Cremona Agricoltura Energia Industria Trasporti Rifiuti Aria Acqua

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1 13-Province01.qxd :30 Pagina 179 I territori provinciali - Cremona La provincia di Cremona ha un territorio completamente pianeggiante e fisicamente omogeneo, distinto storicamente in tre aree territoriali (Cremonese, Cremasco e Casalasco) nei cui tre comuni di riferimento risiede più di un terzo della popolazione. È attraversata da quattro fiumi il Po, l Adda, il Serio, l Oglio e da un fitto reticolo idrografico composto da colatori, canali e rogge utilizzati per lo più a scopo irriguo. L abbondanza di acqua e la fertilità del terreno hanno permesso uno sviluppo significativo del settore agricolo che rappresenta una componente forte dell economia cremonese; se questa caratteristica da una parte è potenziale garanzia di un corretto utilizzo delle risorse naturali, dall altra pone la necessità di un costante monitoraggio del suolo e delle falde idriche. Anche per quanto riguarda la produzione di energie alternative (biogas e biomasse) si sono ottenuti risultati di sicuro interesse che vedono il territorio della provincia di Cremona al primo posto per investimenti e produzione. Nel territorio cremonese, inoltre, sono presenti alcuni importanti insediamenti industriali (raffinazione, siderurgia, industria chimica) e infrastrutture logistiche quali il porto fluviale, che movimentano quantità significative di merci, producono attività indotte e generano problematiche ambientali. Cremona Agricoltura Energia Industria Trasporti Rifiuti Aria Acqua Superficie provinciale (km 2 ) Superficie a destinazione agricola (%) 86 Superficie antropizzata (%) 9 Popolazione al Densità della popolazione (ab/km 2 ) 197 Comuni con rete fognaria collettata a depuratore (%) 76 PIL pro capite (, anno 2003) Emissioni di GHG (kt, anno 2003) Densità di potenza degli impianti RTV+RB (W/km 2 ) 41 Comuni con aree attrezzate (%) 94 Superficie di aree protette (%) 13 Superficie a bosco (%) 1 179

2 13-Province01.qxd :30 Pagina 180 Rapporto sullo Stato dell Ambiente in Lombardia 2006 Allevamenti zootecnici Superficie destinata a bosco 2004 Superficie agraria per forma di utilizzazione 2004 Agricoltura La provincia di Cremona è caratterizzata da una forte vocazione agricola e zootecnica. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) con un estensione relativa rispetto alla superficie provinciale che presenta il massimo valore in Lombardia è quasi totalmente riservata all uso seminativo: questa peculiarità appare costante negli anni, a testimonianza di un comparto maturo e attivo, capace di competere ed opporsi alla trasformazione delle aree agricole. L agricoltura produce il 7,5% del valore aggiunto provinciale, percentuale che appare di rilievo soprattutto se paragonata alla realtà lombarda (1,6%) e nazionale (2,5%). La quota elevata di SAU occupata da terreni seminativi accentua il carattere potenzialmente intensivo delle attività agricole; richiede pertanto un attenzione che vada oltre le buone pratiche agronomiche e che preveda particolari funzioni protettive per l ambiente quali l estensivizzazione, la gestione di pascoli a bassa intensità, la gestione integrata delle colture. I terreni seminativi sono orientati per buona parte alla produzione di foraggio, destinato all alimentazione della cospicua dotazione zootecnica provinciale. Il comparto, un tempo caratterizzato soprattutto dalla presenza di bovini e dalla relativa filiera lattiero-casearia, ha visto negli ultimi anni il forte incremento degli allevamenti suini; il numero di capi allevati è quasi raddoppiato e l incremento è ancora in corso. La presenza di allevamenti suini determina alcune criticità ambientali: oltre alla molestia olfattiva, le pressioni più preoccupanti sono quelle delle emissioni di ammoniaca in atmosfera e dell apporto di nitrati nelle acque superficiali e sotterranee. Le problematiche ambientali della zootecnia sono regolate attraverso i Piani di Utilizzazione Agronomica (PUA) per lo spandimento dei liquami al suolo e l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Il sistema potrebbe però risentire della revisione di alcuni limiti normativi che richiedono maggiori disponibilità di terreni per lo smaltimento di tutti i liquami prodotti sul suolo provinciale. 180

3 13-Province01.qxd :31 Pagina 181 I territori provinciali - Cremona Energia Le vendite di benzina diminuiscono nel corso degli anni; contrariamente a quanto avviene nelle altre province lombarde diminuisce anche la vendita di gasolio per autotrazione, nonostante il forte aumento del numero di autoveicoli a motorizzazione diesel. La notevole riduzione delle vendite di gasolio per riscaldamento è la conseguenza del graduale passaggio degli impianti all uso del metano e al teleriscaldamento; quest ultimo si avvale del calore prodotto dal termoutilizzatore di Cremona, nonché da una centrale di cogenerazione e da 4 caldaie funzionanti a metano. In merito alle energie alternative, è da segnalare un incremento significativo di richieste per attivare impianti a biogas che intendono utilizzare le biomasse e i liquami zootecnici, soprattutto suinicoli. Si prospetta promettente lo sfruttamento di piccole e grandi derivazioni d acqua ad uso idroelettrico, valorizzando la fitta rete idrica presente nel territorio. Consumi petroliferi Consumi elettrici Industria L industria cremonese si è affermata con il progresso tecnico in agricoltura, assumendo caratteristiche di trasformazione soprattutto nei settori alimentare e tessile che, con il comparto meccanico, caratterizzano il tessuto economico. L industria agroalimentare è dominata dai comparti lattiero-caseario, delle carni, della pasta, pasticceria e dolciumi. Sono numerosi i prodotti DOP e IGP quali il Grana Padano, il Provolone Valpadano e il Salame Cremona; alcuni prodotti quali la Mostarda, il Torrone, i Marubini, i Tortelli, il Bussolano sono stati dichiarati prodotti agroalimentari tradizionali con atto della Giunta Regionale. Di scarsa rilevanza appaiono le emissioni di inquinanti in atmosfera generate dall industria, che ha il peso relativo maggiore per i COV. Sul territorio sono presenti 10 industrie a rischio di incidente rilevante (RIR), delle quali 3 appartengono alla classe di rischio potenziale più elevato. Imprese Densità delle imprese

4 13-Province01.qxd :31 Pagina 182 Rapporto sullo Stato dell Ambiente in Lombardia 2006 Parco veicolare Tasso di motorizzazione Trasporti Nell ultimo decennio è cresciuta la mobilità locale di persone e merci in seguito allo sviluppo urbanistico e al decentramento delle unità produttive, provocando problemi in termini di sostenibilità ambientale. In questo quadro si inseriscono i piani per le infrastrutture alcune delle quali già in fase di realizzazione come il raddoppio della S.S. 415 Paullese, l autostrada Cremona-Mantova, il raccordo Tirreno- Brennero (TI-BRE), il terzo ponte sul fiume Po a Cremona. Appaiono di rilievo in termini di sostenibilità i programmi di sviluppo della rete ferroviaria (merci e passeggeri) e del trasporto via acqua nonché il potenziamento del trasporto pubblico urbano e infraprovinciale. Nell ultimo quinquennio il parco veicolare mostra una crescita forte dei motocicli e degli autobus; meno elevata invece quella delle autovetture, in relazione alle quali si osserva un tasso di motorizzazione fra i più bassi della regione. Produzione di rifiuti urbani 2005 Rifiuti Nell ultimo decennio la produzione totale di rifiuti urbani ha avuto un incremento medio annuo del 3,4%, che appare ridotto all 1% nell ultimo anno. La produzione pro capite annua (508 kg nel 2005) è in linea con la media regionale e in ben 89 comuni per una popolazione pari al 53% di quella provinciale risulta inferiore a 500 Kg. È molto positivo il dato sulla raccolta differenziata che, con una percentuale del 54%, pone la provincia di Cremona in posizione di eccellenza in Lombardia; è elevato il recupero di materia (52%) che, con il recupero di energia, supera di 20 punti l obiettivo fissato dalla normativa regionale per il Quasi tutti i comuni sono provvisti di centri di raccolta o isole ecologiche e nel territorio vi sono 9 piattaforme per lo stoccaggio di rifiuti. In provincia è presente un termoutilizzatore, le cui emissioni in atmosfera sono monitorate in continuo. 182

5 13-Province01.qxd :02 Pagina 183 I territori provinciali - Cremona Aria La Rete di Rilevamento della Qualità dell Aria provinciale è costituita da 9 stazioni di cui 4 urbane, 4 suburbane e una rurale. Nel 2005 la qualità dell aria in provincia di Cremona è risultata soddisfacente per tutti i parametri misurati, soprattutto per CO e NO 2, che hanno rilevato in particolar modo le innovazioni tecnologiche del settore automobilistico. Per la SO 2 si avverte la ricaduta positiva del passaggio graduale del combustibile per il riscaldamento da gasolio a metano. Il PM 10 per il quale si osservano livelli uniformemente diffusi su tutto il territorio provinciale presenta la criticità maggiore nel rispetto del limite giornaliero a protezione della salute umana, e più marcatamente nella stagione fredda. Complessivamente, le emissioni in atmosfera della provincia sono di modesta entità, con i contributi maggiori determinati dai tipici inquinanti prodotti dal settore agro-zootecnico. L agricoltura contribuisce in particolare all acidificazione dell atmosfera: in provincia di Cremona i maggiori quantitativi di sostanze acidificanti derivano infatti da questo settore che con t/anno contribuisce per quasi tre quarti alle emissioni acidificanti provinciali. Riduzioni consistenti delle emissoni di questa classe di composti potranno essere conseguite migliorando le modalità di gestione dei reflui zootecnici e riducendo l uso di fertilizzanti di sintesi. La provincia di Cremona contribuisce per poco più del 5% alle emissioni regionali di PM 10. Diminuzioni durature nel tempo di emissioni inquinanti possono essere conseguite solo con interventi strutturali sulle principali fonti di emissione che, per il PM 10, sono rappresentate dal trasporto su strada, dalle combustioni finalizzate al riscaldamento domestico e dalle sorgenti mobili del comparto agricolo. I medesimi macrosettori, insieme con l uso di solventi e con i processi produttivi, sono responsabili anche della produzione di ossidi di azoto e dei composti organici volatili, considerati i principali precursori dell ozono. Qualità dell aria 2005 PM 10 : fonti di emissione 2003 PM 10 : densità emissiva

6 13-Province01.qxd :32 Pagina 184 Rapporto sullo Stato dell Ambiente in Lombardia 2006 Derivazione delle acque pubbliche Depurazione: conformità dei controlli Qualità delle acque correnti (E. coli) 2005 Acqua L attenzione rivolta da più di mille anni al territorio cremonese a vocazione agricola, esercitata attraverso attentissime cure e continui miglioramenti rivolti in particolare al patrimonio idrico, ha dato origine ad un fitto reticolo idrografico composto da colatori, canali e rogge che ha consentito la realizzazione di un efficiente sistema di irrigazione. L uso irriguo delle acque viene gestito da numerosi Consorzi che fanno riferimento a comprensori territoriali di grandi dimensioni. In particolare, in territorio cremasco, i dodici Consorzi di piccole dimensioni si sono organizzati nel Consorzio di II grado Adda-Serio Cremasco. Le acque ad uso irriguo del territorio provinciale sono, quindi, complessivamente gestite da cinque Consorzi: Dugali, Irrigazioni cremonesi, Navarolo, Naviglio Civico, Consorzio di secondo grado Adda- Serio Cremasco. Nel corso degli ultimi anni la qualità del patrimonio idrico provinciale è variata a causa non solo della pressione antropica locale e dell uso agricolo intensivo del territorio, ma anche delle pressioni esercitate dai territori a monte. Per quanto riguarda le acque superficiali si riscontra complessivamente un leggero miglioramento della qualità nelle stazioni scelte per il monitoraggio, sebbene in rari casi (10-12%) la qualità risulti scadente e la percentuale delle stazioni nelle quali è sufficiente sia rimasta invariata. Il 76% dei comuni della provincia risulta dotato di depuratori, la gran parte dei quali però è di piccole dimensioni e di difficile gestione. Rispetto ai controlli effettuati la conformità normativa risulta molto buona negli impianti con potenzialità superiore a A.E. La qualità delle acque sotterranee, ad eccezione di casi specifici nel territorio cremasco, rimane abbastanza costante e di buon livello, così come la disponibilità degli acquiferi. Le alterazioni qualitative sono spesso attribuibili a cause naturali, in quanto le acque scorrono in formazioni geologiche che contengono naturalmente elementi quali il ferro. 184

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