Individuazione generale delle problematiche

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1 Prevenzione e protezione 10 Individuazione generale delle problematiche LA COMBUSTIONE La combustione è una reazione chimica esotermica che si sviluppa tra due sostanze, una chiamata combustibile ed un altra chiamata comburente (ossigeno dell aria), in presenza di temperatura. Si può rappresentare il fuoco con un triangolo i cui tre lati sono costituiti da combustibile, comburente e temperatura (calore); mancando uno di tali elementi non può sussistere il fuoco. Per una buona riuscita di una combustione occorrono i seguenti elementi: COMBUSTIBILE; COMBURENTE; ENERGIA PER L INNESCO; CAPACITÀ DI SOSTENERE LA REAZIONE (autocatalisi). Fanno eccezione i fenomeni di autocombustione dove non è necessaria l energia di innesco. Tuttavia la miscela combustibile-comburente risulta infiammabile soltanto in determinate proporzioni percentuali che dipendono dal tipo di combustibile (es. per il kerosene il campo di infiammabilità con concentrazioni in aria comprese tra 1.16 % e 6 % ). L innesco di un incendio può avvenire per svariate cause; le più comuni sono: fiamme libere,fornelli accesi,saldatrici elettriche o a gas in funzione,sigarette, fiammiferi e accendisigari accesi,scariche atmosferiche,archi e scintille elettriche,cortocircuiti elettrici,condutture elettriche a temperatura elevata,scintille da attrito o da urto (attrezzi, utensili),scintille da motori a combustione interna,materiali incandescenti,cuscinetti meccanici surriscaldati,combustione spontanea I prodotti più comuni che derivano dalla combustione sono, oltre al fumo ed alle ceneri, l anidride carbonica, l anidride solforosa, il vapore acqueo e l ossido di carbonio; quest ultimo è estremamente tossico anche in piccole quantità. L eliminazione delle varie sorgenti di innesco è senz altro il metodo più efficace per prevenire un incendio, ma non sempre è possibile metterlo in pratica; comunque parecchie sorgenti di innesco possono essere controllate facendo rispettare e stabilendo opportune norme di sicurezza e di comportamento del personale I COMBUSTIBILI E LA CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI I combustibili possono essere solidi, liquidi o gassosi. I COMBUSTIBILI SOLIDI si dividono in: incombustibili (non possono bruciare) difficilmente combustibili (bruciano solo in costante presenza di un innesco) combustibili (una volta accesi bruciano per autocatalisi) Quest ultima categoria si divide, a sua volta, in due gruppi che sono: sostanze facilmente accendibili (iniziano a bruciare anche con un innesco debole) sostanze difficilmente accendibili ( richiedono inneschi di elevata energia ) I COMBUSTIBILI LIQUIDI si suddividono secondo la normativa italiana nelle seguenti categorie: categoria A: quelli con punto di infiammabilità inferiore ai 21 C categoria B: quelli con punto di infiammabilità compreso fra 21 C e 65 C categoria C: quelli con punto di infiammabilità compreso fra 66 C e 125 C (Il punto di infiammabilità è la temperatura alla quale un liquido emette sufficienti vapori perchè, miscelati con aria e in presenza di energie di innesco, diano origine ad un fenomeno di combustione.)

2 I COMBUSTIBILI GASSOSI non hanno una specifica classificazione ai fini della combustione, ma vengono classificati in base alle loro caratteristiche chimiche o di impiego: caratteristiche chimiche: gas infiammabili,gas ininfiammabili,gas reattivi,gas tossici caratteristiche di impiego: gas combustibili( ogni gas usato miscelato con aria ) gas industriali ( ogni gas usato per processi industriali ) gas per uso medico (ogni gas usato per scopi medici, anestesie e terapie respiratorie). Per quanto riguarda le tipologie di fuochi la normativa italiana prevede cinque classi in relazione al tipo di combustibile che determina il fuoco: CLASSE A Fuochi di materie solide (legno, carta, gomma, ecc.) La combustione avviene normalmente con produzione di braci che ardono allo stato solido (carbone) con bassa emissione di fiamma. CLASSE B Fuochi di materie liquide o solide che possono facilmente liquefarsi, ad esempio cera, paraffina, olii minerali, alcoli, grassi, ecc. CLASSE C Fuochi di gas infiammabili (metano, idrogeno) La caratteristica peculiare di tali combustibili è quella di non possedere nè un volume proprio, nè una forma propria. CLASSE D Fuochi di metalli, come magnesio, sodio, alluminio, ecc.. Essi hanno la caratteristica di bruciare spontaneamente in presenza di aria, CLASSE E Fuochi di natura elettrica. Appartengono a tale categoria tutte le apparecchiature elettriche che nel corso di un incendio, potrebbero trovarsi sotto tensione. NB (Il principale obbiettivo di questa classificazione è quello di aiutare i tecnici nella scelta dei più idonei agenti estinguenti.) I SISTEMI DI PROTEZIONE I sistemi di protezione possono essere suddivisi in 2 categorie: 1 - PROTEZIONE PASSIVA La protezione passiva si ottiene in fase progettuale: riducendo il carico di incendio; Per carico di incendio si intende il quantitativo di materiale combustibile che sarà presente nei locali; tra l altro è necessario scegliere materiali di arredamento poco combustibili; Vie di fuga attuando una opportuna compartimentazione dei locali conferendo alle strutture adeguata resistenza al fuoco; Alcuni ambienti di lavoro, in relazione al materiale depositato, alla lavorazioni e/o alla superficie degli ambienti, possono essere compartimentati con protezioni che hanno la funzione di limitare la propagazione di un incendio agli altri ambienti e di garantire una resistenza del compartimento stesso per un periodo di tempo definito. Tali protezioni sono in pratica costituite da strutture di adeguata resistenza al fuoco (pareti e solai) e da porte tagliafuoco (chiamate anche porte REI) Tali porte possono essere di tipo normalmente chiuso (senza dispositivo di autochiusura ) o di tipo normalmente aperto (dotate di un dispositivo che in caso di incendio garantisce la chiusura automatica della porta stessa). prevedendo vie d esodo e luoghi sicuri adeguati per numero, localizzazione e caratteristiche dell edificio.

3 2- PROTEZIONE ATTIVA La protezione attiva è volta a ridurre al minimo le conseguenze che possono derivare dal verificarsi di un incendio; a tal fine si dovrà prevedere, quando necessario: un impianto di estinzione, manuale o automatico; un impianto di estrazione dei fumi, naturale o forzato. un adeguato impianto di allarme automatico ( rivelazione - segnalazione), atto a proteggere il contenuto dell edificio, compensando eventuali carenze dovute, ad esempio, alle vie di esodo; In generale ogni incendio è tanto più controllabile quanto più celermente si interviene per spegnerlo. E perciò necessaria una sollecita rivelazione, sia per una lotta efficace all incendio, sia per ridurre al minimo gli effetti dannosi che esso può provocare. I sistemi fissi automatici di rivelazione d incendio hanno appunto la funzione di rivelare e segnalare a distanza, fin dal primo insorgere, un incendio. L impianto è generalmente costituito da: alcuni sensori, posti nei vari ambienti, consistenti in rivelatori puntiformi di calore o di fumo; una centrale di controllo e segnalazione, dove i segnali vengono raccolti e visualizzati per i successivi provvedimenti, ed eventualmente ritrasmessi a una centrale di telesorveglianza; alcuni circuiti di collegamento elettrico dei sensori alla centrale. Un segnale di allarme visivo e/o acustico è emesso anche nell ambiente interessato dall incendio, ed eventualmente in quelli circostanti. L allarme, generalmente, può essere attivato anche manualmente mediante pulsanti sotto vetro. Inoltre l attivazione dell impianto di rilevazione determina anche, in molti casi, la chiusura automatica delle porte resistenti al fuoco normalmente aperte disposte nei vani che mettono in comunicazione due compartimenti diversi L impianto deve essere collaudato subito dopo la sua esecuzione, per verificarne il buon funzionamento e l efficacia. I principali sistemi di rivelazione automatica di incendio sono: 1. I rivelatori puntiformi di calore possono essere di due tipi: rivelatori con elemento statico. Al alcuni di essi possono essere realizzati per entrare in funzione quando la temperatura supera una soglia elevata; rivelatori di tipo velocimetrico, quindi senza elemento statico, che avvertono la velocità di aumento della temperatura. I rivelatori del secondo tipo non sono idonei, in certe condizioni, a rivelare un inizio di incendio che presenti una bassa velocità di aumento della temperatura (minore di 5 C/min.), per cui devono essere usati in combinazione con altri rivelatori. 2. I rivelatori puntiformi di fumo funzionano secondo uno dei principi seguenti: diffusione della luce; trasmissione della luce; } Per incendi che sviluppano fumi visibili ionizzazione. Per tutti gli altri tipi di incendio Esistono anche rivelatori funzionanti secondo principi differenti, o aventi caratteristiche speciali che li rendono adatti a coprire rischi particolari.

4 MEZZI DI ESTINZIONE La protezione ossia la difesa attiva contro gli incendi si basa essenzialmente sull impiego di una serie di sostanze capaci di bloccare la combustione. SOSTANZE ESTINGUENTI La sostanza usata, il tipo di intervento e la modalità di impiego devono essere commisurate alla natura dei prodotti che hanno preso fuoco e all entità dell incendio. Riportiamo un elenco delle principali sostanze estinguenti con le loro caratteristiche : ACQUA toglie il calore; frazionata in gocce aumenta la sua capacità estinguente CO2 SCHIUME POLVERI IDROCARBURI ALOGENATI (es halon 1301) raffredda e riduce il comburente effetto coprente effetto coprente ed urto rompono la reazione chimica della combustione Di seguito si riporta una tabella indicante il tipo di estinguente adatto alla natura specifica dell incendio: Natura dell incendio MATERIALI COMUNI: carbone, legname,tessuti, carta, paglia LIQUIDI INFIAMMABILI (più leggeri dell'acqua e miscibili o più pesanti anche non miscibili): alcoli, acetone, acrinolitrile, acido acetico, clorobenzolo, dicloroetano. Sostanza antincendio acqua Getto Schiuma Polvere Getto pieno nebulizzato Anidride carbonica SI SI SI SI SI NO SI SI SI SI SOSTANZE COMBURENTI: nitriti, nitrati, permanganati, clorati, perclorati SI NO NO NO NO SOSTANZE REAGENTI (pericol. con l'acqua): carburo di calcio, sodio, potassio, acidi forti, metalli fusi. GAS INFIAMMABILI: etilene, idrogeno, gas liquefatti, acetilene, ossido di carbonio, metano. APPARECCH.ELETTRICHE: motori elettrici, cabine elettriche, interruttori, trasformatori. COSTRUZIONI PARTICOLARI: apparecchiature delicate, documenti, quadri, tappeti di valore, mobili d'arte. NO NO NO SI SI NO SI NO SI SI NO NO NO SI SI NO NO NO SI SI ESTINTORI PORTATILI L estintore è un apparecchio costituito da un involucro cilindrico di lamiera verniciata di rosso, sulla quale sono riportate le norme di impiego,contenente un agente estinguente che viene proiettato e diretto su un fuoco sotto l azione di una pressione interna. Gli estintori costituiscono in molti casi i mezzi di primo intervento più impiegati per spegnere i principi di incendio assieme alle coperte antifiamma ed ai secchi di sabbia.

5 Essi vengono scelti in funzione del tipo di incendio da estinguere ovvero alla natura dei materiali combustibili presenti. Tutti gli estintori d incendio portatili, devono essere rigorosamente di tipo approvato dal Ministero dell Interno. Essi sono concepiti per essere portati e utilizzati a mano e pronti all uso; hanno una massa minore o al max. uguale a 20 kg. Generalmente gli estintori sono sistemati a muro o su strutture fisse non addossate a sorgenti di calore con apposita staffa di sostegno e posti in posizione tale che l impugnatura non risulti superiore a 1,5 metri. In prossimità di ciascun estintore va esposto un cartello indicatore allo scopo di poter rilevarne facilmente l ubicazione e l eventuale mancanza. IMPIANTI FISSI DI ESTINZIONE Alcuni insediamenti produttivi, in funzione dell attività svolta, dei materiali impiegati e delle dimensioni, sono dotati di impianti fissi di estinzione incendi. Gli impianti e le apparecchiature per l estinzione di incendi possono essere di tipo automatico o manuale. Impianti manuali di estinzione L impianto antincendio più comune è costituito dalla rete idrica con tubazioni metalliche (preferibilmente chiuse ad anello e opportunamente valvolate ) da cui si derivano stacchi per: idranti e bocche antincendio naspi sistemi automatici a pioggia (sprinkler/lame d acqua) L alimentazione della rete idrica, in pressione, può essere costituita da: acquedotto, purchè in grado di fornire le quantità di acqua necessarie alla pressione voluta; riserve di acqua in serbatoi o vasche con gruppi di pompa anche ad integrazione dell alimentazione da acquedotto. Solitamente, inoltre, la rete idrica antincendio è dotata di uno o più attacchi unificati utilizzabili dalle autopompe dei VVF in caso di intervento per il reintegro dell acqua ed il potenziamento della portata. Gli idranti possono essere del tipo a muro, spesso dotati di colonna fuori terra, e, per depositi o industrie di notevoli dimensioni, esterni ai fabbricati. Gli idranti sono bocche dotate di attacco unificato e tubazione flessibile (manichette) con lancia, dotate di saracinesca manuale e collegati a una rete di alimentazione idrica. Nell uso delle tubazioni flessibili ( manichette ), l acqua, uscendo dal bocchello della lancia, esercita per reazione una spinta sull uomo che le manovra: spesso è necessario l intervento di due uomini. Nella stesura e nell uso delle manichette occorre evitare piegamenti a curve strette, schiacciamenti, tagli, forature, abrasioni,ecc. Le manichette dopo l uso devono essere: ispezionate per controllare che non abbiano subito danni; fatte asciugare preferibilmente all ombra; piegate in due sulla lunghezza e arrotolate a partire dal ripiegamento e proseguendo verso i due raccordi. I naspi sono attrezzature antincendio costituite da bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità, in modo permanente, con la rete idrica in pressione e terminante dall altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice di chiusura del getto. Essi, rispetto agli idranti presentano i seguenti vantaggi: possono essere distesi per la lunghezza necessaria con più rapidità e minore ingombro; possono essere azionati direttamente dall operatore all estremità del tubo aprendo il rubinetto e mettendo la lancia nella posizione desiderata. Rispetto ad un idrante a muro i naspi hanno una portata molto minore ed una potenza del getto molto inferiore.

6 Impianti automatici di estinzione Fra gli impianti fissi di estinzione automatica è da segnalare quello a pioggia (Sprinkler).Esso è costituito da tutti o parte dei seguenti componenti: alimentazione e reintegro, consistenti in acqua o altra sostanza estinguente; collettore che collega l alimentazione all impianto; stazione di controllo con le relative apparecchiature di allarme; rete di distribuzione; erogatori distribuiti sull area protetta. Generalmente l impianto è mantenuto in pressione e gli erogatori sono dotati di una valvola a fiala sensibile al calore che, rompendosi, determina l apertura stessa dell erogatore TECNICHE DI ESTINZIONE Su ogni estintore è applicata una etichetta in cui sono riportate (utilizzando anche pittogrammi) le modalità di uso dell estintore stesso con la sequenza delle operazioni da compiere. Per un efficace intervento con estintori portatili, dopo aver scelto il tipo più idoneo a disposizione e averlo attivato occorre in generale: agire con progressione iniziando lo spegnimento dal focolaio più vicino sino a raggiungere il principale, dirigendo il getto alla base delle fiamme e avvicinandosi il più possibile senza pericoli per la persona; erogare con precisione, evitando gli sprechi; non erogare contro vento né contro le persone; Nel caso di erogazione contemporanea con 2 o più estintori gli operatori devono agire parallelamente o fino a formare un angolo massimo di non erogare sostanze conduttrici della corrente elettrica su impianti e apparecchiature in tensione ( in particolare non utilizzare acqua su elementi in tensione! ) Nel caso di erogazione su parti in tensione, a prescindere dalla scelta della sostanza che non deve risultare conduttrice, l'operatore deve mantenersi a distanza di sicurezza dalle parti in tensione stesse. Il focolaio appena estinto non va MAI abbandonato se non dopo un periodo di tempo tale che il suo riaccendersi sia impossibile: va verificata SEMPRE la zona incendiata smassando le ceneri e le parti parzialmente combuste per verificare con assoluta certezza che il fuoco è spento: Gli estintori lasciati a terra possono costituire un pericolo! SPEGNIMENTO DI UN LIQUIDO INFIAMMABILE L azione dell estinguente va indirizzata verso il focolaio con la direzionalità rappresentata in figura. Occorre peraltro fare attenzione a non colpire direttamente il pelo libero per il possibile sconvolgimento e conseguente spargimento del liquido incendiato: in tal caso l effetto potrebbe essere una estensione dell incendio! SPEGNIMENTO DI UN COMBUSTIBILE SOLIDO In questo caso il pericolo di facile estensione delle parti in combustione è minore rispetto al caso precedente: ne risulta un angolo di impatto fortemente accentuato per migliorare la penetrazione dell estinguente all interno della zona di reazione.

7 SPEGNIMENTO IN OPERAZIONI COMPLESSE A volte la direzione del getto del materiale estinguente richiede continue variazioni per raffreddare zone diverse tutte concorrenti alla generazione dell incendio: in questi casi solo l esperienza e una costante pratica esercitata possono suggerire il migliore utilizzo dell estintore Il focolaio appena estinto non va MAI abbandonato: va verificata SEMPRE la zona incendiata smassando le ceneri e le parti parzialmente combuste per verificare con assoluta certezza che il fuoco è spento: Gli estintori lasciati a terra possono costituire un pericolo! LA GESTIONE DELL EMERGENZA INCENDIO Per gestire una eventuale emergenza incendio, il datore di lavoro, consultato il RLS e il Resp. SPP: 1. valuta il rischio di incendio nell azienda/unità produttiva; 2. adotta le conseguenti misure necessarie; 3. redige il piano di emergenza, nei luoghi di lavoro con almeno 10 addetti e comunque nelle attività soggette a controllo da parte dei VVF, elabora le procedure e le norme comportamentali in caso di emergenza fornendo istruzioni agli addetti anche mediante l affissione di segnaletica (avvisi scritti, planimetrie di orientamento, estratti di norme comportamentali, ecc); 4. designa, previa adeguata formazione, informazione ed addestramento, i lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione, di salvataggio, di pronto soccorso e di gestione delle emergenze in generale. FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, ESERCITAZIONI Ciascun lavoratore riceve una adeguata informazione su: Procedure aziendali che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l evacuazione dei lavoratori i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze e pronto soccorso; il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda. rischi di incendio legati all'attività svolta ed alle mansioni svolte misure di prevenzione e di protezione incendi adottate nel luogo di lavoro ubicazione delle vie di uscita; procedure da adottare in caso di incendio quali:azioni da attuare in caso di incendio Ricevono una adeguata formazione tutti i lavoratori esposti a particolari rischi di incendio I lavoratori incaricati dell attività di gestione delle emergenze (prevenzione incendi e lotta antincendio, evacuazione, salvataggio, pronto soccorso) devono essere adeguatamente formati. Inoltre nei casi in cui è previsto l obbligo di redazione del piano di emergenza vengono effettuate le esercitazioni antincendio almeno una volta l anno.

8 Norme comportamentali COMPORTAMENI DI PREVENZIONE INCENDI MATERIALI INFIAMMABILI E FIAMME LIBERE I prodotti infiammabili compresi quelli utilizzati per la pulizia (es. alcool) devono essere riposti dopo ogni uso in modo accurato nei loro contenitori originali ben chiusi e stoccati nei luoghi predisposti; È vietato fumare e usare fiamme libere durante la manipolazione di materiali infiammabili; Non effettuare manipolazione di infiammabili presso sorgenti di calore o fonti di innesco o superfici calde; Eventuali lavorazioni con fiamme libere, qualora necessarie, devono essere preventivamente autorizzate e avvenire in presenza di adeguati presidi antincendio; SEZIONAMENTI FONTI DI ENERGIA mantenere sempre agibili le valvole di intercettazione del combustibile ed i pulsanti di sgancio elettrici/quadri generali; non danneggiare i comandi di emergenza per il sezionamento delle fonti di energia e garantirne l accessibilita ; segnalare al diretto superiore ogni anomalia o danneggiamento relativo ai dispositivi di sezionamento; IMPIANTO ELETTRICO E vietato utilizzare l impianto elettrico in modo diverso da quello previsto; in particolare è vietato realizzare allacciamenti e derivazioni precarie; non fare un uso abnorme delle spine elettriche multiple e rispettare i loro limiti di potenza per evitare surriscaldamenti; Non effettuare interventi sull impianto elettrico di propria iniziativa; evitare di collocare lampade vicino a materiali che possono incendiarsi; DIVIETO DI FUMARE E vietato fumare nelle aree a rischio di incendio; I mozziconi di sigarette devono essere gettati negli appositi posacenere; LAVORI DI MANUTENZIONE E RISTRUTTURAZIONE Possono essere effettuati solo da ditte esterne autorizzate e secondo le procedure previste dagli accordi con l azienda; AREE NON FREQUENTATE Nelle aree non frequentate o scarsamente frequentate non si deve: accumulare rifiuti o scarti dell attività suscettibili di incendiarsi; attivare sorgenti di calore non previste; tenere attivi gli impianti elettrici non utilizzati; mantenere focolai attivi o mozziconi di sigarette per terra; DISATTIVAZIONE IMPIANTI E APPARECCHI All inizio ed al termine della giornata lavorativa i Responsabili di Reparto devono: verificare l osservanza delle norme sopra riportate; disattivare le alimentazioni elettriche delle utenze non più utilizzate agendo sui relativi interruttori; controllare che tutti i rifiuti e gli scarti combustibili siano stati rimossi; controllare che le aree non frequentate siano in condizioni di sicurezza;

9 RISCHI SPECIFICI DI INCENDIO FATTORE DI RISCHIO RISCHIO NORME COMPORTAMENTALI DEPOSITO DI SOSTANZE INFIAMMABILI. MANIPOLAZIONE E IMPIEGO DI SOSTANZE INFIAMMABILI Presenza di cisterne contenenti prodotti infiammabili o combustibili. Presenza di materiale combustibile vario (pianali di legno, fustini di plastica vuoto) all interno dei vari reparti e/o all esterno. Presidi antincendio (idranti, estintori) non facilmente raggiungibili. Presenza d accumulo di polvere su macchinare, attrezzature o motori elettrici Asciugaggio di pelli trattate superficialmente con prodotti in solvente Deposito di rasatura e materiale secco combustibile Impianto d aspirazione filtrazione e deposito smerigliatura Mancato allarme o ritardo nell evacuazione dei locali. Ritardo nell intervento su un principio d incendio. Esplosioni Intossicazione Ustioni Intossicazione Ustioni Sversamenti Intossicazione Caduta Estensione di un principio d incendio Cadute Esplosione Intossicazione Dispersione nell ambiente Dispersione nell ambiente Intrappolamento Inalazione sostanze tossiche Cadute Propagazione Incendio Ustioni Divieto di fumare od usare fiamme libere Rispettare i divieti e gli avvisi di pericolo affissi nel deposito Verificare la presenza degli estintori e denunciarne l eventuale mancanza Divieto di effettuare prove, preparazione, pesatura o altre manipolazioni; Mantenere una disposizione interna dei prodotti ordinata, con contenitori facilmente accessibili; Manipolare e travasare i prodotti infiammabili con cautela Eseguire le operazioni di pesatura e travaso all aperto o sotto aspirazione e mai in presenza di fiamme libere Alimentare le macchine utilizzatrici (pigmentatore, impregnatrici, velatrici, ecc.) con appositi carrelli mantenendo i contenitori chiusi. Verificare la presenza, in vicinanza delle cisterne, di un estintore idoneo per fuochi di classe B (liquidi) segnalato con apposito cartello; Rispettare gli avvisi di divieto di fumare ed usare fiamme libere presenti presso ogni cisterna Conoscere dai cartelli esposti il liquido contenuto ed il suo grado di pericolosità e tossicità. Rimuovere tutto il materiale in deposito non pertinente e non necessario per l attività; se occorre realizzare un apposita zona lontana da zone di transito, vie d esodo o aree di movimentazione, dove sistemare detto materiale. Non ingombrare i percorsi per raggiungere i presidi antincendio (idranti, estintori) Non far sostare veicoli o depositare pancali o altri materiali anche temporaneamente di fronte agli idranti ed agli estintori Usare gli idranti solo dopo aver avuto garanzia che è stata tolta tensione Evitare accumuli di polvere su macchinari o impianti che potrebbero raggiungere temperature elevate durante l utilizzo; (motori elettrici, circuiti idraulici). Non introdurre nel locale asciugaggio sorgenti di innesco o fiamme libere o lampade elettriche portatili Non introdurre sorgenti di riscaldamento dell aria a scambio diretto ulteriori all impianto di aria calda specificamente espressamente previsto Depositare il materiale secco combustibile (rasatura) all esterno in apposite zone delimitate o containers metallici per impedire il disperdersi delle polveri Verificare periodicamente l efficienza del rilevatore di scintilla presente sulla tubazione principale d aspirazione. Rispettare il divieto di fumare ed usare fiamme libere in prossimità dell impianto Ricordare i nominativi degli addetti alle squadre antincendio. Partecipare con attenzione alle esercitazioni periodiche antincendio

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