CORSO SUI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO DSA: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia

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1 CORSO SUI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO DSA: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 170/2010 E DELLE LINEE GUIDA ATTUATIVE LUGLIO 2011 LEZIONE 1 La legge 170 e i DSA Competenze del docente A cura di Vincenzo Riccio Alla lezione su schede Associare la visione dei video indicati Richieste di informazioni e chiarimenti info@fantasiaweb.it 1

2 Una PALLA non è BALLA Come un POLLO non è BOLLO E se vado AL CIMENA anziché al CINEMA Vedo un catone AMATO anziché ANIMATO, e torno a casa alle 12 anziché alle 21. 2

3 DICONO CHE NON RIESCO A LEGGERE E RICORDARE QUEL CHE LEGGO PERCHÉ AVREI LA DISLESSIA. DISLESSIA, DISGRAFIA, DISORTOGRAFIA, DISCALCULIA, CHE COSA SONO, DI CHE SI TRATTA? MI GUADO IL VIDEO DI PIERO ANGELA, VEDIAMO SE POI NE SO DI PIÙ. Si consiglia a questo punto di guardare il video su Piero Angela, video 1 3

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5 ART.1 LA LEGGE 170: riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. A cura di Vincenzo Riccio, 5

6 ART.1 LA LEGGE PONE L ACCENTO SULL ASPETTO DI NORMALITÀ DELL ALUNNO. QUESTO PONE DELLE RIFLESSIONI: LA NECESSITÀ DI DISTINGUERE IL BAMBINO DSA DAL BAMBINO DISABILE. L AFFERMAZIONE CHE LA COMPETENZA PROFESSIONALE AL TRATTAMENTO É DEMANDATA AL DOCENTE/I GIACCHÉ TALE DISTURBO SI CONFIGURA COME UNA VARIANTE DEGLI STILI DI APPRENDIMENTO DELLA PERSONA «NORMALE». CHE TALE DISTURBO RICHIEDE UN ATTENZIONE ISTITUZIONALE, E QUINDI UN RICONOSCIMENTO CERTIFICATO, PER LA CREAZIONE DI UN PERCORSO DIDATTICO PERSONALIZZATO. A cura di Vincenzo Riccio, 6

7 A cura di Vincenzo Riccio, 7

8 CHE NON DEBBA ESSERE CONSIDERATA UNA MALATTIA DISCENDE ANCHE DALLA TERMINOLOGIA CHE VA UTILIZZATA PER INDICARE TALE TIPO DI DISTURBO. La consensus conference sui DSA del 2011 (*) ha portato ha ribadire indicazioni già espresse nelle precedenti conferenze, tra cui, al quesito C2 si pone la seguente domanda: «I DSA SONO DISTURBI, DISABILITÀ O CARATTERISTICHE?» Può sembrare un problema di poco conto l utilizzo della terminologia, ma le parole sono cariche di significo legate anche all uso storico, culturale e sociale che di esse si fa. Dire che il bambino è disabile anziché disturbato determina una percezione della persona bambino e orienta anche la ricaduta su come immaginare gli interventi da attuare. (*) E' una metodologia per rispondere a quesiti relativi all efficacia, ai rischi e alle applicazioni cliniche di interventi biomedici o di sanità pubblica, oggetto di specifiche controversie nella pratica clinica, orientandone anche la ricerca futura. Si realizza attraverso la produzione di rapporti di valutazione della letteratura scientifica, discussi da una Giuria composta da professionisti sanitari e da altre figure professionali e sociali. Il modello delle Consensus Conference (CC) è stato sviluppato negli USA da parte del National Institute of Health (NIH) negli anni 70, come metodo per affrontare problemi complessi concernenti gli interventi sanitari e per orientare la ricerca. La CC intende definire lo stato dell arte rispetto ad uno specifico problema assistenziale, attraverso un processo esplicito in cui le informazioni scientifiche vengono valutate e discusse da una Giuria, composta non solo da professionisti sanitari, ma anche da altre componenti professionali e sociali. (link) 8

9 PER LA SCUOLA LA SCELTA DELLA GIUSTA TERMINOLOGIA È FONDAMENTALE : 1) PER COLLOCARE L ALUNNO NELLA GIUSTA AREA DI COMPETENZA (è una problematica della scuola, della scuola e famiglia, della scuola e dello specialista, della famiglia e dello specialista?) 1) PER DEFINIRE CHI È L ATTORE DELL ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI DA REALIZZARE E DELLE STRATEGIE DI RECUPERO DA METTERE IN ATTO DAL PUNTO DI VISTA EDUCATIVO- DIDATTICO (la programmazione e i relativi interventi di recupero sono di competenza del docente/i di classe, del docente di sostegno e di classe, della scuola e dello specialista esterno, della scuola e della famiglia?) 1) PER LA COMUNICAZIONE ED INFORMAZIONE DA ATTIVARE: tra docenti, tra docenti e famiglia, all interno della classe con gli alunni, con le altra famiglie degli alunni della classe (come è percepito l alunno con problematiche.) 9

10 Questi termini, tutti è tre, sono utilizzati per indicare una discrepanza, una differenza, tra un ALUNNO NORMODOTATO E UN ALUNNO CHE PRESENTA DELLE PROBLEMATICHE SCOLASTICHE. E quindi,se è pur vero che potrebbero utilizzarsi indifferente per indicare anche i DSA, l indicazione è quella di tenerli distinti. COMPETENZE CHE UN ALUNNO DOVREBBE AVERE PER AFFRONTARE IL PERCORSO SCOLASTICO. COMPETENZE REALI CHE L ALUNNO HA COME DOTAZIONE PER AFFORNTARE IL PERCORSO SCLASTICO. NORMADOTATO DISTURBO DSA DISABILE NORMA NORMA NORMA LETTURA SCRITTURA CALCOLO LOGICA ATTENZIONE MEMORIA COMUNICAZIONE RELAZIONI INTERPERSONALI 10

11 ANALIZZIAMO IL PROBLEMA DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI ANALIZZANDO GLI SCHEMI. LE SINGOLE TIPOLOGIA DI ALUNNO RIENTRANO E SONO AFFRONTABILI CON LE SOLE COMPETENZE PROFESSIONALI DEL DOCENTE? NORMADOTATO DISTURBO DSA DISABILE NORMA NORMA NORMA LETTURA SCRITTURA CALCOLO LOGICA ATTENZIONE MEMORIA COMUNICAZION E RELAZIONI INTERPERSONAL I si si no

12 POSSIAMO ORA MEGLIO COMPRENDERE COME L USO DELLA TERMINOLOGIA È TERMINANTE PER LA STORIA SCOLASTICA, E NON SOLO, DELL ALUNNO. Dal punto di vista del sentire comune: richiama immediatamente un immagine di alunno con gravi difficoltà. Rispetto alle risorse di cui necessità: evoca immediatamente la necessità di supporti straordinari per facilitare l integrazione. Rispetto alle protezioni sociali che si possono mettere in atto: evoca immediatamente una serie di leggi, di garanzie istituzionali che è possibile attivare a favore della persona diversamente abile e della sua famiglia. Rispetto alla gravità e stabilità nel tempo: la disabilità evoca un qualcosa, una menomazione che dura nel tempo, recuperabile in minima parte e vicariabile (si pensi alla persona cieca che vicaria la mancanza di vista con gli altri sensi) attraverso le altre potenzialità a disposizione della persona disabile. Rispetto ai luoghi comuni e stigmatizzazione: il termine è di per sé stigmatizzante. Dal punto di vista del sentire comune: richiama immediatamente un immagine di alunno con difficoltà limitate in uno specifico settore. Es. fuori dall apprendimento, disturbo della vista, dell udito, ecc. Rispetto alle risorse di cui necessità: evoca immediatamente la necessità di supporti limitati al disturbo evidenziato. Rispetto alle protezioni sociali che si possono mettere in atto: non richiedono protezioni sociali. Rispetto alla gravità e stabilità nel tempo: il disturbo evoca un problema facilmente compensabile, e quindi recuperabile nel tempo, o direttamente o per mezzo di ausili. Es. disturbi della vista con occhiali, disturbo del linguaggio con logoterapia, ecc. Rispetto ai luoghi comuni e stigmatizzazione: il termine non è stigmatizzante. 12

13 Ecco perché si parla di DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO CATENA DEFINITORIA DEL DISTURBO 1 DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO DELLA LETTURA VELOCITÀ: molto lenta, sillabica 2 CARATTERISTICA DEL DISTURBO INVERSIONE: di lettere simili per forma B/P SOSTITUZIONE: di parole. PERDITA SEGNO DI RIFERIMENTO: salta da un rigo ad un altro. UTILIZZARE QUESTA CATENA DEFINITORIA PERMETTE IMMEDIATAMENTE DI RILEVARE: IL DISTURBO LE AREE DI RIFERIMENTO LE SPECIFICHE DEL DISTURBO IL TIPO DI INTERVENTO DA PROGRAMMARE

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