RELAZIONE SUL VERDE PUBBLICO, DELLE OPERE RELATIVE ALL INTERRAMENTO DELLA TRATTA SAN VITALE - RIMESSE E VIA LARGA. INDICE

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2 LINEA FERROVIARIA BOLOGNA PORTOMAGGIORE. PROGETTAZIONE E COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE PROPEDEUTICHE ALLA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI PER L AMMODERNAMENTO ED IL POTENZIAMENTO DELLA LINEA. INTERRAMENTO TRATTA SAN VITALE RIMESSE E VIA LARGA. RELAZIONE SUL VERDE PUBBLICO, DELLE OPERE RELATIVE ALL INTERRAMENTO DELLA TRATTA SAN VITALE - RIMESSE E VIA LARGA. INDICE 1. CRITERI E METODOLOGIA PER LA SCELTA DELLE SPECIE VEGETALI Linee guida e riferimenti tecnico-scientifici adottati per la scelta delle specie vegetali Linee guida ISPRA per l ambiente e il paesaggio nel settore infrastrutturale: analisi e progettazione botanica criteri applicabili al progetto dell interramento della linea ferroviaria Bologna Porto Maggiore Capacità antismog Metodologia di scelta delle specie arboree ed arbustive prevista per il progetto DELL INTERRAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA BOLOGNA - PORTOMAGGIORE Specie arboree e arbustive idonee per il contesto urbano TUTELA DEL VERDE SCOPO DEL DOCUMENTO LINEE GUIDA METODOLOGICHE DI ANALISI DEL CONTESTO APPLICAZIONE DEL TREERADARUNIT PROTEZIONE DELLE ALBERATURE NELLE AREE DI CANTIERE... 8 Studio di Architettura Dell Osso 1

3 1. CRITERI E METODOLOGIA PER LA SCELTA DELLE SPECIE VEGETALI Nell ambito di ogni progetto infrastrutturale la scelta delle specie vegetali da utilizzare quale elemento di progettazione delle sistemazioni finali e, ove possibile quale anche quale elemento mitigativo anticipato alla fase di cantiere, sta assumendo un importanza sempre crescente, alla luce del riconoscimento d insostituibile contributo alla sostenibilità e alla qualità della vita da parte degli spazi verdi. Il 16 febbraio del 2013 è entrata in vigore la legge per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, un provvedimento (Legge 10/2013) che porta diverse novità importanti per quel che riguarda la tutela e la valorizzazione del verde in città e in particolare degli alberi, che rappresentano molto spesso l'ultimo elemento naturale presente nei contesti urbani. Le esperienze condotte negli ultimi decenni, sia in ambienti urbani sia in contesti agricoli o in territori caratterizzati da maggior grado di naturalità, consentono inoltre di disporre di molteplici casi studio, tanto esemplificativi di successi quanto di insuccessi. Fra i principali temi di valutazione vi è quello del rischio ecologico dell impianto di talune specie ornamentali esotiche invasive, rivelatesi colonizzatrici di ambienti alterati ma anche naturali, con grave pregiudizio della flora autoctona e della biodiversità. In ambiente più strettamente urbano giocano inoltre altri fattori rilevanti, quali quello del potenziale allergenico, della capacità di alcune specie di assorbire meglio di altre vari tipi di inquinanti atmosferici, della necessità di valutare la predisposizione a patogeni oltre alla più consueta valutazione di carattere paesaggistico e urbanistico. In considerazione di questa molteplicità di fattori, si è ritenuto pertanto opportuno svolgere uno studio specifico in merito ai criteri da proporre/utilizzare nella scelta delle specie, nel pieno rispetto di eventuali diverse indicazioni da parte degli enti competenti del comune. Il presente documento mostra pertanto lo schema metodologico proposto, che è stato sviluppato a partire dalle linee guida ISPRA su questa tematica, integrato dalle necessarie indicazioni di carattere tecnico-scientifico in tema di verde urbano e da esperienze e indicazioni legate espressamente al comune di Bologna Linee guida e riferimenti tecnico-scientifici adottati per la scelta delle specie vegetali Il Comune di Bologna ha approvato con Delibera di C.C. n.121 del 17/04/2009 il Regolamento Comunale del Verde Pubblico e Privato con l intento di tutelare, in quanto bene pubblico, le specie vegetali arboree nelle aree sia pubbliche sia private, costituendo tale vegetazione una componente fondamentale del paesaggio, con valenza positiva per l ambiente e per le funzioni sociali, ricreative, didattiche ed estetiche ad essa collegate. L obiettivo è la salvaguardia e la riqualificazione del verde di proprietà pubblica e privata per conseguire evidenti miglioramenti ambientali ed arricchire il patrimonio floristico in senso qualitativo e quantitativo e, conseguentemente, la biodiversità sul territorio comunale. Per cui ha definito quelle che sono le modalità di intervento sulle aree verdi, valorizzando le trasformazioni del territorio più consone al mantenimento e allo sviluppo della vegetazione esistente, incrementando le presenze arboree nel contesto urbano e le connessioni tra le aree verdi, finalizzando gli interventi ad una più agevole accessibilità e ad una maggiore facilitazione di collegamenti naturali, allo scopo di realizzare un sistema complesso di reti ecologiche urbane. Il documento prevede che la progettazione del verde debba essere articolata in: a) una fase preliminare di inquadramento territoriale (analisi del contesto urbano, delle valenze ambientali, delle connessioni con il sistema del verde pubblico e privato, dei possibili collegamenti tra il verde esistente e di progetto); b) una fase progettuale che, sulla base delle analisi condotte, sviluppi più ipotesi per giungere alla migliore disposizione spaziale delle diverse componenti progettuali (vuoti e pieni, spazi pubblici e privati); c) una fase di approfondimento tecnico per la definizione della migliore soluzione individuata. La scelta delle specie vegetali rappresenta un aspetto, a volte sottovalutato, che è viceversa di grande rilevanza ai fini del risultato ambientale di ogni progetto infrastrutturale, sia in ambito urbano che extraurbano. Per tale motivo, i principi guida da porre alla base del ventaglio di scelte a disposizione di un progettista e del proprio committente, si ritiene debbano oggi rifarsi agli esiti di esperienze pregresse e, soprattutto, alle più recenti linee guida, norme o indicazioni emesse da parte di istituti, enti o associazioni di comprovata valenza tecnico-scientifica Linee guida ISPRA per l ambiente e il paesaggio nel settore infrastrutturale: analisi e progettazione botanica criteri applicabili al progetto dell interramento della linea ferroviaria Bologna Porto Maggiore Il progetto Linee guida dell Ambiente e Paesaggio nei settori infrastrutturali, nasce dalla collaborazione tra ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e il CATAP (Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l Ambiente e il Paesaggio) ed ha visto, grazie al lavoro di un qualificato team di esperti, la redazione di linee guida sull argomento presentate la prima volta nel mese di ottobre 2009 presso la sede ISPRA di Roma. Il percorso di redazione di questi documenti, come indicato negli stessi, fa principalmente riferimento ad alcuni grandi temi e principi integratori, riassumibili nei seguenti strumenti concettuali: paesaggio; biodiversità; sviluppo sostenibile; servizi ecosistemici. Studio di Architettura Dell Osso 2

4 Tutti questi temi si legano in modo significativo anche a quello del verde urbano, risultando evidenti i benefici di una vegetazione consona alle condizioni climatiche e pedologiche dei luoghi in termini di miglioramento del paesaggio e della sostenibilità ambientale/ecosistemica. Anche in termini di biodiversità, per quanto possano risultare semplificati i contesti urbani rispetto a quelli ad elevato grado di naturalità, la Strategia nazionale su questo tema definisce tra le aree d intervento ritenute prioritarie, ad esempio anche il recupero paesaggistico/naturalistico degli ambiti urbani e periurbani interessati da fenomeni di degrado a margine delle infrastruttura viarie/ferroviarie. Fra le linee guida espressamente legate ai temi della vegetazione, da cui desumere indicazioni di validità generale anche per il verde urbano con potenziale di applicazione al progetto vi sono, in particolare, i 2 seguenti manuali: Analisi e progettazione botanica per gli interventi di mitigazione degli impatti delle infrastrutture lineari Manuale n. 65.3/2010 Verde pensile: prestazioni di sistema e valore ecologico Manuale n. 78.3/2012. I criteri concernenti la scelta delle specie fanno riferimento (manuale 65.3/2010) a contesti territoriali tipicamente extraurbani ma con contenuti da tenere in ogni caso in considerazione anche in ambito urbano e periurbano; fra questi si ritengono applicabili, in particolare i seguenti: coerenza con la vegetazione locale autoctona e con le caratteristiche fitoclimatiche e fitogeografiche dell area; compatibilità ecologica con i caratteri stazionali (clima, substrato, morfologia, ecc.) dell area di intervento; caratteristiche biotecniche; facilità di approvvigionamento nei vivai locali; facilità di attecchimento e ridotta manutenzione; valore estetico e paesaggistico. Questi criteri saranno applicati al progetto del verde dell interramento della linea ferroviaria Bologna Porto Maggiore con le modalità di cui alla Tabella 1 che derivano dallo stato attuale degli ambienti, dalle scelte e indicazioni del comune di Bologna e dalle specificità del progetto in esame. Tabella 1 - Applicazione dei criteri ISPRA per la scelta delle specie vegetali CRITERIO LINEE GUIDA ISPRA APPLICAZIONE PROGETTO coerenza con la vegetazione locale Nell ambiente urbano la situazione attuale presenta scarsa coerenza con la autoctona e con le caratteristiche vegetazione locale autoctona per la prevalenza di giardini e alberate fitoclimatiche e fitogeografiche dell area ornamentali. compatibilità ecologica con i caratteri Criterio di base per la scelta delle specie associato a quello della profondità e stazionali (clima, substrato, morfologia, caratteristiche del substrato oggetto di riporti di terreno in fase di ripristini ecc.) dell area di intervento finali caratteristiche biotecniche Criterio considerato, anche in termini di capacità di danneggiamento da parte degli apparati radicali facilità di approvvigionamento nei vivai Tutte le specie potranno essere reperibili presso vivai locali (regionali) e, in locali ogni caso, del centro-nord Italia facilità di attecchimento e ridotta Criterio considerato, anche in considerazione dei rischi di carattere manutenzione fitosanitario valore estetico e paesaggistico Criterio considerato dai progettisti delle sistemazioni finali delle aree 1.3. Capacità antismog La capacità antismog delle piante fu iniziata a essere compresa con evidenze scientifiche a partire dagli studi della NASA degli anni 80. L obiettivo prioritario era quello di valutare la capacità di adattamento e di abbattimento d inquinanti indoor, anche in funzione di possibili impieghi nel settore spaziale (venne quindi riferita a specie da appartamento). Ciò che parve subito evidente negli ambienti noti, limitati e confinati dalla sperimentazione fu la constatazione che ogni pianta crea un microambiente in prossimità delle foglie (dove avviene la sintesi clorofilliana), nel cui intorno avvengono scambi di sostanze con l esterno fra i quali l assorbimento di tossine, poi veicolate e demolite dai microorganismi dell apparato radicale. In sostanza, oltre all assorbimento di CO 2 nel bilancio fra quanto emesso/assorbito nei processi biologici di respirazione e fotosintesi, risultarono confermate altre capacità (quali la neutralizzazione di sostante dannose per la salute umana). Queste prove, affinate e approfondite negli anni successivi, evidenziarono le molteplici capacità di depurazione dell aria da parte delle più comuni piante de appartamento, sia nei confronti delle sostanze chimiche, che nel contenimento di muffe e batteri grazie alla liberazione di sostanze fotochimiche in grado di limitarne la diffusione. A titolo di esempio, fra le specie di cui sono reperibili in letteratura dati quantitativi, si riportano nella successiva tabella quelli relativi allo Spatifillo: Tabella 2 - Spatifillo: tasso di rimozione di sostanze chimiche SOSTANZA CHIMICA Acetone Metanolo Etanolo Benzene TASSO DI RIMOZIONE (μg/ora) Studio di Architettura Dell Osso 3

5 Ammoniaca Tricloroetilene Formaldeide Xilene Fonte: Wolverton Amiche Piante (Armenia 1998) Se la capacità di assorbire e rielaborare sostanze quali acetone, metanolo ed etanolo risulta particolarmente importante in ambienti chiusi ed affollati, è risultato immaginabile come lo stesso principio potesse essere applicato anche per i sistemi aperti nei quali gli inquinanti, a causa della concentrazione delle sorgenti emissive e della difficoltà di dispersione, permangono in concentrazioni significative. Si tratta, in definitiva, proprio degli ambienti costruiti e densamente popolati tipici dei contesti urbani. In quest ambito la ricerca e la sperimentazione risultano maggiormente difficoltosi e in letteratura i dati reperibili non sono molti. Si tenga poi conto che molte specie presentano anche caratteristiche contrarie, rappresentate proprio dall emissione di VOC durante determinate fasi fenologiche. L idoneità di specie arboree a fungere da filtro depurativo della qualità dell aria in ambiente urbano va quindi ricercata principalmente: nella capacità di assorbimento di CO, NO x, SO 2 e O 3 da parte delle foglie e del particolato (PM 10 e PM 2,5 ) dai peli fogliari e dai composti cerosi presenti sulla superficie di queste ultime o dalle rugosità della corteccia del tronco e dei rami; nelle basse emissioni di VOC che, secondo l'istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna, contenuti all interno delle foglie, dei fiori o dei frutti a cui impartiscono il loro piacevole profumo, i VOC possono rapidamente evaporare nell aria e reagire rapidamente con i più comuni inquinanti antropogenici, se questi sono presenti ad alta concentrazione, contribuendo alla formazione di gas tossici, quali l ozono e gas ad effetto serra. Al contrario, nelle zone con basse concentrazioni di tali inquinanti (come quelle rurali) i VOC rilasciati dalle piante possono invece comportare la rimozione dell ozono stesso. 2. METODOLOGIA DI SCELTA DELLE SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE PREVISTA PER IL PROGETTO DELL INTERRAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA BOLOGNA - PORTOMAGGIORE Come rilevabile dai capitoli precedenti, la scelta della specie per l impianto di nuovi alberi e arbusti di cui gli ambienti urbani necessitano in maniera significativa per il benessere, la qualità della vita e una generale prevenzione dai rischi sanitari, si deve ormai confrontare con molteplici nuovi criteri associati a quelli tradizionalmente presi in considerazione di carattere agronomicomanutentivo, biotecnico, fitosanitario e paesaggistico. Anche fra questi ultimi sono tuttavia da considerare nuovi aspetti di carattere fitosanitario legati alla sofferenza degli alberi stessi rispetto alle costrizioni di substrato pedologico, all inquinamento dell aria, dell acqua e dei suoli. Non sono poi da trascurare i cambiamenti climatici che determinano maggiore frequenza di sbalzi termici anomali in relazione alle stagionalità e periodi di prolungata siccità alternati ad eventi temporaleschi con caratteristiche tropicali e relativi maggiori rischi di danneggiamenti/schianti. Quanto sino ad ora descritto non entra quindi nel merito dalla disposizione spaziale e agli obiettivi paesaggistici e urbanistici del progetto di sistemazione finale (che sarà oggetto di successivi approfondimenti) ma si focalizza esclusivamente su generi, specie e varietà di piante da prevedere, ponendo la massima attenzione a tutte le possibili implicazioni e ricadute sia di carattere ecologico sia antropico. In linea con quanto definito nel regolamento Comunale la scelta delle specie arboree sia, per gli ambiti che dovranno essere ripristinati come allo stato dei luoghi dopo l intervento (ambito di via Larga, via delle Rimesse e via Libia), sia per gli ambiti di nuova realizzazione, selezionate tra quelle riportate nell elenco relativo alle Specie arboree e arbustive idonee per il contesto di urbano, di cui si riporta nel seguito l elenco completo 2.1. Specie arboree e arbustive idonee per il contesto urbano Nome scientifico Nome comune Acer campestre Acero campestre Acer monspessulanum Acero minore Acer pseudoplatanus Acero di monte Albizia julibrissin Albizzia Alnus cordata Ontano napoletano Alnus glutinosa Ontano nero Buxus sempervirens Bosso Celtis australis Bagolaro Cercis siliquastrum Albero di Giuda Cornus mas Corniolo Cornus sanguinea Sanguinello Carpinus betulus Carpino bianco Corylus avellana Nocciolo Cupressus sempervirens Cipresso Euonymus europaeus Fusaggine o berretta da prete Ficus carica Fico Fraxinus excelsior Frassino maggiore Fraxinus ornus Orniello Studio di Architettura Dell Osso 4

6 Fraxinus oxycarpa Frassino ossifillo Tilia platyphyllos Tiglio nostrale Syringa vulgaris Lillà Tilia spp. Tiglio (cultivar non autoctone) Ilex aquifolium Laburnum anagyroides Agrifoglio Maggiociondolo Ulmus campestris Viburnum opulus Olmo campestre Pallon di neve Laurus nobilis Alloro Viburnum tinus Laurotino Ligustrum vulgare Ligustro Mespilus germanica Nespolo Morus alba Gelso bianco Morus nigra Gelso nero Olea europaea Olivo Ostrya carpinofolia Carpino nero Pinus sylvestris Pino silvestre Juglans regia Noce Populus alba Pioppo bianco Populus nigra italica Pioppo cipressino Prunus amygdalus Mandorlo Prunus armeniaca Albicocco Prunus avium Ciliegio Prunus cerasifera Mirabolano Prunus domestica Susino Prunus mahaleb Ciliegio canino Prunus spinosa Prugnolo Punica granatum Melograno Quercus ilex Leccio Quercus petraea Rovere Quercus pubescens Roverella Quercus robur (Q. peduncolata) Farnia Robinia pseudoacacia Robinia Sambucus nigra Sambuco Sorbus aucuparia Sorbo degli uccellatori Sorbus domestica Sorbo domestico Sorbus torminalis Ciavardello Taxus baccata Tasso Thuia spp. Tuia Tilia cordata Tiglio Studio di Architettura Dell Osso 5

7 3. TUTELA DEL VERDE Il sistema urbano è complesso, costituito da una componente architettonica più o meno consolidata, una componente vegetazionale e da una antropica, che modifica la prima, ma ne resta anche molto influenzato, soprattutto a livello percettivo. Si tratta, dunque, di un sistema dinamico in continua trasformazione, dove non è possibile distinguere in maniera netta cosa influenza chi o viceversa, e ciò è valido soprattutto per una città come Bologna. L inserimento d importanti aree di cantiere all interno di un contesto urbano di tale tipo può, sicuramente, creare uno shock psicologico ai suoi abitanti, che vedono modificarsi, all improvviso, i luoghi dei quali sono abituati a fruire, diventando causa di disagio. I cantieri, si rivelano, quindi, per la città, come dei corpi estranei che devono non solo rispondere a tutte le esigenze di sostenibilità ambientale del territorio sui quali vanno ad inserirsi, ma soprattutto devono venire incontro alle esigenze degli abitanti, tentando d integrarsi il più possibile con le funzioni urbane esistenti e l aspetto emotivo/percettivo dei suoi abitanti. In generale, infatti, l inserimento di una nuova infrastruttura in un paesaggio può diventare sia una nuova ferita aperta, sia una barriera che divide spazi che non dovrebbero essere separati per continuare a vivere e a evolversi, sia come elemento generatore di ulteriori trasformazioni in grado di innescare dinamiche territoriali a una scala spazio temporale molto più vasta di quella dell'infrastruttura stessa. L impatto non è quindi eliminabile, ma di certo un paesaggio che accoglie una nuova infrastruttura, non sarà più quello di prima. La sfida dunque potrebbe essere quella di progettare l infrastruttura in modo tale che diventi generatrice di un nuovo paesaggio, anche se temporaneo come nel caso delle opere di cantierizzazione, con il quale l infrastruttura stessa, possa dialogare. 4. SCOPO DEL DOCUMENTO Il presente documento è stato redatto al fine di supportare progettisti, in fase di progettazione esecutiva, per ridurre gli impatti della fase di cantierizzazione nelle differenti fasi di lavoro, per la realizzazione della Linea 4 della Metropolitana di Bologna. Il documento si propone, quindi, di individuare sia il possibile percorso metodologico finalizzato a un attenta conoscenza/valutazione preventiva del sistema urbano consolidato, al fine di coadiuvare i progettisti nella proposta di esempi e pratiche progettuali virtuose per l inserimento e la mitigazione dell opera di cantierizzazione, che attraverso una progettazione integrata e sinergica, possono rappresentare prassi utili a limitare le alterazioni dovute ai cantieri stessi e al contempo farsi carico di favorire il recupero di alcune condizioni pregresse a livello di sistema ambientale. Va ricordato, a questo proposito, che nel settore delle opere infrastrutturali il progetto d inserimento ambientale si propone come progetto multidisciplinare, che in fase di progettazione definitiva ha bisogno di predisporre indagini conoscitive approfondite bibliografiche e di campo, in merito alle componenti sia naturali che antropiche del territorio interessato dall intervento, in supporto alla progettazione, con l obiettivo di fornire indicazioni aggiuntive al progetto affinché la nuova infrastruttura possa essere correttamente inserita nel contesto territoriale. In particolare riguardo alla componente vegetazionale lo scopo delle indagini in campo è quello di individuare gli alberi adiacenti e/o di confine rispetto ai cantieri e quindi potenzialmente interferiti dai lavori, da sottoporre a monitoraggi in ante operam, corso d'opera e post operam e da tutelare in fase di attività dei cantieri. Il documento conoscitivo sarà strutturato come segue: Inquadramento territoriale; Inquadramento delle aree interessate dai cantieri all interno del sistema urbano; Descrizione delle attività e della metodologia utilizzata; Valutazione degli impatti previsionali dei cantieri. 5. LINEE GUIDA METODOLOGICHE DI ANALISI DEL CONTESTO Il processo conoscitivo, parte da un analisi del sistema urbano (antropico e vegetazionale) al fine di raccogliere delle informazioni funzionali alla comprensione del suo funzionamento, dell evoluzione storica, dell uso del suolo, delle destinazioni urbanistiche, dei collegamenti esistenti, dei valori paesistici e architettonici oltre che percettivi. La fase di analisi permette una valutazione sintetica del livello di sensibilità del contesto urbano di riferimento e dunque dell entità dell impatto dei cantieri. Le analisi di campo rendono, infatti, possibile individuare le peculiarità di ciascun area con le quali il progetto dovrà necessariamente colloquiare, nell obiettivo di evidenziare le specificità presenti sotto il profilo dei valori ambientali e percettivi e dunque valutare gli impatti determinabili, in questo caso, dalla opere di cantierizzazione. In dettaglio, riguardo alla componente antropica, per l individuazione degli ambiti di approfondimento si è tenuto dell impatto che i cantieri avrebbero avuto sulla percezione della città, o meglio dei quartieri da parte dei loro abitanti e dunque anche di quello che sarebbero diventati dopo la fine dell opera. Le schede di rilievo urbano sintetizzano gli aspetti significativi delle aree d impatto dei cantieri sia dal punto di vista architettonico-urbanistico che dal punto di vista vegetazionale. Le schede constano di 2 macrosezioni, Descrizione dell ambiente urbano e Rilievo vegetazionale, a loro volta divise in Stato di fatto e Valutazione interferenze dei cantieri. La descrizione del sistema urbano ha tenuto conto principalmente di alcuni dei fattori di seguito elencati: localizzazione dell area rispetto all interno del contesto storico-culturale della città (stralci CTC storiche); tipologia ed altezza degli edifici prospicienti l area; datazione degli edifici prospicienti l area; presenza di vegetazione; Studio di Architettura Dell Osso 6

8 presenza di attività commerciali; rapporto fisico e visivo-percettivo rispetto al contesto. La valutazione ha tenuto soprattutto conto di due fattori percettivi rispetto all inserimento dell area di cantiere: grado d intrusione visiva; variazione della qualità paesaggistica complessiva. Riguardo il rilievo vegetazionale, acquisiti i limiti di cantierizzazione, si procederà ad individuare in cartografia gli esemplari interni e limitrofi al perimetro del cantiere (sul confine oppure esterni alla perimetrazione). È stato ritenuto utile prendere in esame le piante esterne al cantiere e aventi come potenziale bersaglio il cantiere stesso; in particolare, nelle aree verdi estensive, per determinare oggettivamente la vicinanza di un albero esterno al cantiere è stato creato un buffer attorno a quest'ultimo di larghezza pari a circa 1,5 volte l'altezza dell'albero più alto limitrofo al cantiere stesso. Il presente paragrafo è finalizzato a tracciare delle linee guida allo scopo di garantire la tutela dell ambiente urbano, in particolare la salvaguardia della aree a parco, dei giardini o del verde localizzato lungo i viali, in cui sarà realizzato l interramento della ferrovia. Sarà responsabilità dell Impresa Esecutrice verificare il corretto posizionamento di barriere e protezioni atte a tutelare le specie arboree potenzialmente danneggiabili per impatti diretti (es. collisioni mezzi di cantiere o indiretti (es. eccessiva compattazione del suolo, copertura delle chiome con polveri). In fase di monitoraggio saranno tenute sotto controllo le specie ubicate nelle immediate prossimità delle aree di cantiere. Sarà compito del Servizio Manutenzione del verde del Comune di Bologna provvedere alla bagnatura e potatura delle piante. 6. APPLICAZIONE DEL TREERADARUNIT La necessità di fornire uno studio il più possibile completo e che tenga conto di tutte le specificità dei profili d impatto, prevede la redazione di un censimento delle alberature che saranno interessate dalle attività di cantiere. Il sistema di censimento delle alberature è stato redatto con l ausilio di schede che definiscono attraverso il sistema del VTA (Visual Tree Assessment), un indicazione quanto più oggettiva possibile dello stato fitosanitario delle essenze arboree, ai soli fini di catalogazione. Classe Definizione A Trascurabile Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni. B Bassa Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. C Moderata Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali*. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Questa avrà comunque una cadenza temporale non superiore a due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la classe di pericolosità dell'albero. * É ammessa una valutazione analitica documentata. C/D Elevata Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali*. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell'albero. Nell'impossibilità di effettuare i suddetti interventi l'albero è da collocare tra i soggetti di classe D. * È ammessa una valutazione analitica documentata. D Estrema Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. * Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute. Il VTA (Visual Tree Assessment = valutazione visiva dell albero su basi biomeccaniche) secondo Mattheck & Breloer, 1994 è una metodologia d indagine, riconosciuta in molti paesi, che è eseguita per la valutazione delle condizioni strutturali dell albero. Il metodo VTA si basa su un sistema di controllo visuale fondato sui principi biomeccanici e definisce i criteri di valutazione del rischio di crollo o rottura della pianta o parti di essa. Attraverso un sopralluogo vengono identificati gli eventuali sintomi esterni che l albero manifesta in presenza di anomalie a carico del legno interno; anche laddove non esistano cavità o evidenze macroscopiche del decadimento in corso (ad esempio, funghi che si sviluppano sui tessuti legnosi). * È ammessa la valutazione analitica documentata. In generale il giudizio di trapiantabilità o meno di un individuo si avvale esclusivamente dell'analisi VTA (Visual Tree Assessment), che determina le condizioni statiche di una pianta assegnando alla stessa una classe di propensione al cedimento e non d indagini specifiche sulle radici. Non è pertanto noto se le radici degli alberi siano state gravemente manomesse durante lavori di scavo, posa di sottoservizi, ecc. o se presentino sviluppo e alterazioni tali da rendere l'albero inidoneo al Studio di Architettura Dell Osso 7

9 trapianto. Una volta che saranno individuate con i proprietari le piante che s intende effettivamente trapiantare, potranno essere effettuate preliminari ispezioni non invasive dell apparato radicale con appropriata attrezzatura, ad esempio con TreeRadarUnit, per determinare la distribuzione e la densità delle radici e quindi fornire indicazioni precise circa le dimensioni della zolla da espiantare. Solo poi si potrà procedere alle operazioni di espianto che, secondo la buona norma tecnica, dovrebbero avviarsi con anticipo rispetto al momento del trapianto per ridurre al minimo gli stress alla pianta e i conseguenti rischi di attecchimento. Si tratta di effettuare un idonea e progressiva zollatura dell albero già a partire dalla stagione vegetativa precedente l espianto e la seguente immediata collocazione a dimora definitiva dell esemplare, nelle sedi che saranno di volta in volta assegnate dal competente U.I. Verde e Tutela del Suolo del Comune di Bologna. Queste dovranno essere anticipatamente preparate ad accogliere gli alberi espiantati, anche mediante il miglioramento delle caratteristiche strutturali e nutrizionali del terreno di messa a dimora. 7. PROTEZIONE DELLE ALBERATURE NELLE AREE DI CANTIERE La realizzazione dell infrastruttura prevede l individuazione di aree di cantiere necessarie allo svolgimento delle attività di realizzazione, che spesso interferiscono con la giacitura di alberi esistenti. L amministrazione Comunale di concerto con l impresa realizzatrice delle opere verificherà se sussistono le condizioni per rimuovere talune alberature, piuttosto che doverle necessariamente conservare, sia per motivi di rilevanza paesaggistica che di tipo fitosanitario. Il regolamento del verde prevede all art.2 la tutela di tutte le alberature presenti e censite dal Comune stesso, attraverso l individuazione del parametro area di pertinenza variabile a secondo delle dimensioni dell albero e della loro rilevanza. Questo è certamente un primo parametro per verificare le possibilità d intervento sia che debbano essere tutelate, sia che necessiti il trapianto o l eventuale abbattimento. Qualora si palesi la necessità di dover procedere all abbattimento, sarà cura del soggetto che interverrà alla realizzazione quello di presentare specifica documentazione progettuale, che dovrà rispettare le indicazioni previste dal vigente regolamento del verde all art.15. Le alberature ricadenti in ambiti di cantiere che non necessitano di essere abbattute, dovranno essere tutelate e protette secondo i principi che nel seguito vengono riportati oltre a quanto già richiamato all art.2, così come indicati nel regolamento del verde del Comune di Bologna. 1. Fermo restando il divieto di danneggiamento delle alberature, nelle aree di cantiere e nei casi di occupazione di suolo pubblico è fatto obbligo di adottare tutti gli accorgimenti utili a evitare il danneggiamento della vegetazione esistente (lesioni alla corteccia e alle radici, rottura di rami, ecc.). 2. Il transito di mezzi pesanti all'interno delle aree di pertinenza delle alberature è consentito solo in caso di carenza di spazio e solo se saltuario e di breve durata. Nel caso di transito abituale e prolungato, l'area di pertinenza utilizzata per il transito di mezzi pesanti, dovrà essere adeguatamente protetta dall'eccessiva costipazione del terreno tramite apposizione d idoneo materiale cuscinetto (come per esempio trucioli di legno grossolani ricoperti da ghiaia). 3. Per la difesa contro i danni meccanici ai fusti, tutti gli alberi isolati devono essere singolarmente protetti mediante tavole di legno alte almeno 2 m, disposte contro il tronco in modo tale che questo sia protetto su tutti i lati prospicienti l'area di manovra degli automezzi. Le superfici boscate e cespugliate poste nell ambito di un cantiere devono essere protette da recinzioni solide che racchiudano le superfici di pertinenza delle piante. Tale protezione deve prevedere anche l interposizione d idoneo materiale cuscinetto e deve essere installata evitando di collocare direttamente le tavole sulle sporgenze delle radici e senza l inserimento nel tronco di chiodi, manufatti in ferro e simili. Al termine dei lavori tali dispositivi dovranno essere rimossi. 4. Per la difesa contro i danni agli apparati radicali, nell'apertura di scavi, oltre al rispetto delle distanze dalle piante esistenti, occorre porre la massima cura e attenzione all'asportazione del terreno evitando lesioni che sfibrino le radici più grosse che andranno recise con un taglio netto, opportunamente disinfettato con prodotti fungostatici. Nel caso in cui l'apertura dello scavo si protragga nel tempo e in condizioni di forte stress idrico della pianta, dovranno essere presi gli opportuni accorgimenti per mantenere umide le radici interessate dall'intervento (ad esempio il rivestimento con geojuta). In ogni caso, indipendentemente dalla durata dei lavori, gli scavi che hanno interessato apparati radicali andranno riempiti, per almeno 50 cm di profondità rispetto al taglio effettuato sulle radici, con una miscela di terriccio composto da sabbia e torba umida. 5. Per gli scavi necessari alla posa in opera di nuova impiantistica tecnologica interrata (tubazioni gas, acqua, linee elettriche e telefoniche, fognature, ecc.) si devono osservare distanze minime o utilizzare per la posa di passacavi il sistema nodig (assenza di scavi) e adottare comunque precauzioni tali da non danneggiare le radici degli alberi e comprometterne la stabilità. Le distanze minime misurate dalla tangente al colletto, rilevata a 10 cm da terra sul tronco dell albero interessato, dovranno corrispondere a: a. > 1,5 m da alberi appartenenti al gruppo A (Allegato 1); b. > 3 m da alberi appartenenti ai gruppi B, C, D, E (Allegato 1); c. > 5 m da alberi di grande rilevanza appartenenti ai gruppi B, C, D, E (Art. 2 comma 2). 6. In casi eccezionali, a fronte di validi e documentati motivi, il Settore comunale competente potrà autorizzare deroghe alle distanze prescritte dal presente articolo a patto sia garantita, secondo le modalità espresse con Determinazione Dirigenziale, la salvaguardia dell'apparato radicale, o in contrapposizione potrà autorizzare l abbattimento e la successiva sostituzione delle alberature qualora, attraverso una perizia tecnica, venga accertata la mancanza dei requisiti di stabilità delle piante. Studio di Architettura Dell Osso 8

10 7. E' fatto obbligo agli Enti o Ditte promotrici degli scavi di presentare ai Settori Comunali competenti, almeno 30 giorni prima dell'inizio dei lavori il progetto esecutivo degli interventi e la planimetria in scala di dettaglio 1:500 delle aree interessate, comprensiva delle linee di utenza e della vegetazione esistente. 8. Nel caso che i lavori producano presumibile alterazione del normale regime idrico delle alberature, queste dovranno essere convenientemente e costantemente irrigate durante il periodo vegetativo. Nel seguito si riportano degli schemi esemplificativi delle tutele da attuare durante le fasi di realizzazione dell opera (rif. Comune di Prato) Studio di Architettura Dell Osso 9

11 Studio di Architettura Dell Osso 10

12 Studio di Architettura Dell Osso 11

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