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1 INTRODUZIONE Il digitale terrestre rappresenta un importante tappa per il sistema televisivo, in quanto consente di trasformare l apparecchio tv in una piattaforma per lo sviluppo di servizi interattivi, che vanno ad aggiungersi alla tradizionale diffusione dei segnali. E importante sottolineare che la trasformazione dalla televisione analogica a quella digitale coinvolgerà, progressivamente, tutta la popolazione italiana (perciò oltre 50 milioni di apparecchi televisivi). Quando avverrà in definitiva questa svolta? Cos è il digitale terrestre e come fare a installarlo? Cosa significa nella pratica passare da analogico a digitale e cosa indicano questi due termini? E priorità di questo lavoro cercare di rispondere a queste domande, soprattutto perché c è una sorta di incomprensione generale a riguardo. Ad esempio, la maggior parte delle persone non ha alcuna difficoltà a spiegare la differenza tra una macchina fotografica digitale e una normale Ma, se si chiede di differenziare tv analogica e digitale, affiorano incertezze e dubbi. Questo è, a mio parere, dovuto a una serie di sigle e acronimi che accompagnano questa nuova tecnologia digitale ma, soprattutto, a una scarsa e lacunosa informazione da parte della televisione stessa. Ho notato, ad esempio, che la Rai non fornisce un numero telefonico per quanto riguarda eventuali problemi di ricezione dei canali Rai o comunque specifico per quanto riguarda il digitale terrestre. Più attrezzata è, invece, Mediaset, la quale fornisce agli utenti, a tal proposito, un apposito numero. Proprio nel primo capitolo, cercherò di colmare le eventuali lacune del lettore a riguardo, spiegando cos è il digitale terrestre, il quale si trova ancora nel pieno della sua infanzia, quali benefici può portare la trasmissione digitale e che cos è il Set Top Box. Quindi, dopo un escursus dell iter legislativo riguardo questa nuova tecnologia, ai vantaggi e svantaggi che comporta, descriverò i Multiplex da essa trasmessi, con particolare attenzione all offerta pay per view. Dedicherò, invece, il secondo capitolo all interattività, da molti considerata una novità apportata dai nuovi media, dei quali fa parte anche il digitale terrestre. Successivamente, mi soffermerò sul significato di televisione interattiva prima del DTT, spiegandone le modalità, per poi arrivare a parlare delle applicazioni interattive di questa nuova tecnologia, illustrandone le tipologie e i vantaggi. Le reti televisive presenti sul digitale terrestre possono avvalersi di linee guida, in modo tale da garantire al telespettatore una navigazione e 5

2 un esperienza omogenea tra le applicazioni interattive presenti su tali reti. A titolo d esempio, illustrerò le guidelines stabilite da Mediaset. Il terzo capitolo è dedicato allo studio specifico di alcuni servizi interattivi del digitale terrestre proposti dalle reti trasmesse a livello nazionale, che si occupa all interno di un progetto di ricerca più ampio promosso dal Dipartimento di Psicologia dell Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, al quale ho partecipato in prima persona. In particolare, mi sono occupata di analizzare le reti e i programmi dedicati alla generazione Internet, proposti durante tre settimane campione: dal 3 al 9 Aprile 2006, dall 2 all 8 Maggio 2006 e dal 3 al 9 Giugno Spiegherò brevemente come già la televisione analogica permetteva a bambini e ragazzi di interagire con essa e porterò alcuni esempi di applicazioni interattive, rivolte a questo specifico target, presenti sul digitale terrestre fin dalla sua nascita per poi illustrare le analisi svolte all interno delle tre settimane campione allo scopo di definire e individuare le specificità delle opzioni interattive attualmente consentite dal DTT. 6

3 CAPITOLO PRIMO: LA NUOVA FRONTIERA DELLA TELEVISIONE: IL DIGITALE TERRESTRE 1. DEFINIZIONE DI DIGITALE TERRESTRE L acronimo di digitale terrestre è DTT: Digital Terrestrial Television. E una tecnologia che permette di fruire di programmi televisivi in digitale utilizzando l impianto di ricezione già esistente e affiancandolo a un SET TOP BOX. Quindi, non c è bisogno di antenne paraboliche, come invece accade per la tv satellitare, o di antenne particolari. Oggi siamo in una fase di avvio dei mercati 1, in una fase transitoria 2 iniziata nel 2001 e che terminerà il 31 Dicembre 2008, data dello SWITCH OFF. Tale definizione potrà essere più chiara leggendo i successivi sottoparagrafi COSA SIGNIFICA PASSARE DALL ANALOGICO AL DIGITALE? Non è certo la prima volta che sentiamo parlare di digitale. Semmai è da poco che troviamo i termini televisione e digitale abbinati. Infatti, la tecnologia digitale viene utilizzato ogni giorno più volte e ormai da parecchi anni. Basti pensare alla già citata macchina fotografica digitale, al computer Come giustamente osserva Guido Salerno 3 la televisione è rimasta a lungo tempo l unica oasi analogica in un mondo digitale, perfino la lavatrice si è digitalizzata prima, pronta ad entrare nella casa domotica per essere comandata remotamente e capace di decidere da sola il migliore ciclo di lavaggio 4. La televisione arriva meglio tardi che mai ma per fortuna arriva! E quindi opportuno chiarire la differenza tra trasmissione di un segnale in forma analogica e in forma digitale LA TRASMISSIONE ANALOGICA Il termine analogico deriva dal greco anà-logos, cioè proporzionato, essere in rapporto con. La trasmissione analogica consiste nel rappresentare un suono o un immagine tramite il rapporto con un altra grandezza fisica che varia proporzionalmente, in analogia, appunto, con il variare del fenomeno originale. Nel caso della televisione si tratta, ovviamente, di impulsi 1 La delibera n.435/01/cons definisce all art.1 del capo I fase di avvio dei mercati come il periodo che intercorre tra l entrata in vigore del presente regolamento e la data di cessazione delle concessioni in tecnica analogica. 2 La delibera n.435/01/cons definisce all art.1 del capo I fase di avvio dei mercati come il periodo che intercorre tra l entrata in vigore del presente regolamento e la data di cessazione delle trasmissioni in tecnica analogica. 3 Direttore Generale Fondazione Ugo Bordoni. 4 Da I quaderni di Telemà (realizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni) supplemento al numero 224 di marzo 2005 di Media Duemila, pag

4 elettromagnetici. Un esempio che aiuta a capire è quello del telefono: la nostra voce fa vibrare la membrana di un microfono presente nella cornetta, producendo un segnale elettrico proporzionale a tale vibrazione. Il segnale elettrico viene poi percepito dalla persona con la quale siamo in linea, in quanto riconvertito in un altra vibrazione del tutto simile alla nostra voce da un piccolo altoparlante presente nella sua cornetta. I segnali analogici che raggiungono il ricevitore dovrebbero essere uguali a quelli trasmessi dalla fonte. Dovrebbero. In realtà, è possibile che durante il loro tragitto dall emittente al ricevente, subiscano interferenze e disturbi che generano errori e quindi una ricezione disturbata del segnale LA TRASMISSIONE DIGITALE Il termine digitale deriva dall inglese digit, che significa cifra, numero. Infatti, il segnale elettromagnetico (quindi analogico) viene convertito in una serie di numeri, poi codificati in forma binaria in modo da ottenere una sequenza di 0 e di 1 che descriva il segnale analogico di partenza. Perché il segnale analogico venga trasformato in bit (ossia in termini numerici di 0 e 1 ) deve avvenire un processo detto digitalizzazione, composto da due fasi: a. fase di campionatura. Il segnale analogico viene scomposto in più unità (dette campioni ); b. fase di quantizzazione. Ogni campione viene misurato e codificato in forma binaria ottenendo così la sequenza di 0 e 1 5. Differentemente dalla trasmissione analogica, in quella digitale è possibile gestire e correggere più facilmente interferenze ed errori presentatisi lungo la linea di trasmissione. Quindi, si ha una migliore qualità di suoni e immagini rispetto all analogico. Inoltre, è possibile comprimere il segnale eliminando informazioni non essenziali e ridondanze all interno di ogni singolo fotogramma e tra uno e l altro, trasmettendo solo le informazioni che sono cambiate tra un immagine e la successiva. In particolare, durante il processo di compressione, vengono suddivisi i dati che rappresentano un immagine in utili e inutili sulla base delle caratteristiche dell occhio umano. Infatti, tendiamo a non percepire i dettagli riguardanti i colori e quando le immagini vengono cambiate rapidamente (come nel caso della tv). Un esempio semplice e banale che aiuta a capire è il seguente: supponiamo di avere una sequenza di fotogrammi rappresentanti un campo da calcio all interno del quale si muove una palla. Non è necessario trasmettere per ogni immagine l informazione campo da calcio, essendo uguale in tutte. Basterà trasmetterla una sola volta (oltre a trasmettere gli spostamenti della palla, che variano di fotogramma in fotogramma e che non sono ridondanti). Questo 5 Lev Manovich Il linguaggio dei nuovi media, Edizioni Olivares, 2005 (pagg ). 8

5 porta a due grossi vantaggi: da un lato minor inquinamento elettromagnetico e dall altro la possibilità di gestire in modo più razionale una risorsa limitata quale lo spettro di frequenze hertziane. Ovviamente, maggiore è la compressione del segnale e minore sarà la qualità finale. E quindi indispensabile trovare un giusto mezzo, in modo tale da aver più canali in una banda 6 evitando, però, che siano di qualità troppo bassa. L Europa ha adottato, a tal proposito, come standard di compressione il DVB (Digital Video Broadcasting) 7, basato sul sistema di compressione MPEG-2 8, messo a punto dalla commissione statunitense Moving Picture Experts Group 9 nel Gli USA, il Canada e la Corea del sud hanno, invece, adottato come standard l ATSC 10 DTV IL SET TOP BOX Sia il segnale elettronico del sistema analogico che quello digitale compresso, per essere tradotti in immagini e suoni sullo schermo del nostro televisore, devono essere convertiti. Nella televisione analogica questo avviene grazie al convertitore A/D. Per quanto riguarda il digitale terrestre, il segnale digitale (il quale, come abbiamo visto dal precedente paragrafo, è una stringa numerica) è tradotto in suoni e immagini grazie a un decoder chiamato Set Top Box, termine anglosassone che indica qualsiasi dispositivo da installare sopra o vicino al televisore. Il Set Top Box va collegato: - alla presa d antenna; - al televisore, tramite il cavo SCART; - alla presa telefonica se si vuole usufruire appieno dei servizi interattivi (in ogni caso, l uso del collegamento telefonico viene fatto per operazioni particolari). Questo dispositivo di forma molto simile a quella di un videoregistratore (ma più piccolo) consente, oltre a ricevere il segnale digitale, l utilizzo di nuove applicazioni, anche interattive, associate ai programmi e ai canali televisivi. E dotato di un telecomando uguale a quelli a cui siamo già abituati, ma con quattro tasti colorati in più: uno rosso, uno verde, uno giallo e uno blu. Essi permettono di accedere ai già citati nuovi servizi interattivi. Ora come ora, sul mercato italiano sono già presenti 57 diversi tipi di Set Top Box, classificabili in tre tipologie: - quelli in grado solo di ricevere i programmi televisivi, detti anche zapper ; 6 Con la tv analogica una banda può contenere solo un canale televisivo. 7 Il DVB è utilizzato oggi in tre varianti: DVB-S per il satellite, DVB-C per le reti cavo e DVB-T per la diffusione attraverso ripetitori terrestri. 8 MPEG 2 perchè è una seconda versione, che interessa tipicamente i formati utilizzati per il broadcasting. 9 Il Moving Picture Experts Group è formato da oltre 400 membri fra broadcaster ed imprese del settore. Si occupa di standardizzare le metodologie di trasmissione del segnale, di definire le informazioni che devono essere presenti nello stream ed integrare le diverse componenti seguendo l evoluzione tecnologica dei media. 10 Advanced Television Systems Committee. 9

6 - quelli in grado sia di ricevere i programmi televisivi in chiaro 11 che in modalità pay per view 12 ; - quelli in grado di ricevere i programmi televisivi e di utilizzare, tramite telecomando, i nuovi servizi interattivi. I Set Top Box hanno un costo che varia in base al modello, alla marca e alla tipologia cui appartengono. Attualmente una legge del 2006 prevede finanziamenti per i decoder MHP 13 acquistati dal 1 Dicembre 2005, che coprono le spese d acquisto fino a 90 Euro, unicamente per i residenti nelle regioni Valle D Aosta e Sardegna (vedremo nel prossimo paragrafo perché) e previo pagamento del canone Rai. Per poter ottenere lo sconto è necessario fornire al negoziante gli estremi del proprio abbonamento Rai, un documento di riconoscimento e il codice fiscale. E importante segnalare che l incentivo statale per i decoder digitali terrestri ha dato un grande contributo alla diffusione dei ricevitori nelle case italiane, tanto da arrivare a decoder venduti al 31 Gennaio IL PERCORSO LEGISLATIVO DEL DTT IN ITALIA Il passaggio dal vecchio sistema di televisione analogica a ciò che sarà la televisione digitale del futuro prevede una regolamentazione lungo le varie fasi di attuazione e le rispettive modalità di convergenza. Possiamo notare che l Italia si è subito distinta per la rapidità con cui ha aderito alla rivoluzione digitale e con cui sono state emanate leggi in proposito, che hanno aiutato l Italia a stare al passo con il resto dell Europa. E la legge Maccanico 14 la prima a introdurre il concetto di televisione digitale terrestre nel corpo normativo italiano. Inoltre, istituisce l Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il cui compito è quello di elaborare un piano di assegnazione delle frequenze analogiche nell ambito del quale parte dello spettro doveva essere riservato alla diffusione di segnali radiotelevisivi in tecnica digitale 15. Tali frequenze sarebbero state assegnate a operatori televisivi nuovi e tradizionali. Sempre questa legge, stabilisce un periodo di convivenza del sistema digitale e quello analogico, fino allo spegnimento delle frequenze di quest ultimo 16. Nel 1998 l Autorità per le 11 Gratuiti. 12 Letteralmente paga per vedere. 13 Multimedia Home Platform. E uno standard definito nel 2000, della famiglia DVB, che definisce l interfaccia tra le applicazioni interattive digitali e gli apparati dove queste sono attivate. Si basa su linguaggio di programmazione Java e costituisce un software intermedio e aperto per la messa a punto di molti tipi di applicazioni e servizi, anche quelli relativi al DTT. Tale standard è in continua evoluzione e tende verso l implementazione di un collegamento del televisore a Internet. 14 Legge n. 249 del La legge n. 249 del 1997 parla di questo all art. 2 comma 6 e precisa che dovranno essere quattro le frequenze riservate alla trasmissione di programmi televisivi in tecnica digitale. 16 Ovviamente queste frequenze analogiche verranno utilizzate per la trasmissione in digitale. 10

7 garanzie nelle comunicazioni costituisce un comitato per lo sviluppo dei sistemi digitali 17, allo scopo di definire obiettivi, condizioni e modalità per lo sviluppo in Italia della tecnologia digitale e dei nuovi servizi e di individuare migliori soluzioni legislative, tecniche e commerciali. In particolare, il Comitato è stato suddiviso in quattro gruppi di lavoro, ognuno dei quali si occupa di quattro diverse aree tematiche di studio 18. Il risultato del lavoro svolto da tali gruppi è la realizzazione del Libro Bianco sulla televisione digitale terrestre, pubblicato nella primavera del Il Libro Bianco indica, inoltre, un Piano digitale, per poter occupare con più canali digitali l attuale spazio di frequenza riservato ad un solo canale analogico. In questo scenario tutto digitale si renderebbero disponibili da 40 a 90 programmi televisivi, arricchiti da applicazioni multimediali interattive, suddivisi tra programmi a diffusione nazionale e programmi a diffusione regionale e locale. La legge n. 66 del marzo 2001 offre un primo quadro giuridico, seppure parziale, per il passaggio al tutto digitale. In particolare: - consente alle emittenti di sperimentare (previa autorizzazione Ministeriale) la tecnica DTT su frequenze proprie; - prevede l approvazione di un piano nazionale delle radiofrequenze entro fine 2002; - stabilisce che ogni multiplex 19 debba contenere almeno tre programmi televisivi e che i proprietari di rete devono cedere il 40% della capacità di trasmissione disponibile a editori terzi; - fissa come data di switch off 20 dell analogico il 31 dicembre Un ruolo cruciale lo assume il Regolamento emanato dall Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con delibera n. 435/01/CONS, che definisce le norme di applicazione di quanto specificatamente previsto dalla Legge n. 66/2001 per l introduzione della nuova tecnologia attraverso una fase transitoria di sperimentazione. E sicuramente la legge Gasparri (n.112/2004) a iniziare a prendere in considerazione le leggi precedentemente approvate, modificando alcuni snodi problematici e riaffermandone altri. 17 Il comitato è composto dai rappresentanti del Ministro delle Comunicazioni, dell industria elettronica e delle emittenti. 18 In particolare: requisiti di servizio e standard di qualità (gruppo A), architettura delle reti con relativi costi di realizzazione (gruppo B), standard del decoder per la fruizione dei servizi in tecnica digitale (gruppo C), proposte e scenari operativi per l avvio della televisione digitale terrestre (gruppo D). 19 Impianto attraverso il quale i segnali tv vengono combinati in un flusso di trasmissione. 20 Con tale termine s intende lo spegnimento delle trasmissioni televisive analogiche. Ciò significa che senza opportune modifiche, come l acquisto di un decoder, non sarà più possibile fruire dei tradizionali programmi televisivi. 21 Principalmente l obiettivo di indicare una data limite è quello di incentivare e velocizzare il processo di compravendita delle frequenze, spingendo i piccoli operatori locali a disfarsi in tempo utile delle frequenze analogiche, oltre a spingere emittenti, industria elettronica e utenti televisivi verso una conversione rapida alla nuova tecnologia. 11

8 In particolare, la legge riconferma la data di passaggio all all digital al 31/12/2006 e consente alle reti messe sotto accusa 22, in quanto ritenute eccedenti in un sistema che doveva garantire il pluralismo, di continuare a trasmettere in analogico fino a tale data. Le trasmissioni televisive del DTT sono partite ufficialmente l 1 gennaio 2004, con 5 Multiplex ed una copertura del 50% della popolazione. Le offerte pay hanno invece avuto il loro calcio d inizio (in tutti i sensi!) poco più di un anno dopo: il 22 gennaio 2005, in occasione della prima giornata di ritorno del campionato di calcio. Per quanto riguarda l offerta pay per il cinema, si è dovuto attendere il 28 agosto Risale a quello stesso anno il Testo unico del sistema radiotelevisivo 23, il cui scopo è quello di semplificare e razionalizzare l'immensa e spezzettata normativa in vigore raccogliendo tutte le leggi fatte finora riguardo il sistema radiotelevisivo italiano. Il primo Dicembre 2005 il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi annuncia lo switch off al 31 Dicembre 2008, per dar tempo ai broadcaster di aggiornare le loro reti di trasmissione e ai telespettatori di dotarsi dei necessari decoder per la ricezione. Già a Ottobre, il direttore generale della Rai Alfredo Mocci si mostrava critico verso la data del 31 Dicembre 2006: il termine fissato dall Italia per lo switch off è troppo vicino: per gli altri Paesi è il 2012, per noi è il Prima dello switch off dobbiamo essere sicuri che tutta la popolazione si sia attrezzata per la nuova tecnologia. Nelle regioni all digital, la Sardegna e la Valle d Aosta, lo switch off dovrebbe arrivare con due anni d anticipo, ora che la data per l intero territorio italiano è stata spostata al Stabilito in due fasi, prima i capoluoghi di provincia, poi l intera regione, anche lo switch off delle regioni all digital ha subito dei rinvii. Infatti, era previsto inizialmente per il 31 Gennaio 2006, limitatamente ai capoluoghi, e per il 31 Luglio 2006 per l intera regione. Ma in Sardegna, alla fine di Ottobre 2005, emergevano i primi segnali di difficoltà. Il consiglio di amministrazione della Rai stanziava 7 milioni di euro per l ammodernamento della rete nell isola. Per completare l opera, includendo anche l altra regione all digital, secondo il presidente Claudio Petruccioli servono altri 9 milioni di Euro, cioè in tutto 16 milioni. Ai primi di Novembre 2005, Renato Soru, presidente della Regione Sardegna, annuncia: non metteremo più un Euro per finanziare il passaggio dall analogico al digitale. Promessa mantenuta, poi, alla fine del mese. Farò una battaglia perché non si può negare ai sardi il diritto di continuare a vedere la televisione nel modo in cui la vedono, a cominciare dai programmi del servizio pubblico : per Soru, infatti, l accordo sottoscritto ad Aprile del 2005 con il ministero è stato del tutto disatteso. Nelle intenzioni dell ex patron di Tiscali, il digitale terrestre avrebbe dovuto portare 22 In particolare Rete4 era destinata a passare sul satellite perché Mediaste possedeva 3 reti sulle 11 nazionali e questo era contro legge prevedeva (ossia che ogni gruppo televisivo occupasse massimo il 20% del mercato nazionale). 23 Approvato dal decreto legislativo n. 177 del

9 nelle case dei sardi non solo la tv commerciale e a pagamento ma anche la tv come terminale della rete, un decoder collegato all Adsl per l accesso veloce a Internet. Questa è la rete, con il suo terminale televisivo: libera, aperta, democratica, fa sì che anche la tv ci dia la possibilità di un utilizzo attivo, con i contenuti che io decido di prendere, via etere o da Internet, e che fa sì che io interloquisca con la pubblica amministrazione, oltre ad averne i servizi direttamente a casa. Ma di questa idea non è rimasto niente, conclude Soru (2005). Anche i decoder, a suo parere, sarebbero superati fra sei mesi. Inoltre, non vi è traccia dei laboratori che la Fondazione Bordoni e i network televisivi si erano impegnati di aprire in Sardegna. Pronta la risposta del sottosegretariato alle Comunicazioni, Paolo Romani, secondo il quale nessun accordo è stato disatteso e la Sardegna ha un occasione storica. Ha un attenzione del Ministero talmente alta da assicurarle una crescita tecnologica tale da renderla leader in Italia. Intanto, come annunciato, alla fine di Novembre 2005 il Consiglio regionale della Sardegna vota per il trasferimento dei fondi destinati allo sviluppo del digitale terrestre ad altra destinazione: l informatica nella sanità. Quindi la decisione del Ministero di rinviare il primo switch off al 15 Marzo Successivamente, la data è stata fissata per il 31 Luglio

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