FACOLTÀ BIBLICA CORSO: IL KÈRYGMA BIBLICO LEZIONE 27 Yeshùa nel Vangelo marciano L uomo così come fu accolto e amato dai primi discepoli
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1 FACOLTÀ BIBLICA CORSO: IL KÈRYGMA BIBLICO LEZIONE 27 Yeshùa nel Vangelo marciano L uomo così come fu accolto e amato dai primi discepoli di GIANNI MONTEFAMEGLIO Il Vangelo di Marco è il più breve dei quattro Vangeli. Tale brevità è in sintonia col fatto che esso è il Vangelo più antico. È quindi qui che troviamo la prima comprensione della figura di Yeshùa da parte dei suoi discepoli. Gli altri tre Vangeli ci mostreranno l evoluzione del pensiero cristologico presso la prima chiesa. I biblisti, gli esegeti, ricercano in ciascuno dei quattro Vangeli lo scopo per cui fu scritto. Che cosa si proponeva, quale fine aveva il singolo evangelista nel narrare la vicenda di Yeshùa? Ebbene, Marco fu l iniziatore del genere letterario dei Vangeli, per cui è in Mr che troviamo la pietra di paragone. La nostra indagine deve rispondere a queste domande: In che modo gli altri evangelisti, e in particolare i sinottici (che da Mr dipendono), hanno sviluppato, approfondito e completato la presentazione marciana di Yeshùa? Qual era il nuovo contesto in cui i successivi evangelisti hanno immesso i loro aggiornamenti? Quali furono i loro intenti teologici? Generalmente gli esegeti dei Vangeli si focalizzano sulle differenze e sulle discordanze tra i Vangeli. Occorre andare oltre ed assumere un approccio più completo: sono infatti proprio le differenze e le discordanze tra i Vangeli che ci mostrano il processo di maturazione teologica che avvenne nella chiesa delle origini. Sebbene i cosiddetti Vangeli unificati siano utili perché ci offrono una panoramica complessiva, essi però livellano nel contempo tutto. - Nella foto alla pagina seguente un esempio di sinossi dei Vangeli; cfr. A. Poppi, Sinossi dei quattro Vangeli. L attento lettore della Bibbia, il credente, non deve spaventarsi o rimanere perplesso quando sente parlare di teologia di Marco, teologia di Luca o di Matteo oppure di Giovanni. Se ritiene, erroneamente, che debba esistere un unica cristologia, dovrebbe almeno domandarsi come mai nella Bibbia troviamo ben quattro Vangeli e non uno solo. 1
2 Per ciò che riguarda lo studio del Vangelo di Marco rimandiamo alle lezioni del corso sui Vangeli (terzo anno accademico). Qui vogliamo trattare altri aspetti. E iniziamo con Mr 16: [Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a coloro che erano stati con lui, i quali facevano cordoglio e piangevano. 11 Essi, udito che egli viveva ed era stato visto da lei, non lo credettero. 12 Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi; 13 e questi andarono ad annunciarlo agli altri; ma neppure a quelli credettero. 14 Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato. 15 E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. 17 Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; 18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno». 19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l'accompagnavano.]. - Mr 16:9-20. Come si nota, NR (da cui abbiamo citato) pone tutta questa sezione tra parentesi quadre. TNM sceglie quest altro modo, dandone spiegazione: CONCLUSIONE LUNGA Certi antichi manoscritti (ACD) e versioni (VgSy c,p ) aggiungono la seguente conclusione lunga, che è però omessa da BSyא s Arm: 9 Dopo essere sorto di buon ora il primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva espulso sette demoni. 10 Essa andò a riferirlo a quelli che erano stati con lui, mentre si lamentavano e piangevano. 11 Ma essi, udito che era tornato in vita ed era stato visto da lei, non credettero. 12 Inoltre, dopo queste cose apparve in un altra forma a due di loro che erano in cammino, mentre andavano nei campi; 13 ed essi tornarono e lo riferirono agli altri. Né credettero a questi. 14 Ma poi apparve agli undici stessi mentre giacevano a tavola, e biasimò la loro mancanza di fede e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l avevano visto ora destato dai morti. 15 E disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate la buona notizia a tutta la creazione. 16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato, ma chi non avrà creduto sarà condannato. 17 Inoltre, questi segni accompagneranno quelli che avranno creduto: Mediante l uso del mio nome espelleranno demoni, parleranno in lingue, 18 e prenderanno serpenti con le mani, e se berranno qualcosa di mortale non farà loro nessun male. Porranno le mani sui malati e questi staranno bene. 19 E il Signore Gesù, dopo aver parlato loro, fu quindi assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 Così essi uscirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava con loro e sosteneva il messaggio con i segni che lo accompagnavano. 2
3 Lo stile e il contenuto di questa sezione sono completamente diversi dal resto del Vangelo marciano. Diversi esegeti sono convinti di aver individuato da dove sono presi i brani che compongono questa sezione: Mr Tratto da 16:9-11 Gv 20: :12,13 Lc 24: :14-18 Lc 24: :15 Mt 28: :19 Lc 24:50-53 La domanda spontanea che ci viene è: com è possibile che Mr termini il suo scritto con queste parole: Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura (Mr 16:8)? Alcuni studiosi ipotizzano che la vera finale sia andata sfortunatamente persa; questa finale avrebbe riguardato l apparizione di Yeshùa a Pietro ( Apparve a Cefa e quindi ai Dodici 1Cor 15:5) come la abbiamo in Gv 21. Lo studioso K. H. Schelkle suggerisce: Potrebbe darsi che l ultimo foglio del Vangelo si sia sciupato anzitempo e così sia andato perduto il testo (originale) conclusivo. La prima e l ultima pagina di un libro si sciupano sempre prima delle altre. Vediamo ora altre caratteristiche particolari di Mr: Tace completamente l infanzia di Yeshùa e inizia dal battesimo di Yeshùa nel Giordano. La crocifissione di Yeshùa viene presentata come opera (positiva) di Dio e non come trionfo del maligno. Ciò appare dalle predizioni stesse di Yeshùa circa la sua morte e dalle apparizioni di Yeshùa risorto. Lo scandalo delle croce diviene così il mistero della croce. In Mr si notano dei passi che rivelano uno sfondo a tema, probabilmente sulla base di una raccolta di dichiarazioni preesistente e ben fissata nella prima chiesa. Eccone le materie: Cinque scontri con gli avversari. Mr 2:1-3,6. Tre parabole circa i campi. Mr 4:1-32. Quattro miracoli sul lago. Mr 4:35-5:43. Sei controversie con gli avversari. Mr 11:27-12:37. Lo stile marciano è molto semplice e popolano, ma proprio per questo è fresco ed efficace. Più che una forma elaborata, da Mr emerge l esperienza intensa che il suo autore visse. Marco non si preoccupa della forma estetica, ma sente l urgenza di raccontare, di far partecipi. Pietro, che fu il mentore di Marco, era rozzo e poco istruito (At 4:13); la semplicità popolana con cui Pietro parlava la ritroviamo in Mr. Di certo Marco non si preoccupò di dare alle parole di Pietro una forma elegante. Il racconto marciano è tutto un susseguirsi di ed ecco che. Non si tratta di stile letterario, di cui Mr è privo, ma di spontaneità semplice e popolana che conferisce al suo testo un ritmo particolare, ondulante e perfino grandioso. La preziosità di Mr sta nel fatto che in esso ritroviamo la predicazione vibrante di Pietro, e quindi tutta la freschezza del pensiero teologico e della fede della prima chiesa. 3
4 Ed eccoci al fine propositivo di Marco nella redazione del suo Vangelo. Ciò appare da subito, dal suo inizio: Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio (Mr 1:1). Questo incipit è maestoso, grandioso, magnifico e solenne. Per apprezzarlo, si tenga presente che il Vangelo marciano viene definito il Vangelo del segreto messianico. Yeshùa ingiunge ripetutamente di non far sapere chi egli sia. Nei punti fondamentali di Mr troviamo le confessioni del Figlio di Dio: Mr 8:27-30 Mr 14:61,62, TNM Mr 15:39 Strada facendo, [Yeshùa] domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che io sia?» Essi risposero: «Alcuni, Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti». Egli domandò loro: «E voi, chi dite che io sia?» E Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». Ed egli ordinò loro di non parlare di lui a nessuno. Egli [Yeshùa] taceva e non diede nessuna risposta. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogava, dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Quindi Gesù disse: «Lo sono; e voi vedrete il Figlio dell uomo seduto alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo». Il centurione che era lì presente di fronte a Gesù, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio!». In Mr la figura di Yeshùa appare nel suo stato iniziale: appare decisamente umana ma con tratti che denotano il suo essere tutto speciale. Il bello è che Marco non cerca di conciliare questi due aspetti, il che dice tutta la naturalezza e la verità con cui i primi discepoli accolsero il rabbi di Nazaret. Ciò apre per noi una finestra sul pensiero iniziale della congregazione circa Yeshùa. I primi discepoli avevano di fronte a loro un uomo come loro, eppure così straordinario e unico. Yeshùa il nazareno (Mr 14:67), il galileo (Mr 14:70), era vero uomo, uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato. - Eb 4:15, TNM. Nessun altro evangelista fissa così bene i lineamenti umani di Yeshùa come fa Marco. Nel Vangelo marciano non troviamo ancora le riflessioni teologiche successive su Yeshùa. Di certo non vi troviamo neppure la minima traccia delle eresie successive della chiesa apostata, che fecero di Yeshùa un essere divino per culminare nella più grande eresia che accolse la dottrina pagana della trinità facendone la sua seconda persona. In Mr troviamo lo Yeshùa genuino, l uomo Yeshùa così come fu accolto e amato dai primi discepoli, i quali riconobbero in lui il Messia di Dio. Ai seguaci delle successive chiese ormai apostate possono risultare come minimo audaci, se non indecorosi, le descrizioni che Marco fa in modo del tutto naturale e veritiero dell uomo Yeshùa, il quale si arrabbia, s indigna, si rattrista, si meraviglia, domanda perché non sa, si spaventa, si deprime, a volte è impotente. Fu mosso a pietà. Mr 1:41, TNM. Gesù, guardatili tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore. Mr 3:5. Si meravigliava della loro incredulità. - Mr 6:6. Domandò: «Di che cosa discutete con loro?». - Mr 9:16. 4
5 Domandò loro: «Di che discorrevate per strada?». - Mr 9:33. Gesù, veduto ciò, si indignò. - Mr 10:14. Cominciò a essere spaventato e angosciato. E disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate». - Mr 14:33,34. Non vi poté fare alcuna opera potente, ad eccezione di pochi malati a cui impose le mani e li guarì. - Mr 6:5. Marco non tace neppure il fatto che la famiglia di Yeshùa lo riteneva fuori di testa: I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé». - Mr 3:21. Marco, e prima di lui Pietro, e con loro tutta la prima chiesa, erano consapevoli che il Figlio di Dio era un uomo, tutto speciale, ma uomo. Marco riporta le parole stesse di Yeshùa (alquanto indignate): Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. - Mr 10:18. Tutta la piena umanità di Yeshùa e la grande differenza che c è tra Yeshùa (che pure è il Figlio di Dio ) e l Onnipotente sono presenti nelle parole dell uomo Yeshùa che Marco riporta fedelmente: Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre. - Mr 13:32. Gli altri due Vangeli sinottici (Mt e Lc), che da Mr dipendono, quei tratti troppo umani li sopprimeranno o li attenueranno fornendo una spiegazione. La grandezza del Vangelo marciano sta proprio nel presentare il falegname, il figlio di Maria (Mr 6:3) come Figlio di Dio. - Mr 1:1. In Mr vediamo Yeshùa talmente assediato dalle folle che non ha neppure il tempo di mangiare; le persone sono sconvolte nel vedere i suoi miracoli, si rendono conto che ha una potenza che non è umana. È questo ciò che a Marco interessa far conoscere. Il mentore di Marco, Pietro, di fronte alla straordinaria capacità di Yeshùa era caduto in ginocchio esclamando: Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore. - Lc 5:8. Nel vangelo marciano troviamo la cristologia dei primordi. Non siamo ancora al titolo glorioso di Kýrios, Signore. 5
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