Punto sul piano dei servizi socio-educativi per la prima infanzia Finanziaria 2007 (L.296/2006),art. 1: -comma 1259 prevede 100 milioni

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1 Punto sul piano dei servizi socio-educativi per la prima infanzia Finanziaria 2007 (L.296/2006),art. 1: -comma 1259 prevede 100 milioni rispettivamente per l anno 2007, 2008, comma 1260 possibilità di utilizzare anche parte del fondo per le politiche della famiglia (vedi comma 1250)

2 Punto sul piano dei servizi socioeducativi per la prima infanzia Di fatto nel 2007 sono stati ripartiti tra le Regioni e Province autonome 140 milioni: 100 milioni (c. 1259) 40 milioni dal fondo per le famiglie (c. 1250) [25 milioni dal D.L. n.159/2007, trasferiti nel 2008]

3 Punto sul piano dei servizi socioeducativi per la prima infanzia Finanziaria 2008 (L. 244/2007), art. 2: - comma 457 prevede: per il 2008: 170 milioni (di cui 100 previsti nella finanziaria 2007; ridotti a ,00 per motivi di ragioneria) per il 2009: 100 milioni - comma 458 prevede: per il 2008, 2009, 2010: 3 milioni per servizi socioeducativi presso enti e reparti del Ministero della difesa, condizionati al rispetto delle leggi regionali (c. 459) e all apertura al territorio (c. 460)

4 Punto sul piano dei servizi socioeducativi per la prima infanzia Nel 2008 complessivamente per il piano sono disponibili ,00 derivanti: ,00 (art.2, comma 457) 25 milioni (vedi D.L. 159/2007) 25 milioni dal fondo per la famiglia

5 Punto sul piano dei servizi socioeducativi per la prima infanzia Di fatto nel 2008 saranno ripartiti tra le Regioni e Province autonome: ,00 10 milioni a beneficio del Ministero della P.I. per la continuazione della sperimentazione delle sezioni per bambini mesi

6 Intesa del 26 settembre 2007 Strumento attuativo del piano straordinario di intervento: intesa, in sede di Conferenza unificata, che -in base all art. 1, c della finanziaria prevede: i livelli essenziali (copertura non inferiore al 6% in ogni singola Regione -sotto: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia- e media nazionale del 13%) i criteri per redarre i piani regionali che dovranno comprendere servizi socio-educativi diversificati e servizi innovativi le modalità attuative del piano e di monitoraggio Il piano regionale, concordato tra ogni singola Regione e Provincia autonoma con il Ministero

7 Un piano solo quantitativo Si stima che per aumentare di un punto percentuale l offerta di servizi occorrano dai 500 ai 600 milioni di Euro. Il piano dovrebbe essere solo il primo passo per rilanciare politiche più attente alle nuove generazioni Siamo lontani dai documenti della Rete per l infanzia della Commissione europea che invece tengono presente soprattutto la qualità e fanno riferimento a una spesa non inferiore all 1% del PIL: La qualità nei servizi per l'infanzia. Un documento di discussione (senza data ma del 1992, divulgato in Italia nel 1995) Quaranta obiettivi di qualità per i servizi per l'infanzia (Bruxelles, Commissione europea, 1996)

8 Situazione finanziamenti alle Regioni e Province autonome Gran parte dei fondi del 2007 sono stati erogati Mancano all appello: Abruzzo, Basilicata (in fase finale), Calabria, Campania (in fase finale), provincia autonoma di Bolzano Fondi del 2008: - decreto ministeriale del 22 gennaio Ripartizione del Fondo delle politiche per la famiglia per l anno Intesa tra il Governo, le Regioni, i Comuni, le Province e le Comunità montane in materia di politiche per la Famiglia (di cui 217 milioni per il piano, che comprende anche 10 milioni per le sezioni mesi) - accordo con le Regioni e Province autonome e proposta di decreto di riparto per il piano, già all attenzione del Ministro Padoa Schioppa - Accordo quadro a favore di bambini dai due ai tre anni del 20 marzo Avvicendamento politico: sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia Carlo Giovanardi Cambio amministrativo: nuovo capo dipartimento, dott. Roberto Marino

9 Monitoraggio Situazione attuale: dati poco attendibili e parziali (vedi ISTAT 2004, Centro nazionale di documentazione e analisi per l infanzia e l adolescenza, pubblicazioni del 2001 e 2005) Importanza di possedere dati aggiornati, periodici e validati per una governance nazionale, regionale e locale (scelte politiche efficaci e attente ai cambiamenti) Piano (vedi atti regionali per verificare l utilizzo fondi statali e la loro produttività)

10 Monitoraggio dei servizi socio-educativi - oltre 60 termini utilizzati per definirli - proposta di raccogliere i servizi in 3 grandi aree: area nidi d infanzia(importanza di parlare di nidi e non di asili per indicare il salto di cultura da luoghi di assistenza a luoghi di educazione): affidamento di bambini in un contesto diverso da quello familiare e garantiscono il pasto e il riposo (vedi nidi a tempo pieno o parziale, micronidi, nidi nei luoghi di lavoro, sezioni aggregate di bambini 24-36

11 Monitoraggio dei servizi socio-educativi area servizi integrativi (solo quelli definiti all art. 5 della legge 285/97): - centri per bambini e genitori in cui non vi è affidamento (adulto di riferimento è presente, comma 1 lettera a) - spazi bambino o spazi gioco o comunque denominati in cui vi è affidamento al massimo per 5 ore giornaliere e sono privi di servizi di mensa e riposo (comma 1, lettera b)

12 Monitoraggio dei servizi socio-educativi area servizi domiciliari (servizi che si svolgono in un contesto domestico): - sia presso le famiglie interessate, che mettono a disposizione un loro spazio - sia a casa dell educatrice o dell assistente domiciliare/tagesmutter o in un altro spazio a ciò destinato

13 Una constatazione assodata I servizi sociali e in particolare i servizi socio-educativi per la prima infanzia sono: un grande volano per lo sviluppo economico di una comunità la condizione per permettere il lavoro di entrambi i genitori (vedi anche venire meno di reti parentali) un campo di espansione del lavoro femminile (vedi Barcellona 2002)

14 Che fare? un forte impegno di promozione, di vigilanza e interlocuzione nelle rispettive Regioni. Alcuni esempi: possedere dati aggiornati: è un vostro diritto avere dei referenti tecnici con cui dialogare (vedi responsabili del piano regionale servizi socio-educativi) proporre incontri periodici di consultazione a livello regionale e locale coordinarsi tra le varie rappresentanze sindacali

15 Che fare? fare sì che ogni Regione abbia una legge di ultima generazione che tenga presente tutte le tipologie di servizi educativi 0-3 anni o, in attesa di una normativa di settore, almeno ottenere atti che regolamentino la materia contrastare il pericolo assistenziale sempre in agguato, rilanciando una cultura dei diritti puntare sul rispetto dei diritti di ogni bambino, genitore, operatore: vanno di pari passo!

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