Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell ambiente della PUGLIA LE EMISSIONI INDUSTRIALI IN PUGLIA

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1 Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell ambiente della PUGLIA LE EMISSIONI INDUSTRIALI IN PUGLIA Rapporto sulle emissioni in atmosfera dei complessi IPPC 1

2 Informazioni legali L Agenzia per la prevenzione e la protezione dell ambiente della Regione Puglia o le persone che agiscono per conto dell Agenzia stessa non sono responsabili per l uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo rapporto. ARPA Puglia - Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell ambiente in Puglia Corso Trieste, Bari Elaborazione grafica ARPA Puglia AUTORI Roberto Giua Stefano Spagnolo Andrea Potenza Direzione Scientifica ARPA Puglia 2

3 PRESENTAZIONE Per comprendere meglio il significato dell inventario INES occorre considerare che ciascuna azienda (in Puglia una ventina) che superi una definita soglia di emissione per specifico inquinante (mediamente piuttosto alta) è obbligata a fornire i dati stimati di emissioni, ottenuti applicando alla propria capacità produttiva (ad es. milioni di tonnellate di coke per le cokerie) fattori di emissione teorici indicati nelle norme tecniche (ad es. kg di polveri per tonnellata di coke). I dati dimostrano quanto già noto, cioè che in Puglia c è una concentrazione di industrie pesanti ad elevato impatto ambientale, che non si riscontra in alcuna altra regione italiana, paragonabile, per fare un esempio, alla Lombardia di trentaquaranta anni fa. Come si fa ad impedire che una concentrazione industriale di questo tipo (corrispondente ad un interesse strategico nazionale e di tutta rilevanza per l economia e l occupazione regionale) abbia un impatto grave sulle matrici ambientali(aria, acqua, suolo) e quindi sulla salute umana? La risposta è articolata in una serie di strumenti, alcuni dei quali presenti nella normativa nazionale e già attivati o in corso di avanzata attivazione, altri viceversa oggetto di interventi normativi regionali di tipo innovativo (ne è un esempio la legge regionale sulle diossine). Un ruolo fondamentale è rappresentato dalle Autorizzazioni Integrate Ambientali che ciascuna azienda è tenuta ad ottenere, e per la quale occorre il rispetto di elevate prestazioni ambientali attraverso l implementazione delle migliori tecniche disponibili (B.A.T.) e l ottimizzazione della gestione del processo industriale. Per dimostrare che quanto definito nel regime autorizzativo davvero porti a una riduzione delle emissioni in atmosfera e quindi ad un miglioramento oggettivo delle condizioni ambientali, è necessario porre in essere adeguati piani di monitoraggio e controllo da parte dell autorità competente, cioè da parte di Arpa Puglia. Il potenziamento delle nostre capacità di conoscenza e di comunicazione già consente di dimostrare il netto miglioramento della qualità dell aria, anche nelle aree a maggiore pressione, come Brindisi e Taranto. Data la consapevolezza dell importanza strategica del nostro ruolo tecnico-scientifico, svolto peraltro in sinergia con gli enti territoriali di ricerca e di alta formazione, si intende sensibilizzare i decisori politici (a tutti i livelli) sulla opportunità di un adeguato potenziamento strutturale di Arpa, tale da consentire almeno l allineamento con Agenzie di regioni che, pur in presenza di pressioni ambientali inferiori,( come si evince dai dati pubblicati) hanno risorse (finanziarie, umane, logistiche, strumentali) nettamente superiori alle nostre. Da questo punto di vista un buon segnale scaturisce dalla decisione del Consiglio regionale di attribuire 2 milioni di euro in bilancio per il potenziamento della sede di Taranto che si somma ai precedenti interventi posti in essere dalla Giunta regionale. Un controllo più efficiente dell impatto ambientale nell area a maggior rischio (Taranto) si potrà avere soltanto quando sarà attivato il centro di eccellenza su ambiente e salute nell Ospedale Testa che deve rappresentare il primo passo operativo di collaborazione interistituzionale ( Arpa, Asl, Università, Politecnico) in vista della creazione del Polo Scientifico-tecnologico previsto nel programma di area vasta di Taranto. Direttore Generale Prof. Giorgio Assennato 3

4 PREMESSA Nella prima metà del secolo scorso la produzione mondiale di beni e servizi è aumentata in modo sproporzionato e ciò ha determinato un eccessiva pressione sui sistemi naturali e sulle risorse della Terra. Nonostante gli ultimi decenni del secolo siano stati caratterizzati dall accelerata innovazione tecnologica e dal miglioramento degli impianti industriali, le attività produttive continuano ancora a causare un notevole impatto sulle diverse matrici ambientali (aria, acqua e suolo) per le emissioni atmosferiche, quelle idriche e per la produzione di rifiuti. Si è così giunti a definire una nuova filosofia che dovrebbe ispirare la crescita economica. Il processo di sviluppo non può prescindere dalle esigenze di equilibrio sociale e di salvaguardia dell'ambiente. Tre sono le principali convenzioni internazionali in tema ambientale, che vedono gli Stati membri dell ONU riunirsi con cadenza regolare per esaminare i progressi compiuti ed elaborare le linee politiche per il futuro: Cambiamenti Climatici (UNFCCC: United Nations Framework Convention on Climate Change); Biodiversità (CBD: Convention on Biological Diversity) 1 ; Lotta alla Desertificazione (UNCCD: United Nations Convention to Combat Desertification) 2. Questa crescente presa di coscienza sulle negative conseguenze, anche economiche, dello sviluppo non sostenibile, nonché il rapporto dell Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC 3 ), hanno condotto ad alcuni importanti progressi nei negoziati multilaterali. Il Protocollo di Kyoto 4 costituisce lo strumento attuativo della Convenzione UNFCCC. Esso prevede gli impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel periodo a carico dei paesi industrializzati firmatari del Protocollo stesso. Occorre, altresì, menzionare il Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono che, firmato nel 1987, continua con successo a promuovere l'eliminazione delle sostanze chimiche nocive per l'ozonosfera, e la Direttiva sui Grandi impianti di Combustione (Direttiva LCP 2001/80/CE), entrambi fortemente collegati alle emissioni in atmosfera generate dalle attività industriali ed oggetto del presente lavoro. 1 La Convenzione UNCCD detta le linee guida per l identificazione e la messa in opera di programmi d azione nazionali, sub-regionali e regionali in materia di lotta alla desertificazione. L Italia è tra i suoi maggiori finanziatori. 2 La CBD è la Convenzione per la tutela della diversità biologica (o biodiversità) e mira alla conservazione degli ecosistemi, all utilizzazione durevole delle specie e sottospecie di fauna e flora esistenti e alla ripartizione equa dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche. Tale Convenzione è considerata la più omnicomprensiva in quanto i suoi obiettivi si applicano a tutti gli organismi viventi della terra. 3 IPCC: Intergovernmental Panel on Climate Change (foro intergovernativo sul mutamento climatico, IPCC) è il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, la World Meteorological Organization (WMO) e l'united Nations Environment Programme (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale. 4 Protocollo di Kyoto: è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, del riscaldamento del pianeta,da parte dei Paesi industrializzati. Si fonda sul trattato United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc), firmato a Rio de Janeiro nel 1992 durante lo storico Summit sulla Terra. Per attuare il trattato, nel 1997, durante la Conferenza di Kyoto, in Giappone,è stato studiato un "protocollo" che stabilisce tempi e procedure per realizzare gli obiettivi del trattato sul cambiamento climatico 4

5 INDICE PREMESSA... 4 AVVERTENZA... 6 GLOSSARIO... 6 Introduzione - IPPC e AIA I COMPLESSI IPPC IN PUGLIA La situazione in Puglia Numero di attività presenti in ogni provincia Complessi IPPC e contesto territoriale Numero di attività a livello regionale divise per Codice IPPC Distribuzione spaziale dei complessi IPPC IL REGISTRO INES-EPER (E-PRTR) informazioni presenti nella dichiarazione INES DESCRIZIONE DEI COMPLESSI INES Descrizione dei complessi che hanno presentato le dichiarazioni INES nel Confronto delle emissioni della Puglia con le altre regioni (dati INES 2006) Trend provinciale per inquinante (anni ) Emissioni industriali in atmosfera per complessi IPPC (Fonte INES) Contributo alle emissioni dei complessi IPPC (anni ) Emissioni per tipologia di attività IPPC (anno 2006) CRITICITÀ DATI EMISSIVI DELLA PUGLIA SCHEDA A SCHEDA B SCHEDA C SCHEDA E SCHEDA F SCHEDA G SCHEDA H CONCLUSIONI ALLEGATO I Elenco complessi IPPC/AIA di competenza Regionale/Provinciale ALLEGATO II Elenco Codici IPPC ALLEGATO III Struttura scheda INES ALLEGATO IV Inquinanti presenti nella Scheda INES

6 AVVERTENZA Quanto riportato nel presente lavoro si basa sui dati e sulle informazioni pubbliche del Registro INES attraverso le dichiarazioni INES (anni riferimento ), ai sensi del D.Lgs.59/06 e s.m.i., compilato dalle aziende nell ambito del Modello Unico di Dichiarazione ambientale c.d. M.U.D. 5 (ai sensi del D.P.C.M. 22/12/2004). Le emissioni del Registro INES sono dichiarate dai gestori dei principali complessi industriali nazionali, attraverso le c.d. Dichiarazioni INES, che devono essere presentate entro il 30 aprile di ogni anno solo dai più grandi complessi industriali IPPC che annualmente superano le soglie di emissioni descritte nell allegato I della tabella del D.M (vedi allegato IV). Tali informazioni, contenute nel Registro nazionale INES, aggiornato annualmente, e nel Registro europeo EPER, sono pubbliche. Nel presente lavoro sono analizzate, in particolare, le emissioni delle seguenti sostanze inquinanti: anidride carbonica (CO 2 ); benzene (C 6 H 6 ); diossine (PCDD/PCDF); Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA); monossido di carbonio (CO); ossidi di azoto (NOx); ossidi di zolfo (SOx). GLOSSARIO INES: Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti EPER: European Pollutant Emission Register (Registro europeo delle emissioni inquinanti). PRTR: Pollutant Release and Transfer Register (Registro delle emissioni e dei trasferimenti di inquinanti). Complesso PRTR: struttura industriale o più genericamente produttiva costituita da uno o più impianti nello stesso sito, gestiti dalla stessa persona fisica o giuridica, in cui si svolgono una o più delle attività elencate nell'allegato I del Regolamento E-PRTR. IPPC: Integrated Prevention and Pollution Control (Controllo e prevenzione integrata dell inquinamento, Direttiva 96/61/CE IPPC ). Stabilimento IPPC: è il complesso industriale al cui interno sono svolte una o piu attività dell Allegato 1 della Direttiva 96/61/CE. Sito: Sede geografica del complesso. Gruppi di attività IPPC: sono le 6 categorie in cui sono raggruppate le attività dell Allegato 1 della Direttiva 96/61/CE. Sono identificati da un codice ad una cifra (es.: IPPC 1 = attività energetiche) e sono consultabili nella tabella del presente rapporto. Cod_IPPC (o Attività IPPC): sono le attività dell Allegato 1 della Direttiva 96/61/CE. Sono identificate da un codice a due cifre (es.: 1.3 = Cokerie) e sono consultabili nell Allegato II Elenco codici IPPC del presente rapporto. 5 M.U.D. : Modello Unico di Dichiarazione Ambientale è un modello attraverso il quale devono essere denunciati i rifiuti pericolosi prodotti dalle attività economiche, i rifiuti raccolti dal Comune e quelli smaltiti, avviati al recupero o trasportati nell anno precedente la dichiarazione. 6

7 Impianto: unità tecnica permanente in cui sono svolte una o più attività elencate nell'allegato I del Regolamento E-PRTR, e altre attività direttamente associate che hanno un collegamento tecnico con le attività svolte in tale sito e possano incidere sulle emissioni e sull'inquinamento. Sostanze: gli elementi chimici e i loro composti, ad eccezione delle sostanze radioattive. Sostanza inquinante: qualsiasi sostanza o gruppo di sostanze potenzialmente nocive per l ambiente o la salute umana a causa delle loro proprietà e della loro introduzione nell ambiente. Emissione: qualsiasi introduzione di sostanze inquinanti nell ambiente in seguito a qualsiasi attività umana, volontaria o involontaria, abituale o straordinaria, compresi il versamento, l emissione, lo scarico, l iniezione, lo smaltimento o la messa in discarica o attraverso reti fognarie non attrezzate per il trattamento finale delle acque reflue. Emissione convogliata: emissione di inquinanti nell ambiente, convogliata attraverso un qualsiasi tipo di condotta, come per esempio un camino o una fognatura, indipendentemente dalla forma della sezione trasversale della condotta. Emissione diffusa: deriva dal contatto diretto di sostanze volatili o pulverulente con l ambiente durante le normali condizioni di esercizio. Può dipendere dalla progettazione delle strutture, dalle condizioni di esercizio, dal tipo di esercizio o da un graduale rilascio verso altri mezzi. In generale, comprende l emissione fuggitiva. Emissione fuggitiva: è il risultato di una progressiva perdita di tenuta di un elemento di una attrezzatura progettata per contenere un fluido (gas o liquido). È per esempio il caso delle perdite da una flangia o da una pompa o dalle strutture di stoccaggio di prodotti gassosi o liquidi, causate da una variazione di pressione. Emissione eccezionale: è determinata da un evento che non rientra nelle normali condizioni di esercizio e può essere caratterizzata da prevedibilità o imprevedibilità. Per esempio la variazione casuale della carica in ingresso, il malfunzionamento delle unità di trattamento possono dare luogo a emissioni eccezionali non prevedibili; le fasi di start-up e chiusura, le fermate temporanee, il bypass di unità di trattamento in avaria, possono dare luogo a emissioni eccezionali prevedibili. Emissione accidentale: è conseguente al verificarsi di incidenti. Tipicamente è caratterizzata da conseguenze di tipo ambientale, economico e sulla salute umana. Trasferimento fuori sito: spostamento oltre i confini di un complesso produttivo di rifiuti destinati al recupero o allo smaltimento e di sostanze inquinanti contenute in acque reflue destinate al trattamento. Valore soglia : si riferisce alla capacità massima produttiva di progetto che è costante nel tempo (finché non vengono fatte delle modifiche), e non alle quantità prodotte che variano nel tempo e che sono generalmente inferiori alla suddetta capacità di progetto Valore soglia all emissione: è, per ciascun inquinante, il valore espresso in kg/a al di sopra del quale lo stabilimento IPPC è tenuto a dichiarare le sue emissioni totali (tab e All.1, D.M ). Misura (M): una emissione si intende misurata quando l informazione quantitativa deriva da misure realmente fatte su campioni prelevati nell impianto stesso utilizzando metodi standardizzati o ufficialmente accettati. Calcolo (C): una emissione si intende calcolata quando l informazione quantitativa è ottenuta utilizzando metodi di stima e fattori di emissione accettati a livello nazionale o internazionale e rappresentativi dei vari settori industriali. Stima (S): una emissione si intende stimata quando l informazione quantitativa deriva da stime non standardizzate basate sulle migliori assunzioni o ipotesi di esperti. Scarico diretto: è lo scarico avviato direttamente al corpo idrico recettore (es. corso d acqua, mare) anche dopo eventuale depurazione all interno del complesso IPPC stesso. Scarico indiretto: è lo scarico avviato, previo trasferimento tramite fognatura, ad un impianto di depurazione esterno al complesso IPPC. 7

8 Puntuale (P): l emissione è puntuale se il dato di emissione è la somma delle sole emissioni puntuali o convogliate. Puntuale+Diffusa (P+D): l emissione è puntuale+diffusa se il dato di emissione è la somma di emissioni puntuali e non puntuali/diffuse. NOSE: Nomenclature Of Sources of Emission. Classificazione standard europea delle fonti di emissione. SNAP: Selected Nomenclature for Air Pollution. NACE: (National Classification of Economic Activities). La nomenclatura NACE è la classificazione standard europea delle attività economiche. NOSE-P: (Nomenclature Of Sources of Emission). La nomenclatura NOSE o NOSE-P è la classificazione standard europea delle fonti di emissione 6. 6 Vedi: NOSE Nomenclature for sources of emissions, 8D, Luxembourg 25 May 1998, Eurostat 8

9 Introduzione - IPPC e AIA Nel 1996 l Unione Europea ha pubblicato la Direttiva 96/61/CE (Direttiva IPPC) che stabilisce una serie di regole comuni per il rilascio delle autorizzazioni alle installazioni industriali in Europa. L acronimo IPPC significa Integrated Pollution Prevention and Control, e riguarda la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento ambientale. La nuova direttiva 2008/1/CE, in vigore dal 18 febbraio 2008, riunisce in un unico testo le norme previste dalla direttiva 96/61/CE e successivi provvedimenti di modifica e integrazione. Il nuovo provvedimento in materia di "IPPC" non apporta innovazioni dal punto di vista sostanziale, ma si limita a razionalizzare e chiarire il quadro normativo di riferimento, stabilendo l espressa abrogazione della citata direttiva 96/61/CE (trasposta sul piano nazionale dal D.Lgs. 59/2005). Lo scopo della Direttiva è di minimizzare l inquinamento causato dalle varie sorgenti situate in tutta l UE, richiedendo per alcuni impianti (tutti elencati nell Allegato I della Direttiva 96/61/CE) la necessità di ottenere autorizzazioni integrate AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) dalle autorità dei vari paesi, in assenza delle quali non potranno operare. Il concetto di autorizzazione integrata implica che le autorizzazioni devono tenere in conto l insieme delle prestazioni ambientali degli impianti, ovvero delle emissioni nell aria, degli impatti sulle acque, sul suolo, della produzione dei rifiuti, dell impiego di materie prime, dell efficienza energetica, del rumore, della prevenzione degli incidenti, della gestione dei rischi, ecc. Le autorizzazioni dovranno essere basate sul concetto delle BAT (Best Available Techniques: migliori tecniche disponibili), definite nell articolo 2 del D.Lgs.59/05. Le BAT sono le tecniche più efficaci (compresa la progettazione, la costruzione, la manutenzione, l esercizio, e la chiusura dell impianto) per ottenere un elevato livello di protezione dell ambiente nel suo complesso. Le tecniche saranno sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide nell'ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purché il gestore possa avervi accesso a condizioni ragionevoli (allegato IV del D.Lgs.59/05). Le BAT possono implicare miglioramenti ambientali estremamente significativi. Poiché in alcuni casi gli adeguamenti degli impianti alle BAT possono comportare per le aziende costi significativi, la Direttiva garantisce un periodo di ben 11 anni di transizione a partire dalla data di applicazione della Direttiva. La Direttiva IPPC è stata recepita in Italia con i seguenti atti legislativi: -Decreto Legislativo n.372 del 4 agosto 1999 (D.Lgs.372/99) Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana n 252 del 26/10/1999 abrogato dal Decreto legislativo n. 59 del 18 febbraio 2005 (D.Lgs.59/05) Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 93 del 22 Aprile Decreto Ministeriale del 23 novembre 2001 (D.M. 23/11/01) pubblicato sulla G.U. del 13 febbraio 2002 (Supplemento ordinario n.29) -Decreto Ministeriale del 26 aprile 2002 (D.M. 26/4/2002) Modifiche al decreto ministeriale 23 novembre 2001 in materia di dati, formato e modalità della comunicazione di cui all'art. 10 del decreto legislativo n. 372 del 1999, pubblicato in G.U. 31 maggio

10 -Decreto legislativo n. 180 del 30 ottobre 2007 pubblicato sulla G.U del 31/10/2007 n. 254 Differimento di termini in materia di autorizzazione integrata ambientale e norme transitorie. In definitiva, l AIA garantisce che tutti gli aspetti di interazione dell impianto con l ambiente siano stati valutati, riporta l indicazione delle autorizzazioni sostituite, contiene le prescrizioni definite per lo stabilimento nell ambito della normativa, indica i valori limite in materia di inquinamento atmosferico nonché le misure riguardanti le condizioni di esercizio. 10

11 1 - I COMPLESSI IPPC IN PUGLIA La situazione in Puglia. La Regione con la Delibera di Giunta (DGR) n del , ha approvato le procedure tecniche amministrative per il rilascio dell'aia. Il provvedimento individua la Regione Puglia e, in particolare, il Settore Ecologia dell' Assessorato all'ecologia, come l Autorità competente al rilascio dell AIA, di cui al D.lgs.59/05. La Legge Regionale del 14 giugno 2007 n. 17, di delega alla province di varie competenze ambientali, ha trasferito anche l esercizio delle funzioni amministrative in materia di autorizzazione integrata ambientale (cioè l istruttoria e il rilascio dell'aia per le attività di cui all allegato I del decreto legislativo del 18 febbraio 2005, n. 59) a decorrere dal primo luglio In Puglia sono presenti 146 complessi IPPC, di cui 11 sono di competenza Statale (complessi IPPC rientranti nell Allegato V del D.Lgs.59/05) e 135 sono di competenza Regionale/Provinciale (tutti quelli dell Allegato I del D.Lgs.59/05 fatto salvo quelli statali). Nella Figura 1 si riporta l elenco dei complessi IPPC di competenza statale e la loro localizzazione mentre in allegato (ALLEGATO I) si riportano gli stabilimenti IPPC di competenza Regionale /Provinciale. Figura 1: Complessi IPPC di competenza Statale Ragione sociale Categoria Tipo di procedura Comune Provincia Centrale termoelettrica EDIPOWER S.p.A. Centrali termiche à Prima AIA per impianto esistente Brindisi BR Centrale termoelettrica EDISON S.p.a. Centrali termiche Rinnovo AIA Candela FG Centrale termoelettrica ENI POWER S.p.A. Centrali termiche Prima AIA per impianto esistente Taranto TA Centrale termoelettrica Federico II ENEL Produzione S.p.A. Impianto Termoelettrico ENEL Produzione S.p.A. Centrali termiche Prima AIA per impianto esistente Brindisi BR Centrali termiche Prima AIA per impianto esistente Bari BA Raffineria ENI S.p.A. Raffinerie Prima AIA per impianto esistente Taranto TA Sito produttivo EDISON S.p.a. Centrali termiche Prima AIA per impianto esistente Taranto TA Stabilimento BASELL POLIOLEFINE ITALIA S.r.l. Impianti chimici Prima AIA per impianto esistente Brindisi BR Stabilimento POLIMERI EUROPA S.p.A. Impianti chimici Prima AIA per impianto esistente Brindisi BR Stabilimento ILVA S.p.A. Acciaierie Prima AIA per impianto esistente Taranto TA Centrale a Ciclo Combinato Stabilimento EniPower S.p.A. Fonte: Centrali termiche AIA per nuovo impianto Taranto TA 11

12 1.2 - Numero di attività presenti in ogni provincia. Vengono di seguito presentati il numero di complessi IPPC della Puglia per provincia (sia di competenza statale che regionale/provinciale), nonché la percentuale di quelle presenti rispetto al dato complessivo regionale (vedi Figura 2). Figura 2: Numero di complessi IPPC presenti in ogni Provincia Provincia N. complessi IPPC Bari 47 Brindisi 21 Foggia 26 Lecce 20 Taranto 32 Totale 146 Taranto 22% Bari 32% Lecce 14% Foggia 18% Brindisi 14% Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Fonte: Regione e ARPA Puglia Notiamo che nella Provincia di Bari sono presenti 47 stabilimenti, che rappresentano circa il 32% dei complessi IPPC presenti su tutto il territorio regionale, nella Provincia di Brindisi ve ne sono 21, pari al 14%, nella Provincia di Foggia sono presenti 26 stabilimenti pari al 18%, nella Provincia di Lecce la percentuale dei complessi IPPC è pari al 14% con 20 stabilimenti, mentre in quella di Taranto la percentuale è pari al 22% con 32 stabilimenti Complessi IPPC e contesto territoriale. La descrizione del contesto territoriale pugliese riferito al numero di complessi IPPC per provincia prende in esame il numero di residenti e l estensione del territorio (vedi Figura 3). La Provincia di Bari è caratterizzata da un estensione di 5.138,30 kmq, pari al 26,5% dell intero territorio regionale, da una popolazione di unità, pari a circa il 39,2% 12

13 della popolazione regionale e dalla presenza del 32% delle attività produttive che devono richiedere, per il proprio esercizio, l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). La Provincia di Brindisi ha un estensione di 1.839,46 kmq, pari al 9,5% del territorio regionale, ed una popolazione di unità, pari a circa il 9,9% della popolazione regionale, con la presenza del 14% delle attività AIA. L estensione della Provincia di Foggia è di kmq, che costituisce il 14,3% del territorio regionale. La popolazione provinciale ammonta a unità, ossia il 19,8% della popolazione regionale, mentre la percentuale di complessi IPPC presenti è pari al 18% del totale regionale. L estensione della provincia di Lecce è di 2.436,67 kmq, pari a circa il 12,6% del territorio regionale; in essa risiedono residenti, pari al 14.3% della popolazione regionale, e sono presenti il 14 % delle attività produttive ricadenti in AIA del totale regionale. L estensione della provincia di Taranto è di 7.191,97 kmq, pari al 37,1% del territorio regionale, con una popolazione di unità, cioè il 16,8% della popolazione regionale, e con la presenza del 22% delle attività produttive ricadenti in AIA. In Figura 3 sono riportati per ogni provincia i dati relativi al numero di attività per ogni 100 chilometri quadrati e al numero di attività IPPC per ogni dieci mila abitanti. Figura 3: Numero di stabilimenti in funzione dell estensione del territorio Provinciale e del numero di abitanti per Provincia %Estensione %Popolazione %Attività N.Attività/1000Kmq N.Attività/10.000abitanti BARI 26,5 39, ,29 BRINDISI 9,5 9, ,52 FOGGIA 37,1 16, ,37 LECCE 14,3 19, ,24 TARANTO 12,6 14, , %Estensione %Popolazione %Attività BARI BRINDISI FOGGIA LECCE TARANTO Fonte: Dati ISTAT

14 1.4 - Numero di attività a livello regionale divise per Codice IPPC. Nella Figura 4 è descritta la distribuzione delle attività soggette ad AIA in base al codice IPPC cioè per tipologia di attività produttiva (vedi Allegato II). L attività IPPC con il maggior numero di stabilimenti è quella relativa alla Gestione dei rifiuti (Cod.5) con ben 69 stabilimenti ed una quota pari al 47,26% del totale regionale. Le altre tipologia di attività IPPC presenti sono: la trasformazione dei prodotti minerali, con il 16,44%; Altre attività, con il 13,70%; il settore Energetico e la Trasformazione dei metalli, entrambi con l 8,22% ed infine il settore Chimico con il 6,16%. Figura 4: Distribuzione degli stabilimenti IPPC per tipologia in Puglia Cod. IPPC N. di attività % 1 Energetico 12 8,22 2 Trasf. metalli 12 8,22 3 Prodotti minerali 24 16,44 4 Chimico 9 6,16 5 Gestione rifiuti 69 47,26 6 Altro 20 13,70 Totale , ,7% 1 8,2% 2 8,2% 3 16,4% 5 47,3% 4 6,2% Fonte: Regione e ARPA Puglia 14

15 1.5 - Distribuzione spaziale dei complessi IPPC. Riportiamo la localizzazione dei complessi IPPC presenti nelle province pugliesi, il numero di attività per codice IPPC e la relativa percentuale (vedi Figure 5-9). In Provincia di Bari abbiamo complessivamente 47 attività IPPC di cui una afferente al settore energetico di competenza statale (vedi Figura 5). Figura 5: Provincia di Bari Cod. IPPC N. attività IPPC % 1 Energetico 1 2,1 2 Trasf. metalli 4 8,5 3 Prodotti minerali 6 12,8 4 Chimico 2 4,3 5 Gestione rifiuti 23 48,9 6 Altro 11 23,4 Totale ,0 6 23,4% 1 2,1% 2 8,5% 3 12,8% 4 4,3% 5 48,9% Fonte: Regione e ARPA Puglia 15

16 In Provincia di Brindisi vi sono complessivamente 21 complessi IPPC di cui ben 4 di competenza statale e rispettivamente 3 del settore energetico ed 1 del settore chimico (vedi Figura 6). Figura 6: Provincia di Brindisi Cod. IPPC N. attività IPPC % 1 Energetico 2 9,5 2 Trasf. metalli 0 0,0 3 Prodotti minerali 2 9,5 4 Chimico 4 19,0 5 Gestione rifiuti 12 57,1 6 Altro 1 4,8 Totale ,0 6 4,8% 1 9,5% 2 0,0% 3 9,5% 5 57,1% 4 19,0% Fonte: Regione e ARPA Puglia 16

17 In Provincia di Foggia sono presenti 26 attività soggette ad AIA, di cui solo 1 di competenza statale relativa al settore energetico (vedi Figura 7). Figura 7: Provincia di Foggia Cod. IPPC N. attività IPPC % 1 Energetico 3 11,5 2 Trasf. metalli 2 7,7 3 Prodotti minerali 6 23,1 4 Chimico 0 0,0 5 Gestione rifiuti 9 34,6 6 Altro 6 23,1 Totale ,0 6 23,1% 1 11,5% 2 7,7% 5 34,6% 4 0,0% 3 23,1% Fonte: Regione e ARPA Puglia 17

18 In Provincia di Lecce abbiamo complessivamente 20 attività IPPC, tutte di competenza regionale/provinciale (Vedi Figura 8). Figura 8: Provincia di Lecce Cod. IPPC N. attività IPPC % 1 Energetico 0 0,0 2 Trasf. metalli 5 25,0 3 Prodotti minerali 3 15,0 4 Chimico 2 10,0 5 Gestione rifiuti 10 50,0 6 Altro 0 0,0 Totale ,0 1 0,0% 6 0,0% 2 25,0% 5 50,0% 4 10,0% 3 15,0% Fonte: Regione e ARPA Puglia 18

19 In Provincia di Taranto sono presenti 32 complessi AIA, dei quali 4 sono di competenza statale, ossia lo stabilimento siderurgico a ciclo integrato, la raffineria e due stabilimenti energetici (Vedi Figura 9). Figura 9: Provincia di Taranto Cod. IPPC N. attività IPPC % 1 Energetico 6 18,8 2 Trasf. metalli 1 3,1 3 Prodotti minerali 7 21,9 4 Chimico 1 3,1 5 Gestione rifiuti 15 46,9 6 Altro 2 6,3 Totale ,0 6 6,3% 1 18,8% 2 3,1% 5 46,9% 4 3,1% 3 21,9% Fonte: Domande AIA/IPPC pervenute presso la Direzione Scientifica 19

20 2 - IL REGISTRO INES-EPER (E-PRTR) Il registro INES - Inventario delle Emissioni e delle loro Sorgenti - è un database pubblico e aggiornato annualmente, che raccoglie informazioni sulle emissioni in aria e acqua provenienti dai più grandi stabilimenti che ricadano nell ambito di applicazione della Direttiva 2008/1/CE (Direttiva IPPC). Queste emissioni sono accessibili al pubblico attraverso il sito Il registro INES è alimentato attraverso le Dichiarazioni INES, che saranno descritte di seguito, ed è finalizzato a: stimare e quantificare i livelli di emissioni sul territorio; identificare le principali fonti di emissioni locali; implementare modelli di diffusione e di previsione per lo sviluppo di scenari emissivi; stimare e valutare i contributi delle emissioni dei diversi comparti industriali; supportare le procedure di valutazione ambientale, come la VIA e la VAS; agevolare le decisioni sulla pianificazione territoriale. Uno degli aspetti principali del Registro INES consiste nell opportunità, per tutti i cittadini, di esercitare il proprio diritto di accesso alle informazioni ambientali, in maniera semplice e comprensibile (ex D.Lgs.195 del 19/08/05 in attuazione del Regolamento 2003/4/CE - Accesso del Pubblico alle informazioni). Questo Registro contribuisce a migliorare: la consapevolezza sulle problematiche ambientali del territorio, da parte del pubblico; le prestazioni ambientali dei settori produttivi; la conoscenza e la gestione dell ambiente da parte delle istituzioni pubbliche. Gli inquinanti considerati nel Registro INES, sia per la matrice aria che per la matrice acqua, sono raggruppati per gruppi omogenei (Vedi Allegato III Schede III-IV): convenzionali e gas serra; metalli e composti; sostanze organiche clorurate; altri composti organici; altri composti. Scheda - Normativa di riferimento INES Il registro è istituito e regolamentato: dal D.Lgs. 372 del 4 agosto 1999 (art. 10) di recepimento della direttiva IPPC (recentemente abrogato dal D.Lgs. 59 del 18 febbraio 2005); dal D.M. del (suppl. ord G.U. n.37 del ) che con i suoi allegati, linee guida e questionario stabilisce dati, formato e modalità della comunicazione di cui all'articolo 10, comma 1 del decreto legislativo 4 agosto 1999, numero 372; dal D.M. del ; dal D.P.C.M. del (G.U , n.3) che ha integrato la dichiarazione INES al Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) definito dalla Legge 70/1994. Il MUD è la dichiarazione che le attività economiche devono presentare annualmente alla Camera di Commercio indicando le tipologie e le quantità di rifiuti prodotti e/o gestiti; le attività coinvolte sono definite dal D.Lgs. 16/01/2008 n. 4 che ha modificato il nuovo codice ambientale (D. Lgs. 152/2006); dal D.P.C.M del (G.U , n. 48). Sanzioni La mancata o incompleta o inesatta compilazione della comunicazione di cui al Capitolo 2 del MUD inerente le emissioni (dichiarazione INES) non è sanzionabile. Infatti il Decreto Legislativo 372/1999, che ha istituito tale obbligo, non ha disposto alcuna sanzione in merito e l'integrazione al MUD della dichiarazione INES non consente l'estensione delle sanzioni previste dal Decreto Legislativo 22/1997 anche alle emissioni (le sanzioni relative al MUD previste dal Decreto Legislativo 22/1997 sono esclusivamente riferite all'articolo 11 del medesimo decreto e riguardano quindi solo i rifiuti). Fonte : (camera di Commercio Milano) 20

21 2.1 - informazioni presenti nella dichiarazione INES Nelle dichiarazioni INES redatte dai gestori dei complessi IPPC sono presenti le seguenti informazioni: Dati anagrafici e produttivi del complesso attraverso apposite schede identificative; Dati sulle emissioni in atmosfera ed in acqua che superano i valori di soglia di cui alle tabelle e dell all.1 del D.M. 23/11/2001(Allegato III). I dati del Registro INES sono utilizzati, a livello Comunitario, per alimentare il Registro Europeo EPER (European Pollution Emission Register), che descrive le emissioni di tutti i principali complessi IPPC presenti nell Unione Europea (vedi sito ). Attraverso il Regolamento CE 166/06, il Registro EPER è stato sostituito con l E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) che sarà compilato a partire dal Con la dichiarazione INES, che è il processo di raccolta delle informazioni a livello nazionale, i responsabili dei complessi IPPC sono tenuti a comunicare le informazioni sullo stabilimento, sulle attività produttive IPPC svolte e i dati sulle emissioni in aria ed acqua dello stabilimento. La normativa vigente stabilisce i criteri e le modalità per la presentazione delle dichiarazioni. Le informazioni quantitative sugli inquinanti presenti nelle emissioni possono essere acquisite attraverso le tre seguenti procedure: misura i7, calcolo 8, stima 9. La modalità di acquisizione del dato di emissione deve essere indicata facendo riferimento alla procedura utilizzata per determinare la parte più grande dell'emissione. La scelta delle procedure da applicare viene affidata alle conoscenze e all'esperienza di coloro che hanno il compito di produrre i dati. Qualunque sia la procedura seguita, è raccomandato di registrare e conservare per almeno tre anni tutta la documentazione relativa all'ottenimento dei dati. Per la misura degli inquinanti nelle emissioni in aria e in acqua è raccomandato di utilizzare i metodi riportati e/o indicati nella normativa italiana (Tab e dell all.1 del D.M. 23/11/2001). Per gli inquinanti non regolamentati dalla normativa nazionale si raccomanda di utilizzare metodi standardizzati internazionalmente accettati (Tab e dell all.1 del D.M. 23/11/2001). 7 Misura: un'emissione si intende misurata (M) quando l'informazione quantitativa deriva da misure realmente fatte su campioni prelevati nell'impianto stesso usando metodi standardizzati o ufficialmente accettati. I monitoraggi in continuo producono i dati più accurati anche se a volte può essere antieconomico o superfluo realizzarli. Nel caso di monitoraggi discontinui è importante che la frequenza del campionamento garantisca medie rappresentative della composizione media annua dell'emissione relativamente all'inquinante in oggetto. 8 Calcolo: una emissione si intende calcolata (C) quando l'informazione quantitativa è ottenuta utilizzando metodi di stima dei fattori di emissione accettati a livello nazionale o internazionale e rappresentativa dei vari settori industriali. 9 Stima: una emissione si intende stimata (S) quando l'informazione quantitativa deriva da stime non standardizzate basate sulle migliori assunzioni o ipotesi di esperti. Questo metodo di acquisizione è meno accurato dei precedenti e dovrebbe essere utilizzati soltanto ove non sia possibile utilizzare i precedenti metodi.. 21

22 2.2 - Struttura della Dichiarazione INES. La dichiarazione si compone essenzialmente di 4 parti: Parte I: riguarda l'identificazione del complesso produttivo e delle attività sorgenti di emissioni che vi sono svolte. Parte II: riguarda le emissioni in aria. Parte III: riguarda le emissioni in acqua. Parte IV: riguarda le emissioni in acqua dei complessi produttivi IPPC che inviano i propri effluenti liquidi, tutti o parte di essi, ad un depuratore esterno. Tali complessi produttivi IPPC, dopo aver compilato la parte III del questionario, possono scegliere se compilare o meno la IV parte. La dichiarazione deve essere accompagnata da una certificazione da parte di un responsabile della dichiarazione (proprietario o gestore o altro) del complesso dichiarante. Il responsabile della dichiarazione può essere o meno la persona di riferimento. Tutte le schede e le istruzioni per compilarle possono essere scaricate dal sito o dal sito alla voce NORMATIVA NAZIONALE (D.M. 23 novembre allegato 1 Linee guida per la dichiarazione delle emissioni - allegato 2 Questionario per la dichiarazione delle emissioni). Le emissioni in atmosfera presenti nel registro INES riguardano sia quelle complessive dello stabilimento che quelle dettagliate per tipologia di attività IPPC. Nella emissione totale si devono includere le emissioni puntuali (convogliate) e quelle diffuse/non puntuali (non convogliate). La dichiarazione delle emissioni in acqua è più complessa di quelle in aria. Il complesso IPPC dichiarante deve dichiarare la presenza o meno di processi di depurazione degli effluenti e l'ubicazione degli impianti di depurazione. Nel caso in cui i reflui o parte di essi siano sottoposti ad un processo di depurazione, il complesso IPPC dichiarante deve dichiarare se l'impianto di depurazione fa parte: del complesso IPPC dichiarante (depurazione on-site) di un complesso IPPC diverso dal dichiarante (depurazione off-site) di un complesso non IPPC (depurazione off-site, altro IPPC) di nessun complesso (depurazione off-site, depuratore consortile). Le emissioni in acqua sono suddivise in scarichi diretti ed indiretti. L'emissione totale da confrontare con il valore soglia è la somma di scarichi diretti ed indiretti e deve includere sia le emissioni puntuali che quelle non convogliate. Questa deve essere ripartita tra le attività IPPC sorgenti di emissione svolte nel complesso. 22

23 3 - DESCRIZIONE DEI COMPLESSI INES Descrizione dei complessi che hanno presentato le dichiarazioni INES nel Dalle dichiarazioni INES emerge che in Puglia le attività industriali a maggior impatto ambientale sono localizzate prevalentemente nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Brindisi e Taranto. Si nota, infatti, che il maggior contributo emissivo in Puglia, per quasi tutti gli inquinanti che prenderemo in esame, è da attribuire al complesso siderurgico di Taranto ed alle attività energetiche. Nella Figura sottostante sono presenti tutti i complessi che hanno presentato dichiarazione INES nel 2006 per competenza, per tipologia di attività IPPC (Vedi Allegato II ) e per provincia di appartenenza. Figura 10a: Stabilimenti che hanno presentato le Dichiarazioni INES 2006 di competenza statale Cod. IPPC 1.2 ENI S.P.A. Ragione Sociale Nome del Complesso Provincia Latitudine Longitudine ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO TA 40 29' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' '00 2.3(a) ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' '00 2.3(c) ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto TA 40 31' ' ENEL PRODUZIONE SPA IMPIANTO TERMOELETTRICO DI BARI BA 41 07' ' ENEL PRODUZIONE SPA CENTRALE TERMOELETTRICA Federico II (BR SUD) BR 40 34' ' ENIPOWER S.P.A. ENIPOWER S.P.A. - Stabil. di Brindisi BR 40 38' ' ENIPOWER S.P.A. ENIPOWER S.P.A. - Stabil. di Brindisi BR 40 38' ' ENIPOWER S.P.A. ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI TARANTO TA 40 29' ' ENIPOWER S.P.A. ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI TARANTO TA 40 29' ' EDIPOWER Centrale Termoelettrica Brindisi BR 40 38' ' EDISON CENTRALI TERMOELETTRICHE DI TARANTO TA 40 30' ' EDISON CENTRALI TERMOELETTRICHE DI TARANTO TA 40 30' ' EDISON CENTRALE TERMOELETTRICA DI CANDELA FG 41 11' ' ITAL GREEN ENERGY S.R.L. Ital Green Energy - Monopoli BA 40 57' '59 4.1(a) POLIMERI EUROPA SPA STABILIMENTO DI BRINDISI BR 40 38' '35 4.1(h) POLIMERI EUROPA SPA STABILIMENTO DI BRINDISI BR 40 38' '35 23

24 Figura 10a/bis: Stabilimenti che hanno presentato le Dichiarazioni INES 2006 di competenza regionale Cod. IPPC Ragione Sociale Nome del Complesso Provincia Latitudine Longitudine 3.1 MINERMIX SRL MINERMIX Srl LE 40 11' ' BUZZI UNICEM SPA Cementeria di Barletta BA 41 17' ' CEMENTIR - CEMENTERIE DEL TIRRENO SPA Stabilimento di Taranto TA 40 29' ' COLACEM S.P.A. CEMENTERIA DI GALATINA LE 40 10' ' VETRERIE MERIDIONALI SPA VETRERIE MERIDIONALI SPA BA 40 52' ' VEBAD SPA VEBAD SpA BA 40 47' ' MANFREDONIA VETRO S.P.A. MANFREDONIA VETRO S.p.A. FG 41 43' '0 3.3 O-I MANUFACTURING ITALY S.p.A. O-I Manufacturing Italy S.p.A. - STABILIMENTO DI BARI BA 41 06' ' SANAC S.P.A. SANAC S.p.A. Stabilimento di Taranto TA 40 30' ' DANECO S.P.A. DISCARICA RSU E RSAU DI ANDRIA BA 41 15' '0 5.4 DANECO S.P.A. DISCARICA PER RSU E RSAU DI GIOVINAZZO BA 41 10' '0 Fonte: Figura 10b: Localizzazione complessi IPPC che hanno presentato la dichiarazione INES nel 2006 Fonte: ARPA Puglia 24

25 3.2 Confronto delle emissioni della Puglia con le altre regioni (dati INES 2006). In questo paragrafo analizzeremo le emissioni di anidride carbonica (CO 2 ), benzene (C 6 H 6 ), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx), monossido di carbonio (CO), particolato (PM) e diossine (PCDD, PCDF) dovute ai complessi IPPC che hanno presentato la dichiarazione INES su tutto il territorio nazionale. ANIDRIDE CARBONICA Osserviamo che la Puglia è la Regione italiana che emette, secondo quanto riportato nel registro INES in riferimento all anno 2006, la maggiore quantità di CO 2, con un valore di ,9 tonnellate/anno che rappresenta il 21,23% del dato nazionale. Figura 10c/a: ANIDRIDE CARBONICA (CO 2 ) REGIONE EMISSIONE U.M. % ABRUZZO ,4 Mg/a 1,02 BASILICATA ,1 Mg/a 0,62 CALABRIA ,1 Mg/a 1,92 CAMPANIA ,7 Mg/a 1,15 EMILIA R ,0 Mg/a 4,84 FRIULI V. G ,9 Mg/a 3,44 LAZIO ,5 Mg/a 6,07 LIGURIA ,7 Mg/a 4,22 LOMBARDIA ,8 Mg/a 13,34 MARCHE ,1 Mg/a 1,27 MOLISE ,3 Mg/a 0,88 PIEMONTE ,0 Mg/a 4,24 PUGLIA ,9 Mg/a 21,23% SARDEGNA ,7 Mg/a 7,96 SICILIA ,0 Mg/a 12,54 TOSCANA ,3 Mg/a 5,51 TRENTINO ,0 Mg/a 0,16 UMBRIA ,7 Mg/a 2,70 VENETO ,5 Mg/a 6,89 Emissioni di CO emissione di NMVOC (Migliaia t/anno ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA R. FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA TRENTINO UMBRIA VENETO Fonte: 25

26 BENZENE La Puglia è la regione italiana che emette la maggiore quantità di benzene, con un valore pari a ,4 Kg/anno ed una percentuale sul dato nazionale del 46,13% (dati INES 2006). Figura 10c/b: BENZENE (C 6 H 6 ) REGIONE EMISSIONE U.M. % ABRUZZO kg/a 0,27 BASILICATA 1.361,2 kg/a 0,25 CAMPANIA 1.036,5 kg/a 0,19 EMILIA R ,5 kg/a 0,51 LAZIO 6.083,3 kg/a 1,13 LIGURIA kg/a 2,75 LOMBARDIA ,5 kg/a 9,87 PIEMONTE kg/a 1,87 PUGLIA ,4 kg/a 46,13 SARDEGNA ,8 kg/a 7,99 SICILIA ,6 kg/a 26,16 TOSCANA kg/a 0,30 UMBRIA kg/a 0,69 VENETO ,8 kg/a 1, Emissioni di C6H6 250 emissione di NMVOC (Migliaia t/anno) ABRUZZO BASILICATA CAMPANIA EMILIA R. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA VENETO Fonte: 26

27 IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI Le emissioni in atmosfera di IPA della Puglia coprono il 95,48% del dato complessivi nazionale con un valore pari a ,7 Kg/anno (dati INES 2006). Figura 10c/c: IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA) REGIONE EMISSIONE U.M. % LIGURIA 52,4 kg/a 0,16 PIEMONTE 60 kg/a 0,18 PUGLIA ,7 kg/a 95,48 SICILIA 112,7 kg/a 0,33 TOSCANA 296,6 kg/a 0,88 UMBRIA 1006 kg/a 2, Emissioni di IPA emissione di NMVOC (Kg/anno) LIGURIA PIEMONTE PUGLIA SICILIA TOSCANA UMBRIA Fonte: 27

28 OSSIDI DI AZOTO Nell emissione di NOx, è ancora la Puglia la regione che emette la maggiore quantità di inquinante, con una percentuale del 19,63% ed un valore pari a ,8 t/anno (dati INES 2006). Figura 10c/d: OSSIDI DI AZOTO (NOx) REGIONE EMISSIONE U.M. % ABRUZZO 6.767,3 Mg/a 2,42 BASILICATA 2.695,4 Mg/a 0,96 CALABRIA 4.570,2 Mg/a 1,63 CAMPANIA 6.793,3 Mg/a 2,43 EMILIA R Mg/a 4,06 FRIULI V. G ,4 Mg/a 4,24 LAZIO ,6 Mg/a 4,43 LIGURIA ,7 Mg/a 3,86 LOMBARDIA ,2 Mg/a 11,54 MARCHE 1.890,9 Mg/a 0,68 MOLISE 3.895,4 Mg/a 1,39 PIEMONTE ,2 Mg/a 4,80 PUGLIA ,8 Mg/a 19,63 SARDEGNA ,3 Mg/a 6,53 SICILIA ,4 Mg/a 11,65 TOSCANA ,4 Mg/a 5,47 TRENTINO 665,4 Mg/a 0,24 UMBRIA ,4 Mg/a 4,80 VENETO ,4 Mg/a 9,23 60 Emissioni di NOx 50 emissione di NMVOC (Migliaia t/anno) ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA R. FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA TRENTINO UMBRIA VENETO Fonte: 28

29 OSSIDI DI ZOLFO In riferimento agli SOx derivanti da inquinamento industriale (dati INES 2006), la Puglia risulta ancora una volta la regione maggiormente responsabile, con una percentuale pari al 23,27 % ed un emissione di ,5 t/anno. Figura 10c/e: OSSIDI DI ZOLFO (SOx) REGIONE EMISSIONE U.M. % ABRUZZO 190,5 Mg/a 0,07 BASILICATA 1.244,6 Mg/a 0,43 CALABRIA 1.730,7 Mg/a 0,60 CAMPANIA 460,1 Mg/a 0,16 EMILIA R ,8 Mg/a 1,87 FRIULI V. G ,1 Mg/a 5,69 LAZIO ,3 Mg/a 3,97 LIGURIA ,1 Mg/a 6,71 LOMBARDIA ,5 Mg/a 5,88 MARCHE 1.386,5 Mg/a 0,48 MOLISE 1,4 Mg/a 0,00 PIEMONTE 9.093,3 Mg/a 3,14 PUGLIA ,5 Mg/a 23,27 SARDEGNA ,4 Mg/a 11,71 SICILIA ,5 Mg/a 21,20 TOSCANA ,8 Mg/a 6,33 TRENTINO 0,9 Mg/a 0,00 UMBRIA 5.840,8 Mg/a 2,01 VENETO ,9 Mg/a 6,49 80 Emissioni di SOx 70 emissione di NMVOC (Migliaia t/anno) ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA R. FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA TRENTINO UMBRIA VENETO Fonte: 29

30 MONOSSIDO DI CARBONIO Dai dati Ines 2006 risulta che la Puglia è la regione che emette ben l 81,11% di monossido di carbonio, con una quantità pari a t/anno. Figura 10c/f: MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) REGIONE EMISSIONE U.M. % ABRUZZO 545,2 Mg/a 0,08 BASILICATA 518,9 Mg/a 0,08 CAMPANIA 1.954,6 Mg/a 0,29 EMILIA R ,5 Mg/a 1,24 FRIULI V. G ,8 Mg/a 0,52 LAZIO 2.213,1 Mg/a 0,33 LIGURIA 2.358,3 Mg/a 0,35 LOMBARDIA ,7 Mg/a 3,69 MOLISE 710,2 Mg/a 0,11 PIEMONTE Mg/a 1,63 PUGLIA Mg/a 81,11 SARDEGNA ,4 Mg/a 3,54 SICILIA 4.901,7 Mg/a 0,73 TOSCANA ,4 Mg/a 3,31 UMBRIA 9.961,2 Mg/a 1,48 VENETO ,6 Mg/a 1,54 Emissioni di CO emissione di NMVOC (Migliaia t/anno) ABRUZZO BASILICATA CAMPANIA EMILIA R. FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA VENETO Fonte: 30

31 PARTICOLATO La stessa situazione esiste per il PM, la cui emissione in Puglia raggiunge le ,9 t/anno, con una percentuale del 62,23% (dati INES 2006). Figura 10c/g: PARTICULATE MATTER (PM) REGIONE EMISSIONE U.M. % CAMPANIA 81,8 Mg/a 0,40 EMILIA R. 183,6 Mg/a 0,91 FRIULI V. G. 348,4 Mg/a 1,72 LAZIO 166,9 Mg/a 0,82 LIGURIA 456,9 Mg/a 2,26 LOMBARDIA 512,6 Mg/a 2,53 PIEMONTE 502,1 Mg/a 2,48 PUGLIA ,9 Mg/a 62,23 SARDEGNA 1.600,4 Mg/a 7,91 SICILIA 1.586,5 Mg/a 7,84 TOSCANA 610,5 Mg/a 3,02 UMBRIA 241,2 Mg/a 1,19 VENETO 1.350,3 Mg/a 6, Emissioni di PM emissione di NMVOC (Migliaia t/anno) CAMPANIA EMILIA R. FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA VENETO Fonte: 31

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