1 PREMESSA 1 2 DEFINIZIONE DEGLI SCENARI 3 3 PARTE GENERALE 6 4 LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE - OBIETTIVI 29

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1 1 PREMESSA 1 2 DEFINIZIONE DEGLI SCENARI 3 3 PARTE GENERALE Strutture a rischio Censimento delle risorse Censimento delle risorse comunali Altre strutture sul territorio Volontariato e professionalità Strutture sanitarie comunali e limitrofe (in zone NON esposte a rischio) Enti gestori dei servizi essenziali Aree di stoccaggio e distribuzione: materiali infiammabili Aree di protezione civile Viabilità di emergenza 25 4 LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE - OBIETTIVI Funzionalità del sistema di allertamento locale Coordinamento operativo locale Presidio operativo comunale Centro operativo comunale (C.O.C.) Ripristino viabilità e trasporti Misure di salvaguardia della popolazione Informazione alla popolazione Sistemi di allarme per la popolazione Modalità di evacuazione assistita Modalità di assistenza alla popolazione Verifica della funzionalità delle aree di emergenza Ripristino dei servizi essenziali Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio 37 5 CODICI Tipologie esposti Materiali Mezzi Volontariato - Ambito attività Servizi essenziali 46

2 1 PREMESSA La redazione del presente piano di protezione civile, applicato al rischio incendio di interfaccia, si inserisce all interno di un contesto normativo nazionale ben definito, comprendente leggi nazionali ed ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate a seguito di eventi calamitosi tristemente noti alla cronaca. Trascurando un analisi dettagliata della normativa vigente in materia, occorre ricordare i punti cardine di tale ambito legislativo, e precisamente la Legge n. 225/92 che rappresenta il riferimento nazionale in materia di protezione civile, e le O.P.C.M. n. 3606/07, n. 3624/2007 e n. 3680/08 che invece hanno come comune denominatore il rischio legato agli incendi boschivi. La legge 225/92 istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile (S.N.P.C.) introducendo il concetto di Programmazione nell ambito delle attività di Previsione e Prevenzione, e quello della Pianificazione d emergenza. Tali concetti sono stati poi ripresi dalle ordinanze sopraccitate, emanate in via d urgenza all indomani degli eventi che hanno colpito il sud Italia, tra cui quello che ha interessato la Puglia durante la stagione estiva 2007, prevedendo l obbligatorietà, per i Comuni appartenenti alle Regioni interessate dalle ordinanze, di redazione di un piano di protezione civile contro il rischio incendio di interfaccia. La Sardegna rientra nell elenco delle dodici Regioni italiane destinatarie delle ordinanze, e conseguentemente tutti i suoi Comuni risultano assoggettati a tale obbligo. Col presente documento, dunque, si vuole porre l accento sulla prevenzione del rischio incendio, dotando il Comune di un adeguato strumento di gestione dell emergenza finalizzato al coordinamento di tutti i soggetti coinvolti in essa, primi fra tutti i cittadini, che vengono messi nelle condizioni di raggiungere nel modo più veloce i luoghi opportunamente individuati per ricevere l adeguata assistenza. Un piano di emergenza come il presente, deve infatti rispondere ai requisiti di semplicità, flessibilità e divulgazione, per consentire il massimo livello di efficienza ed efficacia della 1

3 strategia utilizzata per la gestione di un potenziale evento calamitoso. Risulta inoltre fondamentale la sensibilizzazione della popolazione riguardo a tali tematiche, ai fini di uno sviluppo concreto di una coscienza di protezione civile mirata alla salvaguardia del territorio e, ovviamente, dei suoi abitanti. Nel caso di Villagrande Strisaili il piano ha tenuto conto dei seguenti fattori: analisi della vulnerabilità di persone, strutture e servizi; analisi della pericolosità del territorio circostante l abitato attraverso l esame della copertura vegetale, esposizione, dati su incendi pregressi, etc.; analisi del rischio come intersezione tra vulnerabilità e pericolosità; censimento di tutte le componenti utili in caso di emergenza, quali mezzi anche privati, associazioni di volontariato, strutture sanitarie, etc.; definizione di 3 scenari di rischio di evento massimo, ipotizzato sulla base della pericolosità e della distribuzione dei venti dominanti; individuazione della viabilità di emergenza differenziata sia in base al carattere interno/esterno al nucleo urbano, sia in base al carattere locale ovvero di prossimità all incendio; individuazione di cancelli all interno e all esterno del paese per fornire informazioni utili ai soccorritori e ai cittadini, e per impedire l accesso ai non autorizzati; elaborazione di un modello d intervento. 2

4 2 DEFINIZIONE DEGLI SCENARI Il presente documento assolve a quanto previsto dalla normativa nazionale, tenendo conto delle peculiarità che contraddistinguono il Comune di Villagrande Strisaili, in particolare quelle relative al territorio e agli eventi storici di notevole rilievo. La presenza di estesi boschi di leccio ad elevata densità che circondano i centri abitati di Villanova e Villagrande Strisaili è, infatti, uno dei principali discriminanti nell analisi del rischio incendio di interfaccia, in quanto conferisce un elevato grado di criticità alle zone interne/adiacenti a tali aree. Il territorio, inoltre, presenta quote che vanno dai circa 30 m s.l.m. nella parte orientale al confine con i territori comunali di Girasole, Lotzorai e Tortolì, ai quasi 1800 m della parte occidentale in prossimità delle vette più alte del massiccio del Gennargentu, comportando pendenze molte elevate che costituiscono un ulteriore elemento di svantaggio in termini di rischio incendio. Sarà dunque necessario concentrare l attenzione sulle zone esterne all abitato che si trovano a quota inferiore ad esso, in quanto le fiamme si sviluppano più celermente dal basso verso l alto. Altro importante parametro di studio è la frequenza di episodi di incendio, al fine di individuare le zone potenzialmente pericolose in quanto soggette a fenomeni di combustione. L analisi degli elementi finora considerati conduce a ritenere che le zone più critiche siano le seguenti: Zona meridionale del Parco di Santa Barbara; zona sud-est e sud-ovest dell abitato di Villagrande; strada Provinciale n.27 nel tratto lungo circa 3 km a sud est dell abitato di Villagrande, nella curva in località Bruncu Casidargiu e nel tratto vicino alla ferrovia 3

5 in località Genna Maoro. Tali aree sono classificate come quelle ad elevata pericolosità nella tavola 2 allegata al piano in oggetto. Prima di definire gli scenari di rischio, tuttavia, è necessario analizzare l influenza della componente vento associato al potenziale fenomeno. Risulta fondamentale infatti tener conto della propagazione del fronte d incendio per la scelta di tutti i parametri legati alla gestione dell emergenza (viabilità di evacuazione, aree di attesa, aree di accoglienza, etc.). Dalla tabella seguente, contenente i dati più significati tratti dagli incendi storici forniti dalla Regione Sardegna, emerge che il vento dominante nelle zone analizzate è quello di maestrale provenienza NW. DATA COMUNE BOSCO PASCOLO ALTRO TOTALE FVENTO DVENTO 12/09/1996 VILLAGRANDE STRISAILI NW 18/07/1997 VILLAGRANDE STRISAILI N 20/07/1997 VILLAGRANDE STRISAILI NE 25/07/1997 VILLAGRANDE STRISAILI NW 14/08/1997 VILLAGRANDE STRISAILI E 01/07/1998 VILLAGRANDE STRISAILI MODERATO NW 29/10/1998 VILLAGRANDE STRISAILI FORTE NW 30/10/1998 VILLAGRANDE STRISAILI FORTE NW 30/10/1998 VILLAGRANDE STRISAILI FORTE NW 08/11/1998 VILLAGRANDE STRISAILI BREZZA NW 30/08/2003 VILLAGRANDE STRISAILI FORTE NW 23/07/2005 VILLAGRANDE STRISAILI BREZZA SE 26/06/1999 VILLAGRANDE MODERATO E 01/09/2000 VILLAGRANDE NW 13/08/2001 VILLAGRANDE BREZZA N 04/09/2001 VILLAGRANDE FORTISSIMO NW 02/08/2006 VILLAGRANDE Tabella 1- Stralcio dati incendi storici del Comune di Villagrande - Fonte RAS Tuttavia, in alcuni casi si è scelto di considerare, come scenari di un potenziale episodio di incendio, quelli associati al vento di libeccio e di scirocco, in quanto meno frequenti del maestrale ma più pericolosi per alcuni degli epicentri considerati. 4

6 L abitato di Villagrande, così come il parco di Santa Barbara, per esempio, risulta seriamente minacciato da un evento associato al vento di scirocco/libeccio e non a quello di maestrale. Mentre nel caso della strada provinciale che collega Villagrande a Tortolì il ragionamento è differente: i venti più minacciosi sono quello di maestrale e di grecale. Inoltre risulta opportuno, a parere dello scrivente, considerare una criticità anche nell abitato di Villanova, nonostante la pericolosità medio-bassa, al fine di perseguire una maggiore tutela della popolazione ivi presente. La zona più critica risulta perciò la fascia orientale dell abitato compresa tra il Rio Su Sterzu e Rio Gambasuntas. Sulla base delle considerazioni finora effettuate gli scenari individuati sono i seguenti: scenario 1 con epicentro in prossimità della località Pedra Calcina, a sud del Parco di Santa Barbara, associato al vento di scirocco e di libeccio, interessando la parte a sud del Parco, e soprattutto le strutture ricettive e turistiche della zona; scenario 2 con epicentro in località Su Escoas associato sia al vento di scirocco che libeccio, minacciando la parte sud dell'abitato di Villagrande e la strada provinciale 27 in ingresso e in uscita dal paese; scenario 3 con epicentro nella parte est del centro di Villanova in prossimità dell acquedotto; mentre nel caso della strada provinciale 27, nonostante vari tratti del segmento stradale siano minacciati da episodi di incendio, si è scelto di non definire alcuno scenario in quanto per la tipologia di elemento a rischio considerato non ha senso individuare parametri quali viabilità di evacuazione, viabilità di emergenza e aree di attesa. 5

7 3 PARTE GENERALE 3.1 Strutture a rischio Di seguito sono riportare le strutture che, per la loro tipologia e posizione geografica nel territorio comunale, sono sottoposte inevitabilmente ad una maggiore attenzione, e precisamente le strutture pubbliche e/o ad uso pubblico che risultano comprese all interno della fascia di interfaccia di 50 m, ed individuate nella tavole 1a, 1b, 1c e 1d allegate al presente documento. E necessario, ai fini della salvaguardia della popolazione presente nelle strutture delle aree a rischio, pianificare le modalità e la strategia di evacuazione delle stesse persone. Sarà cura della Funzione assistenza alla popolazione avvalendosi dei dati in possesso del referente della Funzione Sanità aggiornare periodicamente (con cadenza almeno annuale) l elenco delle persone non autosufficienti e delle presenze nelle aree a rischio. ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M Struttura a rischio N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 4.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono PALESTRA 1 1a Via Carducci SCUOLA MEDIA VILLANOVA SCUOLA MATERNA VILLANOVA 2 1a Via Carducci a Via Carducci Per persone non autosufficienti si intendono: disabili, allettati, psicolabili e dializzati che necessitano assistenza. 6

8 ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M Struttura a rischio N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 4.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono AMBULATORIO ASL 4 1a Via Carducci SCUOLA ELEMENTARE VILLANOVA POSTE (VILLANOVA) 5 1a Via Carducci a Via Deledda HOTEL ZIA MARIA 7 1a Via Deledda CHIESA S. MICHELE 8 1a Via S. Michele SEDE COMUNALE 9 1a Via Deledda CAMPO CALCIO 10 1a Strada comunale Bacu Artacci IMPIANTO ESAF 11 1b Via Bariocce SCUOLA MEDIA VILLAGRANDE 12 1b Via Bariocce TEATRO TENDA 13 1b Via Bariocce ASS. CULTURALE AMISTADE 14 1b Via Emilio Lussu

9 Struttura a rischio ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 4.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono PRO LOCO 15 1b Via Roma CASERMA CARABINIERI 16 1b Via Espucciu CASERMA C.F.V.A. 16 1b Via Espucciu BANCO DI SARDEGNA 17 1b Via Roma SCUOLA MATERNA 18 1b Piazza Chiesa CHIESA S.GABRIELE 19 1b Piazza Chiesa CHIESA S. GIACOMO 20 1b SCUOLA MATERNA 21 1b Via Deffenu CENTRO DI AGGREGAZIONE BED AND BREAKFAST SA MANGALIANA CAMPO CALCIO VILLAGRANDE 22 1b Via Battisti 23 1b Via Battisti b

10 ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M Struttura a rischio N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 4.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono S.P b HOTEL ORLANDO 26 1c Via S. Barbara SEDE ENAIP 27 1c Via S. Barbara CAMPING 28 1c CHIESA S.BARBARA 29 1c CAMPO CALCIO 30 1c RISTORANTE LA FONTANA 31 1c Loc. S. Barbara RISTORANTE IL BOSCO 32 1c Loc. S. Barbara STAZIONE SERVIZIO IP 33 1d VASCA DI CARICO ENEL 34 1d Loc. Predas D Arbore DIGA SA TEULA 35 1d

11 ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M Struttura a rischio AGRITURISMO IL MENHIR N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 4.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione 36 1d Loc. Perdaslatinas Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono AGRITURISMO NURAGHE MURTARBA 37 1d Loc. Sa Carruba DIGA S.LUCIA 38 1d FERROVIA MANDAS ARBATAX 39 1d DIGA BAU MUGGERIS 40 1d AGRITURISMO IL NIDO DELL AQUILA 41 1d Loc. Su Settili S.S d AGRITURISMO S ORROALI MANNA STAZIONE SERVIZIO ESSO 43 1d Lac. Sarceri d S.S I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 10

12 L area a rischio è una area nella quale sono presenti sia gli edifici pubblici, già censiti nella tabella degli esposti di cui sopra, sia gli edifici privati presenti nella fascia di interfaccia (riferita ai 50 mt). ESPOSTI PRIVATI PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M AREA Ubicazione Stima Persone non autosufficienti popolazione residente Dettaglio abitazione Numero persone Via De Gasperi 5 Area 1 Zona sud Villagrande Via S. Pertini 2 Viale Europa 1 Via Foscolo 1 Area 2 Zona sud Ponte S Arrescottu Via Dante 1 Via Roma 5 Via Dante 3 Area 3 Via Dante Via Cagliari 3 Via Eleonora d Arborea 1 Area 4 Via Deffenu Via Deffenu 16 11

13 AREA Ubicazione ESPOSTI PRIVATI PRESENTI NELLA FASCIA DI 50 M Stima Persone non autosufficienti popolazione residente Dettaglio abitazione Numero persone Area 5 Via Battisti Via Battisti 3 Via Piave 5 Via Colombo 6 Area 6 Via Colombo Via Bariocce 2 Via Satta 3 Via B. Sassari 1 Via V. Emanuele 2 Via Monte Oline 1 Via Flumendosa 1 Area 8 Villanova Via Manzoni 3 Via S. Basilio 1 Via S. Michele 1 I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 12

14 3.2 Censimento delle risorse Censimento delle risorse comunali Materiali Soc. / Ente COMUNE COMUNE Tipologia mezzi B12 Gruppi elettrogeni e fonti energetiche C9 Materiali di uso vario Specializzazione Sale Antigelo Risorse di mezzi (numero) Telefono (sede) Fax/ (sede) Referente / /32751 Cabiddu Sandro 0782/ /32751 Cabiddu Sandro Telefono/Cellulare COMUNE D2 Attrezzature Informatiche PC Portatili 0782/ /32751 Mezzi Soc. / Ente COMUNE COMUNE COMUNE Tipologia mezzi A4 Autocarri e mezzi stradali A7 Mezzi di trasporto persone A7 Mezzi di trasporto persone Specializzazione Autocarro ribaltabile Pulmino (Scuolabus) Autovetture trasporto persone (Fiat Panda) Risorse di mezzi (numero) Telefono (sede) Fax/ (sede) / / / / / /32751 COMUNE A8 - Fuoristrada Fuoristrada / /32751 Referente Pendugiu Andrea Scudu Sandro Pendugiu Andrea Scudu Sandro Pendugiu Andrea Scudu Sandro Pendugiu Andrea Scudu Sandro Telefono/Cellulare 13

15 COMUNE A6 Mezzi Speciali Trattore agricolo con carrello / /32751 Cabiddu Sandro COMUNE COMUNE B2 Macchine edili B8 Mezzi e macchine speciali non automotrici Betoniere a Bicchiere Martello Pneumatico / /32751 Cabiddu Sandro / /32751 Cabiddu Sandro Altre strutture sul territorio Materiali Aziende / Società Risorse disponibili Convenzioni Referente Telefono cellulare Si No Fax/ SOC. SA MUVRA X Alessandro Orrù ICOSTRADE X Paolo Saba IMPRESA BRUNDU X Brundu Pasquale SCUDU UGO X Scudu Ugo SCUDU ANTONINO X Scudu Antonino I.P.E. MONNI GABRIELE ANGELO X Monni Gabriele Angelo DITTA LUAS GIACCU G.A. X Giaccu Giovanni Antonio S.M.V. SULIS GIORGIO X Sulis Giorgio

16 IMPRESA BONICELLI GIANLUIGI X Bonicelli Gianluigi PIRAS LUCA (O EDOARDO) X Piras Luca STRICCIALU LUIGI X Striccialu Luigi RUGGIU MAURIZIO X Ruggiu Maurizio SABA MATTEO X Saba matteo SECCI MATTEO X Secci Matteo ORGUDA URRAI LUCA ANTONIO X Urrai Luca MONNI LUIGI X Monni Luigi MIGHELA SEBASTIANO X Mighela Sebastiano DEMURTAS SEBASTIANO X Demurtas Sebastiano CONIGIU FABRIZIO X Conigiu Fabrizio AGUS ANTONELLO X Agus Antonello Mezzi Aziende / Società Risorse disponibili Convenzioni Referente Telefono cellulare Fax/ 15

17 Si No I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 16

18 3.2.3 Volontariato e professionalità Denomina zione ASS. VOLONTARIATO STRISAILI A.V.I.S. STRISAILI Specializza zione B4 Pronto soccorso e trasporto malati Risorse umane (n.) Risorse di mezzi (n.) 2 Tipologie dei mezzi Autoambulanza di soccorso di base e trasporto (Tipo B) Telefono (sede) Fax/ (sede) 0782/ / / /32387 VOLONTARI SOCCORSO 0782/ TALANA ONLUS CROCE ROSSA ITALIANA 0782/ (ARZANA) PUBBLICA ASSISTENZA CROCE 0782/ AZZURRA (LOTZORAI) PUBBLICA ASSISTENZA CROCE VERDE 0782/ (TORTOLI ) AVIS TORTOLI 0782/ I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. Referente De Martin Lorenzo Telefono/ Cellulare 17

19 3.2.4 Strutture sanitarie comunali e limitrofe (in zone NON esposte a rischio) N IN CARTOGRAFIA (TAV. 5C) 62 Tipologia e sede Sede ASL Ambulatorio Guardia medica Villagrande Str. Via Roma Ospedale Nostra Signora della Mercede via Ospedale Lanusei Casa di Cura "M. Tommasini" via Ospedale - Jerzu Medico di medicina generale Dott. Sette Gabriele Via Roma Medico di medicina generale Dott.ssa Seoni Angela Via Galilei Medico di medicina generale Dott. Monni Serafino Via Roma 124 Posti letto (numero) Referente Telefono/cellulare Fax/ Direttore Sanitario: dott. Niccolò Orrù tel Tel Dott. Monni Serafino Tel I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. Fax jerzu@clinicatomma sini.com Enti gestori dei servizi essenziali Aziende / Società ENEL S.p.A. Zona Nuoro Telefono (sede) Via Ciusa Romagna Nuoro Referente Telefono/cellulare Fax/ Ing. Stefano Cattaneo segnalazione guasti ANAS CAGLIARI TELECOM Segnalazione guasti

20 Aziende / Società Telefono (sede) Referente Telefono/cellulare Fax/ SIRTI S.P.A. Loc. Tossilo Macomer ABBANOA (LANUSEI) ABBANOA (TORTOLI ) OMNITEL - VODAFONE ERICSSON- WIND CONSORZIO DI BONIFICA (Tortolì) Olianas Antonio numero di emergenza numero di emergenza Viale Bonaria Cagliari Via Anagnina Roma Dott.ssa Dessì Elisabetta Sig. Massimo Monti Ing. Giacobbe Marcello DEPURATORE Scudu Danilo FONTENERGIA Lanusei Via Progresso 35 Tel Geom. Contu G. Domenico I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo lanusei@cpl.it 19

21 3.2.6 Aree di stoccaggio e distribuzione: materiali infiammabili N IN CARTOGRAFIA (TAV. 1d) Tipologia ( depositi bombole gas, prodotti petroliferi,.) Ente responsabile Referente Telefono/cellulare Fax/ 33 Stazione di servizio IP Demurtas Mariano Stazione di servizio ESSO Sette Pier Mariano Deposito bombole gas Sette SNC Deposito bombole gas Melis Mario 54 Deposito bombole gas Longoni/Seleneu I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 3.3 Aree di protezione civile Aree di emergenza Nella pianificazione comunale è stato necessario individuare aree destinate a scopi di protezione civile. Tali aree hanno caratteristiche polifunzionali, in modo da svolgere una funzione ordinaria che garantisca la continua manutenzione e, in caso di emergenza, il rapido utilizzo per l accoglienza della popolazione e/o ammassamento delle risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell emergenza. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso, è stata rappresentata su cartografia sia su scala di dettaglio 20

22 1:5000 che su scala generale 1:10000(su supporto cartaceo e su cartografia digitale) utilizzando la simbologia tematica proposta a livello nazionale. Le aree di emergenza si distinguono in tre tipologie: 1. aree di attesa : luoghi dove sarà garantita la prima assistenza alla popolazione immediatamente dopo l evento calamitoso oppure successivamente alla segnalazione della fase di preallarme (in verde in cartografia); 2. aree di accoglienza: luoghi in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni (in rosso in cartografia); Le aree di accoglienza della popolazione individuano luoghi dove la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi. La tipologia delle aree per l accoglienza della popolazione è stata classificata, per uniformità di linguaggio, come strutture esistenti idonee ad accogliere la popolazione. Esse sono infatti tutte quelle strutture pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento della popolazione. La permanenza in queste strutture è temporanea (qualche giorno o alcune settimane) ed è finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di emergenza. 3. aree di ammassamento: luoghi di raccolta di uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso della popolazione (in giallo in cartografia). 21

23 Da un analisi delle tavole 5a, 5b, 5c, allegate alla presente relazione, si evince che le aree idonee a ricevere la popolazione evacuata in caso di incendio sono dislocate in due punti distinti. La prima macro-area è ubicata a Villanova, in prossimità della chiesa di San Michele Arcangelo, e rappresenta un luogo sicuro per tutti i fruitori, sia locali che forestieri, del parco di Santa Barbara, e collegato tramite un percorso di evacuazione indicato in cartografia col colore blu (Tavola 5a - Scenario 1). Nonostante il parco sia più vicino al centro di Villagrande, si è comunque ritenuto opportuno individuare un area sicura nell abitato di Villanova che costituisca una valida alternativa alle aree di emergenza di Villagrande, anche in virtù della maggiore sicurezza offerta dal percorso parco- Villanova rispetto a quello parco-villagrande. La forma allungata della borgata di Villanova e la carenza di edifici pubblici ricadenti al di fuori della fascia di 50 m, ha comportato la scelta obbligata di utilizzare come area di accoglienza quella ubicata nella zona circostante la chiesa di San Michele, in quanto unica area da utilizzare per l installazione di una tendopoli di emergenza, dotata di servizi e impianti adeguati per il ricovero della popolazione sfollata. Il piazzale immediatamente antistante la chiesa e quello adiacente alla Via Grazia Deledda indicati in verde in cartografia costituiscono una zona di sosta temporanea in cui le persone evacuate possono ricevere la prima assistenza post-evento e tutto il supporto necessario alla gestione dell emergenza, in attesa di allestire gli edifici e le strutture di ricovero. Lo spiazzo situato davanti alla scalinata della chiesa (colore rosso) presenta invece le dimensioni idonee per la realizzazione di un campo per gli sfollati, da utilizzare in alternativa alle altre strutture presenti a Villagrande e nei paesi limitrofi. Nella cartografia viene riportata anche l area di ammassamento di colore giallo, da utilizzare per il ricovero dei mezzi dei 22

24 soccorritori. La seconda macro-area si trova invece all interno del centro urbano di Villagrande, e rappresenta i luoghi attrezzati per l emergenza a servizio delle abitazioni ubicate nella zona meridionale del paese (Tavola 5b - Scenario 2). Si tratta di strutture e spazi che presentano caratteristiche idonee a ricevere la popolazione sfollata e situate all esterno della fascia di interfaccia di 50 m, atte a garantire la massima sicurezza sia per la popolazione che per tutto il personale operativo nella fase di emergenza. Tutte le altre strutture presenti nel centro abitato sono infatti contenute anche parzialmente nella fascia suddetta, e quindi inutilizzabili ai fini della pianificazione in oggetto. L area è ubicata nella zona centro-settentrionale del paese e comprende la scuola materna e l edificio sede dell associazione di volontariato AVIS adibite ad aree di accoglienza; gli spazi vicini alle Poste di Via Nuoro e quello in prossimità dell angolo tra via Roma e via Garibaldi rappresentano invece le area di attesa, mentre i parcheggi indicati in giallo sono adibiti ad area ammassamento soccorsi. Nella medesima tavola 5b sono state riportate anche altre due aree di attesa indicate in verde, e precisamente il parcheggio ubicato in prossimità del Banco di Sardegna di Villagrande e il campo sportivo ubicato all uscita del paese. In realtà si tratta di due aree ricadenti nella fascia di interfaccia di 50 m, nonché di un esposto al rischio censito nella carta degli esposti quale il campo di calcio, escludendo formalmente la possibilità di utilizzarle come aree di emergenza. Tuttavia, limitatamente allo scenario 2 che minaccia l abitato di Villagrande, offrono una valida alternativa agli spazi individuati precedentemente, e sufficientemente lontani dall epicentro di combustione ipotizzato. Per i motivi suddetti, tali aree potranno essere utilizzate come aree di emergenza su discrezione del Sindaco, dopo un attenta 23

25 analisi dello scenario di evento in atto e solo nel caso in cui gli spazi già individuati non fossero sufficienti ad accogliere la popolazione evacuata. Di seguito si riporta l elenco di tutte le strutture finora descritte, col riferimento del referente a cui rivolgersi per l organizzazione di tali aree. Area di accoglienza / area di attesa in zone NON esposte al rischio di incendi di interfaccia Piazzali antistanti la chiesa di S. Michele (Villanova) N IN CARTOGRAFIA (TAV. 5A, 5B, 5C) 45 Ubicazione Via G. Deledda Via S. Michele Ricettività Possibilità di ricovero di persone diversamente abili N. max Referente Telefono/cellulare (referente) Piazzale antistante la chiesa di S. Michele (Villanova) 46 Via S Basilio Piazzali vicino alle Poste 47 Via Nuoro Scuola elementare 48 Via Roma 39 Area in prossimità della scuola elementare 49 Via Roma Sede AVIS 50 Via Roma Dir. Scolastico Scudu Salvatore I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 24

26 3.4 Viabilità di emergenza Per l attuazione del piano di evacuazione è stato definito uno specifico piano del traffico, che evidenzia su opportuna cartografia le vie di fuga con le direzioni di deflusso, l ubicazione dei cancelli e le aree di emergenza. Tale piano è stato realizzato sulla base degli scenari ipotizzati e contiene i seguenti elementi: la viabilità di emergenza (si intende per viabilità di emergenza l insieme delle arterie stradali da riservare al transito prioritario dei mezzi di soccorso e all evacuazione della popolazione); I cancelli ( luoghi nei quali i vigili urbani e la polizia stradale assicurano con la loro presenza il filtro necessario per garantire la sicurezza delle aree esposte al rischio e nel contempo il necessario filtro per assicurare la percorribilità delle strade riservate ai soccorritori); Nello specifico, si è cercato di individuare le principali arterie che, per dimensioni e facilità d accesso, consentano di intervenire in caso di urgenza con la massima tempestività ed efficacia. La direzione di flusso, sia pedonale che automobilistico, conduce alle aree di attesa, in modo da consentire alla popolazione di riversarsi facilmente e senza ostacoli su tali percorsi, utilizzando dove necessario l ausilio dei mezzi che sono diretti al medesimo punto di raccolta. La viabilità individuata è distinta in due tipologie: di emergenza riservata per quanto possibile ai soccorsi (colore magenta); di evacuazione della popolazione (colore blu); 25

27 Nelle tavole 5 sono riportate entrambe le tipologie di percorsi, la cui organizzazione sarà gestita in parte dalla funzione strutture operative del C.O.C e in parte dalla polizia stradale: sono stati infatti differenziati i cancelli di competenza comunale, e quindi in capo al C.O.C. e indicati col simbolo triangolare giallo, da quelli di competenza extra-comunale indicati col cerchio giallo e gestiti dalla polizia stradale. Fanno parte della prima categoria (per tutti gli scenari analizzati): S.S. 389 proveniente da Lanusei Via Flumendosa Via Gennargentu Via S. Basilio Via Deledda Via Cedrino; S.P. 27 proveniente da Tortolì Via Dante Via Roma Piazza Martire Via V. Emanuele; Strada comunale proveniente da Tortolì Via Roma Piazza Martire Via V. Emanuele; S.S. 368 proveniente da Talana Via Roma Piazza Martire Via V. Emanuele; Il percorso di evacuazione è il seguente (scenario 1): Le strade campestri che collegano le varie strutture ricettive di Santa Barbara alla S.P. 27; S.P. 27 direzione Villanova; S.S. 389 direzione Villanova fino al bivio per il paese; Strada comunale per Villanova; Via Lamarmora Via Deledda Piazzale Chiesa. 26

28 Il percorso di evacuazione è il seguente (scenario 2): Le Vie Europa, Berlinguer, Pertini, Saragat, Matteotti, G.M. Angioi fino all incrocio con Via E. Lussu; Via Espucciu Via Fiume Via V. Emanuele Via Nuoro; oppure: Le Vie Europa, Pertini, Berlinguer, Saragat, Matteotti, G.M. Angioi fino all incrocio con Via E. Lussu; Via Espucciu Via Fiume Via Garibaldi - Via Roma Via Mazzini Via Battisti; Il percorso di evacuazione comprende (scenario 3): Via M. Gennargentu Via Flumendosa SS 389 SP 27 Via Dante Via Garibaldi Via Roma; oppure Via Manzoni - SS 389 SP 27 Via Dante Via Garibaldi Via Roma. Nel caso dello scenario 1 il centro turistico di S. Barbara è stato collegato prioritariamente alle aree ubicate a Villanova, e qualora necessario, anche a quelle di Villagrande. Nel caso invece dello scenario 2 è stato invertito il ragionamento, collegando il quartiere meridionale di Villagrande alle aree a nord del centro abitato. Nel terzo caso, infine, in cui lo scenario previsto minaccia la parte centro-orientale di Villanova, si è scelto di utilizzare prioritariamente 27

29 le aree ubicate a Villagrande Strisaili, utilizzando quelle prossime all epicentro solo in caso di insufficienza delle prime, e comunque a seguito di attente valutazioni. Nella tabella sottostante sono riportati tutti i cancelli indicati in cartografia: N IN CARTOGRAFIA (TAV. 5a, b, c) Ubicazione Referente cancello Telefono/cellulare Fax/ Villanova urbano incrocio Via S. Basilio - Via Deledda Villanova zona industriale Incrocio S.S S.P. 27 Villagrande urbano Incrocio S.P.27 Via Dante Villagrande urbano Incrocio S.P.27 Viale Europa Villagrande extraurbano Incrocio Strada comunale Talana Strada comunale Tortolì Villagrande extraurbano S.P. 27 zona Sorruargiu 61 Villanova extraurbano Ingresso Villanova S.S. 389 I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. Alcuni dei cancelli considerati sono di competenza comunale, indicati in cartografia col triangolo giallo, ad indicare che il controllo di essi sarà in capo alla Polizia Municipale, a differenza di quelli rappresentati dal cerchio giallo che sono invece sotto il controllo della Polizia stradale, in quanto ubicati in arterie di rilievo provinciale o statale. 28

30 4 LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE - OBIETTIVI Gli obiettivi indispensabili che il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, deve conseguire per fronteggiare una situazione di emergenza, nell ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, costituiscono i lineamenti della pianificazione esposta nel presente documento. Ai fini di garantire un efficace gestione dell emergenza a livello locale, ciascuno obiettivo è stato illustrato in maniera più o meno dettagliata mediante: una definizione iniziale, in cui viene spiegata in sintesi la motivazione per cui lo specifico obiettivo deve essere conseguito; l individuazione dei soggetti che partecipano alle attività necessari al conseguimento dei suddetti obiettivi; La strategia operativa adottata è funzione degli scenari di rischio considerati, dell evoluzione in tempo reale dell evento e della capacità di risposta all emergenza da parte del sistema locale di protezione civile. Gli obiettivi previsti dal piano sono stati definiti sulla base del contesto territoriale che si caratterizza per una elevata complessità, notevolmente condizionata dalla forte densità abitativa delle aree extraurbane e dall articolato assetto urbanistico. Tutti questi fattori non possono non influenzare la strategia utilizzata nella redazione del piano e determinano una certa difficoltà organizzativa e logistica nell individuazione delle aree di emergenza e della viabilità. 29

31 4.1 Funzionalità del sistema di allertamento locale Il presente piano di emergenza prevede le modalità con le quali il Comune garantisce i collegamenti telefonici e fax, e se possibile , sia con la Regione e con la Prefettura UTG, per la ricezione e la tempestiva presa in visione dei bollettini/avvisi di allertamento, sia con le componenti e strutture operative di protezione civile presenti sul proprio territorio, quali Carabinieri, Corpo Forestale, Polizia Municipale, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, Asl, sia con i comuni limitrofi di Arzana, Desulo, Fonni, Girasole, Lotzorai, Orgosolo, Talana, Tortolì per la reciproca comunicazione di situazioni di criticità. Il sistema di allertamento prevede che le comunicazioni, anche al di fuori degli orari di lavoro della struttura comunale, giungano in tempo reale al Sindaco. A tal fine si farà riferimento al Responsabile dell Ufficio Tecnico comunale e al Responsabile della Polizia Municipale i cui compiti sono indicati nel modello d intervento allegato alla presente relazione. 4.2 Coordinamento operativo locale Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile, in particolare in situazioni di emergenza previste o in atto, il Sindaco deve poter disporre dell intera struttura comunale ed avvalersi delle competenze specifiche delle diverse strutture operative di protezione civile (L. 225/92) presenti in ambito locale, nonché di aziende erogatrici di servizi. A tal fine nel presente piano viene individuata la struttura di coordinamento che supporta il Sindaco nella gestione dell emergenza già partire dalle prime fasi di allertamento. Tale struttura avrà una configurazione iniziale minima (presidio operativo) organizzato nell ambito della stessa struttura comunale, composto dalla sola funzione tecnica di valutazione e pianificazione, per poi assumere una composizione più articolata (Centro Operativo Comunale) che coinvolge, in funzione dell evoluzione dell evento, anche enti ed amministrazioni esterni al Comune, e in grado di far fronte alle diverse problematiche connesse all emergenza attraverso la convocazione delle altre funzioni individuate nel piano. 30

32 4.2.1 Presidio operativo comunale A seguito dell allertamento, nella fase di attenzione, il Sindaco attiva presso la stessa sede comunale un presidio operativo, convocando la funzione tecnica di valutazione e pianificazione, per garantire un rapporto costante con la Regione, la Prefettura UTG e gli altri enti indicati nel modello d intervento. Inoltre vengono realizzati un adeguato raccordo con le strutture deputate al controllo e all intervento sul territorio e l eventuale attivazione del volontariato locale. Il presidio operativo sarà attivo 24 h su 24 e costituito dal responsabile della funzione tecnica di valutazione e pianificazione o suo delegato, con una dotazione di un telefono, un fax e un computer. Presidio Operativo Comunale di Villagrande Strisaili Funzionario Mariano Orrù Qualifica Responsabile Polizia Municipale Via Roma 1 Villagrande Strisaili Telefono cellulare Fax I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo Centro operativo comunale (C.O.C.) Il Centro Operativo Comunale è la struttura di cui si avvale il sindaco per coordinare interventi di emergenza che richiedono anche il concorso di enti ed aziende esterne all amministrazione comunale. Il Centro è organizzato in funzioni di supporto, ossia in specifici ambiti di attività che richiedono l azione congiunta e coordinata di soggetti diversi. Tali funzioni sono state opportunamente stabilite nel piano di emergenza sulla base degli obbiettivi previsti nonché delle effettive risorse disponibili sul territorio comunale; per ciascuna di esse sono stati individuati i soggetti che ne fanno parte e, con opportuno atto dell amministrazione comunale, il responsabile. Di seguito vengono elencate le funzioni di supporto che, in linea di massima, è necessario attivare per la gestione di emergenze connesse alla tipologia di rischio; per ciascuna funzione sono stati indicati i soggetti e/o gli enti che ne fanno parte (tra 31

33 parentesi) e i relativi compiti in emergenza. La struttura del C.O.C. è riportata inoltre nella tabella sottostante. Tecnica di valutazione e pianificazione Sanità e assistenza sociale Volontariato Materiali e mezzi Servizi essenziali Strutture operative locali e viabilità Assistenza alla popolazione 32

34 FUNZIONI DI SUPPORTO C.O.C. REFERENTE ENTE D'APPARTENENZA TEL./CELL./FAX F1 Tecnico Scientifica- Pianificazione Mariano Orrù Polizia municipale F2 Sanità e assistenza sociale Anna Guglielmi Ufficio Servizi sociali comunale F3 Volontariato Mariano Orrù Polizia municipale F4 Materiali e Mezzi Sandro Scudu F5 Servizi essenziali Sandro Cabiddu F7 Strutture operative locali, viabilità Mariano Orrù Polizia municipale F9 Assistenza alla popolazione Anna Guglielmi Ufficio Servizi sociali comunale I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. Ciascuna funzione, per il proprio ambito di competenze, valuta l esigenza di richiedere supporto a Prefettura UTG e Regione, in termini di uomini, materiali e mezzi, e ne informa il Sindaco. Il Centro Operativo Comunale è stato ubicato nell edificio sede del Municipio, nonostante la potenziale interferenza con l ordinaria attività tecnica ed amministrativa del Comune, in mancanza di una valida alternativa, e comunque posizionato al di fuori delle aree a rischio. L ubicazione della sede, individuata nella fase di pianificazione, è stata comunicata a Regione, Provincia, Prefettura UTG, Comuni limitrofi e alle strutture operative locali. Per una migliore organizzazione interna delle attività del Centro Operativo sono stati individuati due ambienti separati di cui uno destinato ad ospitare la sala operativa, con 33

35 le postazioni delle singole funzioni, ed un altro adibito a sala riunioni, per svolgere le necessarie riunioni di coordinamento. 4.3 Ripristino viabilità e trasporti Per porre in essere tutti gli interventi necessari al soccorso e all assistenza alla popolazione sono state valutate le azioni immediate di ripristino in caso di interruzione o danneggiamento, relative alle possibili criticità del sistema viario. La procedura di intervento consta di due principali azioni: in primis verrà coinvolta la struttura comunale, utilizzando i mezzi a disposizione di proprietà dell ente, e in un secondo momento, in ausilio ad essi, verranno coinvolte le aziende private presenti nel territorio. A tal fine sono state individuate quelle ditte private che possano supportare l attività di ripristino collaborando alle azioni immediate di ripristino in caso di interruzione o danneggiamento. 4.4 Misure di salvaguardia della popolazione Si riportano di seguito le modalità operative con cui la struttura comunale procede all informazione, soccorso, evacuazione e assistenza della popolazione Informazione alla popolazione Le modalità di informazione della popolazione in tempo di pace, per prepararla ad affrontare un eventuale situazione di emergenza, sono distinte in base al periodo di riferimento. Periodo Ordinario: Definizione della campagna informativa Il Sindaco o suo delegato assicurerà alla popolazione le informazioni relative al piano di emergenza e sui comportamenti da seguire in caso di evento, attraverso brochure e libretti informativi contenenti prescrizioni e norme comportamentali, nonché ubicazione delle aree di emergenza e relativi percorsi di evacuazione. Si prevede inoltre la sistemazione di opportuna cartellonistica in modo da individuare le 34

36 aree di emergenza, nonché la realizzazione di opportuna planimetria informativa contenente uno stralcio della pianificazione di emergenza da posizionare nei punti strategici della città. Le informazioni provenienti dalla comunità Scientifica riguardanti gli eventi calamitosi, nonché tutte le conoscenze acquisite sulle condizioni del territorio e i rischi a cui esso è esposto, le norme comportamentali da adottare per agevolare le operazioni di soccorso verranno comunicate alla popolazione tramite comunicati stampa. In Emergenza La popolazione sarà mantenuta costantemente informata sull'evento previsto e sulle attività disposte dal Centro Operativo Comunale, tramite i diversi sistemi di allertamento previsti dal piano. Al fine di evitare pericolose situazioni di panico tra la popolazione, sarà il Sindaco di concerto col responsabile del presidio operativo e su indicazione del presidio territoriale, a valutare, in funzione della criticità in atto, quando attivare il sistema di allerta Sistemi di allarme per la popolazione Perché il piano possa realmente rivelarsi efficace e consentire le misure di salvaguardia della popolazione è stato necessario prevedere un sistema di allarme da attivare su disposizione del Sindaco e sulla base del quale si avvieranno le operazioni di evacuazione. L attivazione dell allarme - e del cessato allarme - verso la popolazione in caso di pericolo e dell avvio della procedura di evacuazione, attraverso l ordine del Sindaco, è segnalato tramite trasmissione di messaggi via altoparlanti montati su autovetture che percorreranno prioritariamente le zone più a rischio. Tale sistema consente di fornire informazioni sull evento in atto e, eventualmente, semplici indicazioni sulle modalità di evacuazione e di messa in sicurezza. La funzione di attivazione del sistema è in capo al Sindaco, mentre la gestione è di competenza responsabile della polizia municipale Mariano Orrù in collaborazione col responsabile dei mezzi in dotazione al Comune. 35

37 Ente/servizio organizzazione Comune/Volontariato Modalità di allertamento della popolazione Altoparlanti montati su autovetture Referente Telefono/cellulare Mariano Orrù Volontariato Telefono Mariano Orrù I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo Modalità di evacuazione assistita Riprendendo quanto già anticipato al paragrafo relativo, è stato previsto l ausilio dei mezzi di soccorso per assistere la popolazione in difficoltà durante la fase di evacuazione: i diversamente abili, gli anziani e tutti coloro che manifestino difficoltà a raggiungere le strutture di emergenza individuate in cartografia, saranno supportati dai soccorritori in tale fase. Sarà fondamentale da parte dei soccorritori individuare un ordine di priorità caratterizzato da un grado di criticità decrescente, partendo cioè dai casi più critici per poi dedicarsi a quelli meno gravi. Conseguentemente sarà necessario il coordinamento tra il responsabile della funzione mezzi e quello della funzione assistenza alla popolazione, nonché un attenta analisi della cartografia in cui sono indicati gli edifici abitati da persone non autosufficienti e quindi bisognose di assistenza Modalità di assistenza alla popolazione Durante le fasi di evacuazione della popolazione sarà garantita l assistenza e l informazione alla popolazione sia durante il trasporto che nel periodo di permanenza nelle aree di attesa e di accoglienza. Le strutture di riferimento per l immediata gestione dell emergenza sono state già descritte. Alcune di tali aree consentono di accogliere la popolazione in una primissima fase, in attesa dell arrivo dei mezzi di soccorso, le altre ad ospitare per alcuni giorni la popolazione evacuata, allestite con attrezzatura d emergenza quali brande per la notte, biancheria e coperte, zona mensa, etc. Tale compito è in capo al responsabile della funzione assistenza alla popolazione, che 36

38 potrà comunque chiedere l ausilio del volontariato per poter assolvere alla funzione nel modo più efficace ed efficiente possibile Verifica della funzionalità delle aree di emergenza Per garantire l efficacia dell assistenza alla popolazione viene stabilito il controllo periodico delle funzionalità delle aree di emergenza. 4.5 Ripristino dei servizi essenziali Per assicurare la piena operatività dei soccorritori e la funzionalità delle aree di emergenza, nonché per ridurre al minimo i disagi per la popolazione, è stato stabilito uno stretto raccordo sia con le società erogatrici dei servizi in questione (ENEL, TELECOM, etc.), sia con le aziende private presenti sul territorio che pur non facendo parte della rete risultino comunque operative in tali settori, ai fini della verifica e messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali e al successivo ripristino. 4.6 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio L individuazione e la determinazione dell esposizione al rischio delle strutture ed infrastrutture ha consentito di definire le azioni prioritarie da attuarsi, in via generica, nelle fasi operative previste nel modello d intervento incentrato sulla salvaguardia della popolazione. Obiettivo prioritario di tali azioni consiste nella riduzione delle conseguenze sanitarie e socio-economiche dovute a crolli, esplosione ed altri effetti legati al rischio incendi di interfaccia. Le azioni di protezione civile coordinate dal Comune sono a supporto dei Vigili del Fuoco e delle altre strutture operative competenti per specifiche attività al fine di: rafforzare il presidio del territorio in prossimità degli elementi a rischio; tenere costantemente aggiornata la struttura comunale di coordinamento sul possibile coinvolgimento dell elemento; mantenere il contatto con le strutture operative; valutare il passaggio a fasi successive sino alle procedure di evacuazione (fase di allarme). 37

39 5 CODICI 5.1 Tipologie esposti Le tipologie dei Complessi Edilizi sono state accorpate in 9 Funzioni d uso (tab. 5.4) utilizzando le seguenti normative ed indicazioni: i decreti ministeriali del e del , la circolare dei lavori pubblici n del dalle indicazioni espresse da EUROSTAT nella classifica delle costruzioni, Descrizione Codice Strutture abitative private 0 Strutture per l istruzione 1 Strutture ospedaliere e sanitarie 2 Attività collettive civili 3 Attività collettive militari 4 Attività collettive religiose 5 Attività per servizi tecnologici a rete 6 Attività per mobilità e trasporti 7 Strutture commerciali./industriali 8 Normalmente questa classificazione è utilizzata per strutture pubbliche. Per particolari utilizzi si è introdotta la funzione d'uso 0, corrispondente alle strutture abitative private. Per specificare le attività svolte all interno di un complesso edilizio (descritto macroscopicamente utilizzando la funzione d uso) si utilizza il concetto di Tipologia. Per sintetizzare le varie Tipologie e relative Funzioni d uso possiamo far riferimento alla tabella TIPOLOGIA dove ad ogni Funzione d uso (colonna 2) si sono associate le relative tipologie (colonna 1) ed i relativi codici (colonna 3). 38

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