Osservatorio Tariffe e Tributi Locali

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1 Regione Umbria Giunta Regionale Assessorato Sviluppo Economico Associazioni dei Consumatori Regione Umbria Agenzia Umbria Ricerche Osservatorio Tariffe e Tributi Locali Rapporto 2007 Marzo 2009

2 Gruppo di lavoro Aur Elisabetta Tondini (coordinamento) Meri Ripalvella (gestione archivio, metodologia ed elaborazione dati) Laura Pelliccia (stesura testi) Riconoscimenti e ringraziamenti Il presente Rapporto è, come il precedente, frutto dell attività congiunta di un gruppo di lavoro già ampiamente sperimentato, composto da Laura Pelliccia (che ha curato la stesura del rapporto), Meri Ripalvella (che ha gestito il data base ed elaborato i dati) ed Elisabetta Tondini (che ha curato il coordinamento generale). Si ringraziano Maria Rita Di, per l attività di segreteria e di contatto con i funzionari comunali per la rettifica del data base, Emanuele Pettini, che ha costruito le carte tematiche e collaborato al lavoro di editing e Fabrizio Lena, per la realizzazione della copertina e la supervisione all editing. Si ringraziano i rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori, partner del progetto, che si sono attivati per sollecitare i Comuni nell opera di compilazione del questionario digitale, si ringrazia Chiara Vivoli, per l assistenza tecnica nell accesso alla piattaforma e i funzionari dei 3 Ato e dei 79 Comuni che hanno messo a disposizione le informazioni richieste. Referenti Regione Umbria Enzo Santucci, Responsabile Servizio Commercio Pietro Spadoni, Responsabile del Programma

3 Indice 5. Presentazione 7 Premessa 9. Obiettivi, scenari, principali evidenze 15. L addizionale comunale Irpef 23. L imposta Comunale sugli Immobili (Ici) 69. L occupazione del suolo pubblico: Tosap e Cosap 93. Il servizio di nettezza urbana: Tarsu e Tia 129. Il servizio Idrico Integrato 181. Gli asili nido 203. Le mense scolastiche 219. I trasporti scolastici 227. Il trasporto pubblico locale 237. La spesa per un paniere di tariffe tributi 263. Appendice metodologica

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5 Presentazione L Osservatorio regionale sulle tariffe e sui tributi locali presenta una nuova serie di dati, riferiti all anno La continuità è un fattore di rilievo nelle attività conoscitive e di informazione ed è la migliore testimonianza dell importanza che assumono le conclusioni di una ricerca. I dati provengono dall indagine svolta presso i Comuni dalle Associazioni dei Consumatori nell ambito del progetto co-finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e sono stati elaborati utilizzando le elevate competenze dell Agenzia Umbria Ricerche. Essi sono lo specchio di un settore di grande rilievo per la vita civile e per le attese di un gran numero di famiglie. Non si tratta di dati riferiti esattamente all universo dei Comuni e dei servizi in esame, in quanto permangono delle difficoltà per organizzare in con sistematicità la comunicazione dei dati che non vogliamo attribuire ad insensibilità o peggio ad avversione per l iniziativa, ma che appaiono, più semplicemente, come portato di tensioni operative di molte strutture comunali alle prese con compiti crescenti e risorse, anche di personale, ridotte e spesso decisamente insufficienti. I risultati sono comunque significativi per descrivere le ricadute sui cittadini dell azione delle municipalità: dimostrano settori in tensione, con tariffe spesso crescenti necessarie a finanziare una rete di servizi estesa eppure inferiore alle esigenze, in cui permangono differenze tra realtà simili per consistenza demografica e caratteristica dei servizi stessi. Pesano in modo rilevante le scelte legislative in materia di trasformazione da tassa a tariffa (che pur contiene aspetti irrisolti di grande importanza come l assoggettabilità o meno all imposta sul valore aggiunto), il finanziamento degli investimenti tramite la tariffa stessa e, in generale, la criticità dei bilanci degli Enti Locali, in un contesto di pesante redistribuzione di risorse rispetto ai trasferimenti dello Stato e con vincoli forti del patto di stabilità. Con questo Osservatorio, che proseguirà nel tempo la propria attività, ci proponiamo di continuare a fornire, insieme alle Associazioni dei consumatori, informazioni oggettive ed incontrovertibili sui settori in esame, auspicando per altro che tra le Istituzioni Pubbliche e le Organizzazioni dei consumatori si attivino tutte le modalità e si consolidino tutti i luoghi di confronto costruttivo per il miglioramento dei servizi e l ottimizzazione delle risorse impegnate che costituiscono una voce sempre più significativa nei consumi primari delle famiglie. Mario Giovanetti Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive della Regione Umbria 5

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7 PREMESSA La terza edizione del rapporto Osservatorio Tariffe e Tributi Locali realizzato dall Aur (Agenzia Umbria Ricerche), su specifica committenza del governo regionale, rappresenta un punto molto importante del più generale lavoro di ricerca dell agenzia sulla realtà dell Umbria contemporanea. L impegno analitico, proprio come nelle due precedenti edizioni (quella del 2006 che si riferiva alle dinamiche del 2003 e quella del 2007 che, invece, copriva l intero arco temporale ), si pone l obiettivo di indagare alcune delle realtà fondamentali nelle quali è oggi articolato il complesso intervento pubblico nella vita sociale della regione. Si tratta di servizi, tipicamente comunali, fondamentali per la qualità della vita sociale della comunità, che intervengono sia nel governo di talune risorse che verso bisogni essenziali, dall acqua al ciclo dei rifiuti, ai trasporti, ai servizi per l infanzia e che si traducono, dentro una dizione più generica di tariffe e tributi, in specifici rapporti tra cittadini ed istituzioni. In continuità con il lavoro svolto nell edizione precedente, la ricerca permette di valutare quel che accade in tanti ambiti essenziali dell azione delle municipalità umbre sia sul terreno della fiscalità sia su quello della organizzazione di taluni servizi. Se il Rapporto rappresentava il primo, organico, lavoro di sistemazione e di raccolta di dati, quello odierno ne rappresenta la naturale prosecuzione. Il Rapporto 2007, infatti, analizza nuovamente le tematiche proposte in passato, utilizzando il data-base costituito dalle risposte fornite on-line direttamente dalle stesse municipalità. Non tutte: 79 sono, in effetti, i comuni che hanno aderito alla rilevazione per il La peculiarità più interessante dell intero progetto consiste nella sua possibile evoluzione dinamica, che contempli sia una riflessione validante da parte delle municipalità che hanno partecipato alla ricerca, sia riflessioni dei grandi corpi sociali quali protagonisti di rapporti specifici e continui con l intervento pubblico delle istituzioni. Riteniamo, infatti, fondamentale, nei prossimi tempi, aprire un più vasto campo di ricerca sulla vita dell Umbria contemporanea, per arrivare ad avere una visione d insieme della finanza pubblica locale, delle sue scelte, delle sue coerenze, del suo peso, che è enorme, sulla qualità della vita dell Umbria. Si vedrà allora come, il senso e la qualità della rappresentanza locale, diventi sempre più essenziale per la democrazia. Si vedrà quanto può contare, nella cultura delle classi dirigenti, la questione della propria autonomia progettuale. Si vedrà ancora, come le azioni di sindacato sulla vita pubblica si traducano nell esercizio di quel potere dal 7

8 basso che è stato una radice essenziale della storia dell Umbria e del suo pensiero politico. Il lavoro di questo volume offre alcuni importanti approdi analitici. Molto resta ancora da fare. Saranno per questo fondamentali le ulteriori sollecitazioni che verranno in tal senso, a cominciare da quelle dell Anci (Associazione nazionale dei Comuni Italiani) e del Governo regionale che ha scelto nel Patto per lo sviluppo un asse strategico assai significativo per progettare il futuro dell Umbria. Claudio Carnieri Presidente dell Aur 8

9 Obiettivi, scenari, principali evidenze Con l aggiornamento al 2007 dell analisi dei dati relativi al sistema di imposte e tasse comunali e dei principali servizi, individuali e a rete, erogati a livello locale, l Aur ha dato continuità al progetto Osservatorio tariffe e tributi locali, afferente alle Iniziative della Regione Umbria a vantaggio dei consumatori - Programma generale d intervento denominato Informazione ed assistenza ai consumatori ed agli utenti e realizzato con i fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Come sempre, l obiettivo ispiratore del progetto è pervenire alla conoscenza di alcuni dei principali oneri a carico del cittadino seguendo il principio di trasparenza e informazione nei suoi rapporti con la Pubblica Amministrazione; di conseguenza, l approccio analitico seguito nella realizzazione del Rapporto è quello di fornire, partendo da una base informativa il più possibile dettagliata, un quadro omogeneo di dati che possano far luce sulle principali differenze comunali in termini di tassazione e tariffazione. Il presente Rapporto segue il percorso di indagine e le applicazioni analitiche proprie del precedente lavoro, riferito al triennio , ovvero: lo sviluppo e l applicazione di uno strumento di rilevazione informatizzato (una piattaforma digitale per la raccolta dati); la differenziazione dei soggetti presso cui effettuare la raccolta dei dati (Comuni e Ambiti Territoriali Ottimali); un approfondimento particolare riservato a quelle sezioni di indagine (il servizio di nettezza urbana e il Servizio Idrico Integrato nello specifico ) che hanno potuto contare su un supporto informativo particolarmente dettagliato e completo. In merito al primo punto, nonostante i soddisfacenti risultati in termini di adesione (79 comuni, l 86% del totale, per una copertura demografica regionale del 97%), l obiettivo cui si punta è non solo coprire l intero universo di riferimento, ma arrivare all acquisizione di un quadro informativo esaustivo o, quanto meno, omogeneo tra i vari comuni. Al riguardo, c è ancora da lavorare per rendere più flessibile uno strumento di indagine (la piattaforma digitale) che poco si presta a raccogliere specificità e dettagli informativi non previsti dallo schema di raccolta dati. Ancora una volta, infatti, la rigidità dello strumento ha penalizzato soprattutto il livello qualitativo delle informazioni restituite, vista la notevole mole di incongruenze o anomalie dovute a errori di immissione o di interpretazione della domanda, che hanno reso necessario una successiva verifica e correzione del data set. Come già ricordato, anche per il 2007, il Rapporto ha riservato un attenzione particolare a due ambiti: il Servizio Idrico Integrato e il servizio di nettezza urbana, i cui differenti criteri di tariffazione hanno richiesto di approfondire le analisi e lavorare su ipotesi di riferimento 9

10 che rendessero omogenei dati altrimenti non confrontabili e possibili le comparazioni territoriali. Questo è anche l ultimo anno per il quale è stato possibile sviluppare un approfondita analisi sull Ici, con l intento di sintetizzare gli effetti delle tre variabili coinvolte ai fini dell importo dell imposta sull abitazione principale, replicando, anzi, ampliando, le simulazioni già sperimentate nei due Rapporti precedenti, stimando per situazioni-tipo (diverse tipologie abitative) l imposta netta dovuta nei vari comuni umbri. Con esiti, per certi versi non scontati, che ci portano a scoprire la natura moderatamente progressiva di un imposta considerata invece, per definizione, proporzionale. In tutti i casi, comunque, lo sforzo analitico è stato quello di arrivare ad effettuare raffronti territoriali tra grandezze non sempre facilmente confrontabili e rilevare differenze all interno del territorio regionale. Differenze riscontrabili sia considerando singolarmente le singole imposte/tasse/tariffe, sia considerando la spesa per un paniere di beni. La portata di queste differenze si può visualizzare sinteticamente già con alcuni grafici che riportano, ciascuno, per il 2007, informazioni elementari o frutto di elaborazioni relative ad un determinato ambito esplorato: si parte dall addizionale comunale Irpef (graf. 1), si passa al livello dell aliquota Ici per l abitazione principale e alla relativa detrazione (graf. 2), alle tariffe minime e massime previste per l asilo nido (graf. 3), alla tassa o tariffa pagata dalle famiglie di quattro componenti che vivono in una casa di 100 mq (graf. 4), quindi alla spesa per il Servizio Idrico Integrato posto che la suddetta famiglia consumi 150 mc di acqua all anno (graf. 5). Graf. 1 Aliquota addizionale comunale Irpef applicata nei comuni umbri (2007) Aliquote per mille media regionale Comuni 10

11 Graf. 2 Ici per abitazione principale: posizionamento dei comuni umbri in base all aliquota e la detrazione (2007) Detrazione (euro) ,2 4,7 5,2 5,7 6,2 6,7 7,2 Aliquota abitazione principale (valori per mille) Graf. 3 Tariffe minime e massime nel servizio asilo nido nei comuni umbri (2007) Euro mensili Comuni media regionale 11

12 Graf. 4 Spesa annua per Tarsu/Tia nei comuni umbri da parte di una famiglia di 4 persone che vive in una casa di 100 mq (2007) Euro annui media regionale 50 0 Comuni Graf. 5 Spesa per il Servizio Idrico Integrato nei comuni umbri da parte di una famiglia di 4 persone che consuma 150 mc di acqua/anno (2007) media regionale 260 Euro annui Comuni I grafici riportati sono sintetici e spesso costruiti su ipotesi di lavoro necessarie a rendere omogenei dati altrimenti non confrontabili. E forse proprio la non immediata comparabilità dei dati comunali, riscontrabile, a parte il caso dell addizionale comunale Irpef, in tutti gli altri ambiti di studio presi in considerazione dall Osservatorio (l Imposta Comunale sugli Immobili, la tassa o il canone sull occupazione del suolo pubblico, la tassa o la tariffa per il 12

13 servizio di nettezza urbana, l onere per il Servizio Idrico Integrato, quelli per l asilo nido, la mensa e i trasporti scolastici, nonché per il trasporto pubblico locale), a caratterizzare, con una propria originale specificità, sia nell approccio che nelle scelte di analisi, il presente Rapporto, a partire dai dati elementari fino ad arrivare alla individuazione di grandezze complesse, più significative ai fini delle interpretazioni finali di ciascun argomento trattato. Alla fine, proprio per offrire in maniera tangibile il senso e la portata dello sforzo analitico compiuto (ravvisabile già a partire dalla lista di ipotesi che sottendono i risultati ottenuti), viene effettuata una simulazione di spesa per un paniere di tasse e tariffe relativa a quattro differenti situazioni familiari che si differenziano per composizione familiare e per disponibilità reddituale. Rispetto al precedente Rapporto è stata allargata la gamma delle situazioni-tipo, per offrire un panorama più ampio in cui una famiglia media umbra potesse più agevolmente riconoscersi. Purtroppo, anche in questa edizione, il paniere (che comprende due imposte, ovvero il costo per l addizionale comunale Irpef e l Ici per l abitazione principale, e due servizi, il Servizio Idrico Integrato e il servizio di nettezza urbana), non ha potuto essere arricchito di alcun servizio a domanda individuale (come l asilo nido, la mensa e il trasporto scolastico), per incompletezza delle informazioni rese. Una lacuna che si è tentato di colmare già nella presente rilevazione ma che, evidentemente, non ha sortito gli effetti sperati, riproponendo dunque la necessità di un ripensamento della modalità di acquisizione dati almeno relativamente a quei servizi meno codificabili e circoscrivibili entro rigide griglie di rilevazione. Ad ogni buon conto, le differenze intercomunali (già evidenti considerando singole voci di spesa), si ripropongono su un paniere più ampio (pur limitato a quattro componenti), a testimonianza del fatto che vivere in un luogo piuttosto che in un altro può avere conseguenze sul cittadino dal punto di vista degli oneri a suo carico. Ancora una volta, tuttavia, si raccomanda estrema prudenza nella lettura delle differenze territoriali emerse. I confronti vengono infatti effettuati su informazioni di natura solo quantitativa e, più specificatamente, sui costi a carico del contribuente/utente, il risultato ultimo e più tangibile della interazione di una serie di elementi congiunti che sarebbe per certi versi improprio analizzare esclusivamente e separatamene attraverso la ricaduta finale in termini di oneri sulla collettività. La discrezionalità dell ente municipale nelle politiche fiscali e di governo non si limita infatti alla scelta di applicare una determinata imposta o di offrire un particolare servizio: tale discrezionalità va oltre, nel momento e, soprattutto, nelle modalità con cui si contingentano taluni costi a carico del cittadino e si riversano le conseguenze di detta scelta attraverso l inasprimento di altri oneri. La variabile tariffaria è infatti un potenziale strumento di intervento sul contesto economico, sociale e demografico del territorio, 13

14 spesso utilizzata per limitare forme di sperequazione collegate alle differenti condizioni socio economiche della popolazione; tuttavia la scarsità di risorse finanziarie limita notevolmente i margini di manovra con ovvie conseguenze sulla reale applicabilità di taluni principi di equità. Tenendo conto di queste considerazioni, il caso umbro si configura assai variegato non solo in termini di effetti finali sul cittadino, ma anche nella impostazione delle politiche tariffarie: dai dati raccolti, l attenzione alle ricadute redistributive di certe scelte e lo sforzo proteso per agevolare situazioni di indigenza, ravvisabile dall orientamento e dall impostazione dei criteri adottati per la somministrazione di taluni servizi, non è certo uniforme. Si tratta di un informazione indicativa del grado di sensibilità a problematiche socio-economiche e dei conseguenti tentativi di effettuare scelte redistributive da parte dei governi municipali. E inutile ricordare, altresì, che, nel caso della erogazione di un servizio, il panorama si complica ulteriormente per l intervento dell elemento qualitativo: un aspetto importante, la cui trattazione non è più opportuno procrastinare. In realtà il panorama dei fattori che influiscono sulle differenti situazioni comunali soprattutto per quanto afferisce la erogazione dei servizi pubblici è in realtà ancora più complesso. Ma la digressione in tal senso ci porterebbe fuori dal campo d indagine individuato, tenendo conto dell obiettivo principale che ha mosso il presente studio e il progetto che ne sta alla base. A costo di sembrare superficiali, nonostante le avvertenze sopra ricordate, e ignorando per un momento l esistenza di difformità qualitative nei servizi offerti, ciò che rileva, in ultima analisi, è che l operato dei governi locali viene letto dal cittadino attraverso un unica, incontrovertibile chiave di lettura: il costo che il vivere nel proprio ambito municipale comporta. Alla luce di questa considerazione, il presente Rapporto può considerasi un primo, utile strumento di informazione per il cittadino e di trasparenza dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Elisabetta Tondini Responsabile Area Processi e Politiche Economiche e Sociali dell Aur 14

15 L ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF Il 2007 ha rappresentato, per l addizionale comunale Irpef, l anno del sostanziale ripristino dei margini di autonomia tributaria degli enti locali. Infatti, se in una prima fase i municipi avevano potuto esercitare una certa discrezionalità (a partire dal 2000 era stata loro concessa la facoltà di introdurre il tributo scegliendo un aliquota entro il range 0-5 ), dopo qualche anno su questa materia erano intervenuti forti limitazioni dal livello centrale, dato che la legge finanziaria per il 2003 aveva di fatto impedito ai comuni ogni aumento di aliquote 1. Tranne un piccolo spazio di manovra concesso dalla finanziaria per il 2005 (con la possibilità, solo per enti che fino a quel momento non avevano introdotto la suddetta addizionale, di un aumento dello 0,1 complessivamente per il triennio ), il blocco delle addizionali è rimasto in vigore fino a tutto il La legge finanziaria per il 2007 ha rimosso il suddetto blocco e, per di più, ha anche aumentato il tetto massimo di definizione dell aliquota, portandolo dal 5 all 8. Questa sezione dell osservatorio evidenzia l impatto di queste decisioni nel panorama umbro, realizzando anche un confronto tra le aliquote in vigore nella regione; infine si propone una breve panoramica sulle scelte di esenzione dal tributo operate dai singoli municipi. Gli interventi sulle aliquote del 2007 Nella precedente edizione di questo Rapporto avevamo sottolineato l immobilismo che aveva caratterizzato la regione nell epoca del blocco delle addizionali, dal momento che le aliquote in vigore a fine 2006 erano quasi ovunque quelle congelate al Dall ultima rilevazione è emerso che i comuni umbri sembrano aver ampiamente usufruito dello sblocco delle addizionali comunali, dal momento che ben 39 municipi su 92 hanno aumentato l aliquota del 2007 rispetto a quella del Nella maggior parte dei casi si è trattato di incrementi modesti (tra l 1 e il 2 ), ma in 11 comuni il rialzo è consistito in 0,3 punti percentuali e in ben 4 casi ha raggiunto lo 0,4% (Amelia, Bettona, Cascia 2 e Valtopina). Il ritocco più eclatante è comunque quello del comune di Perugia dove, tra il 2006 e il 2007, si è passati da un aliquota dell 1 ad una del 7 (tab. 1). 1 Erano state dichiarate inefficaci le delibere comunali di introduzione o di aumento del tributo successive al 29 settembre 2002, come era anche successo per alcuni comuni come emerso nel Rapporto Il comune di Cascia aveva deliberato l introduzione di un addizionale del 2 ma lo stesso provvedimento era risultato inefficace perché successivo al 29 settembre 2002, data dalla quale erano stati congelati gli aumenti delle aliquote: pertanto è rimasto senza addizionale fino al 2006, con l aliquota del 2 inefficace a livello operativo. Nel 2007, con una nuova delibera, l aliquota è stata portata al 4 e, pertanto, l impatto effettivo sui contribuenti è stato un innalzamento del 4. 15

16 Da notare che comunque questi rialzi hanno interessato solo comuni nei quali già si applicava l addizionale, mentre quei centri che fino al 2006 non avevano ancora deliberato l introduzione del tributo hanno deciso di proseguire in questa direzione anche nel 2007: sembra dunque che si tratti di una precisa scelta di politica fiscale di questi governi locali, sulla quale non hanno inciso gli sblocchi del livello centrale. Tab. 1 - Aliquota dell'addizionale comunale Irpef nei comuni che hanno deliberato aumenti dal 2006 al 2007 Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Comuni* differenza Allerona 5,0 6,0 1,0 Alviano 2,0 3,0 1,0 Campello sul Clitunno 2,0 3,0 1,0 Cannara 2,0 3,0 1,0 Castel Viscardo 4,0 5,0 1,0 Monte Castello di Vibio 5,0 6,0 1,0 Monte Santa Maria Tiberina 5,0 6,0 1,0 Panicale 5,0 6,0 1,0 Spello 4,0 5,0 1,0 Torgiano 4,0 5,0 1,0 Avigliano Umbro 4,0 6,0 2,0 Bevagna 4,0 6,0 2,0 Città di Castello 4,0 6,0 2,0 Giano dell'umbria 2,0 4,0 2,0 Giove 4,0 6,0 2,0 Gualdo Tadino 2,0 4,0 2,0 Gubbio 4,0 6,0 2,0 Lugnano in Teverina 2,0 4,0 2,0 Montefalco 5,0 7,0 2,0 Montone 4,0 6,0 2,0 Penna in Teverina 3,0 5,0 2,0 San Giustino 4,0 6,0 2,0 San Venanzo 5,0 7,0 2,0 Acquasparta 5,0 8,0 3,0 Arrone 4,0 7,0 3,0 Collazzone 2,0 5,0 3,0 Massa Martana 2,0 5,0 3,0 Montegabbione 3,0 6,0 3,0 Orvieto 5,0 8,0 3,0 Otricoli 5,0 8,0 3,0 Pietralunga 2,0 5,0 3,0 Stroncone 4,0 7,0 3,0 Terni 2,0 5,0 3,0 Umbertide 2,0 5,0 3,0 Amelia 4,0 8,0 4,0 Bettona 4,0 8,0 4,0 Cascia** 2,0 4,0 4,0 Valtopina 1,0 5,0 4,0 Perugia 1,0 7,0 6,0 (*) Comuni che hanno deliberato un aumento di aliquota ordinati in modo decrescente in base all'aumento dell'aliquota stessa. (**) La delibera di aumento dell aliquota nel 2006 risultava sospesa. Fonti: elaborazioni AUR su dati Ministero dell'economia e delle Finanze 16

17 Le aliquote attualmente in vigore In seguito agli aggiustamenti precedentemente descritti, nella regione coesistono livelli di aliquote molto differenziati (tab. 2): quella adottata dal maggior numero di comuni (26 in tutto) è il 5, seguita dal 4 (19 comuni), insomma una distribuzione che si addensa nelle classi centrali. Tra i comuni maggiormente colpiti da questo tributo Acquasparta, Amelia, Bettona, Orvieto e Otricoli, dove viene applicato il livello massimo tra quelli possibili (8 ). Il centro con aliquota positiva più bassa è invece Preci (1,0 ; tab. 2). Tab. 2 - Aliquote dell'addizionale comunale Irpef nei comuni umbri (2006, 2007) Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Comuni differenza Acquasparta 5,0 8,0 3,0 Allerona 5,0 6,0 1,0 Alviano 2,0 3,0 1,0 Amelia 4,0 8,0 4,0 Arrone 4,0 7,0 3,0 Assisi 0,0 0,0 0,0 Attigliano 2,0 2,0 0,0 Avigliano Umbro 4,0 6,0 2,0 Baschi 4,0 4,0 0,0 Bastia Umbra 4,0 4,0 0,0 Bettona 4,0 8,0 4,0 Bevagna 4,0 6,0 2,0 Calvi dell'umbria 4,0 4,0 0,0 Campello sul Clitunno 2,0 3,0 1,0 Cannara 2,0 3,0 1,0 Cascia 2,0* 4,0 4,0 Castel Giorgio 4,0 4,0 0,0 Castel Ritaldi 5,0 5,0 0,0 Castel Viscardo 4,0 5,0 1,0 Castiglione del Lago 5,0 5,0 0,0 Cerreto di Spoleto 0,0 0,0 0,0 Citerna 2,0 2,0 0,0 Città della Pieve 5,0 5,0 0,0 Città di Castello 4,0 6,0 2,0 Collazzone 2,0 5,0 3,0 Corciano 2,0 2,0 0,0 Costacciaro 2,9 2,9 0,0 Deruta 5,0 5,0 0,0 Fabro 5,0 5,0 0,0 Ferentillo 4,0 4,0 0,0 Ficulle 2,0 2,0 0,0 Foligno 3,0 3,0 0,0 Fossato di Vico 0,0 0,0 0,0 Fratta Todina 4,0 4,0 0,0 Giano dell'umbria 2,0 4,0 2,0 Giove 4,0 6,0 2,0 continua 17

18 segue Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Comuni differenza Gualdo Cattaneo 5,0 5,0 0,0 Gualdo Tadino 2,0 4,0 2,0 Guardea 4,0 4,0 0,0 Gubbio 4,0 6,0 2,0 Lisciano Niccone 4,0 4,0 0,0 Lugnano in Teverina 2,0 4,0 2,0 Magione 5,0 5,0 0,0 Marsciano 5,0 5,0 0,0 Massa Martana 2,0 5,0 3,0 Monte Castello di Vibio 5,0 6,0 1,0 Monte Santa Maria Tiberina 5,0 6,0 1,0 Montecastrilli 4,0 4,0 0,0 Montecchio 5,0 5,0 0,0 Montefalco 5,0 7,0 2,0 Montefranco 5,0 5,0 0,0 Montegabbione 3,0 6,0 3,0 Monteleone di Spoleto 0,0 0,0 0,0 Monteleone d'orvieto 4,0 4,0 0,0 Montone 4,0 6,0 2,0 Narni 4,0 4,0 0,0 Nocera Umbra 2,0 2,0 0,0 Norcia 2,0 2,0 0,0 Orvieto 5,0 8,0 3,0 Otricoli 5,0 8,0 3,0 Paciano 5,0 5,0 0,0 Panicale 5,0 6,0 1,0 Parrano 2,0 2,0 0,0 Passignano sul Trasimeno 5,0 5,0 0,0 Penna in Teverina 3,0 5,0 2,0 Perugia 1,0 7,0 6,0 Piegaro 5,0 5,0 0,0 Pietralunga 2,0 5,0 3,0 Poggiodomo 0,0 0,0 0,0 Polino 0,0 0,0 0,0 Porano 5,0 5,0 0,0 Preci 1,0 1,0 0,0 San Gemini 4,0 4,0 0,0 San Giustino 4,0 6,0 2,0 San Venanzo 5,0 7,0 2,0 Sant'Anatolia di Narco 0,0 0,0 0,0 Scheggia e Pascelupo 3,0 3,0 0,0 Scheggino 0,0 0,0 0,0 Sellano 0,0 0,0 0,0 Sigillo 4,0 4,0 0,0 Spello 4,0 5,0 1,0 Spoleto 5,0 5,0 0,0 Stroncone 4,0 7,0 3,0 Terni 2,0 5,0 3,0 continua 18

19 segue Aliquota addizionale Irpef (valori per mille) Comuni differenza Todi 4,0 4,0 0,0 Torgiano 4,0 5,0 1,0 Trevi 2,0 2,0 0,0 Tuoro sul Trasimeno 4,0 4,0 0,0 Umbertide 2,0 5,0 3,0 Valfabbrica 5,0 5,0 0,0 Vallo di Nera 0,0 0,0 0,0 Valtopina 1,0 5,0 4,0 (*) sospesa Fonti: elaborazioni AUR su dati Ministero dell'economia e delle Finanze Come anticipato nel precedente paragrafo, l addizionale non viene applicata in 10 comuni, di cui uno medio grande (Assisi), uno medio piccolo (Fossato di Vico) e 8 centri minori (al di sotto dei abitanti). Questo potrebbe portare a credere che nei comuni piccolissimi ci sia una minore propensione al ricorso all addizionale; tuttavia, ben oltre la metà (54%) dei comuni della prima classe dimensionale applica un aliquota tra il 4 e il 6 (tab. 3). Gli 8 piccoli centri non colpiti dal tributo sono accomunati da caratteristiche geografiche, trattandosi di territori contigui della zona della Valnerina (come visualizzabile anche dalla carta 1): il fatto che questa politica venga portata avanti da municipi della stessa area fa presupporre un condizionamento reciproco da parte di enti confinanti 3. Nei comuni dai ai abitanti si tende a preferire un aliquota tra il 4 e il 5 (57% dei casi), anche se una quota importante di questi centri fa ricorso alle aliquote più alte in assoluto (il 17% applica oltre il 7 ). I comuni di medie dimensioni si concentrano in maniera preponderante (54%) sull aliquota del 5, mentre quelli della successiva classe dimensionale mostrano un comportamento più diversificato: i quattro quinti di essi ha scelto aliquote tra il 3 e il 6 (senza che una specifica aliquota prevalga fortemente sulle altre), mentre i restanti due comuni si posizionano ciascuno nelle fasce estreme. Tra i due capoluoghi (i centri con oltre abitanti), Terni ha fissato un coefficiente più contenuto di quello di Perugia (5 contro 7 ). 3 A parte il caso della Valnerina, dalla visione della mappa dei comuni umbri per aliquota, nel resto della regione non appaiono tendenze ad un comportamento fiscale uniforme di altre aree territoriali. 19

20 Tab. 3 - Addizionale comunale Irpef nei comuni umbri per classe dimensionale (2007) aliquote (%) fino classe dimensionale comuni oltre totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % ,5 1 3, , , , , , , ,7 2,9 1 2, , ,7 1 3, , , ,5 7 23,3 2 15, , , ,3 7 53,8 1 12, , , , , , ,6 2 6,7 1 7,7 1 12, ,4 totale Fonti: elaborazioni AUR su dati Ministero dell'economia e delle Finanze, ISTAT Fonti: elaborazioni AUR su dati Ministero dell'economia e delle Finanze 20

21 Le esenzioni Un altra importante novità entrata in vigore dal 2007 è che per la prima volta i comuni hanno avuto la facoltà di decidere di esentare dall applicazione di questo tributo i cittadini che presentassero specifici requisiti reddituali (art. 1 c.142 b della finanziaria per il 2007). Fino al 2006 le regole per l esenzione erano definite dal centro in modo uniforme per tutto il territorio nazionale: di fatto non era colpito dall addizionale comunale soltanto chi non era tenuto a pagare l Irpef base nazionale, secondo i meccanismi definiti di anno in anno dal Ministero dell Economia (base imponibile, deduzioni e detrazioni). Oggi, pur rimanendo efficace questa regola di fondo, i singoli comuni possono scegliere di tracciare una propria demarcazione (soglie di esenzione) per individuare i soggetti più poveri sui quali non far pesare l addizionale. Quindi, anche a parità di aliquota deliberata, due cittadini con la stessa capacità contributiva che risiedono in comuni diversi potrebbero affrontare un diverso carico fiscale, se uno dei due comuni ha definito la soglia di esenzione oltre il livello di reddito dei soggetti in questione. In Umbria nel 2007 già 17 comuni avevano usufruito di questa possibilità, definendo proprie soglie di esenzione. A parte il caso di Lugnano in Teverina che ha riservato l esenzione a condizioni di reddito estremamente basse (al di sotto dei eur), negli altri casi la soglia è stata fissata tra gli e i eur; la scelta più frequente (5 comuni) è stata esonerare dall addizionale comunale i redditi al di sotto dei eur (tab. 4). Tab. 4 - Comuni che hanno deliberato l'esenzione dall'addizionale comunale Irpef per redditi inferiori ad una determinata soglia (2007) Comune soglia di esenzione (*) Cannara Città di Castello Gubbio Massa Martana Montone Panicale Perugia Pietralunga San Giustino Umbertide Amelia Arrone Giove Lugnano in Teverina Montefranco Penna in Teverina Terni (*) L'esenzione è prevista se il reddito è <= alla soglia di esenzione. Fonti: Ministero dell'economia e delle Finanze 21

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23 L IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI (ICI) Ici: ultimo atto Il 2007 si caratterizza per essere l ultimo anno di applicazione dell Ici sulla prima casa. La struttura di questo tributo, rimasta invariata nei suoi 15 anni di vita, è quella propria di un imposta patrimoniale (una delle poche esistenti nel nostro ordinamento): ne sono colpiti i proprietari di beni immobili o di diritti reali di godimento 1, secondo aliquote prescelte direttamente dai comuni e differenziate a seconda che si tratti di abitazione principale o di altra abitazione (in questo secondo caso si applica un aliquota ordinaria generalmente maggiore); sono previsti inoltre coefficienti speciali per fabbricati, terreni agricoli e aree edificabili. Per le abitazioni, l imposta si calcola applicando le aliquote alle rendite catastali e sottraendo le eventuali detrazioni, ovvero quella per abitazione principale (definita dal decreto istitutivo dell Ici nella misura di 103,29 eur, ma modificabile a discrezione dei comuni) e le ulteriori riduzioni d imposta che i comuni possono destinare a particolari situazioni di bisogno socio-economico. Proprio per questa facoltà di determinare aliquote e detrazioni, l Ici ha rappresentato uno degli ambiti in cui si è esplicata maggiormente l autonomia fiscale dei municipi ed il gettito di questo tributo è stata tra le principali fonti di finanziamento degli enti locali. Nel corso degli anni erano emerse alcune criticità legate all applicazione dell imposta, come la necessità di adeguamento delle rendite catastali (tariffari), da troppo tempo non aggiornate ai valori di mercato degli immobili 2 e il bisogno di rettificare la classificazione degli immobili nelle categorie catastali, in quanto non sempre corrispondente alla reale destinazione degli immobili. Inoltre era emersa l esigenza di un maggior controllo sull evasione e sull elusione. A questi problemi si era tentato di porre rimedio promuovendo una maggiore collaborazione tra Agenzia del Territorio e Comuni nell esercizio delle funzioni catastali, considerando che questi ultimi, in virtù delle proprie competenze di pianificazione urbanistica, dispongono di maggiori informazioni rispetto a quelle possedute dallo Stato: la legge finanziaria per il 2007 ha dato la possibilità ai comuni di esercitare direttamente alcune funzioni catastali. Peraltro si riteneva che i municipi, quali beneficiari del gettito dell imposta, avessero un forte interesse nel contrastare l evasione e l elusione. In questa 1 Ne sono esonerati gli enti non commerciali per gli immobili che vengono destinati alle attività assistenziali, previdenziali, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, religiose o di culto. 2 I parametri in vigore oggi sono stati fissati con il Dm 11/8/92 e, nel 1997, per rimediare al fatto che per mancanza di aggiornamenti del nomenclatore le tariffe non rispecchiavano più il reale valore degli immobili, si è proceduto ad una rivalutazione generalizzata del 5% di tutte le rendite; da allora non sono state realizzate ulteriori revisioni. 23

24 direzione è da intendere anche la facoltà attribuita ai comuni di effettuare direttamente il classamento di alcuni immobili (la definizione degli estimi catastali è invece rimasta una prerogativa del Ministero dell Economia e delle Finanze). Ad interrompere questo processo di progressiva responsabilizzazione dei comuni è intervenuta la legge finanziaria per il 2008, che ha disposto centralmente un drastico cambiamento al metodo di calcolo dell Ici, introducendo una cospicua detrazione per tutti gli immobili destinati ad abitazione principale pari all 1,33 della base imponibile 3, con un tetto massimo di 200 eur. Questo provvedimento, che aveva lo scopo di alleggerire la pressione fiscale sui possessori di immobili, ha sollevato alcune perplessità, a partire dal fatto che si presta a effetti redistributivi negativi: trattandosi di un agevolazione troppo generalizzata (vi riescono ad accedere anche contribuenti con un elevato debito d imposta), è stato dimostrato ne avrebbero beneficiato soprattutto i contribuenti di ceto medio-alto, ovvero quelli che si posizionano nei decili di reddito più alti (Pellegrino, 2008) 4. E stato visto con sfavore anche il fatto che questa decisione abbia comportato una violazione dell autonomia tributaria dei comuni (Giannini e Guerra 2008). Le detrazioni previste dalla finanziaria 2008, di fatto, non sono state mai applicate, perché in corso d anno è giunto, come primissimo provvedimento del nuovo Governo, il Dl 93/2008 che, allo scopo di salvaguardare il potere d acquisto delle famiglie, ha disposto l esenzione totale dall Ici di tutte le abitazioni detenute come prima casa (l imposta continuerà a colpire solo le abitazioni di tipo signorile, le abitazioni in ville e i castelli). L abolizione è probabilmente giustificata dalla convinzione che si trattava di un balzello ingiusto, perché colpiva un patrimonio improduttivo (la prima casa). Tuttavia, da più parti sono stati ribaditi i punti di forza di questo tributo sia in termini di efficienza che di equità (la finanziaria per il 2008 aveva aperto la strada a queste problematiche, poi amplificate dal Dl 93/2008). Di fatto, l abolizione dell Ici è considerata da molti incoerente con la volontà di realizzare forme più compiute di federalismo fiscale: è indubbio infatti che con questa manovra si riduca fortemente l autonomia fiscale degli enti locali, che perdono in tal modo la possibilità di modulare il principale tributo proprio; il fatto che la perdita di gettito sarà sostituita da un trasferimento dal centro fa sì che essi diventino dipendenti da un altro livello di governo e, pertanto, poco responsabilizzati (Reichlin, 2008, Bordignon, 2007, Irpet, 2008). Piuttosto sarebbe stato preferibile proseguire sulla strada del decentramento delle funzioni catastali e sull aggiornamento delle rendite (Bordignon, 2007). 3 La rendita catastale moltiplicata per Rispetto al totale delle riduzioni Ici concesse dalla Finanziaria 2008 i primi cinque decili di reddito beneficiano solo del 33% dei vantaggi che questo provvedimento avrebbe generato per le famiglie italiane (Pellegrino, 2008). 24

25 I sostenitori dell imposta considerano l Ici il corrispettivo di una serie di servizi offerti dal comune (viabilità, arredo urbano, illuminazione, sicurezza, trasporti, etc.): i cittadini, pagando allo stesso soggetto responsabile, hanno la possibilità di confrontare oneri e servizi ricevuti, inducendo i sindaci a rendere conto delle proprie scelte di politica fiscale e di gestione del servizio (Muraro, 2008a, Guerra, 2007, Bordignon, 2007). Un imposta sugli immobili sembra particolarmente adatta a questo obiettivo perché, rispetto all imposizione sul reddito, può essere evasa o elusa con maggiore difficoltà (è difficile trasferire l immobile in un altro comune) (Reichlin, 2008). Infine, l Ici è ritenuta da molti un imposta che si presta ad obiettivi redistributivi, innanzi tutto perché, seppure proporzionale, colpisce il patrimonio, un elemento molto più concentrato nelle classi più abbienti rispetto al reddito. Sull imposta giocano un forte ruolo le detrazioni che, incidendo molto più sugli immobili di minor pregio, la rendono parzialmente progressiva; per di più, il fatto che i comuni potessero concedere ulteriori agevolazioni alle situazioni disagiate, permetteva di selezionare le famiglie bisognose da esonerare dal tributo (Muraro, 2008a, Guerra 2007). L abolizione tout-court è considerata dunque poco selettiva, perché finisce per avvantaggiare chi, avendo una maggiore capacità contributiva, con l imposta avrebbe pagato più Ici, facendo venir meno gli effetti di carattere distributivo che l Ici riusciva a generare (Muraro, 2008a, Bordignon, 2007, Guerra, 2007, Irpet, 2008). Queste ipotesi sono state dimostrate tramite alcune evidenze empiriche relative a singole realtà regionali 5. Alla luce di questo dibattito, si ritiene utile fornire all opinione pubblica strumenti per maturare una corretta percezione di questo fenomeno, accrescendo il livello conoscitivo sull impatto di questo prelievo sulle famiglie umbre. L Osservatorio ha confrontato innanzi tutto i parametri prescelti dai municipi umbri per il 2007 (aliquote e detrazioni) relativamente agli immobili detenuti a fini abitativi (prime e seconde case) e alle altre tipologie di cespiti (altri fabbricati, immobili industriali, terreni edificabili, terreni agricoli); inoltre, illustra anche le modalità di riscossione dell Ici. Da quest anno, sono stati presi in considerazione anche altri interventi realizzati dai comuni umbri su questa materia, ovvero le modifiche all attribuzione delle categorie catastali e la definizione di tariffari per i terreni edificabili. Infine, sono state realizzate alcune simulazioni per fornire una misura dell Ici effettivamente pagata nei vari comuni umbri su un immobile rappresentativo di medio pregio, cercando di far emergere anche il ruolo delle variabili definite dai municipi sulla 5 Da uno studio recentemente condotto in Toscana (che avevamo segnalato anche nella precedente edizione di questo Rapporto), è risultato che in questa regione le famiglie che trarrebbero maggior beneficio dall abolizione dell Ici sono quelle più ricche, ovvero quelle che si collocano negli ultimi decili di reddito. Il beneficio medio dell eliminazione dell imposta aumenta al crescere del reddito familiare (Sciclone, 2006 e Irpet, 2008). 25

26 quantificazione dell imposta. Per di più, si è voluto dare ai lettori la possibilità di confrontare quanto pesa il tributo su una casa di modeste condizioni rispetto ad un immobile più agiato, realizzando, per entrambe le tipologie di abitazioni, apposite stime relativamente ad ogni comune. L aliquota ordinaria per i fabbricati L analisi delle aliquote è effettuata a partire dalle scelte dei coefficienti ordinari per i fabbricati: per questa tipologia di immobili sono ormai moltissimi (53 su 79 aderenti alla rilevazione, pari al 67%) i comuni che applicano la più alta tra le aliquote possibili (tra il 6,5 e il 7, con ben 50 casi che scelgono il 7 ). Per il resto è abbastanza diffusa (18%) la scelta di un aliquota media (tra il 5,50 e il 6 ), seguita da un livello medio alto (l 11% dei comuni applica tra il 6 e il 6,5 ), mentre sono davvero rari i casi in cui si scende al di sotto del 5,5 (tab. 1). Questa maggior propensione per le aliquote più alte accomuna i centri di tutte le classi dimensionali (indipendentemente dall ampiezza dei comuni, la classe modale è sempre 6,5-7 ); nei centri minori (al di sotto dei abitanti) è un po più frequente (31%), rispetto al resto della casistica, l applicazione dell aliquota media (graf. 1). Tab. 1 - Distribuzione dei comuni umbri per classe dimensionale e per classe di aliquota ordinaria. Valori assoluti e percentuali (2007) classi di aliquota (valori )* fino classi dimensionali dei comuni oltre totale (v.a.) (%) (v.a.) (%) (v.a.) (%) (v.a.) (%) (v.a.) (%) (v.a.) (%) fino a 5,00 2 6, ,5 da 5,00 a 5, , ,3 da 5,50 a 6, ,0 3 10,7 1 8,3 1 12, ,7 da 6,00 a 6, ,3 4 14,3 1 8,3 1 12, ,4 da 6,50 a 100, 15 51, , ,3 6 75,0 2 7, ,1 Totale comuni * ciascuna delle classi individuate include il margine superiore Fonte: elaborazioni AUR su dati Osservatorio Tariffe e Tributi, ISTAT 26

27 Graf. 1 - Distribuzione dei comuni umbri per classe dimensionale e per classe di aliquota ordinaria (2007) valori percentuali fino a 5,00 da 5,00 a 5,50 da 5,50 a 6,00 da 6,00 a 6,50 da 6,50 a 7,00 fino oltre totale comuni classi dimensionali comuni * ciascuna delle classi individuate include il margine superiore Fonte: elaborazioni AUR su dati Osservatorio Tariffe e Tributi, ISTAT Ciò comporta che il valore medio dei centri più piccoli sia più contenuto di quello medio regionale (6,48 contro 6,67 ). L aliquota media cresce al crescere della dimensione comunale, ma nei comuni medio grandi è un po meno elevata di quella della terza fascia demografica (6,73 contro 6,88 ; tab. 2). Da segnalare che i due capoluoghi applicano entrambi il valore massimo (7 ); invece, il coefficiente minimo in assoluto (5 ) è in vigore in due comuni minori (Sellano e Porano; tab. 3). Tab. 2 - Valori medi delle aliquote per classi dimensionali dei comuni umbri. Valori per mille (2007) classi dimensionali comuni ordinaria abitazione principale fabbricati industriali altri fabbricati aree fabbricabili fino ,48 5,69 6,24 6,59 6, ,75 5,54 6,65 6,85 6, ,88 5,50 6,29 6,21 6, ,73 5,09 6,73 7,19 6,84 oltre ,00 5,25 7,00 7,00 7,00 totale 6,67 5,54 6,46 6,69 6,78 Fonte: elaborazioni AUR su dati Osservatorio Tariffe e Tributi, ISTAT 27

28 Tab. 3 - Comuni umbri ed aliquote fabbricati. Valori per mille (2007) Comuni ordinaria abitazione fabbricati altri principale industriali fabbricati Acquasparta 7,00 5,00 7,00 7,00 Allerona 6,00 5,50 6,00 6,00 Amelia 7,00 5,00 7,00 7,00 Arrone 7,00 5,50 7,00 7,00 Assisi 5,75 4,50 5,75 6,50 Attigliano 6,00 5,50 6,00 6,00 Avigliano Umbro 7,00 6,00 7,00 7,00 Baschi 7,00 6,00 7,00 7,00 Bastia Umbra 7,00 5,00 7,00 7,00 Bettona 7,00 7,00 7,00 7,00 Bevagna 7,00 5,00 7,00 7,00 Calvi dell'umbria 6,80 5,50 6,80 6,80 Cannara 7,00 5,50 7,00 7,00 Cascia 7,00 6,00 7,00 7,00 Castel Giorgio 6,00 6,00 6,00 6,00 Castel Ritaldi 5,50 5,50 5,50 7,00 Castel Viscardo 6,00 5,00 6,00 6,00 Castiglione del Lago 7,00 5,60 7,00 7,00 Cerreto di Spoleto 6,50 4,50 6,50 6,50 Citerna 6,00 6,00 6,00 7,00 Città della Pieve 7,00 6,30 7,00 7,00 Città di Castello 7,00 5,50 7,00 7,00 Collazzone 6,50 6,00 6,50 6,50 Corciano 7,00 5,50 7,00 6,00 Deruta 6,50 5,50 6,50 6,50 Fabro 6,50 5,50 6,50 6,50 Ferentillo 7,00 6,10 7,00 7,00 Ficulle 6,50 5,50 6,50 6,50 Foligno 6,10 5,50 6,10 7,00 Fossato di Vico 6,00 4,30 6,00 6,00 Fratta Todina 7,00 6,00 7,00 7,00 Giano dell'umbria 7,00 6,00 7,00 7,00 Gualdo Cattaneo 7,00 5,50 7,00 7,00 Gualdo Tadino 7,00 5,00 7,00 7,00 Guardea 7,00 5,00 5,00 7,00 Gubbio 7,00 4,70 7,00 9,00 Lisciano Niccone 7,00 5,50 7,00 7,00 Lugnano in Teverina 6,00 5,50 6,00 6,00 Magione 7,00 5,50 0,00 0,00 Marsciano 7,00 5,80 7,00 7,00 Massa Martana 7,00 4,50 7,00 7,00 Monte Santa Maria Tiberina 6,00 6,00 6,00 6,00 Montecchio 5,75 5,75 6,50 6,50 Montefalco 6,80 5,00 6,80 7,00 Montegabbione 7,00 6,50 7,00 7,00 Monteleone d'orvieto 7,00 7,00 7,00 7,00 Montone 7,00 6,00 7,00 7,00 Narni 7,00 4,80 7,00 7,00 Nocera Umbra 7,00 5,70 7,00 7,00 Norcia 6,30 5,00 6,30 6,30 Orvieto 7,00 5,00 7,00 7,00 Otricoli 6,50 5,50 6,50 6,50 Paciano 7,00 7,00 7,00 7,00 Panicale 7,00 6,50 4,00 7,00 Parrano 7,00 6,00 7,00 7,00 Passignano sul Trasimeno 7,00 5,00 7,00 7,00 Penna in Teverina 6,00 6,50 6,50 6,50 Perugia 7,00 5,00 7,00 7,00 28 continua

29 segue Comuni ordinaria abitazione fabbricati altri principale industriali fabbricati Piegaro 7,00 6,00 7,00 7,00 Pietralunga 7,00 5,20 7,00 7,00 Polino 6,00 6,00 6,00 6,00 Porano 5,00 5,00 0,00 7,00 Preci 7,00 5,50 6,00 7,00 San Gemini 7,00 5,25 7,00 7,00 San Giustino 7,00 5,50 7,00 7,00 San Venanzo 6,80 5,60 6,80 6,80 Scheggia e Pascelupo 7,00 5,50 7,00 7,00 Scheggino 7,00 5,00 7,00 7,00 Sellano 5,00 5,00 5,00 5,00 Sigillo 7,00 5,75 7,00 7,00 Spello 6,00 5,50 6,00 6,00 Spoleto 7,00 5,70 7,00 7,00 Stroncone 7,00 5,50 7,00 7,00 Terni 7,00 5,50 7,00 7,00 Todi 7,00 5,00 7,00 7,00 Torgiano 6,50 5,50 6,50 6,50 Umbertide 7,00 5,80 7,00 7,00 Valfabbrica 7,00 5,50 7,00 7,00 Valtopina 6,00 5,50 6,00 6,00 aliquota media 6,67 5,54 6,46 6,69 aliquota modale 7,00 5,50 7,00 7,00 aliquota minima 5,00 4,30 0,00 0,00 aliquota massima 7,00 7,00 7,00 9,00 deviazione standard 0,509 0,555 1,197 0,904 Fonte: elaborazioni AUR su dati Osservatorio Tariffe e Tributi Rispetto al 2006 l aliquota media per i fabbricati ordinari è aumentata (passando da 6,63 a 6,67 ), come conseguenza del fatto che 10 comuni hanno rialzato i propri coefficienti, con ritocchi anche cospicui (ad esempio, +1,30 a Porano): con questi aggiustamenti molti comuni sono andati a posizionarsi sull aliquota più elevata tra quelle possibili (7 ), evidenziando come per i fabbricati ordinari in gran parte della regione siano ormai stati sfruttati tutti gli spazi potenziali di manovra. Da sottolineare che Montecchio, Penna in Teverina e Porano hanno invece ridotto le proprie aliquote (l ultimo comune di ben 2 punti; tab. 4). Tab. 4 - Comuni umbri ed aliquote fabbricati. Valori per mille ( ) ordinaria abitazione principale altri fabbricati Comuni differenza differenza differenza ( ( ( ) 2006) 2006) Acquasparta 7,00 7,00 6,00 5,00-1,00 7,00 7,00 Allerona 6,00 6,00 5,50 5,50 6,00 6,00 Amelia 7,00 7,00 5,00 5,00 7,00 7,00 Arrone 7,00 7,00 5,50 5,50 7,00 7,00 Assisi 5,75 5,75 4,50 4,50 5,75 6,50 0,75 continua 29

30 segue ordinaria abitazione principale altri fabbricati Comuni differenza differenza differenza ( ( ( ) 2006) 2006) Attigliano 6,00 6,00 5,50 5,50 6,00 6,00 Avigliano Umbro 6,50 7,00 0,50 6,00 6,00 6,50 7,00 0,50 Baschi 6,50 7,00 0,50 6,00 6,00 7,00 7,00 Bastia Umbra 7,00 7,00 5,00 5,00 7,00 7,00 Bettona 7,00 7,00-7, ,00 - Bevagna 7,00 7,00 5,00 5,00 7,00 7,00 Calvi dell'umbria 6,80 6,80 5,50 5,50 6,80 6,80 Cannara 7,00 7,00 5,50 5,50 7,00 7,00 Cascia 7,00 7,00 6,00 6,00 7,00 7,00 Castel Giorgio 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 Castel Ritaldi 5,50 5,50 5,50 5,50 5,50 7,00 1,50 Castel Viscardo 6,00 6,00 5,50 5,00-0,50 6,00 6,00 Castiglione del Lago 7,00 7,00 5,60 5,60 7,00 7,00 Cerreto di Spoleto 6,00 6,50 0,50 4,00 4,50 0,50 6,00 6,50 0,50 Citerna 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 7,00 1,00 Città della Pieve 7,00 7,00 6,30 6,30 7,00 7,00 Città di Castello 7,00 7,00 5,75 5,50-0,25 7,00 7,00 Collazzone 6,50 6,50 6,00 6,00 6,50 6,50 Corciano 7,00 7,00 5,50 5,50 7,00 6,00-1,00 Deruta 6,50 6,50 5,50 5,50 6,50 6,50 Fabro 6,00 6,50 0,50-5, ,50 - Ferentillo 7,00 7,00 6,10 6,10 7,00 7,00 Ficulle 6,50 6,50 5,50 5,50 6,50 6,50 Foligno 6,10 6,10 5,50 5,50 6,10 7,00 0,90 Fossato di Vico 5,50 6,00 0,50 4,50 4,30-0,20 5,50 6,00 0,50 Fratta Todina 7,00 7,00-6, ,00 - Giano dell'umbria 7,00 7,00 6,00 6,00 7,00 7,00 Gualdo Cattaneo 7,00 7,00 5,50 5,50 7,00 7,00 Gualdo Tadino 6,00 7,00 1,00 5,00 5,00 6,00 7,00 1,00 Guardea 7,00 7,00 5,00 5,00 7,00 7,00 Gubbio 7,00 7,00 5,00 4,70-0,30 7,00 9,00 2,00 Lisciano Niccone 6,00 7,00 1,00 5,50 5,50 7,00 7,00 Lugnano in Teverina 6,00 6,00 5,50 5,50 6,00 6,00 Magione 7,00 7,00 5,50 5,50 5,50 0,00-5,50 Marsciano 7,00 7,00 5,80 5,80 7,00 7,00 Massa Martana 7,00 7,00 4,50 4,50 7,00 7,00 Monte Santa Maria Tiberina 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 Montecchio 6,50 5,75-0,75 5,75 5,75 6,50 6,50 Montefalco 6,80 6,80 5,50 5,00-0,50 6,80 7,00 0,20 Montegabbione 7,00 7,00 6,50 6,50 7,00 7,00 Monteleone d'orvieto 7,00 7,00 7,00 7,00 7,00 7,00 Montone 7,00 7,00 6,00 6,00 7,00 7,00 Narni 7,00 7,00 4,80 4,80 7,00 7,00 Nocera Umbra 5,70 7,00 1,30 5,70 5,70 5,70 7,00 1,30 Norcia 6,25 6,30 0,05 5,00 5,00 6,25 6,30 0,05 Orvieto 6,00 7,00 1,00 5,00 5,00 6,00 7,00 1,00 Otricoli 6,50 6,50 5,50 5,50 6,50 6,50 Paciano 7,00 7,00 7,00 7,00 7,00 7,00 Panicale 7,00 7,00 6,50 6,50 7,00 7,00 Parrano 7,00 7,00 6,00 6,00 7,00 7,00 Passignano sul Trasimeno 7,00 7,00 5,00 5,00 7,00 7,00 30 continua

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