Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno

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3 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale GRUPPO DI LAVORO Sindaco: dott. Maurizio Viligiardi Assessore all Urbanistica: dott. Marco Spadaccio Progettazione: arch. Vito Disabato, arch. Angelica Guida, arch. Fabiano Lucaccini, arch. Sabrina Tozzini Studi geologici ed idraulici: Raggruppamento temporaneo: dott. geol. Michele Sani per Terra & Opere s.r.l. Idroprogetti s.r.l. Ing. Claudia Lombardi Garante della comunicazione: dott.ssa Susanna Benucci 3

4 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno 1. VAS. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO Scopo e finalità del documento nel processo di valutazione Soggetti coinvolti nel procedimento IL PERCORSO PARTECIPATIVO RECEPIMENTO DEI CONTRIBUTI PERVENUTI AL DOCUMENTO PRELIMINARE DI VAS RAPPORTO AMBIENTALE Descrizione del Piano Obiettivi Coerenza interna fra PS e RU RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI (COERENZE ESTERNE) Analisi di coerenza con il Piano Regionale di Sviluppo (PRS) Analisi di coerenza con il Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) Analisi di coerenza con il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti e Bonifica dei siti inquinati (PRB) Analisi di coerenza con il Piano Ambientale Energetico Regionale (PAER) Analisi di coerenza con il Programma Regionale Sviluppo Economico (PRSE) Analisi di coerenza con il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana (PIT) Analisi di coerenza con la Scheda di Paesaggio Ambito n 18 Valdarno superiore Conformità con il PIT Regionale e la Scheda di Paesaggio Ambito N 18 Valdarno superiore Analisi di coerenza con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Arezzo Conformità al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Arezzo Analisi di coerenza con il P.A.E.R.P. della Provincia di Arezzo VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E TERRITORIALI Aria Natura, biodiversità e paesaggio Suolo e sottosuolo Acqua Rifiuti Qualità elettromagnetica ed acustica

5 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale 5.6 Energia Patrimonio storico e culturale Valutazione delle componenti socio economiche OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE Obiettivi di protezione ambientale nella pianificazione comunale LE VALUTAZIONI DESCRIZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI: Effetti sulla risorsa aria Effetti sulla natura, la biodiversità ed il Paesaggio Effetti sul suolo e sottosuolo Effetti sulla risorsa acqua e stima dei fabbisogni idrici delle previsioni Effetti sul sistema rifiuti e reflui e stima dei nuovi carichi Effetti sulla qualità elettromagnetica, acustica e sulla salute Effetti sulla risorsa energia Effetti sugli aspetti economici e sociali FRAGILITA DELLE RISORSE, SOGLIE DI RIFERIMENTO E INDIVIDUAZIONE DEGLI EFFETTI: SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE UTOE Unità Territoriale Organica Elementare 1_RENACCI Unità Territoriale Organica Elementare 2_BADIOLA Unità Territoriale Organica Elementare 3_OLTRARNO Unità Territoriale Organica Elementare 4a_CENTRO S. ANDREA Unità Territoriale Organica Elementare 4b_CENTRO Unità Territoriale Organica Elementare 4c_CENTRO BANI Unità Territoriale Organica Elementare 5_FERRIERA Unità Territoriale Organica Elementare 6_LUCHERIA LA GRUCCIA Unità Territoriale Organica Elementare 7_PONTE ALLE FORCHE PORCELLINO Unità Territoriale Organica Elementare 8_FORNACI PRUNETO Unità Territoriale Organica Elementare 9_ TERRITORIO COLLINARE

6 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno Unità Territoriale Organica Elementare 10_ TERRITORIO COLLINARE PERIURBANO SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DELLA TRASFORMAZIONE: ZUT 3_1: Zona Urbana di Trasformazione OLTRARNO ZUT 3_2: Zona Urbana di Trasformazione OLTRARNO ZUT 3_3/ZUT 3_4: Zona Urbana di Trasformazione OLTRARNO 3 e OLTRARNO ZUT 3_4bis: Zona urbana di trasformazione OLTRARNO 4bis ARU_9: Area di riqualificazione urbana S. ANDREA ARU_10 e 11: Aree di riqualificazione urbana VIA BOLZANO e VIALE GRAMSCI ARU_1a b c e ARU_12: Aree di riqualificazione urbana LE MURA e VIA PIAVE ARU_13: Area di riqualificazione urbana VIA DELLA COSTITUZIONE ARU6: Area di riqualificazione urbana LUCHERIA; ZUR6_1: ex TELECOM ZUT6_3: Zona Urbana di trasformazione CROCE DEL PAPI ARU8: Area di riqualificazione urbana S.TERESA; ZUT7_3: CEPPARELLO ARU2: Area di riqualificazione urbana MARGINI FERROVIARI; ZUR7_2: OGNA ZUR8_1: Zona urbana di ristrutturazione GINORI; ZUT8_2: GHIACCIAIA ZUT8_3 e ZUT8_4: Zonee urbane di trasformazione FORNACI e BATTAGLI ZUR8_2 e ZUT8_6: Zona urbana di ristrutturazione ex CORBA e di trasformormazione PAGGINO ZUT8_8: Zona urbana di trasformazione PRUNETO MONITORAGGIO CONCLUSIONI:

7 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale 1. VAS. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO La valutazione ambientale strategica (Vas), è regolata a livello comunitario dalla direttiva 2001/42/CE. Obiettivo della direttiva è di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali durante l'elaborazione del piano o programma ed anteriormente alla sua adozione. La Vas consiste "nell'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, nello svolgimento di consultazioni, nella valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale e nella messa a disposizione delle informazioni sulla decisione". La normativa nazionale di attuazione della direttiva è costituita dal D.Lgs. 152/2006 "Norme in materia ambientale", modificato una prima volta dal D.Lgs. 4/2008 "Ulteriori disposizioni correttive e integrative del D.Lgs. 152/2006, recante norme in materia ambientale", ed ulteriormente modificato dal D.Lgs. 128/2010 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Come stabilito dall'articolo 12 della Legge 18 giugno 2009, n. 69 "Norme In materia di Vas e Via, e come previsto dal D.Lgs. 4/2008 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale", le regioni devono adeguare il proprio ordinamento alle disposizioni del decreto statale. Il quadro normativo della Regione Toscana in materia di valutazione ambientale è costituito da: L.R. 12 febbraio 2010 n. 10 Norme in materia di valutazione ambientale strategica (Vas), di valutazione di impatto ambientale (Via) e di valutazione di incidenza, modificata una prima volta dalla L.R. 30 dicembre 2010 n. 69, e successivamente corretta dalla L.R. 17 febbraio 2012 n. 6. L attività di valutazione è preordinata a garantire che gli impatti significativi sull ambiente, derivanti dall attuazione dei piano o programma, o loro integrazioni, siano prese in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione, assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. Così come previsto all art. 7 della L.R. 10/10 il procedimento di VAS è avviato dal Proponente contestualmente all avvio del procedimento di formazione del Piano e deve concludersi anteriormente alla sua approvazione SCOPO E FINALITÀ DEL DOCUMENTO NEL PROCESSO DI VALUTAZIONE Il presente rapporto costituisce il Rapporto ambientale della Variante Generale al Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico del Comune di San Giovanni Valdarno, elaborato dall'autorità procedente o dal Proponente, di cui all art. 24 della LR 10/10 (come modificato dalla LR n.6/2012). Tale documento riporta le analisi e valutazioni inerenti la Variante Generale, relativamente ai possibili effetti ambientali significativi conseguenti alla sua attuazione. La procedura di VAS, ha lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte pianificatorie rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale, nazionale e regionale. Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell elaborazione della Variante Generale del Piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione del Piano. La procedura di valutazione ha inizio con una prima fase detta di scoping. Per i piani e programmi da assoggettare a VAS, il proponente o l autorità procedente elabora un rapporto preliminare ai fini della VAS, contestualmente al Documento di Avvio del procedimento della Variante Generale, sui possibili impatti ambientali significativi dell attuazione del piano o programma ed entra in consultazione con l autorità competente e con i soggetti competenti in materia ambientale al fine definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. Il Rapporto ambientale è parte integrante del Piano. Le informazioni da fornire nel rapporto ambientale sono indicate nell allegato 2 della LR n.10/2010. Per i piani e programmi disciplinati dalla LR n.1/2005, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica vengono adottati contestualmente alla proposta di piano o programma, e le consultazioni di cui all articolo 25 della LR n.10/2010, vengono effettuate contemporaneamente alle osservazioni di cui all articolo 17 della LR n.1/2005 sul piano o programma adottato. Il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell ambito della consultazione, sono trasmessi all organo competente all adozione o approvazione del piano o programma. La decisione finale è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale o sul 7

8 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno Bollettino Ufficiale della Regione con l indicazione della sede ove si può prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto dell istruttoria. Sono rese pubbliche sui siti web delle autorità interessate: il parere motivato espresso dall autorità competente; una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma, come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, le ragioni per le quali è stato scelto il piano o programma adottato alla luce delle alternative possibili individuate; le misure adottate in merito al monitoraggio. Il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull ambiente derivanti dall attuazione dei piani e programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti ed adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio è effettuato dall Autorità procedente in collaborazione con l Autorità competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il piano o programma individua le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio. Le fonti informative utilizzate per l elaborazione del Rapporto Ambientale saranno enunciate successivamente, catalogate per ogni risorsa ambientale, in singoli paragrafi SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCEDIMENTO 1 1 come da D.G.C. n.215 del 26/09/2011 I principali soggetti coinvolti nella procedura di VAS sono: Autorità competente: la Giunta Comunale, che si avvale del contributo istruttorio del Servizio Ambiente; Autorità procedente: il Consiglio Comunale; Soggetto proponente: il Servizio Urbanistica, coordinato dal Dirigente dell'area II Tecnica. I Soggetti Competenti in materia Ambientale e gli Enti territoriali interessati ai quali sono trasmessi documenti di valutazione, sono stati individuati nel seguente elenco: Regione Toscana Provincia di Arezzo Comuni limitrofi Genio civile ARPAT ASL n.8 Autorità di Bacino del Fiume Arno Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Toscana Soprintendenza BAP SAE di Arezzo Consorzio di Bonifica n. 23 Valdarno Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Medio Valdarno (AAT03) ATO rifiuti _ Toscana Sud In relazione alle consultazioni del Rapporto ambientale, sarà coinvolto anche il pubblico attraverso la messa a disposizione del documento sul sito web del Comune di San Giovanni Valdarno, con contestuale informativa sul BURT, in ottemperanza con quanto previsto all art.25 della L.R. 10/ IL PERCORSO PARTECIPATIVO Durante la redazione della Variante al Piano strutturale e contestuale variante al Regolamento Urbanistico (revisione quinquennale), sono state attivate forme di partecipazione attraverso incontri ed assemblee con ordini professionali, stakeholders e associazioni di categoria, orientati all introduzione, alla presentazione dei temi e delle proposte ed alla loro discussione. Anche la cittadinanza ha avuto modo di partecipare a questo processo attraverso la presentazione di contributi e segnalazioni sotto forma di istanza di variante al Regolamento Urbanistico vigente o comunque attraverso la presentazione di documenti cartacei analoghi. E stato inoltre istituito un Bando di selezione sulla base dei criteri dell Avviso Pubblico, redatto ai sensi del DPGR 3/R/2007, di manifestazioni di interesse per l attuazione di interventi ricompresi nelle aree soggette ai Piani Attuativi decaduti ai sensi dell art.55 comma 5 e 6 della LR1/2005. La documentazione inerente il percorso partecipativo è allegata alla Relazione del Responsabile del Procedimento. 8

9 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale 2. RECEPIMENTO DEI CONTRIBUTI PERVENUTI AL DOCUMENTO PRELIMINARE DI VAS 2 Si riporta qui di seguito un quadro che sintetizza gli esiti della fase di scoping, dando atto dei contributi pervenuti in seguito alla trasmissione del documento preliminare di VAS agli enti ed organismi pubblici competenti in materia ambientale; viene indicato inoltre come questi contributi hanno indirizzato la fase di predisposizione della Variante e come sono stati recepiti nel processo di valutazione e di elaborazione del Rapporto Ambientale (in grassetto): Soggetto: Regione Toscana Settore Pianificazione del Territorio. Contributo: Dimensionamento: ai sensi dell'art. 7, comma 1 del Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della LR 01/05, n.3/r, la verifica dei rapporti con il Piano Strutturale dovrà essere riferita al dimensionamento delle classi di funzioni "residenziale commerciale turistico ricettiva direzionale agricola e funzioni connesse". Appare opportuno, in occasione della redazione delle varianti, effettuare la verifica del dimensionamento secondo quanto stabilito dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento di attuazione del Titolo V della LR 01/05, n.3/r, ovvero esplicitare, per ogni singola UTOE, i dimensionamenti prelevati dal Piano Strutturale, avendo cura di evidenziare il saldo residuo per ciascuna delle funzioni principali in cui si è articolato il dimensionamento stesso. Il primo Piano Strutturale del Comune di San Giovanni Valdarno (approvato ai sensi della LR 5/95 con Deliberazione Consiglio Comunale n. 78 del 23/12/2003 e divenuto esecutivo a seguito di pubblicazione sul B.U.R.T. n. 7 del 18/02/2004), contemplava già un dimensionamento massimo dei nuovi insediamenti, sostenibile dalla specifica UTOE, suddiviso nella classi di funzione residenziale commerciale produttivo ricettivo terziario ; definendo inoltre l ambito entro cui poteva operare il Regolamento Urbanistico e i Piani Attuativi. La Variante 2013 allo strumento non modifica questa impostazione ed il dimensionamento in questione è consultabile all interno della Relazione n.2 del PS Statuto del Territorio, al capitolo 4.4 Le schede di riferimento delle U.T.O.E. Allo stesso modo il Regolamento Urbanistico del 2006, anticipando le disposizioni del Regolamento di attuazione n.3r/2007, effettuava la verifica del dimensionamento esplicitando per ogni singola UTOE, i dimensionamenti prelevati dal Piano Strutturale, ed evidenziando il saldo residuo per ciascuna delle funzioni principali in cui si articolava il dimensionamento stesso (riferimento: Regolamento Urbanistico Relazione Generale; capitolo le attività di valutazione; tabella di Verifica del dimensionamento del Regolamento Urbanistico). La Variante 2013 allo strumento non modifica questa impostazione e la verifica del nuovo dimensionamento, secondo quanto stabilito dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento di attuazione del Titolo V della LR 01/05, n.3/r, è esplicitata all interno della Relazione del Responsabile del procedimento, capitolo: il dimensionamento. Soggetto: Regione Toscana Settore Pianificazione del Territorio. Contributo: La Disciplina Paesaggistica: si ritiene utile, ai fini della verifica di coerenza degli atti di governo del territorio con il Piano Paesaggistico adottato con DCR 32 del 16/06/2009, effettuare una verifica con gli obiettivi e le azioni relative alla tutela e alla valorizzazione delle risorse paesaggistiche di cui alla scheda di paesaggio ambito 18 Valdarno Superiore per gli aspetti relativi agli obiettivi di qualità e la azioni correlate. Alla luce dei contenuti della suddetta scheda si ritiene necessario verificare le previsioni del RU, integrando, laddove ritenuto opportuno, la disciplina del piano dettando criteri volti alla salvaguardia di tali valori. Le verifiche di coerenza degli atti di governo del territorio del Comune di San Giovanni Valdarno, con il Piano Paesaggistico adottato con DCR 32 del 16/06/2009, sono contenute all interno del Rapporto Ambientale; Capitolo 2 Capitolo modificato ed integrato a seguito dell accoglimento dell Osservazione trasmessa dalla Regione Toscana Settore Strumenti della valutazione, programmazione negoziata e controlli comunitari 9

10 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno 4.7 Analisi di coerenza con la scheda di paesaggio ambito n 18 Valdarno Superiore. La verifica è effettuata riportando per le azioni prioritarie, indicate dalla scheda del P.I.T. nella sezione 3 dell allegato A elaborato 2, i corrispondenti obiettivi della variante generale al PS e RU. Inoltre, il successivo capitolo del Rapporto Ambientale (4.8 Conformità con il PIT regionale e la scheda di paesaggio Ambito n 18), contiene una approfondita verifica di traduzione, nelle norme di PS e RU, della disciplina normativa del PIT della Regione Toscana, contenuta nell Allegato A elaborato2, in termini di strategie, obiettivi, azioni e prescrizioni degli strumenti di pianificazione. Per quanto riguarda la Variante al PS, particolare attenzione è stata rivolta al lavoro di aggiornamento del quadro conoscitivo relativo alle tematiche del paesaggio, tra le quali si è ritenuto di introdurre, quale elemento di qualità da perseguire, il criterio della percezione territoriale/urbana. Tale criterio ha portato alla predisposizione di specifici studi sulla visualità e la morfologia. Gli elaborati relativi alle azioni di piano sono stati adeguati con le necessarie modifiche sul tema paesaggistico, in particolare con l implementazione dell Ambito di Sensibilità Paesaggistica che rappresenta in sintesi il complesso dell attività di indagine e le valutazioni elaborate dalla presente variante sulle tematiche del paesaggio stesso. La traduzione normativa di tali considerazioni è contenuta all interno delle NTA del PS (Art. 40 Aree sottoposte a Vincolo paesaggistico e Aree di Sensibilità Paesaggistica). Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: si ricorda inoltre che fra i documenti da redigere per la conclusione del processo decisionale (art.27 LR 10/2010) ai fini dell'approvazione, vi è anche la proposta di Dichiarazione di sintesi redatta dal proponente ed inviata all'autorità Procedente: è proprio nella Dichiarazione di sintesi che l'ap dovrà dare atto di come sono state recepite le osservazioni (in merito alle performance ed alla strategia ambientale adottata dalla variante al PS e RU), ed il parere motivato. Tale dichiarazione accompagna il provvedimento di approvazione e contiene le informazioni e gli elementi di cui all'art. 27 comma 2. La decisione finale (art. 28 LR 10/2010) pubblicata sul BURT a cura della AP sarà costituita dai seguenti documenti: Provvedimento di Approvazione del Piano; Parere Motivato; Dichiarazione di Sintesi Finale. La documentazione elaborata ai fini dell approvazione della Variante 2013 agli strumenti della pianificazione comunale, si articola coerentemente ed in conformità a quanto stabilito dall art. 27 della LR 10/10. Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: in generale si ricorda che il RA (Rapporto Ambiatale) oltre a rispondere ai requisiti dell'allegato2, secondo quanto previsto all'art.24 della LR 10/2010, dovrà in particolare: a) individuare, descrivere e valutare gli impatti significativi sull'ambiente, sul patrimonio culturale e sulla salute derivanti dall'attuazione della variante al PS (Piano Strutturale) e RU (Regolamento Urbanistico), esplicitando come "impatta" la strategia di piano sia in termini di obiettivi/azioni a carattere ambientale con effetti diretti e positivi sulla componente desiderata, sia in riferimento agli obiettivi/azioni che producono effetti negativi; b) individuare descrivere e valutare le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi/azioni del RU in coerenza con la strategia definita dal PS, tenendo conto di quanto emerso dall'attuale fase di consultazione preliminare; c) concorrere alla definizione degli obiettivi/strategie della variante al PS e RU d)indicare i criteri di compatibilità ambientale, gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio. e) Nel RA si ritiene debbano essere evidenziate quelle che sono le criticità del territorio comunale in riferimento alle risorse ed alle componenti ambientali; a tal fine si suggerisce che tutte le analisi del quadro conoscitivo, anche ambientale e territoriale, trovino adeguata illustrazione all'interno della variante al PS e RU (documenti di piano) senza una inutile duplicazione delle stesse informazioni all'interno del RA che invece, 10

11 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale come indicato nell'allegato 2 lettere c) e d) della LR 10/2010, dovrà contenere gli elementi utili alla valutazione desunti dal quadro conoscitivo, più precisamente: problematiche ambientali e territoriali (elementi di pregio, criticità delle risorse, emergenze naturalistiche, stato delle componenti ambientali ecc.), tendenze evolutive critiche per l'ambiente e fattori di pressione antropica. Il Quadro Conoscitivo farà parte dei documenti della variante al PS e al RU mentre il RA dovrà contenere una analisi critica ed interpretativa dello stesso. Il presente Rapporto Ambientale, nella sua elaborazione, risponde ai requisiti dell'allegato2 della LR 10/10. Più specificatamente, secondo quanto previsto all'art.24 della LR 10/2010: a) gli impatti significativi sull'ambiente, sul patrimonio culturale e sulla salute derivanti dall'attuazione della variante al PS e RU, sono così esplicitati: Capitolo 7.1. SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE UTOE, per quanto riguarda la strategia di PS, chiarendo come "impatta" in termini di obiettivi/azioni a carattere ambientale con effetti sullo stato delle risorse e sulle componenti socio economiche; Capitolo 8. SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DELLA TRASFORMAZIONE, per quanto riguarda la disciplina di Regolamento Urbanistico, chiarendo come "impattano", sullo stato delle risorse e sulle componenti socioeconomiche, i singoli ambiti della trasformazione; b) e c) le ragionevoli alternative, alla luce degli obiettivi/azioni del RU in coerenza con la strategia definita dal PS, sono individuate, descritte e valutate nella sezione: Alternative progettuali, contenuta all interno del Cap. 7.1 (per quanto riguarda il PS) e Cap. 8 (per quanto riguarda il RU). All interno del suddetto paragrafo si esplicita come la fase di valutazione degli obiettivi/azioni e delle alternative progettuali abbia contribuito definire meglio il contenuto della variante al PS e RU; d) i criteri di compatibilità ambientale e gli indicatori ambientali di riferimento, sono contenuti all interno del Cap.7 LE VALUTAZIONI e in testa ai Capitoli 7.1. SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE UTOE e 8. SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DELLA TRASFORMAZIONE; la scelta degli indicatori è una conseguenza del lavoro di analisi ed aggiornamento del quadro conoscitivo relativo allo stato delle risorse e contenuto nel Cap. 5 VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E TERRITORIALI e di definizione degli OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE contenuti nel Cap. 6.1; e) nel Rapporto Ambientale, al Cap. 5 VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E TERRITORIALI, sono state evidenziate le criticità del territorio comunale in riferimento alle risorse ed alle componenti ambientali; tutte le analisi del quadro conoscitivo, anche ambientale e territoriale, hanno trovato adeguata illustrazione all'interno della Relazione Generale del PS (Cap.3 Il quadro conoscitivo), senza una inutile duplicazione delle stesse informazioni all'interno del RA che invece, come indicato nell'allegato 2 lettere c) e d) della LR 10/2010, contiene solo gli elementi utili alla valutazione, desunti dal quadro conoscitivo stesso. Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: Come indicato nel documento di valutazione dovranno essere sviluppate le analisi di coerenza/integrazione con i piani sovraordinati e con la pianificazione di settore enucleata. Per lo svolgimento dell'analisi di coerenza del PS e del RU siano presi a riferimento, per quanto possibile e compatibilmente con le reciproche tempistiche di approvazione, i contenuti dei nuovi piani/programmi regionali attualmente in corso di definizione: Piano Ambientale Energetico Regionale (PAER ) Piano Regionale Agricolo e Forestale (PRAF ) 11

12 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e Bonifica dei siti inquinati (PRB ) Si ritiene inoltre che debba essere condotta l'analisi di coerenza interna degli obiettivi ambientali definiti ed inseriti nel RU (in coerenza con la strategia ambientale assunta dal PS) e dovrebbe essere verificata l'efficacia dell'insieme delle azioni, degli interventi e delle norme definite dal RU nel perseguire tali obiettivi ambientali assunti. La valutazione della relazione con i piani sovraordinati e con la pianificazione di settore, generalmente denominata analisi di coerenza, che rappresenta la verifica della compatibilità, integrazione e raccordo degli obiettivi del Variante 2013 al PS e RU del Comune di San Giovanni Valdarno, rispetto alle linee generali della pianificazione regionale e provinciale, è contenuta all interno del Cap. 4. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI (COERENZE ESTERNE). Per quanto riguarda i contenuti del contributo in questione, l analisi di coerenza con il PAER è chiarita all interno del Cap.4.4; quella relativa al PRAF al Cap. 4.2 mentre quella con il PRB al Cap Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: In considerazione della revisione generale del RU e della verifica di fattibilità delle previsioni insediative e infrastrutturali che saranno riproposte nelle aree di trasformazione ZUT, ZUR e ARU si ritiene che sia effettuata una valutazione degli effetti sulle componenti ambientali aria, suolo, risorsa idrica, approvvigionamenti energetici, produzione rifiuti, sistema della mobilità (ad esempio nuovi fabbisogni idrici, nuovi approvvigionamenti se necessari, carichi depurativi e copertura depurativa, incremento dei consumi energetici, incremento della produzione di rifiuti, ecc.). Si ritiene inoltre che sia effettuata una valutazione/verifica dell'azione normativa definita nelle NTA e nelle schede delle UTOE in termini di prescrizioni, condizioni ed indirizzi alla trasformazione ai fini di perseguire l'obiettivo generale "tutela delle risorse e la qualità dell'ambiente per uno sviluppo sostenibile" e gli obiettivi specifici "risparmio energetico, risparmio idrico, riduzione della produzione di rifiuti, ecc." (ad esempio per la risorsa idrica: target di risparmio idrico per le nuove costruzioni, obbligo o meno di reti duali e relativi target di risparmio idrico, depurazione e riutilizzo delle acque reflue, capacità di accumulo e di riutilizzo delle acque meteoriche, divieto o condizioni alla realizzazione di nuovi pozzi, ecc.; per i consumi energetici: target di risparmio energetico per le nuove costruzioni e relativa classe energetica di riferimento, indirizzi sulle tecniche di bioedilizia da applicare sia alle nuove costruzioni che agli interventi di recupero, prescrizioni ed indirizzi per l'utilizzo del solare termico e fotovoltaico negli edifici ad uso abitativo, prescrizioni e target per l'utilizzo del fotovoltaico nelle nuove coperture ad uso produttivo, ecc.). Per la definizione degli indirizzi e delle prescrizioni in riferimento ai requisiti di sostenibilità ambientale per i nuovi insediamenti si fa presente che le "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana" potrebbero essere un utile riferimento per una pianificazione sostenibile sia per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente sia per gli interventi di nuova costruzione i relazione ai temi del risparmio di risorse e dell'efficienza energetica. Per la pianificazione e gestione sostenibile delle aree produttive anche riguardo all'obiettivo di "promuovere la differenziazione delle aree produttive" potrebbe essere un utile riferimento il documento "Criteri per la definizione delle prestazioni ambientali delle Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA)" di cui alla DGRT n del 28/12/2009, unitamente al "Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate" di cui alla DGRT n del 303/11/2009. Si ricorda inoltre che nella riproposizione e valutazione dei piani attuativi nelle aree di trasformazione, ai sensi di quanto previsto dell'art. 5 comma 8 del "Decreto Sviluppo" D.L. 13 maggio 2011, n.70 convertito in Legge 12 luglio 2011 n.106 "Prime disposizioni urgenti per l'economia", tali piani attuativi potranno essere esclusi dalla VAS e dalla procedura di verifica di assoggettabilità, una volta approvato il RU: solo nel caso in cui oltre a non costituirne variante, ne siano stati valutati e definiti "l'assetto localizzativo delle nuove previsioni e 12

13 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni". La verifica di fattibilità e la valutazione degli effetti sulle componenti ambientali, delle previsioni insediative e infrastrutturali relative alle aree di trasformazione ZUT, ZUR e ARU, sono contenute all interno del Capitolo 8. del RA SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DELLA TRASFORMAZIONE. La valutazione/verifica delle strategie, obiettivi ed azioni di piano in termini di tutela delle risorse e della qualità dell'ambiente, suddivisa per singole UTOE, è contenuta all interno del Capitolo 7.1. del RA SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE UTOE. Nella definizione degli indirizzi e delle prescrizioni in riferimento ai requisiti di sostenibilità ambientale per i nuovi insediamenti, si sono rivelate un prezioso riferimento, le "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana". I contenuti relativi a questo aspetto della pianificazione sono consultabili al Cap. 6.1 del RA OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE. Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: Si ritiene che nel RA sia sviluppata una sezione dedicata alla valutazione degli effetti ambientali degli interventi previsti per l'obiettivo "risparmio energetico e produzione di energia da fonti alternative" con l'individuazione degli ambiti paesaggisticamente e ambientalmente compatibili per lo sviluppo di tali impianti (ad esempio centrali fotovoltaiche, campi eolici o centrali a biomasse). Si ritiene che debbano essere valutate le scelte strategiche connesse all'utilizzo di tali impiantistiche anche alla luce di alternative e attraverso la valutazione ambientale dovranno essere dettati i criteri e le condizioni (anche in relazione alle capacità di carico del territorio) che orientano i soggetti pubblici e privati nello sviluppo dei progetti, nella loro valutazione e nell'approvazione. Tali criteri dovrebbero porre dei limiti in merito al tipo di attività o di progetto consentito in una determinata zona ed includere condizioni che il richiedente deve soddisfare per ottenere l'autorizzazione. Il suddetto contributo è stato recepito con l introduzione del Capitolo RISPARMIO ENERGETICO E PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI ALTERNATIVE, all interno del Rapporto Ambientale. Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: Si ricorda inoltre l'importanza della definizione/individuazione delle alternative progettuali all'interno del RA (lettera h dell'allegato 2 della LR n.10/2010). La definizione ed individuazione delle alternative progettuali, sono contenute nella sezione Alternative progettuali, all interno del Cap. 7.1 SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE UTOE (per quanto riguarda il PS); Cap. 8 SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DELLA TRASFORMAZIONE (per quanto riguarda il RU), all interno del Rapporto ambientale. Soggetto: Regione Toscana Settore Strumenti della Valutazione, Programmazione negoziata e Controlli Comunitari. Contributo: Il sistema di monitoraggio VAS (art. 29 LR 10/2010) integra e completa il sistema di monitoraggio che deve essere già previsto dal piano e pertanto si ritiene che debba essere strettamente legato alle azioni e agli interventi che presentano, a seguito della valutazione, aspetti di criticità in riferimento ad effetti negativi sul territorio o aspetti di conflittualità con gli obiettivi di sostenibilità ambientale del RU. Il sistema di monitoraggio deve trattare i seguenti aspetti: le misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piano; 13

14 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno la modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti; la periodicità di produzione di rapporti illustranti i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; i soggetti, le responsabilità e le risorse finanziarie messe a disposizione per il monitoraggio. La tematica relativa alla fase di monitoraggio è affrontata all interno del Capitolo 9 MONITORAGGIO del Rapporto ambientale. Il sistema di monitoraggio VAS integra e completa il sistema di monitoraggio che è già previsto dal piano. Infatti, il Regolamento Urbanistico, nelle NTA (art Monitoraggio degli effetti), disciplina che: gli interventi di trasformazione degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio previsti dal Regolamento Urbanistico sono soggetti al monitoraggio degli effetti territoriali, paesaggistici, ambientali, sociali, economici e sulla salute umana. Scopo dell attività di monitoraggio è la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, al fine di individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e di adottare le eventuali misure correttive. Il sistema di indicatori da utilizzarsi per il monitoraggio degli effetti connessi con l attuazione degli interventi di trasformazione è definito, nell elaborato denominato Rapporto Ambientale. Tale sistema di indicatori è messo a punto sulla base delle principali criticità riscontrate, dei più significativi impatti potenzialmente generati dagli interventi previsti dal Regolamento Urbanistico, nonché sulla base delle effettive e concrete possibilità di reperimento e aggiornamento dei dati. Esso può essere oggetto di modifiche e/o integrazioni sulla base di esigenze eventualmente sopravvenute in sede di effettuazione delle attività di monitoraggio. Soggetto: Regione Toscana Settore Infrastrutture Strategiche e Cave. Contributo: Nel territorio comunale il PAERP individua un'area posta a SO dell'abitato di San Giovanni Valdarno. Rispetto al perimetro della Prescrizione Localizzativa, l'area estrattiva scelta dal Comune potrà discostarsi nella misura massima del 10% in eccesso o difetto. Per i criteri di adeguamento della pianificazione comunale si rimanda all'allegato 1, Elaborato 2, Parte II, capitolo 1 del PRAER. Nel caso di cave dismesse all'allegato 1, Elaborato 2, Parte II, capitolo 4 del PRAER da istruzioni per quanto riguarda il recupero ambientale di questi siti. Nella elaborazione della Variante 2013, il Comune di San Giovanni Valdarno ha tenuto conto degli indirizzi contenuti nel PAERP e si è adeguato alle prescrizioni localizzative. Il Piano Strutturale ha recepito ed aggiornato il proprio quadro conoscitivo e cartografato l area estrattiva nei propri elaborati grafici. Il Regolamento Urbanistico ha ricomposto la disciplina di settore nell art.25.3 delle NTA, con prescrizioni riguardanti la perimetrazione delle aree da destinare all attività estrattiva e le norme di attuazione; le modalità di coltivazione e di risistemazione ambientale e funzionale; la modalità di intervento per il recupero ambientale di cave dismesse. Per completezza di informazione si segnala che, la perimetrazione dell area estrattiva che insiste sul territorio comunale, è stata variata dalla Provincia a seguito di una Osservazione da parte dell amministrazione Comunale che ha voluto in questo modo tutelare gli ambiti di Castelvecchio, Borrassole e Carpineta, prima ricompresi all interno dell area estrattiva. Infine, la verifica di coerenza fra la disciplina urbanistica comunale ed il PAERP è contenuta all interno del Cap del Rapporto ambientale. Per quello che concerne le cave dismesse, le modalità di recupero di questi siti sono contenute all interno delle NTA del Regolamento Urbanistico, art commi 21, 22 e 23, dove vengono riconosciute due sottozone: Aree di recupero (AR) ed Attività estrattive (AE). Soggetto: Regione Toscana Settore Infrastrutture Strategiche e Cave. Contributo: Al fine di arricchire il QC relativo alla mobilità territoriale dello strumento della pianificazione in oggetto, nell'ambito del territorio del Comune di San Giovanni Valdarno, si individuano le seguenti infrastrutture di trasporto di interesse nazionale: A1 (E35) Milano Napoli: Autostrada del Sole 14

15 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale Linea ferroviaria Chiusi C.T. Firenze (linea lenta) Sistema Alta Velocità/Alta Capacità linea ferroviaria Firenze Roma (linea veloce) Si ricorda che gli strumenti della pianificazione, nella loro formulazione, dovranno prendere atto delle prescrizioni relative alla mobilità contenute nell'art. 9 della disciplina del PIT della Toscana (D.C.R. n. 72 del 24/07/2007); Si segnala, inoltre, che è in corso di approvazione la procedura di VIA di competenza statale relativa al progetto definitivo di ampliamento alla terza corsia del tratto Incisa Valdarno dell'autostrada A1 Milano Napoli fino al casello Valdarno. Il contributo in questione è stato recepito con l elaborazione della Tavola 8.1 del Piano Strutturale: Schema della maglia infrastrutturale, scala 1:10.000, composta da parte destra e parte sinistra. La conformità con l art.9 della disciplina del PIT è contenuta all interno del Cap. 4.8 del Rapporto Ambientale. La disciplina di piano in materia di infrastrutture e mobilità, è contenuta nell art. 25 Le infrastrutture per la mobilità, delle NTA del PS. E stato redatto nel Luglio 2005 un attento Piano di Settore della Mobilità, che ha approfondito le tematiche già individuate dal PS nell ambito degli spostamenti; analizzando le reti modali attualmente esistenti, evidenziandone le problematiche, i possibili sviluppi, i punti conflittuali, le caratteristiche salienti, le necessità di sviluppo della rete su un ottica di tipo decennale ed il Regolamento Viario. Tale strumento si è rivelato necessario alla elaborazione del RU del 2006, che ha recepito gli indirizzi del PS nell art.42 Infrastrutture per la mobilità delle NTA. Soggetto: Regione Toscana Settore Viabilità Regionale. Contributo: In avvio di procedimento relativo alla variante in oggetto si richiede: la verifica relativa alla conformità urbanistica opera del nuovo progetto e della rotatoria modificata in località "Santa Maria", così come già comunicato alla Provincia di Arezzo con nota del 07/07/2010. Sia garantita la fascia di rispetto del nuovo tracciato della SR69 secondo quanto disposto dagli articoli 26, 27 e 28 del DPR 495/92 La conformità urbanistica del nuovo progetto della Variante alla SRT n.69 e relativa rotatoria modificata in località S. Maria è garantita in quanto la modifica alla strumentazione comunale, per le opere in oggetto, è stata realizzata attraverso la Variante n. 05 al RU Adeguamento del raccordo viario tra la SRT69 e la SP8, approvata con DCC n. 37 del e pubblicata sul BURT n. 35 del Successiva quindi alla nota del 07/07/2010 della Provincia di Arezzo e della quale questa Amministrazione ha tenuto conto. Per quello che concerne la fascia di rispetto del nuovo tracciato fella SRT69, fanno testo: art. 25 Le infrastrutture per la mobilità e altre infrastrutture di livello sovracomunale delle NTA del PS; art.32 Le fasce di rispetto delle NTA del RU. Soggetto: Regione Toscana Settore Programmazione Contributo: Per arricchire il Quadro Conoscitivo si suggerisce di visionare il nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS) approvato con risoluzione CR n. 49 del 29/06/2011 e la documentazione del nuovo ciclo di programmazione. Si suggerisce inoltre di visionare le bozze di piano (informativa preliminare) elaborate ai fini della consultazione VAS per quanto riguarda: Piano Regionale di Sviluppo Economico (PRSE), approvato con decisione GR n. 9 del 07/07/2011 Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF), approvato con decisione GR n. 7 del 07/07/2011 Per quanto riguarda la verifica di conformità a questi due strumenti della pianificazione sovraordinata si faccia riferimento ai Capitoli del Rapporto Ambientale relativi alle coerenze: Cap. 4.2 per il PRAF e Cap. 4.5 per il PRSE. 15

16 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno 3. RAPPORTO AMBIENTALE L articolazione ed i contenuti del presente Rapporto ambientale, sono stati definiti conformemente a quanto previsto dall art.24 della L.R. n.10/2010 e s.m.i. Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza (di recepimento del D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 Ulteriori disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152 recante norme in materia ambientale e della Direttiva Europea 2001/42/CE concernente la valutazione degli impatti di determinati piani e programmi sull'ambiente) e sulla base dei requisiti dell Allegato 2 della L.R. n.10/ DESCRIZIONE DEL PIANO Ai sensi dell All. 2 della L.r. 10/10: Le informazioni da fornire con i rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a VAS ai sensi dell articolo 5, sono: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma (...). Il Piano Regolatore Generale Comunale è formato in modo unitario dal Piano Strutturale (PS) e dal Regolamento Urbanistico (RU). Il primo appartiene agli strumenti della pianificazione, il secondo agli atti di governo del territorio. Il Piano Strutturale rappresenta nei suoi elaborati grafici e testuali, la politica programmatica del piano e della città e definisce il quadro di regole di cui essa intende dotarsi per il futuro. Il Piano di San Giovanni, conformemente ai disposti della legge regionale e per precisa intenzionalità, assume come dimensioni di riferimento non solo la dimensione, necessaria e specifica, della città nei suoi confini amministrativi, ma anche quella del suo ruolo all'interno del Valdarno Superiore, della Provincia di Arezzo e della Regione articolando le previsioni sovraordinate di pianificazione del territorio. Il quadro conoscitivo, scaturito sulla base di analisi che possiamo sinteticamente raggruppare in due campi, di "identificazione e tutela dei luoghi" (con la conoscenza delle costanti del territorio, della situazione ambientale, dei rischi territoriali, dell'evoluzione degli insediamenti) e "di servizio alla città e alle persone" (comprendendovi tutte quelle attività che svolgono funzioni rivolte alla generalità dei cittadini), offre una rappresentazione sintetica della complessità dell'organizzazione urbana, consentendo di valutare le scelte e le alternative di sviluppo per la città. Nello Statuto dei Luoghi sono individuati i valori fondamentali del territorio che costituiscono invarianti per tutte le trasformazioni e fondamento per la disciplina urbanistica. Dall'interazione tra le finalità generali di riassetto del territorio e i risultati dell'esame ricognitivo dell'evoluzione in atto nella città e nell'area urbana estesa, traggono origine gli obiettivi (meglio esplicitati nel paragrafo successivo), che la città si pone a lungo termine per definire quali tendenze privilegiare, quali assecondare e quali ostacolare. Il primo passo in questa direzione è la definizione di una strategia pubblica, che rappresenta il momento centrale per informare e orientare gli operatori, che a vari livelli agiscono sul territorio, e tutti i cittadini, segnalando possibilità di intervento e di sviluppo e favorendo il loro reale interesse. Il Piano Strutturale, articolato per sistemi e per progetti, indica obiettivi e strategie per il rafforzamento dell'armatura urbana, dei servizi e delle prestazioni date alla città o ad essa richieste; ed esso contiene, contemporaneamente, alcuni principali requisiti da realizzare nel disegno urbano e del paesaggio, anticipando e orientando la traduzione 'formale' in regole, indirizzi e prescrizioni per gli interventi più specificamente oggetto del Regolamento Urbanistico. Il Piano Strutturale si compone dei seguenti elaborati: il quadro conoscitivo, di lettura della città, articolato nei quattro sistemi di riferimento adottati: ambiente, insediamenti, servizi e infrastrutture; gli obiettivi generali e specifici per i singoli sistemi; lo Statuto del Territorio con l'identificazione delle invarianti strutturali del territorio; la normativa con l'individuazione delle Invarianti e delle Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE), dei criteri da applicare nella redazione del Regolamento Urbanistico, dei piani di settore e degli strumenti di attuazione; 16

17 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale Le attività di valutazione con le motivazioni delle scelte effettuate, delle valutazioni da effettuare nel Regolamento Urbanistico e la selezione degli indicatori di riferimento per la valutazione delle politiche di intervento. Tale documento è stato sostanzialmente modificato in quanto integrato di tutti i contenuti dovuti ai sensi della LR 10/2010, al fine di assumere le valenze di Rapporto ambientale, nonché integrato ai sensi della LR 01/2005, al fine di assumere le valenze di Relazione di sintesi (art. 10 D.P.G.R. 4/R/2007). Al documento è allegata la Sintesi non tecnica prevista dall art. 24 della LR 10/2010. Il Regolamento Urbanistico è il principale strumento operativo del piano urbanistico comunale. E un piano solo in apparenza simile ai PRG tradizionali, redatti prima delle leggi urbanistiche regionali (5/95 e 1/05), dei quali riprende gli aspetti di classificazione e normativa del territorio, ma dai quali differisce in modo sostanziale per finalità e contenuti. Il Regolamento Urbanistico, infatti, non è un piano onnicomprensivo e di sostanziale contenimento delle trasformazioni, come i precedenti piani regolatori, ma uno strumento articolato, più orientato alla fattibilità, e volto in positivo a favorire le trasformazioni auspicate, avendo anticipato nel Piano Strutturale le linee strategiche di lungo periodo e approfondito nei piani di settore le valutazioni e le scelte fondamentali riguardanti gli assetti del territorio. E quindi tecnicamente un piano urbanistico più semplice, composto di pochi elementi e finalizzato a: agevolare gli interventi che assicurino la conservazione dei valori da tramandare, la manutenzione della città e del territorio, stabilendo il quadro delle regole perché ciò avvenga in modi coerenti con gli obiettivi generali della pianificazione, nel rispetto dell ambiente e dei requisiti qualitativi e quantitativi necessari ad un corretto funzionamento della città del territorio e degli edifici; rendere fattibili e favorire lo sviluppo degli interventi di trasformazione riqualificazione e ristrutturazione delle parti della città, dei tessuti edificati, delle infrastrutture, dei servizi, del territorio agricolo e del paesaggio, previsti dal Piano Strutturale; stabilire un quadro normativo certo ed efficace da applicare alle trasformazioni del territorio. Il Regolamento Urbanistico disciplina gli interventi sugli edifici e sul territorio, determina le destinazioni e gli usi dei suoli, individua e stabilisce le regole da applicare agli ambiti di tutela del territorio e dell edificato storico e per la gestione del patrimonio: edilizio, delle infrastrutture, dei servizi, del territorio agricolo e del paesaggio; definisce gli ambiti da assoggettare a piani unitari: di riqualificazione, consolidamento e trasformazione di parti della città, del territorio e del paesaggio. La classificazione dei suoli che il Regolamento Urbanistico effettua tiene conto del diverso gradiente di trasformabilità del territorio, individuando aggregazioni omogenee per finalità urbanistica e prassi di intervento. La normativa si articola per corrispondere alle diverse finalità da perseguire per zone ed ambiti urbani: le regole per la gestione sono volte ad assicurare la tutela e la ordinata manutenzione della città e del territorio, nel rispetto dell ambiente e dei requisiti qualitativi e funzionali necessari. le regole per gli ambiti di trasformazione stabiliscono le condizioni necessarie affinché gli obiettivi di riqualificazione, ristrutturazione e trasformazione delle parti della città, dei tessuti edificati, delle infrastrutture, dei servizi e del paesaggio, prefissati dal Piano Strutturale, si traducano in progetti e interventi. Oltre alla normativa, rivolta ai cittadini e ai tecnici del settore, il Regolamento Urbanistico è formato anche da una parte metodologica, che possiamo definire come quadro delle regole interne, di competenza della Amministrazione, che contiene l insieme delle verifiche della propria conformità e compatibilità con il Piano Strutturale (e più in generale di corrispondenza agli obiettivi del progetto urbanistico della città) e per suo tramite con gli altri strumenti di pianificazione territoriale, con gli approfondimenti conoscitivi, le valutazioni e le scelte urbanistiche di dettaglio prescritte dal Piano Strutturale. Questa componente è un elemento fondante del Regolamento Urbanistico in quanto determina le modalità cui esso si attiene e alle quali dovranno corrispondere gli strumenti attuativi e le eventuali varianti per far sì che si mantenga nel tempo il necessario legame tra gli atti di governo e le trasformazioni nel territorio. 17

18 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno 3.2. OBIETTIVI Come già specificato nel Documento di Avvio del procedimento, l obiettivo generale della Variante al Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico consiste, preliminarmente nella rilettura del territorio e dell ambiente così come emerge da nuovi fatti e conoscenze (aggiornamento del quadro conoscitivo, cambiamenti normativi, uso del suolo e al paesaggio, monitoraggio delle previsioni dei piani vigenti, ecc.), al fine di definire appropriate ed efficaci politiche di governo del territorio, coerenti con lo stato dei luoghi e con le caratteristiche ambientali; che corrispondano alle aspettative della comunità locale e che siano coerenti con le indicazioni della nuova pianificazione sovracomunale. Con il nuovo strumento di pianificazione territoriale, l Amministrazione Comunale intende riconoscere e rafforzare gli aspetti che caratterizzano l identità dei luoghi di San Giovanni Valdarno ed al contempo definire nuove strategie di sviluppo in coerenza le indicazioni di sviluppo sostenibile indicate da P.I.T. Tutto ciò può avvenire anche attraverso la definizione di strumenti e misure capaci di garantire i principi definiti dalla stessa legge regionale (di perequazione, compatibilità, valutazione, equità, trasparenza, ecc.). Per quanto più particolarmente interessa il territorio comunale il quadro previsionale strategico che deve sottendere ed indirizzare le operazioni progettuali della variante generale è delineato e richiamato attraverso l espressione e la definizione di strategie generali, obiettivi ed azioni così riepilogate: Strategia 1: Rafforzare il ruolo della città nel Valdarno La prima strategia è quella che si concretizza individuando i temi urbani e i luoghi deputati a svolgere funzioni di più generale interesse, capaci di far assumere a San Giovanni e al suo territorio un ruolo di significato ed identità specifica, nel sistema policentrico valdarnese; favorendo scenari che possano sostenere l innovazione, la crescita e la competitività delle attività presenti per determinare nuovi, e più stabili, assetti del sistema economico e produttivo e creando nuove opportunità di lavoro; promuovendo i campi della ricerca, della formazione, dell innovazione tecnologica, delle attività culturali, della valorizzazione turistica, potenziali motori di sviluppo per l intera città. Gli obiettivi generali che sottintendono questa strategia sono: Obiettivo 1.1: Attivare politiche strategiche di tipo sovracomunale Obiettivo 1.2: Favorire la gestione associata di servizi Rientrano nell'ambito di questi obiettivi tutte le azioni mirate a: Costituzione di un Ufficio di Piano strategico sovracomunale Attivazione del Contratto di Fiume Strategia 2: La tutela delle risorse e la qualità dell ambiente per uno sviluppo sostenibile Il Piano, per sua natura portavoce degli interessi diffusi, pone una particolare attenzione alla difesa del patrimonio naturale, collettivo e, in generale, delle risorse. Il Piano si propone di migliorare l uso delle risorse e minimizzare le negatività ambientali, perseguendo una coerenza degli obiettivi locali con quelli di livello superiore, implementando azioni di tutela e protezione degli ecosistemi, di monitoraggio e miglior gestione delle risorse, con un attenzione trasversale alle tematiche ambientali per tutti gli interventi settoriali e di trasformazione, anche in riferimento ai programmi di sviluppo sostenibile e agli obiettivi coordinati di più ampio respiro. Gli obiettivi generali che sottintendono questa strategia sono: Obiettivo 2.1: Valorizzazione e ripristino dei corridoi ecologici e delle tessere verdi urbane Obiettivo 2.2: Individuare e mitigare le fragilità del territorio Obiettivo 2.3: Limitare consumi energetici Obiettivo 2.4: Valorizzazione delle risorse culturali Rientrano nell'ambito di questi obiettivi tutte le azioni mirate a: Sviluppare il Progetto direttore del Fiume Arno Promozione della mobilità ciclo pedonale 18

19 Valutazione ambientale strategica Rapporto ambientale Conservazione e ripristino della rete idrica minore e del relativo apparato ecologico Contrastare l impermeabilizzazione dei suoli Aggiornare il Quadro Conoscitivo del sistema idrogeologico Contrastare l edificazione in collina Rivedere la fattibilità dei piani attuativi Recepimento del PAERP per le aree estrattive Incentivare le energie rinnovabili ambientalmente e paesaggisticamente compatibili Promuovere edilizia ambientalmente sostenibile Favorire la permanenza ed il nuovo insediamento di funzioni culturali strategiche Completamento delle azioni di recupero del Centro Storico Strategia 3: Dare valore al progetto complessivo del suolo, del paesaggio e valorizzare la differenziazione della città e delle sue parti L ampia tematica sottesa al progetto del suolo si articola nelle scelte funzionali, nei progetti di sistema del verde e della mobilità, nei programmi e nella disciplina per la tutela geomorfologica, per la salvaguardia del territorio agricolo produttivo, per il rispetto e la tutela attiva del paesaggio e delle aree di interesse naturalistico. Il valore rappresentato dal paesaggio, in quanto patrimonio e risorsa, è una componente essenziale per lo sviluppo locale, per la produzione di ricchezza, per la valorizzazione economica, turistica, residenziale, con effetti sul benessere degli appartenenti ad una comunità. Gli obiettivi generali che sottintendono questa strategia sono: Obiettivo 3.1: Contenere e contrastare il consumo di suolo Obiettivo 3.2: Salvaguardia del paesaggio legato alla identità locale Obiettivo 3.3: Favorire la rigenerazione dei paesaggi compromessi Obiettivo 3.4: Promuovere gli investimenti legati alla ruralità ed al presidio del territorio Obiettivo 3.5: Aumentare il livello di qualità dei nuovi insediamenti Rientrano nell'ambito di questi obiettivi tutte le azioni mirate a: Rivedere le previsioni dei piani attuativi, loro fattibilità ed attualità Limitare le trasformazioni a quelle utili a rafforzare la compattezza della città Salvaguardare il rapporto percettivo tra Autostrada del Sole e paesaggio Qualificare i margini recuperando forma compiuta ai fronti urbani rispetto al paesaggio rurale Contrasto ai fenomeni di riempimento e saldatura urbana, preservare i varchi non edificati Mantenimento degli assetti storici del paesaggio rurale: sistemazioni idriche, coltivazioni, insediamenti Gestire il fenomeno dell'abbandono e del rimboschimento Promuovere gli investimenti riqualificativi nelle aree degradate Contenere e combattere i fenomeni di edilizia spontanea legati alla piccola pratica agricola Individuare premialità a supporto dello strumento del concorso di progettazione Incentivare la progettazione con elevati criteri di sostenibilità sociale Strategia 4: Promuovere l'integrazione sociale e la sicurezza dei cittadini La quarta strategia è quella che si concretizza con interventi mirati, anche in forme indirette, per la casa, l istruzione, l assistenza, volti a garantire i livelli fondamentali per permettere a tutti una vita dignitosa e opportunità di emancipazione, sono obiettivi che oltre a costituire un impegno etico, contribuiscono a un riequilibrio demografico e a 19

20 Variante n.02 al PS e contestuale Variante n.09 al RU _ revisione quinquennale Comune di San Giovanni Valdarno tenere sotto controllo, e non lasciare sviluppare nell ombra, eventuali fenomeni degenerativi. Il Piano pone, quindi, come obiettivo la tutela degli interessi delle componenti deboli o minoritarie, perseguendo attivamente l eliminazione o la riduzione delle barriere e degli ostacoli di ogni tipo alla partecipazione diffusa ai benefici della vita urbana. L obiettivo generale che sottintende questa strategia è il seguente: Obiettivo 4.1: Evitare ogni marginalizzazione delle parti urbane Rientrano nell'ambito di questo obiettivo tutte le azioni mirate a: Risanare le aree degradate Evitare ambiti monofunzionali e monotipologici Incremento dell'accessibilità urbana Strategia 5: Favorire lo sviluppo dell economia locale e promuoverne le potenzialità Il Piano è orientato alla promozione di servizi di supporto alle attività economiche, per lo sviluppo di una più avanzata cultura d impresa e di nuove imprenditorialità e per sostenere le attività esistenti. Un opportunità da perseguire è la diversificazione del sistema economico valdarnese, tradizionalmente sviluppatosi attorno al manifatturiero, valorizzando le risorse dell area in campo turistico, culturale ed ambientale. A questo scopo è necessaria una particolare attenzione per lo sviluppo delle attività culturali e ricettive, tradizionali e di tipo agrituristico, indispensabili anche per una conservazione attiva del paesaggio agricolo. Per favorire la formazione di nuove aziende, e il miglioramento di quelle esistenti nel campo ricettivo, della ristorazione delle attività di supporto, occorre agire su promozione e organizzazione, porre maggiore attenzione alla qualità complessiva dell offerta locale con un coordinamento di iniziative collaterali, culturali, sportive, di divertimento e cultura in senso lato. Gli obiettivi generali che sottintendono questa strategia sono: Obiettivo 5.1: Promuovere la differenziazione delle attività produttive Obiettivo 5.2: Favorire il centro commerciale naturale del centro storico Rientrano nell'ambito di questi obiettivi tutte le azioni mirate a: Incentivare la permanenza delle funzioni industriali e produttive Incentivare gli investimenti produttivi che producono sbocchi occupazionali corretti sotto il profilo della sostenibilità sociale ed ambientale Incentivare attività ricettive Valutare gli equilibri dimensionali e funzionali tra le strutture commerciali dell'utoe centro ed il centro storico Sostenere la cultura come risorsa reale, valorizzando le potenzialità turistiche Privilegiare, quando non sia possibile la permanenza delle funzioni industriali e produttive, il riuso "complesso"articolato in più funzioni Strategia 6: Migliorare l'offerta abitativa La necessità di adeguare l offerta residenziale alla domanda è volta a creare, a San Giovanni, condizioni favorevoli all insediamento di nuovi abitanti per contrastare la caduta di popolazione conseguente alla crisi industriale, l invecchiamento progressivo, la migrazione verso i comuni limitrofi, tendenze di cui la città soffre in modo più marcato o divergente rispetto agli altri comuni del Valdarno. Occorre incentivare un ampia gamma di offerta abitativa, in proprietà, in affitto e di tipo specializzato per categorie sociali, studenti, anziani, primo ingresso al lavoro, accoglienza, e favorire inoltre gestioni coordinate del patrimonio esistente, in particolare per il centro storico. Il nuovo Piano si propone quindi di ampliare l offerta abitativa, di offrire nuove e differenziate opportunità di risiedere in San Giovanni, perseguendo una maggiore e più equilibrata varietà tipologica per meglio corrispondere alle mutate condizioni socioeconomiche e alla diversa composizione dei nuclei familiari, individuando le modalità per poter 20

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