Lezioni di Economia Politica
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- Miranda Oliva
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1 Università degli Studi ROMA TRE Facoltà di Giurisprudenza Lezioni di Economia Politica Produzione, reddito e occupazione Giovanni Nicola De Vito - Anno Accademico
2 Produzione e prodotto interno lordo (PIL) PIL di una nazione è il valore complessivo di tutti i beni e servizi finali prodotti dall intera collettività per il mercato in un dato periodo, all'interno dei confini nazionali valore complessivo: si somma il valore monetario a cui sono venduti i beni e i servizi prodotti, cioè i beni e i servizi che entrano nel PIL sono valutati ai prezzi di mercato (correnti), ovvero ai prezzi a cui vengono effettivamente venduti; di tutti i beni e servizi: meno quelli prodotti e venduti illegalmente; meno quelli prodotti e consumati all interno delle famiglie; finali: serve per non includere nel calcolo del PIL il valore dei beni intermedi, già inclusi nel bene finale, per evitare duplicazioni nel conteggio del PIL: la farina è un bene finale se venduta come farina; un bene intermedio se venduta al panettiere per fare il pane. In questo caso il valore della farina è incorporato nel valore del pane; prodotti in un dato periodo (es. 1 anno) il PIL misura il valore dei beni e servizi prodotti in un anno, non le transazioni di un anno; così le auto nuove che vengono vendute e acquistate fanno parte del PIL in quanto prodotte nell anno, mentre la compravendita di auto usate non è registrata nel PIL; all'interno dei confini nazionali: quindi ad es. nel PIL dell'italia c'è quanto prodotto dalle imprese straniere che operano in Italia, ma non quanto prodotto dalle imprese italiane operanti all'estero. 2
3 Ci sono tre modi per calcolare il PIL L'approccio della spesa al PIL L'approccio del valore aggiunto L'approccio dei pagamenti ai fattori produttivi 3
4 L approccio della spesa al PIL Il PIL si calcola con la seguente formula: PIL = C + I + G + NX Il prodotto viene diviso in quattro categorie: Beni e servizi di consumo privati (C) acquistati dalle famiglie Beni e servizi per investimenti privati (I) acquistati dalle imprese Beni e servizi del settore pubblico (G) acquistati dalla pubblica amministrazione Esportazioni nette (NX) acquistate/vendute dagli/agli stranieri 4
5 Composizione del PIL Spesa per il consumo Il consumo è la parte di PIL acquistata dalle famiglie in qualità di consumatori finali. Fanno parte della spesa per il consumo: i servizi (sanità, istruzione ecc) i beni non durevoli (sono beni che esauriscono la loro utilità al momento dell impiego, quali alimenti, materie prime, ecc..) i beni durevoli sono beni che soddisfano i bisogni del soggetto ripetutamente nel tempo (abiti, auto, elettrodomestici, ecc ). Non sono inclusi i beni usati, autoconsumo, ecc. 5
6 Composizione del PIL Spesa per gli investimenti privati Investimenti privati: incremento dello stock di capitale di una nazione durante l'anno Fanno parte della spesa per investimenti privati: Acquisti di impianti, attrezzature, software differenza rispetto ai beni intermedi: questi ultimi si esauriscono interamente nel processo produttivo Costruzione di edifici ad uso residenziale gli edifici, anche se acquistati e posseduti dalle famiglie, danno servizi nel tempo, quindi non sono conteggiati nei beni di consumo Scorte: beni prodotti ma non ancora venduti Esempio: in un anno si producono automobili per 100 miliardi, ma se ne vendono per 80 miliardi (spese per il consumo privato) 20 miliardi diventano scorte (investimenti privati, perché daranno un servizio quando saranno vendute, cioè nel futuro) 6
7 Composizione del PIL Spesa per gli investimenti privati, precisazioni Beni capitali: beni che forniscono servizi lungo un certo periodo di tempo: Macchinari, attrezzatura d'ufficio, edifici, ecc. Stock di capitale: somma del valore di tutti i beni capitali (di una nazione) Gli investimenti privati sono in realtà una approssimazione della variazione dello stock di capitale di una nazione Lo stock di capitale comprende anche gli investimenti del settore pubblico (aerei militari, strade, ecc.) Alcuni beni contabilizzati tra i beni di consumo, sono durevoli (come le automobili), quindi sono assimilabili allo stock di capitale Lo stock di capitale di una nazione dovrebbe comprendere anche il capitale umano L'investimento privato non comprende l'ammortamento del capitale, cioè la quota di capitale usurato. 7
8 Composizione del PIL Spesa pubblica La spesa pubblica è costituita dall'insieme di risorse impiegate dalla pubblica amministrazione per il conseguimento dei suoi obiettivi ed è quindi lo strumento fondamentale per l'attuazione di qualsiasi attività del settore pubblico. Fanno parte della spesa pubblica: Investimenti del settore pubblico: beni durevoli acquistati dalla PA Consumo pubblico: spesa per beni e servizi che si esauriscono durante l'anno (materiali di cancelleria, benzina per i mezzi pubblici, stipendi dei dipendenti pubblici, ecc.) Nel 2009 la spesa pubblica ha rappresentato il 22% del PIL italiano. 8
9 Composizione del PIL Esportazioni nette Esportazioni nette = esportazioni importazioni Nel computo del PIL Si aggiungono le esportazioni: sono beni e servizi nazionali acquistati da stranieri Si sottraggono le importazioni: nel computo dei beni e servizi acquistati da famiglie, imprese e PA, abbiamo incluso anche quelli acquistati dall'estero. quindi dobbiamo sottrarre le importazioni, perché le abbiamo già conteggiate in C, I e G. 9
10 Composizione del PIL italiano Fonte: Istat C I G NX=X-M 10
11 L'approccio del valore aggiunto E la somma dei valori della produzione di ciascuna impresa meno il valore dei beni intermedi utilizzati per arrivare a quelli finali, ovvero ricavi della vendita meno i costi di produzione E' possibile calcolare il PIL come somma del valore aggiunto di tutte le imprese del sistema economico. Il valore aggiunto della Pubblica amministrazione consiste per convenzione - nel valore dei servizi finali (al netto cioè dei valori dei beni intermedi) forniti alle imprese e alle famiglie, compreso il valore degli stipendi pagati ai dipendenti. 11
12 L'approccio dei pagamenti ai fattori produttivi Nel processo produttivo, l'impresa acquista beni intermedi, e utilizza fattori produttivi (lavoro, terra, ecc.) Dopo avere sottratto da i ricavi il costo dei beni intermedi, quello che rimane è il valore aggiunto Il valore aggiunto viene distribuito sotto forma di pagamenti ai fattori produttivi: Interessi: a chi ha prestato fondi o capitale Rendita: ai proprietari della terra Salari: ai lavoratori Profitti: remunerazione della attività imprenditoriale Siccome il PIL può essere misurato in base al valore aggiunto, il PIL può essere anche espresso come somma di tutti i redditi generati nel sistema economico Il PIL è pari al reddito totale guadagnato nel sistema economico. 12
13 PIL Reale e Pil Nominale Il PIL è misurato in termini monetari, per cui se i prezzi cambiano nel tempo potrebbe essere difficile misurarne le variazioni Variabile nominale: variabile misurata nel tempo senza effettuare correzioni per il cambiamento del valore della moneta (non tiene cono dell inflazione) Variabile reale: variabile misurata nel tempo effettuando aggiustamenti per il cambiamento del valore della moneta Importanza del valore reale: da esso dipende il nostro benessere (si rimanda ai principi fondamentali per l economia) 13
14 L utilizzo del PIL come indicatore di benessere (tenore di vita di una nazione) Come abbiamo visto, il tenore di vita di una nazione è misurato tipicamente dal PIL pro capite PIL pro capite = PIL totale / popolazione Per avere aumenti del PIL pro capite, il PIL totale deve aumentare più velocemente della popolazione L'aumento del PIL reale in relazione alla crescita della popolazione è importante in relazione alla crescita di posti di lavoro necessari per mantenere occupata la popolazione. Inoltre: tipicamente ogni anno aumenta la produttività sia del lavoro che del capitale, cioè aumenta la quantità di prodotto che un lavoratore è in grado di produrre in una unità di tempo. Quindi per sostenere l occupazione (e non fare aumentare la disoccupazione), la crescita del PIL reale deve compensare non solo la crescita della popolazione, ma anche la crescita della produttività. 14
15 Problemi relativi al PIL E' difficile misurare adeguatamente cambiamenti qualitativi nelle componenti del PIL : es. lampadina alogena che ha una durata 100 volte maggiore rispetto ad una nomale lampadina. Teoricamente essa dovrebbe contare 100 volte la vecchia lampadina (in termini di variazioni del PIL), ma gli uffici statistici preposti alla raccolta dei dati non utilizzano nesuna distinzione nel computo. Non tiene conto della economia sommersa (produzione nascosta perché illegale droga, ecc.) per elusione fiscale. Il fatto di contabilizzare dei servizi che in passato, ad esempio, non passavano per il mercato, può fare aumentare il PIL senza che la produzione sia aumentata (es. la pulizia domestica fatta fare a pagamento ad una colf). In generale, questi aspetti possono rendere il PIL uno strumento non sempre adeguato a misurare l'andamento del sistema economico. 15
16 Occupazione e disoccupazione: di natura non sistemica Disoccupazione frizionale: riguarda chi sta cambiando impiego, sta entrando nel mercato del lavoro per la prima volta o sta rientrando dopo lungo tempo. E' un fenomeno di breve periodo Disoccupazione stagionale: dipende da fattori meteorologici o stagionali. E' un fenomeno di breve periodo Disoccupazione strutturale: dipende dalla mancata corrispondenza tra le qualifiche richieste dalle imprese e tra quelle possedute dai disoccupati. Può diventare fenomeno di lungo periodo. I tre tipi di disoccupazione visti finora hanno natura non sistemica, e difficilmente possono essere eliminati completamente Le politiche pubbliche possono però facilitarne o meno la riduzione. Ad es: politiche che favoriscono la riqualificazione della forza lavoro possono ridurre la disoccupazione strutturale. Eccessive regolamentazioni possono farla aumentare 16
17 Occupazione e disoccupazione: di natura ciclica Disoccupazione ciclica: in periodi di recessione la disoccupazione aumenta Il tasso di disoccupazione nei periodi di piena occupazione non è zero, perché può rimanere la disoccupazione frizionale, stagionale e strutturale Come si fa a misurare la disoccupazione ciclica? Tipicamente si elaborano stime di quella che potrebbe essere la disoccupazione frizionale, stagionale e strutturale, l'eventuale differenza è dovuta al ciclo. Quando la disoccupazione ciclica è pari a zero, si dice che l'economia si trova in piena occupazione. 17
18 I costi della disoccupazione Due tipi di costi Costi economici: costo opportunità per il mancato prodotto. Durante i periodi di disoccupazione ciclica, la nazione realizza una minore quantità di prodotto e quindi uno o più gruppi della società devono consumare meno prodotto Si dice che il sistema si allontana dal prodotto potenziale, ovvero da quel livello di produzione che un sistema economico potrebbe realizzare se operasse in condizioni di piena occupazione Costi non economici: la disoccupazione comporta dei costi che vanno oltre la perdita del prodotto. Costi in termini di salute, di danni psicologici; problemi sociali: violenza, alcolismo, ecc.; aumento della disuguaglianza (anche tra diversi gruppi etnici o tra diverse regioni) 18
19 Come si misura la disoccupazione La misurazione viene effettuata settimanalmente. Si considera occupato chi ha trascorso la maggior parte della settimana precedente svolgendo un lavoro retribuito. Forza lavoro: occupati + disoccupati Tasso di occupazione = Occupati /Forza lavoro Si considera disoccupato chi nella settimana precedente è stato temporaneamente privato del lavoro oppure ha cercato lavoro oppure è in attesa di iniziare a lavorare. Tasso di disoccupazione = disoccupati / forza Un adulto in età lavorativa (15-64 anni) che non appartiene a nessuna delle due categorie è considerato non appartenente alla forza lavoro. 19
20 Richiamo al mercato del lavoro in Italia La misurazione viene effettuata settimanalmente. Si considera occupato chi ha trascorso la maggior parte della settimana precedente svolgendo un lavoro retribuito. Forza lavoro: occupati + disoccupati Tasso di occupazione = Occupati /Forza lavoro Si considera disoccupato chi nella settimana precedente è stato temporaneamente privato del lavoro oppure ha cercato lavoro oppure è in attesa di iniziare a lavorare. Tasso di disoccupazione = disoccupati / forza Un adulto in età lavorativa (15-64 anni) che non appartiene a nessuna delle due categorie è considerato non appartenente alla forza lavoro. 20
21 Il mercato del lavoro in Italia: principali statistiche (gennaio 2010) Richiamo dalla lezione n.9 Fonte: Istat 21
22 Il mercato del lavoro in Italia: occupazione (gennaio 2010) Richiamo dalla lezione n.9 La crisi globale, tra gennaio 2009 e gennaio 2010, ha determinato una riduzione dell occupazione di oltre 300 mila unità Fonte: Istat 22
23 Il mercato del lavoro in Italia: tasso di disoccupazione (gennaio 2010) Richiamo dalla lezione n.9. che ha incrementato il tasso di disoccupazione dal 7,1% all 8,6% Siamo di fronte ad una situazione di disoccupazione ciclica Fonte: Istat 23
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