Comune di Viù REVISIONE DEL PRGC. Progetto Definitivo. Allegato: Verifica di Compatibilità Acustica. R_VCA_2_12_viù
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- Cinzia Pastore
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1 Regione Piemonte Provincia di Torino Comune di Viù REVISIONE DEL PRGC Progetto Definitivo Allegato: R_VCA_2_12_viù dicembre 2012
2 Progettazione: Dott. Riccardo Giovinetto Dott. Stefano Roletti Rural Site via Carlo Alberto, San Giorgio Canavese (Torino) - Italy tel envia@libero.it Collaborazione: Dott.ssa Francesca Gazzani R_VCA_2_12_viù
3 1. ANALISI DI COMPATIBILITÀ ACUSTICA 1.1 Premessa Il Piano di Classificazione Acustica Comunale di Viù (P.C.A.) è stato approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.17 del 28/07/2006. Tale scenario di classificazione acustica è quello da considerasi di riferimento per l elaborazione della del Progetto Definitivo della Revisione del PRGC del Comune di Viù. La verifica di compatibilità acustica delle previsioni urbanistiche-edilizie della Revisione del PRGC del Comune di Viù rispetto al P.C.A. è stata effettuata ai sensi dell art. 4 comma 1 lettera a) della Legge 26/10/1995, n. 447 Legge quadro sull inquinamento acustico, dell art. 5 comma 4 e art. 6 comma 3 della L.R. 20/10/2000, n. 52 Disposizioni per la tutela dell ambiente in materia di inquinamento acustico e seguendo le specifiche indicazioni regionali. 1.2 Metodologia operativa Il principio cardine in base al quale viene effettuata la verifica di compatibilità acustica consiste essenzialmente nel divieto di inserire, attraverso le previsioni urbanistiche-edilizie della Revisione del PRGC del Comune di Viù, nuovi accostamenti critici acustici (accostamenti di aree dello scenario di classificazione acustica i cui valori di qualità differiscono in misura superiore a 5 db(a)) rispetto a quelli esistenti all interno dello scenario delineato dal P.C.A. Il divieto di creare accostamenti critici è previsto dalle disposizioni di cui all art. 6, comma 3 della L.R. 52/00 che, ad eccezione dei casi in cui esistano evidenti discontinuità morfologiche che giustifichino la deroga dal punto di vista acustico, vieta di assegnare ad aree contigue limiti di esposizione al rumore che si discostino in misura superiore a cinque decibel (pari ad un salto di classe acustica). Tale divieto viene derogato qualora, nelle zone già urbanizzate, non sia possibile rispettare tale vincolo a causa di preesistenti destinazioni d'uso. La deroga prevista all interno della L.R. 52/00 è però applicabile unicamente in sede di prima stesura del P.C.A.; infatti la D.G.R. 6 agosto 2001, n Criteri per la classificazione acustica del territorio (prevista dall art. 3, comma 3, lett. a) della L.R. 52/00), delinea tra i principi generali per l elaborazione dei Piani il seguente: La facoltà di accostare zone appartenenti a classi non contigue, è ammessa unicamente in sede di prima classificazione acustica (...), fermo restando l eventuale conferma degli accostamenti critici evidenziati nella prima classificazione in caso di successive modifiche o revisioni della stessa. Sulla base di tali elementi la verifica di compatibilità viene effettuata secondo la seguente metodologia operativa: analisi delle previsioni della Revisione del PRGC del Comune di Viù ed elaborazione della bozza di Classificazione Acustica (Classificazione acustica da Fase I); elaborazione della Ipotesi di Variazione introdotta al P.C.A. attraverso le previsioni della Revisione del PRGC del Comune di Viù; confronto della Ipotesi di Variazione del P.C.A. attraverso l inserimento delle previsioni della Revisione del PRGC del Comune di Viù (Fase IV) rispetto al P.C.A. e verifica di compatibilità acustica (). 3
4 Allegati della presente relazione sono le presenti tavole (si veda l Appendice A): Classificazione Acustica da P.R.G.C. vigente (Piano di Classificazione Acustica) -Fase IV Classificazione Acustica da Progetto Definitivo della Revisione del PRGC di Viù - Fase IV 1.3 Contenuti della Revisione del PRGC del Comune di Viù La Revisione del PRGC del Comune di Viù è orientata principalmente alla riqualificazione complessiva dei tessuti urbani, sia nel capoluogo che nelle borgate (attraverso recuperi del patrimonio edilizio esistente e completamenti di aree libere interstiziali), all incremento di aree e attrezzature pubbliche, al rilancio del comparto turistico (con sanamento di alcuni episodi di degrado paesaggistico), alla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale ed ecologico e alla protezione degli elementi antropici dai rischi di matrice geologica. Nello specifico le finalità poste a fondamento della Revisione del PRG del Comune di Viù sono le seguenti: riqualificare i nuclei storici del capoluogo e delle borgate, con particolare attenzione ai valori dell impianto storico e dei caratteri tipologici documentari (soprattutto delle facciate che concorrono a definire l identità degli spazi pubblici), sia attraverso la conservazione e il recupero degli edifici e dei luoghi che hanno mantenuto sostanzialmente integri i caratteri originari, e sia con interventi edilizi più radicali e sistematici su quelli che nel tempo hanno subito irreversibili alterazioni tipologiche e compositive; incentivare il riuso del patrimonio edilizio, definendo tipi d intervento e destinazioni d uso compatibili con le caratteristiche degli edifici esistenti e del contesto in cui sono ubicati, anche attraverso l elaborazione di contenuti progettuali e normativi particolareggiati, riferiti a specifiche situazioni; contrastare il progressivo spopolamento delle borgate e delle case sparse nel territorio extraurbano, sia per riattivare la funzione di presidio ambientale esercitata da tali insediamenti, sia per conservarne il patrimonio edilizio attraverso il recupero degli abitati di antica formazione e la riqualificazione ambientale di quelli più recenti, ove non coerenti con il contesto; sostenere la coesione intergenerazionale e la permanenza dei nuovi nuclei familiari accanto a quelli di origine, consentendo la realizzazione di ulteriori unità abitative all interno degli ambiti insediativi esistenti, ove possibile in relazione alla presenza di lotti liberi interstiziali o in caso di densità edilizie non completamente utilizzate, anche al fine di contenere il consumo del suolo extraurbano; prevedere nuove opportunità insediative per la residenzialità stanziale e turistica, privilegiando le localizzazioni interne e limitrofe agli abitati esistenti in prossimità del capoluogo, anche al fine di compattare gli ambiti costruiti, adeguando le dotazioni di viabilità e parcheggi pubblici da realizzarsi contestualmente agli interventi edificatori; sostenere e rilanciare l economia turistica invernale ed estiva attraverso il potenziamento e la realizzazione di aree ricreative attrezzate e la promozione di attività ricettive, con particolare riguardo all ampliamento e adeguamento funzionale del complesso ricettivo all aperto esistente presso il capoluogo; agevolare la realizzazione di attrezzature pubbliche e aree per servizi di particolare rilevanza assegnando loro una potenzialità edificatoria trasferibile attraverso meccanismi perequativi di facile applicazione; garantire la protezione degli insediamenti antropici dal rischio geologico, definendo elevati standard di sicurezza per gli interventi edilizi in aree soggette a potenziali dissesti e prescrizioni operative per ottimizzare il rapporto opera suolo; perseguire un elevato livello di qualità ambientale per qualsiasi opera edilizia o di trasformazione 4
5 del suolo, e specialmente per gli interventi eseguiti nei centri storici (del capoluogo e delle borgate), negli ambiti sottoposti a conservazione o riqualificazione, nel territorio agricolo e montano; salvaguardare la funzionalità della rete ecologica preservando l integrità del sistema del verde, riducendo le previsioni di consumo del suolo contemplate dal previgente PRG e definendo criteri di operatività edilizia congruenti con il mantenimento o il ripristino delle connessioni naturali; tutelare e valorizzare le emergenze paesaggistiche e storico-culturali del territorio, sia con l inibizione di interventi che possano alterarne l immagine o sminuire la valenza identitaria, sia attraverso la promozione di opportunità fruitive sostenibili; riqualificare il sito del complesso turistico incompiuto e abbandonato detto Alpe Bianca, eliminando le strutture impiantistiche ed edilizie esistenti, o riducendole a dimensioni sostenibili, anche con ricorso a iniziative di perequazione territoriale da concertare con i comuni limitrofi. 5
6 1.3.1 Classificazione Acustica da Fase I La determinazione della Ipotesi di Variazione del P.C.A. (Fase I) avviene analizzando le definizioni delle diverse destinazioni d uso del suolo previste dalla Revisione del PRGC del Comune di Viù al fine di individuare una connessione diretta con le definizioni delle classi acustiche del D.P.C.M. 14/11/1997. In Tabella 1.1. si riporta la classificazione acustica da Fase I delle aree normative: Area Centro storico (CS) Centri storici minori (CM) Nuclei di fondovalle di antica formazione (NF) Descrizione dell area e destinazioni d uso ammesse Ambito centrale e di più antica formazione del paese (classificato in due sue parti come di interesse storico-architettonico ai sensi dell art. 24 L.R. 56/77), con il circostante tessuto urbanistico discontinuo attestato in gran parte lungo l asse della viabilità principale, privo di emergenze di interesse storico-artistico o documentario, ma sostanzialmente integro sotto il profilo tipologicoarchitettonico. residenziale (r1, r4, r5) commerciale (c1, c2) turistico-ricettiva (t1, t2) direzionale (d) socio-assistenziale (h1) servizio pubblico (s, f) Abitati di antica formazione, costituenti la struttura originaria dei numerosi borghi frazionali sparsi sulla pendice montana o collocati lungo le principali direttrici viarie del fondovalle, caratterizzati da numerosi edifici di tipologia costruttiva tradizionale che, assieme ad alcune emergenze o peculiarità di interesse storico-documentario, rivestono carattere di testimonianza da conservare. residenziale (r1, r4, r5) commerciale (c1, c2) turistico-ricettiva (t1, t2) direzionale (d) socio-assistenziale, ospedaliera (h) agricola (a1, a3, a4, a7, a8) servizio pubblico (s, f) Centri insediativi di antica formazione, situati nell area di fondovalle, diffusamente alterati da improprie ristrutturazioni e da nuove edificazioni periferiche ai nuclei originari, che hanno reso spesso difficilmente leggibile sia l identità tipologico-formale dei fabbricati, sia l originario rapporto con il contesto ambientale. residenziale (r1, r4) commerciale (c1) turistico-ricettiva (t1, t2) direzionale (d) socio-assistenziale (h1) servizio pubblico (s f) Classe acustica I III I III I III 6
7 Area Nuclei alpini di antica formazione (NA) Aree residenziali di ristrutturazione (RR) Aree residenziali di pregio ambientale (RP) Aree residenziali di recente formazione (RE) Aree residenziali di completamento (RC) Descrizione dell area e destinazioni d uso ammesse Insediamenti di antica formazione di origine rurale montana, costituiti da piccoli borghi o gruppi di edifici, originariamente destinati ad abitazioni rurali e alle loro pertinenze per la conduzione agricola. residenziale (r1, r4) commerciale (c1) turistico-ricettiva (t1, t2) socio-assistenziale e ospedaliera (h1, h2) direzionale (d) servizio pubblico (s, f) Abitati di antica formazione ubicati in prossimità del capoluogo e frammisti a sviluppi insediativi recenti, caratterizzati dalla diffusa presenza di edifici residenziali di matrice rurale, spesso alterati da interventi di ristrutturazione e recupero non perfettamente conformi sotto il profilo tipologico. residenziale (r1, r4) commerciale (c1) turistico-ricettiva (t1, t2) direzionale (d) socio-assistenziale (h1) servizio pubblico (s f) Ville di pregio architettonico, risalenti in prevalenza alla seconda metà del secolo XIX e ai primi decenni del XX secolo, inserite in ambiti pertinenziali a parco di elevata qualità paesaggistica e ambientale, localizzate nei pressi del nucleo di più antica formazione del Capoluogo e al limitare di alcuni dei Centri Storici Minori individuati dal PRG. residenziale (r1, r4) turistico-ricettiva (t1, t2) socio-assistenziale e ospedaliera (h1, h2) direzionale (d) servizio pubblico (s, f) Aree prevalentemente edificate a destinazione residenziale, talora con residue possibilità di completamento, nelle quali coesistono gli insediamenti di debole impianto urbanistico di formazione meno recente e quelli realizzati con maggiori dotazioni infrastrutturali, in attuazione del PRG vigente. residenziale (r1, r4, r5) commerciale (c1, c2 secondo le compatibilità insediative definite dai criteri commerciali, c3) turistico-ricettiva (t1, t2, t3) direzionale (d) socio assistenziale (h1) servizio pubblico (s, f) Porzioni di territorio inedificate interstiziali o strettamente attigue al tessuto edilizio esistente, già urbanizzate o comunque agevolmente allacciabili alle OO.UU., la cui utilizzazione edificatoria non comporta alcun costo di soglia o, in alcuni casi, consente la contestuale realizzazione di completamenti e adeguamenti infrastrutturali. residenziale (r1, r4, r5) commerciale (c1, c2 secondo le compatibilità insediative definite dai criteri commerciali, c3) turistico-ricettiva (t1, t2, t3) direzionale (d) socio assistenziale (h1) servizio pubblico (s, f) Classe acustica I III II III II III II III II III 7
8 Area Insediamenti artigianali esistenti (PE) Insediamenti artigianali in area impropria (PI) Aree a verde privato (VP) Aree verdi di pertinenza paesaggistica dell edificato (VA) Aree agricole di cornice ambientale (AA) Aree verdi di pertinenza fluviale (AF) Aree agricole normali (AN) Descrizione dell area e destinazioni d uso ammesse Aree a destinazione produttiva già previste dal Piano previgente e occupate da attività artigiana-li esistenti, variamente localizzate nei pressi del capoluogo, sia intercluse tra tessuti radi a pre-valente destinazione residenziale, sia, più spesso, in ambiti marginali agli stessi. Alcune di tali aree, nei limiti della compatibilità con le specifiche situazioni di rischio idraulico-geologico, pre-sentano ancora residue possibilità di completamento, per lo più a beneficio di eventuali esigen-ze di sviluppo delle attività esistenti produttiva (p) con esclusione di depositi di materiali potenzialmente inquinanti residenziale di custodia (r2) commerciale (c1, c2 secondo le compatibilità insediative definite dai criteri commerciali, c3) direzionale (d) servizio pubblico (s, f) Insediamenti artigianali di non recente edificazione, situati in ambiti territoriali ritenuti impropri perché isolati in territorio agricolo e penalizzati da criticità di natura geologica o idrogeologica. È consentito esclusivamente il mantenimento delle destinazioni in atto, con divieto di implementare nuove attività produttive che possano comportare un aumento del numero di addetti. Parti del territorio prevalentemente inedificate interne o strettamente limitrofe al tessuto urbano, connotate da caratteristiche di pertinenzialità con l edificato e dalle prevalenti destinazioni a giardino, orto, frutteto, prato, che le distinguono dalle aree agricole vere e proprie. residenziali (r4 limitatamente alle strutture pertinenziali di edifici esistenti) Zone di territorio limitrofe al centro abitato prevalentemente inedificate e quasi esclusivamente costituite da prati, costituenti la naturale cornice verde degli insediamenti urbani. Per le aree libere è ammessa unicamente la conduzione dei fondi agricoli privilegiando la coltura a prato. Per gli edifici esistenti sono confermate le destinazioni d uso in atto nel rispetto delle prescrizioni particolari. Porzioni di territorio agricolo comprese tra i tessuti edificati, le loro pertinenze verdi ed ambientali, e le aree di montagna o il corridoio ecologico della Stura; rivestono come le VA analoga funzione paesaggistica e di tutela ambientale, ma sono compatibili con l insediamento di nuove abitazioni rurali e di edifici produttivi per l agricoltura. Tutte quelle ammesse nelle aree AN. Sono costituite dagli ambiti territoriali di pertinenza del torrente Stura e di un tratto del torrente Viana, comprensivi dell alveo torrentizio, delle sue zone di divagazione idraulica e delle aree agricole contigue caratterizzate da omogeneità morfologica. agricola (limitatamente al mantenimento degli usi colturali in atto, ove presenti) servizio pubblico (s, f) Aree attualmente utilizzate ai fini agricoli, con i relativi insediamenti aziendali. agricola (a1, a2, a3, a4, a5, a6, a7, a8) residenziale rurale (r3) residenziale (r1, r4, r5) limitatamente a edifici a destinazione non agricola turistico-ricettiva (t1, t2) limitatamente a edifici a destinazione non agricola servizio pubblico (s, f) Non è ammesso l insediamento di allevamenti di tipo industriale. Classe acustica IV VI IV VI III III III III III 8
9 Area Edifici e insediamenti in territorio agricolo (RA) Aree sciistiche (SK) Complesso ricettivo all aperto (CR) Aree per servizi privati (SP) Aree per servizi pubblici (SP) Aree per attrezzature e impianti tecnologici (ST) Sedimi per viabilità pubblica Descrizione dell area e destinazioni d uso ammesse Insieme eterogeneo e diffuso di fabbricati isolati o aggregati in piccoli gruppi, ubicati per lo più in territorio extraurbano, più raramente in prossimità del centro abitato, ma comunque sempre in ambito rurale. residenziale (r1, r3, r4), commerciale (c1), turistico-ricettiva (t1, t2), socio-assistenziale e ospedaliera (h1); servizio pubblico (s f). Gli edifici ancora utilizzati per attività agricole sono disciplinati dalle prescrizioni dell art. 35. Aree individuate ai sensi della L.R. n.2/2009, destinate alla pratica non agonistica degli sport invernali e estivi da discesa e da fondo, comprendenti i tracciati delle piste, le infrastrutture e i servizi connessi, e i bacini idrici per l innevamento artificiale. residenziale (r1, r3, r4), commerciale (c1), turistico-ricettiva (t1, t2), ricreativa (l); servizio pubblico (s f). Gli edifici ancora utilizzati per attività agricole sono disciplinati dalle prescrizioni dell art. 35. Area già esistente destinata ad ospitare funzioni di ricettività all aperto, localizzata a sud-ovest del centro abitato del Capoluogo, in frazione Versino. residenziale (r2) commerciale (c1), nei limiti indicati alla sezione prescrizioni particolari turistico-ricettiva (t1, t2) ricreativa (l) Aree edificate in cui sono localizzate alcune strutture private di interesse sociale conferma delle destinazioni in atto Aree edificate o libere in cui sono localizzate o è prevista la localizzazione di attrezzature e servizi di interesse pubblico, classificabili ai sensi dell art. 21 della L.R. 56/77. Servizi pubblici, come individuati dalla cartografia di PRG: istruzione e attrezzature di interesse comune, spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport, parcheggio pubblico, attrezzature al servizio degli impianti produttivi. Aree occupate da strutture edilizie e impianti di interesse generale. conferma delle destinazioni in atto Aree destinate a infrastrutture stradali per viabilità veicolare e ciclo-pedonale esistenti o previste. viabilità e attrezzature connesse Tabella 1.1 Classificazione acustica da Fase I Classe acustica III III III??? - 9
10 Classe Residenziale (r) Produttiva (p) Commerciale (c) Turistico-ricettiva (t) Ricreativa (l) Socio-assistenziale, ospedaliera (h) Sottoclassi r1 gli usi abitativi propri e le attività compatibili, quali: attività artigianali di servizio alla persona e alle cose (sarti, parrucchieri, calzolai, fabbri, falegnami, elettricisti, tappezzieri, ecc) con superficie utile lorda fino a mq 250, purché non determinino esalazioni moleste o insalubri e il superamento dei livelli acustici di zona; attività commerciali al dettaglio e pubblici esercizi (nei limiti delle compatibilità insediative definite dai criteri comunali); uffici pubblici e privati, studi professionali, ambulatori medici, agenzie bancarie e assicurative con s.u.l. fino a mq 250; sedi di associazioni, attività culturali, ecc. con s.u.l. fino a mq 250; r2 residenza per vigilanza e custodia di aziende industriali, artigianali, terziarie; r3 residenza rurale; r4 annessi pertinenziali e accessori alla residenza (autorimesse, depositi, tettoie, attrezzature sportive, serre, orti e giardini); r5 residenza collettiva (convitti, comunità alloggio, soggiorni comunitari). p1 attività artigianali di servizio (cura non sanitaria della persona, manutenzione e riparazione, parrucchieri, calzolai, fabbri, falegnami, elettricisti, tappezzieri, riparazione autoveicoli, trasporto merci e persone, ecc) senza limiti dimensionali; p2 attività artigianali di produzione; p3 attività industriali; p4 attività di stoccaggio e lavorazione di beni poveri (rottamazione, deposito di materiali edili, ecc.) e lavorazione di materiali lapidei e del legno; p5 lavorazione e conservazione di prodotti agricoli (caseifici, macellazione e lavorazione carni, impianti di refrigerazione per prodotti agroalimentari); p6 impianti tecnologici per erogazione di energia elettrica, gas e telefono, ecc.; c1 esercizi commerciali al dettaglio con superficie di vendita fino a 150 mq (esercizi di vicinato), pubblici esercizi, attività di servizio alla persona; c2 esercizi commerciali al dettaglio con superficie di vendita maggiore di 150 mq (medie e grandi strutture, dimensionate secondo le compatibilità insediative definite dai criteri comunali); c3 attività commerciali all ingrosso. t1 tutte le attività turistico ricettive di superficie utile lorda fino a mq 250; t2 tutte le attività turistico ricettive di superficie utile lorda da mq 251 a mq 1000; t3 tutte le attività turistico ricettive di superficie utile lorda superiore a mq 1000; relativa alle attrezzature private per lo spettacolo, il divertimento, la cultura, lo sport e il tempo libero, con i servizi connessi. h1 tutte le attività socio-assistenziali di tipo residenziale, con esclusione della cura e della degenza ospedaliera (case di riposo, residenze assistite, comunità-alloggio); 10
11 Classe Direzionale (d) Agricola (a) Servizio pubblico (s) Servizio pubblico (f) Sottoclassi h2 tutte le attività sanitarie di tipo ospedaliero (cliniche, case di cura, presidi socio-sanitari, strutture mediche di livello anche superiore a quelle semplicemente ambulatoriali) relativa ad attività professionali, per il credito, l assicurazione, l istruzione, la formazione, la prestazione di servizi di concetto in uffici pubblici e privati non connessi ad attività comprese in altre destinazioni d uso, con i servizi connessi. a1 coltivazioni prative, cerealicole, ortofrutticole e relativi centri aziendali che comprendano la residenza rurale e le costruzioni di servizio con relativi ambiti pertinenziali (corte, aia, orto, frutteto, ecc.); a2 coltivazione dei boschi; a3 coltivazioni specializzate e sperimentazioni agrarie; a4 allevamenti zootecnici a carattere non intensivo; a5 allevamento, mantenimento e addestramento di cavalli; a6 allevamenti ittici; a7 attività agrituristiche; a8 conservazione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli aziendali; relativo alle attività e alle attrezzature collettive, a verde e parcheggi, di interesse pubblico a livello comunale, necessarie per assicurare gli standard urbanistici di cui all'art. 21 della L.R. 56/77 e s.m.i. relativo alle attività e alle attrezzature tecniche e di interesse generale o sovracomunale Tabella 3.2 Destinazioni d uso Classificazione Acustica da Fase II La seconda fase operativa (Fase II) si basa su un approfondita analisi territoriale diretta di tutte le aree cui non è stato possibile assegnare univocamente una classe acustica e può essere utile per evidenziare eventuali errori di classificazione compiuti nelle fasi precedenti. Per quanto riguarda le aree di nuovo impianto si è assegnata la massima classe acustica prevista per la specifica tipologia di area. 11
12 1.3.3 Classificazione Acustica da Fase III La Fase III del processo di zonizzazione acustica relativo alla Ipotesi di Variazione del P.C.A. riguarda l omogenizzazione di aree normative con superficie inferiore ai 12000m 2, al fine di evitare un piano eccessivamente parcellizzato. Il processo di omogenizzazione è stato effettuato secondo i principi stabiliti dalla D.G.R : nel caso vi sia un solo salto di classe tra i poligoni da omogenizzare e l area di uno di essi risulti maggiore o uguale al 70% dell area totale, si assegna a tutti i poligoni la classe corrispondente a quella del poligono predominante; nel caso in cui le aree da omogenizzare differiscano per più di un salto di classe o la più estesa di esse risulti avere una superficie inferiore al 70% dell unione dei poligoni potenzialmente omogenizzabili, la classe risultante deriverà dalla miscela delle caratteristiche insediative delle aree; nel caso in cui le aree contigue da omogenizzare differiscano per più di un salto di classe e quella di area più estesa ha una superficie maggiore del 95% dell unione dei poligoni potenzialmente omogenizzabili, sarà possibile suddividerla in due o più aree (ciascuna di superficie superiore a m 2 ) e procedere all omogenizzazione secondo quanto stabilito al punto precedente; le aree poste in Classe I non vengono mai modificate nella fase di omogenizzazione. Nel caso in cui l area di un poligono in Classe I risulti maggiore o uguale al 70% dell area unione dei poligoni da omogenizzare, poligono in Classe I compreso, tutti i poligoni vengono posti in Classe I, indipendentemente dal salto di classe tra i poligoni. In caso contrario non si procede all omogenizzazione; nel caso in cui l omogenizzazione coinvolga una Classe VI e una Classe V, l area risultante viene posta in Classe V. Se l area in Classe VI ha una superficie maggiore al 95% dell area totale, è possibile suddividerla in due aree (ciascuna di superficie superiore a m 2 ) e procedere all omogenizzazione in Classe V di una sola di esse; nel caso di poligoni di dimensioni ridotte (minore di m 2 ) inseriti in contesti territoriali di cui non sia possibile individuare l isolato di riferimento (ad es. grandi aree agricole), questi dovranno essere omogenizzati secondo i criteri seguenti: - se la superficie del poligono associato al contesto territoriale in cui non sia possibile individuare l isolato di riferimento risulta essere maggiore di m 2 (poligono da omogenizzare escluso) si procede alla suddivisione della stessa in due poligoni e alla successiva omogenizzazione di uno di essi con il poligono di dimensioni ridotte; i poligoni così risultanti devono in ogni caso avere dimensioni superiori a m 2 ; - se la superficie del poligono associato al contesto territoriale in cui non sia possibile individuare l isolato di riferimento risulta essere inferiore a m 2 si procederà alla sua omogenizzazione con il poligono di dimensioni ridotte secondo le procedure illustrate nei punti precedenti. 12
13 1.3.4 Classificazione Acustica da Fase IV Scopo della Fase IV è il rispetto del divieto di accostamento di aree i cui valori di qualità differiscono in maniera superiore a 5 db(a) ( accostamento critico ). Tale divieto è limitato alle aree che non siano urbanizzate o completamente urbanizzate al momento della redazione della Ipotesi di Variazione del P.C.A Verifica di compatibilità Il confronto tra la Ipotesi di Variazione del P.C.A. (Fase IV) rispetto al P.C.A. permette di osservare come le variazioni urbanistiche introdotte con il Progetto Definitivo della Revisione del PRGC del Comune di Viù producono in generale un miglioramento dello scenario di classificazione acustica dal punto di vista degli accostamenti critici acustici. Gli unici peggioramenti che si sono evidenziati non costituiscono di fatto accostamenti critici acustici determinati dalle nuove previsioni urbanistiche ma accostamenti critici acustici conseguenti a corrette riclassificazioni urbanistiche di insediamenti già esistenti. Si riportano nella tabella seguente i casi di peggioramento degli accostamenti critici acustici evidenziati. Caso Sorgente Ricettore Motivazione 1 ST7 (VI) PI 1 (III) Le dimensioni dell area PI 1 non consentono l inserimento delle 2 fasce cuscinetto necessarie per rimuovere l accostamento critico. Si tratta comunque di un accostamento critico nella sostanza già esistente in quanto l area PI 1 costituisce il corretto riconoscimento di un area artigianale già presente. 2 RE 42 (III) SS V11 (I) Le dimensioni dell area RE 42 non consentono l inserimento della fascia cuscinetto necessaria per rimuovere l accostamento critico. Si tratta comunque di un accostamento critico nella sostanza già esistente in quanto l area RE 42 costituisce il corretto riconoscimento di un area residenziale già presente. In Appendice B sono rappresentati graficamente i casi di peggioramento degli accostamenti critici acustici (individuazione aree acustiche in accostamento critico, situazione classificatoria Ante e Ex variante). 13
14 1.4 Prescrizioni Sotto il profilo acustico gli Strumenti Urbanistici Esecutivi, devono garantire: entro il perimetro dell'area oggetto di intervento, il rispetto dei valori limite di immissione e di emissione, relativi alla classificazione acustica conseguente alle destinazioni d'uso previste; nelle zone limitrofe, qualora queste siano interessate da rumori prodotti all'interno del perimetro del S.U.E., il rispetto dei valori limite di immissione e di emissione, ovvero l'esecuzione di provvedimenti, interventi ed opere, in grado di garantire un clima acustico conforme a detti limiti. Gli Strumenti Urbanistici Esecutivi devono essere progettati in modo da garantire una classificazione acustica compatibile con la zonizzazione delle aree limitrofe ai sensi dell art. 6 comma 3 della L.R. 52/2000. Gli Strumenti Urbanistici Esecutivi dovranno contenere tutti gli elementi utili per determinare le classi acustiche delle aree oggetto degli interventi, in funzione delle destinazioni d'uso specifiche. Agli Strumenti Urbanistici Esecutivi dovrà essere allegata la "Documentazione di Impatto Acustico" (D.I.A.) o la Documentazione di Valutazione di Clima Acustico (D.V.C.A.), in funzione della tipologia di S.U.E. Tale documentazione dovrà essere redatta considerando tutti gli elementi definiti dalla normativa vigente, nonché gli effetti indotti sul clima acustico esistente, lo stato di fatto e gli interventi previsti dalla pianificazione comunale e sovraordinata. La realizzazione degli eventuali interventi di protezione attiva e/o passiva per il contenimento della rumorosità ambientale entro i limiti suddetti è a carico dell attuatore degli Strumenti Urbanistici Esecutivi. Tali interventi devono essere progettati e realizzati contestualmente alle opere di urbanizzazione primaria. Nella definizione dell'assetto distributivo e planivolumetrico dei suddetti S.U.E. dovrà inoltre essere tenuta in particolare considerazione la rumorosità derivante da strade, già esistenti o di nuova costruzione, limitrofe o appartenenti al comparto in progetto. In particolare nella progettazione dei suddetti S.U.E. dovrà essere posta particolare cura: allo schema di distribuzione degli edifici e delle aree fruibili, atto a determinare qualitativamente i possibili effetti delle riflessioni e diffrazioni delle onde sonore che caratterizzano il contesto in cui verrà attuato lo strumento esecutivo; alle distanze dalle strade in grado di garantire lo standard di comfort acustico prescritto dai limiti di inquinamento acustico relativi al comparto; in subordine, ai fini del rispetto dei limiti di zona, potrà essere proposta la previsione di idonee strutture fonoisolanti e/o fonoassorbenti a protezione delle aree fruibili e degli edifici; alla distribuzione funzionale degli ambienti all interno dei singoli edifici, allocando nei siti maggiormente protetti i vani destinati alla tranquillità e al riposo. L assenza della D.I.A. o della D.V.C.A. è causa di improcedibilità della domanda. 14
15 APPENDICE A Tavole - Quadro d Unione Comune di Viù Revisione del PRGC Progetto Definitivo 15
16 Classificazione Localizzazione Vigente Variante Planimetria Generale T_VCA_11_12_viu T_VCA_16_12_viu Nuclei Abitati 1 T_VCA_12_12_viu T_VCA_17_12_viu Nuclei Abitati 2 T_VCA_13_12_viu T_VCA_18_12_viu Nuclei Abitati 3 T_VCA_14_12_viu T_VCA_19_12_viu Nuclei Abitati 4 T_VCA_15_12_viu T_VCA_20_12_viu 16
17 APPENDICE B Peggioramenti degli accostamenti critici Caso 1 Localizzazione Classificazione acustica vigente (scala 1 : 5 000) Classificazione acustica da Revisione del PRGC (scala 1 : 5 000) Caso 2 17 R_VCA_2_12_viù
VARIANTE STRUTTURALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (ai sensi Dell art. 17 della L.R. n.56/77 e s.m.i. così come modificato dalla L.R.
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