscaye P.E., Mineralogy and sedimentation of recent deep-sea clay in the Atlantic Ocean and adjacent seas and oceans. Geol. Soc. Amer. Bull., 76, Chamley H., Clay Sedimentology. Springer. 623 pp. C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) M.U.R.S.T. (Ministero dell Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica) Atlante delle spiagge italiane: Dinamismo- Tendenza evolutiva Opere umane. S.EL.CA., Firenze 108, Fogli scala 1: Ferretti O., Setti M., Tortelli M.., Parametri mineralogici come traccianti naturali della dispersione del materiale sospeso sulla piattaforma costiera (Varazze-Capo Noli). Serie Studi Ambientali Enea Studi ambientali dell area costiera di Vado Ligure, Folk R.L., and Ward W.C., Brazos River bar, a study in the significance of grain-size parameters. Journal of Sedimentary Petrology Jones C., Geographical Information Systems and Computer Cartography. Addison Wesley Longman. 272 pp. Laurini R., Thomson D., Fundamentals of Spatial Information Systems. Academic Press. 680 pp. Leoni L., Sartori F., Saitta M., Damiani V., Ferretti O., Viel M., Mineralogy, chemistry and grain size composition of recent sediment in the northern Tyrrhenian Sea: contribution to the study of sediment transport and distribution. Environ. Geol. Water Sci. 17, Marini M., Litologia, stratimetria e sedimentologia delle ardesie del M.te Verzi. Boll. Soc. Geol. It. 112, Marini M., Le arenarie del M.te Gottero nella sezione del M.te Ramaceto (Unità del M.te Gottero, Appennino ligure). Boll. Soc. Geol. It. 113, Piccazzo M., Caratteristiche geologiche e sedimentologiche della piattaforma continentale ligure ad est di Genova. Quaderni dell Istituto di Geologia dell Università di Genova, anno 7, n.3, Terranova R., Atti della riunione guida alle escursioni, note scientifiche integrative. Quaderni dell Istituto di Geologia dell Università di Genova, Stocchino C., Testoni A., Sulle caratteristiche idrologiche delle acque del Mar Ligure. Istituto idrografico della Marina, I. I. 3060, Genova, Pp

13 Tabella 1. Punti di campionamento sedimenti fluviali e marini. Prof. = profondità (m); Lat, Long = latitudine e longitudine geografiche WGS84. Campioni Prof Lat Long Sedimenti fluviali N 1 T. Lavagna / 44 21,568' 9 20,590' N 2 T. Sturla / 44 21, ,866 N 3 T. Graveglia / 44 20, ,408 N 4 Lav-Sturla / 44 21, ,696 N 5 F.Entella / 44 20, ,041 Sedimenti marini 4A -9, ,820' 9 21,140' 4B -27, ,510' 9 20,860' 4C -37, ,350' 9 20,700' 4D -50, ,110' 9 20,330' 14A -10, ,290' 9 17,950' 14B -26, ,670' 9 17,470' 14C -38, ,510' 9 17,050' 14D -50, ,260' 9 16,770' 16A -8, ,930' 9 18,630' 16B -26, ,330' 9 18,210' 16C -38, ,130' 9 18,080' 16D -51, ,840' 9 17,890' 18A -10, ,620' 9 19,160' 18B -15, ,470' 9 19,010' 18C -19, ,330' 9 18,750' 18D -27, ,220' 9 18,510' 18E -31, ,210' 9 18,220' 18F -41, ,050' 9 18,100' 18G -50, ,770' 9 18,050' 20A -5, ,610' 9 19,930' 20B -9, ,390' 9 19,630' 20C -15, ,220' 9 19,400' 20D -21, ,140' 9 19,320' 20E -30, ,970' 9 19,130' 20F -47, ,660' 9 18,760' 22A -9, ,090' 9 20,580' 22B -22, ,800' 9 20,340' 22C -32, ,600' 9 20,190' 22D -49, ,160' 9 19,930' 96

14 Tab. 2. Parametri granulometrici dei sedimenti fluviali e marini. Mz = media; So = classazione; Sk = asimmetria. Campioni Mz (mm) Mz (phi) So Sk Sedimenti fluviali N 1 T. Lavagna 0,122 3, N 2 T. Sturla 1,087-0, N 3 T. Graveglia 0,551 0, N 4 Lav-Sturla 0,536 0, N 5 F.Entella 0,228 2, Sedimenti marini 4A 0,105 3,251 0,491-0,079 4B 0,066 3,911 1,737 0,488 4C 0,024 5,353 1,616 0,521 4D 0,022 5,537 1,771 0,620 14A 0,114 3,135 0,637-0,145 14B 0, ,081 0,541 14C 0,012 6,360 2,422 0,614 14D 0,016 5,994 2,367 0,752 16A 0,096 3,384 0,713-0,081 16B 0,012 6,341 2,839 0,466 16C 0,020 5,642 1,886 0,692 16D 0,016 5,992 2,190 0,605 18A 0,047 4,410 0,816 0,096 18B 0,099 3,330 0,741-0,115 18C 0,074 3,751 1,522 0,316 18D 0,050 4,317 1,201 0,375 18E 0,024 5,352 1,769 0,510 18F 0,020 5,634 1,678 0,611 18G 0,013 6,226 2,305 0,705 20A 0,193 2,375 0,778 0,177 20B 0,099 3,332 0,756-0,093 20C 0,084 3,569 1,227 0,244 20D 0,083 3,591 1,204 0,226 20E 0,032 4,965 1,782 0,366 20F 0,024 5,386 1,184 0,371 22A 0,107 3,226 0,589-0,185 22B 0,075 3,742 1,342 0,351 22C 0,031 5,017 1,739 0,399 22D 0,019 5,707 1,987 0,667 97

15 Tab. 3. Composizione mineralogica (%) del campione medi. Cc: calcite; Pl: plagioclasio; K-F: K-feldspato; Qz: quarzo; Ch: clorite; Ser: serpentino; M/I: mica illite. Campioni Cc Pl K-F Qz Ch Ser M/I Sedimenti fluviali N 1 T. Lavagna N 2 T. Sturla N 3 T. Graveglia N 4 Lav-Sturla N 5 F. Entella Sedimenti marini 4A B C D A B C D A B C D A B C D E F G A B C D E F A B C D

16 Tab. 4. Composizione mineralogica (%) della frazione <2µm dei sedimenti fluviali e marini. Cc: calcite; Qz: quarzo; Ch: clorite; Ser: serpentino; I: illite; Sm: smectite. Campioni Prof Cc Qz Ch Ser I Sm N 5 F. Entella / C -19, E -31, G -50, D -21, E -30, F -47, B -22, C -32, D -49,

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