Arrestati due rumeni mentre stavano manomettendo un bancomat per poi clonare le tessere dei clienti

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1 Pubblicato da 12vda news dalla Valle d'aosta ( Home > Arrestati due rumeni mentre stavano manomettendo un bancomat per poi clonare le tessere dei clienti Arrestati due rumeni mentre stavano manomettendo un bancomat per poi clonare le tessere dei clienti Venerdì 15 Luglio '11, h Angelo Musumarra Ionut Ovidiu Manta, di 30 anni, e Ionut Morenau, di 29 anni, cittadini rumeri, residenti a Torino, sono stati arrestati nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 luglio a Châtillon, sorpresi in flagranza di reato mentre stavano cercando di manomettere il "bancomat" della "Banca Sella", nelle immediate vicinanze dell'uscita autostradale. I Militari, che stavano svolgendo un normale servizio di pattugliamento notturno, si sono accorti che, nella cabina che ospita lo sportello bancario automatico, c'era qualcosa che non andava: appena i due si sono accorti di essere stati scoperti hanno tentato di fuggire, liberandosi delle attrezzature con le quali stavano "lavorando" sull'elettronica del "bancomat" in un corso d'acqua vicino. I due ladri sono stati raggiunti, bloccati ed arrestati, ed è stato recuperato il materiale utilizzato per la manomissione, che ha permesso ai Carabinieri di fare significativi passi avanti nelle

2 indagini per capire chi, nell'ultimo mese, ha manomesso quattro "bancomat" in bassa Valle. Il fermo dei due è stato poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Aosta nella giornata di lunedì 18 luglio. «Purtroppo non tutte le banche hanno sostituito i propri "bancomat" con quelli dell'ultima generazione - spiega il tenente colonnello Guido Di Vita, comandante dei Carabinieri della Valle d'aosta - questi "personaggi" vanno a cercare, facendo dei sopralluoghi, propri quelli più vecchi e, nel momento in cui li abbiamo sorpresi avevano appena terminato di bucare sopra l'elettronica che si occupa di leggere la tessera. Successivamente avrebbero installato uno "skimmer", un apparecchio che avrebbe duplicato le informazioni della scheda e quindi inserito una microcamera sopra la tastiera. Da quel momento in poi, chi avrebbe usato quel "bancomat", senza l'abitudine di nascondere le mani sulla tastiera quando si digita il codice segreto, avrebbe potuto trovarsi con il "bancomat" clonato. Non a caso questi agiscono il giovedì o il venerdì, in modo da sfruttare la chiusura delle banche e l'abitudine, da parte di molti, di ritirare soldi per lo shopping del fine settimana». I Carabinieri hanno quantificato circa 40mila euro di soldi rubati dai conti di settanta valdostani residenti nella bassa Valle nelle ultime settimane: «ma non è questo l'uso principale che viene fatto delle schede clonate - precisa il capitano Enzo Molinari, comandante dei Carabinieri di Châtillon - Saint-Vincent, che ha coordinato le indagini - molte di queste vengono vendute fuori Italia e magari utilizzate all'estero anche dopo mesi dalla clonazione, in modo da destare pochi sospetti. Fortunatamente le assicurazioni delle banche, una volta verificata l'incongruenza della spesa, rimborsano il titolare del conto corrente. Evidentemente, per alcune banche, conviene comportarsi così piuttosto che investire su apparecchiature più moderne e video-sorvegliate».

3 Non è esclusa l'ipotesi che ci possa essere una banda di ex ingegneri informatici specializzata in questo tipo di furti: «che, alla fine, sono molto redditizi - aggiunge Molinari - se si decide di effettuare un prelievo, magari in uno sportello della stessa banca che ha emesso la carta, dove il massimale giornaliero è più alto, poco prima e poco dopo la mezzanotte, con sette carte clonate si possono mettere insieme oltre settemila euro». I due rumeni non stati però denunciati per il reato di furto di denaro indebitamente prelevato con le carte clonate: «non abbiamo ancora le prove che utilizzassero effettivamente i "bancomat" falsi - precisa Di Vita - ma ci auguriamo che qualcuno possa riconoscerli dalle foto e segnalarci se li ha visti effettuare dei sopralluoghi o dei prelievi».

4 A fianco di questo tentativo di furto, dove ci si può tutelare efficacemente nascondendo la mano durante la digitazione del codice segreto sulla tastiera, ai Carabinieri è arrivato un secondo sistema, normalmente utilizzato da criminali di origine nordafricana. Le fessure del "bancomat" dove si inserisce la tessera e da dove escono i soldi vengono bloccate con del nastro adesivo per renderle temporaneamente inutilizzabili, simulando un blocco della tessera con conseguente ritiro: «a quel punto, soprattutto quando si tratta di persone anziane- racconta il colonnello Guido Di Vita - arriva un ragazzo cortese che si offre di aiutare ma che, dopo qualche tentativo durante il quale il codice segreto verrà digitato, non riesce a far restituire la tessera all'utente, consigliandogli quindi di passare il giorno successivo o il lunedì in banca per ritirare la tessera catturata dal "bancomat". Una volta che la vittima si è allontanata, la tessera viene recuperata togliendo il nastro adesivo, così come i soldi del prelievo, che sono stati "bloccati" nella fessura. Avendo in mano la tessera e conoscendo il codice segreto a quel punto il criminale potrà abusarne». Come per il precedente sistema elettronico, anche questo "funziona" solo su apparecchiature più vecchie: in quelle nuove non è possibile inserire altro nella fessura della tessera e la distribuzione del denaro avviene tramite sistemi che si aprono solo nell'effettivo momento. Alcuni di questi si "pre-allarmano" quando la tessera non è riconosciuta e, se la situazione non rientra rapidamente alla normalità, si disattivano, chiudendosi: «in ogni caso- conclude il comandante dei Carabinieri - se si notano anomalie strane, chiamateci al "112" così possiamo capire e prevenire questi tipi di furti».

5 [1] link notizia: (stampa effettuata il 10/11/ :12): altri link presenti nella notizia:: [1]