NORMALIZZAZIONE DELLE FORESTE ALPINE

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2 In ltalia e nei paesi vicini le foreste d'altofusto delle Alpi costituiscono una risorsa rinnovabile di ingente valore perle implicazioni ecologiche, economiche e sociali che vi sono congiunte. Capaci di fornire redditi diretti e di adempiere insostituibilmente aile funzioni indirette della costruzione del paesaggio, della tutela idrogeologica, della ricreazione e dell'igiene ambientale, le foreste sono altresi, nelle Alpi e in un vasto contorno fino alla pianura, gli unici ecosistemi non soltanto non inquinanti, ma anche anti-inquinanti, di cui nell'era della civiltà industriale J'uomo puo valersi per assicurare o restituire l'equilibrio fisico e biologico al territorio in cui vive e lavora. Per poter dispensare questi servigi è pero necessaria alla foresta una condizione fondamentale: una buona funzionalità in ogni sua parte. Se oggi cio non accade o accade solo limitatamente, dipende dallo stato in cui quasi tutti i boschi d'altofusto in realtà si trovano avendo, anche se di apparenza florida, intimamente alterato l'assetto e inceppati i meccanismi che ne regolano il dinamismo e l'omeostasi. Sono boschi che hanno dunque bisogno di essere riportati a normali condizioni di struttura e quindi di funzionalità, traendo partito al massimo livello ammesso dalle risorse energetiche e materiali dell'ambiente fisico. Ma corne fare? Con quali criteri e con quali modalità procedere nell' opera di riassetto? Il libro del prof. Lucio Susmel - cultore di fama internazionale del problema - è pensato e scritto per rispondere a questi interrogativi, da cui nei climi temperati sono assillate le forme di governo forestale che rifuggono dagli schematismi posti fuori della logica ecosistemica. Per Io spazio assegnato agli aspetti metodologici il libro prende un taglio in cui sulla componente dottrinale, sviluppata con novità di accenti, ma contenuta nella misura utile alla comprensione dei principi ecosisternici, predomina la componente applicativa e cio vale a conferirgli il carattere di guida teorico-pratica, aperta ad ampliamenti e perfezionamenti, che mira a rendere meno difficile il lavoro della normalizzazione. Frutto di trent'anni di studi e di esperienze condotte in prima persona nelle foreste alpine e informato della scienza e della prassi italiane e straniere in materia, il lavoro nasce dalla concezione ecosistemica del bosco, che non esaurisce il discorso nei rituali fattori fisici della stazione, bensi Io amplia dalla struttura somatica alla struttura cronologica del popolamento arboreo, ricavando dalle foreste vergini - le sole veramente naturali - gli elementi per definire Io stato di equilibrio colturale e le condizioni su cui esso deve poggiare. Le norme e il metodo che ne discendono, la stessa fisionomia e i parametri dei modelli colturali acquistano percio lineamenti limpidamente naturalistici, che identificano nella struttura disetanea del popolamento arboreo la forma di più sicura stabilità e funzionalità dell'ecosistema. lstltuto Unlversltarlo Archltettura Venezla RIA 294 Servfzlo Blbllogroftco Audlovfsfvo e dl Documentazlone

3 LUCIO SUSMEL l.u.a.v. D.U. BIBLIOTECA IN.V. t i8~i NORMALIZZAZIONE DELLE FORESTE ALPINE BASI ECOSISTEMICHE - EQUILIBRIO MODELLI COLTURALI - PRODUTTIVITÀ CON APPLICAZIONE ALLE FORESTE DEL TRENT/NO LIVIANA EDITRICE S.p.A. _

4 INDICE GENERALE Presentazione Prefazione pag. XI XIII Parte prima BASI ECOSISTEMICHE 1. SELYICOLTURA NATURALISTICA E SELVICOLTURA ARTIFICIALE 1.1. Linee selvicolturali e stabilità della foresta 1.2. Cause di instabilità. Esperienze selvicolturali in Europa 1.3. Finalità e strumenti delle linee selvicolturali 2. PRINCIP! ECOSISTEMICJ D ELLE DUE LINEE SELYJCOLTURALI 2.1. Aspetti energetici 2.1.l. Considerazioni economico-energetiche 2.2. Aspetti trofici pag Parte seconda EQUILIBRIO NATURALE ED EQUILIBRIO COLTURALE MODELLI COLTURALI 3. INTERRELA ZIONE FRA STRUTIURA E FUNZIONALITÀ 4. FORESTE VERGINI 4.1. Caratteri ecologici e biometrici 4.1. l. Assetti floristici e diversità Biospazio epigeo (statura) Dinamismo delle popolazioni arboree Rinnovazione VII

5 Indice generale Struttura del popolamento arboreo Fasi cronologiche (tipi strutturali) Struttura somatico-cronologica Struttura di complesso Durata della vita degli alberi Effettivi arborei Biomassa arborea Produzione legnosa e variazioni incrementali 4.2. Modello dello stato di equilibrio Parametri ed ipotesi per la costruzione del modello Definizione del modello Condizioni di equilibrio strutturale delle abetine vergini Su base cronologica Su base diametrica Sulla base dei tipi strutturali Integrazione dei caratteri biometrici ed ecologici della fitocenosi arborea FORESTE COLTIVATE Parametri biostatici e dinamici Stato normale o equilibrio colturale Condizioni della disetaneità e della normalità (stabilità) Modelli colturali e loro definizione Serie normali Numero degli alberi e area basimetrica Volume legnoso Area d'insidenza, superficie fogliare, chioma, corteccia Incrementi Caratteri dei modelli colturali Struttura somatico-cronologica Per classi di diametro Per tipi strutturali 5.6. Verifica della disetaneità e della normalità 5.7. Mantenimento dello stato normale Appendice: Cenno sulla biologia e morfologia degli alberi nelle strutture disetanee Parte terza PRODUTTIVITÀ E SUA DETERMINAZIONE 6. STAZJONE FORESTALE E FERTILJTÀ 6.1. Stazione, produzione e produttività 6.2. Stima della produttività Stima diretta (statura attuale) Stima con la sola statura attuale Stima con la statura attuale e con I'età ; VIII

6 Indice generale Stima analitica (statura potenziale) Modello causale per la stima analitica della produttività 6.3. Scelta del modello colturale (normale) 6.3.l. In base alla produttività In base alla stabilità biologica STIMA DELLA RINNOVAZIONE NATURALE 7.1. Stima diretta Rinnovazione naturale e tipi di humus. Localizzazioni del novellame Osservazioni da compiere in bosco N ovellame presente Novellame assente 7.2. Stima indiretta Modello causale per la stima indiretta della attitudine alla rinnovazione naturale , SIGNIFICATO DEI MODELLI 9. DETERMINAZIONE DELLE VARIABILI DEI MODELLI 9.1. Assolazione 9.2. I nclinazione 9.3. Roccia madre 9.3.l. Permeabilità Alterazione chimico-fisica Elementi nutritivi Pesi dei fattori da applicare alle rocce e da usare nei modelli 9.4. Composizione floristica dello strato arboreo (tipi di popolamenti forestali) 9.4.l. Determinazione mediante la classificazione fitoclimatica di Pavari Per via manuale Con l'elaboratore elettronico Determinazione mediante l'analisi floristica (metodo Schmid-Susmel) Principali tipi di cenosi forestali Criteri per l'attribuzione del bosco attuale alla cenosi originaria Cenosi originarie (potenziali) e popolamenti attuali Popolamenti attuali Composizione floristica dei modelli colturali Applicazione del metodo Schmid-Susmel 9.5. Suolo Tipi di suolo Tipi di humus Specie indice dei tipi di humus Profondità del suolo Erosione del suolo U midità del suolo Reazione del suolo Porosità 10. C ALCOLO DELLA STATURA POTENZIALE IX

7 Indice generale Parte quarta ESEMPI DI APPLICAZIONE Premessa Dati necessari Livelli di analisi dei soprassuoli Criteri di applicazione 11. PARTICELLA FORESTALE N. 16 DEL COMUNE DI AMBLAR Esame a livello di particella Parametri del soprassuolo 11.l.2. Statura potenziale, stato reale e normale Esame per forme strutturali Settore A : disetaneo Set tore B: coetaneo Settore C : forma confusa Trattamento e ripresa legnosa per il prossimo decennio 12. PARTICELLA FORESTALE N. 20 DEL COMUNE DI ANDALO 12. l. Esame a livello di particella Esame per forme strutturali Settore A: disetaneo Aggregazione dei tipi strutturali Settore B: forma confusa Trattamento e ripresa legnosa nel prossimo decennio Settore A: disetaneo Settore B: forma confusa 13. PARTICELLA FORESTALE N. 50 DEL COMUNE DI VERMIGLIO Esame a livello di particella Esame per forme strutturali Settore A: disetaneo Aggregazione dei tipi strutturali Settore B 1 : coetaneo adulto Trattamento e ripresa Jegnosa nel prossimo decennio Settore A: disetaneo Settore B 1 : coetaneo adulto Appendice 1 Appendice 2 Bibliografia Indice per autori i 1 ndice analitico ~ X

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