La congiuntura in sintesi

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1 IV trimestre 2011 numero 1/12 17 febbraio 2012 I grafici del periodo pag. 2 1.Il contesto pag. 4 2.La fiducia dell industria alimentare italiana pag. 4 3.Focus on: la domanda delle imprese alimentari pag. 9 La congiuntura in sintesi LE TENDENZE DEL PERIODO In peggioramento la fiducia degli operatori dell industria alimentare italiana nel quarto trimestre del L indice, con un valore negativo pari a -7,4 (il campo di variazione dell indice è compreso tra -100 e +100), perde dieci punti sul valore del trimestre precedente e tredici punti rispetto al dato del quarto trimestre del Questo il risultato che emerge dall indagine congiunturale trimestrale condotta da Ismea nel mese di dicembre presso il panel dell industria alimentare. La flessione degli ordini determinata dalla contrazione delle commesse nazionali e dell area euro a fronte della buona tenuta di quelle esterne sospinte dal cambio euro/dollaro favorevole alle nostre esportazioni - e soprattutto il peggioramento delle attese di produzione sono i fattori che hanno determinato tale cedimento della fiducia dell industria alimentare italiana in questo ultimo trimestre dell anno. Sul fronte della produzione industriale, i dati ufficiali evidenziano una flessione del settore manifatturiero e del comparto alimentare: invero, nel trimestre ottobre-dicembre 2011 la produzione manifatturiera nazionale è risultata in calo congiunturale di 1,7 punti percentuali sul livello medio produttivo del terzo trimestre dell anno e contestualmente quella del settore alimentare in calo di un punto percentuale. Nel dettaglio dei settori dell alimentare, in base al valore assunto dall indice nel quarto trimestre dell anno, il clima di fiducia ha registrato una congiuntura favorevole (indice positivo e variazione congiunturale positiva) solo presso l industria del riso, di prima lavorazione delle carni rosse e molitoria. Il trimestre, di fatto, a seguito dell inasprimento dello scenario economico nazionale e del peggioramento delle prospettive di crescita, si è rivelato diffusamente difficile è ha determinato una flessione della fiducia presso la stragrande maggioranza dei settori alimentari osservati. In ambito territoriale, le maggiori flessioni hanno interessato le regioni del Nord, mentre il Centro del Paese ha registrato una tenuta migliore. In riferimento all intero anno, dai dati medi del 2011 si evince che l anno appena conclusosi non è stato appieno soddisfacente per l industria alimentare italiana: l indice di clima, con un valore si positivo ma prossimo allo zero (+0,2) registra un peggioramento di quasi cinque punti rispetto al A livello settoriale solo le imprese del riso, dei gelati, di prima lavorazione delle carni bianche e dell olio d oliva hanno messo a segno un miglioramento della fiducia rispetto allo scorso anno, in ragione del buon andamento degli ordini 1

2 registrato nel corso dei mesi centrali dell anno. I settori del vino, della pasta e degli elaborati a base di carne invece pur contraddistinguendosi per un livello della fiducia mediamente più elevato, hanno riportato una flessione rispetto al Lo scenario poi, in termini di fiducia, si è rivelato particolarmente critico tra gli operatori del settore dolciario e dei prodotti da forno. La diffusa perdita di fiducia riscontrata nel corso del 2011 trova spiegazione nel difficile scenario economico nazionale, nel quale accanto ai problemi di risanamento pubblico hanno trovato ampio spazio le problematiche connesse al mercato del lavoro, l indebolimento della domanda nazionale e anche di quella estera soprattutto dell Area Euro. Anche i dati Istat relativi alla produzione confermano per il 2011 una maggiore sofferenza del settore alimentare rispetto all intero manifatturiero considerato nel suo complesso (-1,1% la flessione su base annua registrata dell indice della produzione cumulata dell industria alimentare relativo al calcolato a partire dai dati corretti per gli effetti di calendario a fronte del corrispondente +0,1% messo a segno dal manifatturiero). Infine, i dati rilevati nell ambito dell approfondimento trimestrale sull andamento della commercializzazione nel corso del 2011, hanno messo in evidenza uno scenario complessivo sì positivo ma in peggioramento rispetto al 2010, nell ambito del quale per i settori export-oriented è risultato maggiormente premiante il mercato estero dei Paesi terzi, sul quale ha inciso positivamente l andamento del cambio Euro/Dollaro che si è rivelato vantaggioso per le esportazioni nazionali. I grafici del periodo: indice di clima dell industria alimentare Indice del clima di fiducia (ICF) dell industria alimentare: IV trimestre 2011 ICF dei segmenti star 1 dell industria alimentare: IV trimestre ,4 2,6 ICF IV trim var.% IV t./iii t ind. molitoria 5,1 6 prima lavorazione carni rosse 8,7 11 lavoraz. del riso 25,2 8 Legenda: freccia scura trimestre di riferimento; freccia chiara trimestre precedente (max: 100, min: -100) 1) il valore dell indice è positivo e superiore a quello medio dell industria alimentare e la variazione assoluta congiunturale dell indice è anch essa positiva 2

3 ICF dell industria delle carni ICF dell industria del latte e dei suoi derivati, ICF dell industria del pesce ICF dell industria di trasformazione dei cereali, ICF dell industria di trasformazione ortofrutticola ICF dell industria vitivinicola ICF dell industria dell olio d oliva ICF dell ind. delle acque e delle bev. analcol. 3

4 Fig 1.2 Indice della produzione industriale nazionale 1 (2005=100) dati trimestrali 1. Il contesto Prosegue nel quarto trimestre dell anno la flessione della fiducia dell industria manifatturiera italiana: l indice di clima, in base ai risultati dell inchiesta condotta dall Istat (93), perde quasi quattro punti sul valore dello scorso trimestre e nove punti nel confronto tendenziale sul valore dell ultimo trimestre del Si conferma e si inasprisce quindi l andamento calante osservato a partire dal mese di aprile di quest anno, riflesso della difficile situazione economica attuale del Paese. Fig 1.1 Indice del clima di fiducia dell industria manifatturiera in Italia (2005=100) dati trimestrali Fonte: elaborazioni Ismea, su dati Istat I fattori che hanno determinato tale dinamica negativa negli ultimi tre mesi del 2011 vanno ravvisati nella contrazione degli ordini percepita dagli operatori e nel peggioramento delle loro aspettative di produzione. Sulla scorta dei dati Istat sulla produzione dell industria manifatturiera nazionale, disponibili sino al mese di dicembre 2011, si evince che nel trimestre ottobre-dicembre 2011 l indice della produzione dell intera industria manifatturiera nazionale ha registrato una variazione negativa di quasi due punti percentuali (-1,7%) sul livello medio del terzo trimestre del 2011; nello stesso periodo anche l indice della produzione dell industria alimentare ha riportato un peggioramento, seppure più contenuto di quello dell intero settore manifatturiero (-1,0%). 1) destagionalizzati Fonte: elaborazioni Ismea, su dati Istat L analisi tendenziale, basata sui dati corretti per gli effetti di calendario, conferma il difficile momento attraversato dal settore manifatturiero nazionale: nel trimestre ottobre-dicembre 2011, rispetto al periodo corrispondente del 2010, l indice della produzione del settore manifatturiero e quello del solo comparto dell industria alimentare hanno segnato una contrazione, rispettivamente di 3,3 punti percentuali il primo e di 2,7 punti il secondo. In forza di tale contrazione, la produzione cumulata del 2011 ha perso di vigore nel confronto col dato corrispondente del 2010: pressappoco stazionaria quella del settore manifatturiero (+0,1%) addirittura in flessione quella dell industria alimentare (-1,1%). Alla base di tale andamento negativo e deludente, la situazione economica incerta in cui versa attualmente il nostro Paese, chiamato ad affrontare le problematiche del risanamento del debito pubblico, del mercato del lavoro e dell indebolito la domanda interna, oltremodo gravata dall aumento dell IVA applicato nel nostro Paese a partire dal mese di settembre. A ciò si aggiunga l indebolimento della domanda mondiale registrato nell ultimo periodo del 2011 come fattore di minaccia del rallentamento dell export italiano, che nel periodo in esame ha comunque mostrato una discreta tenuta grazie al cambio euro/dollaro favorevole per la vendita dei merci dell area euro all estero. 2. La fiducia dell industria alimentare italiana In linea con lo scenario appena sopra descritto, l indice Ismea del clima di fiducia dell industria alimentare, non destagionalizzato, nell ultimo trimestre del 2011 ha registrato un marcato peggioramento che lo ha fatto scivolare su terreno negativo (-7,4), registrando un calo sia rispetto al trimestre precedente di dieci punti sia rispetto 4

5 al quarto trimestre del di tredici punti. Fig 2.1 Evoluzione del ICF Ismea dell industria alimentare, Le determinanti che hanno causato un tale calo della fiducia sono analoghe a quelle che hanno generato il peggioramento del sentiment dell industria manifatturiera nazionale complessiva, ossia il ridimensionamento degli ordini 1 e soprattutto quello delle attese di produzione 2, che a testimonianza del diffuso peggioramento delle prospettive di crescita del nostro Paese e in coerenza con questo, hanno registrato il valore più basso degli ultimi quattro anni, nemmeno sfiorato durate il periodo di crisi. Le scorte di magazzino 3, viceversa, sono risultate in lieve flessione e comunque in linea con i livelli normali del periodo. Sulla flessione degli ordini, invece, hanno sostanzialmente inciso le commesse nazionali e lievemente quelle provenienti dall Area Euro, mentre il livello degli altri ordini esteri ha registrato una buona tenuta, grazie al cambio euro/dollaro favorevole per l export italiano. 1 Agli operatori è stato chiesto se il livello degli ordini nel quarto trimestre è stato superiore, normale o inferiore alla media del periodo. La differenza tra le percentuali di risposte superiore e inferiore fornisce il valore del saldo. 2 Agli operatori è stato chiesto se il volume della produzione nel prossimo trimestre aumenterà, rimarrà stabile o diminuirà. La differenza tra la previsione di volumi in aumento e in diminuzione fornisce il valore del saldo. 3 Agli operatori è stato chiesto se il livello delle scorte di magazzino nel quarto trimestre è stato superiore, normale o inferiore alla media del periodo. La differenza tra le percentuali di risposte superiore e inferiore fornisce il valore del saldo. Tab ICF Ismea dell industria alimentare e sue componenti ICF saldi ordini scorte attese produz. IV trim '10 5,5 6,7-2,0 7,6 I trim '11 2,6-8,5 3,9 20,1 II trim '11 3,3-5,6 2,6 18,0 III trim '11 2,6-6,0 0,9 14,6 IV trim '11-7,4-7,7-1,6-16,2 Inoltre, in base alle altre opinioni espresse dagli operatori nel corso dell indagine, è emerso che una quota sempre più corposa di imprese giudica in peggioramento l andamento dell economia nazionale e si attende un ulteriore peggioramento della stessa nei primi mesi del Lo scenario dell industria alimentare nazionale sin qui descritto a partire dai risultati dell indagine Panel di Ismea, risulta perfettamente allineato a quello tracciato dai dati emersi nel corso della rilevazione di dicembre dell indagine trimestrale campionaria Banca d Italia-Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita delle imprese dell industria e dei servizi 4 : dai risultati di questa indagine risalta l accresciuta quota di imprese che percepisce un aggravamento delle condizioni del Paese nell ultimo trimestre del 2011 rispetto ai tre mesi appena precedenti (il 76% del campione, contro il 63% dello scorso trimestre) e l ulteriore incremento delle imprese che si attende un peggioramento delle condizioni economiche operative nei prossimi tre mesi (al 50% dal 38% del terzo trimestre del 2011%), annoverando tra i principali fattori che influenzeranno tali condizioni l incremento dei prezzi delle materie prime, le variazioni del costo del lavoro e l inasprimento delle condizioni di accesso al credito. Dall analisi poi delle serie delle tre componenti dell indice Ismea, risulta che gli ordini, dopo la ripresa successiva alla crisi, durante tutto il 2011 si sono attestate su un livello non appieno soddisfacente per le imprese; le scorte, senza oscillazioni significative, si sono sempre attestate su un livello pressoché stazionario e normale per il periodo; le attese di produzione, infine, caratterizzate da fattori di tipo stagionale riscontrabili nella flessione del dato del quarto trimestre dell anno e relativo alla produzione attesa per i primi tre mesi dell anno successivo, nell ultimo trimestre del 2011 hanno registrato il valore più basso della serie osservata. 4 L indagine coinvolge circa 500 imprese del settore industriale e dei servizi con almeno 50 addetti. 5

6 Fig 2.2 Componenti dell indice del clima di fiducia (saldo delle percentuali di risposta) In riferimento ai singoli segmenti del Panel Ismea 5, l indice di clima, in questo quarto trimestre dell anno, ha registrato andamenti congiunturali abbastanza diversi: incerto o negativo in diversi casi; positivo in pochi altri. Tab ICF Ismea dell industria alimentare e sue componenti, per segmento: IV trimestre 2011 ICF saldi ordini scorte attese produz. riso 25,2 33,9-46,0-4,2 I lav. carni rosse 8,7 25,9-8,0-7,7 molitoria 5,1 33,8-3,3-21,8 acque, bev. analc. -0,6 39,6-1,3-42,6 mangimistica -3,7-19,4-1,9 6,3 vino -7,1-7,3 11,9-2,1 pasta -7,2-13,3-6,1-14,3 Totale -7,4-7,7-1,6-16,2 dolciaria -7,6-7,2 16,1 0,6 latt-casearia -7,7-18,4 2,3-2,4 pesce -8,1-19,1-9,8-15,0 prodotti da forno -8,2 14,4 0,1-38,9 I lav. carni bianche -9,6 10,1 5,7-33,2 elaborati carne -11,6-10,2-4,6-29,1 pane -15,7-10,0-20,8-57,9 ortofrutta -17,9-48,7 3,6-1,3 gelati -19,3-8,8 0,6-48,4 olio d'oliva -21,3-43,9-8,3-28,3 Così, in base al valore assunto dall indice di clima di fiducia e alla sua variazione congiunturale, ogni settore è stato collocato in uno dei quattro quadranti della mappa di posizionamento, dove: nel quadrante della congiuntura positiva, il valore dell indice è positivo e la variazione 5 Per approfondimenti sull articolazione del Panel dell industria alimentare Ismea si rimanda al paragrafo 4 assoluta congiunturale dell indice è anch essa positiva; nel quadrante della congiuntura in peggioramento, il valore dell indice è positivo ma la variazione assoluta congiunturale dell indice è negativa; nel quadrante della congiuntura negativa, il valore dell indice è negativo e la variazione assoluta congiunturale dell indice è anch essa negativa; nel quadrante della congiuntura in miglioramento, il valore dell indice è negativo ma la variazione assoluta congiunturale dell indice è positiva. L industria agroalimentare nel suo complesso si è posizionata nel quadrante della congiuntura negativa, dato che l indice di clima in questo caso ha assunto un valore inferiore allo zero (-7,4) e in flessione su base trimestrale. Ben dodici dei diciassette settori osservati si sono posizionati nello stesso quadrante; due in quello della congiuntura in miglioramento ; tre nel quadrante della congiuntura positiva ; nessuno nel quadrante della congiuntura in peggioramento. Fig 2.3 Mappa di posizionamento dei segmenti del Panel Ismea dell industria alimentare: IV trimestre 2011, Industria del riso, industria di prima lavorazione delle carni rosse e industria molitoria sono i tre settori del quadrante della congiuntura positiva. In particolare, quello del riso conferma il posizionamento dello scorso trimestre; mentre per gli altri due si è realizzato il passaggio dal 6

7 quadrante negativo a quello positivo. Le dinamiche del miglioramento in tutti e tre i casi vanno ravvisate nel deciso miglioramento del portafoglio ordini, mentre sul fronte delle attese produttive i giudizi sono risultati più prudenti e prevalentemente negativi, ossia in linea con quelli dell intero Panel. Fig 2.4 ICF dell industria alimentare segmenti con congiuntura positiva 1 (+8) (+11) (+6) settori osservati. Le flessioni congiunturali più significative hanno interessato le imprese dell industria del vino, delle acque naturali e delle bevande analcoliche, quelle dell industria dolciaria, dei prodotti da forno e degli elaborati a base di carne, che nel trimestre considerato hanno visto ridimensionare gli ordini e quindi peggiorare le proprie attese di produzione. Nel segmento della trasformazione ortofrutticola, poi, già in peggioramento dallo scorso trimestre, il peggioramento è stato causato dall ulteriore e pesante contrazione degli ordini. In tutti gli altri settori, d altronde, la dinamica è stata pressappoco analoga, caratterizzata, da un lato, da una più o meno rilevante riduzione congiunturale degli ordini e, dall altro, da un pessimismo diffuso che ha intaccato il livello delle attese produttive. Fig 2.6 ICF dell industria alimentare segmenti con congiuntura negativa 1 (-23) 1) in parentesi è riportata la variazione assoluta del IV trimestre 2011 vs III trimestre 2011 Per i due segmenti in miglioramento, quello dell industria mangimistica e del pesce, il risultato del trimestre è stato determinato dal simultaneo evolversi positivo di tutte le componenti che concorrono all indice di clima - che tuttavia rimangono ancora su valori non pienamente positivi fatta eccezione per le previsioni produttive delle imprese dedite alla lavorazione del pesce che, di converso, sono risultate ancora negative e in peggioramento. Fig 2.5 ICF dell industria alimentare segmenti in miglioramento 1 (+9) (+2) 1) in parentesi è riportata la variazione assoluta del IV trimestre 2011 vs III trimestre 2011 Nel quadrante della congiuntura negativa, si è invece collocata la stragrande maggioranza dei (-23) (-10) (-10) (-25) (-5) (-16) (-21) (-22) (-6) (-25) (-5) (-15) 1) in parentesi è riportata la variazione assoluta del IV trimestre 2011 vs III trimestre ICF per area L andamento congiunturale negativo dell ultimo trimestre dell anno si è esteso, a livello territoriale, a tutte le macro aree geografiche del territorio nazionale. Solo al Centro, dove l indice di clima era già abbastanza basso e negativo lo scorso trimestre, è stato pressappoco confermato il livello della fiducia dei tre mesi precedenti; mentre nelle altre aree, specie in quelle del Nord, sono stati registrati notevoli cedimenti su base trimestrale (di venti punti nell area di Nord Ovest e di dieci in quella di Nord Est). 7

8 Dall osservazione delle singole componenti dell indice per area geografica, in un contesto complessivamente negativo, risalta il livello positivo degli ordini registrato nelle regioni di Nord Ovest: su tale dato ha certamente inciso la geografia delle imprese che nell ultimo trimestre del 2011 hanno registrato un andamento congiunturale positivo, ossia quelle del riso e molitorie, per l appunto principalmente localizzate in questa zone del territorio nazionale. Fig 2.8 Mappa di posizionamento dei segmenti del Panel Ismea dell industria alimentare: 2011 vs 2010 Tab ICF Ismea dell industria alimentare e sue componenti, per area geografica: IV trimestre 2011 ICF saldi ordini scorte attese produz. Nord Ovest -9,1 18,2 1,4-44,2 Nord Est -3,8-13,3-4,3-2,3 Centro -10,1-29,2-0,5-1,7 Sud -8,7-15,5 1,0-9,5 Italia -7,4-7,7-1,6-16,2 Fig 2.7 Evoluzione del ICF Ismea dell industria alimentare per area geografica, 2.2. ICF nel 2011 Dalla considerazione poi del dato medio del 2011 e dal confronto col dato medio corrispondente del 2010 emerge un peggioramento della fiducia dell industria alimentare italiana nell ultimo anno, che porta l indice su un valore si positivo ma prossimo allo zero (Indice clima di fiducia 2011: +0,2; variazione assoluta sul 2010: -4,8 punti)., A livello settoriale è merso che nel corso del 2011 alcuni settori si sono contraddistinti per un livello della fiducia mediamente più elevato, precisamente il settore del vino, della pasta, degli elaborati a base di carne, dei gelati e del riso. Tra questi, tuttavia, solo le imprese dei gelati e del riso hanno registrato un miglioramento della fiducia rispetto al 2010, mentre negli altri tre settori si è avuto un lieve indebolimento del sentiment degli operatori. In complesso, sul livello positivo della fiducia di tutti questi settori ha giocato un ruolo importante nel corso dell anno la componente degli ordini, mentre le attese di produzione, fortemente influenzate dal dato diffusamente negativo dell ultimo trimestre dell anno, hanno registrato un peggioramento. Positivo, seppure su livelli più contenuti, anche l indice medio annuo dei settori di prima lavorazione delle carni rosse e bianche, delle trasformazione ortofrutticola, dell industria delle acque naturali e delle bevande analcoliche, dell industria molitoria: pure in questo raggruppamento vanno tuttavia distinte le imprese che in base all andamento dell anno hanno lievemente migliorato la loro fiducia rispetto all anno precedente ossia quelle delle carni bianche e delle bevande - e quelle che viceversa l hanno peggiorata ossia, quelle afferenti alla macellazione delle carni rosse, alla lavorazione ortofrutticola e all industria molitoria. In flessione e su livelli negativi, l indice della fiducia di tutti gli altri settori. Anche se ognuno dei settori sopra richiamati presenta delle caratteristiche strutturali e di mercato peculiari e differenti, la diffusa perdita di 8

9 fiducia riscontrata nel corso del 2011 rispetto al 2010, trova delle radici comuni nel difficile scenario economico nazionale, nel quale accanto ai problemi di risanamento pubblico hanno trovato ampio spazio le problematiche connesse al mercato del lavoro, l indebolimento della domanda nazionale e anche di quella estera soprattutto dell Area Euro. 3. Focus on: l andamento della commercializzazione delle imprese alimentari nel 2011 Nel mese di dicembre 2011, in occasione dell indagine congiunturale relativa all ultimo trimestre dell anno, le imprese del Panel Ismea sono state invitate a rispondere ad alcune domande sull andamento complessivo della commercializzazione nel corso dell intero La tematica è stata esplorata analizzando l andamento del fatturato e della posizione concorrenziale degli operatori rispetto a quella dei loro diretti concorrenti, sia sul mercato nazionale sia sul mercato estero. In particolare, l analisi del mercato estero si è basata sulla maggiore/minore propensione all export dei diversi segmenti produttivi, data dalla minore/maggiore percentuale di imprese che ha affermato di non vendere su quel mercato, distinguendo l area euro da quella dei Paesi extra area euro. I risultati del focus hanno evidenziato uno scenario ancora positivo ma in peggioramento rispetto al 2010: infatti, sia riguardo al fatturato sia riguardo alla posizione concorrenziale sono prevalsi i pareri positivi (di aumento/miglioramento rispetto allo scorso anno) su quelli negativi (di flessione/peggioramento rispetto allo scorso anno) determinando un saldo sì positivo ma più contenuto di quello elaborato lo scorso anno in occasione dell analisi corrispondente riferita al In riferimento poi ai diversi mercati di destinazione delle produzione dell industria alimentare nazionale, si evince una migliore tenuta dei Paesi Terzi extra Area Euro rispetto sia al territorio nazionale sia, soprattutto, ai Paesi esteri dell Area Euro. Tab Andamento della commercializzazione delle imprese dell Industria alimentare italiana (Saldi delle percentuali di risposta): dicembre 2011 * variazione assoluta Mercato nazionale Paesi Area Euro Paesi extra Area Euro 2011 fatturato 1,3 4,0 14,0 posizione concorrenziale 5,9 4,0 7,8 (2011 vs 2010)* fatturato -6,9-15,8-3,1 posizione concorrenziale -1,5-3,3 1,7 Rispetto al dato medio complessivo, nel dettaglio dell analisi settoriale emergono tuttavia scenari alquanto diversificati. A livello settoriale, infatti, e con segnato riferimento al mercato nazionale, si evincono dei risultati commerciali particolarmente positivi per l industria di prima lavorazione delle carni rosse, per quella molitoria e del riso. Buono anche il risultato dell industria di lavorazione del pesce e positivo, ma meno brillante, quello registrato dall industria delle bevande (vino, acque naturali e bevande analcoliche) e dei prodotti da forno. Tra luci ed ombre i risultati conseguiti dagli altri settori: il lattiero caseario, quello mangimistico e quello della prima lavorazione delle carni bianche hanno di fatto riportato un miglioramento in termini di fatturato a fronte del cedimento registrato sul fronte della posizione concorrenziale; di converso, nel caso dell industria degli elaborati a base di carne, dell industria della pasta, in quella dei gelati e dell olio d oliva ad una discreta tenuta della posizione concorrenziale è corrisposta una contrazione del fatturato. Male infine l industria del pane, la cui situazione commerciale è risultata in peggioramento sia in termini di fatturato sia di posizione concorrenziale 9

10 Tab Andamento del fatturato nel corso del 2011(saldi delle percentuali di risposta) Tab Posizione concorrenziale rispetto ai diretti concorrenti nel 2011 (saldi delle percentuali di risposta) Paesi Area Euro Paesi extra Area Euro Mercato nazionale I lav. carni rosse 47,4 10,8 3,9 I lav. carni bianche 45,7 36,0 6,9 elaborati di carne -1,9 1,2 1,8 pesce 24,9-12,8-0,5 ortofrutta -56,1-46,3 73,4 olio d'oliva -36,3-11,9-8,5 latt-casearia 12,5 5,4 7,6 gelati -11,3 5,0 6,3 molitoria 44,7 20,3 21,2 riso 41,9 40,8 48,3 mangimistica 37,0 4,3 3,2 pane -27,6-16,9 0,0 prod. da forno 1,2 55,8 59,2 dolciaria -63,8 3,4-18,6 pasta -7,3-2,0-2,7 vino 8,0 24,9 27,7 acque e bevande analc. 35,6 41,4 42,3 Totale 1,3 4,0 14,0 Paesi Area Euro Paesi extra Area Euro Mercato nazionale I lav. carni rosse 42,0 3,4 1,1 I lav. carni bianche -2,3 28,5-0,7 elaborati di carne 6,8 2,7 1,1 pesce 29,4 0,0 0,0 ortofrutta 4,7 6,2 64,9 olio d'oliva 1,5 0,9 0,9 latt-casearia -4,2 2,2 2,6 gelati 4,4-1,3 0,0 molitoria 36,9 21,2 21,2 riso 40,2 33,3 40,2 mangimistica -2,2 1,6 0,0 pane -6,1 0,0 0,0 prod. da forno 5,0 0,0 2,5 dolciaria -29,2-12,2-12,2 pasta 6,4 1,4-5,6 vino 12,3 19,5 20,0 acque e bevande analc. 1,2 0,7 0,7 Totale 5,9 4,0 7,8 Fig 3.1 Performance commerciali sul mercato nazionale nel 2011: mappa di posizionamento dei comparti dell industria agroalimentare italiana (saldi delle percentuali di risposta), In riferimento al mercato estero dell Area Euro, l industria molitoria e quella del riso si confermano quali settori che hanno conseguito la migliore performance commerciale nel 2011, accompagnati in questo caso anche dall industria del vino. Appena soddisfacente invece il risultato dell industria della pasta e quello dell industria degli elaborati a base di carne. Per l industria poi dei prodotti da forno, da una parte si è osservata la stazionarietà della posizione concorrenziale rispetto al 2010, dall altra si è invece avuto un miglioramento in termini di fatturato complessivo; mentre per l industria della trasformazione ortofrutticola è stata osservata una dinamica opposta, ossia a fronte di un lieve miglioramento sui competitor esteri si è avuta una diffusa flessione del fatturato estero dell Area Euro. Parzialmente diverso lo scenario competitivo sul mercato estero dei Paesi Terzi: in questo caso il migliore risultato commerciale è stato registrato dall industria di trasformazione ortofrutticola che nel corso del 2011 ha registrato un miglioramento, su base annua, in termini di fatturato e di posizione competitiva. Buono, seppure più contenuto, il risultato dell industria molitoria e del riso, e quindi quello dell industria dei prodotti da forno. I settori dell industria alimentare maggiormente export-oriented hanno così confermato anche nel 10

11 2011 la propria presenza e posizione sui mercati esteri, tra i quali sono apparsi complessivamente maggiormente premianti quelli esterni all Area Euro in ragione dell andamento del cambio Euro/Dollaro che si è rivelato favorevole per le esportazioni nazionali. Di converso, una lieve battuta d arresto è stata osservata sul mercato estero dell Area Euro, colpito specie nell ultimo periodo dell anno dal rallentamento dell economia di diversi Paesi membri. Interrogati, infine, gli operatori del Panel sul riscontro o meno di fattori che abbiano potuto in qualche modo ostacolare le vendite nel corso del 2011, il 43% di essi si espresso positivamente (524 casi su 1227). Tra questi, tuttavia, quasi i tre quarti non hanno saputo individuare in modo preciso i principali fattori di ostacolo, orientandosi quindi sulla modalità generica di risposta Altro. Molto probabilmente, il concorso di più fattori ha reso di fatto molte risposte imprecise. Al netto quindi di tali risposte, il fattore di ostacolo maggiormente indicato dai rispondenti è coinciso con il prezzo di vendita più elevato rispetto all anno precedente. Meno indicati invece gli altri fattori, quali la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati, i tempi di consegna più lunghi, la difficolta di assicurare servizi al trade e la qualità dei prodotti offerti inadeguata rispetto agli standard richiesti. 4. Glossario e metodologia L/IT/IDPagina/328 Area Mercati Responsabile: Francesca Carbonari Redazione a cura di: Giovanna Ferrari g.ferrari@ismea.it 11