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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI PROGETTO QUALITÀ CAMPUS-UNICA Università e Territorio Linee Guida per la costituzione dei Comitati di Indirizzo nell Università degli Studi di Cagliari Gennaio 2009

2 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI PROGETTO QUALITÀ CAMPUS-UNICA Università e Territorio Linee Guida per la costituzione dei Comitati di Indirizzo nell Università degli Studi di Cagliari Gennaio 2009

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4 L esigenza, ormai condivisa, di garantire un livello qualitativamente elevato dell offerta formativa delle nostra Università comporta la necessità di proporre dei percorsi formativi coerenti con gli obiettivi dichiarati. Si tratta di una prassi che trova ampio riscontro negli orientamenti prevalsi già da alcuni anni a livello europeo, in particolare per quanto riguarda le pratiche di accreditamento di corsi e programmi e che sta avendo anche una traduzione normativa all interno delle politiche dell U.E. Il processo di consultazione con gli attori interni ed esterni all'università (stakeholder) in riferimento alla proposta di istituzione dei Corsi di Laurea triennali e magistrali può rappresentare, in questa ottica, una modalità adeguata a costruire un Università attenta alla qualità dei propri prodotti formativi. È un elemento che appare tanto più necessario alla luce delle recenti esperienze sviluppatesi in ciascun Ateneo attorno alla definizione dei curricula per le lauree triennali e per quelle magistrali. In esse, infatti, sono emersi un ampio grado di autoreferenzialità, in non pochi casi quasi assoluto, nel processo di specifica definizione e costruzione dei percorsi formativi ed un rapporto con la realtà produttiva il più delle volte solo di tipo formale, quando non addirittura inesistente. È qui opportuno sottolineare come la consultazione non vada vista sotto il profilo - sia pur evidente - dell aggravio di attività che essa comporta per l Ateneo e le sue strutture organizzative, quanto letta piuttosto come un opportunità di crescita in direzione di quella trasparenza (nel senso del termine inglese accountability) che è condizione imprescindibile di credibilità e qualità dell offerta formativa di atenei ormai largamente autonomi. In questo quadro, la consultazione diviene lo specifico codice interno e, in un certo senso, il perno fondamentale della relazione tra sistema universitario e mondo socioeconomico. La consultazione, per sua natura, non può essere un operazione da fare una tantum, ma ha necessariamente un carattere continuativo proprio alla luce dell esigenza di mantenere vivo il contatto con le dinamiche del lavoro, in continua evoluzione, e con i profili professionali ad esse associati. Inoltre sempre più è necessario saper coniugare consultazione con programmazione e con valutazione in modo da coinvolgere totalmente e rendere partecipi pienamente tutte le parti interessate alla vita dell Università. Prof. Vincenzo Solinas Delegato del Rettore per la Qualità della Didattica

5 INDICE Linee guida per la costituzione dei Comitati di Indirizzo nell Università degli Studi di Cagliari Premessa pag Necessità della costituzione dei Comitati di Indirizzo pag Definizione del Comitato di Indirizzo pag Funzioni e compiti del Comitato di Indirizzo pag Procedura di costituzione dei Comitati di Indirizzo pag Composizione del Comitato di Indirizzo pag Ruoli pag Procedure di gestione del Comitato di Indirizzo pag Convocazione delle riunioni pag Modalità di approvazione dei verbali pag Periodicità delle riunioni pag Attività dei Comitati di Indirizzo pag Procedure di gestione della documentazione sul lavoro svolto dal Comitato di Indirizzo pag. 11 Analisi delle variabili interne nel processo di istituzione dei Comitati di Indirizzo pag. 12 Analisi delle variabili esterne nel processo di istituzione dei Comitati di Indirizzo pag. 13 Stato dell arte, ottobre 2008 Premessa pag. 14 Introduzione pag. 14 Facoltà di Architettura pag. 16 Facoltà di Economia pag. 18

6 Facoltà di Farmacia pag. 19 Facoltà di Giurisprudenza pag. 21 Facoltà di Ingegneria pag. 22 Facoltà di Lettere e Filosofia pag. 24 Facoltà di Lingue e Letterature Straniere pag. 26 Facoltà di Medicina e Chirurgia pag. 27 Facoltà di Scienze della Formazione pag. 28 Facoltà di Scienze MM.FF.NN. pag. 30 Facoltà di Scienze Politiche pag. 35 Fonti pag. 38 Riferimenti normativi pag. 38

7 LINEE GUIDA PER LA COSTITUZIONE DEI COMITATI DI INDIRIZZO NELL UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI PREMESSA Nel quadro attuativo della recente riforma dell Università è evidente la necessità di creare un forte sistema di relazioni con il mondo economico, sociale e produttivo che consenta principalmente di: - individuare un linguaggio condiviso tra Università e Mondo del Lavoro (MdL) in tema di competenze e profili professionali; - facilitare l integrazione tra i percorsi formativi e il mondo della produzione e delle tecnologie applicate; - incoraggiare l applicazione della ricerca in ambito industriale; - garantire alle Università la libertà di sperimentare in autonomia le iniziative formative e di ricerca che si riterranno necessarie per anticipare le nuove esigenze del sapere di domani. Inoltre, la consultazione delle Parti Interessate (PI) deve essere considerata come momento fondamentale nella costruzione di quel processo di accreditamento qualitativo dei Corsi di Laurea (CdL) di cui oggi si avverte l impellente necessità anche in relazione alla fase di realizzazione pratica ed operativa di uno spazio europeo dell istruzione superiore. Il recente quadro di riferimento costituito dalle Linee Guida del Governo per l Università e il Piano Industriale di Riforma della Pubblica Amministrazione è caratterizzato, da un lato, dalla verifica della qualità dei processi della formazione e dall altro dalla trasparenza quali elementi essenziali per migliorare il sistema nel suo insieme e accrescere la capacità competitiva delle autonomie universitarie contestualmente allo sviluppo del territorio; si legge infatti nelle suddette Linee Guida che gli atenei devono assicurare alla comunità nazionale e internazionale, in riferimento a parametri qualitativi ed economici concordati e verificati, educazione di qualità, ricerca di alto livello, gestione efficiente delle risorse, contributo efficace allo sviluppo economico e tecnologico del Paese. In tale contesto la consultazione costante con le PI permetterebbe di ottenere la programmazione di un percorso formativo coerente con i profili professionali richiesti dal MdL, nonché una verifica e validazione degli obiettivi formativi programmati con i risultati ottenuti, in termini di processo sia di auto-valutazione che di valutazione esterna. Altro punto fermo delle Linee Guida è costituito dall intenzione di creare uno stretto legame tra l allocazione delle risorse e il merito inteso come qualità della ricerca, dell insegnamento e dei suoi risultati, dei servizi e delle strutture. L istituzione e la consultazione di un Comitato di Indirizzo (CI) si configura come un opportunità di crescita in direzione di quella trasparenza che è condizione imprescindibile di credibilità e qualità dell offerta formativa di atenei ormai largamente autonomi. (dal documento CRUI Nuova Università e Mondo del Progetto Qualità Campus-Unica 1

8 Lavoro, gennaio 2003) e non semplicemente un atto formale oppure un aggravio di attività per l ateneo e le sue strutture organizzative. Il documento della CRUI Nuova Università e Mondo del Lavoro del gennaio 2003 propone un interessante procedura di consultazione del CI. Il documento prende in esame quattro fasi distinte attraverso cui si può articolare il processo di consultazione (analisi preliminare, progettazione, erogazione e valutazione) e prevede, rispetto ad esse, la costruzione di un vero e proprio dossier di consultazione, che dovrebbe corredare il progetto formativo finale di tutti quegli elementi informativi e valutativi utilizzati nel corso del processo di consultazione stesso. 1. NECESSITÀ DELLA COSTITUZIONE DEI COMITATI DI INDIRIZZO La necessità di istituire i CI finalizzati alla consultazione delle PI nasce dall'esigenza per gli atenei di sviluppare competenze coerenti con i bisogni del mercato del lavoro e di promuovere modelli e metodi attraverso cui garantire la qualità dei prodotti formativi offerti. Tale esigenza è rafforzata dalla normativa di riferimento. In particolare, il D.M. n. 270 del 22 ottobre 2004, che, all art. 11, comma 4, esprime in modo chiaro e preciso la necessità di istituire un collegamento con il territorio, stabilendo che Le determinazioni di ogni Ordinamento Didattico dei Corsi di Studio, sono assunte dalle Università previa consultazione con le organizzazioni rappresentative nel mondo della produzione, dei servizi e delle professioni con particolare riferimento alla valutazione dei fabbisogni formativi e degli sbocchi professionali. Già il D.M. n. 115/2001 art. 4, comma 4, all. 1 aveva indicato l opportunità della consultazione e del CI che collabori con le Università per il monitoraggio e la modifica dei curricula. 1 Il D.M. 270/04, poi, ha ispirato la Circolare Miur (prot. n.416 del 01/12/2005), che sottolinea la rilevanza e l'inderogabilità della consultazione a garanzia tanto della spendibilità dei titoli accademici rilasciati agli studenti, quanto del soddisfacimento delle particolari esigenze formative espresse dal sistema economico, produttivo e dei servizi del Paese. 2 1 Il Corso di Laurea ha individuato le figure professionali che forma e il rispettivo mercato del lavoro e delle professioni; è stato oggetto della preventiva consultazione con le organizzazioni rappresentative a livello locale del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni; può contare su un comitato di indirizzamento (fatto da esponenti del mondo del lavoro collegato con le figure professionali formate) che collabora con le università per il monitoraggio e la modifica dei curricula; ha una quota di docenza (a contratto) extra accademica per garantire la presenza formativa delle competenze professionali interessate. 2 In vista di tali importanti e complessi adempimenti che interesseranno tutte le Facoltà, assume particolare significate l'attivazione della fase della "consultazione con le Parti Sociali" prescritta dall'art. 11, comma 4, del predetto Regolamento (DM 270/2004) e cioè il diretto e formale confronto con le organizzazioni rappresentative del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni con particolare riferimento alla valutazione dei fabbisogni formativi e degli sbocchi professionali. Sotto tale aspetto occorre sottolineare la rilevanza e l'inderogabilità di tale passaggio la cui "ratio" va specificatamente individuata nell'obiettivo di garantire, da un canto, la spendibilità dei titoli accademici rilasciati agli studenti e dall'altro, il soddisfacimento delle particolari esigenze formative espresse dal sistema economico, produttivo e dei servizi del Paese. Progetto Qualità Campus-Unica 2

9 Inoltre, le linee guida per la progettazione dei nuovi ordinamenti didattici dei corsi di laurea e di laurea magistrale presenti nel D.M. 386/2007 art. 4, all. 1 indicano l opportunità di tavoli tecnici e di un confronto tra parti interessate interne ed esterne nella fase di progettazione dei corsi di studio al fine di assicurare occasioni e strumenti di orientamento e di accompagnamento al lavoro dei laureati. 3 La consultazione con le PI, prevista dalle disposizioni vigenti, rappresenta un reale valore aggiunto se considerata come opportunità di rafforzamento del sistema di relazioni tra Ateneo e soggetti economici ed istituzionali esterni e conseguente crescita per tutti i soggetti coinvolti nel processo formativo. Il CI dunque può divenire lo strumento essenziale della consultazione attraverso cui fornire agli utenti e ai destinatari ultimi dei servizi formativi le opportune garanzie di qualità di tali servizi. Ogni percorso formativo, inteso come Corso di Studio (CdS), infatti, deve scaturire da una progettualità basata su un quadro informativo ampio ed approfondito e che preveda la partecipazione da parte di tutti quei soggetti - parti sociali in primo luogo - in grado di orientare le scelte universitarie in termini di coerenza con i fabbisogni di professionalità del mercato del lavoro. L'Ateneo di Cagliari, nell'ambito del Progetto Qualità Campus-Unica, ha adottato un modello di autovalutazione per i CdS. Tale modello si concretizza nella stesura di un Rapporto di Autovalutazione annuale, redatto secondo il modello della CRUI, suddiviso in cinque parti denominate dimensioni : la dimensione B Esigenze ed Obiettivi, è la parte del rapporto in cui il CdS indica le PI individuate, la modalità e la periodicità degli incontri e l'esplicitazione delle loro esigenze: un CI, nominato secondo precisi criteri e reso pienamente operativo, non solo costituisce una componente delle PI ma diventa anche elemento di stimolo per i processi di autovalutazione del CdS. Alla luce di tali particolari esigenze e delle criticità emerse in sede di avvio della riforma ai sensi del previgente DM 509/99, questo Ministero, in accordo con CONFINDUSTRIA, ha provveduto a delineare in sede di Tavolo Tecnico un apposito "Modello di consultazione" che si rimette, in allegato, all'attenzione delle SS.LL. 3 Va dedicata una particolare cura ad assicurare occasioni e strumenti di orientamento e di accompagnamento al lavoro dei laureati. A questo fine possono essere proficuamente utilizzate nella fase di progettazione dei corsi di studio le indicazioni offerte da tavoli tecnici nazionali, regionali o di ateneo, con il confronto diretto tra responsabili universitari e esponenti del mondo del lavoro, delle professioni, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese. In base a tali indicazioni possono essere opportunamente previsti all interno dei percorsi di studio di primo e di secondo livello moduli di orientamento e accompagnamento al lavoro e tirocini curriculari ;... In questo senso, coerentemente con gli orientamenti appena richiamati, vi sono obiettivi specifici da conseguire da parte degli atenei, sulla base dei quali verrà condotto uno specifico monitoraggio:... Omissis... d) la collaborazione con il mondo del lavoro e delle professioni nella progettazione dei percorsi formativi e, se necessario o opportuno, nella messa in opera di parti del percorso medesimo; collaborazione in questo senso è stata assicurata a livello nazionale e locale dalle associazioni imprenditoriali, con impegni formali. Progetto Qualità Campus-Unica 3

10 2. DEFINIZIONE DEL COMITATO DI INDIRIZZO La definizione del CI è stata fornita dalla CRUI nella Guida alla valutazione dei Corsi di Studio del 2003: Il CI, è un organo costituito da rappresentanti del CdS e da rappresentanti del MdL, con il compito di favorire l incontro fra domanda e offerta formativa, misurando e adeguando i curricula alle concrete esigenze culturali e produttive del territorio (.). (dalla Guida alla valutazione dei Corsi di Studio CRUI 2003). 3. FUNZIONI E COMPITI DEL COMITATO DI INDIRIZZO Il CI si pone come interlocutore tra la domanda espressa dal territorio sotto forma di esigenze culturali e produttive e l offerta formativa per contribuire alla verifica dei fabbisogni formativi e alla conseguente definizione dei curricula degli studenti. La consultazione con il CI permette di individuare i fabbisogni professionali e formativi in riferimento al mercato del lavoro e consente un opportuno confronto con i soggetti che, pur esterni all Università, sono portatori di interessi nei confronti dei prodotti formativi universitari. Inoltre, in fase di progettazione, contribuisce a definire le competenze tecniche professionali e/o trasversali importanti per il profilo del laureato in uscita. Il CI ha funzioni consultive che esplica attraverso la formulazione di pareri e raccomandazioni, ma può avere anche funzione progettuale, di controllo e di verifica. Il CI esprime le proprie valutazioni sugli argomenti di sua pertinenza, indirizzandole al competente organo deliberante per le considerazioni del caso. Le funzioni del CI possono differenziarsi: A livello di Ateneo esso ha compiti istruttori, programmatori e di verifica delle azioni e dei risultati previsti dal progetto. Può definire gli orientamenti generali e stabilire la politica di indirizzo del processo di consultazione, garantire un azione di coordinamento centrale e potenziare i contatti con il mondo delle aziende, promuovere la costituzione dei CI a livello di Facoltà e di CdS, recepire il feedback delle valutazioni che emergono dai livelli di consultazione più specifici e portare a sintesi i risultati dell intera operazione, incentivare le attività di job placement. Ponendosi quale organismo di vigilanza ha necessità sia di essere rappresentativo della realtà locale nella quale è inserito l Ateneo sia di mantenersi quanto più possibile stabile nella sua composizione. (dal Documento del tavolo tecnico scientifico della convenzione MiUR- Confindustria, novembre 2005 e dal Progetto CampusOne dell Università degli Studi di Torino) A livello di Facoltà può occuparsi di cogliere appieno nelle diverse specificità disciplinari e territoriali, l obiettivo di integrazione della formazione nell evoluzione del mercato del lavoro, promuovere e favorire il confronto con i soggetti e le istituzioni interessati alle iniziative della Facoltà, consolidare ed ampliare le relazioni e la collaborazione con il territorio e con il MdL anche in Progetto Qualità Campus-Unica 4

11 vista di un rafforzamento delle attività di tirocinio nonché nella prospettiva della formazione permanente, individuare nuovi settori significativi del mercato del lavoro anche al fine di contribuire al costante aggiornamento e alla comunicazione dell offerta formativa della Facoltà, consentire la periodica consultazione con i rappresentanti del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni, con particolare riferimento alla valutazione dei fabbisogni formativi e degli sbocchi professionali dei laureati. (dal Documento del tavolo tecnico scientifico della convenzione MiUR- Confindustria, novembre 2005 e dal Regolamento del CI della Facoltà di Economia dell Università degli Studi di Siena) A livello di CdS assume un ruolo fondamentale in fase progettuale al fine di assicurare il collegamento con il MdL, valutare l andamento dei Corsi, elaborare proposte di definizione e progettazione dell offerta formativa e proposte di definizione degli obiettivi di apprendimento, suggerire indirizzi di sviluppo, promuovere i contatti per gli stage degli studenti presso le aziende. (dal Progetto CampusOne dell Università dell Insubria e dal Regolamento del CI del CdS in Biotecnologie Industriali dell Università degli Studi di Cagliari) In sintesi l intervento del CI, può riguardare i seguenti aspetti: orientamento generale e politica di indirizzo del processo di consultazione, potenziamento dei rapporti con le Parti Interessate (PI), coordinamento tra ateneo e sistema socio-economico, miglioramento della comunicazione dell offerta formativa dell ateneo, gestione delle informazioni di ritorno da laureati e datori di lavoro, raccolta di elenchi di aziende e gestione dei tirocini, monitoraggio delle carriere post-universitarie, incentivi alle attività di job placement, proposte di definizione e progettazione dell offerta formativa, proposte di definizione degli obiettivi di apprendimento, partnership per progetti di ricerca al servizio del territorio. 4. PROCEDURA DI COSTITUZIONE DEI COMITATI DI INDIRIZZO La regolamentazione, l istituzione e la composizione del CI dipende dal livello di istituzione. Il CI di Ateneo può essere composto da 8-15 membri, quello di Facoltà da 3-14 membri, mentre quello di CdS da 3-8 membri. Il CI è istituito a seconda del livello di riferimento (Ateneo, Facoltà, CdS) con delibera del relativo organo competente. Il Rettore individua i componenti del C I e lo costituisce con D.R. Il Consiglio di Facoltà dà mandato al Preside di individuare i membri e di attivare tale Comitato, il Consiglio di CdS dà mandato al Presidente. Progetto Qualità Campus-Unica 5

12 Viene stabilito anche l eventuale periodo di validità della costituzione in anni accademici. Il primo elemento da definire riguarda le PI che devono contribuire alla consultazione. La cosiddetta mappatura degli stakeholder o PI, dovrebbe essere effettuata una volta avuto chiaro, per ciascuno di essi, le principali caratteristiche: interessi, risorse, poteri e problemi, attraverso un lavoro di analisi condotto con l'esame di normative, documenti ufficiali, articoli di stampa o altre fonti informative pertinenti, anche predisposte ad hoc. Tale indagine peraltro va ripetuta per le modifiche che si verificano normalmente nel tempo o per particolari circostanze... (da Franco Meloni, Gli stakeholder nella gestione universitaria e la gestione dei relativi rapporti, Università degli Studi di Cagliari, settembre 2004) Nell ateneo gli stakeholder, o PI sono coloro che determinano o influenzano in modo determinante le scelte dell ateneo e possono essere interni o esterni al mondo universitario. Interni: docenti, personale tecnico amministrativo, dirigenti, rappresentanti degli studenti, altro personale non strutturato. Esterni: Miur, Regione, Ersu, famiglie degli studenti... (da Franco Meloni, Gli stakeholder nella gestione universitaria e la gestione dei relativi rapporti, Università degli Studi di Cagliari, settembre 2004) Nell attività di consultazione è opportuno prendere in considerazione il mondo imprenditoriale del lavoro, il mondo della Pubblica Amministrazione e, sia pure con una graduazione riferita alle differenze disciplinari, anche rappresentanti di: associazioni professionali, direzione scolastica regionale, terzo settore, mondo degli ex-studenti. Strettamente connesso con questo, si pone anche il problema delle caratteristiche di quanti, in rappresentanza dei soggetti esterni, sarebbero più idonei a partecipare al processo di consultazione. Su questo aspetto la CRUI nel documento Nuova Università e Mondo del Lavoro del gennaio 2003, avanza una raccomandazione generale affinché nella scelta dei rappresentanti del mondo socioeconomico vengano utilizzate competenze elevate ed adeguate alle esigenze; oltre questo, nello stesso documento è precisato che la scelta dovrebbe essere fatta seguendo un criterio di decisione attento a tenere conto della esigenza di poter contare su una diversificazione di competenze ed esperienze sufficientemente articolata e tale da poter orientare le scelte curriculari su percorsi in grado di assicurare ai formati un inserimento lavorativo coerente con la nozione di occupabilità sostenibile COMPOSIZIONE DEL CI A livello di Ateneo il CI può essere composto dal Rettore, dal Delegato del Rettore per la Qualità della Didattica, da un Responsabile Amministrativo, da 1 Progetto Qualità Campus-Unica 6

13 rappresentante degli studenti e da 3 rappresentanti del sistema socio-economico (Confindustria, Camera di Commercio, Regione). Può essere previsto, in funzione degli argomenti trattati, un suo allargamento a Presidi delle Facoltà, Presidenti dei CdS, Direttore Amministrativo, Dirigenti, ecc. A livello di Facoltà il CI può essere composto dal Preside, da un Responsabile Amministrativo, dal MD di Facoltà, dai docenti designati dal Consiglio di Facoltà, da 1 rappresentante degli studenti e da 4-7 membri esterni a seconda delle esigenze della Facoltà. Può essere previsto, in funzione degli argomenti trattati, un suo allargamento a Presidenti dei CdS afferenti alla Facoltà, a rappresentanti degli enti locali, Referente per la Qualità della Facoltà, ecc. A livello di CdS il CI può essere composto dal Presidente del CdS, da un Responsabile Amministrativo, dai docenti designati dal Consiglio di Corso di Studio, da 1 rappresentante degli studenti e da 3-4 membri esterni. Può essere previsto, in funzione degli argomenti trattati, un suo allargamento a rappresentanti delle realtà produttive locali, rappresentanti degli enti locali, Responsabile per la Qualità del CdS, ecc RUOLI Il CI elegge tra i suoi componenti un Coordinatore, solitamente, a seconda del livello, sarà il Rettore, il Preside o il Presidente di CdS che lo presiede, un suo Vicario in caso di impedimento e un Segretario con funzioni di verbalizzazione delle riunioni del Comitato. Per quel che riguarda le PI esterne è indispensabile che vengano specificati i ruoli che esse ricoprono all interno dell ente o azienda di appartenenza, che devono essere coerenti con gli specifici obiettivi formativi della Facoltà o del CdS. 5. PROCEDURE DI GESTIONE DEL CI 5.1. CONVOCAZIONE DELLE RIUNIONI Le riunioni sono convocate di norma dal Rettore, dal Preside, o dal Presidente del CdS con funzioni di Coordinatore del CI che provvede alla predisposizione dell avviso di convocazione e del relativo Ordine del Giorno (OdG). In caso di assenza o impedimento del Coordinatore la riunione è presieduta dal suo Vicario. I membri del Comitato eventualmente impossibilitati ad intervenire ad una riunione ed altresì non in grado di designare un sostituto, possono pronunciarsi in merito ad uno o più argomenti all OdG d interesse per la parte da essi Progetto Qualità Campus-Unica 7

14 rappresentata formalizzando per iscritto le proprie posizioni al Coordinatore il quale si farà carico di illustrare le medesime al Comitato stesso ai fini delle eventuali risoluzioni che verranno assunte in materia. Tale procedura deve comunque rivestire carattere di eccezionalità MODALITÀ DI APPROVAZIONE DEI VERBALI Il verbale viene pubblicato sul sito o inviato per con la dicitura in approvazione. Se dopo due settimane non pervengono osservazioni si considera approvato PERIODICITÀ DELLE RIUNIONI Le riunioni dei CI si svolgono con cadenza periodica sulla base di un calendario annuale definito, in via preliminare, dal Comitato stesso nell ultima riunione dell anno accademico precedente. Il CI di Ateneo e quelli di Facoltà di norma si riuniscono 1 volta all anno. (dal Regolamento del CI della Facoltà di Economia dell Università degli Studi di Siena) Il CI di CdS si riunisce indicativamente 2 volte all anno. La periodicità degli incontri può consistere in una o due riunioni nella fase di elaborazione del nuovo CdS ed una o due riunioni l anno in previsione della fase di verifica dei risultati e per l eventuale successiva revisione del percorso formativo del CdS. (dal Regolamento del CI del CdS in Biotecnologie Industriali dell Università degli Studi di Cagliari) 6. ATTIVITÀ DEI COMITATI DI INDIRIZZO L attività del CI deve essere mirata all ampliamento delle relazioni con le PI esterne nella progettazione e valutazione dei servizi e delle politiche di miglioramento dei servizi formativi. Essa può essere articolata in diverse fasi. Secondo il documento CRUI Nuova Università e Mondo del Lavoro del gennaio 2003 le fasi sono 3 e possono coincidere con 3 momenti di consultazione cronologicamente successivi, che sono: Fase propositiva, Fase attuativa, Fase valutativa. Fase propositiva Questo primo momento è costituito innanzitutto dall individuazione dell idea di nuova attività e della delineazione di massima del percorso formativo, nel caso si tratti di corso di nuova istituzione o dalla acquisizione delle possibili modifiche che scaturiscono dalla fase valutativa. È un momento che coincide con la normale routine Progetto Qualità Campus-Unica 8

15 di programmazione dei corsi di laurea e può essere condotta completamente all'interno del medesimo, senza apporti di figure esterne. L ipotesi di corso, così elaborata e accompagnata da primi elementi informativi relativi alla domanda potenziale per i futuri laureati ed all offerta già esistente in altri atenei dell area geografica interessata, di corsi afferenti alla medesima area disciplinare, può essere oggetto di un primo momento di consultazione inteso a verificarne la coerenza sia in termini di occupabilità del profilo professionale previsto in rapporto al mercato del lavoro locale, nazionale e internazionale sia all offerta già esistente, ed a definire i principali indirizzi del progetto formativo. Questo passaggio vede anche l impegno delle rappresentanze esterne che partecipano al processo di consultazione, che hanno lo specifico compito, in questo momento, di esplicitare i bisogni dei settori produttivi che rappresentano. Per individuare tali esigenze è possibile ricorrere a strumenti di analisi come questionari da sottoporre, ad opera dei componenti esterni del CI, alle PI che essi rappresentano. Tenendo conto delle indicazioni emerse dalla prima fase di consultazione, gli attori interni, dovrebbero procedere alla redazione del vero e proprio progetto formativo, nel quale devono convergere tutte le specificazioni didattiche e di contenuto necessarie a dar vita alla nuova attività o alla messa in atto delle modifiche necessarie alle attività già esistenti. Questo momento di fatto coincide con l'attività di definizione del percorso formativo, tramite l'esplicitazione di tutte le indicazioni che la normativa vigente richiede, negli ordinamenti dei corsi di studio. In particolare, vengono definiti gli obiettivi di apprendimento attesi alla fine del percorso, tramite i descrittori di Dublino, i contenuti formativi, le metodologie didattiche e le risorse necessarie per l implementazione del corso in grado di garantire la coerenza con gli obiettivi di apprendimento individuati. Come è noto, inoltre, la fase di compilazione dell'ordinamento prevede anche la definizione degli sbocchi occupazionali previsti, che saranno successivamente uno dei principali aspetti su cui far convergere la consultazione. Il progetto formativo definito nell'ordinamento deve essere oggetto della fase della consultazione formale, che dovrà concludersi con un parere, motivato e scritto, di ciascuna componente esterna partecipante al processo di consultazione, riferito alla coerenza interna ed esterna del progetto medesimo. Il parere dovrebbe in particolare focalizzare aspetti di coerenza esterna attinenti l occupabilità del laureato e la sua riconfigurabilità in altri contesti lavorativi, eventualmente anche attraverso addizioni formative ad hoc. Inoltre, la struttura di consultazione dovrebbe dare anche un parere relativamente alla praticabilità degli obiettivi formativi (coerenza interna), esprimendo eventuali suggerimenti in merito a possibili integrazioni/revisioni curriculari. A questo punto è possibile attivare una fase di verifica dell attività propositiva sulla base delle indicazioni scaturite dalla consultazione e, in caso positivo, il CdS può procedere alla definizione di dettaglio di tutti gli aspetti dell'offerta formativa come l individuazione del personale docente e non docente necessario per l attuazione del corso e delle sue attività supplementari, la pianificazione delle modalità attraverso cui Progetto Qualità Campus-Unica 9

16 verrà erogato il corso rispetto ai singoli processi che lo compongono, come i moduli, le esercitazioni, le verifiche, il tirocinio, la tesi, ecc., la definizione degli strumenti e delle modalità attraverso cui si intendono esercitare il controllo e la valutazione. Fase attuativa In fase di erogazione del corso il contributo della consultazione tramite il CI può esprimersi in termini di: esame congiunto di eventuali cambiamenti e modificazioni nel percorso formativo in ragione di innovazioni di origine esterna e/o interna motivate da nodi di criticità emersi in fase attuativa; migliore definizione ed attuazione delle attività di stage, oltre che della loro adeguata valutazione; contributo per l individuazione di personalità esterne cui affidare incarichi di docenza, anche al fine di un opportuna diffusione di linguaggi e culture del mondo del lavoro all interno dell Università. Fase valutativa Il CI riveste un ruolo particolarmente importante nei processi di analisi e miglioramento condotti dai responsabili del corso. Essa costituisce un referente centrale per la discussione delle analisi volte a misurare i livelli di apprendimento raggiunti, i tassi di successo e i tempi di percorrenza degli studenti, nella finalità di verificare il conseguimento degli obiettivi e la tenuta del percorso didattico del progetto formativo. Ugualmente, i risultati inerenti tanto il placement quanto le carriere seguite dagli studenti del progetto formativo devono essere oggetto di specifica attenzione da parte del CI. Gli strumenti che in questa fase possono essere adottati sono le attività di monitoraggio che gli Atenei e i loro consorzi svolgono sui laureati già inseriti nel mondo del lavoro (Alma Laurea) e che i rappresentanti dei settori produttivi possono svolgere all'interno delle imprese o degli enti che rappresentano. Frutto di questa attività deve essere un documento di valutazione che deve essere a disposizione del CdS. Le indicazioni che vengono dalla fase valutativa devono essere utilizzate per operare i necessari cambiamenti nell impianto formativo e rappresentano l elemento fondamentale su cui fondare l eventuale prosieguo del progetto. In pratica, se necessario, in base alle indicazioni della struttura di consultazione, gli organi del CdS potrebbero rivedere obiettivi e contenuti del progetto formativo, facendone oggetto di un nuovo ciclo di consultazione. (dal documento CRUI Nuova Università e Mondo del Lavoro, gennaio 2003) Secondo quanto risulta dal Documento del tavolo tecnico scientifico della convenzione MiUR-Confindustria le fasi previste sono 4 e coincidono con le tradizionali fasi che compongono il processo formativo e che possono identificarsi in: analisi preliminare dei bisogni, progettazione curricolare, erogazione dei corsi, valutazione dei risultati. L analisi preliminare dei bisogni è la fase di raccolta, selezione e interpretazione dei dati che, oltre ad arricchire e orientare la progettazione dei curricula, Progetto Qualità Campus-Unica 10

17 costituiscono un quadro affidabile di riferimento che elevi l occupabilità sostenibile dei giovani. Tale fase può ad esempio concentrarsi sull interpretazione di studi disponibili o di segnali di tendenza provenienti dal confronto con esperti che operano nei settori produttivi di interesse dell Università. La consultazione nella fase progettuale è finalizzata a verificare con esperti di campo gli obiettivi e contenuti specifici, da inserire o con cui aggiornare il programma curricolare, soprattutto per quelle parti che più possono essere influenzate dall emergere del nuovo e del diverso. Come conseguenza l Ateneo può prevedere di avvalersi di nuove o rinnovate risorse accademiche, o di prevedere l utilizzo di esperti esterni, sia per veri e propri insegnamenti di livello specialistico sia per interventi più limitati ad integrazione di vari corsi accademici. La fase organizzativa ha fra i punti qualificanti della collaborazione: la progettazione di stage formativi e l elaborazione di tesi finalizzate; l inserimento di testimoni provenienti dal mondo del lavoro: qui le organizzazioni rappresentative dovrebbero progressivamente identificare, fra gli associati, risorse qualificate da inserire, ad esempio, in appositi elenchi a disposizione dell Università. La fase valutativa, è finalizzata a creare, attraverso appositi strumenti e meccanismi di verifica e consultazione, un circolo virtuoso fra progettazione e risultati del percorso educativo. 7. PROCEDURE DI GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONE SUL LAVORO SVOLTO DAL CI Il processo sopra schematizzato, articolato nelle fasi propositiva, che comprende l analisi dei bisogni, attuativa e valutativa, può concorrere a formare il dossier di consultazione con cui accompagnare l attività del CI dal momento della sua ideazione fino alla valutazione finale di placement e carriere. Esso dovrà anche contenere tutti gli elementi di informazione e di giudizio mano a mano prodotti nel ciclo di vita del CI. Tale dossier dovrebbe essere messo a disposizione di quanti ne facciano richiesta, sia per eventuali operazioni di auditing sia per costituire la base con cui si può assicurare la trasparenza del progetto, anche al fine di rafforzare il principio di legare autonomia e responsabilità. Il dossier dovrebbe essere articolato secondo le fasi del processo e le relative sottofasi. Progetto Qualità Campus-Unica 11

18 ANALISI DELLE VARIABILI INTERNE NEL PROCESSO DI ISTITUZIONE DEI CI PUNTI DI FORZA 1. ATTIVITÀ REALIZZATE NELL AMBITO DEL PROGETTO QUALITÀ DI ATENEO: - Autovalutazione dei CdS, Corsi di Formazione sulla qualità, Seminari tematici; - Stage e tirocini. 2. RISORSE - Risorse umane formate e operanti nell ambito del Progetto Qualità (Comitato di Coordinamento, Gruppo di Lavoro d Ateneo, Team d Ateneo, Md e GsQ, Docenti Autovalutatori); - Risorse finanziare del Progetto Qualità. PUNTI DI DEBOLEZZA 1. ATTIVITÀ: - Scarsa informazione su funzioni e utilità del CI; - Esperienze negative pregresse nell utilizzo del CI; - Abitudine alla progettazione dei CdS senza tener conto delle esigenze delle PI; - Assenza di Atenei modello nel territorio con cui confrontarsi; - Poca diffusione della cultura della qualità tra personale docente, TA e studenti. 3. ALTRO - Contatti attivati con il territorio (stage e tirocini e altre attività culturali); - CI istituiti; - Esperienze consolidate di alcuni CdS. 2. RISORSE (umane e finanziarie) - Bassa % di RU formate sui temi della qualità; - Scarse risorse finanziarie destinate ad iniziative connesse con la qualità. 3. ALTRO - Barriere in ingresso (diffidenza verso parere esterno all ambito accademico, paura di ingerenza e difficoltà a soddisfare i fabbisogni formativi espressi dalle PI). Progetto Qualità Campus-Unica 12

19 ANALISI DELLE VARIABILI ESTERNE NEL PROCESSO DI ISTITUZIONE DEI CI OPPORTUNITÀ - Normativa di riferimento a favore del coinvolgimento di soggetti del territorio; - Rappresentanti del MdL formati nell ambito del Progetto Qualità d Ateneo; - Opportunità di poter influire sulla creazione e/o modifica di nuovi percorsi formativi in relazione alle reali esigenze del territorio; - Possibilità di partnership per attività di ricerca; - Opportunità di accrescere l efficacia degli stage e tirocini; - Possibilità di contatti per tesi di laurea sperimentali. CRITICITÀ - Scollamento esistente tra MdL e Università; - Scarsa conoscenza all esterno sulle funzioni e utilità del CI; - Conoscenza di esperienze negative pregresse sul funzionamento ed efficacia del CI; - Atteggiamenti di scarsa fiducia nella collaborazione tra territorio e Università; - Limitata disponibilità di tempo da dedicare al CI e carichi eccessivi di lavoro; - Mancanza di incentivi economici (e non) o riconoscimenti per l attività del CI. Progetto Qualità Campus-Unica 13

20 STATO DELL ARTE Ottobre 2008 PREMESSA La consultazione con le Parti Interessate è prevista dalla normativa vigente susseguitasi in questi anni a partire dalla Riforma introdotta dal D.M. 509/99. La costituzione dei Comitati di Indirizzo a livello di Ateneo, di Facoltà e di Corso di Studio appare, infatti, una necessità irrinunciabile per fornire agli utenti dei servizi formativi un adeguata garanzia di qualità del servizio stesso. Per far ciò è indispensabile che ogni percorso formativo inteso come Corso di Studio scaturisca da un attenta e approfondita analisi del contesto, tale da fornire un quadro esaustivo della situazione e preveda la partecipazione di tutti i soggetti interessati in grado di orientare le scelte universitarie in termini di coerenza con i fabbisogni di professionalità del mercato del lavoro. Nonostante il processo di consultazione delle Parti Interessate possa essere considerato un importante opportunità di crescita dei soggetti coinvolti del processo formativo, attualmente esso non risulta sufficientemente presente all interno della realtà universitaria italiana. INTRODUZIONE La situazione globale dell Università di Cagliari, per quel che riguarda l istituzione del Comitati di Indirizzo, appare assai diversificata a seconda delle diverse Facoltà. In linea generale si può comunque affermare, che un primo contatto con le Parti Interessate esterne, vale a dire col Mondo del Lavoro, è avvenuto in tutte le Facoltà in occasione della formulazione della nuova Offerta Formativa per l Anno Accademico 2008/09 e dell istituzione dei nuovi Corsi di Studio. Ulteriori contatti avvengono per l organizzazione dei tirocini formativi obbligatori che hanno portato le Facoltà e i vari Corsi di Studio ad attivare e mantenere rapporti più o meno costanti con Enti e Aziende operanti nella realtà produttiva locale e interessati ad ospitare gli studenti tirocinanti. Generalmente la formula preferita appare quella dell istituzione del Comitato di Indirizzo a livello di Corso di Studio, in modo da soddisfare in maniera specifica la particolarità di ogni percorso formativo. È necessario però notare che le funzioni del Comitato di Indirizzo di Facoltà non sono le stesse di quello di Corso di Studio che, dunque, non può essere considerato un alternativa al primo. Dall analisi sono emerse inoltre alcune criticità legate all istituzione ed al regolare funzionamento dei Comitati di Indirizzo. In particolare è evidente la difficoltà da parte dell Università di adattarsi ai nuovi scenari che prevedono un sempre maggiore coinvolgimento delle Sistema Socio Economico all interno dei processi formativi. Si riscontra una generale difficoltà a Progetto Qualità Campus-Unica 14

21 mantenere rapporti costanti col Mondo del Lavoro e a motivare e coinvolgere in maniera sempre maggiore e diversificata i loro rappresentanti anche laddove fosse già presente un Comitato di Indirizzo nato grazie alle preziose esperienze compiute con i progetti Campus e Campus One. Si nota, in particolare, la tendenza da parte dei singoli docenti a mantenere i rapporti quasi unicamente con persone a loro già note per aver compiuto insieme il percorso universitario o altre esperienze formative e lavorative, mentre manca da parte di molti Corsi di Studio una vera e propria attività di analisi del contesto produttivo e dei possibili sbocchi professionali dei laureati, punto di partenza per un adeguata selezione delle Parti Interessate ed, al loro interno, dei professionisti più idonei a far parte del Comitato di Indirizzo. Un altro aspetto critico emerso dall analisi compiuta riguarda la scarsa motivazione dei vari rappresentanti del Mondo del Lavoro che, dopo la partecipazione ai primi incontri del Comitato non sono in seguito più intervenuti. Tale mancanza di motivazione può essere in parte dovuta anche all oggettiva mancanza di riscontro da parte dei rappresentanti del Mondo del Lavoro riguardo alle indicazioni e ai suggerimenti definiti in sede di Comitato di Indirizzo. Spesso, infatti, il Comitato di Indirizzo viene convocato solo una volta che le decisioni in merito all offerta formativa sono già state prese, sminuendone dunque la funzione, oppure può anche capitare che le indicazioni non vengano reperite da parte del Corso di Studio semplicemente per mancanza di risorse. In tutti questi casi potrebbe essere utile per risolvere o attenuare tali criticità l organizzazione di incontri informativi che chiariscano non solo come è articolato il Corso di Studio, ma anche quali funzioni spettino al Comitato e quale ruolo debbano assumere al suo interno le Parti Interessate esterne. Anche la lamentata scarsa preparazione di alcuni rappresentanti del Mondo del Lavoro potrebbe essere in parte risolta da una corretta ed esauriente informazione. Durante gli incontri che hanno portato alla stesura di questa relazione è emerso inoltre il fatto che nell uso comune viene inteso come Comitato di Indirizzo solo quella porzione che è composta dalle Parti Interessate esterne e non, secondo la definizione originaria della CRUI, come composto da tutte le Parti Interessate sia interne che esterne. Di seguito vengono illustrati i singoli contesti relativi ad ogni Facoltà ed ai Corsi di Studio ad esse afferenti. Progetto Qualità Campus-Unica 15

22 FACOLTÀ DI ARCHITETTURA I Corsi di Studio della Facoltà di Architettura non hanno mai istituito dei Comitati di Indirizzo. I contatti con il Mondo del Lavoro (in particolare con quello delle professioni) sono tenuti dai singoli docenti, che conducono l'attività propositiva, attuativa e valutativa all'interno dei singoli insegnamenti. Come richiesto dall'ultimo RAD, ai sensi dell'art. 1, com. 4 del D.M. 270/04, la Facoltà ha indetto una consultazione con le organizzazioni rappresentative a livello locale della produzione, dei servizi e delle professioni, relativamente al nuovo Corso di Laurea in Scienze dell'architettura. Si riporta di seguito l'estratto del verbale della riunione, contenuto nell'ordinamento Didattico del Corso di Laurea: La riunione ha avuto luogo nel Dipartimento di Architettura. Il Preside ha esposto le ragioni culturali, didattiche, scientifiche e sociali che stanno alla base della proposta di Nuovo Ordinamento della Facoltà. Successivamente è stata illustrata la proposta della L-17 Scienze dell'architettura, ponendo in discussione obiettivi specifici, percorso formativo, risultati d'apprendimento attesi, caratteristiche e articolazione delle attività formative, con specifico riguardo alle prospettive professionali ed alle esigenze del territorio. Sono intervenuti nella discussione: i Presidenti degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Provincie di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia - Iglesias e della Provincia di Oristano; i Presidenti della Sezione Sardegna dell'inarch, dell'inu e del FAI; il rappresentante della Confindustria; l'assessore provinciale ai Beni Culturali e l'assessore all'urbanistica del Comune di Cagliari. A conclusione del dibattito tutti i presenti hanno espresso parere favorevole, condividendone la validità al fine di una preparazione appropriata per una immediata attività professionale post-laurea e/o per la prosecuzione degli studi universitari nelle Lauree Magistrali. Docenti della Facoltà e rappresentanti delle Parti Sociali hanno manifestato interesse e disponibilità a collaborare con continuità per incrementare e attualizzare al massimo l'attività didattica in corrispondenza con le esigenze evolutive del territorio. Analogamente è stata indetta una consultazione con le medesime associazioni, relativamente ai nuovi Corsi di Laurea Magistrale in Architettura e in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali. Si riportano di seguito gli estratti dei verbali della riunione, contenuti negli Ordinamenti Didattici dei Consigli di Corso di Laurea: Il Preside ha illustrato le ragioni culturali, didattiche, scientifiche e sociali alla base della proposta del Nuovo Ordinamento della Facoltà e, unitamente ad alcuni docenti, ha esposto la proposta relativa alla Laurea Magistrale in Architettura, ponendone in discussione gli obiettivi specifici, il percorso formativo, i risultati di Progetto Qualità Campus-Unica 16

23 apprendimento attesi, le caratteristiche e l'articolazione delle attività formative, con specifico riguardo alle prospettive professionali ed alle esigenze del territorio. Nel dibattito sono intervenuti, affrontando i diversi aspetti dell'ordinamento proposto: i Presidenti degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Provincie di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia - Iglesias e della Provincia di Oristano; i Presidenti della Sezione Sardegna dell'inarch, dell'inu e del FAI; il rappresentante della Confindustria; l'assessore provinciale ai Beni Culturali e l'assessore all'urbanistica del Comune di Cagliari. Al termine, tutti i presenti hanno espresso parere favorevole, riconoscendo la validità del percorso e dei contenuti didattici, al fine del raggiungimento di una figura professionale di Architetto europeo, culturalmente e scientificamente preparata ad affrontare la complessità delle problematiche del progetto e a individuare soluzioni qualitativamente valide per la valorizzazione e lo sviluppo dell'ambiente costruito in ambito locale, nazionale ed internazionale. Il Preside ha illustrato le ragioni culturali, didattiche, scientifiche e sociali che stanno alla base della proposta di Nuovo Ordinamento della Facoltà. Successivamente il Preside e alcuni docenti hanno esposto la proposta relativa alla Laurea Magistrale in Conservazione di Beni Architettonici e Ambientali, ponendone in discussione gli obiettivi specifici, il percorso formativo, i risultati di apprendimento attesi, le caratteristiche e l'articolazione delle attività formative con specifico riguardo alle prospettive professionali ed alle esigenze del territorio. Sono intervenuti: i Presidenti degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Provincie di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia - Iglesias e della Provincia di Oristano; i Presidenti della Sezione Sardegna dell'inarch, dell'inu e del FAI; il rappresentante della Confindustria; l'assessore provinciale ai Beni Culturali e l'assessore all'urbanistica del Comune di Cagliari. A conclusione del dibattito tutti i presenti hanno espresso parere favorevole, riconoscendo nell'ordinamento proposto contenuti e caratteri appropriati alla formazione di una figura professionale scientificamente e culturalmente preparata ad affrontare le problematiche della conservazione responsabile del patrimonio architettonico e ambientale in ambito locale, europeo ed extraeuropeo. Progetto Qualità Campus-Unica 17

24 FACOLTÀ DI ECONOMIA È in progress la costituzione di un unico Comitato di Indirizzo a geometria variabile per tutta la Facoltà. Sarà composto dalle Parti Interessate comuni alla totalità dei Corsi di Studio, che saranno presenti a tutte le riunioni, e verrà poi integrato con membri specifici per ciascun Corso di Studio. Il Corso di Laurea Specialistica in Economia Manageriale ha costituito formalmente il Comitato di Indirizzo che risulta attualmente composto dai seguenti 9 membri: Direttore di Confindustria, Responsabile di Confindustria per le Province del Sud Sardegna, Presidente dell A.P.I.Donna afferente all A.P.I.Sarda, Direttore di Confcommercio della Provincia di Cagliari, Presidente di Lega Cooperative, Presidente di Sardegna Ricerche, Presidente dell Ordine dei Dottori Commercialisti, Consigliere dell Ordine dei Dottori Commercialisti, Presidente Federdirigenti. A tutt oggi il Comitato di Indirizzo si è riunito tre volte. Il primo incontro ha avuto come oggetto gli obiettivi, i percorsi e i contenuti delle Lauree Magistrali. Nel secondo è stata condotta una consultazione in merito alla revisione dell Offerta Formativa 2008/2009 e all adeguamento del Piano di Studio alle indicazioni ministeriali. Nel terzo incontro, infine, si è discusso sui risultati e le prospettive della Laurea in Economia Manageriale. Progetto Qualità Campus-Unica 18

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