GIOVANNI BOCCACCIO, INTRODUZIONE AL DECAMERON

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1 GIOVANNI BOCCACCIO, INTRODUZIONE AL DECAMERON I L autore I.1 - La Vita Non riprendo né la presentazione della vita di Giovanni Boccaccio né quella delle sue opere minori di cui vi ho già parlato nell introduzione che vi ho mandata via internet. Mi limito qui ad insistere sui punti più importanti. Primo elemento d importanza : Bisogna sapere che a differenza di Dante che apparteneva alla nobiltà fiorentina, Boccaccio appartiene al nuovo ceto della borghesia mercantile che prende il potere a Firenze alla fine del Duecento, all inizio del Trecento. Tale appartenenza sarà essenziale perché Boccaccio verrà molto influenzato da tale svolta della storia italiana e fiorentina che passa dal feodalismo all età borghese. Boccaccio verrà considerato come il fondatore della nuova cultura del Quattrocento e del Cinquencento : cioè dell Umanesimo. I.2 - La Poetica Due parole su quella che fu la poetica del Boccaccio. Boccaccio fu attento all osservazione e alla comprensione piena dell uomo attraverso l osservazione diretta e sperimentale della vita, della società arricchita dalla meditazione poetica. Il capolavoro boccaccesco, il Decameron deriva dall osservazione del vero e della psicologia umana ma anche dalla vocazione umanista del suo autore. Proprio come il Petrarca, Boccaccio funge da transizione tra il Medioevo e l Umanesimo tra la vecchia e la nuova cultura. Ma va sottolineato che col Boccaccio, siamo ben lontani dal ripiegamento interiore di Petrarca cioè dall introspezione petrarchesca e dall impeto profetico di Dante. Boccaccio è inteso alla rappresentazione dell individuo studiato nella sua «natura» che comprende la passione amorosa ma anche la volontà di affermarsi attraverso la lotta con la Fortuna e la lotta con la volontà avversa degli altri. -1-

2 II Il Decameron II.1 Titolo e data di composizione Boccaccio scrisse la sua opera maggiore fra il 1348, anno della pestilenza nera che desolò Firenze, e il Il titolo : Decameron, è un titolo grecizzante che significa 10 giorni sul modello della tradizione degli Hexameron, di queste opere che presentano i 6 giorni della creazione del mondo come quello più famoso di Sant Ambrogio. Questo titolo potrebbe quindi nascondere una contrapposizione scherzosa : ai 6 giorni della creazione divina e cristiana del mondo si opporrebbero i 10 giorni della ri-creazione del mondo, una ricostruzione ideale della civiltà umana dopo il suo crollo universale simboleggiato non più dal diluvio ma dalla pestilenza del Va aggiunto che molte novelle furono composte prima del 1348 ma la raccolta definitiva venne ordinata proprio tra il 1348 e il II.2 - La struttura del libro Il libro comincia con un Proemio in cui Boccaccio dedica la sua opera alle «vaghe donne che per prova conoscono amore», cioè al pubblico femminile tradizionale, al pubblico dantesco di Donne ch avete intelletto d amore. Segue poi un introduzione nella quale il Boccaccio immagina che durante la peste del 1348, un martedì mattina, s incontrino in Santa Maria Novella di Firenze sette giovani donne e tre giovani uomini che decidono di fuggire dalla città e di ritirarsi nella campagna, chiamata contado dal Boccaccio. Ivi trascorrono insieme 15 giorni, prima in una villa e poi in un bel palazzo dando un immagine serena della vita fondata su costumanze oneste e diporti raffinati. Ogni giorno, tranne il venerdì e il sabato dedicati alle pratiche religiose, si radunano durante il pomeriggio in un prato per raccontare novelle, una per ciascuno, danzano e poi cantano ballatte. Durante 10 giorni, ogni giorno viene eletto un re o una regina per sovraintendere alla vita e alle occupazioni della compania e propone un tema su quale svolgere la trama delle singole novelle. Però, va precisato che la prima giornata proprio come la nona si svolgono su tematiche libere e Dioneo, un giovane della detta compagnia, ottiene la licenza di svolgere il -2-

3 suo racconto sempre su tema libero e per ultimo in modo che le 10 giornate finiscono sempre con la sua narrazione. Inoltre, va precisato che alla diversità delle cento novelle si oppone la volontà ordinatrice del Decameron che risulta dalla sua struttura cifrata che ricorda la tradizione medievale e la simbolica dei numeri. Infatti, le novelle del Decameron sono 100 proprio come sono 100 i canti della Commedia. Inoltre, i personaggi sono 10 : numero sacro che ricorda i Dieci Commandamenti e le 10 piaghe d Egitto dando un idea di ordine e di perfezione. I giovani uomini sono 3, numero della Santa Trinità e le giovani donne sono sette, numero che può essere scomposto in Il 4 potrebbe rimandare alle 4 virtù cardinali, virtù pagane che esistevano prima del Cristianesimo : la forza, la prudenza, la temperanza e la giustizia, mentre il 3, in questo caso, potrebbe simboleggiare le 3 virtù teologali, cioè le virtù cristiane : la fede, la speranza e la carità.. Per quanto riguardano i nomi dei protagonisti, possiamo dire che provengono dalle opere minori del Boccaccio che si dà all autocitazione, cioè che cita, ricorda i suoi componimenti giovanili nella sua opera maggiore. Infatti, i tre giovani uomini sono considerati come tre immagini diverse dello stesso Boccaccio in tre momenti ideali della sua opera e della sua personalità. Panfilo, nome che significa «tutto amore» rappresenta il fortunato amante ; Filostrato che significa «vinto d amore» individua l amante tradito e disperato mentre Dioneo, il lubrico, incarna l amatore apertamente sensuale, gaudente, spregiudicato e sempre allegro. Questi tre uomini rappresentano quindi tre momenti della psicologia e dell esperienza amorosa e letteraria di Boccaccio. Per quanto riguardano le donne, esse rappresentano diversi aspetti del genere umano, dell amore secondo sette aspetti, secondo sette tipi assoluti : Pampinea, giovane donna nel pieno rigoglio della giovinezza, rappresenta l amante felice, serena e riamata. Filomena, la donna savia ma discreta pur piena d un focoso disio. Elissa, l acerba adolescente, schiava d un violento e doloroso amore. Neifile : la giovanissima, lieta, ingenua, sempre pronta al canto. Emilia : l innamorata di se stessa come Narciso. Lauretta, l amante gelosa Fiammetta : la donna lieta d un ricambiato amore pur temendo sempre che tale amore le sia tolto. -3-

4 Queste donne nascondono anche riferimenti alle donne dei poeti. Fiammetta è la donna amata dal Boccaccio e cantata nelle sue opere giovanili. In Elissa è stata riconosciuta la Didone cantata da Virgilio e in Lauretta, la Laura cantata dal Petrarca. II.3 - La struttura dei racconti I racconti sono costruiti su un alternarsi o coincidere di situazioni opposte che vengono armonizzate. Tranne la prima e la nona giornata a tema libero, l argomento delle altre giornate palesa infatti situazioni opposte. La seconda giornata : narra complicate avventure giunte, fuor di speranza, a lieto fine La terza giornata : narra il riuscito acquisto di una cosa molto bramata La quarta giornata : narra amori che conobbero un esito tragico La quinta giornata : narra amori che giunsero a lieto compimento dopo peripezie eccezionali La sesta giornata : narra motti di spirito e battute che liberarono qualcuno dall imbarazzo La settima giornata : narra le beffe che tutto giorno le mogli fanno ai mariti L ottava giornata : narra beffe di qualsiasi genere La decima giornata : narra grandi esempi di magnanimità, generosità e cortesia. Vediamo così che la seconda e la terza giornata sono dedicate alla Fortuna, mentre la quarta e la quinta narrano di amore sotto il suo duplice esito di tragico o di felice. La sesta, la settima e l ottava rappresentano l intelligenza umana mentre la decima viene dedicata ad esempi virtuosi. L uomo si trova quindi al centro del Decameron che, in opposizione alla Divina Commedia, presenta una commedia umana. Va aggiunto che il Decameron propone una visione dell uomo secondo una gradazione, secondo una progressione. La prima novella della prima giornata mette in scena Ser Cepparello, un notaio che assomma tutti i vizi mentre l ultima novella della decima giornata presenta Griselda donna con costumi raffinati che dimostrando una totale sottomissione al destino e alla volontà del marito, segna il trionfo del valore. Il Decameron presenta quindi, proprio come la Commedia, un percorso dal Male al Bene attraverso tre forze: la Fortuna, l Amore e l Intelligenza. -4-

5 La varietà delle novelle danno l immagine del mondo vasto e tumultuoso della vita reale coi suoi contrasti e la molteplicità di casi ed avventure. L uomo viene guardato, colto nella realtà della vita terrena coi suoi istinti, le sue passioni, con la sua intelligenza e la sua capacità di dominio su se stesso e sulle cose, con le sue colpe, le sue debolezze ma anche con le sue virtù. In una parola, l uomo viene visto nella ricerca del successo e della felicità. Il Decameron presenta così una vera e propria galleria di tpi umani con tratti sintetici e densi colti nel ritmo rapido dell azione. Con tutto ciò, siamo lontani sia dai complessi problemi morali, religiosi, teologici di Dante che dalla tormentata instrospezione di Petrarca. Il Boccaccio osserva con intelligenza, descrive con analisi attenta, dimostra una conoscenza approfondita della psicologia umana, dei pensieri e degli affetti che danno impulso all azione. Attrarverso queste novelle che potrebbero apparire come un mero divertimento, il Boccaccio espone la sua concezione del mondo che invita a non sciupare la propria vita, ad essere fedeli a se stessi, ad affermare la propria intelligenza, cioè a comprendere e ad agire. Percorrendo i diversi argomenti delle singole giornate, vedimao delinearsi diversi temi di fondo che emergono dal vivo dell azione. Primi fra tutti : l amore e l intelligenza. L amore appare al centro della vita presentata dal Decameron. Si tratta, a differenza della tradizione lirica precendente, di un amore d anima ma anche e forse soprattutto di un amore dei sensi. L amore costituisce una forza invincibile proprio come la fortuna, altra tematica fondamentale. La fortuna complica le peripezie dei personaggi e tali forze permettono di rivelare la virtù dell uomo, la sua intelligenza. Finalmente, altra trama direttrice del Decameron è l azione. Boccaccio studia l uomo, cerca di capirlo, rappresenta la vita in atto. Gli uomini si rivelano nell azione, nei discorsi fra uomini. II.4 Il realismo Questa del Decameron è una rappresentazione realistica della vita che deriva dalla concezione della società mercantile borghese del primo Trecento che rafforza la sua sfera d influenza in Italia ed in tutta Europa. Questa nuova società viene caratterizzata dalla mobilità sociale. I mercanti fanno l esperienza dei traffici, svolgono imprese finanziarie e d avventura per i cammini difficili di mare e di terra. Questi lunghi e difficili viaggi fanno da materia a molte novelle e si iscrivono in perfetta opposizione all immobilismo della società feudale. -5-

6 Inoltre, va precisato che la cultura non è più orientata verso la trascendanza e i grandi problemi morali e religiosi di Dante ma verso la comprensione dell esistenza mondana, verso l esaltazione delle proprie capacità individuali che portano talvolta l uomo ad un radicale egoismo che viene giustificato nella ricerca del successo. Passiamo così dalla società medievale in cui Dio era al centro dell universo alla società borghese, umanista in cui al centro dell universo s innalza l uomo. Dalla Divina Commedia passiamo quindi alla commedia «umana» come venne qualificato il Decameron in opposizione al capolavoro dantesco. II.5 La Fortuna del Decameron Il Decameron venne considerato come un opera di divertimento che riscosse un successo enorme ed immediato presso il pubblico femminile e borghese, un successo paragonabile a quello dei Vangeli o della Commedia, un successo da lungi superiore a quello del Canzoniere petrarchesco. Tuttavia, il Decameron non ebbe sempre una vita facile. Infatti, nel 1559 fu iscritto all Indice dei libri proibiti. Venne poi pubblicata un edizione «purgata», cioè un edizione nella quale furono cancellati i tratti più licenziosi e soprattutto la satira contro il clero. Nonstante questo, fin dal 1525, Pietro Bembo considerò il Decameron come un testo esemplare sia al livello linguistico che stilistico per la prosa italiana. Proprio come il Canzoniere venne considerato come modello poetico, il Decameron venne eretto a modello prosastico. * * * -6-

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