Le case povere. Il patchwork edilizio sul Corso

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1 GUALDO TADINO Nell immaginario geografico secentesco Gualdo fa la sua figura, non ha le grandi croci di Nocera e di Gubbio ma neppure è soltanto menzionata con il toponimo, come Fabriano, Cagli, Pergola. Tuttavia Gualdo, a dire il vero, è soltanto un borgo fondato agli inizi del Duecento da un gruppo di povera gente, quasi randagia, su un pianoro alle pendici di un colle sormontato qualche anno dopo, quando Federico II lo riconoscerà come Comune, da una modesta rocca. Una rocca in realtà mai stata appannaggio di una vera signoria locale ma più che altro residenza di qualche governatore da quelli di Perugia ai legati pontifici ogni volta intento a restaurarla per poterla abitare decentemente, nei secoli finita persino a far da carcere prima di diventare oggi, ancora una volta restaurata, il museo della ceramica. Questo borgo, situato molto più in basso della rocca, oltre i campi che la circondano, avrà come tutti i Comuni il palazzo municipale e il palazzo del podestà, entrambi affacciati su una piazza principale che apre la sequenza, consueta in quasi tutte le città europee, di una via del Corso una strada principale con qualche palazzo appena più ricco ritmata dalla piazza del mercato e conclusa dalla porta più importante. Ma, se guardiano oltre a questa apparenza consueta, il paesaggio del Corso è poi dominato da un inconsueto contrappunto di chiese conventuali anziché come nelle altre città dalle chiese volute dalla civitas: la Cattedrale è in realtà la chiesa di un coevo monastero dei benedettini e ha davanti, dalla parte opposta della piazza, la chiesa del convento dei francescani a sottolineare l appartenenza geografica di Gualdo all area devozionale di Assisi mentre più oltre la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati è la filiazione di una congregazione laica di carità con il suo epicentro a Roma e quella di San Donato è la chiesa dell abbazia dei Camaldolesi, per finire con la chiesa del convento degli Agostiniani sulla piazza 1

2 del mercato, poco prima del Monte di Pietà con il palazzo municipale e quello del podestà la sola istituzione laica dell intera sequenza, ché i due ospedali saranno collocati più lontano. Se tutti questi conventi li immaginiamo con i loro chiostri, prende corpo nella nostra mente piuttosto una città santa che un Comune laico, e in questa sottomissione intravediamo una comunità sostanzialmente povera e di modeste ambizioni. Pianta ottocentesca D altra parte Gualdo è sempre stata in un certo senso una terra di conquista non soltanto degli ordini religiosi (che vi hanno lasciato codesti caposaldi) ma anche di ogni pretendente al dominio del centro Italia Francesco Sforza, Carlo VIII, il duca Valentino, i pontefici, Napoleone, e finalmente Vittorio Emanuele - cui un rassegnato e cauto gruppo dirigente sembra disponibile ogni volta ad aderire, ricorrendo tra un passaggio e l altro alla protezione del Comune più potente, Perugia, cui consegnerà solennemente per quattro volte le proprie chiavi, ogni volta accolte con benevolenza e senza recriminazioni. E quel teatro che vediamo nella pianta è l esito ottocentesco di una aspirazione secolare, cui il legato dello Stato della Chiesa si era sempre opposto pretendendo di assoggettarlo a una rigorosa censura - pena la scomunica - e se i teatri erano consentiti in tutte le legazioni, a Cervia o a Brisighella, la pretesa qui del legato pontificio sembra soprattutto lo specchio di una debolezza dell élite locale, un ceto politico costituito sempre, in ogni generazione, dalle medesime persone, uso da settecento anni a cambiar bandiera senza impegnarsi più che tanto nel governare davvero la città.. 2

3 . La veste edilizia evoca l anima di questa città: le case dei poveri sono modeste, ma soprattutto non vengono considerate indegne della città certe vie coperte che possono oggi apparire pittoresche ma che di fatto mostrano una clamorosa disattenzione della civitas per la dignità del proprio aspetto esteriore, e sarebbero state impensabili a Siena o a Perugia. Le case povere D altra parte mancano anche i grandi palazzi dei cittadini più abbienti, manca la parata di portali monumentali che affollano per esempio Montefiascone ma anche Nocera o Servigliano, e se è vero che il terremoto della metà del Settecento ha molto distrutto, è anche vero che quello di dieci anni fa ha mostrato come in realtà non vi fosse neanche allora molto da ricostruire.. Il restauro contemporaneo, con l obiettivo di sottolineare le strutture edilizie originarie, ha messo in luce la nuda verità, che non vi erano nel Corso veri palazzi con una forte e caratterizzata veste architettonica da ripristinare per restituire alla città la dignità della sua strada principale dove di solito sono schierati i palazzi nei quali i cittadini eminenti fanno ogni sforzo per esprimere il decoro cittadino - ma soltanto giustapposizioni murarie di epoche diverse che, lasciate in evidenza per la mancanza di un consolidato quadro monumentale di insieme, l hanno abbigliata di uno stravagante patchwork edilizio, l effimera scena per l annuale palio delle porte. Il patchwork edilizio sul Corso 3

4 Ma la modestia di Gualdo avrà una sua resurrezione dopo l Unità d Italia, quando insieme alla costruzione del teatro finalmente! - e al consolidarsi di una nuova borghesia, con le feste da ballo nel palazzo del Comune, il suo versante popolare darà luogo a un risveglio della tradizionale produzione ceramica, al sorgere di una costellazione di altre attività, all immediata comparsa nel 1861 di una Società operaia di mutuo soccorso (seguita vent anni dopo da quella cattolica) senza peraltro alcuno sbocco in una sfera politica. A registrare questo fermento sociale sul versante estetico non sarà tanto un establishment conservatore, qui affezionato ovviamente al revival romanico, gotico e rinascimentale, quanto l inquietudine formale dei ceramisti,, parecchio più agili degli artisti paludati ad accogliere gli stimoli esterni, una adesione ai modelli liberty ignota alle altre città di provincia italiane, come accadrà nello stesso periodo a Borgo San Lorenzo. Case e campanile neoromanici e casa neogotica Nostalgie neorinascimentali nei portali dei palazzi ottocenteschi 4

5 Testimonianze del liberty Questa contrapposizione culturale è poi anche esplicita e vivissima nel gusto artistico: mentre nella Cattedrale, rifatta nel il campanile sarà completato nel fa bella mostra di sé un bassorilievo di quei medesimi anni raffigurante una scena storica concernente San Benedetto, nel più ovvio stile neorinascimentale, la Società operaia rivendica Matteo di Gualdo, pittore tardogotico di fine Quattrocento, come il più rappresentativo degli operai della sua storia, le sue opere semidimenticate riemergono all attenzione critica, disseppellite dai restauri di San Francesco, e nel 1930 finalmente un ceramista riproduce sul Corso, in una nicchia gotica, una sua calligrafica madonna. Il bassorilievo di Guglielmo Ciani, nel 1893, la madonna di Matteo di Gualdo in San Francesco e la sua riproduzione ceramica sul Corso Beninteso non sarà soltanto una faccenda di gusto: sullo sfondo di una qualche incuria dell élite politica vediamo emergere l energia e la generosità di monsignor 5

6 Roberto Calai, le cui scuole salesiane e il cui ospedale, nel loro stagliarsi solitario nel paesaggio di allora, è quasi emblematico, per contrasto, di un certo immobilismo dell élite locale, del fatto che. quelle istituzioni che altrove segnano il fervore delle comunità locali siano state qui realizzata da un benefattore privato. E solo in seguito, davanti all ospedale eretto da monsignor Calai, verrà disposto, in capo a un esile boulevard, un grande giardino pubblico contrappuntato da un altro giardino ai margini delle rocca.. L ospedale e la scuola salesiana con il busto di monsignor Calai Il boulevard ottocentesco e il giardino pubblico con il monumento ai caduti Ma soprattutto la nuova stazione ferroviaria ottocentesca suggerirà, di fronte, un lungo boulevard che, se per un secolo ha preannunciato l accesso al vecchio centro, nei decenni più recenti è stato la matrice di una nuova e cospicua croce di strade forse un contrappunto a quella antica con una nuova strada principale in mezzo alla pianura, quasi echeggiata da un viale alberato parallelo ormai diventato un vero boulevard, a contrappuntare a sua volta quello ottocentesco. 6

7 Pianta tematizzata Non ci faccia velo il gusto antiquario per il pittoresco: la bellezza delle città è impressa nella volontà estetica che accompagna in ogni momento le nuove strade tematizzate, disposte in nuove sequenze, e il vederle in forme moderne non ci deve impedire di riconoscerla. Forse a Gualdo più forte oggi di qualche secolo fa, forse più clamoroso nella piana moderna che nel centro storico, dove la gradonata semicircolare nella corte del demolito palazzo podestarile sembra in fondo meno vigorosa della strada principale contemporanea. A questo ritratto la cui prima versione è stata pubblicata nel volume Piccole città, borghi e villaggi edito dal Touring Club Italiano nel 2007 ha collaborato Ludovico Milesi. 7