Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, comma 1, DCB-Modena 4,00

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1 Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, comma 1, DCB-Modena 4,00

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3 SOMMARIO Monte Carlo 2009 di Alessandro Serena p. 4 Premi agli animali di Dirk Kuik p. 9 A volte tornano di Ettore Paladino p. 10 Il salone mondiale di Parigi di Francesco Mocellin p. 14 Il Circo della pace di Alessandro Serena p. 16 Mente e corpo Ruggero Leonardi p. 20 Farsa magica di Maria Vittoria Vittori p. 24 Roma fra 800 e 900 di Marco Martini p. 28 Circo Web Site: info@circo.it Nuova serie - Anno XLI - N. 2 Febbraio 2009 Direttore responsabile Egidio Palmiri Redazione Alessandro Serena, Claudio Monti Collaboratori Roberta Battistin, Roberto Fazzini, Antonio Giarola, Luciano Giarola, Jordì Jané, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Alessandra Litta Modignani, Ettore Paladino, Arianna Pianesi, Marco Ternullo. Con la collaborazione di Circus Zeitung (Germania) Circus Planet (Germania) Direzione, redazione, pubblicità, amministrazione Ente Nazionale Circhi - Via Garbini 15, Verona Tel Fax Registrazione Tribunale di Livorno n. 344 del Pubblicità Inferiore al 45% Progetto grafico La Cage aux Folles Modena Fotolito e Stampa Italiana Produzioni - Castelfranco Emilia Abbonamento 2009 Italia: 30 euro; estero: 40 euro. Versamento sul ccp di Verona (specificando la causale) Intestato a: Ente Nazionale Circhi, Via di Villa Patrizi 10, Roma. Tutti i diritti di proprietà sono riservati. Fotografie e manoscritti non richiesti non saranno restituiti. Ottima annata per l Italia al Festival di Monte Carlo, con un Argento ed un Bronzo. Grande successo per i numeri di animali, tutti in ottima salute. A Parigi la fiera mondiale del Circo. La pista diventa solidale a Bagnacavallo. Ruggero Leonardi esplora il rapporto fra mente e corpo dei contorsionisti. Lotte fra famigliari in Francia raccontate da Gilberto Zavatta. Un saggio di Marco Martini sulla Roma a cavallo fra 800 e 900. Una mostra alla Sormani di Milano. In copertina: Alex Giona. Clown d Argento a Monte Carlo (pag. 4).

4 Monte Carlo 2009 Stili contrapposti di Alessandro Serena Il duo Flight of Passion (le foto di questo servizio sono del Centre de Presse de Monaco)

5 Il Festival di Monte Carlo ha oltrepassato un terzo di secolo. I trentatre anni sono una meta importante, e anche se nell'immaginario collettivo questa cifra è spesso legata a presagi nefasti così non è stato per la più importante rassegna di arti circensi del mondo, che ha festeggiato il traguardo con un'edizione in equilibrio quasi perfetto fra circo classico e di innovazione. Anzi uno dei fili conduttori è stata proprio la presenza di stili innovativi, addirittura sperimentali, o classici al limite del reazionario. In ogni caso la kermesse ha affermato ancora una volta l'importante ruolo che l'italia riveste in questa antica forma di spettacolo ed in entrambe le concezioni. Ma vediamo cosa è successo. Nel medagliere assoluto del Festival la Corea del Nord solidifica la propria posizione nelle zone alte, conquistando un Oro ed un Argento. Il Clown d'oro è andato alla troupe delle New Flying Girls, le nuove ragazze volanti del Moranbong Circus di Pyong Yang. Di certo le performance aeree dei coreani per quanto riguarda l'ingegneria degli attrezzi e la bontà degli exploit tecnici sono in continuo sviluppo, ma lo stesso non si può purtroppo dire dell'estetica che è rimasta in pratica quella presentata l'anno della loro prima apparizione, nel lontano1981. Questa volta hanno piazzato tre porteur fissi in linea ed uno su trapezio brandeggiante, posizionato più sotto. Fosse solo per questo i coreani ci hanno ormai abituati ad ogni tipo di ingegnerie, ma la spettacolarità degli esercizi sorprende ogni volta. Le ragazze volanti sono Kyon Ran Jo, Un Byol Kim e Un Sim Choe. Quest'ultima ha presentato anche un quadruplo salto mortale. L'Argento la Corea l'ha guadagnato con un numero di altalena russa con barra parallela, presentato da sette ragazzi ed una aggraziata agile. Anche in questo caso originale ed addirittura inedita la concezione tecnica, con la fusione di due discipline già di per sé assai spettacolari, ma del tutto prevedibile lo stile coreografico con musiche trionfali e costumi argentati provenienti direttamente dai primi anni Ottanta, comunque un numero in grado di concludere con successo qualsiasi programma con il Una grande conferma è l'italia che porta a casa anche quest'anno un ottimo bottino. Un Argento, un Bronzo e vari premi speciali. Anche in questo caso fra innovazione e tradizione. L'Argento è andato all'altra grande sorpresa di quest'edizione, i cavalli in libertà presentati da Alex Giona. Una vera e propria perla, ma di "allevamento", in quanto coltivata con il regista Antonio Giarola. quintuplo salto mortale in avanti finale. L'altro Oro è stata una delle sorprese più piacevoli del Festival. È andato al duo ucraino Flight of Passion con un'esibizione alle cinghie aeree. E' la prima volta che un numero di questa disciplina conquista un Oro. In passato gli standard tecnici ed estetici erano stati fissati dai fratelli russi Pantaleenko. Più di recente dai Bingo e dal Circus Globus, entrambi premiati col Bronzo, ma più attenti alle linee estetiche che alle evoluzioni tecniche. Dimitry ed Olesya hanno invece lavorato in entrambe le direzioni, presentando una performance armonica ma di tecnica eccelsa dove persino passaggi tradizionalmente crudi, come le prese con i denti, o quelle ai piedi in spaccata, riescono ad essere incastonati in un gioiello coreografico di rara bellezza. L'Ucraina ha portato a casa anche un Bronzo grazie al clown Semen Shuster, in arte Housch Ma Housch. Questo artista è arrivato al Festival nel mezzo di una brillante carriera, già Bronzo a Parigi nel 2005, è già protagonista di piste importanti come quella del Cirque d'hiver. Ha una maschera molto personale, in alcuni tratti un po' aggressiva, ma certamente efficace. Un personaggio che sembra uscito da un cartone animato di Tex Avery, che perde il controllo dei propri capelli e delle proprie mani, che si moltiplicano di pari passo alle risate degli spettatori. Possiede un repertorio ampio e, cosa sempre più rara di questi tempi, del tutto originale. A Monte Carlo non ha potuto presentare tutti i suoi pezzi per ovvi motivi di tempo. Ma ha dimostrato di poter proporre brevi passaggi come transizioni o corpose entrate come l'esilarante numero del tip tap con il pubblico. L'altra grande potenza orientale, la Cina, ha portato a casa un Argento ed un Bronzo. Argento per il numero di "lazo" del tutto reinterpretato dalla troupe acrobatica di Fujian. In pratica un gruppo di monaci buddisti con un accompagnamento di sole percussioni impegnati in spettacolari salti mortali nei lacci tradizionalmente usati da vaqueros e cow boy per recuperare gli animali. Una vera cineseria. Come anche il numero che ha vinto il Bronzo, le acrobazie alle pertiche oscillanti della Troupe di Zhengzhou. Un attrezzo raro a vedersi, un palo montato al contrario, ovvero appeso in alto e che oscilla permettendo agli artisti delle evoluzioni inedite. In realtà un numero simile si era già visto al Festival di Latina lo scorso ottobre, e pare che l'idea sia venuta prima di tutti al solito sorprendente André Simard, del Cirque du Soleil, che già tre anni fa l'aveva utilizzata in Ka, da allora in scena a Las Vegas. Ma altra grande conferma è l'italia che porta a casa anche quest'anno un ottimo bottino. Un Argento, un Bronzo e vari premi speciali. Anche in questo caso fra innovazione e tradizione. L'Argento è andato all'altra grande sorpresa di 5

6 Elvis Errani e i suoi elefanti quest'edizione, i cavalli in libertà presentati da Alex Giona. Una vera e propria perla, ma di "allevamento", in quanto coltivata con il regista Antonio Giarola. Una versione di questo numero era stata già presentata al Festival di Latina, ma è stata per l'occasione implementata sia nel numero di cavalli utilizzati (da cinque a sette) che per le scelte musicali, così come per altri particolari. Si tratta in sostanza di un'idea semplicissima e geniale. Un uomo che cavalca senza briglie (con il solo ausilio di un cordino) e il cui animale è via via raggiunto ed affiancato da altri che arrivano uno alla volta, fino a quando sette cavalli, con quello centrale cavalcato, girano all'unisono per la pista. Una sorta di centauro all'ennesima potenza. Una performance accolta con entusiasmo dagli spettatori, che gli hanno attribuito il premio speciale del pubblico, della critica e degli operatori del settore, visto che i Giona hanno collezionato altri sei premi speciali, avvicinando il record stabilito da David Larible nel 1999 con otto. Durante la conferenza stampa il veterano Alain Frere ha dedicato ai Giona e ad Antonio Giarola una sontuosa presentazione, inserendoli fra gli eredi di Franconi, degli italiani sconosciuti che arrivano in Francia a conquistare il pubblico. Un giornalista ha chiesto, visto che i Giona non sono di origine circense, di cosa si occupassero prima. "Nostro padre è un agricoltore, e noi tutti lo siamo stati prima di intraprendere questa carriera". Una bellissima metafora festival che ci ricorda come l'arte provenga prima di tutto dal mestiere. Il Bronzo è andato per contro ad una esibizione di respiro assolutamente classico, i tre elefanti presentati da Elvis Errani e cavalcati dalle eleganti Zeudy, Priscilla e Guendalina. Il giovane artista ha presentato con sicurezza e col solo ausilio della voce, i suoi tre veloci pachidermi in una routine dinamica, elegante e senza pause, tranne quella, piena di pathos, quando l'ammaestratore si reca addirittura in tribuna e da lì pronuncia i comandi del passaggio della morte, ovvero la camminata di Beby sulle tre donzelle. Questa vittoria si unisce all'oro di Guido e Maycol del 2004 e afferma la famiglia Errani fra le pluripremiate al Festival. Come i Casartelli (due Oro), i Nicolodi (Argento e Bronzo), i Nones-Orfei (Oro a Massimiliano, Argento "doppio" a Lara e Stefano, altro Argento a Stefano), e i Togni (tre Argento a Flavio). Inoltre arricchisce la ormai lunga galleria di diplomati all'accademia premiati in importanti festival, sia Elvis che due delle partner hanno infatti frequentato l'istituto di formazione, che ora probabilmente detiene il record, per quanto informale, di scuola di circo maggiormente premiata. L'altra grande potenza, la Russia, ha portato a casa un Argento. E' spettato alla troupe Tsisov, otto funamboli (fra uomini e donne) provenienti dal Bolshoj di Kostiuk che in uno stile tipico dei grandi gruppi di funamboli delle provincie orientali dell'ex Urss, hanno presentato degli exploit davvero difficili a vedersi, anche grazie alla possibilità di variare 6

7 l'altezza delle piattaforme all'estremità del cavo. Il numero è iniziato con una doppia colonna in ascesa, ovvero col cavo in salita, esercizio che rappresenta il finale di molti gruppi del genere. Poi la terza colonna, la spaccata di una ragazza con le punte sulle teste di due porteur, l'ascesa in doppia colonna. Poi un passaggio del tutto originale, con un porteur che faceva da pilastro ad una corda formando di fatto un secondo passaggio ad un metro di altezza dal primo, e sui due cavi la troupe presentava un incrocio di doppie colonne. Una vera e propria sensazione. Un Bronzo anche per il più giovane ammaestratore di felini mai passato al Festival, il diciannovenne francese Roger Falck con le sue sei tigri, tre bianche e tre gialle. Un numero sicuro con esemplari in ottima salute, vivaci e reattivi che mostrano un repertorio assai ampio e ben eseguito, con un doppio debout finale in marcia. Certo Roger non ha l'ottima presenza scenica di altri suoi colleghi (i Lacey, Stefano Orfei, etc.) ma forse potrà acquistarla con la maturità e con una migliore scelta dei costumi. In ogni caso un'ottima prova. Bronzo anche per il Duo Sorellas. Lo svizzero Christophe e il congotedesco Rodrigue hanno mostrato un numero al trapezio dinamico e potente allo stesso tempo, con prese ai piedi e alle mani e scambio del ruolo dei porteur. Tutta l'esibizione, inoltre, lascia traspariare un gioco di ambiguità misurato e brillante che li ha portati, dopo Roncalli e prima di Knie, ad esibirsi al Gay Circus di Barcellona. Come se fossero gli eredi al passo con i tempi del famoso Barbette. La giuria, insomma, ha fatto un ottimo lavoro. Ma pur essendo composta da elementi di primaria importanza e certa competenza, è tornata ad essere eterogenea, mentre due anni fa pareva essere stata intrapresa una strada interessante, quella di avere solo membri già premiati a Monte Carlo. Quanto sopra per ciò che riguarda i premi principali, ma il Festival ha offerto altri bei momenti, e sempre con una divisione abbastanza netta tra numeri di impianto classico e sperimentali. Fra i classici si possono annoverare i giocolieri russi di Elena Dragolieva, con un numero di passing in quattro come non si vede più di sovente in giro, con ottimi passaggi incrociati e a varie altezze, utilizzando dei semplici piedistalli. Il trampolino a battuta, o fast track, della Troupe Mayorov in stile folkloristico russo, e il numero alla battuta americana dello stesso gruppo con l'ausilio di un "saraffo". Il rullo del portoghese Dany Daniel, veterano dei teatri di varietà di mezza Europa, dinamico e convincente. I nove cani ben ammaestrati, tutti di taglie diverse, del simpatico tedesco Wolfgang Lauenburger. I poni ed i piccoli animali dell'olandese Karl Ferdinand Trunk. Lo scatenato numero di hula hoop con ritmo da discoteca della australiana argentina Gipsy Gomez, capace di prodezze mai viste, come i quattro cerchi al corpo e quattro alle mani Housch Ma Housch 7

8 Roger Falck mentre è in piedi sul globo, oltre a vari passaggi da antipodista. Il clown russo di ripresa Val de Fun, reduce da un buon successo presso il circo Krone, con un'ampia proposta di comicità acrobatica e lotta con gli oggetti. Ed infine i piccolissimi Bambini d Izhesvk, Sonia (otto anni) e Danil (nove) impegnati in una bella presentazione alle cinghie che apriva lo spettacolo. Fuori da ogni classificazione i sette fratelli spagnoli Los Vivancos, danzatori e musicisti, molto talentuosi nel loro genere ma ovviamente distanti da ogni disciplina circense. Mentre fra i numeri di innovazione possiamo in qualche modo contare il francese Romain Cabon, che è riuscito ad arricchire il repertorio di figure ai tessuti aerei. L'adagio acrobatico del duo russoiberico Spiral con figure intense e ben eseguite giocate sulla relazione fra i due. Il cerchio aereo di Maria Efremkina dotata di un'ottima contorsione eseguita a grande altezza e con una fluida coreografia. La ruota tedesca comica di Konstantin Mourabiev (da una regia originale di Ruslan Ganeev poi rimaneggiata). E soprattutto due esibizioni. L'equilibrismo su pertica corta del canadese Dominic Lacasse, che utilizza un attrezzo forse troppo simile a quello ideato da Viktor Kee per il suo Dima Shine, ma con l'accortezza di puntare ad un altro registro, con belle figure mimiche di camminate sul nulla. E il duo di giocolieri con diabolo Tr Espace, formato da Roman Muller e Petronella von Zerboni. Una performance con i diabolo quasi sempre in orizzontale, molto danzata, con numerosi stili e ritmi diversi, quasi sincopata, jazz. Un numero tanto raffinato quanto sperimentale, forse più adatto ad altre platee (ed infatti premiato con merito a Parigi). Ma la presenza di stili così contrastanti come raccontato al circo finisce per rappresentare una ricchezza. La pista ha la capacità di trasformare festival in oro ogni cosa che luccica, non importa se classica o sperimentale. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici il lavoro dei direttori di pista, Darix Huesca ed Enrico Caroli, è sembrato buono, date le condizioni. Deve essere infatti assai difficile tentare di far scorrere lo spettacolo con parecchi numeri assai complessi da allestire e smontare. Forse anche per questo il presentatore Petit Gougou è apparso meno brillante che in passato. Eppure il pubblico ha sembrato gradire le serate che si sono alternate e i numeri al loro interno. Quest'anno si sono contate 15 standing ovation su 26 gruppi presenti. In pratica oltre la metà dei protagonisti ha ricevuto l'omaggio dell applauso in piedi. Segno di un livello maggiore dei numeri o di un maggiore entusiasmo del pubblico? Quello che è certo è che un applauso, non importa se da seduti o in piedi, ma caldo e forte lo merita Urs Pilz, che da anni dirige il comitato organizzativo e in particolare SAS la Principessa Stephanie, sempre presente, sempre disponibile con ogni artista del circo, sotto lo chapiteau o fuori, durante il lavoro o nella vita "normale", per quanto si possa chiamare normale la vita di una Principessa innamorata del Circo. XXXIII Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo I trofei Clown d Oro New Flyng Girls - Trapezio - Corea del Nord Flight of Passion - Cinghie aeree - Ucraina Clown d Argento Fratelli Giona - Cavalli in libertà - Italia Troupe Tsisov - Funamboli Russia Troupe di Fujian - Acrobati con lazo - Cina Moranbong Circus Altalena e barra - Corea del Nord Clown di Bronzo Elvis Errani - Elefanti - Italia Roger Falck - Tigri - Francia Duo Sorellas Trapezio fisso - Svizzera/Germania Housch ma Housch Clown - Ucraina Troupe acrobatica di Zhengzhou - Pertiche oscillanti - Cina 8

9 La Principessa Stephanie coccola gli elefanti Durante la Anche gli elefanti 33esima edizione del Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, i numeri con animali hanno conquistato parecchi importanti riconoscimenti. Del resto SAS la Principessa Stephanie di Monaco, che di Dirk Kuik asiatici di Elvis Errani e il francese Roger Falck con le sue tigri del Bengala hanno ottenuto un Clown di Bronzo. Elvis e Roger hanno presentato i loro animali con evidente cura ed amore, vincendo anche altri numerosi presiede il comitato organizzativo del festival, non si occupa solo della scelta dei numeri di animali che partecipano alla competizione, ma anche e soprattutto del benessere degli animali, come dimostra la foto di questa pagina. La giura internazionale ha deciso di premiare i fratelli italiani Giona con un Clown d Argento, uno dei massimi riconoscimenti nel mondo del circo. I fratelli hanno presentato i loro cavalli in libertà con uno stile molto personale ed originale ricevendo anche il tributo di una standing ovation del pubblico. Anche l ECA ha deciso di conferire il proprio trofeo speciale a questo numero che è stato uno degli highlight di quest anno. I fratelli Giona, per altro, hanno conquistato sei premi speciali, non ultimo quello attribuito dagli spettatori, rivelando una volta di più come al grande pubblico stiano a cuore i numeri di animali. premi speciali. Il tedesco Karl Ferdinand Trunk con i suoi poni e il suo gruppo di piccoli animali ha ricevuto, fra gli altri, il premio del Club Tedesco di Amici del Circo (GCF) e Wolfgang Lauenburger ha conquistato numerosi premi speciali con i suoi divertenti cani ammaestrati. L ECA (European Circus Association, Associazione Europea dei Circhi) rappresenta il circo europeo presso le autorità, le istituzioni ed il pubblico. Obbiettivo dell ECA è di promuovere lo spettacolo circense come forma d arte e cultura. E proteggere questa parte importante del patrimonio culturale comune. La maggior parte dei più prestigiosi circhi europei hanno aderito all ECA. Il presidente dell ECA, Urs Pilz è anche vice presidente e direttore artistico del Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo. 9

10 Alex Giona (Argento all ultimo Festival di Monte Carlo), un tipico esempio di armonia fra uomo e animali Potrebbe essere la riedizione di un celebre libro di Stephen King, invece è solo un modo per ironizzare sulla nuova proposta di legge anti-animali nel circo. Il DDL 1564, meglio noto come Giammanco, torna a distanza di dieci anni esatti dal suo omologo 1703 del Torna perché, a leggerli bene tutti e due, non ci sono molte differenze. Forse l attuale DDL si preoccupa di più delle modalità di ricollocamento degli animali adesso presenti nei circhi. Dove non si sa ancora, ma a questo ci dovrà pensare un apposita Commissione, cui il DDL dedica un intero e lungo articolo, prevedendone le competenze e gli autorevoli componenti. Componenti per cui, visto l importante lavoro che dovranno svolgere e che è un po il nodo cruciale di tutta la legge, è prevista la partecipazione alla Commissione a titolo totalmente gratuito e senza diritto a gettoni di presenza e neanche a rimborsi spese. Ma si sa, DIBATTITI di Ettore Paladino togliere gli animali dai circhi, viste le orripilanti cose raccontate nella premessa del DDL, è un compito talmente glorioso che gli eletti chiamati a svolgerlo saranno ben lieti, anzi onorati, di farlo gratis e a proprie spese. Il DDL si basa essenzialmente su un punto: di animali, di qualsiasi tipo, nel circo non ce ne devono essere più. Quindi per prima cosa stop a ogni nuova acquisizione (e se un direttore volesse comprarsi un cane da tenersi in carovana, potrà farlo o nasce il legittimo sospetto che un domani lo porterà in pista?). La Commissione di cui sopra deciderà dove ricollocare gli animali oggi presenti, ovviamente senza vincoli di tempo, perché che la cosa non sia facile è ben risaputo (e su questo siamo tutti d accordo). Però a chi ha ancora animali vengono subito tolti i contributi, per cui se la Commissione se la prende comoda, intanto le imprese circensi ci rimettono. Quali siano i presupposti di una legge del genere è inutile 10

11 chiederselo. L animalismo in questi anni è sempre più aggressivo; le manifestazione e i sit-in nei confronti dei circhi non si contano più. A livello mediatico di animali nel circo va bene che non se ne parli, perché altrimenti se ne parla male. Singoli episodi negativi vengono subito propagandati e amplificati, perché non conta la realtà quotidiana di tante e tante situazioni positive ma quel singolo episodio dipinto come una tragedia. E di questo terrorismo mediatico non soffre solo il circo, perché far risaltare i casi estremi è ormai la logica dei mezzi di informazione. Adesso, ragionando in termini concreti, la cosa assurda è che negli ultimi venti anni la detenzione e l addestramento degli animali nei circhi hanno fatto evoluzioni e progressi enormi. Gli animali forse mai come adesso sono ben tenuti e rispettati. Certo ciò non toglie che si possono fare ulteriori miglioramenti, ma è paradossale che proprio oggi gli animalisti siano così attivi, presenti e violenti. Quello che veramente manca completamente da parte loro è la voglia e l interesse di conoscere cosa succede veramente nei circhi. In questi ultimi venti anni sono stati fatti studi, anche scientifici, leggi nuove, approfondimenti di ogni tipo; e come risponde l arcipelago animalista? Ho conservato un paio di volantini della LAV distribuiti alla fine degli anni 80. E sconcertante come non solo gli stessi concetti, ma le stesse identiche Quali siano i presupposti di una legge del genere è inutile chiederselo. L animalismo in questi anni è sempre più aggressivo; le manifestazione e i sit-in nei confronti dei circhi non si contano più. A livello mediatico di animali nel circo va bene che non se ne parli, perché altrimenti se ne parla male. Singoli episodi negativi vengono subito propagandati e amplificati, perché non conta la realtà quotidiana di tante e tante situazioni positive ma quel singolo episodio dipinto come una tragedia. frasi sono utilizzate oggi, senza cambiare una parola; e alcune di queste frasi sono ricopiate pari pari nella premessa del DDL Giammanco. Indice evidente di accurata conoscenza e approfondita analisi sul settore da parte dei proponenti la norma. Ecco quindi che si delinea un animalismo a piramide. Una base militante, sicuramente ampia, costituita dai tanti che vanno a protestare nelle piazze o davanti ai circhi. Più su di loro chi tiene le fila, elabora informazioni e dà istruzioni alla base. Di voglia di confronto, di considerare cosa succede oggi, e non cento anni fa, nei circhi, zero. Un organismo autorevole e non estremista come l ENPA pubblica sul proprio sito un documento sul circo, in cui è vero che non ci sono le solite frasi fatte e i toni violenti cui ormai siamo abituati, ma è pur vero che le fonti di documentazione sono un po datate e scelte forse ad hoc. Per dimostrare che l addestramento degli animali è una pratica sconveniente si citano nientemeno che Alfred Court, enigmatica figura di domatore osannato in pista e denigratore di se stesso nelle sue memorie, e che comunque ha cessato l attività nel vicino 1945, e Liana Orfei e il suo libro pubblicato nel Liana, di cui si possono tessere tante lodi in tanti campi, che ha pure lavorato per brevi periodi con gli animali, ma che non li ha mai addestrati in prima persona. Comunque l animalismo oggi fa proseliti e quello anticirco ancora di più anche perché non ha contro poteri forti. E facile quindi che la politica, o meglio qualche politico, ne segua la strada perché pensa di acquisire una bella immagine (e soprattutto molti voti) da parte dei tanti, e soprattutto chiassosi, che predicano certe idee. Come se non bastasse ci si mettono anche i Vip a dire la loro. E non conta se sono persone che al circo magari ci sono andate l ultima volta 30 o 40 animali 11

12 anni fa. Quello che conta è che sono persone famose e che hanno una grossa presenza sui media. Sono quelli che qualcuno ha proposto di ribattezzare non più Vip (Very Important Person) ma Vap (Very Apparent Person), e che poi è quello cui ormai tende chiunque imbocchi certe strade: apparire, perché questo oggi significa essere importanti. Non la capacità e l esperienza, ma poter distribuire il proprio verbo da TV e giornali. Ovvio che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma a chi lavora in altri settori dello spettacolo io vorrei suggerire di guardarsi in casa propria prima di criticare gli altri. E chiedersi se è più diseducativo per grandi e piccini un cavallo ammaestrato o un reality show dove il valore del gioco sta nella competizione senza freni, a tutti i costi e senza nessuna remora. L animalismo oggi fa proseliti e quello anticirco ancora di più anche perché non ha contro poteri forti. E facile quindi che la politica, o meglio qualche politico, ne segua la strada perché pensa di acquisire una bella immagine (e soprattutto molti voti) da parte dei tanti, e soprattutto chiassosi, che predicano certe idee. E dall altra parte chi c è? Possibile che al circo vada tanta gente anche se si raccontano cose così terribili sui suoi animali? Ho provato a chiedermi come la pensa la tanta, tanta gente che al circo va, e che in termini statistici potremmo definire una vera e propria popolazione. Fra di loro sicuramente ci sono persone che non amano più di tanto vedere gli animali, o a cui non piacciono proprio. Ma comunque ci vanno perché apprezzano la costruzione generale dello spettacolo, i numeri acrobatici o comici, e in ogni caso si animali rendono conto, vedendoli, che gli animali non sono trattati male. Ci sono comunque, e credo sia veramente la maggioranza della popolazione degli spettatori, coloro che apprezzano i numeri con animali, forse oggi ancor più che nel passato. In fondo il circo è l unica forma di espressione di un contatto diretto con la natura, l unica espressione dal vivo e che entra nei contesti urbani. Checché se ne dica, in un mondo sempre più affamato di contatto con la natura, piace veder lavorare uomini e animali insieme. E forse su questo il circo ha tardato a svecchiarsi e a liberarsi di certe esibizioni che non esprimono il contatto, ma la dominanza e la ridicolizzazione. Forse il giorno che le esibizioni di animali saranno veramente tutte adeguate ai nuovi standard culturali, il pubblico, il grosso pubblico, avrà più coraggio nel dire che è bello vedere uomini e animali lavorare insieme. Ecco quindi che arriviamo al concetto del messaggio estetico, del valore culturale del circo con gli animali. Prima c è il benessere, ovvio, ma quello in Italia è già ben tutelato da diverse norme precise e puntuali. Ma il DDL Giammanco non vuole migliorare il benessere degli animali nel circo, non prende in considerazione condizioni di detenzione ancora migliori di quelle attuali. Gli animali non li vuole e basta. Così si colpisce l espressione artistica pura dell addestramento e del lavoro in pista. Non importa se gli animali in circo siano o meno in condizione di benessere; la gente non li deve più vedere e basta. Facendo così due gravi torti. Uno al circo, che si chiama discriminazione. Perché lo spettacolo con animali non è solo quello del circo, ma anche quello dei film, della televisione e della pubblicità (ma questi sono poteri forti!). Gli animalisti hanno osannato il film Due fratelli, la storia di due tigri selvagge raccontata come esempio di naturalità; ma loro non sapevano, o non volevano sapere, che per fare quel film naturale sono state utilizzate oltre dieci tigri, preparate da un addestratore che viene dal circo e ben noto a noi italiani: Thierry Le Portier. Ma l altro torto grosso lo si fa al pubblico, alla gente stessa cui viene vietato di poter assistere a certe forme di spettacolo solo perché qualcuno, più potente e più apparente, o che ha voglia di diventarlo, ha deciso così. Il benessere animale è un bene giuridico e va tutelato con le leggi. Le forme di espressione artistica devono essere soggette a un solo, insindacabile giudice: il pubblico. Che decide pagando il suo biglietto cosa gli piace e cosa no. Se qualcuno decide al posto del pubblico per favore non chiamiamola più tutela ma censura. 12

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14 Il Salone mondiale del Circo non esisteva, bisognava inventarlo, ora è accaduto, per usare le parole dei fondatori Joelle Berrebi e Maxime Nikouline. La prima edizione dello scorso anno, nata un po in sordina, è andata a colmare uno spazio vuoto nel panorama circense, ovvero quello della grande kermesse di tipo fieristico-espositivo che raggruppa nel medesimo contesto gli operatori del settore che, pur dai più diversi approcci, in qualche modo fanno riferimento alle arti della pista. In effetti, il Salon Mondiale du Cirque ha per sua vocazione quella di riunire su scala internazionale tutto ciò che fa circo e tutto ciò che il circo fa oggi, tenendo d occhio la tradizione, le influenze delle forme espressive parallele e tutte le trasversalità: lo scopo è dichiaratamente quello di promuovere, sostenere e sviluppare le differenti pratiche ed estetiche collegate alle discipline e alla produzione circense attuale. eventi di Francesco Mocellin Nel 2008, nel corso dei tre giorni del salone collocato alla Porte de Versailles a Parigi, ottomila visitatori hanno premiato i primi novantotto espositori che hanno raccolto la sfida lanciata dagli ideatori della kermesse. L obiettivo principe era ed è quello di individuare una location dove i protagonisti del mondo del circo nel senso più ampio del termine possano mostrare, offrire, scambiare, acquistare l esistente e il nuovo relativo alla loro attività: provenienti da ogni parte del mondo artisti, circhi familiari, grandi compagnie private e di stato, agenti, responsabili culturali di municipalità, scuole, costruttori, allevatori, organismi istituzionali e financo associazioni benefiche, hanno l occasione unica considerando il contesto di presentare le loro creazioni, le loro iniziative, i loro prodotti raggiungendo lo scopo diretto e primario di promuovere le loro attività e quello indiretto di sviluppare e diffondere le arti e le discipline circensi. E quest ultimo, ovviamente, è lo scopo imprescindibile del Salone. 14

15 A muovere gli organizzatori sulla strada di un impresa così impegnativa è stata la constatazione che il circo - indipendentemente dalle sue forme e modalità espressive, dai diversi paesi, culture e tradizioni in cui prende vita - continua a rinnovarsi e reinventarsi attirando sempre una consistente fascia di spettatori. Basti pensare che in Francia il 14% della popolazione ha dichiarato di frequentare gli spettacoli circensi: si tratta di un bacino d utenza davvero enorme, tale da giustificare ampiamente la necessità di una grande fiera che mostri lo status quo e le prospettive future del variegato universo del circo. L edizione 2009 si terrà dal 3 al 5 aprile, sempre a Parigi, e avrà due tematiche al centro dell attenzione: il mecenatismo culturale per gli artisti e le compagnie come forma di sviluppo delle discipline circensi e i progetti connessi al circo che abbiano una relazione col territorio e con le tematiche sociali. Ogni anno, poi, dovrebbe essere dato spazio ad una delle discipline circensi: in questo caso toccherà alla giocoleria attraverso spettacoli, incontri, testimonianze di artisti, esposizioni, atelier per bambini. L ospite d onore sarà Sergey Ignatov che animerà un master riservato a tutti gli interessati. Ancora: verranno analizzati l attualità dell arte circense in un area geografica del mondo da individuare senza tralasciare una disamina sugli esiti dell ultima stagione in Francia. Come si può intuire gli ideatori del Salone si sono prefissi degli obiettivi assai ambiziosi ma le imprese significative possono riuscire solamente quando si pensa in grande sin dall inizio. Ora non resta che dire place au cirque nel senso letterale del termine - e osservare quali saranno le reazioni del mercato e degli utenti: dai circhi, artisti e compagnie alle scuole; dai media specializzati agli organi istituzionali; dai produttori ed agenti ai costruttori e fabbricanti di materiali; dalle federazioni e sindacati alle associazioni di amatori e amici del circo. Sarà la loro risposta alle sollecitazioni di Berrebi e Nikou a dirci l esito effettivo del prossimo Salon mondiale du Cirque. eventi 15

16 Il Circo della Pace Sarakasi a Bagnacavallo di Alessandro Serena Gli acrobati di Sarakasi

17 Il Circo della Pace è un progetto di Circo Sociale. Un tentativo di offrire anche in Italia una testimonianza dell attività di quel Circo che nelle piazze e nelle baraccopoli, nei quartieri popolari e nei luoghi della marginalità o nelle comunità terapeutiche, è portatore di un cambiamento nelle relazioni personali e sociali. Un Circo che non separa, ma unisce, intorno alle proprie pratiche, culture, nazionalità, generazioni, condizioni sociali e diversità. Ma in particolare il progetto ideato da Ruggero Sintoni si muove in due direzioni. Da una parte, appunto, offrire visibilità ed opportunità a realtà di recupero. Dall altra registrare come l accoglienza di un circo diverso presso una cittadina possa essere squisita ed attenta. Chi scrive è stato coinvolto in prima persona. Nell estate del 2007 mi trovavo a Bucarest e fui raggiunto da una telefonata di Ruggero Sintoni, presidente di Accademia Perduta, Romagna Teatri. Mi chiese di suggerirgli un piccolo circo interessato a passare il Natale a Bagnacavallo. Gli risposi che forse poteva essere una buona idea provare a portare i ragazzi di Bucarest, della fondazione Parada, di Miloud. Ma lo avvisai che l impresa poteva essere al di sopra della portata di un piccolo comune. I ragazzi di Bucarest, infatti, non hanno un loro chapiteau, non hanno carovane, non hanno loro scenografie. Ruggero mi disse che ci avrebbe pensato. Di lì a qualche giorno mi richiamò con la determinazione che gli conosco dicendomi che il progetto si sarebbe fatto. Ricordo che rimasi stupito di riscontrare come ogni energia della società civile del piccolo comune in provincia di Ravenna si sia mosso per sostenere il progetto. Dal sindaco che ha assicurato da subito il sostegno, all assessore alla cultura, a tutti i funzionari del comune, impegnati in compiti ben diversi e superiori dal normale. E ancora dal Lions Club che acquista i biglietti aerei per tutti gli artisti, al parroco che assicura il posto letto, al ristoratore privato che ospita per ogni cena tutta la compagnia, ai carabinieri che assicurano l ordine pubblico e non solo. Una cittadina intera che si è mobilitata attraverso il circo per un intento sociale che ha riunito tutta la società civile locale con un ottimo esito. Per altro è quasi emozionante vedere il piccolo chapiteau di 26 metri (fornito da Athos Adani) nel pieno centro della città. Per l allestimento l ufficio tecnico del comune ha messo a disposizione un certo numero di pesi da 750 chili ciascuno al posto dei tradizionali picchetti che avrebbero deturpato la bella piazza. Ed è affascinante notare come, mentre in moltissime città (la maggior parte in verità) i complessi devono montare in assurde zone di degrado urbano in periferia, qui invece si metta a disposizione il centro storico. Dopo i ragazzi di Bucarest quest anno si è passato l oceano per contattare artisti del continente africano, la culla dell umanità. In queste zone è diffusa l attività dell acrobazia sociale, e uno dei casi più noti è quello dell associazione Sarakasi, fondata nel 2001 dai coniugi Rudy e Marion Van Dijk. Sarakasi significa acrobazia e per estensione circo e tutte le discipline a esso collegate. Obbiettivi principali rispondere ai bisogni primari degli acrobati e alle necessità per lo sviluppo e la promozione delle arti dell acrobazia. L Africa è spesso associata a un immagine negativa dovuta a guerre, disastri naturali, condizione sanitaria e problemi di ambiente, spesso mischiati con corruzione e incuria governativa. Sarakasi cerca di promuovere un altra faccia del continente africano e della sua gente: l energia, il talento e la disciplina. L acrobazia, quindi, come un risultato da raggiungere con duro lavoro, costanza e disciplina per poter sperare in un futuro migliore. Gli acrobati kenioti sono spesso allo sbaraglio, costretti ad allenarsi in improvvisati luoghi di prova o ai crocicchi delle strade, sprovvisti dei mezzi per dotarsi di adeguati costumi, coreografie, musiche. Sarakasi offre una piattaforma di sviluppo mettendo a contatto fra loro i migliori talenti locali e organizzando stages e laboratori. Provvede inoltre a mettere a disposizione degli artisti uno spazio attrezzato per esercitarsi sulla tecnica e sull estetica. L associazione è collegata con numerose altre istituzioni dedite a simili iniziative con le quali collabora a progetti specifici come quelli di riabilitare bambini e adolescenti costretti a vivere in strada. Sarakasi ha inviato a Bagnacavallo uno spettacolo presentato da sette acrobati, due ballerine e quattro ballerini e clown. Ed è interessante rilevare come il circo solidale possa esprimere, oltre agli impliciti contenuti sociali, anche delle estetiche interessanti e varie. È curioso come le tecniche di questi spettacoli siano quasi sempre le stesse. Per lo più corpo libero e un po di giocoleria. Altra particolarità di queste produzioni equosolidali è quella di avere quasi sempre quasi tutti in scena. Così, mentre alcuni acrobati eseguono salti mortali, gli altri componenti del cast agiscono come personaggi. Ma il gruppo di Nairobi oltre a mostrare i consueti virtuosismi alla corda, nei cerchi, sulle bandiere, ha lavorato anche a nuove forme, per esempio un curioso numero di bicicletta con piramidi che prende spunto dal classico numero del velocipede portato alle massime vette dagli artisti cinesi, ma adattato alle piramidi veloci e intense degli africani. O come le piramidi volutamente lente, per essere utilizzate con elementi di danza. O ancora come l amalgama di tre discipline diverse come le verticali su tappi, sulle sedie e il classico Limbo. Il risultato della freschezza dello spettacolo e della accoglienza delle istituzioni e degli abitanti di Bagnacavallo è stato un incasso di circa 30 mila euro, fra biglietti e merchandise, interamente devoluto all associazione africana. E per l anno prossimo già si parla di un gruppo latino americano. Il circo in piazza della Libertà a Bagnacavallo 17

18 Gianni Alemanno, auguri fra i leoni Una foto con Winnie the Pooh e con un clown, poi un saluto a grandi e piccini dalla gabbia dei leoni. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in veste circense, ha fatto gli auguri alle famiglie del Cral Ama, riunite per uno spettacolo del circo Medrano, in occasione della festa dell Epifania. È strano - ha esordito scherzando il sindaco strappando una risata al pubblico - vedere il primo cittadino nella gabbia dei leoni, insieme con il consiglio di amministrazione dell Ama... adesso faranno entrare i leoni. Alemanno, infatti, aveva al suo fianco l amministratore delegato di Ama, Franco Pansironi, il presidente Marco Daniele Clarke, il presidente del Cral, Alessandro Bonfigli, e il delegato del comune di Roma alle politiche sportive, Alessandro Cochi. In regalo il sindaco ha ricevuto una tuta e la prima tessera di socio onorario del nuovo anno del Cral Ama che, ha spiegato, non ha ancora un centro sportivo: noi ci impegneremo per questo. Cattedrale Gruss Nuova struttura per il Cirque Arlette Gruss. Lo chapiteau bianco e rosso all'esterno, blu all'interno, metri quadrati. Dice Gilbert Gruss: "Quando mia a cura di Flavio Michi madre è morta, ho visto molti municipi intitolarle delle strade. Questo mi ha evidentemente molto toccato. Ma mi sono detto anche che dovevo rendergli omaggio in modo spettacolare. Allora ho immaginato un nuovo chapiteau, la sua cattedrale". Camerini, ingresso, boutiques e pista centrale: tutti gli spazi sono sotto la stessa tenda e il debutto sotto il nuovo chapiteau è avvenuto a Bordeaux il 16 gennaio. Moira torna in Sardegna. Un ritorno dopo circa quindici anni di assenza. Debutto a Cagliari il 23 gennaio per una tournee di due mesi e mezzo prima del ritorno in continente. Il circo di Barcellona apre ai disabili. Cappellini da Babbo Natale e macchine fotografiche. Così si sono presentati gli ospiti del circo di Barcellona, in piazzale Cuoco. Ospiti del tutto speciali. Si, perché il Comune ha organizzato l iniziativa Circondiamoci a Natale, uno spettacolo circense gratuito, tutto per i disabili. Un modo divertente per fare gli auguri di Natale a chi ha avuto meno fortuna di noi, ha detto l assessore Gianpaolo Landi di Chiavenna, presente all evento. Un appuntamento di svago per gli utenti dei CDD comunali e convenzionati e dei servizi S.F.A, i centri di aggregazione disabili. Al circo erano presenti 400 ospiti, tra ragazzi, famiglie ed educatori, tutti molto felici per lo spettacolo che si è aperto con ballerine spagnole a ritmo di flamenco. Applausi e urla per tutto il tempo della performance, che non si è fatta mancare nulla. Zebre, cammelli, giocolieri, tigri, bufali, equilibristi, altalene, sketch comici e ragazze con l hulahoop hanno contribuito a far divertire il pubblico. Quello dei disabili è un mondo delicato e affascinante - ha detto una delle educatrici presenti alla manifestazione - per loro, ma anche per noi, eventi di questo genere sono molto importanti e costruttivi. C è chi era un po perplesso, chi invece non voleva più staccarsi dalla sedia, ma lo spettacolo è piaciuto, tanto che c è stata una replica nel tardo pomeriggio. Crazy Wilson: 10 salti mortali. Straordinario exploit di Crazy Wilson a Capodanno. Lo spericolato artista colombiano, proprio nella serata in cui Rai 3 passava le immagini del 32 Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, dove ha conquistato un clown d'argento, si è esibito in una serie di prodezze veramente mozzafiato. Dopo un primo salto ben riuscito ed uno scivolone, è rimontato sulla ruota dando vita ad una serie di salti veramente entusiasmante: ben otto, uno di seguito all'altro, sempre a grandissima velocità. Il pubblico fiorentino, già soddisfatto del primo salto, lo ha salutato con una vera ovazione in un Mandela Forum pieno zeppo. Un grande momento di spettacolo con un grande artista che soltanto due giorni dopo ha battuto il suo record italiano eseguendo ben dieci salti mortali all'esterno della ruota a grande velocità. Il suo record è stato stabilito in novembre al Circus Krone: 15 salti mortali consecutivi. 18

19 Premio nazionale al Circo Gran Fele. Il Circo spagnolo Gran Fele è stato premiato col Premio nazionale del Circo 2008 assegnato dal ministero della Cultura e del valore di 30 mila euro. La giuria era presieduta dal direttore generale dell'istituto nazionale delle arti sceniche e della musica (Inaem), Juan Carlos Marsé, e composto dalla vice direttrice generale del Teatro, Sonia Postino, María Colomer, Genis Matabosch, Berta Sureda, Jordi Jané, José Palacio ed il premiato nell'edizione precedente, Francisco Tébar (Picaso Jun.). Il Ringling in tournee europea. Il colosso americano Ringling Bros. and Barnum & Bailey Circus ha programmato una tournée europea per il prossimo autunno. L unità dovrebbe essere creata per l'occasione e quindi aggiungersi alle Red, Blue e Gold Units in tournee negli Stati Uniti, rispettivamente nei grandi buildings, le prime due, e nei più piccoli palazzi dello sport, la Gold. Già da parecchi mesi lo staff organizzativo è al lavoro e notizie e indiscrezioni erano trapelate da diverso tempo. Inizialmente sembrava che lo spettacolo dovesse toccare anche Firenze e Napoli, ma poi il tour italiano è stato limitato a città più "sicure", dal punto di vista del business autunnale, come Torino, Milano e Roma. Da qui il Ringling dovrebbe spostarsi in Spagna, probabilmente a Malaga. Si tratta di un coraggioso esperimento in paesi dove il colosso americano è piuttosto sconosciuto, ma conoscendo i maghi del marketing della compagnia di Feld pensiamo che il battage pubblicitario sarà sicuramente all'altezza. Ci giunge voce che parecchi artisti sono stati contattati direttamente qui in Europa per partecipare a questo tour di alcuni mesi. Nonostante questo al momento non ci sono notizie ufficiali sullo spettacolo. Artù e Ginevra a Madrid! Artù e Ginevra sono i due leoni bianchi del Circo Moira Orfei che sono andati in tournée a Madrid al Gran Circo Mundial. La "gabbia mista", presentata da David Chipperfield e composta da due leonesse, due tigri, la leonessa bianca Ginevra e sua maestà Artù, fa parte da dicembre del programma del Gran Circo Mundial a Madrid. David, sua moglie e i felini "italiani" dovrebbero rimanere in terra iberica fino al Natale Franco Nero mattatore anche al circo Piazzale Clodio sotto i riflettori della pista centrale tra domatori e clown. Franco Nero, indimenticabile Django, in vita sua ne ha combinate tante. Ma finora non si era mai esibito in un circo. Certe cose si fanno solo quando si diventa nonni, per divertire i nipotini. Silvio Berlusconi docet, lui che è solito travestirsi da Superman per stupire gli amati cuccioli di casa, che credono davvero che nonno Silvio sia un supereroe come quello dei fumetti. Franco Nero ha portato l'intera famiglia al circo Medrano, a piazzale Clodio, complice la press-agent Patrizia Brandimarte. Con lui c'erano la sorella Rosa, il fratello Raffaele con la moglie Regina, il figlio regista Carlo Gabriel, nato dal matrimonio con Vanessa Redgrave, e gli adorati nipotini Raphael e Lilli, 14 e 5 anni. Tra i numeri quello di Martin Lacey, l'uomo che parla ai leoni e bacia persino in bocca King Tonga, maestoso leone bianco gelosissimo di lui, e quello strabiliante davvero dei Five Crazy Riders, cinque motociclisti ventenni brasiliani che ruotano e volteggiano in sella alle loro moto dentro il globo della morte. Meno gradita l'esibizione di Karah Khavak jr, una sorta di Indiana Jones circense che tira fuori da sarcofaghi un'infinità di serpenti più o meno velenosi, boa costrictor, alligatori, caimani, coccodrilli, tarantole e il rarissimo Drago di Komodo. Ma figuratevi la faccia dei piccoli Raphael e Lilli quando in pista si son ritrovati nonno Franco abbigliato da ussaro, uscito con tutti gli artisti per i saluti finali. A presto, Alex Alex Lacey ha terminato la sua breve permanenza in Italia, al Circo Americano per far ritorno in Germania. Proveniva dal Circus Charles Knie, diretto da Sacha Melnjak, e da Torino ha raggiunto Heilbronn per far parte dell'heilbronner Weihnachtscircus. A trent'anni è considerato uno dei grandi domatori a livello mondiale e basta vederlo lavorare per rendersi conto di quanto sia vero. Con suo fratello Martin presenta uno dei migliori numeri di "gabbia" a livello mondiale. Alex ha arricchito il bel programma dell'american Circus a Torino riscuotendo il successo che si merita e ci auguriamo proprio di vederlo ancora in Italia. Magari tra un anno! Un saluto da tutti gli appassionati del bel circo di tradizione, dei grandi artisti e dei grandi numeri. 19

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21 La mente e il corpo di Ruggero Leonardi Continuo le mie riflessioni sul rapporto fra il corpo e la mente nell'esibizione circense ricordando un singolare personaggio di mezza età, e di provenienza che teneva a far apparire misteriosa, visto una quarantina di anni fa al circo di Moira Orfei. Il nome d'arte era Klemendòr e di lui oso dire l'inosabile. Era il corpo a fare spettacolo ma dopo un po' che lo guardavi era alla mente che destinavi i tuoi applausi. Estraggo dai miei appunti di allora. Entra in scena, Klemendòr, avvolto in un gran mantello indiano; poi se lo toglie mostrando un corpo asciutto come quello di un ventenne. E incomincia. Un braccio diventa lungo oltre ogni possibilità anatomica non perché la spalla si sia snodata ma perché si è rotta, letteralmente rotta. Il braccio penzola come quello di un burattino, e Klemendòr può farne ciò che vuole, metterlo dove vuole. Anche cingersene il corpo come una cintura. Poi a rompersi sono i femori, le caviglie, e Klemendòr prende i suoi arti, li annoda, fa di se stesso un groviglio. Lo stomaco ha guizzi, sussulti, acquista rilevanza e autonomia rispetto al resto del corpo, è una immagine che appare e scompare, fa spettacolo. Ogni punto del corpo umano fa spettacolo, e nessuno avrebbe mai immaginato, prima, che una cosa del genere potesse accadere. Dopo 20 minuti così, Klemendor tornava provatissimo nella sua carovana. E a questo punto la poesia del circo, nelle mie annotazioni, diventa di necessità prosa del dopocirco. Klemendòr non è un uomo di circo, è un fenomeno capitato al circo. Parla di una dottrina yoga impartitagli da un guru a 19 anni e sulla quale avrebbe meditato a lungo. Certo è che sa controllare il suo fisico e sa intervenire sul fisico degli altri. Una caviglia rotta, fra le sue mani, ridiventa rapidamente una caviglia sana. Klemendòr parla di volontà, forza di volontà, e lui certo ne ha. Diversamente, un uomo non potrebbe vivere senza bere, senza fumare, e mangiando solo un po' di legumi cotti la sera. Ma anche la sua tremenda forza di volontà ha avuto cedimenti di Klemendòr non è un uomo di circo, è un fenomeno capitato al circo. Parla di una dottrina yoga impartitagli da un guru a 19 anni e sulla quale avrebbe meditato a lungo. Certo è che sa controllare il suo fisico e sa intervenire sul fisico degli altri. Una caviglia rotta, fra le sue mani, ridiventa rapidamente una caviglia sana. Klemendòr parla di volontà, forza di volontà, e lui certo ne ha. fronte alla forza della natura. Non si può ingerire, come lui faceva, 50 grammi al giorno di sale inglese e magnesia per tenere il corpo sempre perfettamente pulito, senza che questo corpo un giorno o l'altro si ribelli. Il corpo di Klemendòr si è ribellato, bloccandogli le funzioni renali, e Klemendòr è stato vicino a morire. Mi accade, ogni tanto, di riparlare di lui con Moira e Walter quando ci incontriamo. E' riparlare, il nostro, di una figura irripetibile nel circo. L'acrobata circense non è forgiato in maniera tale da umiliare così il proprio corpo a favore della volontà della mente. Di nuovo tuttavia le mie annotazioni di un tempo mi aiutano a trovare un collegamento col circo classico attraverso l'arte del contorsionismo, che Elisabel (le foto sono di Silvano Bergamaschi, tratte da Oggi) 21