Panel aziende agricole: la viticoltura da vino italiana e l OCM
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- Orsola Zanetti
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1 Industria e Distribuzione Monografiche Panel aziende agricole: la viticoltura da vino italiana e l OCM Settembre 2005 Introduzione Attraverso gli operatori vitivinicoli del Panel aziende agricole di Ismea è stata condotta un indagine sull andamento economico di questo settore dell agricoltura italiana, nonché sugli impatti da esso registrati a seguito sia della revisione della disciplina comunitaria sia dell ampliamento dell UE. Il field di lavoro è coinciso con i mesi di aprile-maggio In particolare, l indagine è stata strutturata nelle tre seguenti sezioni: 1) Andamento del settore vitivinicolo italiano nel triennio , 2) Effetti della nuova Ocm vino a cinque campagne dalla sua entrata in vigore, 3) Ampliamento Ue: ripercussioni e cause delle stesse.. Profilo del Panel Il campione utilizzato per l indagine, estrapolato dal Panel aziende agricole ISMEA, risulta composto da 201 aziende vitivinicole italiane, ripartite in 5 macro aree (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole) (per maggiori approfondimenti sul profilo del Panel si rimanda alla Nota Metodologica). In particolare, la ripartizione territoriale vede una maggioranza delle aziende localizzate nel Nord Est (oltre il 40%) e nel Centro (27%), mentre il Nord Ovest, il Sud e le Isole contribuiscono rispettivamente per il 12%, l 11% ed il 10% sul totale (grafico 1). Grafico 1 Ripartizione territoriale del Panel Sud 12,4% Isole 10,0% Nord Ovest 10,5% Centro 26,9% Nord Est 40,3% 1
2 Andamento del settore vitivinicolo nel triennio La sezione dell indagine relativa all andamento del settore vitivinicolo italiano nel triennio , si è basata su una serie di domande qualitative relative all andamento: della produzione aziendale (opzioni di risposta: rimasta invariata, aumentata, diminuita, non so/ n.r.), dei ricavi (opzioni di risposta: rimasti invariati, aumentati, diminuiti, non so/ n.r.), dei costi (opzioni di risposta: rimasti invariati, aumentati, diminuiti, non so/ n.r.), e della redditività del settore d appartenenza (opzioni di risposta: più redditizio, meno redditizio, ugualmente redditizio, non so/ n.r.). Andamento della produzione aziendale Con riferimento all andamento della produzione aziendale negli ultimi tre anni ( ), la situazione è risultata piuttosto stagnante, con il 57% degli operatori che ha dichiarato una sostanziale stabilità nell arco del periodo preso in considerazione. Per il 24% degli intervistati invece la produzione è risultata in aumento, mentre il rimanente 19% si è espresso in maniera negativa, denunciando una diminuzione della stessa. Il saldo netto delle percentuali di risposta (% delle risposte aumentata - % delle risposte diminuita rispetto al totale delle % di risposta aumentata, diminuita, invariata, escluse le % di risposta non so e non risponde ) si è così attestato su un valore sì positivo, sebbene contenuto (5%) (tabella 1). Dall analisi territoriale emerge che sono perlopiù le imprese del meridione e quelle delle Isole a lamentare una diminuzione triennale della produzione, facendo registrare un saldo netto negativo rispettivamente di -36% e -5% Nel Centro e nel Nord Ovest si sono invece registrate le maggiori percentuali di risposte positive attestanti un aumento della produzione aziendale, per un saldo netto positivo pari al 20%nel primo caso e al 24% nel secondo. Buona, anche se più contenuta, la situazione nell area di Nord Est dove il saldo netto è risultato anch esso positivo (5%). Tab. 1 - Andamento della produzione aziendale per area : triennio (%) Area Invariata Aumentata Diminuita Non so, n.r. Saldo netto Nord Ovest 66,6 28,6 4,8 0,0 23,8 Nord Est 65,4 19,8 14,8 0,0 5,0 Centro 57,4 31,5 11,1 0,0 20,4 Sud 32,0 16,0 52,0 0,0-36,0 Isole 45,0 25,0 30,0 0,0-5,0 Totale 57,0 24,0 19,0 0,0 5,0 Andamento dei ricavi Relativamente all andamento dei ricavi negli ultimi tre anni ( ), il valore del saldo netto (-33%) evidenzia uno scenario negativo. In particolare, oltre la metà degli intervistati si è espressa per una flessione dei ricavi; quasi un terzo delle aziende interpellate ha invece dichiarato un livello stabile degli stessi; il 18% si è espresso a favore di un aumento; e solo circa l 1% non è stato in grado di esprimere un parere (tabella 2). Segnatamente, a livello territoriale, la situazione meno negativa si è profilata per le imprese delle Isole e del Nord Est (rispettivamente, -20% e -22% il 2
3 saldo), e quindi per quelle del Centro e del Nord Est (-35% il saldo nel primo caso, -38% nel secondo). Tra gli operatori delle regioni meridionali - dove è stato registrato il saldo negativo più elevato (-72%) -, ben il 76% ha dichiarato una diminuzione dei ricavi. Tab. 2 - Andamento dei ricavi aziendali per area : triennio (%) Area Invariati Aumentati Diminuiti Non so, n.r. Saldo netto Nord Ovest 42,9 9,5 47,6 0,0-38,1 Nord Est 38,3 19,8 41,9 0,0-22,1 Centro 20,4 20,4 53,6 5,6-35,2 Sud 20,0 4,0 76,0 0,0-72,0 Isole 20,0 30,0 50,0 0,0-20,0 Totale 30,0 18,0 51,0 1,0-33,3 Andamento dei costi L andamento dei costi, nel triennio di riferimento, risulta complessivamente in aumento. Il saldo del 78% scaturisce da un 81% di pareri attestanti l aumento, da un 12% di risposte confermanti la stabilità, da un 5% di dichiarazioni di diminuzione e da un 1% di rispondenti che non hanno saputo esprimersi al riguardo (risposte Non so e Non risponde ) (tabella 3). A livello territoriale, l andamento al rialzo dei costi appare più evidente al Nord (saldo: Nord Ovest 81%; Nord Est 88%), dove per nessuno degli operatori è stata registrata una flessione degli stessi. Tale fenomeno appare invece più mitigato nelle Isole e al Sud (45% e 67% i rispettivi saldi) dove è risultata relativamente più diffusa l attestazione del calo dei costi (25% la quota delle risposte costi in diminuzione nelle Isole, 12% al Sud). Tab. 3 - Andamento costi di produzione aziendali per area : triennio (%) Area Invariati Aumentati Diminuiti Non so, n.r. Saldo netto Nord Ovest 19,0 81,0 0,0 0,0 81,0 Nord Est 12,3 87,7 0,0 0,0 87,7 Centro 13,0 77,7 5,6 3,7 74,9 Sud 8,0 76,0 12,0 4,0 66,7 Isole 5,0 70,0 25,0 0,0 45,0 Totale 12,0 81,0 5,0 1,0 77,6 Andamento della redditività Anche il saldo delle risposte sull andamento della redditività nel periodo ha evidenziato un contesto difficile e peggiorativo rispetto al passato: pari a -47%, deriva da un 58% di risposte negative - attestanti la flessione della redditività -, da un 13% di risposte positive e da un 24% di pareri di stazionarietà. La percentuale di non risposte, in questo caso, si è attesta al 5% (tabella 4). Disaggregando, poi, le risposte per area, sempre sulla base del saldo netto delle risposte, emerge che le regioni che hanno accusato maggiormente una flessione della redditività risultano essere quelle del Sud (- 74%), quelle della zona centrale (-65%) e le Isole (-65%). Decisamente meno negativo l andamento registrato al Nord (Nord Ovest: -24%; Nord Est: - 27%). In particolare, dalle singole grandezze componenti il saldo emerge che nel Centro-Sud del Paese sono risultati particolarmente diffusi i pareri degli operatori che confermano una flessione del reddito, pareri che perdono di 3
4 importanza al Nord dove, invece, diventano più significative le quote di risposte attestanti la stabilità reddituale. Tab. 4 - Andamento della redditività per area : triennio (%) Area Più redditizio Meno redditizio Ugualmente redditizio Non so, n.r. Saldo netto Nord Ovest 14,3 38,1 47,6 0,0-23,8 Nord Est 19,8 45,6 30,9 3,7-26,8 Centro 5,6 64,7 20,4 9,3-65,2 Sud 8,0 76,0 8,0 8,0-73,9 Isole 15,0 80,0 5,0 0,0-65,0 Totale 13,0 57,0 24,0 5,0-46,8 Andamento congiunto di ricavi, costi e redditività Da una considerazione congiunta dell andamento dei ricavi, dei costi e della redditività, e facendo assegnamento sul saldo delle percentuali di risposta, emerge che, nel triennio , le regioni più penalizzate dal trend negativo sono quelle meridionali, caratterizzate da un sostanziale aumento dei costi e da una contestuale flessione dei ricavi e quindi, della redditività. Sono andate meglio le regioni del Nord, che malgrado il forte incremento dei costi hanno subito una più moderata flessione dei ricavi e, conseguentemente, della redditività settoriale (tabella 5). Tab. 5 - Andamento dei ricavi, dei costi e della redditività del settore d'appartenenza per area : triennio Area Flessione dei ricavi Incremento dei costi Flessione della redditività settoriale Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Totale Legenda: in base ai saldi delle % di risposta di cui alle tabelle 2,3 e 4: corrisponde al range 0-20% corrisponde al range 20-40% corrisponde al range 40-60% corrisponde al range 60-80% corrisponde al range % Effetti della nuova Ocm vino a cinque campagne dalla sua entrata in vigore La nuova Ocm vitivinicola, entrata in vigore con il Reg. Ce n. 1493/99 ha modificato la struttura delle distillazioni e introdotto una serie di nuove disposizioni relative al potenziale produttivo, ovvero ai vigneti. Sul fronte delle distillazioni obbligatorie sono state confermate la distillazione dei sottoprodotti e quelle dei vini ottenuti da uve a duplice attitudine, mentre è scomparsa la distillazione obbligatoria dei vini, che già da diversi anni non veniva più attivata. Sono state invece radicalmente cambiate le distillazioni 4
5 facoltative, con l istituzione della distillazione di crisi, da attivare su richiesta dello Stato in casi eccezionali di turbativa di mercato, e la distillazione per la produzione di alcool ad uso alimentare. Sostanzialmente immutato il regime dell arricchimento e quello dello stoccaggio privato di lungo periodo, che insieme alle distillazioni rappresentano i cardini delle misure di mercato. Sul versante del potenziale produttivo, il divieto di impianto (se non a fronte di un diritto di reimpianto, nuovo impianto e impianto) è stato confermato, fino al Tuttavia si è provveduto a creare la riserva dei diritti di impianto, nella quale far confluire, tra l altro, i diritti di nuovo impianto, di reimpianto e di impianto non utilizzati entro i termini di validità, e che quindi sarebbero andati perduti. E stato messo inoltre a disposizione un plafond di diritti di nuovo impianto (per l Italia ), da destinare alla produzione di Vqprd (vini di qualità provenienti da regioni determinate) e Igt (Indicazione territoriale), ma eventualmente anche da impiegare per la regolarizzazione o da assegnare alla riserva. Alcune regioni hanno deciso di distribuirli direttamente e gratuitamente, altre invece hanno scelto di farli transitare attraverso la riserva e quindi di assegnarli a pagamento (tranne che nel caso di giovani viticoltori). L Ocm ha previsto anche la possibilità di regolarizzare i vigneti irregolarmente impiantati prima del 1 settembre 1998, con diverse modalità. Inoltre ha introdotto un regime di aiuti alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti realizzata attraverso la variazione della piattaforma ampelografica (anche mediante sovrainnesto), lo spostamento del vigneto o il reimpianto e il miglioramento delle tecniche di gestione del vigneto. Il contributo va a compensare il costo della ristrutturazione e riconversione e la perdita di entrate legata alla stessa. In particolare il contributo arriva a coprire fino al 50% dei costi (quota che nelle regioni dell obiettivo 1, in ritardo di sviluppo, diventa del 75%). Tenuto conto delle novità introdotte dalla riforma, in questa sezione dell indagine sono stati raccolti i pareri delle aziende del Panel sui seguenti temi di approfondimento: 1) valenza della nuova Ocm, 2) divieto di nuovi impianti fino al 2010, 3) adesione a misure della nuova Ocm, specificandone la tipologia. Giudizi degli operatori sulla valenza della nuova Ocm Dalle risposte è emerso che quasi un terzo degli intervistati ha dichiarato di non essere sufficientemente informato sulle nuove variazioni introdotte dalla nuova Ocm vino, ed un altro 7% non ha saputo o voluto rispondere. La mancanza di informazione è risultata particolarmente accentuata tra le aziende del Sud e quelle del Centro (rispettivamente il 40% e il 35% dei casi); nell ambito delle non risposte, poi, spicca la quota del 12% registrata nel Nord Est (tabella6). Hanno invece espresso un parere positivo ( buono / ottimo ) il 30% degli operatori, dato medio, questo, rispetto al quale i giudizi sulla bontà delle variazioni introdotte dalla nuova Ocm sono risultati particolarmente diffusi nelle Isole (50%) e nel Nord Est (30%). Va segnalato che nell ambito del 30% di giudizi positivi, le modifiche della nuova disciplina comunitaria sono state definite buone dal 27% degli operatori del Panel interpellato e ottime soltanto dal 3% degli stessi, e dall analisi territoriale risulta che i pareri di eccellenza sono esclusivamente concentrati nel Centro-Nord del Paese e non anche nel mezzogiorno. 5
6 Consistente anche la percentuale di quanti attribuiscono un effetto negativo ( scarso / pessimo ) alle novità introdotte (32%). Pure in questo caso, tali giudizi non risultano distribuiti uniformerete sul territorio nazionale, dato che sono stati espressi con maggiore ricorrenza dagli operatori del Nord Ovest (48%), meno diffusamente al Sud (20%). Più in dettaglio, al Nord e al Centro, sui giudizi negativi è prevalsa la componente delle risposte esprimenti insufficienza; mentre al Sud e nelle Isole, malgrado la più contenuta quota complessiva di pareri negativi, su questa hanno fortemente inciso i giudizi che considerano addirittura pessime le variazioni introdotte dalla recente normativa. Si fa presente che le aziende che hanno dichiarato di non essere abbastanza informate sulla nuova Ocm vino sono state escluse dal novero degli operatori interpellati, a seguire, sul divieto di nuovi impianti e sull eventuale adesione a misure specifiche previste dalla disciplina. Sono state, invece, nuovamente considerate nel Panel intervistato per l ultima sezione dell indagine, dedicata a raccogliere le opinioni degli operatori vitivinicoli sulle conseguenze che avrà l ampliamento UE sulla produzione agricola italiana. Tab. 6 - Giudizio sulle variazioni introdotte dalla nuova Ocm vino a cinque anni dall'entrata in vigore, per area Non sono Non Ottime Buone Scarse Pessime abbastanza Totale Area risponde informato Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende num % num % num % num % num % num % num % Nord Ovest 1 4,8 3 14, ,6 0 0,0 0 0,0 7 33, ,4 Nord Est 3 3, , ,5 4 4, , , ,3 Centro 2 3, , ,2 7 13,0 1 1, , ,9 Sud 0 0,0 5 20,0 3 12,0 6 24,0 1 4, , ,4 Isole 0 0, ,0 0 0,0 4 20,0 1 5,0 5 25, ,0 Totale 6 3, , , ,4 13 6, , ,0 Il divieto di nuovi impianti fino al 2010 Escluse, quindi, le aziende che hanno dichiarato di non conoscere abbastanza la nuova Ocm vino, gli altri operatori del Panel sono stati invitati ad esprimersi sul divieto introdotto dalla nuova disciplina comunitaria in base al quale ai viticoltori italiani è preclusa la possibilità di investire in nuovi impianti fino al 2010 (se non a fronte di un diritto di reimpianto, nuovo impianto e impianto). Le risposte, a tale proposito, sono risultate piuttosto contrastanti: per il 35% degli intervistati tale divieto dovrebbe essere interrotto prima di questa data, mentre per un altro 32%, di opinione opposta, il divieto dovrebbe essere mantenuto anche dopo il Tra le restanti aziende intervistate, poi, un 17% si è trovato d accordo con l interruzione del divieto nei termini prefissati e un 15% non ha risposto o non ha saputo esprimersi al riguardo (tabella 7). Territorialmente, tra le aziende del Nord Ovest e quelle del Sud è prevalsa l opinione di quanti reputano necessario interrompere il divieto prima della data prevista (rispettivamente il 79% ed il 73% dei casi). Nel Nord Est e nelle regioni centrali, la maggioranza dei pareri si è espressa per il mantenimento del divieto anche dopo la sua scadenza (il 42% ed il 37% dei casi). Mentre, nelle Isole, la quota più significativa di risposte (40%) non hanno espresso un giudizio al riguardo. 6
7 Tab. 7 - Giudizio sul divieto fino al 2010 di nuovi impianti per la vitivinicoltura italiana, per area Area Un divieto protratto troppo a lungo e da interrompere nel 2010 Un divieto da mantenere anche dopo il 2010 Un divieto da interrompere prima del 2010 Non so, n.r. Totale Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende num % num % num % num % num % Nord Ovest 1 7,1 2 14, ,6 0 0, ,1 Nord Est 13 21, , ,0 7 11, ,2 Centro 8 22, ,1 9 25,7 5 14, ,2 Sud 0 0,0 1 6, ,3 3 20, ,8 Isole 2 13,3 4 26,7 3 20,0 6 40, ,8 Totale 24 17, , , , ,0 Adesione a misure della nuova Ocm Risultano nettamente eterogenee anche le risposte riguardanti l adesione o meno alle misure previste per i vigneti dalla nuova Ocm. Complessivamente la metà degli operatori ha dichiarato di non aver aderito a nessuna delle misure previste, dato confermato maggiormente dalle aziende localizzate nelle regioni meridionali (67%) e nelle Isole (53%) e meno da quelle ubicate al Centro (40%). Quasi il 40% degli intervistati, invece, ha rivelato di aver aderito ad iniziative previste dalla normativa, scelta prevalsa in maggior misura tra le aziende delle regioni centrali (51%) e del Nord Ovest (50%) e meno tra gli operatori del Sud (20%). Contenuta, infine, la percentuale di risposte non so/non risponde che si attesta intorno al 10% del totale (tabella 8). Tab. 8 - Adesione alle misure previste per i vigneti dall'entrata in vigore dell'ocm vino, per area Si No Non so, n.r. Totale Area Aziende Aziende Aziende Aziende num % num % num % num % Nord Ovest 7 50,0 7 50,0 0 0, ,1 Nord Est 22 36, ,7 7 11, ,2 Centro 18 51, ,0 3 8, ,2 Sud 3 20, ,7 2 13, ,8 Isole 5 33,3 8 53,3 2 13, ,8 Totale 55 39, , , ,0 Agli operatori che hanno risposto positivamente circa l adesione alle misure previste per i vigneti dalla nuova Ocm vino, è stata quindi sottoposta una domanda a risposta multipla per conoscere nel dettaglio a quali misure specifiche hanno essi aderito. Dalle risposte è emerso che la misura più adottata è quella che prevede la ristrutturazione e riconversione dei vigneti (49%), seguita dalla misura che contempla la loro regolarizzazione (24%) e da quella che istituisce il prelievo gratuito di diritti di nuovo impianto (11%). Di minore importanza è risultata la scelta verso l acquisto del diritto d impianto dalla riserva regionale (7%), mentre un altro 9% di risposte non ha saputo specificare l interveto a cui si è ricorsi (tabella 9). 7
8 Ampliamento UE: ripercussioni e cause delle stesse Tab. 9 Scelte produttive ed organizzative per i vigneti in base alla nuova Ocm vino* Risposte num % Assegnazione gratuita di diritti di nuovo impianto 8 11,3 Acquisto del diritto d'impianto dalla riserva regionale 5 7,0 Regolarizzazione dei vigneti 17 23,9 Ristrutturazione e riconversione dei vigneti 35 49,3 Non so, n.r. 6 8,5 Totale ,0 *Domanda a risposta multipla Circa le ripercussioni dell ampliamento UE del 2004 sulla produzione agricola italiana, gli operatori del Panel, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono espressi negativamente: in particolare, il 58% degli intervistati le considera negative (34% dei casi) o molto negative (24%), contro soltanto il 6% di risposte positive (risposte molto positive : 2%; abbastanza positive :4%). Considerevole anche la quota di coloro che non hanno saputo rispondere al riguardo (30%) mentre limitata è quella delle aziende che non prevedono notevoli ripercussioni (5%) e (tabella 10). Dall analisi per area emerge che le aziende che temono maggiormente l ampliamento si trovano soprattutto nelle Isole (ripercussioni negative : 25%, molto negative : 40%) e al Sud (ripercussioni negative : 28%, molto negative : 36%). Gli operatori che non hanno risposto, invece, risultano particolarmente concentrati nel Nord Italia (Nord Ovest: 48%; Nord Est: 32%). Tab Ripercussioni dell ingresso dei nuovi paesi nella UE sulla produzione agricola italiana, per area Non ci saranno Molto Abbastanza Molto Non so, Negative ripercus- Totale Area positive positive negative n.r. sioni evidenti Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende Aziende num % num % num % num % num % num % num % Nord Ovest 0 0,0 2 9,5 6 28,6 3 14,3 0 0, , ,4 Nord Est 2 2,5 1 1, , ,0 5 6, , ,3 Centro 2 3,7 3 5, , ,2 6 11, , ,9 Sud 0 0,0 1 4,0 7 28,0 9 36,0 0 0,0 8 32, ,4 Isole 0 0,0 1 5,0 5 25,0 8 40,0 0 0,0 6 30, ,0 Totale 4 2,0 8 4, , ,4 11 5, , ,0 Agli operatori è stato infine chiesto di esplicitare le cause che, a loro avviso, stanno alla base delle ripercussioni che si avranno sulla produzione agricola italiana a seguito dell allargamento. Non tutti sono stati in grado di indicare in modo dettagliato la ragione per la quale temono/apprezzano l ampliamento. Invero, solo 122 aziende su 201 si sono espresse al riguardo, segnalando una rosa molto diversificata di motivazioni, dalle quali, a seconda dei casi, si delinea per la nostra agricoltura uno scenario negativo o positivo o, 8
9 addirittura, di neutralità. Così, tra coloro che attribuiscono all ampliamento UE un impatto negativo, è emerso che la motivazione maggiormente paventata è l esposizione ad una concorrenza aggressiva dei paesi entranti, i quali, producendo a prezzi più bassi di quelli italiani, riescono ad essere più competitivi. Seguono, tra le motivazioni indicate dagli operatori, il timore di una concorrenza impari - a causa della minore rigidità normativa e nei controlli in vigore tra i Paesi entranti rispetto al nostro -, la consapevolezza che i prodotti italiani sono caratterizzati da costi di produzione più elevati, nonché la paura che l Italia possa trarre degli svantaggi dal nuovo sistema di suddivisione dei contributi europei (tabella 11). Diversamente, tra i pareri positivi, le motivazioni di tale ottimismo vanno ravvisate nell opportunità di valorizzare maggiormente il prodotto italiano in ragione della sua qualità, nonché nell opportunità di accedere a nuovi mercati di sbocco. Infine, quanti sostengono che l allargamento non avrà alcun impatto sulla produzione agricola del nostro Paese, supportano tale opinione sottolineando la migliore qualità dei prodotti italiani. Tab Cause delle ripercussioni dell ingresso dei nuovi paesi nella UE sulla produzione agricola italiana Risposte num % Ripercussione negativa/molto negativa, per la concorrenza/competitività eccessiva/gli altri paesi producono a costi minori Ripercussione negativa/molto negativa, per le normative e i controlli meno rigidi degli altri paesi rispetto al nostro 70 57,4 12 9,8 Non ci saranno ripercussioni evidenti per la migliore qualità dei prodotti italiani 11 9,0 Ripercussione negativa/molto negativa, perché i prodotti italiani hanno costi di produzione più elevati Ripercussione positiva/molto positiva perché ci sarà una valorizzazione del prodotti italiano Ripercussione positiva/molto positiva perché si apriranno nuovi sbocchi di mercato Ripercussione negativa/molto negativa, perché l'italia risulterà molto svantaggiata nella suddivisione dei contributi europei 8 6,6 7 5,7 7 5,7 7 5,7 Totale ,0 *Domanda a risposta multipla Considerazioni conclusive Da una considerazione complessiva dei risultati emersi nel corso dell indagine, per la viticoltura italiana si profila il seguente scenario: 1) nel triennio , a fronte di una diffusa stazionarietà della produzione, si è avuta una flessione generalizzata della reddittività del settore, a causa dell incremento dei costi di produzione e della contestuale flessione dei ricavi. Rispetto alla performance complessiva nazionale, l andamento negativo della redditività si è rivelato più accentuato al Sud e nelle Isole, dove, peraltro, anche la produzione ha 9
10 seguito un trend sfavorevole. Particolare, poi, la posizione delle aziende localizzate al Centro, per le quali, l andamento positivo della produzione non ha giovato a contrastare la forte flessione del reddito (grafico 2); 2) circa i contenuti e l efficacia della nuova Ocm vino, a cinque campagne dalla sua entrata in vigore, ben il 31% degli operatori non si considera sufficientemente informato e il 6% non ha saputo esprimere un parere al riguardo. Il resto delle aziende intervistate, a proposito delle variazioni introdotte dalla nuova disciplina, nel 48% dei casi si è espresso positivamente, nel 52% negativamente. Inoltre, va segnalato che tra coloro che hanno mostrato di essere informati sulla nuova Ocm, solo il 40% ha aderito alle misure previste per i vigneti. Tali indicazioni, decisamente eterogenee, non consentono di verificare se l introduzione della Ocm vino del 1999 abbia avuto degli effetti sull andamento economico del settore nel periodo , anche perché le misure considerate, relative al potenziale produttivo, hanno effetti posticipati sulla produzione (la piena produttività di un nuovo impianto si ha dopo tre anni dall impianto medesimo); 3) infine, sull ampliamento dell Unione Europea del 2004, sono prevalsi i pareri negativi (59%), giustificati nella stragrande maggioranza dei casi dal timore che i Paesi entranti, caratterizzati da un sistema produttivo fondato su costi produttivi decisamente più bassi di quelli italiani, possano costituire nell immediato futuro un difficile e forte concorrente della produzione agricola nazionale. Grafico 2 - Relazione tra andamento della produzione e della redditività nel triennio (saldo delle % di risposta) Andamento della redditività 0,0-10,0-20,0-30,0 Nord Est Nord Ovest -40,0-50,0 TOTALE -60,0-70,0 Isole Centro Sud -80,0-40,0-20,0 0,0 20,0 40,0 Andamento della produzione Ismea Direzione Mercati e Risk Management - Unità Operativa Osservatori e Panel Responsabile Unità: Franca Ciccarelli (+39) Redazione: Giovanna Maria Ferrari (+39) Valerio Torriero (+39)
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