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1 Cultura, partecipazione e risorse. Le autonomie sociali tra realtà e immaginazione di Andrea Volterrani (Università di Roma Tor Vergata)

2 I cittadini non possono relazionarsi bene alla complessità del mondo che li circonda soltanto grazie alla logica e al sapere fattuale. La terza competenza del cittadino, strettamente correlata alle prime due, è ciò che chiamiamo immaginazione narrativa. Vale a dire la capacità di pensarsi nei panni di un altra persona, di essere un lettore intelligente della sua storia, di comprenderne le emozioni, le aspettative e i desideri. La ricerca di tale empatia è parte essenziale delle migliori concezioni di educazione alla democrazia, sia nei paesi occidentali sia in quelli orientali. Martha Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica 2 2

3 «Perché siamo diventati ciechi,» «Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione,» «Vuoi che ti dica cosa penso,» «Parla,» «Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo,» «Ciechi che vedono,» «Ciechi che, pur vedendo, non vedono». Josè Saramago, Cecità 3 3

4 Le autonomie sociali sono ad un bivio importante O diventano parte integrante del sistema Oppure provano a costruire un sistema

5 Tre principi - Cultura come aspirazione - Partecipazione come confronto creativo - Risorse per il territorio

6 Cultura come aspirazione Secondo Appaduraj la gestione e la costruzione del futuro sono diventate appannaggio solo economico. Bisogni, desideri, opportunità

7 Cultura come aspirazione La cultura è diventata un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico Ma.

8 Cultura come aspirazione Se la cultura è la modalità principe per sviluppare le capacità (capabilities alla Sen), allora il futuro è il luogo delle aspirazioni culturali

9 Cultura come aspirazione Esempio dei movimenti dei poveri a Mumbai Pazienza Partecipazione Protagonismo

10 Partecipazione come confronto creativo La partecipazione è spesso sinonimo nel senso comune di grandi assemblee, molte parole e poche decisioni. Non si decide in molti è un tipico refrain di tutte le organizzazioni

11 Partecipazione come confronto creativo E possibile un altro punto di vista?

12 Partecipazione come confronto creativo Si possono prendere decisioni includendo il maggior numero di persone possibili in un contesto diminuendo allo stesso tempo la conflittualità?

13 Partecipazione come confronto creativo Le esperienze di negoziazione nei conflitti anche bellici L Open Space Technology Il confronto creativo

14 Le autonomie sociali come risorse In tempi di transizione le autonomie sociali possono essere risorse e non cercatrici di risorse In quali ambiti?

15 Le autonomie sociali come risorsa - culturale - politica - partecipativa - comunitaria - emancipativa -progettuale - popolare

16 Risorsa culturale Le autonomie sociali possono contribuire al cambiamento culturale su molti temi, ma anche nei comportamenti e negli atteggiamenti individuali e collettivi Come? Ad esempio attraverso un nuovo modo di pensare e fare la comunicazione

17 Risorsa politica Le autonomie sociali possono propone azioni politiche sia negli ambiti di loro interesse sia per l interesse generale. Come? Sia attraverso specifiche azioni di pressione sia attraverso percorsi di innovazione e di avanguardia (pensate ad esempio al tema della legalità)

18 Risorsa partecipativa Le autonomie sociali potrebbero promuovere la partecipazione Come? Sia all interno della propria organizzazione con processi di empowerment e di qualità sia all esterno coinvolgendo le comunità territoriali, le altre organizzazioni del terzo settore, la pubblica amministrazione, le imprese

19 Risorsa comunitaria Le automomie sociali possono essere una risorsa per le comunità territoriali e potrebbero promuovere la coesione sociale Come? Preoccupandosi delle persone e delle vita quotidiana sul territorio al di là del loro interesse e/o tema specifico (lavorando sul valore sociale aggiunto)

20 Risorsa emancipativa Le autonomie sociali sono una risorsa per la possibile emancipazione delle persone Come? Ad esempio provate a pensare alla funzione possibile per tutti coloro che sono immigrati recentemente

21 Risorsa progettuale Le autonomie sociali sono un luogo dove si pensano, si costruiscono e si realizzano nuove idee Come? Ad esempio confrontandosi con gli altri soggetti presenti sul territorio costantemente e strutturalmente

22 Risorsa popolare Le autonomie sociali sono un luogo popolare e teso a costruire popolarità Come? Ad esempio attraverso l apertura anche a coloro che non fanno parte delle autonomie sociali ma che potrebbero essere risorsa per le attività delle autonomie sociali

23 La produzione culturale nella sfera pubblica mediale

24 La stratificazione culturale I media hanno svolto un ruolo centrale nelle società occidentali (e non solo) nella produzione culturale degli ultimi quaranta anni Attraverso quasi esclusivamente le dinamiche del mercato sono stati prodotti simbologie, valori, rappresentazioni ed immaginari che si sono stratificati nel tempo Costruendo frame che diamo per scontati 24

25 La nuova produzione culturale L attenzione alla gestione da parte di alcune organizzazioni di terzo settore ha relegato in cantina un potenziale ruolo di promozione e produzione culturale Chi ha sostituito il volontariato? - le imprese e il mercato, - il sistema dei media narrativi 25

26 Quali sono le percezioni sul terzo settore e sul sociale presenti nella sfera pubblica mediale, quella che adesso qualcuno chiama mediapolis? Marginali, irrilevanti per certi aspetti, assenti per altri, centrali in negativo se associati ad un certo modo di gestire servizi, progetti, processi 26

27 Quali rapporti sono percepiti nella galassia del terzo settore, ma soprattutto tra i cittadini? I cittadini non distinguono più fra buoni e cattivi. I soggetti e le organizzazioni del terzo settore sembrano essere tutte uguali. 27

28 Nelle piccole comunità la prossimità nelle relazioni consente ancora lo sviluppo di capitale sociale e di coesione sociale da parte del terzo settore. In altri contesti come quelli metropolitani (o di dimensioni non comunitarie) la liquidità dei rapporti non è stata incorporata dal terzo settore (né dalle altre organizzazioni). In questo contesto un conflitto ai margini fra organizzazioni del terzo settore è una delle possibilità. 28

29 Si può scongiurare se ci spostiamo ad analizzare il quadro sociale, le cornici dove tutti noi ci muoviamo (i frameworlds). 29

30 Per andare oltre Le dimensioni della comunicazione sociale partecipata 30

31 - La relazionalità diffusa - Le risorse simboliche - I processi di ritualizzazione - I processi generativi - I processi di responsabilizzazione 31

32 - La relazionalità diffusa La riproduzione di spazi pubblici ricchi di relazioni e capitale sociale - Le risorse simboliche La promozione di pari opportunità di accesso alla risorse simboliche da parte di individui e comunità 32

33 I processi di ritualizzazione Se reputiamo rilevante la riflessione fatta sinora sugli stereotipi, sulle narrazioni sociali e sui panorami sociali allora dobbiamo sottolineare: 1) Una sostanziale assenza di processi di ritualizzazione riconosciuti e incorporati sui temi sociali 2) Una difficoltà a riconoscere l importanza della ritualizzazione per modificare in profondità l immaginario collettivo 33

34 I processi generativi Il sociale è generatore, non è semplicemente un raccoglitore di frammenti di immaginari altri. Riconoscere questo significa: 1) Promuovere l originalità 2) Stare sempre sulle frontiere dell immaginario e della comunicazione 3) Sviluppare una capacità di immaginazione anche attraverso il confronto con le nuove culture della comunicazione 34

35 I processi di responsabilizzazione Comunicare il sociale è responsabilità nel tentativo di costruzione di un futuro immaginario collettivo. E questa la vera sfida delle nuove strategie di comunicazione sociale 35

36 Per andare oltre Frammenti per una nuova strategia per la comunicazione sociale 36

37 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale Principi 1) Vivere (frequentare quotidianamente) lo spazio pubblico mediale non solo giornalistico, ma anche televisivo (nazionale e locale) 2) Leggere lo spazio pubblico mediale con distacco per evidenziarne contraddizioni e lacune, ma anche e soprattutto regolarità, continuità, simbologie e rituali 3) Confrontarsi con gli operatori dello spazio pubblico per capire dinamiche, linguaggi, stili e routine lavorative 37

38 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale 4) Analizzare e monitorare il panorama sociale sul tema o sui temi di interesse della nostra organizzazione 5) Costruire trame relazionali con individui, organizzazioni, media senza necessariamente avere scopi ed obiettivi prefissati 38

39 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale La strategia 1) La strategia si ispira al concetto di popolarità che non significa né demagogia né ricerca del consenso, ma piuttosto semplicità, comprensione e potenziale incorporazione ampia nell immaginario collettivo 2) Lavorare con le storie e le narrazioni usando tutti i mezzi disponibili 3) Proporre sempre ritualità riconoscibile nelle azioni 4) Appropriarsi di immaginari mercantili per modificarli e orientarli in direzioni inconsuete 39

40 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale Popolarità 1) La popolarità si raggiunge se ci poniamo sempre nei panni dell altro (anche quando non ci piace e non condividiamo i suoi pensieri e il suo immaginario) 2) Mettersi nei panni dell altro (Il gusto degli altri, Francia 2000), significa comprenderne meccanismi, stili, linguaggi, luoghi frequentati nello spazio pubblico mediale 3) Si può perdere qualcosa (anche tanto) nella ricchezza e nell articolazione dei contenuti per acquisire in ampiezza (e in profondità) dell azione comunicativa. Gli stereotipi radicati sono poco ricchi e articolati in termini informativi 40

41 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale Lavorare con le storie e le narrazioni 1) La vita dell uomo è una storia. La nostra biografia è la nostra prima storia 2) L approccio narrativo alla comunicazione non significa trovare storie per i media (anche). Significa acquisire capacità per scoprire storie, per inventare storie, per costruirle 3) Le storie non possono piacere solo a noi. Le storie diventano narrazioni se le raccontiamo agli altri. E se gli altri le ascoltano 4) Nella storie non esiste solo la realtà o il vero. Il verosimile è una delle realtà multiple possibili e credibili. Una storia è reputata credibile solo se la condividiamo con gli altri 5) Non è importante costruire grandi storie. Nel sociale si possono trovare miniere di storie. Ma è necessario anche guardare negli altri ambiti dell immaginario 41

42 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale La ritualità 1) La nostra vita quotidiana è costellata di piccoli e grandi rituali dei quali non vogliamo fare a meno (non possiamo sempre mettere in discussione la presenza del bidet!!) 2) Per questo proporre ritualità significa anche proporre familiarità nelle azioni e nella comunicazione 3) La domanda che dobbiamo porci è: che cosa è dato per scontato nel mio contesto territoriale e comunicativo? 42

43 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale Gli immaginari mercantili 1) Gli immaginari del mercato non sono il diavolo. Il mercato ha acquisito anche immaginari sociali per usi mercantili. 2) Il terzo settore deve fare altrettanto. Usare immaginari mercantili per scopi sociali 3) Quindi frequentazione degli immaginari mercantili non solo pubblicitari, ma anche legati a prodotti, stili di vita proposti, modelli di consumo 43

44 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale La media education 1) Per costruire conspavolezza e competenza 2) Come cardine della long life learning 3) Come uno degli strumenti del fare delle organizzazioni di terzo settore 4) Come nuova alleanza fra terzo settore, università, mondo della scuola 44

45 Frammenti per una nuova strategia di comunicazione sociale Non è importante fare la comunicazione, Ma, piuttosto, Pensare la comunicazione 45

46 Un uomo è seduto in una stanza. Guarda il rubinetto che goccia. L uomo pensa E una goccia. Io potrei alzarmi e andare a chiudere il rubinetto, ma non posso fare tutto io. Intanto le gocce cadono una dopo l altra. L uomo nella stanza vede il lavandino che si riempie. Vede la fatale goccia che fa traboccare il vaso. Vede l acqua che cade sul pavimento. Sente i piedi che incominciano a bagnarsi e pensa Prima o poi, goccia dopo goccia si allagherà la stanza. Il pavimento cederà sotto il peso dell acqua. Ma il pavimento della mia stanza è il soffitto della stanza di sotto. Miliardi di gocce sfonderanno quel soffitto e allagheranno la stanza del piano inferiore con tutti gli oggetti utili e inutili e le persone che la abitano. Le stanze cadranno una sopra l altra fino a far crollare il palazzo e l acqua seppellirà le macerie. Un uomo è seduto in una stanza. Guarda il rubinetto che goccia e vede il diluvio. E pensa Non è possibile. No, proprio non è possibile Così si gira e guarda verso il muro. Smette di pensare alla goccia. Sorride, si addormenta. E affoga serenamente. Ascanio Celestini, Io cammino in fila indiana 46 46

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