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3 L influenza, come già è stato detto, ha un forte impatto sociale ed economico sia per la comunità sia per il singolo individuo, con effetti che variano in funzione dell età e delle condizioni di salute. Si va dalla perdita di giornate di studio e di lavoro fino agli 8 milioni di euro all anno che le sole ospedalizzazioni costano al Sistema Sanitario Nazionale. Senza considerare poi i cosiddetti costi indiretti : le assenze dal lavoro dovute all influenza, pur non essendo prolungate (in media 3-5 giorni), sono concentrate nei mesi invernali e questo può creare ripercussioni sulle capacità produttive di uffici e di imprese, andando così a pesare, come conseguenza, sull intero sistema produttivo. Si pensi che, in media, la cura di un caso di influenza già nel 2001 costava circa 330 euro pro capite e di questi ben 294 euro (l 89%) erano imputabili ai costi indiretti, come dimostrato da uno studio italiano che aveva stimato il costo sociale complessivo per la gestione di un paziente affetto da sindrome influenzale. I risultati più recenti emersi da uno studio dell Università di Genova hanno aggiornato i dati, stimando che ogni caso nella popolazione adulta comporta un costo di ben 940 euro. 3

4 Il sistema più efficace per combattere l influenza è la prevenzione. Come spesso indicato, lavarsi bene le mani rappresenta uno dei fondamenti principali. Il virus influenzale è più pesante del micobatterio tubercolare e non permane perciò a lungo nell aria: per tale ragione le precauzioni per la tubercolosi nell aria adottate negli ospedali non sono necessarie per l influenza. Dopo il contatto gli operatori sanitari non devono toccare tuttavia occhi o naso 4

5 Recentemente il CDC europeo (European Centre for Disease Prevention and Control) ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali (non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell influenza, e ha raccomandato quattro azioni che si aggiungono alle misure basate sui presidi farmaceutici come la vaccinazione e l uso di farmaci antivirali 5

6 La trasmissione di batteri e virus può essere sensibilmente ridotta adottando come buona regola di comportamento, sia a casa sia negli ambienti sanitari, il lavaggio delle mani con acqua e sapone. Questo semplice gesto costituisce un intervento di prevenzione primaria molto importante. Viene qui riportato il materiale divulgato dal Ministero della Salute (tratto dalla documentazione ufficiale dell Organizzazione Mondiale della Sanità) che propone le indicazioni per il corretto lavaggio delle mani. 6

7 Alle raccomandazioni del CDC europeo si possono aggiungere altre buone abitudini, riportate in questa slide e commentate a seguire. 7

8 L inalazione di vapori di acqua calda nella quale siano state disciolte sostanze balsamiche come mentolo, eucaliptolo e similari è un rimedio tradizionale, determina vasodilatazione e libera le vie aeree superiori, consentendo di respirare meglio. La comunità scientifica non è comunque concorde sulla reale efficacia, considerato che in talune persone i fumi con balsamici possono provocare broncospasmo. 8

9 La frequentazione di ambienti particolarmente affollati è ovviamente controindicata in periodi di epidemia influenzale, mentre la sauna e il bagno turco luoghi ove la temperatura e l umidità sono molto elevate riducono l incidenza della sintomatologia e la replicazione del virus. È bene quindi consigliare prudenza nel caso in cui sia segnalata un epidemia locale in atto o dovessero manifestarsi alcuni sintomi sospetti di influenza incipiente. 9

10 La profilassi ha come obiettivo il contenimento dell epidemia, e si avvale della consueta vaccinazione antinfluenzale. La vaccinazione viene eseguita in un periodo antecedente lo scoppio dell epidemia e solitamente la campagna vaccinale si svolge nelle settimane tra la metà di ottobre e la fine di dicembre. Questo perché l organismo ha bisogno di qualche settimana per instaurare l immunità dopo la somministrazione del vaccino. La profilassi può anche avvalersi dell utilizzo dei farmaci antivirali che permettono un impiego in profilassi durante l epidemia o, in caso di sospetto contagio, in quei pazienti in cui sia particolarmente importante preservare lo stato di salute. 10

11 A differenza di molti altri vaccini, la vaccinazione antinfluenzale conferisce un immunità breve, specifica solo per l epidemia prevista per l inverno corrente, e va ripetuta nell autunno successivo. Questo è dovuto al fatto che i virus mutano, le proteine virali di superficie si modificano e l anno seguente si presentano con un aspetto diverso, sì da non venire più riconosciuti dal sistema immunitario che precedentemente era stato vaccinato o aveva contratto la malattia. La composizione del vaccino antinfluenzale varia tutti gli anni, a seconda dei ceppi virali che il sistema di sorveglianza dell Organizzazione Mondiale della Sanità prevede circoleranno nella stagione successiva. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata (e per lo più proposta a titolo gratuito) a un ampia categoria di persone che per età, condizioni di salute, concomitanti patologie o ruolo socio-lavorativo è altamente auspicabile non si ammalino. 11

12 Considerata l ottima tollerabilità, oltre alle categorie raccomandate, la vaccinazione è da suggerire a ogni categoria di persone, dai 6 mesi di età in su, fatta eccezione per coloro che sono allergici alle proteine dell uovo o hanno manifestato in passato reazioni severe al vaccino, inclusa la sindrome di Guillain Barré (neuropatia generalizzata sistemica). La vaccinazione antinfluenzale va effettuata non appena si rende disponibile il vaccino, di solito dalla metà ottobre alla fine di dicembre, e comunque almeno due settimane prima del previsto inizio dell influenza, rilevata dalla rete di sorveglianza. Nella slide sono evidenziati i candidati alla vaccinazione. 12

13 Considerata l ottima tollerabilità, oltre alle categorie raccomandate, la vaccinazione è da suggerire a ogni categoria di persone, dai 6 mesi di età in su, fatta eccezione per coloro che sono allergici alle proteine dell uovo o hanno manifestato in passato reazioni severe al vaccino, inclusa la sindrome di Guillain Barré (neuropatia generalizzata sistemica). La vaccinazione antinfluenzale va effettuata non appena si rende disponibile il vaccino, di solito dalla metà ottobre alla fine di dicembre, e comunque almeno due settimane prima del previsto inizio dell influenza, rilevata dalla rete di sorveglianza. Nella slide sono evidenziati i candidati alla vaccinazione. 13

14 I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati: non contengono di conseguenza particelle virali intere attive e sono classificabili secondo quanto riportato nella tabella della presente slide. I vaccini a subunità sono in genere meno reattogenici rispetto agli altri e pertanto sono particolarmente indicati per l immunizzazione di individui che abbiano presentato episodi reattivi a precedenti vaccinazioni. I vaccini virosomiali vanno considerati come vaccini adiuvati e sono autorizzati per l immunizzazione dei soggetti di età >6 mesi. I vaccini stagionali adiuvati con MF59 sono autorizzati, al momento, per l immunizzazione dei soggetti di età >64 anni. Il vaccino intradermico sfrutta i particolari meccanismi immunitari che si attivano nel derma e potenziano la risposta immunitaria anche nei soggetti con scarsa risposta alla somministrazione intramuscolare. È disponibile anche un vaccino spray, da somministrare alla dose di 0,1 ml per ciascuna narice. 14

15 Opportunamente usati, gli antivirali sono la risorsa migliore per ridurre l espansione del contagio e la possibilità di contrarre la malattia. Va però chiarito senza ombra di dubbio che l uso degli antivirali non è sostitutivo delle vaccinazioni, ma è complementare. Sia la vaccinazione sia l antivirale hanno l obiettivo di contenere la diffusione dell epidemia influenzale nella collettività: il primo con un approccio mirato alla copertura della popolazione, il secondo con la gestione caso per caso del singolo paziente. 15

16 Il farmacista gioca un ruolo particolarmente delicato e strategico. Molto spesso, infatti, il primo approccio del malato all influenza avviene proprio con il farmacista. Il paziente si reca in farmacia cercando qualcosa per ridurre i sintomi e i dolori dell influenza, per avere un primo consiglio su come comportarsi, talvolta per ottenere una rassicurazione. Il farmacista ha dunque un ruolo chiave nel combattere l influenza e nell orientamento del cliente, al quale deve sempre essere in grado di spiegare in maniera chiara le differenze esistenti tra le varie terapie possibili. Egli, infatti, può intercettare quei pazienti, circa il 40% del totale, che non vanno dal medico e scelgono l automedicazione, può eseguire il test rapido ed eventualmente dirottare il paziente dal medico per la prescrizione dell antivirale. 16

17 Per quanto riguarda l automedicazione ci sono molte possibilità. È in questo caso specifico che il farmacista esercita al meglio la propria professionalità, sceglie e consiglia un farmaco a seconda delle abitudini di vita e delle necessità della persona che ha di fronte. La vaccinazione antinfluenzale, invece, deve essere consigliata solo a quei clienti che non sono ancora malati, in quanto il vaccino rappresenta il cardine della prevenzione. Chiariamo, però, che l ultima parola sull opportunità di fare la vaccinazione spetta sempre al proprio medico curante. Anche nel caso degli antivirali la decisione è demandata al medico. Il farmacista deve comunque essere in grado di spiegare che questi farmaci agiscono sui virus e servono, dunque, per la cura della malattia quando questa a differenza di quanto avviene per l uso del vaccino è già presente nell organismo. 17

18 È vero che l idratazione migliora il funzionamento delle cellule dell apparato respiratorio. Alimenti ricchi di micronutrienti utili alle difese immunitarie aiutano a combattere i microrganismi. È utile consumare regolarmente frutta e verdura di stagione privilegiando agrumi, pere, mele, cavolo, verze e cipolle. Non serve invece coprirsi a dismisura. In caso di epidemia è bene sconsigliare, ove possibile, il contatto con persone malate e, al contrario, se si è consapevoli del proprio stato di malattia, è prudente rimanere a casa, onde evitare il contagio di altre persone. È poi diffusa la credenza che l influenza provochi nausea, vomito e diarrea. Questi sintomi sono in realtà ascrivibili ad altre malattie, che colpiscono stomaco e intestino, e solo raramente sono presenti nell influenza, che è una malattia respiratoria: l influenza intestinale, in altre parole, non esiste in medicina. Le mani, infine, sono un veicolo del virus, che può entrare, oltre che dal naso, attraverso le mucose congiuntivali e la cavità orale. Ecco perché è bene non sfregarsi gli occhi o portare le mani non preventivamente deterse alla bocca. 18

19 È importante spiegare che il vaccino usato ogni anno protegge solo contro 3 ceppi di virus influenzali e le persone non sono dunque protette contro altri ceppi eventualmente circolanti. Le persone vaccinate possono ugualmente contrarre l influenza: l efficacia del vaccino è mediamente tra il 70% e il 90% negli adulti e solo del 58% negli anziani oltre i 65 anni. L efficacia del vaccino negli anziani è ridotta a causa della scarsa risposta immunitaria. Molti ritengono che il virus influenzale colpisca soltanto le vie aeree, ma in realtà può localizzarsi anche nel cuore e nel cervello. Come già accennato, è diffusa una scarsa percezione del reale impatto dell influenza che può invece comportare disturbi reali e rischi per la salute, specialmente se si commettono imprudenze, come prendere freddo, non riposare e, in generale, sottoporsi a stress. Alcune condizioni patologiche di base espongono al rischio di serie complicanze: in ogni evento epidemico stagionale si verifica, infatti, un certo numero di casi di polmonite che possono portare anche a insufficienza respiratoria e alla morte. Non bisogna inoltre perdere di vista gli antibiotici: il cliente deve essere consapevole che sono del tutto inutili e controproducenti per l influenza, a meno di complicanze batteriche, e non vanno usati nemmeno come profilassi. Va infine puntualizzato che gli antivirali non si sostituiscono alla vaccinazione antinfluenzale, costituendo un momento terapeutico specifico ma successivo a quello della vaccinazione. Il vaccino, che ha bisogno mediamente di giorni per attuare una protezione contro i virus, si effettua solitamente tra novembre e dicembre. 19

20 Il test rapido per la diagnosi dell influenza può essere uno strumento accessorio che permette in poco tempo, mediamente 10 minuti, di stabilire la reale presenza dei virus A e B, i due virus coinvolti nella malattia dell influenza. Si tratta, in sintesi, di un tampone nasale che preleva, mediante un bastoncino cotonato, un minimo quantitativo di secrezione a livello nasale. Si immerge poi il tampone in una provetta e infine, tramite una striscetta reagente, si riesce a verificare l esito positivo o negativo nei confronti dei virus A e B. La sensibilità del test, ovvero la capacità di individuare i pazienti veramente affetti dalla malattia, si aggira, secondo i dati forniti dalla casa produttrice, intorno all 80%, una percentuale un po superiore rispetto ai risultati della diagnosi clinica che il medico effettua sulla base dei rilievi clinici dei pazienti. Ancora poco diffuso in Italia, il test è molto usato in Germania, Austria e Francia, sia in ambito della medicina generale sia in ambito pediatrico. Il test può essere eseguito su tutte le persone, ma è uno strumento indicato in presenza dei cosiddetti fattori confondenti che si riscontrano quando il paziente si è già automedicato. L assunzione di un antipiretico può, ad esempio, modificare il quadro clinico. È utile anche in età pediatrica e negli anziani, due categorie di pazienti che, come è stato evidenziato, possono presentare sintomi diversi rispetto a quelli dell adulto sano. 20

21 La prevenzione negli adulti è oggi possibile grazie alla disponibilità di un vaccino antipneumococco coniugato che, agli zuccheri che rivestono esternamente il batterio dello pneumococco, unisce una proteina carrier che genera una risposta immunitaria più vivace, stimolando una maggiore quantità di anticorpi protettivi nelle persone che hanno difese immunitarie meno efficienti. Il vaccino coniugato presenta inoltre il vantaggio di creare una memoria immunologica, che determina una risposta nei confronti dell agente infettivo, anche a distanza di tempo dalla vaccinazione ed evita di dover effettuare ulteriori richiami in tempi brevi. Questo vaccino, 13valente, garantisce inoltre una buona efficacia, perché copre un numero di sierotipi molto più ampio rispetto al precedente vaccino 7valente. Con questo vaccino per adulti è possibile proteggere direttamente gli anziani e i soggetti più fragili, in particolare le persone che presentano alcune specifiche condizioni di rischio, elencate nel Piano Nazionale delle Vaccinazioni , che possono usufruire gratuitamente della vaccinazione. Ogni momento è buono per un soggetto fragile per essere vaccinato, perché la vaccinazione anti-pneumococco non presenta una stagionalità. Esiste inoltre la possibilità di effettuare il vaccino pneumococcico in occasione della campagna di vaccinazione antinfluenzale, quando le persone anziane e affette da malattie croniche sono già sensibilizzate alla prevenzione. 21

22 L influenza facilita le sovrainfezioni batteriche e la polmonite. Esistono casistiche in cui il 10% circa degli ultra65enni presenta complicanze infettive dell influenza, e le polmoniti rappresentano il 50% di queste complicanze. Le polmoniti negli anziani hanno però lo svantaggio di essere subdole, senza l evidenza di malattia che si riscontra nell adulto, di conseguenza spesso non si percepisce l importanza della vaccinazione, mentre la malattia può comunque far precipitare le condizioni di salute cardiache e respiratorie. Una strategia vaccinale combinata, che unisca da un lato la vaccinazione antinfluenzale e dall altro quella antipneumococcica, è quindi consigliata sopra i 65 anni e in tutti i soggetti che presentano problemi cardiaci e respiratori cronici, diabete o altre patologie che indeboliscono le difese immunitarie. 22

23 Alla luce di quanto sin qui illustrato, si possono identificare almeno cinque obiettivi per il farmacista: quello di informare e sensibilizzare, che si traduce in un azione mirata a spiegare al proprio cliente quali sono i potenziali rischi dell influenza, suggerendo nel contempo corrette abitudini comportamentali. La prevenzione racchiude un ampio scenario che ancora una volta spazia dalle basilari regole di igiene (lavaggio delle mani) alla vaccinazione e alla consapevolezza di un utilizzo degli antivirali come prevenzione secondaria. L invito all osservazione è fondamentale soprattutto ai familiari di persone anziane, in cui la polmonite può essere una complicanza subdola. 23

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