Donazione del sangue e diritto: un modo diverso per dire sì alla vita

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1 Donazione del sangue e diritto: un modo diverso per dire sì alla vita Now, I m donating my blood, Author: yui.kubo. (CC BY-NC-SA 2.0) È proprio vero il proverbio per il quale fa più rumore un albero che cade che una foresta che lentamente cresce. Se apriamo i giornali o la tv veniamo costantemente invasi da una passione morbosa per le notizie negative quali omicidi, suicidi, violenze, rapine Nessuno si sofferma invece sui piccoli grandi segni di speranza che esistono nel nostro Paese quali, ad esempio, il silenzioso esercito di oltre un 1 milione e 600 mila donatori di sangue che, nel più completo anonimato, offre un concreto aiuto per la salute e la salvezza

2 di molte vite umane. Infatti il sangue umano non si può riprodurre in laboratorio: è necessario quindi un gesto d amore e di generosità per aiutare i malati che ne necessitano, non solo in caso di interventi chirurgici o di trapianti, ma anche nell affrontare le cure contro tumori, leucemie e anemie. La donazione del sangue è un fenomeno che si presta ad essere analizzato sotto diversi punti di vista in quanto può essere motivato dalla passione civile dei donatori oppure dalle loro convinzioni religiose; da motivazioni altruistiche, come quella di aiutare gli altri, o egoistiche, come quella di fare periodicamente e gratuitamente le analisi del sangue. Comunque, come tutte le attività umane, anche questa può essere letta e studiata attraverso la lente del diritto. L art. 2 della Costituzione italiana, dopo aver riconosciuto i diritti inviolabili dell uomo, richiede l adempimento di una serie di doveri, tra cui quelli di solidarietà sociale, nell ambito dei quali si può ricondurre anche la donazione del sangue. Si tratta ovviamente di un dovere non coercibile, in quanto non è esigibile non solo nei confronti della totalità dei consociati, ma neanche nei confronti di coloro che possiedono determinate caratteristiche medico-fisiche, poiché è sempre richiesta la libera volontà e generosità del soggetto che si deve spontaneamente recare in un centro di prelievo per svolgere questa attività. Come dice il termine, si tratta di una donazione, cioè di una dazione di un qualcosa, in questo caso una parte di se stessi, del proprio corpo, in assenza di un corrispettivo. In ciò sta il valore morale e sociale della donazione, la cui gratuità costituisce il perno della disciplina italiana che esclude qualsiasi forma di retribuzione per il donatore. A livello europeo l art. 168, par. 4, lett. a) del Trattato sul Funzionamento dell Unione Europea (TFUE) si occupa espressamente di donazione del sangue stabilendo che: In

3 deroga all art. 2, par. 5, e all art. 6, lett. a), e in conformità dell art. 4, par. 2, lett. k), il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni, contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi previsti dal presente articolo, adottando, per affrontare i problemi comuni di sicurezza: a) misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza degli organi e sostanze di origine umana, del sangue e degli emoderivati; tali misure non ostano a che gli Stati membri mantengano o introducano misure protettive più rigorose. Il paragrafo 7 del medesimo articolo precisa però le misure di cui al par. 4, lett. a) non pregiudicano le disposizioni nazionali sulla donazione e l impiego medico di organi e sangue. L attuale disciplina della donazione del sangue in Italia è contenuta principalmente nella legge 219/2005 Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati che recepisce la Direttiva della Commissione Europea 2004/33/CE del 22 marzo 2004 che applica la direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a taluni requisiti tecnici del sangue e degli emocomponenti. Inoltre ben 15 Regioni hanno adottato, nell ambito delle proprie competenze, una disciplina di dettaglio in materia. Il modello italiano, riconosciuto come uno dei migliori a livello internazionale, si basa su di una organizzazione a rete in cui il Ministero indica i principi e gli obiettivi fondamentali che le Regioni sono chiamate a perseguire nel rispetto della loro autonomia e che prevede il coinvolgimento del Servizio Sanitario e delle Associazioni di Volontariato. La rete dei Servizi Trasfusionali è delocalizzata su base territoriale e le Strutture Regionali di Coordinamento sono individuate dalle Regioni. I Servizi Trasfusionali sono autorizzati dalle Regioni e Province autonome in conformità ai requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici e sono per legge affiliati agli

4 ospedali. La raccolta di sangue può essere esternalizzata solo ad associazioni accreditate di donatori sotto la direzione tecnica dei Servizi Trasfusionali. L obiettivo è l autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti. Ai sensi dell art. 3 della succitata legge, I protocolli per l accertamento della idoneità fisica del donatore e della donatrice e le modalità della donazione di sangue e di emocomponenti, nonché del prelievo di cellule staminali emopoietiche periferiche e da cordone ombelicale, sono definiti con decreto del Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentiti il Centro nazionale sangue e la Consulta tecnica permanente per il sistema trasfusionale. I principali accordi Stato-Regioni in merito sono quelli: del 20 marzo 2008, sui principi generali e i criteri per la regolamentazione dei rapporti tra le Regioni, le Province autonome e le Associazioni e Federazioni di donatori di sangue ; del 25 luglio 2012, avente ad oggetto le Linee guida per l accreditamento dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti ; del 7 febbraio 2013, per la promozione ed attuazione di accordi di collaborazione per l esportazione di prodotti plasmaderivati ai fini umanitari.

5 Test Tubes with Blood, Author: biologycorner (CC BY-NC 2.0) La donazione del sangue umano e dei suoi componente è caratterizzata, nei termini forniti dalla stessa legge, dagli aggettivi volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita. Su quest ultimo punto l art. 4 afferma che il sangue umano non è fonte di profitto e che le spese sostenute per la produzione e la distribuzione del sangue e dei suoi prodotti, comprese le cellule staminali emopoietiche, non sono addebitabili al ricevente ed escludono comunque addebiti accessori ed oneri fiscali, compresa la partecipazione alla spesa sanitaria. Fondamentale è l art. 8 in merito all astensione dal lavoro in forza dei quali i donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente, ovvero interessati dalle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per l intera giornata

6 lavorativa. I relativi contributi previdenziali sono accreditati ai sensi dell articolo 8 della legge 23 aprile 1981, n Allo scopo il medico del centro di prelievo rilascia ai lavoratori dipendenti che lo richiedono un apposito certificato dell avvenuta donazione. L art. 22 contiene una fattispecie penale per la quale, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque preleva, procura, raccoglie, conserva o distribuisce sangue, o produce al fine di mettere in commercio o mette in commercio prodotti del sangue al di fuori delle strutture accreditate o senza le autorizzazioni previste dalla legge o per fini di lucro, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 206 a Se il colpevole è persona che esercita la professione sanitaria, alla condanna segue l interdizione dall esercizio della professione per uguale periodo. In tali casi sono previste delle sanzioni sia per la struttura non autorizzata, di cui l azienda unità sanitaria locale competente per territorio dovrà disporre la chiusura, sia per chi cede il proprio sangue o emocomponenti a fini di lucro, che sarà punito con un ammenda da 154 a Inoltre, ai sensi del n 24 dell art. 10 del d.p.r. 633/1972 che ha istituito e disciplinato l I.V.A., Imposta sul Valore Aggiunto, sono esenti dalla suddetta imposta le cessioni di organi, sangue e latte umani e di plasma sanguigno. Inoltre non sono soggetti ad imposizione tributaria le attività e gli atti che le associazioni di donatori volontari di sangue svolgono in adempimento degli scopi associativi. In Italia le associazioni che si occupano della raccolta del sangue sono principalmente quattro: l AVIS, Associazione Italiana Volontari del Sangue, fondata a Milano nel 1927, costituitasi ufficialmente nel 1946 ma riconosciuta per legge solo nel 1950, è oggi un ente privato con personalità giuridica e finalità pubblica che concorre ai fini del Servizio sanitario nazionale in favore della collettività; la Croce Rossa Italiana, che fino al 2013 era divisa in

7 componenti e una di queste era quella dei donatori di sangue; la FIDAS, Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, è una federazione di 73 Associazioni di donatori volontari di sangue costituita a Torino nel 1959; la FRATRES, Consociazione Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue delle Misericordie d Italia, nata nel 1971 come ente morale con l obiettivo di invitare la gente alla donazione anonima, gratuita, periodica e responsabile del sangue, del sangue midollare e degli organi, dal 1994 è associazione approvata da un decreto ministeriale. La donazione del sangue è tornata alla ribalta della cronaca a causa della riforma Fornero sulle pensioni che ha previsto un regime transitorio, valido fino al 2017, in forza del quale è possibile andare in pensione avendo raggiunto l anzianità contributiva ma non l età anagrafica, a condizione che il numero di anni e di mesi previsto sia raggiunto con il lavoro effettivo, comprese alcune assenze come maternità e malattia, ma non quelle per la donazione del sangue. Conseguentemente, nel calcolo della pensione per questo tipo di donatori, sono scattate determinate trattenute che si sono tramutate in una penalizzazione di carattere economico fino al 2% dell assegno previdenziale. A questa lacuna è stato posto rimedio grazie alla pressione esercitata sul Parlamento dalle associazioni che si occupano di donazione del sangue: in sede di conversione del decreto-legge 101/2013 ad opera della legge 125/2013 è stata inserita all art. 4-bis una norma che ha modificato l art.6.2-quater del decreto-legge 216/2011 convertito a sua volta dalla legge 14/2012 e che ha fatto rientrare nel computo delle assenze anche quelle per la donazione di sangue ed emocomponenti, per le quali è stata ribadita la contribuzione figurativa. Dalla lettura di queste brevi considerazioni emerge chiaramente come la donazione del sangue sia un fenomeno complesso che ha riflessi su svariate branche del diritto, dal diritto costituzionale a quello previdenziale, passando per le

8 norme europee e per quelle regionali. E come tutti i fenomeni complessi esige una regolazione chiara, precisa e puntuale ad opera del diritto, il solo mezzo capace di ridurre la complessità ad unità a vantaggio di tutti, in particolare dei donatori e dei riceventi, ai quali questo piccolo gesto può cambiare la vita. Per davvero. DAVIDE DIMODUGNO NOTE SULLA DONAZIONE DEL SANGUE L autore del presente articolo avrebbe realizzato il suo scopo se, al termine della lettura, anche solo una persona fosse invogliata a intraprendere questo meraviglioso gesto che è la donazione del sangue. Sono riportati pertanto in sintesi i requisiti principali richiesti per la donazione e, per ulteriori informazioni, si rinvia ai siti nazionali e, attraverso questi, a quelli locali delle associazioni che si occupano della raccolta del sangue in Italia. Sono 3 i tipi di donazione attualmente esistenti: sangue intero, plasmaferesi e piastrinoaferesi. Il volume massimo di sangue intero prelevato, in un tempo non superiore ai 10 minuti, è stabilito per legge in 450 centimetri cubici. Negli altri due tipi di donazione l uso di separatori cellulari permette di ottenere dal sangue prelevato soltanto la componente ematica di cui si ha necessità: il plasma (plasmaferesi) o le piastrine (piastrinoaferesi), restituendo contestualmente al donatore i restanti elementi. Tutti i tipi di donazione sono innocui per la salute del donatore, che deve però godere di sana e robusta costituzione. Per sincerarsi di ciò un medico, prima di procedere con la donazione, effettua una valutazione clinica del donatore (battito cardiaco, pressione arteriosa, emoglobina), cui segue un colloquio per l accertamento di eventuali situazioni che rendano la donazione controindicata sia per la sicurezza del donatore che per quella del ricevente.

9 Ad ogni donazione alcuni campioni del sangue prelevato vengono sottoposti a una serie di accertamenti (emocromocitometria, controllo delle transaminasi ALT, sierodiagnosi per la Lue, test HIV Ab 1-2 per l AIDS, HBsAg per l epatite B, HCVAb per l epatite C). Queste indagini di laboratorio hanno tra le finalità principali quelle di verificare la corrispondenza del gruppo sanguigno del campione con quello dichiarato, escludere la trasmissione di malattie infettive e salvaguardare la salute del donatore. Inoltre si procede, una volta all anno e nell interesse del donatore, ad un check-up comprendente ulteriori analisi aventi ad oggetto le proteine, la creatinina, la ferritina, la glicemia, il colesterolo ed i trigliceridi. Per diventare donatori è necessaria un età compresa tra 18 anni e 60 anni, pesare più di 50 kg e trovarsi in uno stato di salute buono. È doveroso che si autoescluda chi assume droghe o abusa di sostanze alcoliche, chi ha tenuto comportamenti a rischio di trasmissione di malattie infettive e chi sia risultato positivo ai test della sifilide, dell AIDS e delle epatiti B e C. Il mattino del prelievo è preferibile aver fatto una colazione leggera, a base di frutta o spremute, the o caffè poco zuccherati, pane o altri carboidrati semplici. Prima del prelievo, la misurazione della pressione arteriosa dovrà essere nella norma. Dopo il prelievo viene offerto un piccolo ristoro per reintegrare i liquidi e migliorare il comfort post-donazione. Ai lavoratori dipendenti viene riconosciuta per legge una giornata di riposo retribuita mentre i lavoratori autonomi, in caso di urgenza, possono godere di un diritto di precedenza. L intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l altra è di 90 giorni. La frequenza annua delle donazioni non

10 deve essere superiore a 4 volte l anno per gli uomini e a 2 volte l anno per le donne. Le donne non possono donare sangue durante il ciclo mestruale o la gravidanza e per un anno dopo il parto. SITOGRAFIA AVIS ( CROCE ROSSA ITALIANA ( FIDAS ( FRATRES ( CENTRO NAZIONALE SANGUE (