QUESTIONE MORALE: AL CENTRO COME IN PERIFERIA IL PD DI RENZI È TRAVOLTO DALLE INCHIESTE RENZI MONTINO BUZZI DI STEFANO

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1 Anno III - Numero Domenica 28 dicembre 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Marò Latorre sarà operato: non potrà partire Brogino a pag. 2 Politica monetaria Lo Spiegel: Italia salva se esce dall'euro Di Giorgi a pag. 3 Torino Rom uccide anziana per 15 euro di bottino Markovic a pag. 9 di Roberto Buonasorte QUESTIONE MORALE: AL CENTRO COME IN PERIFERIA IL PD DI RENZI È TRAVOLTO DALLE INCHIESTE Il pezzo sulla prima del Giornale di ieri, scritto dalla penna fine di Vittorio Feltri, è come al solito stupendo. In poche battute, elencando le giunte che negli ultimi vent anni si sono succedute alla guida della capitale (dieci in tutto, una sola di destra), possibile - scrive - che tutte le colpe e tutti i mali siano concentrati solo in quei cinque anni quando c era Alemanno? Prima e dopo niente? Tutto tranquillo? Noi riteniamo di no. La sinistra, soprattutto a livello di governo locale, ha una lunghissima tradizione gestionale, è una rodata macchina composta da iscritti nel sindacato, cooperative che vanno dal monopolio nel settore del food concentrato in Toscana, Umbria ed Emilia, fino a quelle dedite alle opere pubbliche e alle grandi infrastrutture. Sempre la sinistra, ormai da molti anni si è insinuata in banche, fondazioni ed assicurazioni. Finché l attuale PD era un partito organizzato, a Bologna si pensava agli affari mentre la politica era demandata a Roma. Alla politica pensate voi, alla ditta noi! esclamava alla fine di ogni congresso il presidente nazionale della Lega delle Cooperative (ritenuto non a caso la terza carica in ordine di importanza dopo il segretario politico e quello amministrativo). RENZI MONTINO BUZZI DI STEFANO FACCE ROSSE (E TOSTE) Tornare ad innalzare la bandiera della legalità, e soprattutto no a politiche felpate... e nemmeno con la felpa Sempre ieri il Sole 24Ore ha pubblicato una lunghissima intervista rilasciata al giornale di Confindustria dal Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Senza alcun imbarazzo Pignatone afferma che a Roma quel sistema marcio fatto di intrecci tra malavita e politica esiste da tanto tempo, e con la stessa chiarezza, tipica di un personaggio coraggioso qual è, ha dichiarato che aveva accettato l invito al convegno del PD sulla legalità poche ore prima che scattasse l operazione Mondo di mezzo proprio perché deve esserci una assoluta separazione tra magistratura e politica. Ognuno deve fare il suo mestiere senza condizionare l altro, infatti. Non solo il sistema miliardario del compagno Buzzi e delle sue cooperative truffaldine, non solo il ruolo centrale di Luca Odevain (e) - la e è stata aggiunta per nascondere reati commessi in precedenza - ex capo di gabinetto di Walter Veltroni e ritenuto l uomo chiave della sinistra nella gestione dell emergenza profughi. No, ce ne sono tanti altri, del PD di Renzi, coinvolti in molte altre inchieste di cui poco si parla. C è ad esempio quella che vede coinvolto il deputato del PD Marco Di Stefano ed il suo collega Tonino D Annibale, che hanno affittato ad un costo stratosferico due palazzi alla Regione Lazio. In questa torbida vicenda c è, oltre alla strana sparizione di un uomo legato a Di Stefano, anche una tangente di almeno due milioni di euro. In Regione, inspiegabilmente, tacciono tutti. Certo, c è pure chi ha fatto qualche interrogazioncina alla quale nessuno ha mai risposto e che nessuno ha mai sollecitata. E poi c è lo tsunami delle ultime ore. L intero gruppo del PD ai tempi della giunta Polverini è sotto inchiesta, l ammanco (perché non sarebbe giustificato secondo la legge) è di qualche milione di euro. Chi non gode dell immunità parlamentare, come l ex capogruppo Esterino Montino o l ex tesoriere Mario Perilli, fa lo scaricabarile. L uno accusa l altro. Invece c è anche chi - come quelli che grazie alle primarie (definite da Di Stefano un grande imbroglio) sono approdati in Parlamento - si dice fiducioso nel lavoro della magistratura: capolavoro lessicale della peggiore democristianeria. Ed infine ci sono tutti gli inquisiti con ruoli di sottosegretario nel governo guidato dal più bugiardo premier della storia della Repubblica e che si sta rivelando ogni giorno di più essere bluff senza precedenti. Per questo e tanto altro ancora noi di destra dobbiamo tornare a tessere una paziente tela che ricomponga un mondo antico, dobbiamo alzare la testa con coraggio (esattamente come ha fatto Storace difendendosi in un processo assurdo ma che dopo sette lunghi anni lo ha visto assolto). Cominciamo a denunciare le loro malefatte, non bisogna essere timorosi, bensì sostenere l azione della magistratura che prima o poi, ne siamo certi, scoperchierà il giro miliardario che orbita intorno alla sinistra che in cinquant anni di potere ha saputo costruire sapientemente. Basta con la politica degli inciuci e avanti con una destra che torni ad innalzare la bandiera della legalità, e soprattutto no a politiche felpate... e nemmeno con la felpa. DI SPALLE AL SINDACO DI NEW YORK DE BLASIO USA: LA RIVOLTA DELLA POLIZIA Moriconi a pag. 7 PARLA GIOVANNI DONZELLI, CONSIGLIERE DI FDI CHE HA SMASCHERATO L AFFARE TOSCANA FIDI I debiti del padre del premier? Li paghiamo noi di Marco Vannucci Il padre del premier che, grazie alla Toscana Fidi (braccio finanziario della Regione) riceve trecentomila euro per coprire un debito in banca. Una notizia passata sotto traccia, ma che vale bene una telefonata a Giovanni Donzelli, giovane e battagliero capogruppo di Fratelli d'italia, che quella ghiotta notizia l ha diffusa. Un giro di chiamate attraverso il suo collaboratore Marco Gemelli e la domanda parte subito. Cos'è successo? Che la Fidi Toscana ha pagato il debito della Chil Post della famiglia di Renzi, ben 600milioni delle vecchie lire!. La Chil Post, proprio l'azienda di casa Renzi dove il Presidente del Consiglio, da eletto a Presidente della provincia, non tardò a decuplicarsi lo stipendio auto eleggendosi top manager per usufruire di una pensione d'oro... Uno scandalo - ribadisce Donzelli - pensa in che mani abbiamo messo lo Stato italiano. Proprio così, quando fu certo dell'elezione a presidente della provincia raggirò la sua posizione il giorno prima della nomina, da allora iniziò a maturare contributi da capogiro sulle spalle della gente onesta, sulle spalle di tutti noi.... E del ruolo di Marco Carrai, l'amico di Renzi detto l'affittuario, Donzelli aggiunge altre chicche. La Fidi Toscana è Giovanni Donzelli per il 60% partecipata della Cassa di Risparmio di Firenze dove, Carrai, siede nel consiglio di amministrazione... Il rimanente 40% è di competenza regionale. Una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso. È una cosa indegna - s'inalbera l uomo di Fratelli d Italia in regione - mentre gli imprenditori bussano inutilmente alla Fidi Toscana senza nulla ottenere se non una corda per ammazzarsi loro deliberano in quattro e quattr'otto il pagamento dei debiti del babbo di Renzi. Non si venga a dire che il figlio non ha colpe: lavorava per lui, decuplicandosi lo stipendio al momento che fu eletto, quindi ne è partecipe e protagonista di questo affare vergognoso. Dunque, il buon Renzi che piace a tutti... Questo potrebbe fare concorrenza a Fregoli, ecco cos'è Renzi - sbotta il consigliere - Per voi che non siete fiorentini nemmeno immaginate quel che è successo sotto la sua giunta.... E salta invece alla mente dell ascoltatore informato, magari pisano, la storia della pista di Peretola dove il presidente dell'aeroporto, guarda un po', è proprio Marco Carrai: una pista inutile che costerà centinaia di milioni di euro a tutti i contribuenti... Adesso chiederò conclude Donzelli - con quale motivazione hanno pagato i debiti della famiglia di Renzi. Aiuto alle imprese giovanili no, alle nuove imprese nemmeno perché si tratta di una ditta vecchia. Sarò curioso come hanno aggirato, raggirando, lo statuto della Fidi Toscana. È bene che tutti sappiano chi occupa Palazzo Chigi. Se a destra si fosse più uniti, pensiero di chi scrive, gli italiani lo saprebbero prima e meglio.

2 2 Attualità IMPOSSIBILE CHE RISPETTI, A CINQUE GIORNI DALL INTERVENTO, L ORDINE DI TORNARE IN INDIA Latorre sarà operato al cuore: non rientrerà Vittima della colpevole situazione di stallo creata dal governo rischia ora di rimanere Girone di Valter Brogino C è un operazione che incombe sui due marò. Ed è l intervento chirurgico che attende, l 8 gennaio prossimo, Massimiliano Latorre. Non è cosa di poco conto, sarà operato al cuore, per via di quell ictus che ha rischiato di trasformare la sua prigionia indiana in dramma. Il fatto è che il calendario, pochi giorni prima (il 13 gennaio) prevede che lui torni in India. Cosa impossibile per chi deve affrontare una degenza postoperatoria per un intervento di cardiochirurgia. Eppure, le voci di corridoio che arrivano dicono sommesse ma chiare che Nuova Delhi non accetterà deroghe. È l inevitabile sbocco di quella situazione di stallo che si sono cimentati a costruire, con le omissioni seguite giorno dopo giorno per più di mille giorni, ben tre governi della repubblica italiana. Ora, i segnali di nervosismo da parte di Roma si infittiscono. Ieri Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, ha ricevuto l ambasciatore indiano e al termine dell incontro ha rilasciato dichiarazioni che nel linguaggio diplomatico fanno comprendere la distanza tra le parti. Sentiamo parlare di dialogo aperto da parte di varie voci del governo indiano ma ci aspettiamo risultati rapidi e tangibili. Non possiamo più accontentarci di generici riferimenti a un dialogo. Che a qualcuno sia suonata la sveglia? Chissà: anche del suo predecessore, ed attuale Alto rappresentante per la politica estera dell Ue, Federica Mogherini, erano arrivate parole simili. Laddove i contraddittori segnali che arrivano dalla controparte, e soprattutto il continuo rinvio di una soluzione può incidere sulle relazioni tra l Unione europea e l India. Mi auguro che questa vicenda si possa risolvere presto e per il bene di tutti. Ma nessuna autocritica per la gestione di mesi di basso profilo che non hanno portato proprio a nulla. Come ho sempre detto in Parlamento, ho usato i mesi da ministro degli Esteri per completare le procedure preliminari all arbitrato, che hanno richiesto più tempo e lavoro del previsto. Oggi - assicura Mogherini - nella mia nuova posizione, continuo a seguire da vicino questa vicenda che mi sta molto a cuore, in contatto con il governo italiano. Le aspettative finora sono andate deluse - aggiunge - ma aspettiamo di vedere se vi sono margini perché questa situazione è dolorosissima per i due marò, le loro famiglie e l Italia. Avvertimenti, quelli di Mogherini e Gentiloni, che lasciano il tempo che trovano. Un tempo sempre più corto, e che con Massimiliano Latorre bisognoso di cure volge al brutto per Salvatore Girone, esposto ad eventuali rappresaglie indiane per l inanità di chi dovrebbe difendere gli interessi italiani nel mondo. LA CORSA AL QUIRINALE Tanti identikit per un presidente Vendola lancia Prodi, Salvini lo boccia, la Meloni chiama all accordo su un nome eurocritico di Robert Vignola Le grandi manovre quirinalizie s intensificano, man mano che quello che (ormai è scontato) sarà l ultimo messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano s avvicina. Ovvio che gli occhi siano puntati addosso al Pd. Che ha un gran numero di grandi elettori e che quindi ha un ruolo centrale nella delicata corsa al Colle. Tanto entrale da aver prodotto almeno una decina di aspiranti, dalla Finocchiaro a Franceschini, da Padoan a Grasso, fino all immancabile Prodi. Quest ultimo è il nome più sulla bocca di tutti. Persino Berlusconi, stando alle gole profonde di Forza Italia o che si accreditano come tali, sarebbe pronto a rimuovere il vero ideologico sul suo rivale di una decina di anni fa, in cambio di rassicurazioni circa una funzione morbida del prossimo Capo dello Stato e della progressiva blindatura del Patto del Nazareno. Voci infondate? Chissà. Sicuramente però il nome dell ex premier e leader dell Unione piace tanto alla sinistra. Se il Pd vuole, dopo quattro votazioni possiamo eleggere Romano Prodi al Quirinale, ha affermato Nichi Vendola durante un intervento all assemblea di Sel. Evento nel corso del quale il leader di Sinistra, ecologia, libertà chiarisce anche che, se si tiene fuori dalla partita la fonte prevalente di inquinamento, ossia il patto del Nazareno, allora è possibile eleggere subito il presidente della Repubblica. Insomma, dice Vendola, sì a Prodi a patto che non lo dica Berlusconi Perché, aggiunge il governatore della Puglia, se l inquilino del Colle da eleggere serve per ridare speranza e un immagine pulita delle istituzioni", allora Sel potrà essere della partita. E dall altra parte dello schieramento? A dispetto di una pattuglia parlamentare non esattamente oceanica, c è curiosità intorno alla Lega. E Matteo Salvini, pur premettendo che la scelta del nuovo presidente della Repubblica è l ultima delle preoccupazioni, a margine di una manifestazione organizzata a Torino dà qualche indicazione di massima: Spero solo che non sia un vecchio rottame della sinistra, come Prodi, Amato o quella gente lì. Se la corsa al Quirinale è l ultima delle sue preoccupazioni, allora, chissà che non finisca per dar retta a Giorgia Meloni. Dopo l appello lanciato su Il Giornale d Italia da Francesco Storace, anche la leader di Fratelli d Italia ne lancia uno assai simile. Il nuovo Capo dello Stato dovrà essere una figura simbolica, capace di rappresentare sul serio il futuro che vuole costruire per l'italia. Per Fratelli d Italia-Alleanza nazionale dovrà essere Europeista ed eurocritico, un presidenzialista, una persona estranea al palazzo e ai giochi di partito e di spartizione di potere. Lanciamo un appello alla Lega di Salvini, al M5S di Grillo, a Forza Italia e a tutti quei movimenti eurocritici che dicono di voler cambiare l Unione europea: scegliamo e votiamo insieme un nome che corrisponda a queste caratteristiche. Basta ingerenze di potenze straniere, no a candidati filo- Troika come Prodi e Padoan o espressione del palazzo come Amato: la nostra Nazione ha diritto ad un presidente della Repubblica che difenda gli interessi degli italiani e non della casta e non sia il servo dei tedeschi o di Bruxelles. IN FIAMME UN DEPOSITO PETROLIFERO COLPITO DA UN RAZZO, APPELLO A SPEDIRE VIGILI DEL FUOCO La Libia brucia e chiede aiuto all Italia In Libia la situazione precipita. E dalle autorità che ancora funzionano è arrivato un appello all Italia a spedire vigili del fuoco per domare un incendio ormai fuori controllo a Es Sider, il più grande porto petrolifero del Paese, nella sua parte orientale. L emergenza è scattata quando un razzo ha colpito un serbatoio di stoccaggio del petrolio, durante gli scontri tra le forze alleate ai governi concorrenti della Libia. Ali al-hassi, portavoce del governo riconosciuto a livello internazionale, ha detto che il fuoco si è propagato al momento a cinque serbatoi e che le forze di sicurezza non riescono a spegnerlo. Nel caos seguito alla caduta di Gheddafi, due o tre fazioni si stanno contendendo, dopo aver saccheggiato gli arsenali dello Stato, con furibonde battaglie i luoghi chiave della Libia. Es Sider è entrata al centro delle schermaglie due settimane fa, quando i gruppi armati che fanno capo al governo di Tripoli l hanno attaccata per strapparla ai rivali dell altro governo, insediato a Tobruk. In gioco le esportazioni, che ammontano secondo alcune stime a barili di petrolio al giorno e che sono state fermate. La notizia dell appello all Italia, tra i pochissimi Paesi a mantenere sedi diplomatiche aperte in Libia, è stata confermata da Issa al-oraiby, presidente del comitato energia del governo dei Rappresentanti, secondo il quale l Italia avrebbe espresso la sua disponibilità a patto che i combattimenti cessino nell area interessata. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità IL SETTIMANALE TEDESCO DER SPIEGEL E LA SUA INCHIESTA SULLA VALUTA UNICA NEL BELPAESE A chi giova restare nell euro? Agli italiani l ardua sentenza Politica ed economia: cambiamenti possibili e conseguenze di una scelta che influisce sulle possibilità di ripresa di Cristina Di Giorgi Politica ed economia. Due facce della stessa medaglia, che spesso e volentieri si influenzano reciprocamente in un mix di decisioni e cambiamenti non sempre positivi. Anzi. E il peggio è che a farne le spese sono quasi sempre gli stessi, cioè i cittadini. Come in Italia, quando ormai quindici anni fa, il governo di allora ha deciso di entrare nell euro. Con le conseguenze sulla nostra economia che tutti sappiamo. Ma cosa accadrebbe se il nostro Paese uscisse dalla moneta unica europea? Se lo chiede Der Spiegel in un inchiesta che, qui da noi, farà senz altro discutere. Il noto settimanale tedesco sottolinea innanzitutto l importanza del consenso politico nei Paesi che hanno adottato l euro, rispetto al quale sia i partiti di governo sia quelli dell opposizione (che poi, vincendo le elezioni, si sono trovati anch essi a governare) hanno sempre mostrato di essere concordi. La situazione è invece diversa in Italia scrive Der Spiegel dove tutti i partiti all opposizione sono contrari all euro. La maggioranza di Renzi gode di un grande ma non schiacciante consenso della popolazione, ma nelle democrazie prima o poi le opposizioni vanno al governo ed è importante capire se un tale governo potrebbe attuare una politica anti euro. Analizzando quindi l attuale situazione politica italiana o per lo meno provandoci, data la difficoltà, a volte difficilmente superabile, di capirla anche per gli addetti ai lavori il settimanale tedesco, circa le posizioni dei nostri partiti quanto alla permanenza nell Eurozona, ha sottolineato l evoluzione in senso anti-euro del Movimento 5 stelle (considerato il più grande partito di opposizione); ad esso si affianca la Lega Nord, che ha avviato una crociata contro l euro, risultandone premiata dagli elettori. Ed infine c è Silvio Berlusconi e il suo movimento, che chiedono di riconquistare la sovranità monetaria introducendo una moneta parallela che venga scambiata liberamente con l euro. In questo contesto stipendi, salari e naturalmente anche i prezzi dei prodotti verrebbero pagati con questa nuova moneta. Inizialmente il vecchio euro affiancherebbe la nuova moneta italiana con un cambio uno a uno: successivamente la nuova moneta verrebbe emessa liberamente - operazione che farebbe subito crollare la sua quotazione del 50 per cento. In un colpo solo, quindi, l'italia diventerebbe nuovamente competitiva. Ma per il resto dell'eurozona questo sarebbe il peggiore di tutti i possibili scenari di crisi. E' vero però che dall'entrata nell'euro l'italia non è più cresciuta: la disoccupazione è alta, quella giovanile spaventosa, conclude Der Spiegel - e quindi l'uscita dall'euro è ampiamente giustificata. Viene da chiedersi allora, a fronte di tale analisi (che sembrerebbe lontana da ogni giochetto politico tipicamente nostrano), perché mai, stando davvero così le cose, c è ancora chi insiste su una strada economicamente disastrosa. La risposta a questo quesito passa senz altro attraverso un altra domanda: a chi giova mantenere l attuale andazzo? Ad ognuno la sua riflessione. Da cui trarre c è da augurarselo le adeguate conclusioni. MOZIONE AL SENATO PER INCENTIVARE I CONSUMATORI ALL UTILIZZO DI MONETA ELETTRONICA. MA LA VOTAZIONE SUL BLOG DI GRILLO DICEVA IL CONTRARIO Sul contante libero il M5S sconfessa la Rete di Robert Vignola La Rete padrona di democrazia, la Rete che tutto guarda e su tutto decide. Un mito che ha conosciuto l alba con i Cinque Stelle e che non sembrerebbe conoscere tramonto. Il fatto è però che la Rete è anche un soggetto che ricorda e che, come il mare, restituisce rottami a volte indesiderati. Così, è proprio su internet che circola l ennesima riprova di un MoVimento che a parole dice di voler rappresentare i cittadini ma che nei fatti finisce spesso per inseguire oscuri interessi. Sicuramente non è un interesse dei cittadini quello di vedere ulteriormente limitata la propria libertà di usare il contante. Eppure i senatori Serenella Fucksia e Francesco Molinari sono stati tra i fautori della mozione 350 che impegna il Governo a favorire la distribuzione agli esercizi commerciali di terminali Pos evoluti, anche tramite la modalità del comodato gratuito, e ad adottare misure premiali che incentivino i consumatori all utilizzo di sistemi di pagamento elettronici, al fine di proseguire nella progressiva eliminazione dell uso del contante. Ora, si tratta di un atto andato in onda sugli schermi di Palazzo Madama un mese fa. Il tutto, spiegato (sempre sulla rete dai cittadini eletti promotori della mozione con la semplificazione, la trasparenza, la tracciabilità, la lotta all evasione fiscale, alla criminalità organizzata. Infatti, come noto, Mafia capitale (tanto per dirne una) è stata messa in ginocchio dal limite al contante e ha dovuto limitare a qualche miliarduccio d euro il suo fatturato perché altrimenti lo tracciavano Ma non è neanche questo il punto. Il punto è che nel mese di dicembre del 2012, l infallibile Rete sul blog di Beppe Grillo aveva già detto la sua: è il sondaggio on line intitolato l indecenza delle banche aveva espresso abbastanza chiaramente l opinione degli iscritti riguardo la domanda: Siete favorevoli all abolizione del denaro contante?. Il 79% aveva detto no, il 21% sì. In termini assoluti, 19mila utenti contro 5mila. Più che un referendum on line, un plebiscito, e d altronde tutto fa pensare che erano altri tempi: L indecenza delle banche, si leggeva a carattere grassetto in testa alla pagina, che recitava peraltro comprare qualcosa, pagando con banconote e monete è una delle cose più normali di questo mondo. Eppure in Italia c è chi vuole farlo passare per un comportamento addirittura incivile. Evidentemente, sotto il firmamento a Cinque Stelle, qualcosa è cambiato. OMAGGIO DELL EX LUPO GRIGIO A WOJTYLA Ali Agca in Vaticano per la fine del mondo FIRMATO L ACCORDO PER GLI ESODI VOLONTARI Dipendente Meridiana, prendi i soldi e scappa Fiori sulla tomba di Wojtyla, richiesta di un incontro con Bergoglio e intervista esclusiva all Adn Kronos. Così Ali Agca è tornato sul luogo del delitto, anzi del miracolo, dell avveramento del terzo segreto di Fatima, secondo quelle che sono state le sue stesse parole. L'uomo che tentò di uccidere papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981, si è recato ieri in Vaticano e ha portato un mazzo di fiori sulla tomba di Papa Wojtyla, nel trentunesimo anniversario del suo incontro con Giovanni Paolo II. Agca si è dapprima recato, proveniente da Vienna, presso la sede dell agenzia di stampa che diffuse la foto della pistola nell atto di sparare al Pontefice, dove ha rilasciato un intervista. Poi si è fatto accompagnare in piazza San Pietro dove, riconosciuto dalle forze dell ordine, è stato accompagnato negli uffici dell'ispettorato Vaticano per un controllo sui documenti. Infine, ottenuto il permesso di accedere nella cappella di San Sebastiano e deporre un omaggio floreale (due mazzi di rose bianche) sulla tomba del Papa polacco. Sentivo la necessità di fare questo gesto, ha detto l ex lupo grigio, non senza rilasciare altre dichiarazioni, quali quella di essere giunto a Roma dopo 34 anni per gridare che siamo alla fine del mondo. La Madonna di Fatima ha annunciato la fine del mondo, lanciando comunque preghiere a Gesù. R. V. di Bruno Rossi Prendi il bottino e scappa. È la proposta che arriva ai dipendenti di Meridiana con l accordo sugli esodi volontari siglato nelle frenetiche ore di trattativa di questi giorni. Le rappresentanti sindacali aziendali hanno dato il via libera alla firma dopo l accordo raggiunto il 24 dicembre, quando era stato firmato un protocollo d intesa subordinato all assenso delle Rsa. L accordo riguarda coloro che intendono lasciare l azienda entro il 31 dicembre ricevendo un incentivo fino a 15 mila euro. Ma come mai tanta fretta per questa scadenza? Si sa, c è sempre qualcuno che mette lo zampino e i pochi mesi di governo Monti sono in tal senso uno scotto che l Italia dovrà pagare chissà quanto a lungo, sempre che i successi esecutivi Letta e Renzi non riescano a fare anche di peggio. Fatto sta che il termine tassativo della fine dell anno per l uscita di questi lavoratori nasce dalla necessità di evitare le nuove norme della legge Fornero che entra in vigore il primo gennaio 2015 e riducono il periodo di mobilità. "La procedura - spiega una nota di Meridiana - si deve chiudere entro il 31 dicembre 2014 per consentire ai lavoratori di usufruire delle più favorevoli regole sulla mobilità, che cesseranno di avere efficacia dal primo gennaio 2015". Ma tra una protesta eclatante e l altra, quanti saranno ad accettare la profferta? Secondo alcune fonti sindacali entro la fine dell anno tra esodi volontari e pensionamenti, almeno 400 dipendenti sarebbero disposti a lasciare Meridiana. Ciò abbasserebbe la platea dei esuberi già destinati a più o meno unità. Per costoro, a gennaio, si dovrà aprire una nuova procedura di mobilità con relativo negoziato tra le parti. Insomma, il caso è tutt altro che chiuso.

4 4 La Grande Guerra /23 Mussolini e la Sfinge neutrale "Nessuno sarà così prodigo e stolido da compensarci per ciò che 'non' abbiamo fatto" di Emma Moriconi La neutralità, sul finire del 1914, diventa sempre più una chimera: alla fine di dicembre La Stampa di Torino scrive che "la nostra neutralità è completamente svalutata" che il suo "valore potenziale" è "interamente sfumato". Da queste parole prende lo spunto il giovane Benito Mussolini per il suo articolo di fondo del Popolo d'italia. Il giorno di Natale il quotidiano del rivoluzionario romagnolo titola: "La 'sfinge' neutrale", e attacca: "Le cause di questa rovina sono da ricercarsi, secondo la Stampa, nel contegno del giornalismo italiano: ecco perché la Stampa grida: 'non svalutiamoci!'. Grido un po' tardivo se si vuole, come è assai tardiva la constatazione dello svalutamento stesso. Si può anche ammettere che la nostra neutralità sia divenuta un campione senza valore nel mercato della diplomazia internazionale: i neutrali finiscono - ce lo hanno insegnato i sommi politici di casa nostra - con l'essere prima deprezzati e poi disprezzati da tutti, ma il risultato sarebbe stato identico anche se il giornalismo italiano avesse tenuto il linguaggio e l'atteggiamento sfingeo consigliati dopo ben cinque mesi di chiacchiere dall'autorevole foglio torinese". Come sempre, il giovane Benito ne ha per tutti, insomma. E con l'irruenza che lo contraddistingue picchia duro contro il quotidiano torinese, che parla di neutralità "astuta e misteriosa", con "il volto enigmatico di una sfinge", che "non lasciasse trapelare per un istante solo la parte verso cui si sarebbe eventualmente accostata". Il futuro Duce giudica gravi queste parole: "Pare che un acuto rammarico conturbi lo scrittore della Stampa, il rammarico di non poter più, ora che l'italia è sufficientemente armata, scagliarla magari a fianco degli antichi alleati, contro la Triplice Intesa. Non si concepisce, non è più possibile ormai che una sola rottura della neutralità italiana e cioè ai danni del blocco austrotedesco. È questo che dispiace alla Stampa? Alla Stampa che pure ha avuto momenti di francofilia assai pronunciati?". E non manca di rilevare le contraddizioni che emergono dallo scritto del quotidiano, e sottolinea come La Stampa "afferma che l'italia avrebbe 'dovuto formulare nettamente e crudamente il suo scopo'. E formulando il suo scopo, con maggior chiarezza, colla più matematica precisione, dice la Stampa, non era disperso quel misterioso e tenebroso riserbo che doveva sopravalutare la nostra neutralità?". Quello della scelta dell'italia se schierarsi o meno nel conflitto mondiale è, ovviamente, il tema principale di tutti i quotidiani di quei giorni, e le spinte interventiste cominciano a farsi sempre più pressanti. Mussolini scrive che "la neutralità è sempre più uno straccio", che "aveva un certo valore quando pareva un gesto eroico, una ribellione dell'italia alla tutela esosa e al vassallaggio pesante degli imperi centrali", ma le situazioni cambiano, la storia è in continuo divenire e il divenire costituisce oggetto di osservazione del giovane, rivoluzionario Benito, che va dunque a sottolineare come le scelte dei popoli non debbano essere serve di "contratti": "Se è vero - scrive infatti - come afferma la Stampa nell'articolo in questione, e come è ormai pacifico dopo le dichiarazioni di Giolitti, che nel Trattato della Triplice v'è una clausola che contempla la nostra neutralità, la questione cangia sostanzialmente d'aspetto e 'l'eroismo' si tramuta nella semplice applicazione pratica e legittima di una norma contrattuale". E poi attacca il Governo che, dice, è stato "il massimo svalutatore della neutralità italiana" avendo sbattuto in faccia a tutta l'europa che l'italia "non aveva cannoni, non aveva fucili, mancava, insomma, del necessario per una mobilitazione". Il fine è chiaro, intanto è stata messa sulla bocca di tutti l'impreparazione del Paese alla guerra: dunque l'italia non prende posizione non per scelta ma perché proprio non può fare diversamente. E poi, come giudicheranno gli altri Paesi questo comportamento? Mussolini si risponde così: "Nessuno sarà così prodigo e stolido da compensarci per ciò che 'non' abbiamo fatto". Illustra quindi le tre vie possibili: "L'Italia non può ormai che seguire una politica sola: le altre vie sono fatalmente, inesorabilmente precluse. E infatti: la politica dello 'splendido isolamento', no; (è follia da manicomio il solo pensarci), la politica della Triplice Alleanza, no; (non esiste più la Triplice Alleanza poiché sono cangiate o stanno cangiandosi ab imis le condizioni che potevano in un certo qual senso giustificarla). E allora l'italia non può che unirsi alla Triplice Intesa e dividerne i destini". La chiusura è possente: Mussolini richiama all'orgoglio, e lo fa ricordando al quotidiano torinese l'eroismo piemontese: "Nel scrive - il piccolo Piemonte - o signori della Stampa torinese - il piccolo Piemonte osava scendere in campo contro l'austria allora onnipotente. Cadeva a Novara, il piccolo Piemonte, ma si riabilitava più tardi sui campi di Crimea e risorgeva dopo un decennio vittorioso sui colli di S. Martino... Oggi la grande Italia, popolata di 38 milioni di abitanti, con quattro milioni di fucili, con una flotta pronta, soggiace alla vergogna di Custoza e di Lissa e non 'osa' - per il terrore imbecille dell'elmo chiodato - scendere in campo contro l'austria, battuta dalla Serbia, mutilata dalla Russia, minacciata dalla Rumania... contro la Germania alle prese con quattro nazioni". Infine, il direttore de Il Popolo d'italia, come accade spesso, fa un richiamo classico: "O Enotrio romano - scrive Benito, riferendosi allo pseudonimo del poeta Giosuè Carducci - come avresti sofferto di vivere nell'anno della neutralità italiana consacrata dal papa, difesa dai socialisti, protetta dai senatori accademici e dai profeti della vigliaccheria nazionale, come Luigi Luzzatti. Sei morto in tempo, o Enotrio; ma io mi domando se la tua maledizione sia stata il paradosso di un poeta o non piuttosto l'intuizione di una verità tremenda: la nostra patria è vile... Neutrale". emoriconi@ilgiornaleditalia.org GIORNALISMO E CURIOSITÀ IN TEMPO DI GUERRA Gossip e chiacchiere ante litteram Sulla Domenica del corriere del 1914, uno dei primi esempi di pettegolezzo a mezzo stampa di Cristina Di Giorgi Mentre già da alcuni mesi le Grande Guerra infuriava nelle trincee di tutta Europa, dispiegando tutta la sua forza distruttrice attraverso le armi degli eserciti coinvolti sia per mezzo delle varie diplomazie, incapaci di intervenire efficacemente, c'era ancora chi, sui giornali del tempo, si occupava di intrighi, pettegolezzi e sentito dire. Di quello che oggi chiameremmo gossip insomma. Per distrarre dai drammi che la gente di un po' tutti gli Stati stava vivendo sulla propria pelle? Per incuriosire e attrarre lettori? Qualunque sia stata la motivazione, quello pubblicato da una Domenica del corriere del novembre 1914 e riproposto dai redattori del sito di ricerca storicomilitare I segreti della storia è sicuramente un pezzo curioso e di colore, divertente e interessante per il periodo in cui fu scritto e per il linguaggio usato. Una nota comunque storica che permette, per una volta, di staccare dalle cronache belliche e dagli approfondimenti ad esse legati. Il titolo dello scritto è L'imperatore Francesco Giuseppe sarebbe figlio del Re di Roma? e merita, essendo breve, di essere riportato per intero: Mentre la Francia guerreggia contro l Austria, è interessante rilevare alcune curiose note storiche, ignorate dai più, secondo le quali nelle vene del vecchissimo Imperatore d Austria scorrerebbe sangue francese. Vuolsi, infatti, da taluni che egli sia figlio del Re di Roma, l Aquilotto: onde, Francesco Giuseppe sarebbe nipote di Napoleone I. Come si accreditarono le voci di questa paternità napoleonica? Nella fredda e grigia corte austriaca, il Duca di Reichstadt trovò ben presto una tenera amica nella Arciduchessa Sofia, nata Principessa di Baviera, moglie dell Arciduca Francesco Carlo e poi madre di Francesco Giuseppe. La giovane Arciduchessa, che non aveva più di sei anni più del Duca di Reichstadt, dimostrò allo sventurato figlio di Napoleone I un affezione che fu assai dolce per lui in quell arcigno ambiente di corte. Egli ebbe così il conforto della devozione e dell amicizia d una donna di cuore, d una appassionata anima femminile. L affezione dell Arciduchessa, sua zia, sarebbe fatalmente divenuta amore, passione viva. L episodio fu registrato nel volume dedicato a Napoleone II dal Barone Alberto Lumbroso, il noto cultore di cose napoleoniche, il quale riferì anche questo suo ricordo personale. Intrattenendosi a Parigi il 29 maggio 1900, col Barone Oscar De Watteville, antico direttore del Ministero della Pubblica Istruzione e fedele amico del Principe Napoleone, il De Watteville stesso ebbe a dirgli: 'Posso assicurarvi che secondo una voce delle più accreditate e secondo informazioni molto serie, l attuale Imperatore Francesco Giuseppe sarebbe figlio del Duca di Reichstadt e per conseguenza nipote di Napoleone I. L amicizia e la tenerezza di sua zia, l Arciduchessa, puramente intellettuali, secondo alcuni, sarebbero state una vera passione ed un vero amore, secondo altri, poiché nessuno ignora a Vienna l inclinazione che la madre ebbe per l antico Re di Roma, divenuto colonnello e principe austriaco'. E certo che alla notizia della morte dell infelice Duca di Reichstadt, l Arciduchessa Sofia, ancora sofferente per uno dei suoi parti, ne provò un tal dolore che la sua salute inspirò, per alcuni giorni, delle grandi inquietudini. L'arciduchessa Sofia di Baviera

5 5 Storia TENENTE COLONNELLO DEI VOLONTARI DI SPAGNA, MORÌ AL FRONTE IL 23 DICEMBRE 1938 Giorgio Morpurgo, il fascista ebreo decorato al valore Costretto al congedo, preferì sacrificare eroicamente la sua vita piuttosto che togliere la divisa di Cristina Di Giorgi Ufficiale di Stato maggiore incaricato di una speciale missione nelle prime linee, l'assolveva con l'appassionata competenza che aveva prodigata in numerose precedenti battaglie. Giunta l'ora suprema della fanteria, preso dal suo spirito eroico e avvinto dall'onda di entusiasmo che aveva infiammato le truppe, si portava alla testa dei più arditi, incitandoli al canto guerriero di 'Giovinezza'. Ripetutamente ferito alle braccia insisteva nel proposito di superare un reticolato ancora intatto finché un'ultima fucilata gli trapassava il cuore, abbattendolo sugli stessi appostamenti nemici. Con questa motivazione, che basterebbe da sola per definire l'essenza della personalità dell'uomo che l'ha meritata, a Giorgio Morpurgo venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Gli avvenimenti in questione avvengono in terra iberica, durante la guerra civile spagnola. Morpurgo, volontario, è un tenente colonnello di Stato Maggiore e prima della sua morte, nella stessa campagna, si è già meritato altri tre riconoscimenti (tre medaglie di bronzo). La sua carriera militare è cominciata durante la Grande Guerra (in cui ha combattuto come ufficiale) ed è in seguito proseguita, accompagnata da una fervente fede nel fascismo, fino al momento della sua ultima azione, avvenuta il 23 dicembre Un uomo di valore, un fascista convinto, la cui storia si intreccia con l'ombra delle leggi razziali. Giorgio Morpurgo infatti, sebbene alcune fonti lo indicano come battezzato, è di origini israelite. E in base a quanto stabilito nelle nuove normative, non può più far parte dell'esercito: gli viene quindi comunicato che verrà richiamato in Patria per essere congedato. Prima di partire chiede di comandare il battaglione di Arditi nella battaglia di Barcellona. Li guida all'assalto scrive Gianni Scipione Rossi nel suo La destra e gli ebrei: una storia italiana e muore in divisa. E' la sua l'ultima medaglia d'oro al valor militare conferita ad un italiano di religione israelitica nell'italia fascista. Anche Renzo De Felice racconta di lui, sebbene la sua versione di quanto avvenuto si discosta leggermente da quella di Rossi. Il noto storico afferma infatti che Morpurgo esce da solo allo scoperto, dirigendosi verso le posizioni nemiche, camminando lentamente e senza tener conto delle ingiunzioni a fermarsi che da esse gli venivano rivolte. Ferito, continua ad avanzare sino a che non viene colpito al cuore. Azione di guerra o suicidio? In realtà, a ben vedere, non ha molta importanza. La sostanza della vicenda eroica di cui Giorgio Morpurgo è stato protagonista resta infatti, dettagli a parte, immutata e immutabile. E riguarda l'incrollabile fede di un Uomo in un'idea, che errori legislativi e strategie politiche non potranno mai intaccare. Reduci della Spagna sfilano dinanzi a Mussolini a via Nazionale a Roma LA SPAGNA E I SUOI MOLTI LUOGHI DI MEMORIA, ANCHE ITALIANA Cimiteri di guerra e rispetto per la storia La ristrutturazione e la cura dei Sacrari militari è segno di grande civiltà Cimitero fascista in Spagna Campillo de Llerena è un villaggio nei pressi di Bajadoz, che ospita un piccolo cimitero di guerra nazionalista. La maggior parte dei soldati ed ufficiali che vi riposano sono di nazionalità italiana: si tratta dei volontari delle brigate miste italo-spagnole Green Arrow e Blue Arrow (formazioni alle quali, secondo alcune fonti, l'italia forniva la maggior parte degli ufficiali, del personale tecnico e dell'armamento e la Spagna le truppe). Uomini caduti insieme, in combattimento, nel giugno 1937, tra le provincie di Siviglia, Cordoba e Bajadoz. Inizialmente sepolti al fianco dei commilitoni iberici (in tutto 43 salme, di cui 9 di nostri connazionali), i corpi dei soldati ed ufficiali italiani sono in seguito stati trasferiti nel Sacrario militare di Saragozza, ma per tutti quello di Campillo de Llerena è rimasto il Cimitero degli italiani. Deponi un fiore e prega per i soldati spagnoli e per i legionari italiani della brigata Frecce Azzurre, caduti eroicamente per la Spagna e per la civiltà mondiale, recita la scritta sulla lapide posta ai piedi della grande croce al centro del camposanto, che alcuni anni fa è stato restaurato e ristrutturato. Gli italiani in terra iberica hanno dato un notevole contributo di sangue: sono 236 le località spagnole dove ci furono caduti italiani: 3414 morti, 150 deceduti in Italia, 232 ritenuti scamparsi, 547 italiani morti dalla parte dei repubblicani, di cui 22 sono sepolti nella Torre di Saragozza si legge su un numero on line di Inform (Agenzia di stampa per italiani all'estero). Tutti devono essere ricordati e a tutti si deve rendere omaggio ha dichiarato l'autore di una tesi di laurea sul Sacrario italiano di Saragozza perché tutti diedero la propria vita per una causa. Anche se su fronti diversi. I cimiteri che li ospitano sono luoghi che fanno emergere tematiche dimenticate e c'è da augurarsi che siano anche un contribuito all'ambito della memoria. Che va rispettata e onorata se si vuole dare prova di civiltà. Con buona pace di coloro che, anche a distanza di tanti anni, polemizzano sul recupero di tali luoghi sacri, descrivendoli come attrazioni turistiche per nostalgici del fascismo e sottolineando il timore di possibili pellegrinaggi non graditi. C.D.G. LE FOTOGRAFIE DI GUGLIELMO SANDRI E LA PRESENZA ITALIANA TRA I NAZIONALISTI Scatti dal fronte iberico Menarini: Archivio immenso rimasto nascosto per i soliti motivi Più di quattromila scatti: è questo l'incredibile patrimonio iconografico che Wilhelm Schrefier, nato a Merano nel 1905, ha lasciato ai posteri. Una collezione di immagini scattate tra il 1937 e il 1939 in cui Guglielmo Sandri (questo il nome italianizzato che Schrefier scelse di portare dagli anni Trenta in poi) riporta la sua avventura di legionario in terra di Spagna. Sbarcato a Cadice nel febbraio 1937 come tenente della Divisione Littorio, Sandri aveva portato con sé la sua macchina fotografica. Che nel periodo trascorso in Spagna (rimpatriò nel maggio nel 1939) usò moltissimo. Tornato in Italia, partecipò in seguito ad altre importanti battaglie (fu prima in Jugoslavia e poi ad El Alamein, dove venne anche ferito) e dopo la guerra, trasferitosi a Vipiteno, visse fino al La sua incredibile collezione fotografica fu ritrovata per caso nel 1992, in una custodia di legno accanto ad un bidone dei rifiuti dove era stata abbandonata dopo la morte della moglie dell'autore. I dieci album di scatti vennero quindi acquisiti dall'archivio Provinciale di Bolzano e utilizzati, nel 2007, come materiale per una particolare mostra fotografica ( Legionari. Italians de Mussolini a la guerra d'espanya ), presentata anche in diverse città spagnole. A proposito dell'utilizzo di tale importantissimo patrimonio iconografico, vale il commento di Piero Menarini, che in un articolo su Libero ha scritto: Mi pare assai significativo che un archivio di tale imponenza abbia dovuto rimanere inedito e nascosto per tanti anni in quanto materiale fascista, mentre per la valutazione storiografica della guerra di Spagna venivano utilizzate soltanto le foto dei volontari antifascisti. Il giornalista sottolinea poi anche un altro elemento importante: le foto di Sandri dimostrano inequivocabilmente che non solo i comunisti ma anche i legionari fascisti potevano partire volontari per la terra di Spagna per difendere un ideale di libertà, ma opposto. Diverso ma ugualmente legittimo, nonostante il tentativo degli storici di sinistra di sostenere che qualunque azione compiuta in nome del fascismo sia in quanto tale da condannare a priori. E chi la pensa diversamente viene accusato di revisionismo. Ma in questo caso le immagini (sia quelle di Guglielmo Sandri, sia quelle di Michele Francone, anch'esse pubblicate in un'esposizione e in un libro dal titolo Percorso nella guerra civile spagnola ) parlano chiaro e non si possono negare o reinterpretare a proprio piacimento. C.D.G. Un Legionario (tratta dalla mostra Legionari. Italiani di Mussolini nella guerra di Spagna, Archivio Provinciale di Bolzano e Fondo Guglielmo Sandri) Soldati italiani in marcia (tratta dalla mostra Legionari. Italiani di Mussolini nella guerra di Spagna, Archivio Provinciale di Bolzano e Fondo Guglielmo Sandri)

6 6 Esteri IRLANDA Incinta e in coma: i giudici ordinano di staccare le macchine La sentenza dell Alta Corte si basa sulla convinzione dei medici che il nascituro non sarebbe sopravvissuto di Cristina Di Giorgi Quasi trent anni lei, diciotto settimane il figlio che le sta crescendo in grembo. Una storia drammatica quella che in queste ore si sta consumando a Dublino. La giovane (la cui identità è stata tenuta nascosta per proteggere la sua privacy) è già mamma di due bambini ancora piccoli e circa un mese fa è stata dichiarata clinicamente morta. Le sue condizioni, dovute ad una ferita alla testa riportata in seguito ad una caduta, non lasciavano alcuno spazio a speranze di miglioramento. Per questo i familiari della donna, dopo la constatazione di morte cerebrale, hanno chiesto ai medici di staccare la spina dei macchinari che la tenevano artificialmente in vita, nonostante il fatto che questa procedura avrebbe condannato anche il suo bimbo non ancora nato. Che continuava ostinatamente a vivere. L equipe dei dottori si è però rifiutata di dare il suo assenso, perché non era chiaro quale fosse lo status giuridico del feto e temevano di essere perseguibili per negligenza o anche per omicidio. Ora la Corte Suprema di Dublino ha emesso la sua sentenza: si può staccare la spina in quanto il feto non ha speranze. Nella loro decisione, i giudici hanno spiegato che, sulla base della testimonianza condivisa di diversi medici, il feto non aveva in prospettiva null altro che la sofferenza e la morte. Secondo loro il corpo della donna, a causa di una serie di minacce di diversa provenienza (pressione, infezioni e quant altro) stava diventando pericoloso per il nascituro, che non aveva alcuna possibilità di sopravvivere per altri due mesi, fino a quando cioè sarebbe stato possibile farlo nascere. E anche se fosse venuto alla luce, avrebbe avuto a parere dei medici vita dolorosa, che non sarebbe durata a lungo neanche con l aiuto di macchine. Una decisione, quella dei giudici dell Alta Corte, che a quanto sembra sarebbe stata diversa se il parere dei dottori avesse dato al nascituro qualche possibilità di vita, anche con anomalie e malformazioni. Il loro pronunciamento darà comunque adito a polemiche e discussioni, come del resto accade in tutti i casi che riguardano l aborto e gli argomenti che hanno a che vedere con l etica e la morale. In questa particolare circostanza, tra l altro, gli avvocati che rappresentano i diritti della donna e del feto si legge in un articolo sulla triste vicenda pubblicato da un noto quotidiano italiano che in Irlanda ha un diritto alla vita costituzionalmente protetto, hanno detto che non presenteranno appello contro la decisione della Corte. Che sembra lasci comunque aperto uno spiraglio per eventuali casi futuri, che potrebbero essere trattati diversamente se per il nascituro il momento di venire alla luce fosse significativamente più vicino. Resta comunque, in chi legge di questo dramma, un senso di profonda tristezza per il destino di un bambino non nato che forse non sarebbe sopravvissuto. O forse sì. SOLDI, ATTIVITÀ ILLEGALI E PREVISIONI DI CRESCITA NELL AREA EURO E NON SOLO Il Pil britannico scala l economia mondiale grazie a sesso e droga Secondo i dati di uno studio recentemente pubblicato, le stime indicano l avvenuto sorpasso ai danni della Francia di Clara Lupi potrebbe quest anno superare la Francia e conquistare L Inghilterra la quinta posizione nella classifica delle potenze economiche mondiali, posizionandosi subito dopo Usa, Cina, Giappone e Germania. La notizia, diffusa in queste ore dalle principali agenzie di stampa mondiali, è tratta da uno studio effettuato in questi mesi dal Centre for Economics and Business Research di Londra e si basa sul prossimo ricalcolo del Prodotto interno lordo dei vari Stati che, per decisione europea, includerà anche i proventi di attività illegali quali per esempio traffico di stupefacenti e prostituzione. Sesso e droga dunque, unite ad una ripresa forse più rapida di quanto ci si aspettava, hanno consentito a Londra di effettuare il sorpasso su Parigi. Il Pil del Regno Unito nel 2014 era pari a 2828 miliardi di dollari, mentre quello francese era di 2827 miliardi. Un computo questo che, per quanto riguarda il dato relativo all economia britannica, comprende anche circa 5,7 miliardi di sterline derivanti dal giro d affari legato alla prostituzione e 6,62 miliardi frutto del traffico di stupefacenti. Non così per la Francia, che per ora ha rifiutato di adeguarsi ai nuovi criteri contabili, sulla base del principio per cui prostituzione e droga non possono essere considerate "attività commerciali volontarie" ed essere quindi incluse nel calcolo del Pil. E se gli stessi autori dello studio ammettono comunque un margine di errore nella determinazione delle suddette stime, c è chi invece le contesta apertamente. Per esempio il Fondo monetario internazionale prevede che il Pil del Regno Unito resterà leggermente minore di quello della Francia almeno fino al 2017, con una stima di miliardi dollari per quest'anno, contro miliardi dollari per la Francia e i miliardi dollari per la Germania scrive il Sole 24 ore. A tale osservazione va aggiunta poi la previsione della Commissione europea sulla velocità di espansione dell economia (più rapida quella britannica, che ha un ritmo di crescita del 2,7%). Da sottolineare inoltre un ulteriore elemento, che potrebbe contribuire a nuove variazioni della classifica: il Pil della Cina potrebbe superare quello degli Usa prima di quanto ci si aspetti. EGITTO Attacchi jihadisti: escalation di violenza e morti Nel Nord del Sinai sono rimasti uccisi sette civili e al Cairo due poliziotti RUSSIA Putin annulla le vacanze dei suoi ministri Il premier: C è crisi, non possono permetterselo Sale la tensione in Egitto. Il 26 dicembre il Cairo è stata teatro di violenti scontri, nel corso dei quali due appartenenti al gruppo jihadista di Ansar Beit al-maqdis (affiliato all Isis) sono stati uccisi dalla polizia. Secondo il ministero dell Interno egiziano uno dei due miliziani era il responsabile delle operazioni per la regione del Cairo. Dopo la destituzione del presidente filo-islamico Morsi nel 2013, Ansar Beit al- Maqdis ha rivendicato numerosi attentati contro polizia ed esercito egiziano. Il gruppo, a quanto riferiscono alcune fonti, ha la sua roccaforte nel Sinai. Ed è proprio in questa regione che, nella tarda serata dello stesso giorno, sono state portate a termine due operazioni militari che hanno provocato diversi morti. Un primo lancio di tre razzi sulla città di El Arish (capitale del Nord Sinai), che pare avesse come obiettivo il quartier generale dei servizi di sicurezza locali, ha ucciso almeno sette civili (tra cui un bambino) e ne ha feriti altri venticinque. Un successivo attacco, compiuto con colpi di mortaio e razzi, ha invece colpito una postazione militare e causato la morte di un soldato e il ferimento di altri tre uomini. L ondata di violenza non si è fermata: si è continuato infatti a sparare anche al Cairo: uomini armati a bordo di una moto riferiscono le agenzie ieri mattina (27 dicembre) hanno aperto il fuoco contro due poliziotti in servizio di vigilanza in due filiali di banche al centro de il Cairo, uccidendoli entrambi. Gli attacchi alle forze dell ordine, recentemente aumentati di numero e intensità, sono quasi sempre rivendicati da gruppi jihadisti che dicono di agire in rappresaglia per la sanguinosa repressione scatenata contro i sostenitori dell ex presidente Morsi. C.L. La classe politica e la crisi economica. Ovvero come comportarsi di fronte alla recessione che ha colpito il proprio paese. In un contesto di questo genere, comune purtroppo a gran parte dei paesi del mondo, c è chi tenta di barcamenarsi con leggi e provvedimenti di più o meno dubbia efficacia e chi invece sospende le ferie di ministri e alti funzionari del governo. Come in Russia. Comunque la si pensi sul premier Putin e sulla sua politica in genere, è indubbio che il suo atteggiamento in questo caso appare sicuramente indicativo di un certo modo di interpretare il ruolo della classe dirigente di un Paese come dovrebbe essere. E come spesso e volentieri non è. Non possono permettersi di andare in vacanza ha dichiarato il premier in una riunione del governo trasmessa in televisione. Le sanzioni occidentali, il calo del prezzo del petrolio e il crollo del valore del rublo (dimezzato), hanno provocato una situazione molto difficile, che vede l economia russa andare in recessione per la prima volta dopo sei anni. Stando così le cose, Putin ha ritenuto che anche durante il periodo festivo (che in Russia va dal 1 al 12 gennaio) i componenti dell esecutivo debbano continuare a tenere sotto controllo la situazione. Anche a Natale (festeggiato dagli ortodossi il 7 gennaio). Tutt al più qualche giorno fuori città, ma niente viaggi lunghi. C è da lavorare. Retorica? Populismo? Esagerazione? Forse. Ma il confronto con l atteggiamento egoistico e legato al proprio interesse di alcuni politici occidentali sorge comunque spontaneo. E di sicuro questi ultimi non ci fanno una bella figura. C.D.G.

7 7 Esteri MIGLIAIA DI PERSONE HANNO PARTECIPATO AI FUNERALI DI IERI MA LE POLEMICHE NON SI PLACANO Agenti assassinati, l America si divide I colleghi dei poliziotti voltano le spalle al sindaco di New York De Blasio - Joe Biden partecipa alle esequie di Ramos di Emma Moriconi si divide sulla vicenda degli agenti uccisi sabato scorso a sangue freddo mentre L America erano in servizio nella loro auto civetta nel quartiere di Brooklin. L'assassino, Isamaaiyl Brinsley, nero, 28 anni, aveva scritto sul web che cercava vendetta per l'uccisione degli afroamenricani uccisi da poliziotti bianchi dopo l'assoluzione di questi ultimi da parte dei giudici. Così era uscito e aveva assassinato i due agenti, Rafael Ramos di 40 anni e Wenjian Liu, per poi togliersi egli stesso la vita. E mentre l'america ricorda quelli che sono stati definiti da un portavoce della polizia, Stephen Davis, "i funerali più imponenti nella storia della polizia", le polemiche non si placano. Il sindaco Bill de Blasio ha detto che spera che la cerimonia per le esequie di Ramos - svoltasi ieri e alla quale hanno partecipato il vice presidente Joe Biden e il Capo della Polizia Bill Bratton - serva a ricompattare una città lacerata dall'ondata di protesta contro la violenza della polizia e le decisioni dei giudici che hanno assolto gli agenti, ma i colleghi del poliziotto assassinato lo hanno accusato di avere "le mani sporche di sangue". Venerdì scorso, nei pressi della chiesa protestante Christ Tabernacle, dove ieri si sono svolte le esequie di Ramos, nel quartiere Queens, un aereo ha sorvolato il fiume Hudson con uno striscione recante la scritta "De Blasio, ti abbiamo voltato le spalle". A quanto riferiscono i media locali, sarebbe stato commissionato da un gruppo di agenti di polizia in servizio e in pensione. Ma già prima il sindacato dei poliziotti newyorkesi aveva fatto sapere a de Blasio che sarebbe stato meglio per lui non partecipare alle esequie per non offendere la memoria degli agenti caduti e quando il sindaco si era recato in ospedale, dove i corpi degli agenti erano stati portati dopo l'omicidio, alcuni colleghi gli avevano simbolicamente voltato le spalle. La presenza alle esequie di Joe Biden è stato considerato come un segnale importante, dopo le critiche ad Obama per non essere stato solidale, secondo alcuni, con le forze dell'ordine in merito alla vicenda delle uccisioni degli afroamericani e delle successive polemiche scatenate dall'assoluzione degli agenti. I funerali di Ramos sono stati un evento che ha coinvolto migliaia di agenti e di cittadini: nella serata di venerdì la veglia funebre ha visto centinaia di poliziotti aspettare in fila presso la chiesa per portare un saluto al giovane poliziotto, mentre durante il funerale il feretro è stato coperto con la bandiera dai colori del Dipartimento di polizia newyorkese, verde, bianca e azzurra, e portato da sei agenti all'interno della chiesa. Altri agenti hanno formato un picchetto d'onore. Rafael Ramos era sposato e aveva due figli. La compagnia aerea newyorkese Jet Blue ha offerto due biglietti gratis per due poliziotti di ogni città in cui fa scalo per consentire loro di "esprimere la solidarietà" ai colleghi di New York. Ancora non si hanno notizie circa i funerali dell'altro agente ucciso, e Wenjian Liu. LE GRANDI MANOVRE FINANZIARIE DEGLI ULTIMI MESI HANNO CAMBIATO L ASSETTO MONDIALE Russia-Cina, alleanza per il rublo Pechino si sostituisce al Fondo Monetario Internazionale e la valuta riprende quota Il 2015 si aprirà con nuovi equilibri in Asia, mentre l Ue è destinata a rimanere isolata di Giuliano Castellino Dopo le due peggior settimane dell'era Putin, Mosca rivede la ripresa, grazie anche al soccorso cinese. Infatti proprio in questi giorni Pechino ha deciso di aumentare ed ampliare l accordo di swap valutari (scambi) sottoscritti due mesi fa. Il crollo del rublo e di investimenti diretti esteri, il calo dei flussi di capitale in entrata e le mosse disperate della banca centrale russa hanno convinto la Cine ad intervenire. I più esperti affermano che Pechino stia sostituendosi al Fondo monetario internazionale. Infatti, non appena Gao Hucheng, ministro cinese del Commercio, ha ufficializzato i nuovi accordi il rublo ha riguadagnato terreno contro le altre valute. Contro il dollaro statunitense, per esempio, si è apprezzato del 4,9%, tornando vicino a quota 55. Già lo scorso 10 novembre, alla vigilia della visita del presidente Obama in Cina, Putin ed il presidente cinese Xi Jinping avevano posto le basi per una serie di accordi commerciali futuri. Il colosso russo del gas naturale Rosneft ha da tempo venduto a China National Petroleum Corporation il 10% delle azioni della sua controllata in Siberia. E Gazprom ha negoziato una fornitura trentennale di gas, per un controvalore di circa 30 miliardi di metri cubi, dalla Siberia occidentale verso la Cina. Insomma, al di là di osservazioni e delle analisi geopolitiche, questi nuovi accordi sono il naturale sviluppo di quelli precedentemente firmati. Certo anche gli investimenti diretti da Pechino verso Mosca si stanno intensificando, ma dopo la "nuova cortina di ferro" alzata dall'occidente dopo la guerra in Ucraina era prevedibile che il "colosso giallo" e l'asia diventassero il nuovo orizzonte russo. Infatti nei primi tre mesi dell anno in corso gli investimenti diretti e provenienti tra l'asia e la Russa hanno fatto registrare un incremento del 560%. A questo punto la domanda ricorrente è "fino a che punto si spingerà Pechino?". Continuare ad aiutare Putin vuol dire rompere i rapporti con Washington, che ha fatto fronte comune con la Troika contro la Federazione Russa. E nonostante Pechino affermi di continuare solo affari già esistenti e stipulati in passato, gli Stati Uniti iniziano a storcere il naso. Il timore è che il 2015 possa diventare l'inizio dello scontro economico tra America ed Asia, portando il mondo sul precipizio di una profonda crisi globale. Ad essere isolata e lasciata "in coma nel suo letto morente" alla fine è stata l'europa, che si ritrova senza Russia, lontanissima dall'asia, in preda allo scontro "occidente - Islam" - anche quello costruito ad arte da Washington - e sempre più sottomessa agli Stati Uniti e alla finanza internazionale. Quante volte abbiamo sentito parlare di debito? Troppe. E quasi sempre in maniera sballata. "L'importante è ridurre i tassi di interesse, che devono essere più bassi dei tassi di crescita". A questo punto, il debito non sarebbe più un problema: "Questo è il modo sano di affrontare il tema del debito pubblico". A meno che, ovviamente, non si proceda come in Grecia, dove "per 300 miseri miliardi di euro se ne sono persi nelle Borse europee, gettando sul lastrico il popolo greco". Domanda: "Questa gente si rende conto che agisce non solo contro la Grecia ma anche contro gli altri popoli e paesi europei? Chi comanda effettivamente in questa Europa se ne rende conto?". "Oppure", conclude Galloni, "vogliono davvero raggiungere una sorta di asservimento dei popoli, di perdita ulteriore di sovranità degli Stati per obiettivi inconfessabili, come avvenuto in Italia: QUARTA ED ULTIMA PARTE DELL ANALISI DELLA GUERRA ALL ITALIA ISPIRATA DA GALLONI Debito pubblico: problema? No, soluzione privatizzazioni a prezzi stracciati, depredazione del patrimonio nazionale, conquista di guadagni senza lavoro. Un piano criminale: il grande complotto dell'élite mondiale. Bilderberg, Britannia, il Gruppo dei 30, dei 10, gli "Illuminati di Baviera": sono tutte cose vere", ammette l ex consulente di Andreotti. "Gente che si riunisce, come certi club massonici, e decide delle cose. Ma il problema vero è che non trovano resistenza da parte degli Stati". L'obiettivo è sempre lo stesso: "Togliere di mezzo gli Stati nazionali allo scopo di poter aumentare il potere di tutto ciò che è sovranazionale, multinazionale e internazionale". Gli Stati sono stati indeboliti e poi addirittura infiltrati, con la penetrazione nei governi da parte dei super-lobbysti, dal Bilderberg agli "Illuminati". "Negli Usa c'era la "Confraternita dei Teschi", di cui facevano parte i Bush, padre e figlio, che sono diventati presidenti degli Stati Uniti: è chiaro che, dopo, questa gente risponde a questi gruppi che li hanno agevolati nella loro ascesa". E dopo la morte dell'urss l'italia è diventata una nazione da aggredire e colonizzare definitivamente, anche perché, caduto il comunismo, gli occupanti non hanno più trovato amici fidati italiani. L'America avrebbe inutilmente cercato nell'italia una sponda forte dopo la caduta del Muro, prima di dare via libera (con Clinton) allo strapotere di Wall Street. Dall'omicidio di Kennedy, secondo Galloni, gli Usa "sono sempre più risultati preda dei britannici, che hanno interesse ad aumentare i conflitti, il disordine, mentre la componente ambientalista, più vicina alla Corona, punta a una riduzione drastica della popolazione del pianeta e quindi ostacola lo sviluppo, di cui l Italia è stata una straordinaria protagonista". L'odiata Germania? Non diventerà mai leader, aggiunge Galloni, se non accetterà di importare più di quanto esporta. Unico futuro possibile: la Cina, ora che Pechino ha ribaltato il suo orizzonte, preferendo il mercato interno a quello dell'export. L'Italia potrebbe cedere ai cinesi interi settori della propria manifattura, puntando ad affermare il made in Italy d'eccellenza in quel mercato, 60 volte più grande. Armi strategiche potenziali: il settore della green economy e quello della trasformazione dei rifiuti, grazie a brevetti di peso mondiale come quelli detenuti da Ansaldo e Italgas. Prima, però, bisogna mandare a casa i sicari dell'italia da Monti alla Merkel e rivoluzionare l'europa, tornando alla necessaria sovranità monetaria. Passo fondamentale, da attuare subito: una riforma della finanza, pubblica e privata, che torni a sostenere l'economia. Stop al dominio antidemocratico di Bruxelles, funzionale solo alle multinazionali globalizzate. E naturalmente, prima di tutto serve il ritorno in campo, immediato, della vittima numero uno: lo Stato democratico sovrano. Imperativo categorico: sovranità finanziaria per sostenere la spesa pubblica, senza la quale il paese muore. "A me interessa che ci siano spese in disavanzo insiste Galloni perché se c è crisi, se c è disoccupazione, puntare al pareggio di bilancio è un crimine". Speriamo che economisti, studiosi ed esperti come Galloni vengano ascoltati. G. Cast.

8 8 Da Roma e dal Lazio IL PROCURATORE CAPO DI ROMA HA RACCONTATO IN UN INTERVISTA CONCESSA AL SOLE 24 ORE LE INDAGINI E LE REGOLE DELL INCHIESTA MONDO DI MEZZO Pignatone: Mafia Capitale non ha incontrato barriere DAL CAMPIDOGLIO La giunta Marino: sì alla proroga alla 29 giugno Niente gara, almeno per ora, per i bandi in scadenza: i servizi restano alla cooperativa di Buzzi Dall arrivo di Giuseppe Pignatone alla guida della Procura di Roma qualcosa è cambiato. Ha scoperchiato la cupola del malaffare che da anni pilotava gli appalti di Roma Capitale: dai campi rom alla manutenzione del verde, dall accoglienza degli immigrati al sociale Uno scandalo, quello di Mafia Capitale, che ha travolto gran parte del Pd romano, e non solo, ma che ha messo in evidenza quanto sia radicata la corruzione negli enti locali. Nella nostra inchiesta tutto si mescola: il mafioso parla da manager e da burocrate, il funzionario si presta a operazioni corruttive di impatto economico a volte minimo a volte significativo, pronto a ripeterle qualunque sia la postazione che la politica sceglie per lui; l imprenditore accetta o addirittura cerca la protezione del mafioso, mentre delicati incarichi amministrativi di nomina politica vengono affidati a persone indicate da Carminati. Altra caratteristica, è l assoluta trasversalità dei rapporti con il mondo politico e della corruzione che ne consegue. E quanto ha detto il procuratore capo di Roma Pignatone nell intervista esclusiva concessa al Sole 24 ore. Pignatone ha poi evidenziato che Mafia Capitale non ha incontrato barriere nel mondo di sopra, ben dotato di denaro (non suo peraltro ma pubblico, cioè il nostro) e, in alcuni suoi esponenti, disponibile a spalancare le porte al mondo di sotto, per moltiplicare i profitti. Nel corso della sua lunga intervista, il procuratore di Roma ha messo in guardia da possibili rischi di ulteriori degenerazioni: L elemento decisivo è il metodo mafioso, il sapere che il soggetto è pronto a usare la violenza. È quanto stava avvenendo a Roma. Sotto il profilo criminale, non è la mafia la prima emergenza della città. Ma da cittadino, sarei altrettanto allarmato dal fatto che corruzione, criminalità economica ed evasione fiscale sono a livelli di guardia. Dalle colonne del Sole 24 ore, Pignatone ha colto anche l occasione per ribadire che l attività di contrasto all illegalità non si ferma, grazie anche al supporto dell Autorità Anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, con il quale è già iniziata una proficua collaborazione. Le indagini proseguono senza sosta, al momento 37 sono stati gli arresti e centinaia risultano gli indagati, e non si esclude che l inchiesta Mondo di mezzo non possa riservare qualche novità anche con l avvento del nuovo anno. Giuseppe Sarra su Mafia capitale L inchiesta va avanti, ma il Comune senza la Cooperativa regina di quel sistema, la 29 Giugno, non può andare avanti. O, almeno, davanti alle eclatanti proteste dei suoi lavoratori ha deciso di andare in regime di proroga e di riaffidare quindi, nei fatti, alcuni servizi allo strumento grazie al quale Salvatore Buzzi aveva messo su il suo impero. A darne notizia Il Tempo ieri in edicola, secondo il quale il Comune di Roma garantirà continuità anche per quei servizi che sono in scadenza al prossimo 31 dicembre. Nessuna gara d appalto, nessun nuovo affidamento quindi, almeno per ora. Nei giorni scorsi, anche alla Vigilia di Natale, i lavoratori della 29 Giugno avevano con la loro rabbia occupato gli uffici comunali. Proprio i nuovi assessori della giunta di Ignazio Marino, Francesca Danese ai servizi sociali e Alfonso Sabella alla legalità, hanno rassicurato gli occupanti su un provvedimento di proroga dei servizi per qualche settimana, il tempo necessario all espletamento delle nuove gare. Il confronto - ha scritto il Campidoglio in una nota - s è concluso con l impegno della Giunta a garantire la non interruzione dei servizi sociali a rischio dopo le note vicende legate alle inchieste giudiziarie. Proprio in queste ore è allo studio la soluzione più corretta dal punto di vista giuridico per garantire i diritti di utenti e lavoratori. E si parla proprio di servizi che vanno dalla gestione di centri per senza fissa dimora al sostentamento dei rifugiati politici. Ma la situazione riguarda soltanto 300 dipendenti dei 1300 totali a vario titolo impiegati dalla galassia di cooperative che ruota attorno alla 29 Giugno. Insomma, altre proteste eclatanti sono alle porte. R.V. CAPITALE INSICURA Turista derubata, arrestate tre rom ALBANO Knockout game, fermato l aggressore dei Castelli Siamo alle solite. Malgrado il sindaco di Roma, Ignazio Marino, aveva spedito le accuse al mittente, nella Capitale d Italia i turisti non sono al sicuro. La polemica è scoppiata lo scorso agosto, dopo le indicazioni del Foreign Office britannico nella sezione Safety and security riferite all Italia sul proprio sito istituzionale: Fate attenzione sui mezzi pubblici e nelle aree affollate a Roma, soprattutto attorno alla stazione principale di Termini e sul bus 64, avvisavano le istituzioni inglesi. Il primo cittadino aveva risposto per le rime: Londra è - dal punto di vista della criminalità - assai più pericolosa di Roma. Fatto sta, ma gli inglesi non hanno tutti torti. I carabinieri del Nucleo radiomobile di Roma hanno arrestato tre nomadi rispettivamente di 15, 25 e 39 anni, per furto aggravato in concorso. Le tre donne, nella centralissima via Cavour, hanno avvicinato una 21enne turista inglese e dopo averla accerchiata le hanno rubato la telecamera, fuggendo via. La vittima si è accorta di quanto accaduto e le ha inseguite, attirando l attenzione di una pattuglia del 112 in transito che è intervenuta bloccando le rom e recuperando anche la refurtiva che è poi stata riconsegnata alla turista inglese. Le due nomadi maggiorenni sono state associate presso il carcere di Rebibbia mentre la minorenne è stata accompagnata presso il centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli, uno dei tanti della Capitale, a disposizione dell autorità giudiziaria. Fenomeni che aumenteranno giorno dopo giorno, almeno fino a quando l Italia non garantirà la certezza della pena. Che non risulta tra le priorità del governo guidato da Matteo Renzi, visto che pochi giorni fa ha dato il via alla depenalizzazione di alcuni reati ritenuti lievi, tra i quali il furto semplice. Potrebbe essere scritta la parola fine alle aggressioni con la tecnica del knockout game, che consiste nel prendere a pugni i passanti senza motivo, ai Castelli Romani. Questa volta, infatti, l aggressore è stato arrestato. Si tratta di un giovane di 22 anni, F.T. queste le sue iniziali, che la mattina del 24 dicembre ha colpito senza motivo un ragazzo mentre si trovava a bordo della sua auto parcheggiata nella centralissima piazza Mazzini, ad Albano. Il ragazzo è stato individuato e bloccato non lontano dalla sua abitazione a Marino. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, F.T. si è avvicinato alla macchina e approfittando dello sportello ancora aperto, ha colpito il conducente sferrandogli due pugni in pieno volto. Dopo essere stato soccorso dalla fidanzata ed essersi ripreso, la vittima ha cercato di rintracciare il suo aggressore che nel frattempo di era dileguato in direzione dell ospedale civile. Una volta individuato, lo ha seguito fino allo stadio comunale dove, dopo lo ha affrontato. A quel punto tra i due si è scatenata una colluttazione. Subito dopo la vittima, di nuovo picchiata, ha deciso di chiedere aiuto al 113. Alla polizia ha fornito una precisa descrizione dell aggressore. Le indagini effettuate dagli investigatori hanno permesso di identificare F.T. che è stato rintracciato e bloccato a bordo di una Smart vicino a casa sua. I poliziotti, ricostruita la dinamica di quanto accaduto, hanno accertato che il 22enne non era nuovo a episodi del genere. Ora il giovane dovrà rispondere di lesioni e percosse con l aggravante di essersi reso responsabile poco tempo fa di un episodio analogo. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se lo stesso sia anche responsabile di fatti simili avvenuti ad Albano.

9 9 Dall Italia TORINO QUELLO CHE INIZIALMENTE SEMBRAVA UN INCIDENTE DOMESTICO SI È RIVELATO IN REALTÀ UN OMICIDIO Uccisa per 15 euro: arrestato rom Il nomade è stato rintracciato grazie al cellulare rubato alla vittima e alle impronte digitali lasciate su un bicchiere. Da sei mesi in Italia, era già accusato di un furto di rame di Miriana Markovic Èstata uccisa per quindici euro, i pochi denari che aveva in borsa. Quello che all inizio sembrava un incidente domestico di una donna non più giovane che cade e non sopravvive, in realtà si è rivelato un terribile omicidio. Margherita Crivello, pensionata di Torino di 77 anni, trovata agonizzante lo scorso 17 dicembre nell ingresso del proprio alloggio in corso Re Umberto a Torino, è stata uccisa per una rapina dal magro bottino: un vecchio cellulare Nokia e, per l appunto, 15 euro. Ad ammazzarla è stato 18enne di etnia rom, Mihaita Stanescu, che, dopo esser stato fermato, ha confessato. In un primo momento gli investigatori avevano pensato a una caduta accidentale dell anziana, ma l ipotesi è naufragata dopo le prime analisi sul corpo della vittima. Una frattura alla mascella (probabilmente causata da un pugno in volto) li ha insospettiti e li ha spinti a fare un sopralluogo nell appartamento. All'interno sono stati ritrovati i cocci di un bicchiere a terra vicino all anziana agonizzante, con le impronte digitali di un uomo, già noto alle forze dell ordine. Nella stessa giornata è stata ritrovata la borsetta della vittima, nascosta nei bagni di un bar del centro di Torino. Mancava il telefonino, intercettato poco dopo dalla polizia. L'assassino è stato incastrato proprio in questo modo: gli investigatori lo hanno individuato non appena ha acceso l apparecchio della vittima, in cui il rom aveva sostituito la sim. Il ragazzo è stato fermato alla vigilia di Natale dopo una articolata indagine della Polizia scientifica e del reparto della Mobile, coordinata dal pm Cesare Parodi della procura torinese. Dopo l'arresto il 18enne ha subito confessato, spiegando quello che era successo e sostenendo però di aver soltanto spinto l'anziana. Il giovane si sarebbe offerto di aiutarla a portare le buste della spesa in casa, quindi avrebbe chiesto un bicchiere d'acqua prima di sottrarle la borsa. L anziana, che soffriva tra l'altro di osteoporosi, sarebbe stata poi spintonata dentro casa e buttata a terra sull uscio di casa. Ricostruzione, quella della caduta accidentale, che però non convince gli investigatori. Di certo l aggressione è stata fatale per la 77enne: la donna ha battuto violentemente la testa, riportando anche fratture a un braccio e a una gamba. La vittima, che era riuscita comunque a chiamare i partenti dicendo di non riuscire ad alzarsi da terra, è morta dopo otto ore di agonia all ospedale del capoluogo piemontese. L ambulanza la trasporta in ospedale, cosciente ma non in grado di ricordare cosa sia successo, per questo inizialmente si era pensato ad un fatale incidente domestico. Ipotesi smentita ben presto. Il giovane che risiede nel campo nomadi abusivo di Lungostura Lazio, è un nomade senza fissa dimora, in Italia da appena sei mesi. Già noto alle forze dell'ordine per aver commesso un furto di rame, dovrà ora rispondere di rapina e omicidio pluriaggravati. La indagini comunque proseguono per cercar di capire se l omicida sia responsabile di altri furti nella zona. Giallo a Chiaravalle, in provincia di Ancona, dove un uomo di 53 anni, Giancarlo Sartini, pensionato delle Ferrovie, è stato trovato morto nella sua camera da letto, con la testa fracassata. I carabinieri hanno trovato la stanza accanto a soqquadro: secondo una prima ipotesi l uomo potrebbe essere stato aggredito in un tentativo di rapina. Secondo i rilievi della Scientifica, nell appartamento al primo piano di uno stabile GIALLO A CHIARAVALLE, IN PROVINCIA DI ANCONA Pensionato massacrato a colpi di spranga Giancarlo Sartini, pensionato delle Ferrovie, è stato trovato nella sua camera da letto, con la testa in un lago di sangue. Si segue l ipotesi di una rapina finita in tragedia di via Circonvallazione non però risultano segni di effrazione. Sartini viveva solo nell appartamento condiviso in passato con i genitori (ora deceduti), e il cadavere è stato scoperto all alba di ieri, dopo che la sorella, preoccupata per non averlo sentito, ha chiamato un amica e attraverso di questa i carabinieri. L ex dipendente di una ditta che gestisce le pulizie dei treni, un uomo alto e obeso, che si spostava a fatica, è stato trovato disteso a letto, in una pozza di sangue. Da una prima analisi del medico legale, Raffaele Giorgetti, intervenuto sul posto insieme al pm Paolo Gubinelli e ai carabinieri del Reparto operativo di Ancona e della Compagnia di Jesi, ad ucciderlo, probabilmente nel sonno, sarebbero stati tre colpi inferti alla testa con estrema violenza, sferrati con una spranga o con un asta di ferro. Non sono stati individuati segni di colluttazione, il che fa pensare che il pensionato non abbia potuto tentare neppure una debole difesa. Forse la vittima è stata sorpresa mentre dormiva da un ladro o da una persona che conosceva. Forse vistosi scoperto, l'intruso non ha esitato a uccidere il pensionato, ancora sul letto, sferrandogli colpi alla testa. Il decesso risalirebbe all altra notte, ma si attende l'esame autoptico disposto dal magistrato per dare risposte non solo sull'ora esatta della morte ma anche sulla dinamica di quanto accaduto. La porta dell alloggio era chiusa dall interno e si pensa che l omicida sia entrato da una finestra sul retro, trovata aperta nella mattinata di ieri. L armadio della camera di Sartini era aperto, e la stanza adiacente completamente a soqquadro, con i cassetti aperti. Si sta ancora cercando di capire se l assassino abbia portato via denaro o altri oggetti, e finora l arma del delitto non è stata ritrovata. Ci sono tracce di sangue, ma la scena è confusa, stiamo cercando di ricostruire cosa sia successo, ha spiegato il colonnello Antonio Concezio Amoroso, comandante provinciale dei Carabinieri. Sul luogo del delitto anche i carabinieri del Racis, il Raggruppamento Carabinieri investigazioni scientifiche, per completare i rilievi e individuare eventuali impronte che potrebbero dare un volto all assassino. Un delitto che ha sconvolto Chiaravalle e tutta la Vallesina perché arriva in un momento storico in cui preoccupano i furti nella abitazioni. Da mesi gang più o meno organizzate, stanno infatti razziando la provincia di Ancona. (foto Marinelli, Il Messaggero) M.M. Prima di ucciderla avrebbe tentato di violentarla. Forse è stata ammazzata proprio perché ha cercato di opporsi a quell abuso, Gaia Molinari, la piacentina di 29 anni trovata morta il giorno di Natale a circa 300 km da Fortaleza, in Brasile. Il suo presunto assassino è stato fermato venerdì pomeriggio e, come precisa il quotidiano online Diario do Nordeste è stato trattenuto e interrogato nella stazione di polizia della Delegacia de Protecao ao Turista-Deprotur di Fortaleza. Secondo quanto emerso, per gli inquirenti non si tratterebbe di un omicidio premeditato: l'uomo, originario della città di Jericoacoara, avrebbe ucciso la LA PIACENTINA È STATA RITROVATA CADAVERE IN BRASILE IL GIORNO DI NATALE L ombra della violenza dietro la morte di Gaia Fermato il presunto assassino. La vittima sarebbe stata strangolata dall uomo, un sudamericano. Secondo gli inquirenti non ci sarebbe stata premeditazione 29enne piacentina dopo aver tentato di violentarla. Per far luce sull'accaduto bisognerà ora comunque attendere i risultati dell autopsia. Secondo i media locali, che citano il medico legale, Gaia sarebbe morta per asfissia da strangolamento. Non è invece ancora stata smentita ufficialmente la violenza sessuale. Fondamentali per le indagini anche le analisi sui segni trovati sui polsi della giovane: la vittima, prima di essere stata uccisa, potrebbe essere stata legata dal suo assassino. Gaia Molinari, appassionata di viaggi e volontariato, era arrivata in Brasile da alcune settimane con un associazione del posto e lì insegnava inglese ai bambini e imparava il portoghese. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno di Natale da alcuni turisti tra le sterpaglie in un area naturale di conservazione dell ambiente chiuso ai veicoli a Jijoca Jerocoacoara, dove era andata per alcuni giorni di vacanza con un amica brasiliana. La 29enne sarebbe stata colpita al capo (il volto era sfigurato) con una pietra, ha riferito ad un sito web locale il sottotenente Marcos Rodrigues, comandante della polizia locale di Joricoacoara, secondo il quale Gaia presentava una grave ferita al volto e aveva perso molto sangue. Intanto la brasiliana che viaggiava con la vittima Miriam Franca, di Rio de Janeiro è stata interrogata dalla polizia. Lei ha infatti chiarito che la piacentina era arrivata il 21 e doveva ripartire il 24 dicembre dalla località in cui è stata uccisa, ma aveva prolungato di un giorno la vacanza. Barbara Fruch

10 10 Dall Italia SAN SEVERINO MARCHE LA DONNA NON PARLA DAVANTI AL GIP Simone ha cercato di difendersi, confermato l arresto per la madre L'autopsia ricostruisce la dinamica dell aggressione, il fendente fatale ha trapassato il cuore del piccolo DRAMMA A RIMINI Monossido killer, morta un anziana Nel genovese sfiorata la tragedia a causa delle esalazioni della caldaia Un colpo mortale al cuore, più altre otto coltellate, anche alle braccia e alla schiena, segno che Simone ha tentato disperatamente di difendersi dalla mano omicida della mamma. A confermare il quadro dell aggressione è stata l autopsia sulla vittima, il piccolo, Simone Forconi, 13 anni, ucciso a San Severino Marche la vigilia di Natale dalla madre Debora Calamai, 38 anni. L'esame autoptico è stato condotto dal medico legale Adriano Tagliabracci, ed è durato circa tre ore. Per il padre di Simone, Enrico Forconi, ha assisto come perito di parte il medico Mariano Cingolani. Subito dopo l'autopsia la salma del bambino è stata restituita ai familiari per i funerali, che si terranno domani, lunedì, alle 10 nella chiesa di San Domenico a San Severino Marche (Macerata). Per l'occasione il sindaco del Comune proclamerà una giornata di lutto cittadino. Intanto nel quadro delle indagini, per l assassina è stato confermato l'arrestato e deciso il trasferimento al reparto Psichiatria dell'ospedale di Tolentino, dove resterà piantonata, in attesa dell'affidamento ad una struttura penitenziaria per malati psichici. Nell'interrogatorio di garanzia la donna, secondo quanto riporta l Ansa, non ha risposto al gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Era assistita dai difensori, gli avvocati Mario Cavallaro e Simona Tacchi, ma non ha parlato. Il giudice era stato già informato delle sue condizioni dal Servizio di salute mentale e dalla direzione del carcere. Come emerso nei giorni scorsi la 38enne ha accoltellato il figlio Simone, per il timore che il marito, dal quale vive separata, ne ottenesse l affidamento esclusivo. Sono contenta di averlo fatto avrebbe detto ai carabinieri subito dopo il fermo per la morte del piccolo, aggredito a coltellate la sera della vigilia di Natale, dopo che aveva cenato con lui e gli aveva regalato una confezione di costruzioni Lego. Il ragazzino aveva telefonato al padre, Enrico Forconi, operaio di 43 anni, chiedendogli di andarlo a prendere per finire insieme di costruire il gioco. Ma quando l uomo è arrivato Simone era già morto. Una delitto terribile avvenuto per mano di chi, invece di difendere il frutto del suo amore, ha sfogato su di esso una violenza inaudita, impossibile da comprendere. Barbara Fruch Monossido killer. Una donna di 81 anni residente a Bellaria Igea Marina, sulla riviera riminese, è morta l altra notte per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate da un caminetto lasciato acceso. Il corpo dell'anziana è stato trovato ieri mattina dai carabinieri. Ad allertare le forze dell'ordine è stata una vicina di casa, preoccupata per non averla vista uscire di casa. L'anziana viveva da sola: suo marito è morto l'anno scorso e non aveva figli. Tragedia familiare evitata invece per un soffio ieri mattina a Genova, dove a causa de monossido di carbonio cinque persone, una madre con le sue figlie, sono finite in codice rosso presso il pronto soccorso dell ospedale San Martino. I problemi sarebbero nati da una caldaia difettosa, accesa al massimo per l arrivo del primo freddo. La donna, quando ha notato che le sue bambine, di 16, 15, 7 e 6 anni, hanno iniziato a sentirsi male ha chiamato i soccorritori che, giunti nell abitazione le ha trasportate al nosocomio. Nessuna delle vittime sarebbe in pericolo di vita. C.B.

11 11 Dall Italia INTANTO LA POLIZIA HA FERMATO SEI PRESUNTI SCAFISTI Da Mare Nostrum a Triton, gli sbarchi proseguono Gasparri (Forza Italia) contro il governo Renzi: La smetteranno con queste politiche moltiplicatrici di clandestini e di illegalità? Oltre 1500 immigrati sbarcati. Sono questi i numeri dei viaggi della speranza durante le festività natalizie. Dopo le operazioni di sbarco, la polizia ha fermato sei presunti scafisti. I primi individuati sono stati un 18enne, J.M. queste le sue iniziali, e due 16enni del Gambia, accusati di favoreggiamento dell immigrazione clandestina. Avrebbero guidato un imbarcazione carica di clandestini soccorsi in acque internazionali e giunti venerdì a Messina insieme ai profughi che si trovavano su altri tre natanti. A Catania, invece, sempre la polizia, insieme ai militari della capitaneria di porto, ha bloccato due siriani, rispettivamente di 32 e 27 anni, perché ritenuti scafisti di una motonave di 35 metri con a bordo 194 persone sbarcati il 20 dicembre scorso nel porto del capoluogo etneo dalla nave Diciotti. Il reato ipotizzato dalla Dda della locale Procura è di favoreggiamento dell immigrazione clandestina. Gli extracomunitari, quasi tutti siriani, erano stati soccorsi nel Canale di Sicilia dal mercantile Wes Monica, battente bandiera greca, e successivamente trasbordati a bordo della nave Diciotti della capitaneria di porto che ha fatto rotta per Catania. Ma non è tutto. La polizia di Ragusa ha fermato un altro presunto scafista nell ambito delle indagini avviate in seguito allo sbarco di 104 clandestini avvenuto, venerdì, a Pozzallo. In manette è finito K.B. di 25 anni, originario del Gambia, ritenuto responsabile di aver condotto un gommone dalle coste libiche fino a quando non è stato intercettato da una nave mercantile. Purtroppo un giovane straniero ha perso la vita durante la traversata e per questo il presunto scafista dovrà rispondere non solo di favoreggiamento dell immigrazione clandestina, ma anche del reato di morte come conseguenza di altro delitto. Il cadavere è stato trasportato presso la camera mortuaria del cimitero di Pozzallo, dove è stata effettuata l identificazione dalla Polizia scientifica. Secondo quanto emerso dagli accertamenti medico-legali l uomo sarebbe svenuto per le esalazioni degli idrocarburi. Caduto faccia a terra sarebbe annegato nei pochi centimetri di acqua a bordo, mentre i compagni di viaggio pensavano stesse dormendo. Sbarchi che hanno fatto scattare sulla sedia il vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri, il quale non ha risparmiato le critiche al governo Renzi: L assalto alle nostre coste continua. Triton non esiste, è una truffa e l Europa, come abbiamo sempre detto, ci irride. È Mare nostrum forever. Il governo Renzi - ha aggiunto Gasparri - non si rende conto del disastro sociale che sta causando con la sua resa totale di fronte al traffico di clandestini. Ai prossimi episodi di intolleranza legati a questa difficilissima convivenza Renzi e i suoi ignavi ministri di sveglieranno dal sonno? La smetteranno con queste politiche moltiplicatrici di clandestini e di illegalità? Un disastro senza fine che ci fa vergognare, ha concluso il senatore di Forza Italia. Giuseppe Sarra Avevano chiesto di poter rateizzare quella bolletta di Enel Energia, di quasi duemila euro, perché impossibilitati a pagare. Un supplica che è caduta ben presto nel vuoto e la famiglia di Cecina, con in casa due persone anziane gravemente malate, si è vista staccare il gas. E l ennesima storia in tempi di crisi quella che arriva dal comune in provincia di Livorno. A denunciare quanto accaduto al sito on-line de Il Tirreno è stato il Movimento consumatori. Da vari mesi prima del distacco non è pervenuta risposta se non il distacco del contatore afferma Alessandro Masoni del Movimento consumatori Un distacco effettuato il 10 dicembre, probabilmente alle 11 di sera, senza CECINA DOPO LA TRAGEDIA DI AGRIGENTO Morosi, staccato il gas a una famiglia In casa anche due anziani gravemente malati. La titolare dell utenza aveva chiesto, senza successo, la rateizzazione della bolletta di duemila euro la possibilità di alcuna interlocuzione dell utente con i tecnici intervenuti. La famiglia si è dunque trovata al freddo, senza riscaldamento né acqua calda. Non potendo neppure utilizzare i fornelli per cucinare. Tutto parte da una bolletta di ben euro. Un importo impossibile da versare in un unica soluzione. Per questo la titolare dell utenza ha richiesto alla società di rateizzare la somma. La prima richiesta è stata fatta il 15 settembre spiega ancora Masoni. Nel frattempo, ovviamente, i consumi sono andati avanti. L utente aggiunge che ha effettuato alti consumi per le necessità di riscaldamento legate proprio all assistenza dei propri familiari anziani e malati, ha sempre pagato le fatture pregresse, anche di importi simili, proprio con rateizzazioni, precedentemente accordate dalla stessa azienda. Rate che ha sempre onorato puntualmente. Ma a Natale 2014 non è andata così. Sono scattati i sigilli al contattore del gas e, per riattivare la fornitura, la società richiede un primo acconto di mille euro. A fronte anche dell ultima proposta della nostra associazione di corrispondere un primo acconto di ben cinquecento euro per riattivare il contatore affermano ancora dal movimento e procedere per rateizzazione dell importo rimanente, l azienda ha chiesto mille euro subito per la riattivazione della fornitura. Una cifra che, evidentemente, l utente moroso, come viene definito dalla società creditrice, non ha. Ma a Enel Energia Spa pare che importi poco, tant è che, sempre come ricorda il movimento consumatori, la società è stata messa al corrente della difficile situazione della famiglia. In casa ci sono due persone anziane con problemi di salute e non completa autosufficienza, per cui il servizio gas risulta essere essenziale e di necessità. Una situazione drammatica figlia di un momento storico in cui lo stato sociale, in Italia, si dimostra completamente assente. A novembre a destare scalpore all intera nazione fu la tragedia avvenuta a Lucca Sicula (Agrigento), dove un pensionato di 68 anni, morì d infarto davanti agli operai della Girgenti acque che gli stavano staccando l'acqua. L'uomo, che era un utente moroso, aveva chiesto una rateizzazione della bolletta alla società. A causa, però, delle difficoltà economiche non era riuscito a pagare l'ultima rata di ottobre di circa 150 euro. Carlotta Bravo GENOVA NUOVAMENTE IN MANETTE Uccise la compagna, riarrestato per stalking Nel 2004 Michele Arcangelo Conte aveva ammazzato a coltellate Roberta Bordin Dopo dodici anni di galera e un altra relazione, l uomo torna dietro le sbarre Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ora in carcere con l accusa di stalking, Michele Arcangelo Conte, nel 2004 aveva ucciso a coltellate la convivente al termine di una violenta lite nella sua abitazione di Villanova di Albenga. Dopo aver scontato la sua condanna, l uomo di 49 anni, aveva iniziato una nuova relazione a Genova con una donna che ha interrotto la storia proprio per paura dei comportamenti violenti. Secondo quanto trapelato infatti, non accettando la fine della relazione, il 49enne aveva iniziato a prendere di mira la ex con appostamenti, pedinamenti, ingiurie e minacce anche nel cuore della notte. L ultimo episodio, nei giorni scorsi, quando si è presentato sotto l abitazione della donna, minacciandola. Quest ultima allarmata, la vigilia di Natale, ha chiesto l intervento della polizia. Ad arrestarlo sono stato gli agenti della questura di Genova in collaborazione con i colleghi della Mobile. Ora dovrà rispondere del reato di stalking. Un curriculum criminale quello dell uomo fatto di denunce non solo per maltrattamenti e minacce ma anche per incendio, culminato in un omicidio. Michele Arcangelo Conte era infatti passato agli onori delle cronache nel 2004 per aver ucciso la compagna Roberta Bordin con 22 coltellate al petto e all addome dopo una lite nella casa di Villafranca, località di Garlenda. Ossessionato da una vita di coppia piena di incomprensioni, colto da un raptus improvviso, colpì la donna con cinque fendenti al petto. Il figlio di soli dieci anni aveva trovato il corpo della madre in un lago di sangue e aveva lanciato l allarme. Nel frattempo Conte si era recato da un avvocato albenganese per confessare. Per quel delitto era stato condannato a 12 anni di reclusione (tre scontati per l indulto) e l anno scorso era tornato in libertà. Iniziando così quella che era la sua nuova relazione, arenata, poco dopo, a causa delle sue ossessioni. Comportamenti che comunque la vittima ha captato in tempo, denunciandolo. C.B.

12 12 Turismo ROBA DI VIAGGI. L EUROPA PULLULA DI APPUNTAMENTI: LA GUIDA AI PAESI EMERGENTI Il Capodanno alternativo delle piccole capitali Un San Silvestro diverso? Da Dublino a Lisbona, da Edimburgo a Copenhagen ce n è per tutti i gusti di Robert Vignola Apartire sono stati in pochi nei giorni scorsi e pochi saranno nei prossimi. Ma degli italiani che comunque sono riusciti a non rinunciare alle vacanze di fine anno tanti hanno scelto le grandi capitali europee per dare il benvenuto al Londra, Parigi, Berlino: luoghi che rappresentano un classico di questo tipo di viaggio. Ma un trend che sta prendendo piede, nonostante la crisi, è quello delle piccole capitali europee da scoprire, per entrare in contatto con popoli altamente festaioli e uscire dal seminato delle agenzie di viaggio. Perché, spesso, si tratta di scoperte piacevolissime. Il Capodanno a Dublino, ad esempio, è ormai un istituzione. Addirittura Lonely Planet, una autorità in tema, lo ha inserito tra le prime 5 principali attrazioni del pianeta per il nuovo anno. Un motivo ci sarà: lo scoprirà chi ha scelto la capitale d Irlanda per assistere alla cerniera tra il 2014 e il Il Countdown Concert di quest'anno vanterà la presenza dei Kodaline, la band di indie rock che ha scalato tutte le classifiche, insieme a quattro altri incredibili artisti. Potrai anche ascoltare DJ set a notte fonda, musica acustica e session improvvisate in caffè e ristoranti sparsi per la città. Sorgeranno palchi anche in luoghi spettacolari tra cui il College Green, la Christ Church Cathedral e la Meeting House Square nel Temple Bar. Ma il New Year Festival prevede moltissime attività gratuite e straordinariamente divertenti ed eventi per tutti. La storica tenuta del castello di Dublino spalanca i suoi cancelli per un favoloso Food Village e intrattenimento dal vivo, oltre al lancio dell'irish Design Il giorno di San Silvestro, la parata People's Procession of Light (18.30) illuminerà le strade della città con colori stupefacenti: gli spettatori sono invitati a portare con sé delle lanterne per illuminare i cieli. Se l Irlanda squilla con il New Year Festival, dall altra parte del Mare Celtico la Scozia risponde con l Hogmanay. È questo il nome del festival di Edmburgo, anche qui i festeggiamenti iniziano il 30 dicembre con la spettacolare fiaccolata, dallo storico Royal Mile al Son et Lumière, con fuochi d'artificio sulla Calton Hill. Ma è in Princes Street, nel cuore della città di Edimburgo, sotto l'inconfondibile sfondo del Castello di Edimburgo, che ogni anno circa persone festeggiano San Silvestro con il Capodanno nei Giardini, un evento con musica dal vivo, divertimenti, dj, maxischermi, bar all'aperto e, ovviamente, i fuochi d'artificio di mezzanotte. La mattina successiva, chi abbia bisogno di un inizio d anno davvero sprint si reca al Loney Dook, il tuffo annuale mozzafiato nel Forth, a South Queensferry. I partecipanti prima danno vita alla Parata dei Dookers per High Street, poi si gettano nel fiume ghiacciato, con l'esemplare Forth Bridge sullo sfondo. Anche a Copenhagen la tradizione un po folle di sfidare il freddo è solida. Nella capitale del Regno di Danimarca prevede che si faccia un tuffo nelle rinvigorenti acque della piscina all aperto al Porto di Islands Brygge. Ogni anno circa 200 persone si buttano nelle acque a 3 C e la tradizione si ripete da quando il locale invernale del club Vinterbad Bryggen invitò tutti a fare un tuffo nelle acque del porto di Islands Brygge. Ma questo accade il primo gennaio. Per avere un quadro di ciò che avviene nelle ore che precedono il fatidico conto alla rovescia, occorre sapere che a mezzanotte la gente di Copenaghen ama riunirsi in Rådhuspladsen, la piazza del Municipio, nel cuore della città, in attesa dei dodici rintocchi. Un altro posto molto amato per festeggiare è il Queen Louise's Bridge, il ponte che attraversa i laghi di Nørrebro. Al risveglio, gelide nuotate a parte, è d uopo recarsi prima di mezzogiorno a Palazzo Amalienborg, per la tradizionale Parata delle Guardie Reali in divisa rossa. Nella splendida piazza monumentale centinaia di cittadini e turisti si scambiano gli auguri di buon anno ed assistono, se il tempo è clemente, ad un concerto della Banda delle Guardie Reali. Manon finisce qui: dal 31 dicembre al 3 gennaio la notte di Copenaghen è illuminata dall'annuale Tivoli Fireworks Festival. Il quartier generale di questa kermesse sono i Giardini di Tivoli, l incantevole parco giochi proprio fuori dalla stazione, le cui attrazioni restano peraltro aperte straordinariamente proprio per ospitare la festa. Un luogo per famiglie che lascia a bocca aperta. Spostandosi in riva all Atlantico, uno spettacolo pirotecnico sarà il piatto forte anche del San Silvestro a Lisbona. Centro della festa è la Baixa. In Praça do Comércio si tiene il concertone di fine anno, che accompagna verso i fuochi d artificio in programma alla mezzanotte. È il Big Bang, amatissimo dai portoghesi e solitamente annunciato dalle dodici badaladas che danno il via ai botti: lo spettacolo pirotecnico parte dalla Baixa Pombalina ovvero dal molo di Cais das Colunas, a fianco della grande Praça. Oltre a questa postazione ci sarà una piattaforma ancorata a 250 metri dalla banchina, nel blu del Tejo. Ogni Miradouro è buono per ammirare lo spettacolo, e i belvedere a Lisbona certo non mancano. IL CONCERTO Arbore alla conquista dell Auditorium di Roma Un evento speciale per il Capodanno Il 31 dicembre si esibirà in sala Santa Cecilia uno dei protagonisti più amati della musica italiana, Renzo Arbore. Insieme a lui salirà sul palco ad accompagnarlo l'orchestra italiana, gruppo fondato da Arbore stesso nel 1991 per rilanciare la musica napoletana nel mondo, riproponendola in modo innovativo e utilizzando contaminazioni provenienti da differenti culture e da vari generi come il jazz, lo swing, il blues. La formazione è stata concepita come un «orchestra da serenata», dove il musicista che non suona si presta per cantare. Nel concerto verranno eseguiti e interpretati brani della tradizione napoletana, in particolare canzoni del repertorio di artisti importanti come Roberto Murolo e Renato Carosone e della musica italiana melodica in genere. Appuntamento alle 22 all Auditorium di Roma. Capodanno? Destinazione Parigi. Tripadvisor e Trivago, motori di ricerca tra i più gettonati per i viaggi, sono d accordo nel dire che la Ville Lumiere è in testa ai pensieri degli italiani per festeggiare San Silvestro e il Secondo Tripadvisor gli italiani sono più interessati alle destinazioni estere che a quelle nazionali. Ben 8 delle 10 città più ricercate per un viaggio a Capodanno si trovano infatti oltre il confine: dietro la capitale francese seguono a ruota Amsterdam e un altro classico, Londra. È invece Roma la prima città italiana nella top 10 delle LE METE PIÙ CLICCATE SUI MOTORI DI RICERCA PER VIAGGI Parigi in vetta alla lista dei desideri In Italia oltre alle destinazioni classiche si fa strada Rimini destinazioni più ricercate, quarta, seguita nell ordine da Vienna, New York, Barcellona, Praga e Dubai. Chiude la classifica l altra destinazione italiana presente nella top 10: Livigno, che si posiziona decima. Nella classifica delle sole mete italiane, dopo Roma e Livigno viene segnalato l exploit di Ortisei, mentre al quarto posto si piazza Firenze. Proprio Firenze però sarebbe la prima meta italiana secondo Trivago. La città d arte toscana avrebbe battuto Roma mentre in termini assoluti Parigi e Vienna sono stati in testa ai pensieri degli italiani che hanno cercato di piazzarsi prenotando per Capodanno. Attenzione però, perché in Italia per l osservatorio di Trivago ci sono altre due mete particolarmente ambite: una è l immortale e romantica Venezia, e fin qui nessuna sorpresa. L altra è invece una località che in genere si associa più ad un altro tipo di vacanze stagionali quelle estive: eppure Rimini è stata particolarmente cliccata. Segno che le discoteche del divertimentificio sulla Riviera romagnola hanno saputo organizzare un offerta di Capodanno capace di attirare l attenzione dei giovanissimi. B.F. LA CURIOSITÀ A Mosca il primo Natale del 2015 di Barbara Fruch posto dove il Capodanno arriva prima del Natale. È Mosca, C è un luogo unico, che da quando si è scrollata di dosso l aura grigia di settant anni di comunismo ha saputo rispolverare anche il suo fascino di frontiera europea con l Asa, di magico ponte tra Oriente e Occidente. È così nella capitale russa che è possibile unire i riti occidentali alle tradizioni orientali-ortodosse in una festa davvero speciale: di giorno si pattina sul ghiaccio o si scia su colline artificiali, create apposta in pieno centro per divertire i moscoviti e i tanti visitatori, e la sera ci si rintana in accoglienti locali a bere e a mangiare. Poi, ci si incontra sulla Piazza Rossa per un brindisi collettivo tra musica dal vivo, l immancabile sorsata di vodka, il balletto e gli spettacolari fuochi d artificio che illuminano il Cremlino e le cupole dorate della cattedrale dell Assunzione, mentre i rintocchi delle campane della torre Spasskaja annunciano lo scoccare della mezzanotte. Non manca Babbo Natale: solo che cambia nome ed abitudini. Così, se vi trovate in un ristorante o in un locale, alla mezzanotte vengono aperte tutte le finestre: è il modo per fare entrare l anno nuovo e con esso Ded Moroz, Nonno Gelo. D altronde il primo gennaio in Russia è la festa dei bambini e questo vecchietto, vestito con un lungo abito blu o bianco e accompagnato dalla giovane e bella Fanciulla di Neve, consegna i regali. Somiglia a Babbo Natale, vero? Eppure, come detto, qui quando è Capodanno il Natale deve ancora arrivare. E brindare all anno nuovo in Piazza Rossa significherebbe pure poter assistere, nei giorni immediatamente successivi, ai preparativi del Natale ortodosso che si celebra il 7 gennaio, secondo l antico calendario giuliano. Si potrà allora ammirare le suggestive Krestnyu Khod, lunghe processioni con luminarie, fiaccole e sacre icone e partecipare alla rinascita spirituale di un popolo per il quale la caduta del comunismo non è coincisa solo con l esplosione commerciale, ma anche e per fortuna con la liberazione del forte sentimento religioso rimasto troppo a lungo represso.

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