Organizzazione. Il rapporto annuale di una. olontari. di Volontariato. Il bilancio e la relazione sociale COLLANA

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1 rapporto ann Il rapporto annuale di una Organizzazione di Volontariato Organizz olontari e la Il bilancio e la relazione sociale relazione COLLANA g u i d e

2 AUTORI A cura di Fabio Fornasini, Studio Sisociale; Elena D Alessandro e Lucio Garonzi, CSV Verona Aprile 2011

3 Il rapporto annuale di una Organizzazione di Volontariato Il bilancio e la relazione sociale

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5 Premessa Il presente lavoro intende affrontare il tema della rendicontazione nel suo complesso, intesa non solo come sommatoria di valori contabili, ma anche come insieme dei documenti che illustrano i numeri del bilancio al fine di offrire una rappresentazione più ampia dell associazione: il valore di un capitale sociale che va oltre le cifre, per descrivere impegno, azioni ed uso dei fondi. Una guida destinata ad accompagnare le associazioni alla scelta del proprio modello di rendicontazione, tenendo in considerazioni alcuni elementi di partenza: Il CSV è consapevole che le realtà associative sono molto varie con esigenze e peculiarità uniche. Risulta riduttivo ricondurre tutti ad un unico modello di rendicontazione. Senza una gradualità dei modelli e dei criteri, infatti, le associazioni con una struttura semplice e di ridotte dimensioni rischierebbero un sovraccarico di impegni (si pensi all eccessivo onere per una piccola associazione alle prese con un vero e proprio bilancio sociale). Per contro, le associazioni con una struttura più articolata, potrebbero trovare un limite in un modello di rendicontazione troppo semplice e riduttivo, probabilmente inadatto ad illustrare la complessità del loro impianto gestionale. Si aggiunga inoltre la considerazione che vi sono normative di riferimento in tema di rendicontazione. È evidente, quindi, che le diverse opzioni offerte in base alla dimensione associativa sono state rivisitate e integrate alla luce delle valutazioni sulle prescrizioni imposte per legge. Sono pertanto tre i fattori che influiscono sulla scelta del modello di rendicontazione: 1. Ragioni oggettive di dimensioni, di struttura, di volume di entrate e uscite, di risorse umane e di tempo; 2. Tipologia dei risultati da raggiungere (ad esempio, maggior efficacia della domanda di rinnovo dell iscrizione al Registro regionale del volontariato, obiettivi di trasparenza ed efficacia nella rendicontazione annuale ai soci, ottenimento del marchio Merita Fiducia del CSV, etc.); 3. Indicazioni di legge o di orientamento (ad esempio, applicabilità della L.80/05 sulle donazioni o Linee Guida pubblicate da Agenzia per le ONLUS). All associazione, dunque, spetta, anche sulla scorta dei consigli e delle indicazioni della presente pubblicazione, il compito di valutare le ragioni oggettive e di opportunità che la condurranno a preferire un modello di rendicontazione più semplice (composto, ad esempio, dal bilancio finanziario e semplice relazione sociale) od optare alternativamente per un modello più complesso e articolato (con bilancio economico e sociale). 3

6 È bene comunque precisare che, a parte alcune prescrizioni di legge, non esiste ad oggi un modello di rendicontazione universale adatto per ogni realtà associativa. L individuazione del proprio modello da parte di una associazione diventerà, di conseguenza, un percorso che le consentirà nel tempo di individuare il sistema più congeniale, acquisendo competenza e metodo nella redazione. 4

7 1. Quale rendicontazione per le OdV La rendicontazione sia essa contabile o sociale è un aspetto rilevante e significativo della vita associativa, un tempo e uno spazio in cui l associazione (attraverso il bilancio) valorizza e fa sintesi sui fondi ricevuti e il loro utilizzo oltre che raccontare (attraverso la relazione sociale) le attività svolte, le scelte effettuate, i risultati raggiunti, le risorse impiegate. 1.1 Quale modello di rendicontazione contabile In merito alla rendicontazione contabile, si ricorda in questa sede, rimandando comunque a pubblicazioni più specifiche per l approfondimento 1, che non esiste un modello di bilancio obbligatorio per le associazioni 2 e che nel Codice Civile non vi è alcun obbligo a riguardo, salvo quanto disposto per le associazioni riconosciute (art.20 c.c.) 3. Diversamente, invece, è disposto precipuamente per le Organizzazioni di volontariato (OdV) di cui alla L. 266/91 (come recepita dalla normativa regionale L.R. 40/93) la quale prevede un obbligo di formazione del bilancio ( ) dal quale devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonché le modalità dello stesso da parte degli aderenti. (art. 3.3 L.266/91). L obbligo di redazione del bilancio pur senza vincoli di forma, viene ribadito dal D.Lgs 460/97 che dispone che le OdV iscritte nei registri del volontariato ( ) possono tenere il rendiconto nei modi e nei termini dell art. 20 DPR 600/73 (art D.Lgs 460/97), ovvero consentendo una forma di rendiconto libera e disponendo, al medesimo tempo, un obbligo di rendicontazione per l ente non commerciale che effettui raccolte di fondi (si veda in proposito il capitolo 2.4). Il principio, pertanto, è quello della forma libera di rendiconto, fatti salvi i casi in cui norme speciali o gli stessi Enti con cui l OdV si relaziona, richiedano obblighi specifici. 1. Gli obblighi contabili per una OdV, Collana Strumenti n.13, CSV di Verona. 2. Fatto salvo quanto approfondito nel capitolo 2.2 della presente pubblicazione, per cui taluni enti richiedono espressamente (e pongono, pertanto, come obbligatorio) il modello di bilancio disposto dalla Regione Veneto con DGR 4314/ Nelle associazioni riconosciute il patrimonio dell associazione è distinto dal patrimonio dei singoli associati o degli amministratori, ciò comporta che il creditore dell associazione non può rivalersi sui patrimoni degli associati e il creditore del socio non può rivalersi sul patrimonio sociale. Gli amministratori rispondono esclusivamente delle obbligazioni assunte per conto dell associazione. Il riconoscimento è un procedimento, del tutto differente rispetto all iscrizione nel Registro regionale del volontariato, presso l Ufficio Persone Giuridiche della Regione Veneto. 5

8 Tali casi si possono così riassumere: Più dai, meno versi - Obblighi fiscali L.80/05 in tema di donazioni: la norma richiede la tenuta di una contabilità analitica al fine di godere delle relative agevolazioni fiscali 4 ; Obbligo di rendiconto del Cinque per mille 2008: in merito al contributo del Cinque per mille (dal contributo del 2008 e seguenti) l associazione ha l obbligo di rendicontare, nel bilancio o con documento esterno, l utilizzo dei fondi ricevuti 5 ; Obbligo di rendiconto delle raccolte pubbliche di fondi: l ente che operi raccolte pubbliche di fondi è tenuto alla redazione di apposito rendiconto collegato al bilancio (si veda l approfondimento al capitolo 2.4); Richiesta di un determinato modello di bilancio da parte di enti: l Ufficio Volontariato della Regione Veneto richiede espressamente, per il rinnovo triennale dell iscrizione delle OdV al Registro regionale del Volontariato (ma anche per altri rapporti con gli Uffici regionali, come ad esempio, la richiesta di contributi) la presentazione del modello di bilancio regionale approvato con DGR 4314/09 6. Allo stesso modo il CSV di Verona, anche per abituare le associazioni all utilizzo di questo modello di bilancio, richiedono, per i bandi per i quali è richiesto di allegare il rendiconto, il medesimo modello. Oltre alle disposizioni obbligatorie elencate, si deve tener presente anche una serie di orientamenti proveniente dagli enti che, pur non avendo potere legislativo, sono tuttavia riconosciuti come punti di riferimento in materia di associazionismo. Fra i riferimenti si ricorda che: l Agenzia per le ONLUS ha approvato nel Febbraio 2009, le Linee Guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli Enti non profit. Le Linee Guida dell Agenzia per le ONLUS, oltre a proporre dei modelli di bilancio per le associazioni, suggeriscono un discrimine di riferimento per orientare in merito al principio contabile da utilizzare nella redazione dei bilancio, articolando così la struttura nelle due seguenti categorie: Associazioni con proventi e ricavi inferiori a Euro: possono redigere un rendiconto finanziario (utilizzando dunque la contabilità per cassa) allegando una Situazione Patrimoniale; 4. Per l approfondimento del tema sulle donazioni e le relative agevolazioni fiscali si vedano del CSV di Verona: Le agevolazioni fiscali per le organizzazioni di volontariato, Collana Strumenti, n.1. Le raccolte fondi, Collana Strumenti, n. 10 e Guida alle raccolte fondi, Collana Guide. 5. In tema di Rendiconto Cinque per mille si veda Rendicontazione Cinque per mille Collana Dossier del CSV di Verona. 6. Si veda modelli di bilancio regionali al capitolo

9 Associazioni con proventi e ricavi superiori a Euro: redigono un rendiconto economico (utilizzando dunque la contabilità per competenza) allegando Stato Patrimoniale e Nota Integrativa. Si comprende, in definitiva, che, pur non esistendo un obbligo di forma del bilancio valido universalmente per gli enti non profit, le indicazioni, i modelli di bilancio e gli obblighi derivanti da normative speciali sono numerosi. 1.2 L apporto informativo della Relazione Sociale Per quanto si scelga, fra i vari elencati sopra, il modello di bilancio più adeguato alla realtà associativa, l informazione prodotta resterà ancorata al dato finanziario ed economico. Soltanto l integrazione dei dati con una narrazione semplice ma efficace delle azioni sociali avviate consentirà di dare una corretta informazione, ma ancora di più una comunicazione piena, capace di dare significato all impegno di tante persone. Anche per questa tipologia di informativa non esiste un modello precostituito e la letteratura in materia (peraltro molto ampia) offre suggerimenti e orientamenti. Sarà obiettivo specifico del Capitolo 3 quello di approfondirne il significato affiancando idee per la compilazione. In ogni caso la scelta del presente testo è quello di suggerire che la Relazione sociale, sia essa nella forma più leggera di Relazione Sociale Semplificata o nella forma di Bilancio Sociale, dovrà essere considerata e letta come parte integrante del bilancio economico/ finanziario. Tipo A (modello di rendicontazione base) Tipo B1 e B2 (modello di rendicontazione più elaborato) Tipo C1 e C2 (modello di rendicontazione completo). 1.3 Tipologie di associazioni Per orientare nella scelta del modello di rendicontazione più adatto alla propria situazione, il CSV di Verona propone una sorta di classificazione delle Associazioni, ipotizzando tre tipologie (come evidenziato nella riquadro qui affianco) e suggerendo per ognuna modelli diversi di rendicontazione: Ogni Associazione, una volta individuata la tipologia di appartenenza, potrà tramite la Tabella 1 (riportata di seguito) trovare una proposta personalizzata di rendicontazione. Un piccolo esempio può chiarire meglio: un associazione con proventi annuali per circa euro, potrà collocarsi nella tipologia A e sarà orientata ad una modalità di rendicontazione che prevede Bilancio Finanziario, Relazione di 7

10 accompagnamento al bilancio, Relazione sociale semplificata, oltreché, se necessario, l inventario e lo schema di raccolta fondi. Tabella 1. Orientamento alla rendicontazione per le Associazioni Associazione Tipo A Associazione Tipo B1 Associazione Tipo B2 Associazione Tipo C1 Associazione Tipo C2 Volume proventi Inferiori a euro Tra e euro Tra e euro (con accensione mutuo) Oltre euro Oltre euro (aderente Merita Fiducia PLUS) Caratteristiche Piccole, ridotte dimensioni Medie dimensioni, articolate Medie dimensioni, articolate Grandi dimensioni, complesse Grandi dimensioni, complesse Bilancio BF: Bilancio finanziario - Mod.1 BE: Bilancio economico - Mod.2 INV: Inventario RRF: Relazione di raccolta fondi BF Mod. 1 Regione Veneto INV RRF BF Mod. 1 Regione Veneto INV RRF BE Mod.2 Regione Veneto INV RRF BE Mod.2 Regione Veneto INV RRF BE Mod.2 Regione Veneto INV RRF Relazioni al bilancio RAB RSS RAB RS RAB RS RAB RS RAB BS RAB: Relazione di accompagnamento bilancio RSS: Relazione sociale semplificata RS: Relazione sociale BS: Bilancio sociale CASI PARTICOLARI Più dai, meno versi. L.80/05 donazioni Bilancio MOD.2 Bilancio MOD.2 Bilancio MOD.2 Bilancio MOD.2 Bilancio MOD I requisiti minimi: significato e portata Lo spirito di questa classificazione, vale la pena ribadirlo, è solo quello di orientare, senza vincolare od imporre criteri di rendiconto. È evidente che ogni associazione potrà anche fare scelte diverse avventurandosi, eventualmente, verso modalità di rendicontazione più complesse o addirittura integrando con la docu- 8

11 mentazione che ritiene più utile per illustrare la vita associativa. A tale principio fanno eccezione i casi in cui l associazione è tenuta, per obblighi legali o espresse previsioni, a utilizzare un modello anziché un altro. Gli obiettivi insiti nel raccomandare l uso della classificazione di cui al paragrafo precedente sono quindi: Stabilire uno standard minimo di rendicontazione dal quale partire: in tale modo ogni associazione ha la possibilità di calibrarsi attorno ad uno stile di rendicontazione di base, coerente con quanto risulta necessario in linea generale; Tendere a livelli di rendicontazione crescenti: una volta presa confidenza con i documenti minimi e completato il loro adeguamento secondo il proprio stile, l associazione potrebbe intravedere la possibilità di passare al livello superiore con documenti più articolati e strutturati. È naturale, quindi, che è ammessa, e anzi consigliata, l implementazione e l arricchimento con ulteriori documenti creati ad hoc dall associazione qualora se ne ravvisi la necessità. L associazione potrà, inoltre, prestando naturalmente attenzione a rendere omogeneo l intero sistema di rendicontazione e a non affiancare documenti incoerenti, utilizzare materiale più elaborato, cioè previsto per associazioni più complesse. 9

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13 2. Il Bilancio 2.1 Il Bilancio e gli obblighi connessi per le OdV 1 La L. 266/91 (art.3 comma 3) prevede che nell atto costitutivo o nello statuto delle Organizzazioni di volontariato (OdV), siano stabiliti: - l obbligo di formazione del bilancio; - le modalità di approvazione dello stesso da parte dell Assemblea. La norma non indica schemi di bilancio precostituiti ma si limita a evidenziare che dal bilancio debbano risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti. Il bilancio per le OdV, quindi, non è altro che uno schema che riassume tutte le Entrate e le Uscite che, durante l esercizio, sono state segnate nella Prima Nota. Le voci presenti nel bilancio accorpano, classificandole, per tipologia, le singole operazioni effettuate. Approvazione. Il bilancio va approvato dall Assemblea nei tempi previsti dallo Statuto e necessariamente accompagnato da copia del verbale di approvazione da parte della Assemblea, datato e sottoscritto dal legale rappresentante Allegati. Al bilancio della OdV vanno, pertanto, sempre allegati i seguenti documenti: 1. Relazione di accompagnamento al Bilancio e la Relazione Sociale 2. Verbale di approvazione del Bilancio da parte dell Assemblea dei soci; 3. Eventuali rendiconti e relazioni illustrative delle singole raccolte fondi effettuate; 4. Eventuale rendiconto della destinazione del cinque per mille ricevuto; 5. Inventario, se l OdV possiede beni durevoli. Gli allegati n. 3, 4 e 5 sono da allegare al bilancio e da presentare all Assemblea quali allegati ma non è necessario trasmetterli ad alcun ente, nemmeno all Ufficio del Registro regionale del Volontariato in sede di rinnovo dell iscrizione o al CSV in sede di richiesta di contributi, a meno che non siano espressamente richiesti. 2.2 I modelli regionali: Bilancio economico e Bilancio finanziario Con DGR 4314/09 la Regione Veneto, sostituendo il precedente modello di bilancio elaborato con DGR 605/09, ha proposto un modello di bilancio, specifico per le OdV, elaborato con il contributo dei CSV del Veneto, attraverso un tavolo di lavoro in cui sono stati presi in esame anche i modelli già esistenti 1. Paragrafo tratto dalle note illustrative alla Dgr Regione Veneto. n del 29/12/

14 e le Linee Guida emanate dall Agenzia delle Onlus e dal Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti. Il modello regionale, che viene usato quale riferimento per la presente pubblicazione, è obbligatorio in caso di rinnovo dell iscrizione triennale al Registro regionale del Volontariato e in caso di richiesta di contributi. È pertanto altamente consigliato di adeguare il proprio modello di bilancio al modello regionale per facilitare le relazioni con gli enti e riuscire ad elaborare schemi comuni di contabilità. Il modello regionale è articolato in due modelli: Modello (1) per le OdV che utilizzano la contabilità finanziaria e il relativo principio di cassa. Modello (2) per le OdV che adottano la contabilità economica e il relativo principio della competenza (indispensabile, in quanto sistema che permette una tenuta di scritture contabili complete ed analitiche, per quelle OdV che ricevono fondi ai sensi della Legge n. 80/05). La scelta tra i due sistemi contabili o tra i due modelli è dettata da numerose variabili (si veda Tabella comparativa n.1 al paragrafo 1.3): si tenga presente che per le associazioni di grosse dimensioni, o per quelle con criticità (ad esempio, l accensione di un mutuo) o in casi in cui sia esplicitamente richiesto da Regolamenti (ad esempio, richiesta del marchio Merita Fiducia plus del CSV) o da normative (L.80/05), tale scelta è obbligatoriamente direzionata verso il Modello economico. Oltre ai modelli di bilancio è possibile integrare il rendiconto con altri allegati quali l inventario o un documento obbligatorio di rendiconto di raccolta fondi. 2.3 L Inventario L inventario è l elenco di beni di proprietà dell associazione: si intendono per beni tutti gli oggetti di proprietà o comunque utilizzati dall ente, come ad esempio, il computer, i mobili o le attrezzature. I beni da inserire nell inventario sono L inventario è l elenco di beni di proprietà dell associazione: si intendono per beni tutti gli oggetti di proprietà o comunque utilizzati dall ente, come ad esempio, il computer, i mobili o le attrezzature. i beni mobili (non di modico valore o di consumo) e i beni mobili non registrati: i beni mobili registrati sono i beni che per legge vengono iscritti in pubblici registri, come, ad esempio, gli automezzi. Ad esempio, l associazione può inserire in inventario: arredi, automezzi, attrezzature, etc. 12

15 Solitamente l inventario viene redatto alla chiusura dell esercizio ma, qualora il Consiglio Direttivo ne dichiari la necessità, può anche essere compilato precedentemente alla chiusura dell esercizio, ed è strumento essenziale per definire quali beni appartengono alla associazione e quali sono, ad esempio, solo in uso o in comodato. I beni vanno elencati con numero progressivo e descritti in maniera univoca, con eventualmente l indicazione del luogo in cui si trovano o con gli estremi identificativi, come, ad esempio, i dati del libretto di circolazione trattandosi di automezzo. Nel momento in cui vengono registrati nell inventario i beni possono essere segnati con il valore storico di acquisto (comprensivo di oneri e spese varie relative all acquisto) dei beni e spesso vengono indicati a lato gli ammortamenti. Nella sezione Formulari del sito CSV Verona è presente un modello di Inventario da poter allegare, quale documento integrativo al bilancio, al piano dei conti. 2.4 Il Rendiconto di raccolta fondi Il D. Lgs 460/97 sulle ONLUS, all art.8 e all art. 26, integra e richiama le disposizioni del D.P.R. 600/73 (scritture contabili degli enti non commerciali) disponendo, a tutela della fede pubblica, un obbligo di rendicontazione delle attività di raccolta fondi. Si sottolinea come la ragione della norma non sia quella di appesantire l ordinaria attività delle associazioni ma l esigenza di trasparenza di raccolta e gestione di fondi, come sottolineato dall art. 3 del DPCM n. 329/2001, che attribuisce all Agenzia per le ONLUS la vigilanza sull attività di raccolta fondi e di sollecitazione della fede pubblica, anche attraverso l impiego di mezzi di comunicazione svolta dalle organizzazioni, dal terzo settore e dagli enti non commerciali, allo scopo di assicurare la Il formulario per la raccolta fondi Nella sezione Formulari del sito CSV è disponibile un modello di rendiconto e di relazione illustrativa (mod. 59). Art. 8 D. Lgs 460/97: Indipendentemente dalla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere entro quattro mesi dalla chiusura dell esercizio, un apposito e separato rendiconto annuo tenuto e conservato ai sensi dell art. 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. tutela da abusi e le pari opportunità di accesso ai mezzi di finanziamento. Indipendentemente dagli obblighi di legge, l obbligo di rendicontazione si inserisce in quelle buone pratiche in tema di donazioni che sono ormai notoria- 13

16 mente riconosciute come essenziali per incrementare la fiducia dei donatori e per una gestione corretta della attività della Associazione di volontariato. Tornate recentemente molto attuali anche in relazione al 5X1000, queste prassi affondano le radici nella Carta dei Valori del Volontariato, che, si ricorda, ha visto l ampia adesione dalla Conferenza Regionale del Volontariato e dalla Regione Veneto, che all art. 24 riporta: Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto dei fondi e nella formazione dei bilanci. Sono disponibili a sottoporsi a verifica e controllo, anche in relazione all organizzazione interna. Per esse trasparenza significa apertura all esterno e disponibilità alla verifica della coerenza tra l agire quotidiano e i principi enunciati. Con circolare N. 59/E del 31 ottobre 2007, l Agenzia delle Entrate ha ribadito e precisato quanto già disciplinato dalle normative in materia: viene sottolineato che nel rendiconto vanno riportate, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese afferenti a ciascuna delle manifestazioni e l obbligatorietà di una relazione illustrativa concernenti le entrate e le spese sostenute. La circolare introduce, tuttavia, elementi nuovi rispetto a quanto precedentemente disciplinato: Occorre, pertanto, individuare e quantificare un rapporto tra la raccolta fondi e la loro destinazione, prevedendo che i costi totali, sia amministrativi sia per l attività di raccolti fondi, debbano essere contenuti entro limiti ragionevoli e tali da assicurare che, dedotti tali costi, residui, comunque una certa quota di fondi da destinare ai progetti e alle attività per cui la stessa campagna è stata attivata. L Agenzia delle Entrate ritiene che la maggior parte dei proventi della raccolta fondi debba essere destinata al progetto o all attività per cui è stata attivata (e non, quindi, utilizzati dall Associazione per auto-finanziarsi) e che ciò debba risultare da un preciso rapporto tra costi e ricavi, illustrato dalla Caratteristiche delle raccolte fondi Raccolte aperte a tutti; In occasione di particolari (celebrazioni, ricorrenze, campagne); Cessione di modico valore; Attività occasionali. relazione accompagnatoria al rendiconto, che deve quindi specificare l importo delle somme raccolte, come risultante dalla documentazione dei singoli versamenti, nonché le somme destinate al progetto o alla specifica attività. Indicazioni e principi orientativi importanti sulle raccolte fondi sono state fornite anche dalla Agenzia per le ONLUS nelle Linee Guida per la raccolta fondi del

17 2.5 Il Bilancio finanziario: Mod. 1 con criterio di cassa Le caratteristiche del Bilancio finanziario Mod.1 La natura finanziaria del rendiconto. I dati inseriti corrispondono alle entrate riscosse e alle uscite sostenute utilizzando la cassa contanti o il conto corrente bancario. Tutti i dati vanno inseriti con il criterio di cassa e non si dovrà, pertanto, inserire alcun dato per competenza (costi da sostenere, somme da incassare o altri costi non monetari come ad esempio gli ammortamenti o accantonamenti a fondi rischi). L inserimento di dati per competenza sfaserebbe completamente il senso del rendiconto rendendolo poco chiaro nel suo significato. Il risultato finale. Rappresenta il valore della disponibilità liquida finale al termine dell esercizio associativo. Comprende le disponibilità di cassa, di banca e il valore aggiornato di eventuali titoli investiti. Eventuali risultati iniziali o finali negativi. Può accadere che, a causa di momentanee difficoltà nella gestione, l OdV ricorra alle banche per richiedere piccoli fidi utilizzabili come scoperto di conto corrente. Se l OdV attinge a tali forme di credito e le utilizza è possibile che il saldo (iniziale o finale) possa risultare negativo. In tale caso è bene indicare in Relazione accompagnatoria o relazione degli amministratori le ragioni di tale situazione e come ci si è finanziati attraverso il sistema bancario. L uso delle colonne nella scheda di rendiconto. I dati devono essere inseriti soltanto nelle colonne bianche. Le sommatorie sono automatiche e risultano nelle colonne di colore grigio. È importante non modificare le colonne grigie in quanto già impostate. Casella saldo iniziale. È un dato da inserire manualmente e rappresenta la sommatoria dei valori in cassa, banca o investiti in titoli presenti a inizio periodo. Casella saldo finale. È una casella grigia che contiene una formula di somma già impostata. Il dato comparirà automaticamente indicando il valore finale della liquidità dopo aver gestito tutte le operazioni dell anno. Se la gestione è stata correttamente effettuata corrisponderà alla sommatoria di: saldo di inizio anno + entrate dell esercizio - costi dell esercizio. Il valore ottenuto andrà poi suddiviso tra valori di cassa contanti, valori nel conto corrente bancario e titoli di investimento. IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA 15

18 IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA Il rapporto annuale di una organizzazione di volontariato Lo schema di Mod. 1 BILANCIO FINANZIARIO (Modello 1) IMPORTI PARZIALI IMPORTI TOTALI 1. LIQUIDITÀ INIZIALE (cassa+banca+titoli) 0,00 ENTRATE 1. QUOTE ASSOCIATIVE 0,00 2. CONTRIBUTI PER PROGETTI E/O ATTIVITÀ (art. 5 L. 266/91) 0, da soci (specificare a quale titolo) 0, da non soci (specificare a quale titolo) 0, da CSV e Comitato di Gestione 0, da enti pubblici (comune, provincia, regione, stato) 0, da Comunità europea e da altri organismi internazionali 0, da altre Odv (specificare a quale titolo) 0, dal cinque per mille 0, altro (specificare) 0,00 3. DONAZIONI DEDUCIBILI E LASCITI TESTAMENTARI - art. 5 L.266/91 0, da soci 0, da non soci 0,00 4. RIMBORSI DERIVANTI DA CONVENZIONI CON ENTI PUBBLICI - art. 5 L.266/91 0,00 5. ENTRATE DA ATTIVITÀ COMMERCIALI PRODUTTIVE MARGINALI (Raccolta fondi) 0, da attività di vendite occasionali o iniziative occasionali di solidarietà 0,00 (D.M lett.a) es.eventi, cassettina offerte, tombole, spettacoli 5.2 da attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito a 0,00 fini di sovvenzione (D.M lett.b) 5.3 da attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasione 0,00 di manifestazioni e simili a carattere occasionale (D.M lett.d) 6. ALTRE ENTRATE DA ATTIVITÀ COMMERCIALI MARGINALI 5.4 cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari sempreché 0,00 la vendita dei prodotti sia curata direttamente dall organizza- zione senza alcun intermediario (D.M lett.c) 5.5 attività di prestazione di servizi rese in conformità alle finalità 0,00 istituzionali, non riconducibili nell ambito applicativo dell art. 111, comma 3, del TUIR verso pagamento di corrispettivi specifici che non eccedano del 50% i costi di diretta imputazione (D.M lett. e) 6. ALTRE ENTRATE (comunque ammesse dalla L.266/91) 0, rendite patrimoniali (fitti,.) 0, rendite finanziarie (interessi, dividendi) 0, altro: specificare 0,00 7. ANTICIPAZIONI DI CASSA 0,00 8. PARTITE DI GIRO 0,00 TOTALE ENTRATE 0,00 16

19 USCITE 1. RIMBORSI SPESE AI VOLONTARI (documentate ed effettivamente sostenute) 0,00 2. ASSICURAZIONI 0, volontari (malattie, infortuni e resp. civile terzi) - art. 4 L.266/91 0, altre: es. veicoli, immobili,. 0,00 3. PERSONALE OCCORRENTE A QUALIFICARE E SPECIALIZZARE L ATTIVITÀ (art. 3 L. 266/91 e art.3 L.R. 40/1993) 0, dipendenti 0, atipici e occasionali 0, consulenti (es. fisioterapista) 0,00 4. ACQUISTI DI SERVIZI (es. manutenzione, trasporti, service, consulenza fiscale e del lavoro) 0,00 5. UTENZE (telefono, luce, riscaldamento, ) 0,00 6. MATERIALI DI CONSUMO (cancelleria, postali, materie prime, generi alimentari) 0, per struttura odv 0, per attività 0, per soggetti svantaggiati 0,00 7. GODIMENTO BENI DI TERZI (affitti, noleggio attrezzature, diritti Siae,...) 0,00 8. ONERI FINANZIARI E PATRIMONIALI (es. interessi passivi su mutui, prestiti, c/c bancario, ecc. ) 0,00 9. BENI DUREVOLI 0, IMPOSTE E TASSE 0, RACCOLTE FONDI (vedi allegati Nr. delle singole raccolte fondi di cui ai punti 5.1, 5.2 e 5.3 delle entrate) 0, ALTRE USCITE/COSTI 0, Contributi a soggetti svantaggiati 0, Quote associative a odv collegate o Federazioni (specificare) 0, versate ad altre odv (specificare) 0, Altro (specificare) 0, PARTITE DI GIRO 0,00 TOTALE USCITE 0,00 IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA LIQUIDITÀ FINALE (Liquidità iniziale + totale entrate - totale uscite) 0,00 di cui Valori in cassa 0,00 di cui Valori presso depositi 0,00 Data Firma 17

20 IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA Il rapporto annuale di una organizzazione di volontariato Guida alla compilazione Mod. 1 ANALISI DELLE ENTRATE La modalità di classificazione Le macrovoci. Lo schema obbliga a riclassificare le entrate nel modo seguente 1. Quote associative 2. Contributi per progetti e attività 3. Donazioni deducibili e lasciti testamentari 4. Rimborsi derivanti da convenzioni 5. Entrate derivanti da attività commerciali produttive marginali 6. Altre entrate 7. Anticipazioni di cassa 8. Partite di giro Il significato delle macrovoci. Invitare a distinguere le entrate per tipologie di fonte dalla quale provengono. Utilizzo della classificazione. Per le OdV è importante utilizzare questa classificazione già nel corso dell esercizio, man mano che si presentano i vari fatti di gestione. In tale caso, a fine anno, è più semplice compilare lo schema di rendiconto. I dati riclassificati si rivelano utili anche per impostare schemi di rendicontazione sociale, oltre che per creare semplici ma significativi indicatori per il monitoraggio della gestione. 1. Quote associative Occorre indicare le somme incassate come quote associative nell esercizio. Eventuali maggiori importi riscossi dai soci, non corrispondenti alla quota sociale, sono da riportare nella voce Contributi per progetti e attività Da soci. Somme ricevute da soci e in genere finalizzate alla realizzazione di una iniziativa/progetto. Si tratta di somme che non risultano deducibili per il donatore. Non corrispondono assolutamente alle quote sociali che trovano spazio nella voce Da altri non soci. Somme ricevute da persone non associate finalizzate alla realizzazione di una iniziativa/ progetto. Si tratta di somme che non risultano deducibili per il donatore Da CSV e Comitato di Gestione. Somme che affluiscono all OdV in seguito alla liquidazione di progetti promossi e sostenuti dal CSV o direttamente dal Comitato di Gestione. È consigliabile specificare l ente ed eventualmente nella Relazione accompagnatoria al bilancio precisare il progetto/iniziativa Da enti pubblici. Si tratta di somme ricevute a sostegno dell attività in seguito alla partecipazione a bandi o iniziative. Può trattarsi anche di contributi ottenuti occasionalmente in seguito a richiesta di aiuto e sostegno presentata dalla OdV a enti nazionali e internazionali. È consigliabile specificare l ente ed eventualmente nella Relazione accompagnatoria al bilancio precisare il progetto/iniziativa Da altre OdV (coprogettazione). Somme ricevute attraverso altre OdV in seguito ad attività di coprogettazione. La somma riportata evidenzia la quota di propria competenza rispetto al contributo totale ottenuto. Nella stessa voce possono essere indicati incassi provenienti da OdV a cui si è affiliati Da cinque per mille. Va indicata la somma ricevuta dall Agenzia delle Entrate quale quota del 5x1000 destinata dai donatori all OdV. La somma va indicata nel periodo in cui viene definitivamente messa a disposizione da parte dell Amministrazione finanziaria. Le quote che l Amministrazione finanziaria deve ancora liquidare alla fine dell esercizio andranno comunque riportate fra i crediti da incassare nello schema INTEGRA- ZIONI PATRIMONIALI (vedi di seguito) Altro. Introiti da altri soggetti non ricompresi nei precedenti punti 3. Donazioni deducibili-detraibili e lasciti testamentari Da soci/da non soci. Rappresentano le tipiche somme ricevute da donatori e per le quali si utilizza il sistema di tracciabilità del pagamento (bonifico bancario, ricevuta emessa dalla OdV) che ne garantisce la deducibilità per il donatore. Quando l associazione applica la L. 80/05, per consentire al beneficiario il beneficio della deduzione, ha inoltre l obbligo, oltre al rilascio della ricevuta, della tenuta contabile analitica delle donazioni ricevute. Qualora l OdV benefici di lasciti testamentari dovranno essere ricompresi in queste voci. 4. Rimborsi derivanti da convenzioni Somme derivanti dalla sottoscrizione di convenzioni con pubbliche amministrazioni per la gestione di servizi a favore di persone svantaggiate (centri diurni, servizi di trasporto malati, etc.). 18

21 5. Attività commerciali produttive marginali (comprese raccolte fondi) La macrovoce accoglie tutte le entrate classificabili secondo le indicazioni del D.M. 25/5/1995*. Pur evidenziando in un unica sommatoria (casella grigia) tutte le possibili categorie previste dai cinque punti della norma, il rendiconto prevede una suddivisione delle voci in due gruppi: - Un primo gruppo (punti ) che comprende le entrate derivanti dalla vera e propria attività di raccolta fondi e che trova corrispondenza nelle lettere a,b,d del Decreto Ministeriale del Un secondo gruppo (punti ) che comprende invece l attività di vendita di beni e cessioni di servizi realizzati nel contesto dell attività istituzionale (anche realizzata dagli assistiti e volontari). Tutte le attività marginali, è bene ricordarlo, devono essere realizzate attenendosi ai seguenti principi di riferimento: a) in maniera non prevalente rispetto all attività istituzionale; b) in funzione della realizzazione del fine istituzionale dell organizzazione di volontariato iscritta nei registri di cui all art. 6 della legge n. 266 del 1991; c) senza l impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato, quali l uso di pubblicità dei prodotti, di insegne elettriche, di locali attrezzati secondo gli usi dei corrispondenti esercizi commerciali, di distinzione dell impresa. 6. Altre Entrate Rendite patrimoniali. Introiti da affitti attivi di immobili Rendite finanziarie. Interessi attivi su depositi bancari, titoli, dividendi Altre. Non previste ai punti , sono da specificare. 7. Anticipazioni di cassa Comprende gli anticipi, per esigenze di cassa, ricevuti da soci o da istituti bancari (finanziamento temporaneo) e che andranno restituiti ad una scadenza prestabilita. Nella relazione di bilancio è bene illustrare la provenienza dell anticipazione, la natura e le modalità di rimborso. I rimborsi devono sempre essere disposti e autorizzati da regolamento dell associazione o da apposita delibera. 8. Partite di giro Comprende le entrate per iniziative istituzionali, previste dallo Statuto, il cui ricavato viene completamente riversato su un altro soggetto (es. raccolta fondi per Telethon). ANALISI DELLE USCITE La modalità di classificazione Le macrovoci. Lo schema obbliga a riclassificare le uscite nel modo seguente 1. Rimborsi spese ai volontari 2. Assicurazioni 3. Personale occorrente a qualificare e specializzare l attività 4. Acquisti di servizi 5. Utenze 6. Materiale di consumo 7. Godimento beni di terzi 8. Oneri finanziari 9. Beni durevoli 10. Imposte e tasse 11. Raccolta fondi 12. Altre uscite e costi 13. Partite di giro 1. Rimborsi ai soci Si tratta di costi sostenuti per rimborsare spese anticipate dai volontari per lo svolgimento del loro servizio. Può comprendere anche il rimborso chilometrico per viaggi effettuati. I rimborsi devono sempre essere disposti e autorizzati da regolamento dell associazione o da apposita delibera. IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA * Il D.M. 25/5/1995 è stato emanato dal Ministero delle Finanze di concerto con il Ministero della Famiglia e della Solidarietà Sociale per chiarire e definire quali siano le attività commerciali e produttive marginali per le Organizzazioni di volontariato così come previste dall art.8, comma 4, della Legge 11 agosto 1991 n

22 IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA Il rapporto annuale di una organizzazione di volontariato 2. Assicurazioni Vanno indicati i premi pagati ripartendoli fra le tipologie di assicurazioni sottoscritte: assicurazioni obbligatoria dei volontari (malattie, infortuni e resp. civile terzi art. 4 L.266/91) altre assicurazioni come ad es. veicoli, immobili, etc. N.B.: occorre indicare gli importi effettivamente pagati nell esercizio. 3. Personale per qualificare l attività Dipendenti. Occorre indicare il valore complessivo degli stipendi/compensi pagati comprensivi dei contributi previdenziali e ritenute fiscali versati nell esercizio Atipici e Occasionali. Occorre indicare il valore complessivo degli emolumenti pagati comprensivi dei contributi previdenziali e ritenute fiscali versati nell esercizio Consulenti. Qualora si ricorra a professionisti con partita IVA si dovrà indicare l importo totale della fattura comprensiva dell eventuale ritenuta d acconto versata. Ci si riferisce a professionisti che erogano un servizio strettamente correlato con l area di attività dell OdV (personale sanitario, educativo, area psicosociale, etc). 4. Acquisti di servizi Occorre indicare tutti i servizi a supporto della vita associativa provenienti da strutture esterne. Alcuni esempi: consulenze fiscali, del lavoro, servizi di pulizie, manutenzioni, spese postali, spese bancarie. 5. Utenze Comprende i costi per i servizi fondamentali: elettricità, acqua, telefono, riscaldamento, smaltimento rifiuti. 6. Materiale di consumo Si tratta di costi sostenuti per l acquisto di beni di consumo utili alla gestione. La struttura di bilancio prevede la suddivisione degli stessi tra: 6.1 Costi per la gestione della struttura dell OdV (esempio:acquisti di cancelleria, materiali per la pulizia, attrezzature di piccolo importo); 6.2 Costi per le specifiche attività (costi di acquisto collegati a singoli progetti o attività parte dell attività istituzionale); 6.3 Costi di acquisto materiali destinati direttamente ai soggetti svantaggiati. Può essere utile predisporre, già nel corso dell anno, piccoli schemi delle somme spese che consentano, per ogni costo, l applicazione di semplici ma utili criteri di riparto fra le tre categorie di cui sopra. 7. Godimento beni di terzi Godimento beni di terzi. Rappresenta il costo sostenuto per usufruire di beni mobili e immobili non di proprietà, attraverso contratti particolari come il noleggio a lungo termine, il leasing, la locazione. I costi più tipici possono essere l affitto dei locali, il leasing di auto e attrezzature, il noleggio di fotocopiatrici e stampanti, etc. Nella voce in oggetto vanno riportati i canoni pagati nell esercizio. Il maxicanone iniziale va riportato interamente nell anno in cui si è verificato l esborso. L eventuale riscatto finale va indicato alla voce 9 nei beni durevoli (in quanto il bene diventa di proprietà dell OdV). 8. Oneri finanziari La voce si riferisce agli interessi pagati per finanziamenti a medio e lungo termine, per scoperti di conto corrente autorizzati dalle banche. La voce raccoglie tutti gli interessi pagati nel corso dell esercizio risultanti dai documenti contabili inviati dalle banche o altro ente finanziatore. 9. Beni durevoli Si tratta di immobilizzazioni sia materiali che immateriali (ad esempio software). Occorre indicare il valore di acquisto del bene come risulta da fattura, comprensivo di eventuali costi di installazione, messa in opera e IVA. Non è da indicare l eventuale ammortamento che non avrebbe alcun significato in una rendicontazione basata su principi di cassa. 10. Imposte e tasse Le voci in oggetto si riferiscono a imposte pagate dall OdV (Modello Unico, Modello Irap, Modello 770, Modello ICI). Le imposte vanno indicate sempre con il principio di cassa, con riferimento al periodo in cui sono pagate con il modello F24/F23 o altro sistema di liquidazione (Ires, Irap, Imposte di registro, ICI, etc). 11. Costi per la Raccolta fondi Costi da raccolta fondi. Si tratta di costi da leggere in modo collegato con le entrate di cui al punto e rappresentano le somme spese per organizzare le raccolte fondi. 20

23 Tali esborsi sono da inserire anche nelle apposite rendicontazioni separate richieste quale documentazione dell attività di raccolta effettuata. 12. Altre uscite Contributi a soggetti svantaggiati. Sono da riportare le somme erogate a favore di soggetti beneficiari dei servizi della OdV: offerte, piccole somme consegnate, etc Quote associative ad OdV collegate (es. a livello superiore) Somme versate ad altre OdV. Sono le somme versate ad altre OdV partecipanti ad una co-progettazione e le somme versate da una OdV a altre organizzazioni locali affiliate (es. progetto in partenariato). 13. Partite di giro Comprende le uscite sostenute per soggetti terzi, il cui ricavato è stato incassato dall OdV. IL BILANCIO FINANZIARIO: MOD. 1 CON CRITERIO DI CASSA Integrazioni patrimoniali (facoltativo) È evidente che uno schema di rendiconto gestionale per cassa offre informazioni limitate ai soli movimenti che coinvolgono la cassa e la banca; non risultano, pertanto, informazioni che possano ragguagliare i soci e tutti i portatori d interesse su altri aspetti della gestione, come ad esempio, i crediti da incassare o i debiti ancora da saldare. Soprattutto fra questi ultimi si annoverano poste contabili significative che possono offrire utili informazioni, ricordiamo in proposito: i debiti verso fornitori per acquisti di beni e servizi, i debiti finanziari verso banche, i debiti verso dipendenti per trattamento di fine rapporto. La stessa liquidità finale, evidenziata nel saldo finale del rendiconto gestionale, avrebbe talvolta bisogno di ulteriori dettagli: liquidità di cassa, saldi attivi bancari, titoli di investimento. Con l intento di tenere nel giusto conto gli aspetti patrimoniali della gestione, ed offrire un quadro più completo della vita associativa, si propone di integrare il rendiconto con uno schema del seguente genere. Periodo amministrativo Valori in cassa al 31/12 Depositi postali al 31/12 Depositi bancari al 31/12 (A) Totale fondi liquidi Investimenti in titoli (valorizzati al 31/12) (B) Totale titoli investimento Crediti da convenzioni al 31/12 Crediti da contributi progetti da incassare al 31/12 Quote associative da incassare al 31/12 (C) Totale crediti Immobili Attrezzature Automezzi (D) Totale attivo immobilizzato Anno n 21

24 TOTALE ATTIVO (A+B+C+D ) Mutui passivi (debito residuo al 31/12) Accantonamento TFR (debito al 31/12) Debiti verso associati (debito al 31/12) Debiti verso fornitori (debiti da saldare al 31/12) Finanziamenti residui da restituire a Banche al 31/12 Finanziamenti residui da restituire ad altri finanziatori al 31/12 TOTALE PASSIVO IL BILANCIO ECONOMICO: MOD. 2 CON CRITERIO DI COMPETENZA 2.6 Il Bilancio economico: Mod. 2 con criterio di competenza Le caratteristiche del Bilancio economico Mod.2 Lo schema viene utilizzato principalmente da organizzazioni di grandi dimensioni o comunque supportate da sistemi contabili tipicamente aziendali che consentono una riclassificazione dei fatti di gestione sotto l aspetto economico e patrimoniale. L impostazione richiede la tenuta delle scritture contabili analitiche. Elementi essenziali del rendiconto (come peraltro precisato dalla nota introduttiva alla DGR n per le organizzazioni che ricevono fondi ai sensi della Legge n. 80/05): La natura economica del rendiconto. I dati inseriti corrispondono ai costi e ai ricavi maturati nel periodo sebbene non pagati o incassati. Il risultato finale. Rappresenta un vero e proprio avanzo o perdita di gestione e non corrisponde necessariamente alla liquidità disponibile. La struttura patrimoniale. L impostazione del rendiconto comporta la redazione anche del prospetto patrimoniale utilizzando la struttura proposta in fondo alla pagina dei costi. Beni di uso durevole. Trattandosi di un bilancio per competenza gli acquisti di beni di uso durevole troveranno collocazione nell attivo dello stato patrimoniale e tra i costi comparirà soltanto la quota di ammortamento periodico. 22

25 2.6.2 Lo schema di Mod. 2 IMPORTI PARZIALI IMPORTI TOTALI RICAVI 1. QUOTE ASSOCIATIVE 0,00 2. CONTRIBUTI PER PROGETTI E/O ATTIVITÀ (art. 5 L. 266/91) 0, da soci (specificare a quale titolo) 0, da non soci (specificare a quale titolo) 0, da CSV e Comitato di Gestione 0, da enti pubblici (comune, provincia, regione, stato) 0, da Comunità europea e da altri organismi internazionali 0, da altre Odv (specificare a quale titolo) 0, dal cinque per mille 0, altro (specificare) 0,00 3. DONAZIONI DEDUCIBILI E LASCITI TESTAMENTARI - art. 5 L.266/91 0, da soci 0, da non soci 0,00 4. RIMBORSI DERIVANTI DA CONVENZIONI CON ENTI PUBBLICI - art. 5 L.266/91 0,00 5. ENTRATE DA ATTIVITÀ COMMERCIALI PRODUTTIVE MARGINALI (Raccolta fondi) 0, da attività di vendite occasionali o iniziative occasionali di solidarietà 0,00 (D.M lett.a) es.eventi, cassettina offerte, tombole, spettacoli 5.2 da attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito a 0,00 fini di sovvenzione (D.M lett.b) 5.3 da attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasione 0,00 di manifestazioni e simili a carattere occasionale (D.M lett.d) 5. ALTRE ENTRATE DA ATTIVITÀ COMMERCIALI MARGINALI 5.4 cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari sempreché 0,00 la vendita dei prodotti sia curata direttamente dall organizza- zione senza alcun intermediario (D.M lett.c) 5.5 attività di prestazione di servizi rese in conformità alle finalità 0,00 istituzionali, non riconducibili nell ambito applicativo dell art. 111, comma 3, del TUIR verso pagamento di corrispettivi specifici che non eccedano del 50% i costi di diretta imputazione (D.M lett. e) 6. ALTRE ENTRATE (comunque ammesse dalla L.266/91) 0, rendite patrimoniali (fitti,.) 0, rendite finanziarie (interessi, dividendi) 0, altro: specificare 0,00 7. ANTICIPAZIONI DI CASSA 0,00 8. PARTITE DI GIRO 0,00 TOTALE RICAVI 0,00 IL BILANCIO ECONOMICO: MOD. 2 CON CRITERIO DI COMPETENZA 23

26 IL BILANCIO ECONOMICO: MOD. 2 CON CRITERIO DI COMPETENZA COSTI 1. RIMBORSI SPESE AI VOLONTARI (documentate ed effettivamente sostenute) 0,00 2. ASSICURAZIONI 0, volontari (malattie, infortuni e resp. civile terzi) - art. 4 L.266/91 0, altre: es. veicoli, immobili,. 0,00 3. PERSONALE OCCORRENTE A QUALIFICARE E SPECIALIZZARE L ATTIVITÀ (art. 3 L. 0,00 266/91 e art. 3 L.R. 40/1993)) 3.1 dipendenti 0, atipici e occasionali 0, consulenti (es. fisioterapista) 0,00 4. ACQUISTI DI SERVIZI (es. manutenzione, trasporti, service, consulenza fiscale e del 0,00 lavoro) 5. UTENZE (telefono, luce, riscaldamento, ) 0,00 6. MATERIALI DI CONSUMO (cancelleria, postali, materie prime, generi alimentari) 0, per struttura odv 0, per attività 0, per soggetti svantaggiati 0,00 7. GODIMENTO BENI DI TERZI (affitti, noleggio attrezzature, diritti Siae,...) 0,00 8. ONERI FINANZIARI E PATRIMONIALI (es. interessi passivi su mutui, prestiti, c/c 0,00 bancario..) 9. AMMORTAMENTI 0, IMPOSTE E TASSE 0, RACCOLTE FONDI (vedi allegati Nr. delle singole raccolte fondi di cui ai punti 5.1, 0, e 5.3 delle entrate) 12. ALTRE USCITE/COSTI 0, Contributi a soggetti svantaggiati 0, Quote associative a odv collegate (specificare) 0, versate ad altre odv (specificare) 0, Altro (specificare) 0, PARTITE DI GIRO 0,00 TOTALE COSTI 0,00 STATO PATRIMONIALE ATTIVO PASSIVO BENI DUREVOLI 0,00 DEBITI 0,00 CASSA 0,00 F.DI AMMORTAMENTO BENI 0,00 E ATTREZZATURE BANCA 0,00 F.DI DI ACCANTONAMENTO 0,00 CREDITI 0,00 NETTO 0,00 PERDITA DI GESTIONE 0,00 AVANZO DI GESTIONE 0,00 TOTALE A PAREGGIO 0,00 TOTALE A PAREGGIO 0,00 24

27 2.6.3 Guida alla compilazione del Mod.2 ANALISI DELLE ENTRATE La modalità di classificazione Le macrovoci. Lo schema obbliga a riclassificare le entrate nel modo seguente 1. Quote associative 2. Contributi per progetti e attività 3. Donazioni deducibili e lasciti testamentari 4. Rimborsi derivanti da convenzioni 5. Entrate derivanti da attività commerciali produttive marginali 6. Altre entrate 7. Anticipazioni di cassa 8. Partite di giro Il significato delle macrovoci. Invitare a distinguere le entrate per tipologie di fonte dalla quale provengono. Utilizzo della classificazione. Per le OdV è importante utilizzare questa classificazione già nel corso dell esercizio, man mano che si presentano i vari fatti di gestione. In tale caso, a fine anno, è più semplice compilare lo schema di rendiconto. I dati riclassificati si rivelano utili anche per impostare schemi di rendicontazione sociale, oltre che per creare semplici ma significativi indicatori per il monitoraggio della gestione. 1. Quote associative Occorre indicare le somme incassate come quote associative nell esercizio. Eventuali maggiori importi riscossi dai soci, non corrispondenti alla quota sociale, sono da riportare nella voce Contributi per progetti e attività Da soci. Somme ricevute da soci e in genere finalizzate alla realizzazione di una iniziativa/progetto. Si tratta di somme che non risultano deducibili per il donatore. Non corrispondono assolutamente alle quote sociali che trovano spazio nella voce Da altri non soci. Somme ricevute da persone non associate finalizzate alla realizzazione di una iniziativa/ progetto. Si tratta di somme che non risultano deducibili per il donatore Da CSV e Comitato di Gestione. Somme che affluiscono all OdV in seguito alla liquidazione di progetti promossi e sostenuti dal CSV o direttamente dal Comitato di Gestione. È consigliabile specificare l ente ed eventualmente nella Relazione accompagnatoria al bilancio precisare il progetto/iniziativa Da enti pubblici. Si tratta di somme ricevute a sostegno dell attività in seguito alla partecipazione a bandi o iniziative. Può trattarsi anche di contributi ottenuti occasionalmente in seguito a richiesta di aiuto e sostegno presentata dalla OdV a enti nazionali e internazionali. È consigliabile specificare l ente ed eventualmente nella Relazione accompagnatoria al bilancio precisare il progetto/iniziativa Da altre OdV (coprogettazione). Somme ricevute attraverso altre OdV in seguito ad attività di coprogettazione. La somma riportata evidenzia la quota di propria competenza rispetto al contributo totale ottenuto. Nella stessa voce possono essere indicati incassi provenienti da OdV a cui si è affiliati Da cinque per mille. Va indicata la somma ricevuta dall Agenzia delle Entrate quale quota del 5x1000 destinata dai donatori all OdV. La somma va indicata nel periodo in cui viene definitivamente messa a disposizione da parte dell Amministrazione finanziaria. Le quote che l Amministrazione finanziaria deve ancora liquidare alla fine dell esercizio andranno comunque riportate fra i crediti da incassare nello schema INTEGRA- ZIONI PATRIMONIALI (si veda di seguito) Altro. Introiti da altri soggetti non ricompresi nei precedenti punti. 3. Donazioni deducibili-detraibili e lasciti testamentari Da soci/da non soci. Rappresentano le tipiche somme ricevute da donatori e per le quali si utilizza il sistema di tracciabilità del pagamento (bonifico bancario, ricevuta emessa dalla OdV) che ne garantisce la deducibilità per il donatore. Quando l associazione applica la L. 80/05, per consentire al beneficiario il beneficio della deduzione, ha inoltre l obbligo, oltre al rilascio della ricevuta, della tenuta contabile analitica delle donazioni ricevute. Qualora l OdV benefici di lasciti testamentari dovranno essere ricompresi in queste voci. IL BILANCIO ECONOMICO: MOD. 2 CON CRITERIO DI COMPETENZA 25

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