I servizi educativi (e le scuole dell infanzia) Lorenzo Campioni Napoli 30 ottobre 2011
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1 I servizi educativi (e le scuole dell infanzia) Lorenzo Campioni Napoli 30 ottobre 2011
2 Approfondimenti: conoscere per progettare e agire nella complessità
3 I servizi per bambini in età 0-6 anni: risentono del contesto socio-economico incidono su di esso sono indicatori di benessere se diffusi sul territorio e di alta qualità
4 Da dove partire? Convenzione ONU sui diritti del bambino approvata il 20/ Viene ratificata dall Italia con legge n. 176/1991 Gli Stati parti si impegnano ad adottare ogni misura appropriata di natura legislativa, amministrativa e d altro genere per dare attuazione ai diritti riconosciuti in questa Convenzione (art. 4)
5 Il novecento, secolo dell infanzia Scoperta dell importanza dei primi anni di vita, grazie a: scienze psicologiche, sociologiche, antropologiche e dell educazione neuroscienze scienze economiche servizi educativi stessi Convenzione Onu sui diritti dell infanzia (1989) e Carta dei diritti dell Unione europea (Nizza, 2000)
6 Altri fattori di cambiamento nell educazione infantile (OCSE) Più di due terzi delle donne lavora fuori casa (Italia 45%) Un maggiore numero di donne al lavoro aumenta il PIL e riduce la spesa sociale Un economia sempre più globalizzata e competitiva guarda all istruzione prescolare come a un investimento per il futuro successo scolastico e per le prospettive di impiego
7 Motivazioni per l estensione dei servizi educativi per l infanzia Per permettere l occupazione soprattutto quella femminile (diretta e indiretta) Per prevenire eventuali danni futuri e non gravare sulla comunità Per esplicitare e consolidare tutte le sue potenzialità (capitale umano) e per il benessere individuale e sociale
8 Consiglio europeo di Barcellona (2002) Obiettivi entro il 2010 di tutti gli Stati: occupazione femminile almeno al 60% (45%) offerta di servizi per 0-3 anni al 33% (17+ 7%) offerta di scuole dell infanzia al 90% (94%)
9 Di quali servizi parliamo? Nomenclatore interregionale degli interventi e servizi sociali (Conferenza Regioni 2009), indipendentemente dalle denominazioni: asili nido/nido d infanzia (nido, nido aziendale, sezioni primavera o ponte per bb mesi) servizi integrativi: - spazi gioco per bambini - centri per bambini e famiglie - servizi presso il domicilio (c/o educatrice o famiglia)
10 Il nido: una storia di grandi trasformazioni Da servizi a finalità sanitaria/assistenziale (1925) a servizio sociale (1971) a servizio prevalentemente educativo (2001)
11 Evoluzione dei servizi per l infanzia negli anni Da un unico gestore (= Comune) a una pluralità di gestori (metà anni 80) Da un unica tipologia (= nido comunale) a una rimodulazione del nido a una pluralità di tipologie
12 Prevalente funzione educativa: altri riconoscimenti Sentenze della Corte costituzionale (370/2003, 320/2004) Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi (finanziaria 2007) e avvio sezioni primavera: Legge delega sul federalismo fiscale n. 42/2009 c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido (art.21, comma 3, lett. c)
13 Conseguenze della mancanza di governance nazionale ( ) 20 (21) sistemi normativi regionali diversi Una pluralità di denominazioni (> 60) Una offerta non omogenea: dal 3 al 31% circa Requisiti strutturali e organizzativi diversi
14 Conseguenze della mancanza di governance regionale Non manutenzione periodica di leggi Carenza di promozione di cultura dei diritti Crescita caotica e difforme di servizi che non sempre rispettano i diritti dei bambini, dei genitori e del personale Connivenza di Amministrazioni comunali con servizi di dubbia qualità
15 Piano straordinario (finanziaria 2007, art 1, commi 1259 e 630) Piano innovativo che ha avuto conseguenze importanti: tutte le Regioni hanno fatto un piano straordinario regionale, prevedendo un aumento di servizi e posti destinati 447 milioni dallo Stato milioni dalle Regioni e Province autonome monitoraggio annuale assistenza tecnica per le Regioni del Sud
16 Piano straordinario Rispetto del Titolo V tramite la strada delle intese in Conferenza unificata e accordi successivi per ogni singola Regione, quale condizione per ottenere i fondi statali Novità: dal nido d infanzia quale servizio educativo, si inizia a parlare di sistema territoriale dei servizi educativi che fa riferimento al Comune e di cui fanno parte tutti i nidi e i servizi integrativi
17 Finanziamenti del Piano straordinario per alcune Regioni del Sud Fondi statali Basilicata Calabria Campania Puglia Sicilia Cofinanziamento regionale Basilicata Calabria Campania Puglia Sicilia
18 Governo Berlusconi Non reiterazione del Piano straordinario e dell intesa in sede di Conferenza unificata 2010: 100 milioni di Euro dal fondo per le politiche della famiglia e nessun capitolo per i servizi 0-3 anni 2011: 0 Euro di trasferimenti alle Regioni + taglio al fondo sociale e a quello della famiglia Ora è stato attivato solo il monitoraggio
19 Scommettere sull infanzia è scommettere sul futuro
20 I servizi 0-3 anni lavorano su un periodo particolarmente sensibile I primi anni di vita sono decisivi per il futuro di ogni persona: Ognuno di noi può diventare un santo o un bandito, ma ciò dipende dai nostri primi tre anni di vita* + e questo è il risultato del dialogo che si instaura tra i nostri geni e l ambiente familiare e sociale nel quale cresciamo (Rita Levi Montalcini in la Repubblica del 20/04/2008)
21 Investire sull infanzia (Rapporto OCSE, 2006) Gli studi condotti in una vasta gamma di paesi mostrano che l intervento precoce contribuisce in maniera significativa a mettere i bambini di famiglie a basso reddito sulla via dello sviluppo e del successo scolastico
22 Investire sull infanzia (j. Heckman, nobel per l economia del 2000) La formazione prescolare è una delle determinanti principali della performance scolastica Un deficit nella formazione prescolare avrà conseguenze nelle fasi successive * + investimenti di ottima qualità nella prima infanzia hanno effetti duraturi e investire nell infanzia porta a un ritorno anche economico e noi abbiamo gli strumenti per dimostrarlo (intervista a Bambini 2009)
23 Produttività nel tempo dell investimento prescolare
24 Servizi 0-3 fonte di benessere individuale e sociale Creano occupazione diretta e indiretta Offrono al bambino un ambiente organizzato e programmato, sono luoghi privilegiati di socializzazione tra pari In essi si esercitano prevenzione e interventi precoci per superare gap sociali iniziali e difficoltà personali Affiancano i genitori, li supportano nell azione educativa
25 Comunicazione Commissione europea (17/02/2011) l educazione e la cura della prima infanzia costituiscono la base essenziale per il buon esito dell apprendimento permanente, dell integrazione sociale, dello sviluppo personale e della successiva occupabilità I benefici conferiti da una educazione e cura nella prima infanzia di elevata qualità sono di ampia portata: sociali, economici ed educativi
26 Comunicazione Commissione europea (17/02/2011) Consentire a tutti i bambini di disporre degli strumenti per esprimere le proprie potenzialità, da qui due obiettivi principali della strategia 2020: - fare scendere il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% - fare scendere il rischio di povertà ed esclusione sociale(-20 milioni)
27 Esiti scolastici e comportamentali, famiglia e servizi per l infanzia Ricerca della Fondazione G. Agnelli. La prima ricerca in Italia (dic. 2010) sulle conseguenze della frequenza ai servizi per l infanzia: occorrono investimenti consistenti per aumentare la dotazione di servizi per l infanzia è necessario che siano servizi di buona qualità compensano situazioni di ineguaglianze iniziali è importante il tempo trascorso con i figli
28 Situazione nazionale e del Mezzogiorno
29 Tassi di accoglienza nei servizi 0-3 anni (monitoraggio Dipartimento per le politiche della famiglia)
30 Politiche europee per le aree sottoutilizzate ( ) Fondo aree sottoutilizzate (FAS) Programma operativo regionale (POR) Quadro strategico nazionale (QSN) obiettivi di servizio: 10 indicatori di cui 2 riguardano i servizi per l infanzia - S.04 diffusione dei servizi sul territorio: 35% - S.05 offerta di posti nei servizi educativi: 12%
31 La situazione: 35% obiettivo estensione del servizio nei Comuni (S.04) ISTAT 2004 Basilicata 16,79% ISTAT 2008 Basilicata 21,37% Calabria 6,60% Calabria 15,65% Campania 30,49% Campania 50,45% Puglia 24,03% Puglia 44,19% Sicilia 33,08% Sicilia 34,62%
32 La situazione: 12% obiettivo iscritti (S.05) Dati ISTAT Basilicata 6,8% 7,6% Calabria 2,7% 3,1% Campania 2,8% 1,7% Puglia 4,9% 4,1% Sicilia 6,0% 5,1% Dati Dipartimento (31/12/2009) Basilicata 10,6% Calabria 6,2% Campania n.c. Puglia 11,7% Sicilia 4,9%
33 Premialità (Delibera CIPE n. 82/2007, secondo dati ISTAT) Complessiva: 10 indicatori Basilicata 146,40 milioni Quota parziale per S.04 e S.05 Basilicata 18,68 milioni Calabria 303,89 milioni Calabria 38,78 milioni Campania 667,68 milioni Campania 85,20 milioni Puglia 532,10 milioni Puglia milioni Sicilia 701,52 milioni Sicilia 89,52 milioni
34 Basilicata L.R. n. 6 del 4/5/1973 (solo asili nido) L.R. n. 45/2000 per la famiglia ( iniziative di mutuo aiuto delle famiglie come nidi di famiglia e madri di giorno) L.R. n. 4/2007 welfare regionale (autor. e accredit.) Servizi previsti: asili nido sezioni primavera, senza mensa e riposo nidi di famiglia, madri di giorno Obiettivi: - nuova legge (bozza) - nuova direttiva
35 Calabria L.R. n. 12 del 7/8/1973 (solo asili nido) Delib. di Giunta reg.le (n.748 del 19/11/ 10) Linee guida per il periodo sperimentale (requisiti strutturali e organizzativi comuni ai servizi e per ogni tipologia) Servizi (come da Nomenclatore interregionale): nidi d infanzia, sezioni primavera (ora senza mensa e riposo) integrativi: spazi gioco, centri per bambini e famiglie, educatrice familiare e domiciliare Obiettivi: - attuazione direttiva e - approvazione nuova legge
36 Campania L.R. n. 48 del 4/9/1974 (solo asili nido) L.R. n. 30 del 7/7/1984 (solo asili nido) L.R. n. 11 del 23/10/2007 welfare e relativa Del. Giunta reg. n. 16 del 23/11/2009 Regolamento Servizi previsti: asili nido (micro-nido comunale e aziendale), sez. primavera integrativi: spazio per bambini/e, centro per bambini e famiglie; mamma accogliente (max 3 bb.), educatrice familiare (max 3), educatrice domiciliare o piccolo gruppo educat.(max 5) Obiettivi: attuazione; ottenere coordinam. pedag./superv.
37 Puglia L.R. n. 19 del 10/7/2006 welfare e relativo D.P.R. n. 4 del 18/1/2007, regolamento Servizi: asilo nido (micro-nido, nido aziendale), sez. primavera integrativi: centro ludico prima infanzia (da 3 mesi), centro gioco (da 18 mesi), centro famiglie (non affido), servizio educativo domiciliare (presso l abitazione del bambino) Obiettivi: - attuazione - richiedere formazione, coordinamento/supervisione
38 Sicilia L.R. n. 214 del 14/9/1979 (asili nido) L.R. n. 22 del 9/5/1986 D.P.R. del 29/6/1988 D.A. n. 400 del 17 febbraio 2005 (asili aziendali) Obiettivi: - nuova legge (bozza) - nuova direttiva
39 Note dolenti Necessità di una classe dirigente tecnica nel settore di intervento: qualcosa si sta muovendo (assistenza tecnica: sforzo per creare nuova dirigenza, mobilità eccessiva) Sprechi in termini di personale (calendari, rapporti educatrice/bambino, figure anomale, coordinatrici interne in gran parte distaccate e non professionalizzate ) e carenza di organizzazione, di formazione e di coordinamento Costruzione lenta del sistema educativo integrato Non preparazione dei Comuni a svolgere funzioni di regolatori e garanti (autorizzazione/accreditamento)
40 Prospettive ed azioni Necessità di conoscere per suggerire politiche efficaci O si lavora ora per fare sì che anche il Mezzogiorno si doti di servizi educativi o ci si accontenterà di servizi assistenziali che sono uno spreco di fondi e non offrono garanzie di attuazione dei diritti per i bambini, i genitori e gli educatori Urgenza di verificare i contratti degli operatori e i titoli di accesso e garantire la formazione annuale Iniziare a sostenere la figura del coordinatore pedagogico di sistema e non interno al singolo serviz.
41 In sintesi Richiedere, a livello regionale, leggi e direttive aggiornate che siano strumenti reali di indirizzo e che facilitino la governance del sistema complessivo Stimolare i Comuni perché facciano attuare le norme Chiedere garanzie per la costruzione di un sistema regionale educativo: condividere le stesse norme, in particolare gli stessi titoli di accesso e godere della supervisione pedagogica (vedi coordinatori di sistema)
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