Approdi: l'italia, l'europa e i flussi migratori

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1 Approdi: l'italia, l'europa e i flussi migratori Con il presente rapporto, curato dal Centro di Documentazione Yalla, si intende approfondire gli aspetti quantitativi legati ai flussi di migranti e di richiedenti asilo che giungono sul nostro territorio, prendendo in esame le rotte migratorie, i dati statistici relativi agli arrivi, ecc.. e servendosi delle informazioni più recenti diffuse da varie agenzie ed istituzioni (il Ministero degli Interni, l'anci, l'unhcr, l'oim e Frontex rappresentano le principali fonti utilizzate per redigere il presente rapporto). Analizzando il contesto nazionale in un'ottica comparativa con quanto accade nel resto d'europa, l'obiettivo è anche quello di decostruire alcuni luoghi comuni responsabili dei toni allarmistici che circolano nel nostro paese e tratteggiano i contorni di una vera e propria invasione. Senza dubbio, negli ultimi anni le dimensioni del fenomeno e le rotte migratorie che interessano il continente Europeo e le coste del Mediterraneo hanno fatto registrare dei cambiamenti, prima, nel 2011, in relazione alla "primavera araba" e agli sconvolgimenti socio-politici che hanno interessato i paesi del Nord Africa, poi con l'interminabile "crisi siriana" che continua a produrre ingenti masse di donne, uomini e bambini in fuga. Il tema è entrato nel programma di lavoro dei governi ed è al centro del dibattito pubblico europeo. In un contesto così complicato i dati possono aiutare a capire meglio la realtà. Ci invadono, ci rubano il lavoro, portano malattie. Spesso il dibattito pubblico sul fenomeno delle migrazioni in Italia e nel resto dell'ue si lega a paure e slogan molto lontani dalla realtà. Si smette di guardare i migranti come persone, con storie di vita e progetti personali, per scivolare in categorie generiche e disumanizzanti. Per questo è fondamentale, partire da dati corretti e da analisi che descrivano la complessità e la portata di un tale fenomeno. Secondo l Unhcr, 875mila migranti e profughi sono arrivati via mare in Europa dal 2008 al settembre Anche se tutti fossero rimasti in Europa, si tratta dello 0,17 per cento della popolazione europea (che è di 507 milioni di abitanti). Quanti sono gli immigrati in Italia e in Europa? Il dato principale che si considera per calcolare quanti sono gli immigrati in Italia e in Europa è quello della popolazione straniera residente, che include tutti coloro che risiedono in un paese ma hanno cittadinanza di un altro. Partendo dal nostro paese, secondo i dati Istat al 1 gennaio 2015, risultavano iscritti all'anagrafe e quindi residenti in Italia 5 milioni 73 mila cittadini stranieri, l'8,3% del totale della popolazione.

2 La presenza straniera nel nostro paese, insieme all'incidenza sulla popolazione italiana, è un dato costantemente in crescita nel tempo. Nel 1990 gli stranieri in Italia erano lo 0,8% della popolazione, nel 2000 il 2,5%, e solo nel 2006 hanno superato il 5%. Dal 2002 a oggi la percentuale di stranieri residenti in Italia è quadruplicata, passando dal 2,4% all 8,1% del Il tasso di crescita tuttavia ha rallentato negli ultimi anni, e tra il 2010 e il 2011 è stato addirittura negativo. Invece, nel 2014 si è registrato un aumento rispetto al 2013 di unità, cioè un + 12,2%; si tratta di un incremento dovuto tuttavia soprattutto alle nascite di bambini stranieri sul suolo italiano, piuttosto che a nuova immigrazione. Per quanto riguarda la distribuzione degli immigrati sul territorio italiano va evidenziato che essa è tutt'altro che omogenea. Il 59,5% risiede nel Nord, il 25,4% nel Centro, il 15,1% nel Mezzogiorno. Nel Centro-nord l incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera ampiamente il 10%, con un massimo del 12,2% in Emilia-Romagna; viceversa nel Mezzogiorno la quota scende al 3,7%, con un minimo del 2,7% in Sardegna. Le differenze a livello territoriale nel nostro paese sono tante. Se in ben 6 regioni oltre il 10% dei residenti è straniero, in alcune, come Basilicata, Puglia e Sardegna, hanno raggiunto solo negli ultimi anni la quota del 2%, percentuale che l Italia come paese raggiungeva nel La provincia italiana con la più alta incidenza di stranieri è Prato (circa 15%), mentre in termini assoluti i numeri più alti si riscontrano a Roma, seguita da Milano e Torino. A guidare la classifica regionale abbiamo l Emilia-Romagna con 12 residenti su 100 che sono stranieri, seguita da Lombardia (11,3) e Umbria (11,1). Molto diverso il discorso per le regioni del sud, con percentuali che raggiungono al massimo, come nel caso della Calabria, il 4% di residenti stranieri, la metà della media nazionale. Contrariamente all immagine maschilizzata che viene spesso associata all'immigrazione, le donne costituiscono circa il 53% degli stranieri residenti in Italia. Per quanto riguarda le provenienze, nonostante la comunità più numerosa venga da un paese europeo (i rumeni residenti in Italia nel 2014 erano oltre un milione), all inizio del 2014, cittadini non comunitari erano regolarmente soggiornanti in Italia con permesso di soggiorno, per lo più di lungo periodo (56,25%). Complessivamente, sono 190 le nazionalità presenti nel nostro paese; dopo la Romania, le principali provenienze dei cittadini stranieri che risiedono nel nostro paese sono, in ordine decrescente di presenze, Albania, Marocco, Cina e Ucraina.

3 A prova del fatto che l emergenza sbarchi rappresenta solo un aspetto della questione, i permessi di soggiorno rilasciati in Italia per asilo o motivi umanitari, nel 2013, erano meno del 10%, a fronte del 33% per motivi lavorativi e il 41% per ricongiungimenti familiari o matrimonio. In Europa La situazione della popolazione straniera residente nei principali paesi europei nel 2013 viene descritta nella seguente tabella e nel successivo grafico (fonte Unhcr): Valore assoluto Svizzera ,2% Austria ,8% Belgio ,2% Spagna ,9% Germania ,4% Norvegia % Grecia ,8% Inghilterra ,7% Italia ,4% Svezia ,9% Francia ,2% Unione Europea % Incidenza sulla popolazione totale Incidenza sulla popolazione totale nei diversi Paesi Eu Unione Europea; 4% Francia; 6,20% Svezia; 6,90% Italia; 7,40% Inghilterra; 7,70% Grecia; 7,80% Norvegia; 9% Germania; 9,40% Spagna; 10,90% Belgio; 11,20% Austria; 11,80% Svizzera; 23,20% 0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 25,00%

4 I dati non sono pienamente paragonabili, sia per le modalità con cui sono raccolti dai vari istituti statistici nazionali sia, soprattutto, per le differenze in fatto di politiche migratorie che determinano anche differenze numeriche. Se il dato discordante della Svizzera dipende soprattutto dall elevata presenza di cittadini tedeschi, francesi e italiani, gli stati che prevedono il cosiddetto ius soli (ossia danno la cittadinanza a chi nasce sul suolo del proprio territorio nazionale) tendono ad avere numeri minori rispetto a chi ha leggi sulla cittadinanza più severe. È per questo ad esempio che la Francia ha un incidenza della popolazione straniera più bassa della nostra, visto che molti figli di immigrati hanno la cittadinanza francese e dunque non finiscono in queste statistiche. Se includessimo tutti coloro che sono nati fuori dal paese (compresi coloro che hanno acquisito la cittadinanza) l incidenza in Francia sarebbe dell 11,5%, mentre in Italia passerebbe al 9,5%. Ci sono paesi europei in cui la presenza di cittadini stranieri residenti è diminuita: Germania ( - 10%), Spagna (-8%), Portogallo (-4%). Nella classifica dell incidenza della popolazione straniera su quella totale l Italia avanza di due posizioni, scavalcando Inghilterra e Grecia rispetto al 2013 (vedi tabella più avanti). La presenza straniera in Italia è superiore alla media europea, ma inferiore a qualsiasi altro paese con cui di solito ci si paragona (eccetto la Francia per il motivo sopra spiegato). Il dato sulla popolazione straniera residente ci dà un immagine relativamente stabile. C è poi chiaramente tutto un mondo sommerso che non rientra in queste statistiche. L Italia e l Europa sono dunque ben lontane da uno scenario di invasione. Certo i mutamenti nella composizione sociale ed etnica ci sono, e sono davvero veloci. In venti anni la presenza di persone straniere sul suolo europeo è aumentata di cinque o dieci volte. Si tratta di un dato che inevitabilmente ha delle conseguenze, ma che sarà bene cominciare a valutare nella sua portata reale. Il Mediterraneo, l'europa: emergenza sbarchi e nuove rotte migratorie Si può facilmente osservare che negli anni le rotte migratorie verso l'europa sono cambiate, così come la composizione dei flussi; ciò che va messo in evidenza è che i numeri continuano a salire. Nei primi nove mesi del 2015 secondo l Unhcr più di 411mila migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere il vecchio continente, superando il totale degli arrivi registrati nei quattro anni precedenti (dal 2010 al 2014).

5 Se nel 2014 la principale rotta che interessava il Mediterraneo si confermava essere quella del Mediterraneo centrale, dalle coste libiche e tunisine a quelle italiane, nell'ultimo anno, come vedremo, le cose sono cambiate. Le principali rotte migratorie nel 2014 (elaborazione grafica a cura di Parsec, Crossover, 2015) La seguente illustrazione mostra le principali rotte e percorsi utilizzate da migranti e richiedenti asilo per raggiungere l'europa (fonte Frontex).

6 L'andamento negli anni si mostra mutevole. Il grafico successivo evidenzia per le singole rotte il numero stimato di arrivi negli ultimi sei anni (Fonte: Frontex) Rotta "Africa Occidentale" Rotta "Mediterraneo Occidentale" Rotta "Mediterraneo Centrale" Rotta "Balcani Occidentali" Rotta "Puglia e Calabria" Rotta "Mediterraneo Orientale" Rotta "Confini Orientali" Se nel 2014 la principale rotta d ingresso dei migranti nell Unione europea è stata la rotta del Mediterraneo centrale con arrivi, nel 2015 invece la rotta più importante è stata quella balcanica che passa per Grecia, Macedonia, Serbia e Ungheria. Nei prossimi mesi, l'onu prevede che circa 3 mila persone al giorno si serviranno della rotta balcanica per raggiungere l'europa Nel grafico che segue viene illustrato l'andamento negli ultimi sei anni delle due principali rotte migratorie verso l'europa ( fonte: Frontex); in particolare, si osserva come nel 2015 la rotta dei "Balcani occidentali" si è imposta come la principale strada di accesso all'europa:

7 Balcani occidentali Mediterraneo centrale Balcani occidentali Mediterraneo centrale Analizzando nel dettaglio le due rotte, si osserva che per quanto riguarda la rotta "mediterranea" i principali paesi di provenienza nei primi mesi del 2015 sono l'eritrea (27%), la Nigeria (12%), la Somalia (8%), il Sudan (6%), la Siria (6%), il Gambia (5%), il Bangladesh (4%), il Senegal (4%), il Mali (4%) e il Ghana (3%). Invece, per quello che riguarda l'altra rotta, quella "balcanica", i principali paesi di provenienza sono l'afghanistan (29%), la Siria (28%) e il kosovo (23%). Nello stesso periodo, circa persone sono arrivate in Grecia, soprattutto da Siria (59%), Afganistan (25%) e Pakistan (5%), mentre altre 6670 persone circa hanno raggiunto l'europa dal Marocco verso la Spagna (i principa li paesi di provenienza delle persone hanno fatto il loro ingresso in Europa dalla Spagna nei primi mesi del 2015: 57% dalla Siria; 10% dal Ghana; 5% dalla Costa d'avorio) - (fonti: Frontex, Ocse, Unhcr). Purtroppo, la mortalità lungo queste "autostrade" dell'immigrazione rimane elevata ed ha toccato dimensioni drammatiche negli ultimi mesi. Il costo umano della "Fortezza " non accenna a diminuire e diverse sono le stime della mortalità lungo le rotte migratorie verso l'europa. Dal 2000 al 2014 si contano più di 23 mila persone, tra uomini, donne e bambini, morte nel tentativo di raggiungere il vecchio continente, per una media di 1600 all anno. Partendo dagli arrivi sulle coste Italiane e quindi prendendo in considerazione i soli eventi censiti da G. Del Grande e i dati degli sbarchi forniti dal Ministero dell Interno nel 2013, per ogni 60

8 sbarcati sulle coste italiane, un migrante risulta morto o disperso. Si tratta di una mortalità dell 1,67%. Per quanto riguarda i dati del 2015, si registrano oltre duemila migranti morti nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere le coste europee. A diffondere la cifra drammaticamente simbolica della tragedia in corso è l Oim, l Organizzazione internazionale per le migrazioni. Nello stesso periodo del 2014 erano morte 1607 persone. In tutto il 2014, 3279 migranti hanno perso la vita. Circa migranti sono stati salvati nel Mediterraneo dall inizio dell anno, comunica l Oim. Come nel 2014, la maggior parte dei migranti sono morti mentre cercavano di attraversare il Canale di Sicilia, lungo la rotta del "Mediterraneo centrale" che collega la Libia all Italia. Secondo le statistiche fornite dall'oim, la rotta del Mediterraneo centrale è di gran lunga la più pericolosa rispetto alle altre: quest anno l Italia e la Grecia hanno registrato un flusso simile di migranti (rispettivamente e ), ma persone sono morte mentre cercavano di raggiungere l Italia, mentre sono 60 le persone decedute nella rotta verso la Grecia. Tuttavia, risulta evidente l'aumento significativo del numero di migranti e di richiedenti asilo che hanno raggiunto l'italia nel 2014 rispetto al trend registrato negli anni precedenti. Elaborazione grafica tratta da "Crossover, per un'agenda di diritti condivisa tra società civile e istituzioni", Parsec, 2015

9 Trend degli arrivi sulle coste italiane (Fonte: Ministero dell'interno) Comparazione andamento sbarchi Numero di migranti sbarcati suddivisi per mese Ministero dell'interno) (fonte:

10 Inoltre, i dati finora disponibili per il 2015 confermano questa tendenza all'aumento del numero di migranti e richiedenti asilo che raggiungono le nostre coste, come è facilmente osservabile nel seguente grafico che illustra la situazione relativa agli eventi di sbarco registrati in ambito nazionale a decorrere dal 1 gennaio 2015 fino al 28 febbraio 2015 (n.69 eventi di sbarco per un totale di 7882 persone), comparati con i dati riferiti allo stesso periodo dell anno 2014 (n.46 eventi di sbarco per un totale di 5506 persone) - fonte: Ministero dell'interno. Comparazione tra il numero di migranti sbarcati nei primi due mesi del 2014 e del Quanti sono i rifugiati e i richiedenti asilo in Italia e in Europa? I rifugiati sono una parte, generalmente molto piccola, della quota di stranieri residenti su un territorio, anche se il fatto di godere di diritti estesi rispetto a quelli normalmente concessi ai migranti economici ne fa una componente piuttosto stabile della popolazione. Per misurare l impatto del sistema di protezione internazionale sugli stati di accoglienza si utilizzano principalmente due dati: quello sulla presenza di rifugiati in un dato territorio, e quello delle richieste di asilo su base annua. Alla fine del 2013 l Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) aveva annunciato il superamento di una soglia storica: per la prima volta dalla seconda guerra mondiale il mondo ha registrato più di 50 milioni di profughi. Un anno dopo il numero è arrivato a 59,5 milioni. Secondo l Unhcr tra i dieci paesi con più profughi pro capite c è solo un paese europeo: Malta. Dei 59,5 milioni di profughi registrati dall Unhcr alla fine del 2014, solo 1,5 milioni hanno trovato accoglienza in Europa. Una piccola frazione rispetto al totale: Turchia e Libano insieme ne accolgono il doppio; addirittura, il solo Pakistan accoglie un numero leggermente superiore rispetto ai profughi accolti in Europa. L Italia accoglie un profugo ogni mille persone e risulta sotto la media europea (1,1 ogni mille) e ben al di sotto di Svezia (11 ogni mille) e Fra ncia (3,5 ogni mille). In Medio Oriente, il Libano accoglie circa 1,2 milioni di profughi (232 rifugiati ogni mille

11 abitanti), pari a un quarto della popolazione del paese e la Giordania profughi, 87 ogni mille abitanti. Questi numeri ci raccontano di un continente dove la percentuale dei rifugiati rispetto alla popolazione totale è irrilevante, fatta eccezione per Malta, dove nel 2013 i rifugiati avevano una incidenza del 2,35% sulla popolazione totale, e la Svezia, dove l'incidenza sulla popolazione è dell'1,19%; si possono spiegare questi numeri sulla base del fatto che Malta è spesso la prima terra di sbarco, invece, la Svezia è la meta agognata di molti, oltre ad avere una politica migratoria che predilige l asilo politico come strumento di accoglienza. Nonostante sia per molti primo paese di arrivo l Italia è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione totale (nel 2013 l'incidenza in termini percentuali dei rifugiati sulla popolazione totale era dello 0,13 %). Risulta quindi spropositata l attenzione mediatica rivolta verso un gruppo giuridico così irrilevante da un punto di vista statistico ( per il nostro paese ha certamente più senso parlare di richiedenti asilo piuttosto che di rifugiati). Tuttavia, se il dato del 2013 quindi ridimensiona, e di molto, l idea che l Italia sia un paese invaso da richieste di asilo, la situazione è tuttavia destinata a cambiare nel In attesa che vengano pubblicati dati certi, già sappiamo che tra il 2013 e il 2014 l Italia ha avuto un incremento del 140% delle richieste di asilo. Tale incremento si evince nel seguente grafico: Incremento del numero di RICHIESTE DI ASILO in Italia

12 Il notevole incremento del 2014 è innanzitutto il risultato dell aumento impressionante del numero di persone sbarcate dal Mediterraneo (170 mila, +200% rispetto al 2013), ma anche dell applicazione del Regolamento di Dublino, che prevede la necessità di fare domanda di asilo nel primo paese di arrivo in Europa. Il Regolamento di Dublino tuttavia era in vigore anche negli anni precedenti. Ci sono altri elementi che andrebbero presi in considerazione per provare a spiegare questo incremento: le richieste di asilo di alcuni paesi dell Africa sub-sahariana quali Mali, Gambia, Senegal, Nigeria, sono raddoppiate; la crisi siriana continua a produrre ingenti masse di persone in fuga dal Paese; l'instabilità politica della Libia si è tradotta in minori controlli dei confini e in un direzionamento dei flussi verso l'italia. Le richieste di asilo Come detto, la richiesta di asilo è un passaggio preliminare rispetto all essere riconosciuto (o meno) come rifugiato. Solo una parte delle richieste di asilo si trasformerà quindi nella concessione dello status. Il 20 marzo Eurostat ha pubblicato il rapporto sulle domande d asilo giunte in Europa nel Sono le persone che hanno fatto richiesta di asilo in Europa nel 2014, 191 mila in più rispetto all anno precedente. I paesi che hanno registrato un maggiore aumento di domande dal 2013 al 2014 sono Germania (da a ), Italia (da a 64625), Svezia (da a 81325) e Ungheria (da a 42775). Oltre all Italia e all Ungheria, anche in Danimarca le domande sono più che raddoppiate. Un richiedente asilo su tre ha fatto domanda in Germania (circa 202 mila domande, il 32% del totale). Seguono Svezia (circa 81 mila domande, 13%) e Italia (circa 64 mila domande, 10%). La Svezia, inoltre, è il paese con il più alto numero di richiedenti asilo in rapporto alla popolazione residente. Nel 2014 un richiedente asilo su cinque nei paesi dell'ue era di nazionalità siriana: è tra questi che si registra il maggiore aumento (più 72 mila rispetto al 2013). Il 20% del totale dei richiedenti asilo nel 2014 in Europa è costituito da siriani; questa cifra raggiunge quasi il 60% nei casi di due paesi, Bulgaria e Cipro. In Italia, al contrario, quella siriana non risulta tra le prime cinque nazionalità dei richiedenti asilo. Nel caso italiano, infatti, i principali paesi di provenienza di chi fa domanda sono: Nigeria (16%), Mali (15%), Gambia (13%), Pakistan (11%), Senegal (7%). Quella siriana rappresenta la principale nazionalità tra i migranti arrivati in Italia nel corso del 2014 è la Siria, con 42 mila arrivi. Tuttavia, come si evince dall'esiguo numero di domande di asilo presentate in Italia dai cittadini siriani (circa 500), la stragrande maggioranza di queste persone

13 che fuggono dal proprio paese in guerra non sceglie di rimanere in Italia, ma prosegue verso gli altri paesi europei, in particolare Germania e Svezia. Elaborazione grafica tratta da "Crossover, per un'agenda di diritti condivisa tra società civile e istituzioni", Parsec, 2015 Nel 2014, sugli oltre rifugiati e migranti giunti sulle coste italiane sono state quasi le istanze di protezione internazionale presentate, con un forte aumento rispetto al 2013 quando sono state circa 27mila. La quasi totalità delle domande e presentata da uomini (92,3%), in percentuale maggiore rispetto all anno precedente (86,3%). I minori stranieri non accompagnati che nel 2014 hanno presentato domanda di protezione internazionale sono stati 2.584, un numero tre volte superiore a quello rilevato nel 2013 quando le domande sono state 805. L'Italia è al terzo posto in Europa per numero accolto di domande di protezione internazionale da parte di minori stranieri non accompagnati (2.505); questa speciale classifica è guidata dalla Svezia (7.050 domande accolte), seguita da Germania (4.400), Austria (1.975) e Regno Unito (1.860), per un totale di domande verso l Unione, pari al 3,7% di tutte le domande presentate nel Tornando all'analisi delle domande di protezione internazionale presentate nel nostro paese, come si evince dalla seguente info-grafica, circa il 10% dei richiedenti asilo ha ottenuto lo status di rifugiato, il 23% la protezione sussidiaria, il 29% la protezione umanitaria, mentre circa il 38% delle richieste ha ricevuto un diniego.

14 Elaborazione grafica tratta da "Crossover, per un'agenda di diritti condivisa tra società civile e istituzioni", Parsec, 2015 A partire dal 2008, in seguito alla prima emergenza Nord Africa (2008), agli eventi legati alla Primavera Araba (2011) e al manifestarsi e riacutizzarsi di vecchi e nuovi conflitti in numerosi territori del Nord Africa e del vicino Medio Oriente ( ), si registra un aumento del numero degli arrivi. E proprio il 2014 a mostrare in modo accentuato questa tendenza: l andamento mensile degli sbarchi evidenzia un incremento continuo da gennaio a settembre, quando si tocca il picco massimo di arrivi. Nei mesi successivi il numero dei rifugiati e dei migranti giunti via mare sulle coste italiane registra una lieve contrazione, mantenendosi sempre oltre i 6 mila arrivi mensili (dicembre 2014). Nei primi mesi del 2015 la tendenza mostra numeri superiori rispetto al 2014, maggiori di oltre unità mensili rispetto allo stesso mese dell anno precedente. Al 14 settembre 2015, circa migranti sono giunti sulle nostre coste, soprattutto eritrei, nigeriani, somali, sudanesi, siriani. Da notare inoltre l ingresso dell Ucraina tra le prime dieci nazionalità per richiesta d asilo, se infatti nel 2014 i richiedenti asilo provenienti da questo paese sono stati poco piu di 2.000, nel 2015 lo stesso numero e stato raggiunto nei soli primi cinque mesi. Alcuni dati sulle richieste di asilo relativi al primo trimestre del 2015 A luglio 2015 Eurostat ha pubblicato i dati sulle richieste di asilo presentate nei paesi UE nel primo trimestre del Il numero totale di domande è di circa 185 mila, in linea con quelle presentate nell ultimo trimestre del 2014, ma in netta crescita rispetto invece al primo trimestre del 2014, quando erano centomila.

15 La Germania è di gran lunga il paese che ha ricevuto più domande di asilo in questo trimestre, sia in termini assoluti (73 mila domande) che relativi (quasi il 40% di tutte le domande in Europa). Seguono l Ungheria con 32 mila domande (il 18% del totale), l Italia e la Francia (entrambe con circa 15 mila domande, l 8% del totale). L Italia quindi, con le sue nuove domande di asilo nel primo trimestre 2015, è al terzo posto in Europa, anche se il numero di richieste è in netta diminuzione rispetto all ultimo trimestre del 2014, quando le domande di asilo sono state più di 21 mila (calo del 28%). Inoltre, se consideriamo il dato delle domande di asilo in rapporto al numero di abitanti, l Italia scende addirittura all undicesimo posto in Europa (con 251 richiedenti asilo ogni milione di abitanti). Al primo posto di questa classifica nel primo trimestre 2015 troviamo l Ungheria con un rapporto di richiedenti asilo ogni milione di abitanti, seguita da Svezia (1.184 richiedenti ogni milione di abitanti) e Austria (1.141). La mappa riportata sopra (tratta dal sito presenta le rotte, l entità dei flussi e delle vittime fra i potenziali richiedenti asilo e i migranti che cercano di raggiungere l Europa attraverso il Mediterraneo in questo I dati sono aggiornati al 14 settembre 2015 e sono stati diffusi alla presentazione del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia, a cura di Caritas, Anci e Unhcr che si è svolta il 22 settembre a Roma.

16 Per far fronte alla crescente richiesta di accoglienza e assistenza dei cittadini stranieri, sono state predisposte specifiche strutture dedicate ai migranti, le quali si differenziano tra loro sia nelle funzioni attribuite che nella capienza prevista. In Italia, al 31 dicembre 2014, i richiedenti asilo e i migranti presenti nelle varie strutture di accoglienza risultano quasi Nei CPSA, CDA e CARA i richiedenti la protezione internazionale accolti ed assistiti erano 9.592, nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) a fine dicembre erano presenti persone mentre nelle strutture attive nell ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) quasi migranti tra richiedenti e rifugiati. Sono la Sicilia, la Lombardia e la Campania le regioni ad ospitare nel 2014 la percentuale più alta (rispettivamente 15,3%, 12,2% e 10,4%) di richiedenti asilo nelle strutture temporanee (CAS) e sono le stesse regioni, anche se in posizioni diverse, a far registrare le percentuali maggiori di accolti nei primi cinque mesi del La Puglia, dopo la Sicilia, e la regione che sia nel 2014 (con il 25,3%) che nel 2015 (con il 22,4%) ospita la percentuale piu elevata di richiedenti asilo all interno dei centri governativi (CPSA, CDA e CARA). Relativamente invece alle presenze di richiedenti asilo e rifugiati nelle strutture dei centri SPRAR, nel 2014 il Lazio e la Sicilia ne ospitano il numero maggiore (22,6% e 19,7%); le stesse regioni e con percentuali analoghe le ritroviamo ai primi due posti al 31 maggio Nel 2014 i progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell asilo (FNPSA) sono stati complessivamente 432, di cui 349 destinati all accoglienza di richiedenti e titolari di protezione internazionale appartenenti alle categorie ordinarie, 52 destinati ai minori non accompagnati e 31 a persone con disagio mentale e disabilita fisica. Complessivamente i progetti finanziati dal Fondo hanno reso disponibili posti di accoglienza, di cui destinati alle categorie ordinarie, 943 all accoglienza di minori stranieri non accompagnati e 295 per persone con disagio mentale e disabilità fisica. Sono le persone uscite dall accoglienza: il 31,9% ha raggiunto un avanzato percorso di inserimento socio-economico, inteso come l acquisizione di strumenti volti a supportare l inclusione sociale; il 32,8% ha abbandonato l accoglienza di sua iniziativa mentre per il 30,1% delle persone accolte risultato scaduti i termini dell accoglienza (secondo quanto stabilito dalle Linee guida dello Sprar). In Italia, a fine giugno 2015, i richiedenti asilo e migranti presenti nelle varie strutture di accoglienza risultavano circa Nei CPSA, CDA e CARA gli immigrati accolti ed assistiti erano , nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) erano presenti persone mentre nelle

17 strutture attive nell ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) erano circa tra richiedenti e rifugiati. Guardando invece alle nazionalità dei beneficiari della rete dello SPRAR, nei primi 5 mesi del 2015 al primo posto troviamo sempre la Nigeria, che aumenta la propria incidenza (dal 13,8% al 14,5%), mentre al decimo posto il Bangladesh che sostituisce l Egitto con il 2,6%. Prendendo invece in considerazione la composizione di genere dei beneficiari, si conferma il carattere sempre più maschile dei flussi migratori: rispetto al 2014, gli uomini aumentano di un punto percentuale, rappresentando l 88,7%, contro l 11,3% delle donne. Per approfondire gli argomenti trattati: - Minidossier "Immigrazione, il giorno dopo", Openpolis Crossover, per un'agenda di diritti condivisa tra società e istituzioni, Parsec Rapporto sulla protezione internazionale 2015, Anci, Caritas, Fondazione Migrantes, SPRAR, Unhcr. - Asylum Trends 2013, Unhcr (2014). - Global Trends 2013, Unhcr (2014). - Presenze dei migranti nelle strutture di accoglienza in Italia, 2015, Ministero dell'interno (Osservatorio permanente sui rifugiati)

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