LE ULCERE VASCOLARI INFERIORE
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- Antonio Carletti
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1 LE ULCERE VASCOLARI DELL ARTO INFERIORE
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3 ARTO INFERIORE Struttura complessa dell apparato motorio Possiamo distinguere tre grandi aree Coscia Gamba Piede La gamba si caratterizza per problematiche circolatorie collegate alla stazione eretta
4 ARTO INFERIORE La sede anatomica particolare, soprattutto nel tratto della gamba, presenta una naturale predisposizione ad un rallentamento dei processi riparativi. Si tratta di una zona in cui vi è la massima possibilità di cronicizzazione di una ferita. È inoltre la sede in cui possiamo avere il maggior numero di cause patologiche in grado di sostenere la trasformazione di una ferita in cronica.
5 GAMBA VALUTAZIONE POLSI ECODOPPLER VASCOLARE NON VASCOLARE
6 VASCOLARE VENOSA ARTERIOSA MISTA LINFATICA DECUBITO
7 NON VASCOLARE BIOPSIA EMATOCHIMICI DIAGNOSI ASSENZA DI DIAGNOSI VASCULITE MARTORELL INFIAMMATORIE NEOPLASIE RICOVERO.
8 arteriosa venosa decubito linfatica
9 ULCERA DA STASI
10 ETIOPATOGENESI In conseguenza di un danno valvolare si instaura un reflusso a livello circolatorio venoso con conseguente stasi La stasi aumenta la pressione endocapillare con aumento della permeabilità e fuoriuscita di liquidi, da cui l edema L edema nel tempo provoca una fibrosi a livello tessutale con riduzione della vascolarizzazione ed ipossia relativa Un minimo trauma, un aumento locale di richiesta di ossigeno determina lo svilupparsi di una lesione ulcerativa ad evoluzione torpida se non csi provvede alla correzzione della causa.
11 ETIOPATOGENESI localizzazione dei reflussi SEDE DEL REFLUSSO % Circolo venoso superficiale con o senza perforanti Circolo venoso profondo + superficiale con perforanti 46% 44% Circolo venoso profondo isolato 5% Assenza di reflussi dimostrabili 3% Vene perforanti 2%
12 SEMEIOTICA Sede: prevalentemente retromalleoleare interna Forma: molto variabile, a carta geografica Grandezza: da pochi mm. a tutta la circonferenza Numero: singole o multiple con tendenza a confluire Cute: generalmente disidrosica Bordo: lineare e continuo in fase di stallo, irregolare e frastagliato in fase evolutiva. Tessuti perilesionali: cicatrici e pigmentazioni. Dolore: scarso alleviato dalla sopraelevazione Edema di gamba, scomparsa nelle fasi avanzate con presenza di retrazione cicatriziale
13 SEMEIOTICA Frequente la corona flebectsica sottomalleolare Frequente presenza di aree di atrofia bianca che possono essere causa di dolore Termotatto: nella norma Polsi periferici: normosfigmici Letto dell ulcera: Assenza di tessuti necrotici fatto salvo fenomeni post infettivi Rosso vivo nelle forme deterse e granuleggianti In caso di mancato controllo dell essudato può presentarsi ricoperto da un panno fibrinicodi colore bianco-giallastro, facilmente asportabile
14 pigmentazioni cicatrici Carta geografica disidrosi Corona flebectasica
15 TERAPIA elastocompressione BENDAGGIO CALZA ELASTICA
16 ULCERA ARTERIOSA
17 DEFINIZIONE Le ulcere arteriose derivano da una riduzione dell afflusso ematico, la causa più comune è l arteriosclerosi.
18 ETIOPATOGENESI L accumulo delle placche aterosclerotiche determina una riduzione del lume con conseguente riduzione del flusso. La conseguente riduzione dell apporto di ossigeno e nutrienti può arrivare sino ad una condizione di ipossia e necrosi.
19 SEMEIOTICA Sede: acroposte quelle spontanee, qualunque in caso di traumi anche minimi Forma: variabile Grandezza: da pochi mm. a tutta la circonferenza Numero: singola in fase iniziale, multiple al progredire della malattia Bordo: ischemico Margini: tagliati a picco, sottominati in caso di infezione. Dolore: invalidante, gravativo, crampiforme, ridotto con arto declive, claudicatio intermittens
20 SEMEIOTICA Edema: tipicamente a calza coinvolgente il piede e la caviglia, determinato dalla posizione declive per ridurre il dolore Termotatto: ipotermia Polsi periferici: iposfigmici e/o assenti Letto dell ulcera: Rosso pallido nelle forme deterse Giallo-lardaceo per slought Nerastro per processi escarotici (disidratazione) Possibile l esposizione di tendini, muscoli, osso
21 TERAPIA Terapia farmacologica Terapia angioradiologica Terapia chirurgica Vasodilatori Pentossifillina Prostaglandine Emoreologici Eparine flavonoidi Diuretici Terapia del dolore
22 ULCERA MISTA
23 DEFINIZIONE Lesione ulcerativa cronica della cute degli arti inferiori sostenuta dalla concomitanza di un quadro di ridotto afflusso ematico per danno vascolare arterioso e da un ridotto ritorno venoso da stasi o reflusso
24 ETIOPATOGENESI Si tratta semplicemente della sommatoria fra I due quadri clinici di stasi e ridotto afflusso ematico Il sistema diviene perdente a lungo termine, in quanto il rallentato deflusso venoso aumenta l estrazione di ossigeno, ritardando la comparsa di segni e sintomi Si tratta di un quadro ovviamente a maggior rischio e di più difficile trattamento
25 SEMEIOTICA Sede: variabile spesso concomitanza di ulcera in sede venosa e contemporanee lesioni acroposte Forma: molto variabile Grandezza: da pochi mm. a tutta la circonferenza Numero: spesso multiple Bordo: ischemico Margini: tagliati a picco, sottominati in caso d infezione. Dolore: gravativo, rilevato prevalentemente con arto declive con arto declive
26 SEMEIOTICA Cute: generalmente disidrosica Bordo: lineare e continuo in fase di stallo, irregolare e frastagliato in fase evolutiva. Tessuti perilesionali: cicatrici e pigmentazioni. Edema con caratteristiche miste di tipo venoso ma coinvolgente il piede per posizionale Fondo dell ulcera Rosso pallido nelle forme deterse Giallo-lardaceo per necrosi estesa (fibrina) Nerastro per processi escarotici (ischemia) Possibile esposizione di tendini, muscolo, osso.
27 TERAPIA PRIMA TRATTARE L ARTERIOPATIA POI TRATTARE LA STASI VENOSA ATTENZIONE A NON ATTENZIONE A NON ELASTOCOMPRIMERE CON LUNGA ELASTICITÀ
28 ULCERA LINFATICA
29 DEFINIZIONE Lesione ulcerativa cronica della cute degli arti inferiori sostenuta dalla concomitanza di un quadro di ristagno linfatico a carico dell arto inferiore, associato o meno alla presenza di una insufficienza venosa
30 CLASSIFICAZIONE CLINICA
31 ETIOPATOGENESI La stasi linfatica determina un accumulo di liquidi nello spazio interstiziale, questo determina la comparsa extracellulare di proteine e cataboliti vasoattivi che stimolano i fibroblasti determinando una fibrosi secondaria. I processi aderenziali che vengono a crearsi tra derma e fascia determinano un irrigidimento della cute, la quale già ipossica, tende a formare delle vescicole la cui rottura, per microtraumi, può portare alla formazione di ulcere.
32 SEMEIOTICA Sede: variabile spesso ulcere multiple su tutta la gamba, tipicamente rilevabili in caso di pliche Forma: molto variabile Grandezza: da pochi mm. a tutta la circonferenza Numero: spesso multiple Bordo: piano Margini: generalmente ben definiti, lesioni molto superficiali almeno in fase iniziale. Dolore: scarso, spesso definito come urente
33 SEMEIOTICA Cute: generalmente tesa e lucida, nel progredire della malattia diviene a tipo elefante, disidrosica Bordo: lineare e continuo in fase di stallo, irregolare e frastagliato in fase evolutiva. Tessuti perilesionali: non segni significativi Edema coinvolgente tutto l arto ed il piede Fondo dell ulcera Rosso nelle forme deterse Giallo-lardaceo per panno di fibrina
34 TERAPIA LINFODRENAGGIO COMPRESSIONE ELASTICA CHIRURGIA SOLO NEI CASI NON TRATTABILI TERAPIA FARMACOLOGICA
35 ATTENZIONE LE LESIONI DESCRITTE RAPPRESENTANO IL 95% DELLE LESIONI DELL ARTO INFERIORE, NON LA TOTALITÀ UNA LESIONE CHE NON GUARISCE DEVE UNA LESIONE CHE NON GUARISCE DEVE ESSERE RIVALUTATA, UNA MANCATA DIAGNOSI È LA PRIMA CAUSA DI INSUCCESSO
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