UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE DIPARTIMENTO DI SCIENZE AMBIENTALI E DELLE PRODUZIONI VEGETALI

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1 UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE DIPARTIMENTO DI SCIENZE AMBIENTALI E DELLE PRODUZIONI VEGETALI Dottorato di Ricerca in: Gestione e valorizzazione delle risorse nei territori collinari e montani VII ciclo nuova serie A.A Coordinatore Prof.ssa Adele Finco Analisi fitosociologica e sinfitosociologica del territorio compreso nella parte orientale del Distretto Strada Maestra e dei processi diacronici della vegetazione nel Comune di Pietracamela (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) Dottorando Dr. Simone Galassi Tutore Chiar.mo Prof. Edoardo Biondi 3

2 INTRODUZIONE GENERALE. Il Distretto Strada Maestra, localizzato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nell Appennino centro-meridionale, ha un estensione di circa ha, nel territorio Nordoccidentale della Regione Abruzzo, province dell Aquila e Teramo, nella Regione Lazio provincia di Rieti e nella Regione Marche, provincia di Ascoli Piceno. L area in studio è la porzione orientale del Distretto, ricadente nella provincia di Teramo ed è caratterizzata da una grande varietà di ambienti che ne determinano un elevata diversità abiotica e biotica. Il presente lavoro si articola in due parti, delle quali, la prima consiste nella presentazione delle ricerche condotte sulla vegetazione e gli habitat presenti nel territorio compreso nella parte orientale del Distretto Strada Maestra (di circa ha), condotta dal gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Edoardo Biondi, dell Università Politecnica delle Marche (Ancona) a seguito di un progetto di analisi di monitoraggio della biodiversità a livello territoriale, finanziato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con i fondi del Ministero dell Ambiente. Al progetto di ricerca hanno partecipato anche ricercatori dell Università dell Aquila, coordinati dal Prof. Gianfranco Pirone, che hanno indagato la parte occidentale dello stesso distretto. La seconda parte della presente tesi riguarda lo studio, condotto esclusivamente dal sottoscritto, dei processi diacronici della vegetazione, in un area del territorio del Comune di Pietracamela, situato all interno del Distretto Strada Maestra, in cui l abbandono delle attività agricole e silvo-pastorali, ha determinato la ripresa dei processi evolutivi della vegetazione. Lo studio dei meccanismi e delle tipologie vegetazionali che intervengono in questi processi è, infatti, importante per comprendere come la vegetazione naturalmente recupera e quindi assume una fondamentale importanza per l attuazione di una razionale gestione dell ambiente. Affiancato a questo studio vengono esposte delle considerazioni sulle entità critiche rinvenute nel territorio indagato riguardo alla tassonomia delle subspecie della specie Juniperus communis. In particolare delle subspecie hemisphaerica e intermedia. 6

3 Parte 1: ANALISI FITOSOCIOLOGICA E SINFITOSOCIOLOGICA DEL TERRITORIO COMPRESO NELLA PARTE ORIENTALE DEL DISTRETTO STRADA MAESTRA (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) 7

4 1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 1.1 Confini dell area Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è situato nell'italia centrale, dove si estende su un territorio di circa ha. Il territorio ricade nelle Regioni Abruzzo, Marche e Lazio e nelle Province dell Aquila, Pescara, Teramo, Ascoli Piceno e Rieti, che complessivamente comprendono ben 44 Comuni. Il Parco è articolato in undici Distretti ambientali, turistico-culturali tra cui il Distretto oggetto di studio: Strada Maestra (Fig. 1), situato nella parte centrale, lungo il tracciato della S.S. 80 del Gran Sasso d'italia le cui origini risalgono all epoca romana (Via Caecilia). Il Distretto Strada Maestra copre una superficie totale di ha, di cui ha ricadenti all interno del Parco; comprende i comuni di: L Aquila, Capitignano, Pizzoli e Campotosto, nella provincia dell Aquila; di: Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano e Pietracamela nella provincia di Teramo. In questo territorio si realizza il collegamento tra i rilievi dei Monti della Laga e la catena calcarea del Gran Sasso, tra Montorio al Vomano e la frazione di Arischia. Il distretto è solcato dal corso del fiume Vomano e comprende la Valle del Chiarino, il Lago di Campotosto (Biondi et al., 2006). Fig. 1 Territorio occupato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (in verde), suddiviso in distretti tra i quali viene posto in evidenza quello della Strada Maestra (in rosso) e l area in studio (linea gialla) 8

5 L area oggetto di studio riguarda il settore orientale del Distretto Strada Maestra, indagata dall équipe dell Università Politecnica delle Marche, nella quale il sottoscritto ha svolto la sua tesi di Dottorato di Ricerca. L area di indagine è situata in provincia di Teramo, e ricopre complessivamente una superficie di ha, compresa nei territori comunali di Crognaleto, Nerito, Tottea, Fano Adriano, Prato Selva e Pietracamela, nei contrafforti settentrionali del Massiccio del Gran Sasso d Italia (Fig. 2). Fig. 2 L Area che viene presentata si riferisce alla parte (in verde), del Distretto Strada Maestra, indagata dall équipe dell Università Politecnica delle Marche 9

6 1.2 Orografia Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è caratterizzato dalla presenza di tre catene montuose delle quali due sono localizzate nel settore nord-orientale: la dorsale dei Monti Gemelli, costituita dalla Montagna dei Fiori (che culmina con il Monte Girella di 1814 m) e dalla Montagna di Campli (che culmina con il Monte Foltrone di 1718 m) e la catena dei Monti della Laga ad andamento Nord-Sud (culminante con la Cima Lepri di 2445 m). Una terza catena, quella del Gran Sasso, situata più a Sud rispetto alle altre, e prossima al Distretto Strada Maestra, comprende un grande acrocoro del quale fanno parte cime importanti quali: M. Corvo (2623 m), Pizzo Intermesoli (2635 m), M. Brancastello (2385 m), M. Prena (2561m), M. Camicia (2564 m). In questa catena si inserisce anche la cima del Corno Grande che, con i suoi 2912 m, rappresenta la maggiore elevazione dell intero Appennino. (Biondi et al., 2000) La carta orografica (Fig. 3) creata appositamente mediante elaborazione GIS con curve di livello alla scala 1:25000 mostra come l area di studio sia prevalentemente montuosa ed attraversata dal corso del fiume Vomano in direzione Ovest-Est. Il fiume Vomano copre un dislivello altitudinale compreso tra 900 m e 425 m, dividendo in due la catena arenaceo-argillosa dei Monti della Laga a Nord e la catena calcareo dolomitica del Gran Sasso a Sud. La parte settentrionale mostra una morfologia ondulata con rilievi di modesta altitudine con quote massime intorno a 1700m, tranne che per il M. di Mezzo che raggiunge i 2153 m. La parte meridionale è interessata dalle maggiori elevazioni montuose quali: Corno Grande, Corno Piccolo, P.zo Intermesoli. Fig. 3 - Orografia dell area indagata 10

7 1.3 Acclività dei versanti Dalla carta delle acclività dei versanti, anch essa ottenuta tramite elaborazioni GIS, si può notare che il territorio indagato mostra pendenze accentuate fino all 88% in particolare sui rilievi della catena del Gran Sasso del settore meridionale e del 40% nel settore settentrionale. Le pendenze minime dal 5% al 20% si riscontrano nelle località di Piano di Crognaleto e di Piano Aielli, per il settore settentrionale e negli altopiani di Prati di Tivo, Prato Selva, C.le Pagliaro, Piani di Malafede, Piana Dum e Prati di Incodara, del settore meridionale. I Torrenti presenti nell area manifestano una caratteristica struttura a pettine i cui impluvi sono delimitati, agli orli, da scarpate più o meno ripide che raggiungono pendenze assai elevate (dal 37 all 65%) fino a formare in alcuni punti vere e proprie pareti rocciose (80%) che risultano ben evidenti in località La Cresta (Alvi) a sinistra idrografica del torrente Fucino. Si riscontrano inoltre acclività accentuate con punti fino al 75% sulle pendici settentrionali di M. Piano e meridionali di M. Cardito.(Fig. 4). Fig. 4 - Carta delle acclività dell area studiata 11

8 1.4 Esposizione dei versanti La carta delle esposizioni dei versanti, realizzata mediante elaborazioni GIS, mette in evidenza che il settore meridionale del Distretto Strada Maestra (comuni: Pietracamela, Fano Adriano) ha una esposizione prevalentemente settentrionale, mentre nel settore settentrionale (Macchia al Vomano, San Giorgio, Piano Vomano) le aree sono prevalentemente esposte a Sud. Pochissime sono le aree pianeggianti che localizziamo sulle sommità di alcuni colli e pianori (Fig. 5). Fig. 5 - Carta delle esposizioni dell area in studio. 12

9 1.5 Idrografia Il Distretto Strada maestra è solcato dal corso del fiume Vomano che ha origine nella provincia dell Aquila in prossimità del Passo delle Capannelle, sulle pendici nord-occidentali del Monte S. Franco, a circa 1200 m di altitudine, e sfocia nel mare Adriatico, nei pressi di Roseto degli Abruzzi. Il corso del fiume Vomano bagna per 68 Km la porzione settentrionale del territorio abruzzese, quasi completamente compreso nella provincia di Teramo e, solo per un brevissimo tratto, in quello della Provincia dell Aquila. Il suo bacino idrico si estende su una superficie complessiva di 782 Km² e confina a sinistra con quello del fiume Tordino. Il Vomano raccoglie il contributo di oltre trenta corpi idrici grandi e piccoli, tra cui i più importanti affluenti di destra idrografica sono: il torrente Grande, il torrente Rocchetta e il rio Arno mentre nella sinistra idrografica scorrono il torrente Zingano e il Rio Fucino. Nel tratto superiore, il letto del Vomano è scavato entro un solco inciso nelle arenarie mioceniche intercalate a strati di argilla; in quello intermedio entro sponde calcaree e infine nell ultimo tratto, fino alla foce, il letto si allarga su terreni alluvionali. Fig. 6 - Carta idrografica dell area in studio 13

10 Il naturale defluire delle acque è interrotto da bacini di captazione a scopo idroelettrico che permettono di trasferire consistenti volumi d acqua e provocano sensibili variazioni, anche giornaliere, di flusso idrico che rimangono evidenti fino alla foce: la diga di Provvidenza (1060 m), che costituisce l omonimo serbatoio, la cui funzione è quella di ricevere le acque di scarico della centrale idroelettrica di Provvidenza, provenienti dal lago di Campotosto. Il torrente Rocchetta ha piccole dimensioni con una lunghezza di circa 8 Km; presenta caratteristiche montane e possiede oltre che una forte pendenza anche una sostenuta ritenzione idrica causata dalla presenza, nel letto fluviale, di ciottoli e massi di notevoli dimensioni. Il rio Arno Fig. 7 nasce da una sorgente sulle pendici nord-occidentali del Corno Piccolo a 1524 m; il suo percorso di soli 12 Km è distribuito interamente nel tratto montano ed è caratterizzato da una forte pendenza (circa 10%). Fig. 7 Torrente Rio Arno 14

11 Bibliografia Biondi E., Allegrezza M., Ballelli S., Taffetani F., 2000 La vegetazione del Corno Grande (2912 m) nel Gran Sasso d Italia (Appennino centrale). Fitosociologia, 37(1): Biondi E., Casavecchia S., Pesaresi S., Galassi S., Paradisi L., Angelini E., Pirone G., Frattaroli A.R., Ciaschetti G., Di Martino L., Analisi della biodiversità vegetale e del paesaggio del distretto "Strada Maestra" e del comprensorio "Campo Imperatore-M.te Scindarella-Fossa di Paganica" nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: metodologie, processi e primi risultati In: Documenti Tecnico-scientifici del Parco Nazionale della Majella, vol. 3 "La biodiversità vegetale nelle aree protette in Abruzzo":

12 2 GEOLOGIA E GEOMORFOLGIA 2.1 Stratigrafia Dal punto di vista geologico l area oggetto di studio comprende due distinti domini paleogeografici rappresentati dal bacino pelagico (bacino Marchigiano) a Nord, ove in ambiente di mare profondo si è avuto un prolungato e costante deposito di sedimenti a granulometria minuta ed omogenea (Flysch della Laga), a Sud dalla piattaforma continentale (Piattaforma Laziale Abruzzese) ove, in ambienti di scarsa profondità, si sono depositati i sedimenti costituiti prevalentemente di carbonati di calcio e magnesio di origine organogena e la fascia di transizione rappresentata dalla catena del Gran Sasso (Serie di transizione o del Gran Sasso) che collega i due diversi domini e costituisce il risultato e la testimonianza delle variazioni delle condizioni ambientali che si sono succedute, attraverso le ere geologiche: i sedimenti infatti, sono di natura molto varia in conseguenza dei mutamenti paleoclimatici del retroterra, dalle frequenti variazioni di profondità che producevano cambiamenti ambientali con immediata ripercussione sulle comunità biologiche, ed a causa dei fenomeni di crollo, erosioni e rapidi spostamenti di considerevoli quantità di detriti. (Clementi & Osella, 2002). In base alla Carta Geologica dell Abruzzo Fig. 8 (Vezzani. & Ghisetti, 1998) si riscontrano i seguenti litotipi: 1a) Depositi lacustri argilloso-limosi-sabbiosi; depositi fluviali e fluvio glaciali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi e travertini. Detriti di falda e copertura detritico-colluviali; depositi residuali; terre rosse. 1b) Depositi morenici.olocene-pleistocene superiore 3a) Depositi lacustri argilloso-limoso-sabbiosi; Pliocene inferiore. Successione costituita da depositi lacustri argilloso limosi e sabbiosi passanti verso l alto a ghiaie e sabbie con lenti di brecce calcaree a tessitura caotica, contenente blocchi di dimensioni fino a migliaia di metri cubi. Pliocene. UNITÁ DELLA PIATTAFORMA CARBONATICA LAZIALE-ABRUZZESE Unità del Gran Sasso, M. Cappucciata, M. Mentino, Forca Caruso, M. Genzana 45) Flysch del Gran Sasso, di Torninparte e di Rocca Pia. Alternanza di argille marnose e di arenarie gradate in strati da 20 cm a 1 m, talora con banchi fino a 3-4 m, con marne scure alla base. Microfaune generalmente assenti; solo localmente sono presenti livelli con associazioni oligotipiche a Bulimina gr. aculeata e piccoli Globorenidi in cattivo stato di conservazione. Spessore fino a m. Messiniano 46) Marne a orbulina. Marne e marne calcaree a foraminiferi planctonici. Spessore m. Messiniano inferiore Tortoniano. Formazione di Monte Fiore. Alternanza di calcareniti e calciruditi bioclastiche e di peliti nerastre bituminose passanti verso l alto ad arenarie, in parte eteropica delle Marne a Orbulina. Spessore m. Messiniano inferiore Miocene medio. 47) Marne con Cerrogna, Marne e calcari marnosi con intercalazioni di calcareniti. Alla base calcareniti a Pectinidi e calcareniti glauconitiche (M.San Franco, Passo delle Capannelle). Bisciaro. Calcari marnosi con liste e noduli di selce nera. Spessore: m. miocene medio- inferiore 49) Calcareniti Spongolitiche. Alternanza di packstones e grainstones a spicole di spugna e Macroforaminiferi in strati fino a 3-4 m (Valle del Venacquaro, Pizzo Camarda). Calcareniti 16

13 Glauconitiche. calcareniti con spicole di Spugna in alternanza con Marne scure. (F. Tirino). Calcareniti Bioclastiche. Calcareniti con Macroforaminiferi, passati verso l alto a marne calcaree verdastre glauconitiche (M. della Scindarella, con Pectinidi, Ostreidi, Briozoi (M. Luco), e con selce nei livelli basali (M.Ripa). Spessore m. Miocene medio-inferiore. 50) Scaglia cinerea equiv. Marne calcaree frequentemente bioturbate, a noduli di selce, con intercalazioni di calcareniti torbiditiche. Faune a Foraminiferi planctonici e Macrofoaminiferi. Spessore m. 51c) Calcareniti ad Entrochi. Calcareniti bioclastiche in banchi da 2 cm a 3 m, talora con struttura flusso-torbiditica, con resti di coralli ed Ellipsactinie (Corno Piccolo). Localmente (Campo Pericoli) sono presenti filoni sedimentari riempiti da calcari marnosi rosati e Globotruncanidi e da Calcareniti a Nummuliti. Faune con Protopeneroplis striata. Spessore m. Malm Dogger p.p. Nella zona di Genzana- M.di Greco ed a Nord dell Aquila (Casaline, Cansatessa, M. S. Onofrio) le Calcareniti ad Entrochi sono parzialmente sostituite da Diaspri con sporadiche intercalazioni calcarenitiche. UNITÁ MARCHIGIANA Unità del Montagnone Montagna dei Fiori 57e, f) Flysch della Laga. Membro post-evaporitico. Alternanza torbiditica di arenarie ed argille con intercalazioni calcarenitico-calciruditiche con intercalazioni di corpi arenacei a sviluppo tabulare (corpi amalgamati basin floor e lobi di conoide); arenarie di natura torbiditica in corpi tabulari spessi e massicci, amalgamati (basin floor). Spessore: 1800 m. Messiniano. 58a,b) Marne a orbulina. Marne e marne calcaree emipelagiche azzurre con microfaune a prevalenti Orbulina spp.. Spessore m. Messiniano Tortoniano superiore. Marne con Cerrogna, Bisciaro. Calcari marnosi, marne calcaree e marne arenacei, talora glauconitiche, bioturbate, con intercalazioni di calcareniti e di calciruditi. Spessore: m. Miocene medio inferiore. 17

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