MindScope. Le elezioni olandesi aprono la turbolenta stagione elettorale europea

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1 Un approfondimento su importanti questioni di rilievo per l economia mondiale MindScope Le elezioni politiche che si terranno quest anno in alcuni paesi chiave dell Unione europea potrebbero sfociare in una nuova ondata di populismo antieuropeo. La prima sarà l Olanda, seguita da Francia e Germania e forse anche dall Italia. La regione si trova di fronte a un bivio, con tre scenari possibili per il suo futuro. Le elezioni olandesi aprono la turbolenta stagione elettorale europea

2 Che strada prenderà l Europa? L Europa è a un bivio. Gli eventi politici recenti e imminenti saranno fondamentali per determinare il suo percorso futuro. Le elezioni politiche che avranno luogo in Olanda il 15 marzo apriranno questa delicata stagione. La tornata elettorale olandese è la prima delle tre* che si svolgeranno quest anno in paesi fondatori dell Unione europea, cui seguiranno Francia (aprile/maggio) e Germania (settembre), ed è stata preceduta dal referendum sulla Brexit tenutosi nel Regno Unito nel 2016 e dal risultato sorprendente delle elezioni presidenziali statunitensi. Il rischio politico in Europa si traduce principalmente nella possibilità che uno stato membro lasci l Unione Economica e Monetaria (UEM) e abbandoni l euro. Ciò lascia presagire molto chiaramente il rischio che un partito populista possa indire e vincere un referendum sull uscita dall euro. Sia il Partito per la Libertà nazionalista di Geert Wilders in Olanda, sia il Front National di Marine Le Pen in Francia hanno chiesto questo referendum ed entrambi stanno andando forte nei sondaggi. A nostro avviso le elezioni olandesi non avranno un impatto significativo immediato sul mercato, tuttavia svolgono un ruolo importante nel quadro più ampio del crescente populismo antieuropeo. Il risultato potrebbe influenzare le elezioni in Francia, dove la competizione sembra molto più serrata. Il rischio politico può portare anche a una paralisi politica, imprigionando la regione in un circolo vizioso caratterizzato da una persistente debolezza della crescita economica, bassa inflazione, aumento dei debiti pubblici e maggiore polarizzazione politica. Questo equilibrio basato sulla filosofia del tirare avanti non può durare in eterno. A un certo punto, le forze politiche daranno vita a un cambiamento rivoluzionario che potrebbe essere innescato dall uscita dei paesi centrali, contrari a un livello sempre maggiore di condivisione dei rischi e di trasferimenti (impliciti) cui non corrisponde un dividendo di riforme strutturali sufficientemente elevato nei paesi periferici. In alternativa, i paesi periferici potrebbero decidere di uscire perché non intendono più accettare le restrizioni imposte loro dalle regole comuni, soprattutto in assenza di meccanismi di condivisione degli oneri e dei rischi adeguati a compensare la perdita del controllo sul loro destino economico. Oppure, i policy maker potrebbero trovare un modo per superare una serie formidabile di ostacoli politici e consolidare le istituzioni della regione, riuscendo quindi a infondere nuova fiducia negli elettori. Il problema, in tutto ciò, è che i mercati o gli operatori dell economia reale non sempre valutano correttamente questi rischi politici. In particolare, può entrare in gioco un forte elemento di autoadempimento, che nel settore sovrano assume la forma di un brusco ampliamento degli spread sui titoli di Stato, mentre nel settore bancario si traduce in una fuga dei depositi dai paesi euro rischiosi a quelli sicuri. I policy maker dell eurozona devono trovare soluzioni in grado di creare un corto circuito in questi processi. In questo MindScope prendiamo in esame tre possibili scenari che potrebbero rappresentare il futuro dell Europa, descrivendo quello che ciascuno di essi potrebbe significare per i mercati finanziari e per gli investitori. * Forse in Italia le elezioni politiche saranno anticipate al In caso contrario, probabilmente si terranno nella primavera del 2018 (v. pag. 7). Dall arena finanziaria alla sfera politica e sociale Nei venticinque anni trascorsi dalla nascita dell UEM abbiamo assistito alla creazione di una moneta comune, che è diventata la seconda valuta più scambiata al mondo e la seconda valuta di riserva internazionale. Nonostante il complessivo successo dell euro, nel corso del tempo sono emersi alcuni difetti strutturali dell UEM, soprattutto dalla grande crisi finanziaria del La crisi del debito sovrano europeo che ne è scaturita ha spinto l Unione europea, i suoi governi nazionali e la Banca centrale europea (BCE) ad attuare una serie di misure di sostegno finanziario. La gravissima crisi del debito greco ha alimentato le speculazioni sulla prima possibile uscita dall euro e sulla conseguente possibile disgregazione dell unione monetaria. Le turbolenze sottostanti non sono rimaste confinate all arena finanziaria e si sono estese alla sfera politica e sociale. Gli accordi fiscali che regolano l appartenenza all UEM hanno avuto un forte impatto sulle politiche di bilancio nazionali all interno dell eurozona e probabilmente hanno frenato la crescita economica dell intera regione. Richiamandosi ai vincoli imposti dal patto di stabilità e crescita, finalizzato a garantire la disciplina fiscale imponendo un limite ai livelli del deficit e del debito pubblico dei paesi membri, i ministri delle finanze hanno dato maggiore priorità all equilibrio dei loro bilanci che alla stimolazione delle economie nazionali. I policy maker dovrebbero agire adesso che la marea economica sta salendo Anche se la regione è imprigionata da diversi anni in uno scenario caratterizzato dalla filosofia del tirare avanti, la buona notizia è che più in profondità si è registrato un sensibile miglioramento della competitività e del debito a livello periferico. Alcuni paesi hanno avviato un processo di riforme strutturali e le istituzioni fiscali e bancarie dell intera area versano in condizioni migliori rispetto a cinque anni fa. Tutto questo, unitamente alla fine dell austerità fiscale, alla politica monetaria accomodante e al miglioramento dello scenario economico globale, ha consentito alla regione di acquisire un forte slancio in termini di crescita interna. Se proseguirà, questa tendenza potrà potenzialmente servire a ridurre sensibilmente i rischi politici. Infatti, è importante sottolineare come fino a oggi l incertezza politica non abbia prodotto effetti percepibili sulla fiducia del settore privato e sull accelerazione dei consumi. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che siamo soltanto a metà strada. Prima o poi la marea economica scenderà e allora riemergeranno le profonde divisioni istituzionali ancora esistenti. Pertanto è estremamente importante che i policy maker sfruttino la marea economica crescente per rendere le istituzioni dell area più equilibrate e solide. Il loro successo dipenderà in larga misura da quanto riusciranno a sedare la rivolta degli elettori all interno della regione. Anche qualora i partiti attualmente al governo riuscissero a escludere i populisti dal potere in questa stagione elettorale, senza però essere poi in grado di rafforzare adeguatamente la regione per consentirle di superare la prossima crisi economica, potrebbero sorgere problemi forse insormontabili per l eurozona come la conosciamo oggi. 2

3 Figura 1: Gli acquisti della BCE gonfiano il bilancio Cresce l insoddisfazione nell elettorato Da qualche tempo in Europa cresce tra gli elettori l insoddisfazione per i governi nazionali e sovranazionali. Il clima politico si è polarizzato soprattutto negli ultimi due o tre anni. L apparente incapacità dei governi nazionali di far fronte alle crescenti ondate migratorie ha alimentato il fuoco dell insoddisfazione e ha consentito ai partiti populisti con programmi antieuropei di ampliare la loro base di consenso. La decisione degli elettori del Regno Unito, un paese non appartenente all eurozona, di lasciare l Unione europea nel giugno 2016 e l elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti lo scorso novembre sono forse le dimostrazioni più profonde di questo contraccolpo, fino a oggi. Il tema globale del populismo e la mentalità più chiusa diffusa nell elettorato riceveranno ulteriore slancio da questi risultati. Il contraccolpo alla globalizzazione L era dell euro è stata caratterizzata da una crescita esponenziale del commercio mondiale e da una crescente libertà nella circolazione dei capitali. Questo processo di globalizzazione ha prodotto benefici per molte regioni del mondo, ma all interno di ciascuna di esse ci sono stati anche alcuni sconfitti. La crescita dei salari in molti dei paesi sviluppati più ricchi del mondo non è riuscita a tenere il passo con la crescita degli utili societari e dei rendimenti generati dagli investimenti, creando una crescente disuguaglianza in termini di distribuzione della ricchezza e del reddito. La BCE, dal canto suo, sta facendo tutto ciò che è in suo potere per stimolare la crescita economica dell eurozona tramite i suoi interventi di politica monetaria, che comprendono, tra le altre cose, l immissione illimitata di liquidità a lungo termine nel sistema bancario e acquisti di titoli governativi e obbligazioni corporate che hanno mantenuto i rendimenti ai minimi record. Tuttavia, in assenza di sforzi analoghi sul fronte fiscale da parte dei governi nazionali, dobbiamo chiederci quali saranno le conseguenze derivanti dal mantenimento, ancora per alcuni anni, del QE e di altre politiche accomodanti non convenzionali da parte della BCE. Figura 2: Tasso di riferimento dell eurozona (%) La maggior parte dei partiti politici principali in Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti ha avuto difficoltà a capire e gestire l insoddisfazione dei rispettivi elettori e la loro sensazione di essere stati abbandonati e di trovarsi in condizioni molto peggiori di prima. I fattori paura legati alla globalizzazione e all immigrazione non sono destinati a scomparire nel prossimo futuro e continueranno ad alimentare queste percezioni. Pertanto, il 2017 sarà un anno rivelatore per l Ue. In vari paesi membri chiave si terranno le elezioni politiche, e in alcuni di essi i partiti antieuropeisti stanno ottenendo un forte consenso nei sondaggi. Molto dipenderà da quanto l Unione europea riuscirà a convincere gli elettori dei benefici derivanti dall integrazione regionale. Quindi, in un futuro non molto lontano, l Europa potrebbe disgregarsi ulteriormente, forse dividendosi in un gruppo settentrionale di partner monetari e un gruppo meridionale di stati periferici. Oppure, le sue istituzioni potrebbero diventare strutturalmente più solide e ispirare maggiore fiducia nei cittadini europei rispetto a quanto accade oggi. In base all esperienza passata, non è impossibile, anzi forse è addirittura probabile, che l Ue riesca a trovare un modo per restare unita e tirare avanti scegliendo una via di mezzo. In ogni caso, il risultato avrà una serie di conseguenze per gli investitori. Debolezze strutturali alla base della Ue L eurozona sta attraversando una fase di ripresa ciclica piuttosto solida, tuttavia la sua economia è resa vulnerabile da numerosi problemi. In molti paesi, il rapporto tra debito e reddito (pubblico e/o privato) è ancora elevato. Come già sottolineato in precedenza, la polarizzazione politica è un fenomeno diffuso in tutta la regione e rappresenta una fonte d incertezza politica importante. Uno dei difetti più evidenti dell UEM è il fatto che la politica monetaria viene gestita a livello regionale, mentre la politica di bilancio, la regolamentazione bancaria e l assicurazione dei depositi sono rimaste sostanzialmente questioni nazionali. Questo squilibrio istituzionale si è rivelato quasi fatale per l eurozona negli anni successivi alla crisi finanziaria del Questo quasi disastro ha spinto i policy maker ad adottare misure finalizzate alla realizzazione dell unione fiscale e bancaria. Tali 3

4 misure, volte a creare e potenziare le istituzioni necessarie per agevolare il coordinamento dei bilanci pubblici e la vigilanza bancaria nell eurozona, dovrebbero idealmente cercare un equilibrio tra l applicazione delle regole comuni e la condivisione degli oneri e dei rischi. Ogni gioco organizzato ha bisogno di regole, e per ottenere un buon risultato è necessario che tutti i partecipanti le rispettino. Rispettare le regole significa anche rinunciare in parte alla propria libertà. Nel gioco dell unione monetaria, i singoli stati cedono parte della loro libertà per gestire gli shock idiosincratici. Un sistema stabile richiederebbe il coordinamento e l aiuto reciproco tra i partecipanti al verificarsi di tali eventi, condividendo i rischi e gli oneri. Ed è in questo che l unione monetaria europea si è rivelata carente. Figura 3: Posizione fiscale dell eurozona Un circolo vizioso Tale percezione negativa serve soltanto a rallentare ulteriormente il processo per la creazione di istituzioni per l area UEM. Si potrebbe affermare che la regione è imprigionata in un circolo vizioso tra la dilagante insoddisfazione degli elettori, da un lato, e la crescente incertezza e paralisi politica dall altro. A nostro avviso, questo circolo vizioso potrebbe essere spezzato da un forte miglioramento della crescita nominale, che non soltanto consentirebbe di alleggerire il debito e ridimensionare il problema delle sofferenze bancarie, ma potrebbe anche placare gli elettori. Il sostegno dell elettorato della regione è assolutamente necessario, così come l avanzamento verso l unione fiscale e bancaria. La polarizzazione politica è un fenomeno diffuso in tutta la regione ed è una fonte di incertezza politica importante. L insoddisfazione per l Ue sta aumentando costantemente tra gli elettori di vari stati membri, e le crisi del debito sovrano che hanno colpito i paesi meridionali non hanno fatto che alimentare il risentimento tra i cittadini del nord della regione. Il malcontento degli elettori aggiunge un altra dimensione alla sfida affrontata dall Europa. Per gli investitori, la domanda fondamentale è se i leader europei hanno la volontà e la capacità di affrontare le preoccupazioni fondate degli elettori e di rispettare le differenze nelle preferenze espresse dagli elettori a livello nazionale, riuscendo allo stesso tempo a rendere le istituzioni che sostengono l UEM più solide e resistenti agli shock. Figura 4: Crescita del PIL dell eurozona (%) Servono approcci più proattivi L incompletezza istituzionale dell UEM evidenzia anche altri difetti fondamentali. Essa impedisce un approccio più proattivo alla gestione dei debiti pubblici elevati anche in questo caso attraverso una maggiore condivisione dei rischi fiscali o una maggiore condivisione degli oneri in cui i paesi forti reflazionano la loro economia per facilitare la riduzione del debito in quelli più deboli. La mancanza di una base istituzionale completa impedisce inoltre alla regione di risolvere in modo efficace il problema delle sofferenze (NPL) in vari sistemi bancari nazionali, come invece è riuscito a fare il governo statunitense nel 2008 attraverso il cosiddetto Trouble Asset Relief Program (TARP). A causa dell incapacità della regione di gestire tutti questi problemi in modo sufficientemente proattivo, l andamento dell economia in termini di crescita nominale è stato relativamente deludente negli ultimi otto anni e ciò ha rafforzato la percezione di un Europa che non è in grado di risolvere i problemi dei suoi cittadini, un elemento trainante del crescente consenso ottenuto dai partiti populisti. 4

5 Davanti a un bivio In generale, l Europa ha davanti a sé un bivio a tre strade. Potrebbe deviare bruscamente dal suo attuale percorso se il crescente malcontento dei suoi cittadini dovesse sfociare in un ulteriore disgregazione dell unione, magari con l uscita di alcuni paesi dall unione monetaria. Oppure, potrebbe prendere la direzione opposta, rafforzando la sua struttura istituzionale in modo tale da ottenere una condivisione pratica degli oneri e dei rischi, stimolando la crescita dell economia e recuperando, almeno in parte, il sostegno dell opinione pubblica. E tra questi due estremi esiste una via di mezzo confusa, in cui la regione riesce a gestire gli ostacoli mano a mano che si presentano e a restare in qualche modo in carreggiata. Le successive sezioni prendono in esame ciascuno di tali scenari. Scenario 1: Disgregazione Questo scenario estremamente negativo prevede la disgregazione dell eurozona, che andrebbe avanti in versione ridimensionata, senza i paesi che oggi costituiscono la regione periferica. Il percorso di crescita ne risulterebbe fortemente penalizzato, con uno scenario deflazionistico e, potenzialmente, addirittura un default sovrano nella regione periferica. A nostro avviso, le probabilità di realizzazione di questo scenario sono intorno al 15%. L impatto di questo scenario di disgregazione sarebbe molto più drammatico di quello della Brexit. Il Regno Unito non fa parte dell eurozona, e pur non essendo ancora chiaro quando e a quali condizioni uscirà dall Unione (i negoziati saranno in ogni caso lunghi e difficili), ci sono buone possibilità che il divorzio sia nel complesso amichevole. Con ogni probabilità, la separazione dell Europa Periferica non sarebbe indolore, e le conseguenze sarebbero di gran lunga più pesanti di quelle della Brexit. In questo scenario, l euro coprirebbe un gruppo di paesi più piccolo e, durante il periodo di adeguamento, registrerebbe probabilmente delle difficoltà dovute al crollo della fiducia nella valuta e alla maggiore incertezza sulla possibile uscita di altri paesi. Lo scenario di crescita negativa inasprirebbe tale effetto. Rappresentando un area geografica ed economica di minori dimensioni, anche il ruolo internazionale dell euro potrebbe essere in parte ridimensionato. A lungo termine, i paesi rimasti sarebbero fiscalmente più forti e, dopo aver superato la difficile fase di adeguamento, il nuovo euro verrebbe probabilmente considerato come una valuta sicura, con un inflazione bassa e un elevata credibilità in termini di politica monetaria. In un orizzonte di lungo periodo, il suo valore sarebbe probabilmente maggiore di quanto non sia nell attuale assetto. In base ai paesi che resteranno, la reputazione dell euro sui mercati valutari potrebbe avvicinarsi a quella del franco svizzero. Probabilmente, i rendimenti dei titoli di Stato core si manterrebbero su livelli estremamente bassi, ipotizzando che tali governi resteranno fiscalmente solvibili e che la politica monetaria della BCE resterà focalizzata sui paesi rimasti all interno dell eurozona. Dopo l uscita dall eurozona, le obbligazioni periferiche non rientrerebbero più nell ambito del mandato della BCE. La valuta periferica sarebbe destinata a indebolirsi sensibilmente rispetto all euro. Gli investitori dei paesi core che investono in obbligazioni periferiche sarebbero penalizzati dall adeguamento al ribasso della valuta periferica. Nonostante il mantenimento della politica monetaria accomodante, lo scenario di crescita negativa e l inevitabile crisi economica innescherebbero con ogni probabilità un ciclo di fallimenti nel settore corporate europeo, con un conseguente ampliamento degli spread. Il settore real estate cadrebbe probabilmente vittima dell indebolimento dei fondamentali dei consumi e della minore propensione al rischio. Per le azioni, le conseguenze sarebbero ancora più gravi. 5

6 Scenario 2: Consolidamento istituzionale Nello scenario migliore, l Unione europea compirebbe passi importanti per il consolidamento delle sue istituzioni, come, ad esempio, creare un unione bancaria efficace e raggiungere un maggiore coordinamento fiscale all interno dell UEM. Ciò richiederebbe il superamento, da parte dei funzionari Ue, di una serie di ostacoli politici complessi apparentemente insormontabili. A nostro avviso, le probabilità di realizzazione di questo scenario sono intorno al 20%. Nella migliore delle ipotesi, questi risultati consentirebbero di creare un sistema più efficiente di condivisione dei rischi e degli oneri tra i paesi della regione, contribuendo ad alleggerire il peso dei debiti pubblici e a ridurre il problema delle sofferenze bancarie. Aspetto altrettanto importante, anche una politica fiscale più accomodante a livello dell intera regione, unita alla politica monetaria di stimolo della BCE, potrebbe incoraggiare la crescita economica. I benefici della crescita nominale sarebbero molto utili per conquistare la fiducia dei cittadini nell Unione europea nel suo complesso e per spezzare il circolo vizioso tra insoddisfazione degli elettori e paralisi politica. Questo scenario permetterebbe di risolvere il problema alla radice e ripristinare e rafforzare il potenziale di crescita. Questo sarebbe il risultato più positivo in termini d impatto sui mercati finanziari. Se tale scenario si verificasse, sarebbe positivo per gli asset rischiosi e negativo per i titoli di Stato core. I rendimenti dei titoli di Stato core registrerebbero probabilmente un aumento, sulla scorta di un miglioramento delle prospettive di crescita, del ritorno all obiettivo d inflazione nel medio termine e di una prudente e progressiva normalizzazione della politica monetaria a lungo termine. Dato il livello attualmente basso dei rendimenti, cui si accompagna un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, il rendimento totale dovrebbe risultare contenuto o negativo. Tale esito sarebbe più positivo per le obbligazioni periferiche. Con la riduzione dei debiti pubblici, nel tempo assisteremmo a una progressiva normalizzazione degli spread rispetto ai rendimenti dei titoli core. Lo stesso vale per altre categorie di spread (corporate). Gli spread restano contenuti a fronte della diminuzione dei rischi di default; tuttavia, a causa del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato sottostanti, il rendimento totale potrebbe ancora risentirne. Le asset class rischiose sarebbero verosimilmente avvantaggiate dal miglioramento dello scenario, anche se il settore real estate potrebbe registrare un ritardo dovuto al rialzo dei tassi d interesse. La fiducia nell euro verrebbe ripristinata e ipotizzando, per maggiore semplicità, l assenza di cambiamenti economici nelle altre regioni, la moneta unica guadagnerebbe terreno rispetto alle altre valute. Scenario 3: La via di mezzo Negli ultimi sette anni, l Europa ha mostrato una notevole capacità di tirare avanti, una crisi dopo l altra, adottando misure tampone per evitare il disastro. Dalla crisi finanziaria globale del 2008 e dopo le successive crisi dei debiti sovrani europei, l euro è riuscito in qualche modo a tenere testa ai suoi critici più severi e a scongiurare le loro previsioni catastrofiche di fallimento della valuta. I paesi dell eurozona hanno messo in campo una lunga serie di misure di sostegno finanziario allo scopo di preservare la stabilità finanziaria della regione. La BCE ha partecipato a tale processo tenendo i tassi d interesse bassi e tagliando il costo del denaro per mantenere il flusso dei prestiti interbancari europei. Con ogni probabilità, il pragmatismo ad hoc che finora ha consentito all UEM di tenersi in vita sarà il modo in cui l Europa affronterà i prossimi incidenti di percorso. A nostro avviso, le probabilità di realizzazione di questo scenario sono le più elevate, intorno al 65%. I governi, ad esempio, potrebbero offrire ai loro cittadini una maggiore sicurezza economica interrompendo il processo di smantellamento del welfare e sostenendo la crescita economica attraverso l espansione fiscale. Un altra misura ipotizzabile che potrebbe favorire l appoggio degli elettori è l adozione di una politica più proattiva sull immigrazione, che distribuisca più equamente i migranti tra i vari paesi. In ogni caso, a nostro avviso è molto probabile che l Europa riesca a restare unita come ha fatto finora, principalmente spegnendo gli incendi finanziari, economici e politici mano a mano che scoppieranno. In questo scenario dominato dalla filosofia del tirare avanti, i problemi strutturali non vengono affrontati immediatamente, ma nell arco di un periodo più lungo alcune pressioni che stanno deprimendo la crescita europea registrerebbero un progressivo allentamento. Tutto ciò si tradurrebbe in un lungo processo di crescita e inflazione modeste, accompagnato da una politica monetaria ancora accomodante. In questo caso, i rendimenti dei titoli di Stato core resterebbero, con buona probabilità, relativamente contenuti e le obbligazioni periferiche sarebbero ancora sostenute dalla politica monetaria. Gli spread delle obbligazioni periferiche potrebbero contrarsi ulteriormente, sovraperformando così i titoli di Stato core. I mercati finanziari sarebbero ancora sostenuti, in una certa misura, dalla ricerca di rendimento, che favorirebbe soprattutto gli spread dei titoli a reddito fisso e il settore real estate. Le azioni trarrebbero probabilmente beneficio da una valutazione relativa favorevole rispetto ad altre regioni e da una reflazione morbida. Figura 5: I tre scenari e le possibili conseguenze per le diverse asset class Scenario 1: disgregazione Scenario 2: consolidamento delle istituzioni Scenario 3: tirare avanti Titoli di Stato core Titoli di Stato periferici Spread dei titoli a reddito fisso Real estate Azioni Euro v. testo + 0 6

7 L Europa al voto Olanda - 15 marzo 2017 Francia - 23 aprile 2017 Germania - 24 settembre Italia -? I cittadini olandesi saranno chiamati a eleggere i 150 membri della Camera bassa del Parlamento, attualmente controllata da una coalizione composta dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, guidato dal Primo Ministro Mark Rutte, e dal Partito Laburista, tra i cui membri figura il Ministro delle Finanze e Presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Secondo i recenti sondaggi, è soprattutto quest ultimo partito che sta perdendo notevolmente terreno in Parlamento nei confronti del Partito per la Libertà, fondato e guidato dal super-euroscettico Geert Wilders. Wilders ha basato la sua piattaforma elettorale sull uscita dell Olanda dall euro e sul referendum per l uscita del Paese dall Unione europea. Pur avendo buone possibilità di vincere le elezioni, la probabilità che il partito di Wilders ottenga la maggioranza dei voti è molto remota. Inoltre, gli altri partiti hanno già dichiarato di non voler formare una coalizione con il Partito per la Libertà. Pertanto, il referendum sulla Nexit appare molto improbabile nel prossimo futuro. In Francia si svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali. I due candidati vincitori si sfideranno al ballottaggio due settimane dopo, il 7 maggio. Attualmente, i contendenti che hanno maggiori possibilità di superare il primo turno sono quattro: Marine Le Pen del partito di ultra-destra Front National, il candidato di centro-destra François Fillon, il candidato indipendente Emmanuel Macron e il socialista di sinistra Benoit Hamon. Per il momento, i sondaggi danno Le Pen vincitrice al primo turno, ma sconfitta al ballottaggio da Macron. Le chance del candidato repubblicano Fillon sono crollate a causa dello scandalo finanziario che lo vede coinvolto. Sebbene sia Fillon sia Macron intendano attuare una serie di riforme, Macron è considerato il candidato più filo-europeista. Le Pen, che ha definito il voto sulla Brexit nel Regno Unito e l elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti l inizio di una rivoluzione globale, ha promesso di indire un referendum sulla permanenza della Francia nell Unione europea o nell UEM in caso di vittoria. Se Le Pen vincesse, sarebbe molto difficoltoso per lei indire un referendum senza una maggioranza in Parlamento, che il suo partito riuscirebbe difficilmente a ottenere. Detto questo, la Presidenza Le Pen renderebbe pressoché impossibile la realizzazione del progresso istituzionale di cui la regione ha disperatamente bisogno. La regione resterebbe così imprigionata in una paralisi politica che, a lungo termine, causerebbe un ulteriore polarizzazione politica. I cittadini tedeschi saranno chiamati a eleggere i membri del Bundestag, il Parlamento federale del Paese. Il partito dell Unione Cristiano-Democratica della Cancelliera Angela Merkel ha perso terreno nei sondaggi, sulla scorta dell opposizione alle politiche sull immigrazione adottate dal governo e all afflusso di rifugiati provenienti dalla Siria, martoriata dalla guerra. Il contraccolpo alla politica di accoglienza della Cancelliera Merkel ha consentito al partito nazionalista di destra, Alternativa per la Germania (AfD), di guadagnare consensi, anche se, secondo i sondaggi, finora il partito non è andato oltre il 10-15%. Da quando l ex Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz ha assunto la guida dei socialdemocratici (SPD), il partito ha quasi colmato il divario con la CDU di Angela Merkel, sempre secondo i sondaggi. Probabilmente, assisteremo a una ripetizione delle attuali coalizioni CDU/CSU/SPD; tuttavia, resta da vedere se la Cancelliera riuscirà a ottenere un altro mandato. Anche se i Cristiano-Democratici sono sicuramente filo-europeisti, una vittoria socialdemocratica potrebbe offrire l opportunità di una maggiore condivisione degli oneri e dei rischi nella regione europea in cambio di maggiori riforme strutturali in paesi come Francia e Italia. In tal caso, Macron sarebbe un buon interlocutore francese in caso di vittoria di Schulz. Dopo la vittoria del No al referendum dello scorso dicembre sulla riforma costituzionale, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni. Il Partito Democratico (PD), attualmente al governo e favorevole all euro, dovrebbe rimanere in carica fino a maggio 2018, salvo elezioni anticipate. La sentenza emessa da un tribunale italiano ha aperto la strada a possibili elezioni già nel Le chance di vittoria del PD sono diminuite dopo le dimissioni di Renzi e, secondo i sondaggi, se si votasse con l'attuale legge elettorale nessun partito riuscirebbe probabilmente a ottenere la maggioranza. La Lega Nord, il terzo maggior partito nazionale, è il più euroscettico e ha promesso l uscita dell'italia dall euro in caso di vittoria; tuttavia, il suo consenso non va oltre il 10-15%. Negli ultimi sondaggi, il movimento antisistema dei 5 Stelle ha quasi raggiunto il PD al 30% circa e potrebbe quindi rappresentare una minaccia più grave per la permanenza dell Italia nell UEM. Infatti, i 5 Stelle intendono indire un referendum sull euro. Ad ogni modo, la Costituzione Italiana vieta l abrogazione dei trattati internazionali tramite referendum popolare, pertanto ancora prima di indire il referendum potrebbe essere necessaria una modifica costituzionale che richiederebbe il voto favorevole di due terzi di entrambi i rami del Parlamento. Aprile 2017 Maggio 2017 Giugno 2017 Luglio 2017 Agosto 2017 Settembre 2017 Ottobre 2017 Le elezioni in programma in alcuni paesi chiave dell Unione europea potrebbero portare al potere politici che cercano di disgregare l alleanza che ha contribuito a mantenere la pace nel continente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. 7

8 Avvertenze legali Le informazioni contenute nel presente documento sono state predisposte esclusivamente a scopo informativo e non costituiscono offerta o invito all acquisto o alla vendita di titoli o alla partecipazione a qualunque strategia di trading. Le informazioni sono state accuratamente verificate e selezionate, tuttavia non si rilasciano dichiarazioni o garanzie, espresse o implicite, in ordine alla loro accuratezza o completezza. Tutte le informazioni possono essere modificate senza preavviso. I rendimenti passati non sono indicativi di risultati futuri. I dati di rendimento rappresentati sono al lordo dell effetto fiscale. Eventuali simulazioni di rendimento riportate nel presente documento sono puramente a scopo illustrativo e non devono essere considerate come promessa, obiettivo o garanzia di rendimenti futuri. Né NN Investment Partners Holdings N.V. né qualunque altra società o unità appartenente al Gruppo NN, o qualunque dei suoi funzionari, amministratori o dipendenti assumono alcuna responsabilità in relazione alle informazioni o indicazioni qui fornite. Ogni investimento in strumenti finanziari deve essere attentamente valutato. Nessun investimento in strumenti finanziari è privo di rischi; il valore dell investimento può aumentare o diminuire anche su base giornaliera ed il capitale investito potrebbe non essere interamente recuperato. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite subite a seguito dell utilizzo delle informazioni riportate in questo documento o dell affidamento fatto dal lettore sul suo contenuto nell assunzione di decisioni di investimento. Questo documento e le informazioni in esso contenute hanno carattere riservato e non possono essere assolutamente copiate, citate, riprodotte, distribuite o trasferite a qualunque soggetto senza nostro preventivo consenso scritto. Qualunque prodotto menzionato in questo documento è soggetto a particolari condizioni; prima di intraprendere qualunque azione si invita pertanto a consultare i documenti informativi e d offerta, in particolare il Prospetto e i KIID disponibili sul sito internet Eventuali reclami derivanti da o in connessione ai termini e le condizioni di queste avvertenze legali sono regolate dalla legge olandese. 8

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