Alimentazione e lesioni podali
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- Fabiana Nanni
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1 PAVIMENTAZIONI E MATERIALI A CONFRONTO Più benessere con i pavimenti in gomma Scivolosità, durezza e abrasività sono inconvenienti comuni dei pavimenti delle stalle, che possono causare cadute, lesioni e stress. I pavimenti in gomma possono migliorare le condizioni di vita degli animali, riducendo lesioni e scivolamenti e permettendo una deambulazione più naturale di Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo, Marzia Borciani I problemi sanitari agli arti e ai piedi sono una delle principali cause di scarto di animali negli allevamenti bovini da latte; gravi perdite economiche possono colpire le aziende nelle quali le zoppie non sono adeguatamente controllate (Gooch, 2001). Per rendersi conto del problema basta considerare che, secondo recenti studi, almeno il 25% delle vacche europee (circa 5 milioni di capi) soffre di problemi ai piedi. Studi effettuati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna hanno calcolato che le perdite economiche dirette causate dalle lesioni podali variano da 80 a 150 euro/vacca per anno in dipendenza della gravità della zoppia e del tipo di lesione che interessa il piede. Si tratta di dati allarmanti, che hanno portato le zoppie ad assumere un importanza economica sempre maggiore, di poco inferiore all infertilità e alle mastiti. Alimentazione e lesioni podali Le lesioni podali vengono generalmente scatenate da una serie di fattori, legati principalmente alla genetica, all alimentazione e all ambiente d allevamento. Grande rilevanza è stata sempre attribuita all alimentazione, in particolare alle forzature alimentari tipiche degli allevamenti di vacche da latte ad alta produzione, alla riduzione dell ingestione di sostanza secca e a dismetabolie di varia natura che si possono verificare in periodi critici della vita delle vacche (periparto, estate, ecc.). Questi fattori si traducono spesso nell acidosi ruminale, con diffusione nell organismo di sostanze tossiche che possono avere effetti negativi sulla salute dei piedi (Brizzi, 2007). Oggi il pensiero prevalente fra gli esperti podologi è che le problematiche alimentari siano una condizione necessaria, ma non sufficiente per scatenare lesioni ai piedi dei bovini (Guard, 2006). Fra i fattori ambientali un ruolo determinante è sicuramente giocato dal tipo di pavimentazione delle zone di stabulazione; particolarmente importanti sembrano essere la durezza del pavimento e il livello abrasivo della sua superficie. È utile ricordare che il pavimento delle aree di stabulazione della stalla è il punto di più intimo contatto fra gli animali allevati e l ambiente in cui questi vivono, rappresentando un componente fondamentale dell ambiente d allevamento. I pavimenti utilizzati nelle stalle per bovini possono essere pieni (continui) o fessurati (discontinui). Il calcestruzzo Le pavimentazioni continue sono realizzate in prevalenza con calcestruzzo, opportunamente armato con reti elettrosaldate d acciaio, con lo scopo di sopportare e distribuire i carichi di esercizio e le controspinte provenienti dal terreno. Lo spessore totale della lastra di calcestruzzo può variare da 0,12 a 0,2 m, in base ai sovraccarichi previsti (animali, mezzi meccanici). Per la buona tenuta del pavimento, in particolare per evitare fessurazioni e formazione di gradini, è fondamentale realizzare un piano di posa di adeguato spessore (0,2-0,4 m), costituito da un vespaio di ciottoli e ghiaia grossa, riempito con materiale minuto, livellato e ben compattato. La superficie del pavimento deve essere particolarmente resistente all usura, 42 supplemento a L Informatore Agrario 22/2008
2 S PERDITE ECONOMICHE DA ZOPPIE Minore produzione di latte Latte eliminato per uso di antibiotici Minore incremento ponderale Peggiori performance riproduttive Aumento del tasso di riforma e della quota di rimonta Maggiori costi per cure veterinarie viste le difficili condizioni nelle quali deve operare (aggressione da parte dei liquami e dei mezzi meccanici per la pulizia); ciò si ottiene utilizzando calcestruzzi di elevata resistenza a prestazione garantita, classe C32/40 o meglio ancora classe C35/45, acquistati da centrali di betonaggio. Il rapporto acqua/cemento deve essere il più basso possibile, compatibilmente con la lavorabilità dell impasto; non si dovrebbe superare il valore di 0,48 perché l eccesso di acqua è molto dannoso, diminuendo la resistenza del calcestruzzo, aumentando il ritiro e comportando il grave rischio della separazione degli inerti. Infine, la resistenza del calcestruzzo è anche condizionata dalla granulometria degli inerti; è bene utilizzare inerti di diversa pezzatura, in modo da ridurre la presenza di spazi vuoti, con prevalenza di pietrischetto e pietrisco (da 3 a 30 mm di diametro). 1a 1b Trattamenti dopo la posa Per limitare la scivolosità dei pavimenti (1a) conviene intervenire con la rigatura della superficie; i solchi, di 6-12 mm, si possono realizzare mediante stampi di metallo (1b) Un aspetto rilevante è poi il trattamento del pavimento dopo la posa, al fine di evitare una perdita troppo rapida di acqua dal calcestruzzo, che può comportare una serie di problemi strutturali quali le fessurazioni della superficie, la formazione di granuli di cemento inerti e la riduzione della resistenza del calcestruzzo alla compressione e all usura (Steiner e Van Caenegem, 2003). Inoltre, prima dell introduzione degli animali è bene lavare i pavimenti con una soluzione a base di solfato di rame al 5% (Brizzi, 2008); le strutture di calcestruzzo fresco, infatti, sono caratterizzate dalla reazione di idratazione (presa) fra cemento e acqua, con formazione di una miscela molto alcalina, che risulta fortemente caustica, e benché tale problema si riduca drasticamente a indurimento avvenuto, è buona norma intervenire con il lavaggio per evitare possibili problemi ai tessuti esterni dell animale (pelle e corno del piede). La finitura superficiale dei pavimenti di calcestruzzo deve essere sufficientemente ruvida (microrugosità) da permettere una buona presa dei piedi dei bovini, ma non troppo abrasiva, per evitare danni alla suola degli unghioni: più facile da dirsi che da farsi. Come evitare la scivolosità Di fatto, la scivolosità dei pavimenti è un inconveniente noto, anche se spesso sottovalutato, che può rendere il movimento degli animali instabile e incerto, provocando cadute e uno stato generale di stress. Per limitare questo problema, già in sede di realizzazione del pavimento è consigliabile intervenire con la rigatura della superficie; i solchi, profondi 6-12 mm, si possono realizzare mediante appositi stampi di metallo sul conglomerato ancora fresco (da 1 a 2 ore dopo la posa), avendo cura di eliminare eventuali sporgenze e bordi taglienti prima dell ingresso degli animali. Sui pavimenti esistenti è possibile intervenire con speciali macchine che incidono il calcestruzzo preventivamente pulito. Si consiglia di realizzare i solchi in diagonale, a una distanza reciproca di mm, in entrambi i sensi, per ottenere un disegno a rombi (Graves et al., 1997) (foto 1). Un altro sistema per limitare la scivolosità del pavimento è quello di incorporare nella superficie di calcestruzzo dei granuli di caucciù. L intervento può essere fatto direttamente sul pavimento nuovo, ma anche su un pavimento già esistente; in quest ultimo caso sono previste una serie di operazioni in sequenza, fra le quali l abrasione meccanica per una profondità di 2-3 mm, la stesura di primer a elevata adesività, l utilizzo di malta resinosa metacrilica dello spessore necessario e la semina di granuli di caucciù di 2-4 mm in ragione di 2-2,5 kg/m 2. Utilizzo della gomma Il pavimento in malta resinosa e gomma mostra una buona capacità antiscivolo, soprattutto quando è pulito, ma per evitare la rapida usura della superficie, con asportazione dei granuli di gomma, è bene che le lame degli eventuali raschiatori non lo tocchino. Questo tipo di rivestimento può essere utilizzato anche per le pavimentazioni fessurate. Recenti ri- 22/2008 supplemento a L Informatore Agrario 43
3 lievi sperimentali (Cornacchia e Brizzi, 2004) hanno mostrato una diminuzione delle lesioni podali in una stalla di lattifere dopo l introduzione del nuovo rivestimento sul pavimento esistente. In questi ultimi anni nelle stalle italiane si sta assistendo alla diffusione delle pavimentazioni deformabili in gomma; tali rivestimenti vengono installati sia nelle aree di circolazione della stalla, sia nella zona di mungitura, con lo scopo di migliorare la deambulazione degli animali e limitare le problematiche podali. Sono disponibili rivestimenti in gomma sia per pavimenti pieni, sia per pavimenti fessurati. Queste pavimentazioni devono avere una superficie antiscivolo ed essere morbide, permettendo agli unghioni di affondare quanto basta nel tappeto; ciò consente un ulteriore effetto antiscivolo, perché l unghione viene accolto in una concavità, e permette di ridurre le pressioni a livello di arti e piedi, consentendo una camminata più naturale. Vantaggi e svantaggi I vantaggi delle pavimentazioni di gomma potrebbero essere: riduzione dell incidenza delle lesioni podali; riduzione degli scivolamenti; migliore deambulazione degli animali; migliore evidenziazione dei calori. Per contro, l installazione di rivestimenti di gomma comporta un costo aggiuntivo non indifferente, che andrà valutato sulla base dei benefici che ci si può attendere, soprattutto in termini di migliore salute degli animali, maggiore produzione di latte, migliore fertilità e riduzione dei tassi di rimonta. Altri aspetti che dovranno essere valutati dalla ricerca sono l effetto delle alte e basse temperature sulla deformazione e durata del rivestimento, i problemi legati alla pulizia meccanizzata e, non ultimo, il rischio di decubito di bovine nelle corsie. Bisogna inoltre considerare che il consumo degli unghioni viene ridotto di molto e quindi si può presumere un aumento della frequenza degli interventi di pareggiamento. Test di collaudo eseguiti dalla Deutsche Landwirtschafts Gesellschaft (DLG) (2004) su alcuni modelli di pavimento in gomma hanno evidenziato Cuccette a buca con lettiera di paglia ben progettate e gestite consentono tempi di riposo di ore/giorno Foto 2 - Il collocamento degli abbeveratoi in passaggi stretti può costituire un elemento di disturbo alla libera circolazione delle vacche buoni risultati, con un aumento dell attività degli animali, un discreto effetto antiscivolo, una maggiore sicurezza del passo e una riduzione delle lesioni podali. Le vacche appaiono più sicure anche negli atteggiamenti tipici della fase del calore (cavalcamenti). In un numero relativamente modesto di stalle con pavimento in gomma è stato riscontrato un aumento delle bovine che si coricano nelle corsie. Se le vacche stanno troppo in piedi Un fattore di rischio di grande rilevanza in talune patologie podali dei bovini è senza dubbio il tempo trascorso in piedi dagli animali nell arco della giornata; ciò è particolarmente vero nell allevamento in regime stallino, dove i bovini hanno a disposizione corsie e aree di transito con pavimentazione di calcestruzzo. È innegabile, infatti, che le pavimentazioni tradizionali delle stalle rappresentino un elemento dell ambiente d allevamento poco naturale, specie se rapportato alle superfici dei pascoli su cui molti bovini si muovono abitualmente. Le pavimentazioni dure comportano elevate pressioni a livello delle complesse strutture del piede e la cosa è facilmente intuibile considerando il rapporto fra la mole dei bovini adulti e la superficie d appoggio degli unghioni. Lasson e Boxberger (1976) hanno valutato in circa 75 cm 2 la superficie utile di appoggio a terra, su un pavimento indeformabile, di un piede di vacca (due unghioni). Considerando un peso vivo medio dell animale di 650 kg, ciò comporta un carico in stazione di circa 163 kg/piede e un carico in movimento di circa 220 kg/piede, che, se parametrati all unità di superficie d appoggio, equivalgono a 2,2-2,9 kg/cm 2. Ma i piedi delle vacche non sono sempre perfetti come li si vorrebbe, con il risultato che unghioni non pareggiati o di forma non ottimale subiscono un carico concentrato in alcuni punti, con valori molto maggiori di quelli teorici sopra esposti. Bisogna poi considerare che durante l attività motoria i piedi scaricano al suolo anche l energia cinetica del movimento, che in taluni casi si concentra sui soli arti posteriori (atto del cavalcamento), con il risultato che le pressioni possono arrivare a valori molto elevati e concentrati soprattutto sulle pareti degli unghioni (320 N/cm 2 e oltre, secondo Steiner e Van Caenegem, 2003). Le più comuni cause del troppo tempo trascorso in piedi dalle vacche possono essere così riassunte: sovraffollamento della stalla; cuccette poco confortevoli; problemi nella circolazione degli animali; stress termico; tempi di attesa e mungitura troppo lunghi; esecuzione di lavori nelle zone di riposo. 44 supplemento a L Informatore Agrario 22/2008
4 S Pericolo sovraffollamento Il tema del sovraffollamento delle stalle è di grande attualità e numerosi esperti di strutture e di tecniche di allevamento segnalano da tempo il pericolo di conduzioni troppo «spinte» in tal senso. I soggetti più sensibili alle problematiche indotte dal sovraffollamento sono le vacche nel periodo del periparto e nella prima metà della lattazione, oltre ai soggetti di prima lattazione (primipare), che occupano spesso i gradini più bassi della scala gerarchica. Rapporto fra i posti previsti in zona riposo e numero di capi. Il fatto è particolarmente grave se la stalla è a cuccette, ma è un problema anche nella stabulazione a lettiera, perché significa che la superficie unitaria in zona di riposo si riduce al di sotto dei valori di progetto adottati, con tutti i problemi che ne conseguono (difficoltà a mantenere la lettiera pulita, aumento dei traumi da calpestamento, aumento dello stress termico in estate). Si deve assolutamente ribadire l importanza di avere almeno una cuccetta per ogni vacca allevata nella stalla, perché solo in questo modo si può garantire anche agli animali dominati della mandria un adeguato periodo di riposo e quindi una limitata permanenza in piedi sulle corsie di transito. Basso rapporto fra posti alla mangiatoia e numero di vacche. Questo aspetto risulta particolarmente grave quando l alimentazione è contemporanea, con distribuzione di foraggi freschi o affienati per tempi limitati, più volte al giorno; questa condizione impone un rapporto pari almeno a 1, onde evitare che alcuni animali perdano molto tempo in piedi alla ricerca, spesso vana, di un posto con alimento ancora disponibile. Può capitare, inoltre, che bovine poste nei gradini più bassi della scala gerarchica, avendo meno tempo da trascorrere alla mangiatoia, consumino pasti abbondanti e poco frequenti (Guard, 2006), con le negative conseguenze a livello digestivo (acidosi ruminale). Può essere tollerato un rapporto non inferiore a 0,8 solo quando si attua l alimentazione continua, con presenza dell alimento in mangiatoia per almeno 18 ore/giorno, ma anche in questo caso è consigliato un rapporto prossimo all unità. Numero limitato di punti di abbeverata. Questo aspetto, già di per sé negativo, risulta aggravato dall errata collocazione degli abbeveratoi; in tal caso, molte bovine durante il periodo estivo sono costrette a lunghe attese in piedi o a continui spostamenti per poter accedere all acqua di bevanda a causa della carenza di abbeveratoi o per il fatto che il modello di erogatore installato non è adatto a una rapida e abbondante assunzione di acqua (foto 2). La presenza di pochi punti di abbeverata, magari concentrati in alcune zone della stalla, aumenta la possibilità che i capi dominanti controllino gli abbeveratoi, con problemi per i capi subordinati a soddisfare le loro esigenze idriche e con aumento dei tempi trascorsi in piedi dalle vacche. Inoltre il collocamento degli abbeveratoi su passaggi stretti può costituire un elemento di disturbo alla libera circolazione delle vacche, con il risultato che i capi dominati possono avere difficoltà a raggiungere un posto in cuccetta, restando in piedi per più tempo o sdraiandosi sulle corsie. Tempi di riposo Un aspetto fondamentale che condiziona i tempi di riposo è il tipo di cuccetta; una cuccetta può risultare poco gradita agli animali per una serie di motivi, fra i quali si ricordano le dimensioni errate (cuccette corte o troppo strette), le attrezzature di contenimento mal posizionate (battifianchi troppo bassi o troppo alti, tubo allineatore troppo avanti o troppo indietro, fermo al piede troppo alto) e la superficie di riposo troppo dura. Numerose ricerche hanno evidenziato come cuccette del tipo a buca con lettiera di paglia, se ben progettate e gestite, consentano tempi di riposo delle vacche in lattazione di ore/giorno (House et al., 1994; Rossi et al., 2003), da ritenersi ottimali per questa categoria di bovini. Risultati altrettanto validi si possono riscontrare anche nelle cuccette con materassi morbidi a due o tre strati, mentre l impiego di materassi più duri o di tappetini comporta una riduzione del tempo di riposo, che può scendere a ore/giorno. Assolutamente non proponibili le soluzioni con cuccette a pavimento di calcestruzzo, nudo o con poca lettiera, che comportano tempi di riposo ridottissimi (7-8 ore/giorno). Il tempo trascorso in piedi dalle bovine può essere condizionato dal dimensionamento delle aree di transito (zona di alimentazione e corsie di smistamento) e dei passaggi fra le cuccette, perché larghezze ridotte si traducono in difficoltà di spostamento, specialmente nelle zone dove sono previste anche altre attività (alimentazione, abbeverata). Un tipico caso, riscontrabile soprattutto in stalle libere di vecchio tipo, è quello della zona di alimentazione larga 3 m (foto 3); in queste condizioni pochi animali alla mangiatoia e un animale dominante fermo nello spazio retrostante possono bloccare la circolazione di parte della mandria, causando il prolungamento dei tempi trascorsi in piedi dalle vacche. Bisogna considerare, inoltre, che il layout di stalla (distribuzione interna delle diverse aree) può causare proble- Foto 3 - Le stalle libere di vecchia tipologia presentano una corsia di alimentazione larga 3 m 22/2008 supplemento a L Informatore Agrario 45
5 mi nella libera circolazione degli animali. È il caso, ad esempio, della presenza di fondi ciechi nelle corsie (cul-de-sac), che possono impedire alle bovine dominate di sottrarsi da una situazione di difficoltà, costringendole a rimanere in piedi per tempi prolungati. Pericolo caldo Una notevole turbativa alle normali condizioni d allevamento può essere indotta dallo stress termico estivo: le vacche ad alta produzione, infatti, sono particolarmente sensibili alle alte temperature, specie se a queste si abbinano alti tassi igrometrici. Gli effetti negativi, riscontrati a livello sperimentale da numerose ricerche e verificati dopo ogni estate calda da tanti allevatori, si manifestano anche a livello di comportamento degli animali, che ad esempio tendono a preferire l alimentazione nelle ore più fresche del mattino o nelle ore serali, se ciò è possibile. Il consumo di un minor numero di pasti più abbondanti, come già detto in precedenza, può predisporre l animale all acidosi ruminale, con le possibili conseguenze sulla salute dei piedi. Ma un effetto diretto sul comportamento delle lattifere può essere verificato nelle stalle durante il periodo più caldo: gli animali tendono a raggrupparsi, in piedi, in certe aree del ricovero, presumibilmente dove la velocità dell aria è maggiore. Questo strano atteggiamento, non del tutto chiarito, potrebbe essere un tentativo della mandria di difendersi dalle fastidiose punture delle mosche, anche se così accalcate le bovine aumentano la loro sensazione di caldo. Anche la presenza dei ventilatori per il raffrescamento estivo può portare a una permanenza prolungata delle vacche in piedi nella zona interessata dal cono d aria, sia in zona di alimentazione, sia in quella di riposo. Si può riscontrare con una certa frequenza che la bovina rimane in piedi nella cuccetta e ciò è da mettere in relazione con il fatto che la dispersione termica è maggiore rispetto alla situazione dell animale in decubito, perché la superficie corporea è meglio esposta alla corrente d aria. Peraltro, talune tipologie di tappetini o materassini aumentano ulteriormente la sensazione di caldo per l animale sdraiato. Un aspetto che può avere un influenza non secondaria sul tempo totale trascorso in piedi dalle vacche è la durata delle Foto 4 - La finitura del pavimento in calcestruzzo deve permettere una buona presa dei piedi dei bovini, ma anche evitare danni alla suola degli unghioni I pavimenti in calcestruzzo devono essere ruvidi per una buona presa dei piedi, ma non abrasivi operazioni di mungitura. In particolare, ha rilevanza il tempo di attesa alla mungitura, dal momento in cui l addetto inizia la raccolta degli animali al momento in cui la vacca entra nella posta di mungitura; questo tempo dipende da: la distanza fra l area di stabulazione e la zona di attesa (foto 4); la «scorrevolezza» del percorso che devono fare gli animali (assenza di ostacoli o di strettoie); il numero di animali del gruppo di mungitura, che determina la dimensione della zona di attesa. Bisogna poi considerare che il tempo trascorso nella posta di mungitura varia in base alla tipologia di sala e alla sua dimensione; tendenzialmente si riduce con la mungitura individuale (autotandem), mentre può allungarsi considerevolmente nelle grandi sale a spina di pesce e a pettine, dove il periodo di permanenza è condizionato dal tempo di mungitura della vacca più lenta di ogni gruppo. Considerando le due mungiture giornaliere, si possono registrare tempi medi trascorsi in piedi dalla singola vacca per le operazioni di mungitura variabili da 80 a 160 min/giorno. Infine, alcuni lavori di routine da eseguirsi nella zona di riposo, come la cura delle cuccette e l aggiunta di paglia, possono creare disturbo agli animali, che, se in riposo, sono costretti ad alzarsi e a trasferirsi in altre aree; proprio per questa ragione tali operazioni dovrebbero essere eseguite quando la zona di riposo è vuota, ad esempio durante la mungitura, o quando la maggior parte delle vacche si trova nella zona di alimentazione o nei paddock esterni (se presenti). Un effetto positivo sulla salute di arti e piedi, e più in generale sul benessere animale, potrebbe derivare dalla presenza di aree di esercizio esterne con pavimento in terra battuta; i paddock devono essere adeguatamente dimensionati, per impedire l impaludamento del terreno nelle giornate di pioggia, e devono essere mantenuti in buone condizioni, con interventi di pulizia e ripristino della superficie. La presenza del paddock in terra consente alle vacche di camminare su una superficie naturale, riducendo così il tempo trascorso in piedi sui pavimenti duri. Esiste però un problema di scarso gradimento di queste aree da parte dei servizi di controllo delle ASL, per motivazioni di ordine ambientale, fatto che spesso ne impedisce la realizzazione. Paolo Rossi Alessandro Gastaldo Marzia Borciani Centro ricerche produzioni animali Reggio Emilia p.rossi@crpa.it Per consultare la bibliografia: 08ia22_3465_web 46 supplemento a L Informatore Agrario 22/2008
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