UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DEI SOLVENTI E DELLE POLVERI

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1 UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DEI SOLVENTI E DELLE POLVERI E stata pubblicata la norma tecnica UNI che regolamenta la costruzione degli impianti per l abbattimento dei VOC e delle polveri. Riportiamo una breve sintesi dei punti più importanti 30 ANNO XV N.87 APRILE 2009

2 La UNI 11304, titolata Impianti di abbattimento polveri, nebbie oleose, aerosol e composti organici volatili (VOC) Requisiti minimi prestazionali e di progettazione, pubblicata nel settembre 2008, è una norma tecnica volontaria che si applica ad alcune tipologie di impianti di abbattimento. La norma ha l obbiettivo di fornire un riferimento per gli utilizzatori ed i costruttori, che consenta loro di progettare ed utilizzare impianti che corrispondano a requisiti prestazionali e tecnici di elevata compatibilità ambientale. La UNI è suddivisa in due parti, trattate qui di seguito separatamente. UNI DEPOLVERATORI A SECCO A MATRICE FILTRANTE depurazione aria Questa parte della norma definisce i requisiti minimi prestazionali e di progettazione dei depolveratori a secco a matrice filtrante, utilizzati per l abbattimento del particolato solido presente nelle emissioni aeriformi di processi industriali. Essa si applica esclusivamente alle seguenti tipologie di filtri: a maniche (compresi quelli a cassetto); a tasche; a cartuccia; a pannelli; sinterizzati. Sono escluse le applicazioni relative al condizionamento ed alla ventilazione degli ambienti. Dopo la definizione di alcuni termini utilizzati nel testo (capitolo 3), la norma prosegue (capitolo 4) con la descrizione dei principi di funzionamento dei filtri, dei diversi tipi di materiali utilizzabili e delle loro caratteristiche, dei metodi di pulizia degli elementi filtranti e delle possibili anomalie di funzionamento. Il capitolo 5 è invece dedicato all esposizione di quei requisiti minimi progettuali necessari per ottenere i requisiti minimi prestazionali riportati nel successivo capitolo. Le voci che caratterizzano il capitolo 5 sono le seguenti: - distribuzione dimensionale del particolato solido da trattare, che influenza l efficienza del filtro, nonché la scelta della matrice filtrante PROFESSIONE VERNICIATORE DEL LEGNO 31

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4 e del grado di filtrazione; - caratteristiche qualitative e quantitative del particolato solido, che devono essere dettagliatamente fornite dall acquirente; - caratteristiche quantitative e qualitative dell effluente aeriforme; - velocità di attraversamento e carico superficiale, di cui vengono forniti gli intervalli di valori in funzione della dimensione del particolato e del tipo di pulizia del filtro; - tipo di matrice filtrante, di cui vengono forniti i parametri essenziali ed i relativi intervalli ottimali di progettazione; campi di impiego. Nel capitolo 6 vengono invece presentati i requisiti minimi prestazionali, cioè i valori minimi che devono assumere alcuni parametri affinché le prestazioni del filtro possano essere considerate ad elevata compatibilità ambientale. I parametri considerati sono: - efficienza di filtrazione; - grado di filtrazione; - concentrazione di particolato solido al camino; - sistemi di controllo presenti. Nel capitolo 7 viene affrontato il tema dei costi di gestione dell impianto, con l indicazione di tutti quei parametri che devono essere presi in considerazione per un corretto computo di questa voce e con l introduzione del concetto di costo di gestione unitario (rapporto tra la somma dei costi e la quantità di polvere trattata in un certo arco di tempo), utile per poter effettuare significativi confronti tra differenti soluzioni impiantistiche. La norma termina con il capitolo 8, dedicato alle garanzie minime che il costruttore deve fornire al committente nel contratto d acquisto o nella conferma d ordine. UNI IMPIANTI DI TRATTAMENTO VOC Questa parte della norma definisce i requisiti minimi prestazionali e di progettazione degli impianti di trattamento VOC per l abbattimento degli inquinanti organici presenti presenti nelle emissioni aeriformi di processi industriali. Essa si applica alle seguenti tipologie impiantistiche: - combustori (ad esclusione degli inceneritori di rifiuti e delle torce); - adsorbitori; - biofiltri; - assorbitori; - condensatori; - concentratori. depurazione aria Per quanto concerne il capitolo 4 relativo ai principi di funzionamento, la norma rimanda alla UNI Impianti di abbattimento dei composti organici volatili Criteri e requisiti per l ordinazione, la fornitura, il collaudo e la manutenzione Parti 1-7. Nel capitolo 5 (Requisiti minimi progettuali) vengono presentate delle schede, una per ogni tipo di tipologia impiantistica, in cui sono definiti valori ed intervalli numerici dei principali parametri che caratterizzano gli impianti, da utilizzarsi come guida per una corretta progettazione (un esempio di scheda è riportato nella tabella allegata). Nel capitolo 6 vengono invece presentati i requisiti minimi prestazionali, cioè i valori minimi che devono assumere alcuni parametri affinché le prestazioni degli impianti di trattamento possano essere considerati ad elevata compatibilità ambientale. I parametri considerati sono: - efficienza di filtrazione (di cui si riportano i valori minimi nel comparto della verniciatura industriale); - concentrazione di VOC al camino; - sistemi di controllo presenti. Completano questa parte della norma il capitolo 7 relativo ai costi di gestione ed il capitolo 8 relativo alle garanzie. PROFESSIONE VERNICIATORE DEL LEGNO 33

5 UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DI SOLVENTI E POLVERI Proseguiamo la sintesi commentata della UNI Anno XVI n.94 Maggio 2010

6 PREMESSA La norma UNI Impianti di abbattimento polveri, nebbie oleose, aerosol e composti organici volatili (VOC) Requisiti minimi prestazionali e di progettazione, redatta con il supporto tecnico di UNIARIA (Unione Costruttori Impianti di Depurazione Aria) e di alcuni enti istituzionali (ARPA, Regioni, Province, ecc), è costituita da due parti: parte 1, che riguarda i depolveratori a secco a matrice filtrante; parte 2, che descrive gli impianti di trattamento VOC. Altre parti relative ad ulteriori tipologie impiantistiche potrebbero essere messe allo studio in futuro. L obbiettivo della UNI è quello di fornire un riferimento, per gli utilizzatori ed i costruttori degli impianti in oggetto, che consenta loro di progettare ed utilizzare macchine che corrispondono a requisiti prestazionali e tecnici di elevata compatibilità ambientale; ciò significa realizzare e condurre impianti in grado di ridurre al minimo le emissioni in ambiente, i consumi, l impegno energetico ed i costi di gestione. La parte 1 relativa ai Depolveratori è stata già ampiamente commentata sul numero 74 della rivista Professione Verniciatore (marzo 2007), prima ancora che la norma venisse ufficialmente pubblicata. La parte 2 è invece quella relativa agli Impianti di trattamento VOC e ne diamo di seguito una breve sintesi commentata. depurazione aria IMPIANTI PER SOLVENTI In primo luogo è da sottolineare lo stretto legame che unisce la presente parte della norma con la cugina UNI Impianti di abbattimento dei composti organici volatili (VOC) Criteri e requisiti per l ordinazione, la fornitura, il collaudo e la manutenzione (parti 1-7) : dai Riferimenti normativi (Capitolo 2) ai Principi di funzionamento e classificazione (Capitolo 4), i rimandi sono continui. In particolare, al paragrafo 4.1 vengono espressamente elencate le tipologie impiantistiche prese in considerazione: combustori (ad eccezione degli inceneritori di rifiuti e delle torce); adsorbitori; biofiltri; assorbitori; condensatori; concentratori. Nel Capitolo 5 della UNI Professione Verniciatore del Legno 15

7 vengono affrontati i Requisiti minimi progettuali, cioè quei valori numerici relativi ad alcuni parametri caratteristici delle singole tipologie impiantistiche, la cui adozione in fase progettuale rende le macchine in grado di ottemperare ad alcuni requisiti prestazionali necessari per il raggiungimento di quell elevata compatibilità ambientale che è l obbiettivo della norma. Mentre nella UNI gli stessi parametri fanno parte di un elenco che il costruttore deve obbligatoriamente fornire al committente, senza però che quest ultimo sia in grado di verificarne l effettiva correttezza, nella UNI la definizione di precisi intervalli numerici garantisce l utilizzatore della possibilità di verificare personalmente la serietà della proposta ricevuta. Si capisce dunque come le due norme siano tra loro complementari, necessarie e tutto sommato sufficienti, sotto tutti i punti di vista. Nel dettaglio, il Capitolo 5 si com- 16 Anno XVI n.94 Maggio 2010

8 pone di 6 schede, una per ogni tipologia impiantistica, in cui sono evidenziati i parametri di interesse ed i relativi valori numerici. Occorre far presente, a margine, che queste schede sono in qualche modo mutuate da analoghe tabelle già a suo tempo predisposte da alcuni enti regionali (Lombardia ed Emilia Romagna, in particolare), rivisitate e corrette in sede UNI grazie alla stretta collaborazione tra gli enti autorizzativi e gli impiantisti raccolti nell associazione UNIARIA. Esse rappresentano quindi lo stato dell arte attuale della tecnologia e si spera che vengano recepite ufficialmente anche dagli altri enti istituzionali, come aggiornamento a quanto già in essere. Qualche esempio di scheda è visibile nelle tabelle pubblicate in questo articolo. Il Capitolo 6 riguarda invece i Requisiti minimi prestazionali, cioè quelle voci che devono essere garantite (espressamente citate nel Capitolo 8 Garanzie ) dal costruttore durante l effettivo esercizio dell impianto. Le voci prese in considerazione sono tre: l efficienza di abbattimento; la concentrazione di VOC al camino; la presenza di idonei dispositivi e sistemi di controllo. L efficienza di abbattimento è il parametro caratteristico degli impianti oggetto della norma; esso deve essere espressamente dichiarato in fase di trattativa commerciale e deve essere garantito dal costruttore in fase di esercizio. I requisiti minimi per questo parametro sono riportati nel prospetto 7 della norma, per ciò che concerne il comparto della verniciatura industriale (formato da una elevata quantità di impianti, applicati nei più disparati settori). Per quanto riguarda la concentrazione di VOC al camino, invece, generalmente le attività industriali sono soggette al rispetto di limiti alle emissioni stabiliti dalle autorità competenti e quindi, normalmente il costruttore fornisce come garanzia il rispetto di tale valore limite. Tuttavia, in molti casi, è possibile il raggiungimento di valori di concentrazione inferiori a quelli previsti dalla legislazione vigente; essi sono, infatti, diretta conseguenza del rispetto del requisito minimo precedente, cioè dell efficienza di abbattimento. Di conseguenza, l impiantista potrebbe essere sollecitato (magari dall autorità competente) a garantire, per questo parametro, il minore tra il valore imposto dalla legislazione e quello che si ottiene dal rispetto del requisito minimo sull efficienza di abbattimento. Per ciò che concerne la terza voce, cioè i sistemi di controllo, la norma purtroppo non è sufficientemente esaustiva, limitandosi a richiedere un unico dispositivo da installarsi nei soli impianti di combustione: più precisamente, un contatore/totalizzatore per la rilevazione della quantità di combustibile ausiliario consumata. Con qualche sforzo in più si sarebbe potuto rendere più completo anche questo paragrafo. Infine, nel Capitolo 7, vengono presi in considerazione i Costi di gestione, tramite l elenco di tutte le voci che ne concorrono alla formazione. La questione interessante è l introduzione del concetto di costo di gestione unitario (definito esaustivamente nel Capitolo 3 come rapporto tra la sommatoria di tutti i costi di gestione, espressi in Euro, e la somma espressa in kg dei VOC trattati dall impianto nell unità di tempo prescelta tipicamente 12 mesi), utile per effettuare confronti significativi tra differenti soluzioni impiantistiche, a parità di requisiti prestazionali e di condizioni di progetto. Professione Verniciatore del Legno 17

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