1. PREMESSA 2. IL TERRITORIO DEL COMUNE DI POLICORO COMUNE DI POLICORO

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2 1. PREMESSA Il Comune di Policoro ha prodotto istanza di Valutazione di Incidenza con nota n del 20/04/2016, integrata con nota n del 13/05/2016. Tale istanza prevedeva interventi ricadenti nel Sito Rete Natura 2000 Costa Ionica Foce Agri tra i quali chioschi, in numero di 14, e lidi, in numero di 3 (postazioni P012-P013-P016). L Ufficio Compatibilità Ambientale (Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti REGIONE BASILICATA) con Determinazione Dirigenziale n 19AB.2016/D.0065 del 14/06/2016 ha espresso, ai sensi del D.P.R. n.357/1997 e ss.mm.ii., Parere favorevole, con prescrizioni, sulla Valutazione di Incidenza per il progetto Installazione di chioschi e di stabilimenti balneari in area Rete Natura 2000 Costa Ionica Foce Agri località Lido in agro di Policoro (MT). Con la presente si richiede, in riferimento all area antistante alla Postazione P016, il riesame e la rettifica del parere non favorevole alla realizzazione della stessa Postazione espresso al punto 1 del Parere favorevole, con prescrizioni, della Valutazione di Incidenza sopra citata. Tale richiesta si rende necessaria a seguito dei mutamenti dello stato dei luoghi avvenuto nel corso degl'ultimi anni, non considerati nello studio per il rilascio del parere della predetta VINCA e di cui si darà riscontro in seguito. 2. IL TERRITORIO DEL All interno del perimetro del territorio comunale ricadono due Siti d Interesse Comunitario appartenenti alla Rete Natura 2000: SIC IT Costa Jonica Foce Agri e SIC IT Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni. Di entrambi se ne riporta in allegato la relative schede. La Rete Natura 2000 rappresenta il principale strumento della politica dell'unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'unione Europea, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" (Art. 2). I soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico. Pagina 2

3 Zone SIC - Comune di Policoro Aree SIC nel Comune di Policoro Lo studio in oggetto è finalizzato a verificare gli effetti ambientali dei progetti proposti sul territorio circostante e valutare l incidenza che le opere hanno sulle specie presenti nelle aree SIC. Il documento descrive le caratteristiche degli interventi e ne illustra gli aspetti ambientali, verifica la coerenza con gli strumenti di pianificazione e programmazione, analizza gli habitat e le specie che caratterizzano i SIC, valuta il potenziale degrado, la potenziale perturbazione e la significatività degli impatti ambientali. L art. 6 della Direttiva Habitat e l art. 5 del DPR 357/97 prevedono, infatti, che la valutazione di incidenza debba tenere conto delle caratteristiche e degli obiettivi di conservazione del sito. In particolare, l art. 5 del DPR n. 357/1997, modificato dall art. 6 del DPR n. 120/2003 prescrive che I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. L intervento oggetto del presente studio è localizzato sulla costa jonica della Regione Basilicata, nel Comune di Policoro. In particolare, come indicato negli elaborati PLANIMETRIA GENERALE LUNGOMARE INDIVIDUAZIONE AREA RICADENTE IN ZONA SIC IT , PLANIMETRIA CON UBICAZIONE DEI CHIOSCHI IN ZONA SIC IT e PLANIMETRIA GENERALE INDIVIDUAZIONE LIDI IN ZONA SIC, tutti gli interventi ricadono in area SIC IT Costa Jonica Foce Agri. Pagina 3

4 Area SIC IT Costa Jonica Foce Agri 3. METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE D INCIDENZA La Valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall'art. 6, comma 3, della direttiva "Habitat", con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. La Valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. In ambito nazionale, la Valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del D.P.R. n 120 del 12 marzo 2003 (G.U. n 124 del 30 maggio 2003), che ha sostituito l'art. 5 del D.P.R. n 357 del 8 settembre 1997, che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat". Il comma 2 dello stesso art.6 stabilisce che vanno sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. Ai fini della Valutazione di Incidenza, i proponenti di piani e interventi, non finalizzati unicamente alla conservazione di specie e habitat di un sito Natura 2000, presentano uno "studio" volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può avere sul sito interessato. Pagina 4

5 Lo studio per la Valutazione di Incidenza deve essere redatto secondo gli indirizzi dell'allegato G al D.P.R. 357/97. Tale allegato, che non è stato modificato dal nuovo decreto, prevede che lo studio per la Valutazione di Incidenza debba contenere: - una descrizione dettagliata del progetto proposto, con particolare riferimento alle tipologie delle azioni e delle opere da realizzare, alle dimensioni delle stesse, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all inquinamento ed al disturbo ambientale, al rischio di incidenti relativo alle sostanze ed alle tecnologie utilizzate; - un analisi delle interferenze del progetto proposto con il sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche, e le connessioni ecologiche. 4. RIFERIMENTI NORMATIVI La presente relazione è stata redatta nel rispetto e secondo gli indirizzi delle seguenti norme: - Direttiva Europea 1992/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche; - D.P.R. n.357 del 08/07/1997 costituente il regolamento di attuazione della Direttiva Europea 1992/43/CEE; - D.P.R. 120 del 12/03/2003 costituente il regolamento di attuazione della Direttiva Europea 1992/43/CEE e recante modifiche ed integrazioni al D.P.R. n.357/1997; - D.G.R n.2454 del 22/12/2003 recante gli indirizzi applicativi in materia di Valutazione d Incidenza. - LINEE GUIDA PER LA PROTEZIONE E RICOSTITUZIONE DEL SISTEMA DUNALE DELL ARCO JONICO LUCANO. Attuazione del Piano di Gestione Arco Jonico Lucano D.G.R. n 904 del 07/07/ PIANI SOVRAORDINATI - Piano Regionale dei Lidi approvato con DCR n.940 del 16/02/2005 e Variante al piano di utilizzazione delle aree demaniali marittime fascia ionica adottato con D.G.R. n.1667 del 8/10/2010; In attuazione dell art. 6 della Legge n. 494 del 1993, la Regione Basilicata si è dotata del Piano di utilizzazione delle aree demaniali marittime (Piano dei Lidi), che ha visto la prima adozione nel 2001 con DGR n. 34 dopo una lunga e partecipata formazione con le Amministrazioni Comunali, le organizzazioni sindacali dei balneari e le associazioni ambientaliste ed animaliste. L iter procedurale chiuse una prima fase con l adozione definitiva, giusta DGR n. 834 del 14/05/2002, e fu trasmesso al Consiglio Regionale per l approvazione. In questo frangente, la Giunta Regionale ritenne, aderendo alle nuove direttive europee in materia ambientale, di sottoporre il Piano dei Lidi alle procedure di Valutazione d Incidenza Ambientale prevista per le Aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) conclusasi con il relativo giudizio di Valutazione d Incidenza, espresso dal Comitato Tecnico Regionale e adottato dalla Giunta con DGR n. 314 del 14/02/2005. Il Consiglio Regionale approvando il Piano dei Lidi, con DCR n. 940 del Pagina 5

6 15/02/2005 recepisce le indicazioni-prescrizioni della DGR n. 314/05 che rinviava ad un più approfondito Studio dell Incidenza ambientale, circa 36 lotti del Piano. Di seguito si riporta la planimetria generale con l individuazione degli insediamenti balneari previsti dal Piano dei Lidi Pagina 6

7 Insediamenti balneari previsti dal Piano dei Lidi, Comune di Policoro DCR n. 940 del 15/02/2005 Pagina 7

8 Contestualmente all approvazione del Piano dei Lidi 2005, il Consiglio indicava la necessità di redigere una variante al Piano con relativo Studio di Valutazione d Incidenza per il recupero degli interventi riguardanti le postazioni balneari escluse. Tale variante è stata adottata dalla Regione Basilicata con DGR n del 08/10/2010, la quale prevede in generale l utilizzo delle seguenti attrezzature per la balneazione : Stabilimenti balneari Spiagge attrezzate Punti ristoro Servizio balneare Postazione solo posa ombrelloni Per quanto riguarda le previsioni del Piano dei Lidi per il Comune di Policoro, si riporta di seguito quanto previsto dalla relazione illustrativa e dalle norme tecniche. Omissis L area Demaniale del Comune di Policoro, interessa i fogli di mappa n. 12, 13, 16 per una superficie di Ha 287 di cui Ha 37 di arenile ed Ha 250 di superficie boscata. La lunghezza complessiva dell arenile, che va dalla foce del Sinni a quella dell Agri, è di circa 7400 m., con una profondità media di 50 m. Il tratto centrale in prossimità di Via Lido, lungo 1600 m. e profondo 100 m. è stato oggetto di intervento antropico che ha sostituito la duna naturale con una artificiale attrezzata costituita da: Una passeggiata lungomare Un sistema di accessi e parcheggi Individuazione di aree per la realizzazione di strutture balneari Ripristino ambientale di alcune aree dunali Su questa zona centrale insiste il maggior numero di utenti del mare che si concentra nell alta stagione (Luglio e Agosto), con tendenza a crescere ulteriormente via via che si andranno completando le previsioni urbanistiche comunali degli insediamenti previste a monte delle aree demaniali marittime. L area in sinistra del fiume Sinni, caratterizzata dalla presenza del Bosco golenale Pantano, biotopo di elevata rilevanza ambientale, per circa 2500 m., è stata dichiarata Riserva Regionale e non presenta viabilità d accesso per cui sia il Bosco che l Area Demaniale sono stati esclusi all uso turistico-balneare. L area in destra del fiume Agri per circa 2600 m., è caratterizzata dalla presenza dell impianto dell ex allevamento ittico oggi recuperato a villaggio lagunare e porto turistico per una previsione insediativa di circa 5000 posti letto. Il progetto che ad oggi risulta realizzato in buona parte compreso un albergo e la struttura portuale, è parte del PPE Foce Agri, Piano Paesistico Esecutivo del Piano Paesistico di Area Vasta del Metapontino, il quale prevede al suo interno la realizzazione e l uso di tre strutture per la balneazione. Pagina 8

9 Pertanto le previsioni e le norme in esso contenute sono salvaguardate e non modificate dalla presente variante. Gli strumenti urbanistici vigenti, Piano Regolatore Generale e Piano Paesistico, nonché la preesistenza del centro abitato di Policoro, hanno determinato un modello insediativo, costituito: 1. da un arenile attualmente occupato da strutture di tipo precarie e fatiscenti; 2. dalla passeggiata lungomare realizzata a ridosso della prima fascia boscata in sostituzione della duna naturale che in quel tratto di costa, utilizzata da anni in modo intensivo, era ormai scomparsa. Detta area è stata oggetto di una progettazione esecutiva da parte del Comune di Policoro e di finanziamenti ex legge n. 64 da parte dello Stato, per la realizzazione di opere di urbanizzazione e di arredo, nonché di ripristino della duna e difesa dall erosione; 3. dalla fascia boscata profonda oltre duecento metri; 4. da una fascia retrostante la zona boscata, dove sono localizzate le strutture ricettive di tipo turistico e comprendono villaggi turistici, alberghi, aree attrezzate per il tempo libero, attività commerciali e ricreative, etc., per la residenza stagionale; 5. da una zona agricola che dalle aree turistiche si estende fino all area urbana di Policoro; 6. dal centro abitato, che oltre a fornire servizi, ha una popolazione di abitanti. Le concessioni per attività riguardanti la sola balneazione, sia quelle rilasciate dalla Regione che quelle rivenienti dalla Capitaneria di Porto, risultano numericamente e complessivamente al limite delle previsioni programmate dalla Variante. I manufatti concessi per uso abitativo privato, pur non assoggettati al Piano/Variante devono, ove necessario essere riqualificate architettonicamente ed adeguate ai programmi d intervento comunali al fine di salvaguardare e recuperare il patrimonio pubblico. Il Piano e quindi la variante, per il Comune di Policoro recepisce il progetto esecutivo di viabilità ed accesso alla spiaggia, allo stato attuale quasi completamente realizzato, all interno del quale sono state riservate specifiche aree urbanizzate per localizzare gli stabilimenti balneari. Le tipologie di utilizzo previste sono: 1. Stabilimenti balneari 2. Spiagge attrezzate 3. Campus naturalistico 4. Verde attrezzato 5. Punti ristoro 6. Servizi balneari 7. (PSO) Postazione di solo posa ombrelloni Pagina 9

10 Stabilimenti balneari Gli stabilimenti balneari previsti dalla variante sono n. 10 di cui n. 5 esistenti che necessitano di delocalizzarsi, in quanto ubicati sull arenile e pertanto in contrasto con le direttive regionali. Tali strutture sono indicate con l identificativo DEM (Demolizione) sulle Tavole. Con la Variante vengono confermate numericamente le stesse postazioni-lotto per stabilimenti balneari previsti dal Piano dei Lidi, benché esse sono state soggette a ridimensionamenti di superfici insieme alle strutture ivi allocabili. La postazione del Lotto PO 7 è inserita in riferimento alla proposta di Piano in quanto esterna all area SIC. Gli stabilimenti balneari pertanto, sono contraddistinti con: PO2, PO3, PO5, PO6, PO7, PO8, PO9, PO10, PO11. Fanno eccezione, rispetto alla tipologia prevista, in quanto non hanno area di pertinenza circostante i manufatti, i Lotti PO7 e PO8, per la loro localizzazione, a ridosso della piazza centrale non ancora completata. La Variante, non ha potuto individuare aree Demaniali libere a ridosso della sagoma d ingombro dei fabbricati da realizzare, pertanto la superficie di allocazione coincide con la superficie coperta consentita (max 510 mq) al fine di completare e rendere omogenea l architettura di tutte le strutture prospicenti la passeggiata e le piazze del lungomare. Anche per questi interventi valgono le prescrizioni generali sulla tipologia Stabilimento Balneare. Spiagge attrezzate Le spiagge attrezzate previste dalla Variante di Piano sono PO12, PO13 a seguito delle indicazioni pervenute dallo Studio di Valutazione di Incidenza. Punti Ristoro Le postazioni PO 14 e PO 15 sono Lotti per Punti Ristoro. Rispetto al Piano approvato la postazione PO 15 viene traslata al terminale della terza strada perpendicolare alla battigia in direzione della via di accesso centrale ai lidi e pertanto in allontanamento dalla centralità dell area SIC che viene a trovarsi alla Foce dell Agri. Servizi Balneari La postazione PO 16 è destinata a strutture definite Servizio Balneare. L autorizzazione all intervento da parte del Comune interessato potrà essere concessa previa valutazione dell accessibilità all area, attraverso adeguata viabilità, che consente la realizzazione dell intervento, la gestione della/delle attività, l arrivo dei mezzi di soccorso e di trasporto collettivo. (PSO) Postazione di Solo Posa Ombrelloni Vengono previsti ed individuati due lotti di questa tipologia; PO1 e PO17 a seguito di specifiche e puntuali suggerimenti dello Studio di Valutazione d Incidenza. Pagina 10

11 Variazioni inerenti Policoro Nel Comune di Policoro il recupero, tramite la Variante, dei lotti-postazioni di cui alla DGR 843/02, scaturisce dalle seguenti modifiche ed innovazioni: a -Quelle relative ai parametri sopra riportati riguardanti il ridimensionamento delle aree e delle strutture coperte ammesse dal Piano, per le strutture di stabilimenti balneari: PO2, PO3, PO4, PO6, PO7, PO8, PO9, PO10, PO11, b -Quelle derivanti da riduzioni di distanze delle postazioni delle aree e strutture balneari previste c - Quelle derivanti dalla variazione di destinazione dei Lotti da Spiaggia Attrezzata a Servizi Balneari d - Quelle scaturenti da una traslazione delle strutture verso la parte più di confine dell Area SIC (Agri) e - Quelle derivanti dalla preesistenza della struttura al fuori di area protetta come da cartografia di Piano di cui alla DGR 483/02, sono state con lo strumento di Variante apportate le seguenti variazioni: -Per le considerazioni di cui alle lettere a e b, collocate in posizione esterna all Area SIC, vengono recuperate la postazione per spiaggia attrezzata PO1 e la PO7, confermandole sempre esternamente al SIC; -Per il ridimensionamento generale delle strutture e per la riduzione delle distanze tra esse sono recuperate la PO12 e PO13. Per le stesse motivazioni sopracitate e per effetto della sua traslazione verso l esterno dell Area SIC è riposizionata la struttura PO15 affiancandola alla PO14 alla estremità della viabilità perpendicolare alla battigia. - Per il ridimensionamento generale delle strutture e per la riduzione delle distanze e per il mutamento di destinazione dei Lotti PO16 e PO17 (già Spiagge Attrezzate) sono recuperate in esse 2 strutture per servizi balneari. OMISSIS A seguito di Variante al Piano dei lidi, le nuove postazioni dei lotti per le attrezzature balneari di Policoro con loro caratteristica sono individuabili dalla Cartografia riportata di seguito. Pagina 11

12 Insediamenti balneari previsti dalla Variante al Piano dei Lidi, Comune di Policoro DGR n del 08/10/2010 Pagina 12

13 6. IL SITO RETE NATURA 2000 INTERESSATI DAGLI INTERVENTI All interno del perimetro del territorio comunale ricadono due Siti di Importanza Comunitaria (SIC) individuati ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43 Habitat : Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni (IT ) e Costa Jonica Foce Agri (IT ), il primo è stato individuato anche come ZPS ai sensi della Direttiva Comunitaria 79/409 recentemente abrogata e sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE. Di seguito è descritto il sito in cui ricadono gli interventi (SIC IT ) con particolare riferimento agli habitat e alle specie inclusi negli Allegati delle Direttive precedentemente menzionate. Pagina 13

14 6.1 SIC IT COSTA JONICA FOCE AGRI Inquadramento Generale IT COSTA JONICA FOCE AGRI Localizzazione sito: Long. E e Lat. N Superficie (esclusa quella marina): 845ha Pagina 14

15 Il Sito di Importanza Comunitaria Costa Ionica Foce Agri è identificato dal codice Natura 2000 IT (così come indicato dal D.M. del 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva Habitat 93/43 ed ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409 dell Unione Europea). La principale valenza naturalistica che ha motivato la proposizione del SIC è costituita dalla presenza di un sistema di laghetti retrodunali situati in corrispondenza di un vecchio meandro dell Agri che ospitano esemplari di uccelli migratori ed estivanti di interesse comunitario. Il sito Foce Agri è estremamente interessante per la presenza di estese aree umide retrodunali sotto forma di lagune, acquitrini e laghetti costieri stabili e temporanei. Esse rappresentano un habitat ideale per la sosta, lo svernamento e la nidificazione dell'avifauna acquatica, sia stanziale sia migratoria, che in effetti è presente in particolare nelle estese lagune e nel sistema di canali e stagni artificiali, residui delle attività svolte in loco negli ultimi decenni. In particolare un sistema di laghetti retrodunali, situati in corrispondenza di un vecchio meandro dell Agri, presenta al suo interno una serie di isolotti utilizzati per la nidificazione da parte di alcune specie di uccelli acquatici (Sternidi e Laridi). Inoltre è stato rilevato lo svernamento di migliaia di Anatidi. Una vasta area centrale rispetto al vecchio corso del fiume, parzialmente allagata, presenta salicornia, tamerici e canneti, utilizzatati come zona di pascolo da migliaia di uccelli acquatici (prevalentemente Limicoli). La duna costiera rappresenta una fascia di terra e un habitat di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico con habitat aloigrofili ben rappresentati. La pineta retrostante, per quanto di impianto artificiale, rappresenta un esempio di rimboschimento di una difficile zona litoranea e svolge alcune essenziali funzioni nella protezione delle colture agrarie retrostanti offrendo un habitat ideale per l avifauna stanziale e migratoria. Il territorio Il sito, ubicato nella provincia di Matera alla foce del fiume Agri sulla costa ionica della Regione Basilicata (Golfo di Taranto), si estende su 845 ha. Il fiume Agri nasce dalle sorgenti del Piano del Lago tra Monte Maruggio e Monte Lama e sfocia nel Mar Jonio nel territorio del comune di Policoro, presentando nel tratto prossimo alla foce un andamento meandriforme. La percentuale delle proprietà pubbliche (Demanio, Esab) sull intera area del Sic ammonta al 63,42% che scende al 58,3 % per la presenza di particelle catastali in contenzioso tra Demanio e privati. Il territorio del Sic ha un altitudine media di 2 metri s.l.m. e le coordinate geografiche del centro sono E e N Il clima Come per l intera costa ionica, il sito è caratterizzato da clima meso-mediterraneo secco, con temperature medie annue intorno ai C. Le precipitazioni medie annue si attestano sui 500 mm (534mm: stazione pluviometrica di Metaponto e i 583mm: stazione pluviometrica di Nova Siri Scalo e Policoro). Caratterizzazione biotica Il fiume Agri, identifica fisicamente due aree diverse, sia dal punto di vista morfologico che da quello della composizione floristico-vegetazionale. In sinistra idrografica del fiume s individua: Pagina 15

16 un tratto di costa più prossimo alla foce fortemente eroso e caratterizzato da una mancanza totale delle fasce vegetazionali, in genere parallele alla costa, tipiche dello schema ante duna - duna mobile - retro duna - interduna - duna fissa, con la presenza, direttamente a contatto col mare, di una pineta in condizioni di vegetazione critiche; un tratto di costa più distante dalla foce caratterizzato dalle successioni vegetazionali tipiche dei sistemi dunali in cui spicca la presenza di un crucianelleto molto frammentato e della macchia a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa che è ovunque la specie prevalente; laddove invece si registra un ridotto disturbo antropico, la macchia si arricchisce di Ephedra distachya, Thymelea hirsuta, Smilax aspera, Daphne gnidium, Asparagus acutifolius. La macchia mediterranea diventa poi sottobosco nella pineta con specie quali Pistacia lentiscus, Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, Rhamnus alaternus, Phyllirea latifolia, Asparagus acutifolius ecc. In destra idrografica del fiume una parte del Sic è occupata dal Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri che ha modificato una vasta area di notevole importanza dal punto di vista della conservazione di flora e fauna. Il completamento di tale struttura, comporterà una trasformazione delle aree umide a ridosso della foce (alcune delle quali di origine artificiale, realizzate per impianti di ittiocoltura, oggi in disuso, ed in gran parte naturalizzatesi) con la conseguente scomparsa o trasformazione di gran parte degli habitat alo-igrofili (in particolare 1150, 3170, 1410, 1420) e delle specie ad essi legate. Malgrado il rischio di degradazione legato a fattori che stanno interessando l intera costa jonica quali il progressivo inaridimento della costa e della zona sublitoranea a causa dell abbassamento della falda dulcacquicola dovuto al drenaggio dei canali di bonifica che riversano in mare l acqua dolce, la diminuita portata dei fiumi dovuta agli sbarramenti degli invasi delle zone interne, l erosione costiera che tra le varie concause trova lo scarso apporto di sedimenti fluviali, l incremento dell urbanizzazione del litorale dovuta agli insediamenti turistici costieri sono ancora presenti ambiti di elevato ed insostituibile valore naturalistico, paesaggistico e conservazionistico tali da richiedere necessaria una gestione volta alla tutela e alla salvaguardia dei popolamenti floro-faunistici qui presenti. Fauna L area è senza dubbio un sito di importanza nazionale per lo svernamento del Piviere dorato (Pluvialis apricaria) e luogo di sosta di specie poco diffuse sul territorio nazionale come il Marangone minore (Phalacrocorax pygmaus), il Gabbiano roseo (Larus genei) e il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus). Rispetto a quest ultima specie, inoltre, il sito potrebbe porsi come area strategica a fronte del fenomeno di espansione cui sta andando incontro, soprattutto in considerazione dello stretto legame del Gabbiano roseo con le acque salmastre. L abbondanza di ambienti umidi retrodunali favorisce la nidificazione del Corriere piccolo (Charadrius dubius) e soprattutto del Fratino (Charadrius alexandrinus), in quanto meno esposti alla pressione turistica e alle maree. La stabilità di ambienti umidi, anche salmastri, consente la nidificazione di alcune specie molto rare e localizzate nel territorio regionale come il Cavaliere d Italia (Himantopus himatopus). Particolare rilevanza, inoltre, assume la nidificazione di alcune coppie di Fraticello (Sterna albifrons), specie localizzata e rara in Italia meridionale, con soli 4 siti noti per la Puglia occupati in maniera irregolare (Brichetti & Fracasso, 2006). Pagina 16

17 Infine, è certa la presenza della Lontra (Lutra lutra), le cui tracce sono state rinvenute in vari luoghi all interno del sito, sia in prossimità della foce che nei pressi degli stagni retrodunali. In base ai dati fin ora raccolti si evince come l area abbia uno straordinario valore, ospitando una ricchissima avifauna, presente con popolazioni anche cospicue. La Caretta caretta frequenta l area di mare antistante il SIC, se pur la riproduzione non sia stata mai accertata, le spiagge presentano caratteristiche idonee alla riproduzione di questa specie. Flora Per quanto riguarda la flora nel sito non sono da segnalare specie d interesse comunitario, ciò non deve però far pensare ad una scarsa rilevanza floristica dell area. Infatti gli habitat psammofili e alo-igrofili ospitano una florula ricca di elementi rari e di interesse conservazionistico. Tra le altre specie di interesse conservazionistico merita di essere menzionata Ephedra distachya L., frequente, ma in modo discontinuo, lungo il litorale jonico. In seguito alle pesanti modificazioni dell habitat la specie è presumibilmente scomparsa da molte aree ed è in continua regressione. E stata rinvenuta abbondantemente alla sinistra del fiume ma anche alla destra, nella fascia di transizione tra la vegetazione psammofila e la macchia mediterranea o in espansione laddove la macchia è in fase di arretramento a causa dell erosione marina. Anche Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, tipico elemento delle dune consolidate, è presente con una ricca popolazione, che caratterizza la macchia psammofila retrodunale soprattutto a sud della foce. Pancratium maritimum, dalle abbondanti fioriture tardo-estive, è una specie rara divenuta tale a causa della continua rarefazione del suo habitat minacciato dalla frequentazione antropica incontrollata e dall erosione del litorale, ed inserita a livello nazionale nel Libro rosso delle specie vegetali ed a livello locale nella Lista rossa regionale come specie a protezione assoluta (Art. 2 DPGR 55/2005). La vegetazione potenziale dell'area è rappresentata dalla serie psammofila e aloigrofila tipica dei litorali sabbiosi, la cui situazione, però, è molto critica a causa dello sfruttamento balneare di questo tratto di costa e della presenza di infrastrutture in cemento anche sul cordone dunale (percorso pedonale attrezzato realizzato sul retroduna) che li rende eccessivamente frammentati e disturbati. Sul lato continentale della duna si sviluppa sulle sabbie stabili e compatte delle cosiddette dune grigie il Crucianelletum maritimae, associazione di transito tra le psammofite vere e proprie e la macchia a struttura arbustiva; si presenta come una cenosi estremamente frammentata, vulnerabile (in seguito alla destrutturazione della duna bianca) e molto pregiata, in quanto caratterizzata da entità fitogeograficamente rilevanti come Pancratium maritimum o Ephedra distachya. Come per gli altri Sic della costa jonica, gli habitat Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) cod e Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae) cod. 2210, anche a causa del disturbo antropico, tendono a mescolarsi e presentarsi in un mosaico in cui i diversi elementi vegetazionali caratteristici si sovrappongono. Inoltre è da segnalare in generale nel crucianelleto e nell ammofileto la presenza di Carpobrotus edulis, pianta rampicante originaria del sud Africa, utilizzata in operazioni di consolidamento dei sistemi dunali e retrodunali, estremamente aggressiva a tal punto da svilupparsi sulle altre piante uccidendole; qui inoltre è presente anche l Agave americana, pianta ornamentale di origine centro-americana che costituisce un problema non indifferente data l alta capacità di riproduzione. Pagina 17

18 Di elevato valore biogeografico e naturalistico, e particolarmente esteso e ben rappresentato è il complesso di fitocenosi alofile: salicornieti perenni e annuali, giuncheti, boscaglie a Tamarix e canneti, che si diversificano in base al gradiente salino ed alla durata dei periodi di sommersione. Soprattutto in destra dell Agri si ritrovano le aree fangose ricoperte periodicamente dall acqua salmastra e colonizzate da popolamenti pionieri di specie annuali succulente (Salicornia sp. pl., Suaeda maritima, Spergularia marina ecc.) e le aree argillose, che si disseccano in determinati periodi dell anno, occupate abbondantemente dai bassi popolamenti a salicornie perenni (Sarcocornia perennis, Salicornia fruticosa, Arthrocnemum glaucum) nei quali è facile trovare esemplari di Limonium serotinum, Puccinellia sp., Inula crithmoides, Aster tripolium, ecc.. Sui suoli umidi, limoso-argillosi, occasionalmente inondati si rinvengono alte erbe giunchiformi (Juncus acutus, J. maritimus, J. subulatus e Bolboschoenus maritimus) che si dispongono a mosaico all interno delle pozze di acqua salmastra. Nel Sic dell Agri le praterie salate presentano un elevato grado di copertura e sono riferibili alla classe Juncetea maritimi. La vegetazione potenziale dell'area è rappresentata, oltre che dalla serie psammofila e aloigrofila dei litorali sabbiosi, anche dalla vegetazione di cinta e boscaglie ripariali del tratto terminale dei corsi d'acqua mediterranei. Lungo il corso del fiume, dei canali di bonifica e negli stagni stagionali di acque dolci si ritrovano mosaici di idrofite ed elofite, comunità di piante che si dispongono nel corpo idrico in relazione alla profondità ed alla permanenza dell acqua. Largamente diffusi sono i canneti, popolamenti a macrofite acquatiche a dominanza di cannuccia comune (Phragmites australis), ai quali lungo i canali di bonifica e nelle depressioni umide si associano addensamenti a lisca. Sui sistemi dunali fossili, nella zone più arretrate rispetto alla linea di costa, al limite dei rimboschimenti, è ancora frammentariamente osservabile una tipica vegetazione di macchia mediterranea a prevalenza di ginepri che è stata quasi completamente distrutta dall impianto della pineta costiera; qui d importanza fondamentale è l associazione Pistacio-Juniperetum macrocarpae che ha come specie caratteristiche il lentisco (Pistacia lentiscus), il ginepro (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa), la fillirea (Phillyrea latifolia), il ramno (Rhamnus alaternus), Thymelea hirsuta, ecc. e costituisce il primo stadio forestale nelle aree sabbiose. E una formazione che si insedia nel fronte duna, esposta ai forti venti trasportatori di sabbie e aerosol marino, contribuendo al consolidamento della duna, accrescendone dimensioni, altezza e quindi la stabilità. La macchia a ginepro è presente anche laddove c è stato un livellamento e/o uno sbancamento delle dune con mezzi meccanici effettuato per aprire strade, parcheggi o passaggi al mare, o, laddove, nella zona di pertinenza di questa formazione sono stati effettuati estesi rimboschimenti. L'assetto attuale della vegetazione è il risultato di massicci interventi di bonifica e impianti forestali artificiali finalizzati a proteggere le aree agricole interne, per cui si ha un complesso mosaico di vegetazione a diversi livelli di naturalità e maturità che si alternano ad impianti artificiali, zone agricole e aree edificate. La pineta costiera risulta fortemente compromessa da una serie di cause sia naturali che antropiche che agiscono aggressivamente sulla stessa. In essa sono presenti il pino domestico (Pinus pinea), il pino d'aleppo (Pinus halepensis), il pino marittimo (Pinus pinaster) la cui presenza sporadica è dovuta alla concorrenza esercitata dai primi due. Molto diffusa, in tutto il sito e ai margini della pineta è l Acacia saligna, pianta alloctona tollerante ai disturbi, impiantata in passato, e presente su vaste aree con esemplari contorti e cespugliosi che potrebbero diventare estremamente invasivi a discapito delle specie vegetative ad essi adiacenti. Pagina 18

19 Nella seguente tabella sono elencati gli habitat di interesse comunitario inclusi nell Allegato II della Direttiva 92/43 CEE e presenti nel sito Costa Jonica foce Agri : Codice Denominazione Grado di Specie caratteristiche conservazione 1110 Banchi di sabbia a debole B Cymodocea nodosa, Zostera marina, copertura permanente di acqua marina Nanozostera noltii (= Zostera noltii), Posidonia oceanica e la specie aliena Halophila stipulacea 1130 Estuari C Ruppia maritima, Sarcocornia 1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine perennis. B Cakile maritima, Salsola kali, S. soda, Matthiola sinuata, Agropyron junceum, Sporobolus arenarius, Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium maritimum Vegetazione annua pioniera di B Cakile maritima, Salsola kali, S. Salicornia e altre specie annuali soda, Matthiola sinuata, Agropyron delle zone fangose e sabbiose junceum, Sporobolus arenarius, Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium maritimum. Arthrocnemum glaucum, Salicornia perennis, Sueda maritima, varie graminacee Pascoli inondati mediterranei B Juncus subulatus, Juncus acutus, (Juncetalia maritimi) Juncus maritimus 1420 Praterie e fruticeti alofili B Sarcocornia fruticosa, Sarcocornia mediterranei e termo-atlantici perennis, Triglochin barrelieri. (Sarcocornietea fruticosi) Limonium serotinum Dune embrionali mobili C Medicago marina, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella 2120 Dune mobili del cordone litorale C Ammophila arenaria ssp. australis, con presenza di Ammophila Matthiola sinuata, Echinophora arenaria (dune bianche) spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Pancratium maritimum Dune con prati dei B Pseudorlaya pumila, Silene colorata, Malcolmietalia Malcomia littorea 2250* Dune costiere con Juniperus C Juniperus oxycedrus ssp. Macrocarpa 2260 Dune con vegetazione di C Pistacia lentiscus, Thymelea irsuta, sclerofille dei Cisto- Phillyrea latifolia Lavanduletalia 3170 Stagni temporanei mediterranei B 3280 Fiumi mediterranei a flusso B Populus alba, Salix ssp. pl permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion Pagina 19

20 7. DESCRIZIONE DELL INTERVENTO PER LA POSTAZIONE P016 L intervento per il quale si richiede il riesame e la rettifica del parere non favorevole circa la Valutazione d Incidenza Ambientale consiste nell installazione di un lido o attrezzature per la balneazione da realizzare nell area denominata postazione P016 come individuata dalla Tavola 1B del Piano dei Lidi In particolare, secondo suddetto piano, l intervento in oggetto è identificato come servizio balneare (P016). Il servizio balneare costituisce una tipologia d intervento di nuova introduzione rispetto al Piano dei Lidi Esso è stato allocato, per il minor peso ambientale che comporta sul territorio in zone ritenute più fragili e sensibili e comunque dove è maggiore l approssimazione alla centralità dell area SIC ed in quei contesti dove sono stati riscontrate di aree per la sosta e l accessibilità veicolare. L intervento sarà realizzato in Zona Lido-Torre Mozza del Comune di Policoro in un area distinta al N.C.E.U del Comune di Policoro al F.glio n 5, p.lla n 526;la stessa ricade in Zona S/1: dal confine con Scanzano alla zona attrezzata del Lido del PRG di Policoro. Il progetto prevede l'installazione di una struttura temporanea stagionale e più precisamente la realizzazione di una spiaggia attrezzata costituita da un chiosco con annessa zona ombreggiante, deposito attrezzi, servizi igienici, guardiania, docce all'aperto, area ludica, baby park, passerelle di camminamento e da circa cento ombrelloni. Il chiosco avrà forma regolare delle dimensioni di 9,30 mt x 4,30 mt e sviluppa una superficie di mq 40,00 circa. Lo stesso è coronato da una pensilina ombreggiante di mq 170,00 circa arredata con tavolini e sedie. Detto chiosco sarà costituito da una zona destinata alla somministrazione ed alla vendita di bevande e prodotti preconfezionati, da un deposito dei medesimi prodotti, da un laboratorio,da un servizio igienico per gli addetti all'attività, da un antibagno ed uno spogliatoio. Il chiosco ed il deposito attrezzi saranno costituiti da un'intelaiatura interamente lignea. Le coperture saranno del tipo piano con pannelli coibentati di colore chiaro in armonia con quelli del manufatto. Inoltre, sia il chiosco che il deposito attrezzi saranno dotati, lungo il perimetro, di tamponamenti verticali in pannelli di perlinato ligneo di colore bianco e da un sistema di aperture anch'esse dello stesso materiale e colore e tali da garantirne una buona illuminazione e ventilazione al loro interno. La pensilina ombreggiante, attigua al chiosco, è costituita da un'intelaiatura interamente lignea. La pavimentazione dei manufatti e delle passerelle saranno anch'esse in legno. La pensilina ombreggiante, attigua al chiosco, è costituita da un'intelaiatura interamente lignea. La pavimentazione dei manufatti e delle passerelle saranno anch'esse in legno. I seguenti elaborati sono allegati alla presente : PLANIMETRIA POSTAZIONE P012 ORTOFOTO CON INDICAZIONE DELLE DISTANZE ORTOFOTO CON PLANIMETRIA DELL INTERVENTO PROGETTO ESECUTIVO CHIOSCO PREFABBRICATO IN LEGNO - PIANTA Pagina 20

21 PROGETTO ESECUTIVO CHIOSCO PREFABBRICATO IN LEGNO PIANTA COPERTURA PROGETTO ESECUTIVO CHIOSCO PREFABBRICATO IN LEGNO PROSPETTI LATO A/LATO B PROGETTO ESECUTIVO CHIOSCO PREFABBRICATO IN LEGNO PROSPETTI LATO MARE/LATO C 8. ANALISI DEGLI IMPATTI DEGLI INTERVENTI L intervento precedentemente descritto rientra nell ambito dell area SIC Costa Ionica Foce Agri IT , ampiamente descritta nello Studio d Incidenza trasmesso con nota n del Pagina 21

22 Di seguito vengono elencati e descritti i tipi di habitat di cui all'allegato I della Direttiva 92/43 presenti nel sito. Habitat All. 1 Dir. 92/43/CEE Costa Ionica Foce Agri Dune con prati dei Malcolmietalia Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia 2250* - Dune costiere con Juniperus spp Dune embrionali mobili Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) Estuari Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. 92D0 - Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) 1150* - Lagune costiere Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi) 3170* - Stagni temporanei mediterranei Vegetazione annua delle linee di deposito marine Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose Pagina 22

23 L Habitat interessato dagli interventi è Vegetazione annua delle linee di deposito marine. N Codice Habitat: 1210 Descrizione: formazioni erbacee, annuali (vegetazione terofitica-alonitrofila) che colonizzano le spiagge sabbiose e con ciottoli sottili, in prossimità della battigia dove il materiale organico portato dalle onde si accumula e si decompone creando un substrato ricco di sali marini e di sostanza organica in decomposizione. In Basilicata le comunità riferibili a questo habitat sono inquadrate nel Salsolo-Cakiletum aegyptiacae Costa et Manz e Salsoletum sodae Pign Specie guida: Cakile maritima subsp. maritima, Matthiola sinuata, arenarius. Elymus farctus, Sporobolus N Codice Habitat 2250* - Dune costiere con Juniperus spp. L habitat è eterogeno dal punto di vista vegetazionale, in quanto racchiude più tipi di vegetazione legnosa dominata da ginepri e da altre sclerofille mediterranee, riconducibili a diverse associazioni. La vulnerabilità è da imputare, in generale, allo sfruttamento turistico, comportante alterazioni della micro morfologia dunale, e all urbanizzazione delle coste sabbiose. È distribuito lungo le coste sabbiose del Mediterraneo e in Italia è presente solo nelle regioni mediterranea e temperata. Nella prima prevalgono le formazioni a Juniperus macrocarpa, talora con J. turbinata. Nel macrobioclima temperato si rinvengono rare formazioni a J. communis. Nell area bioclimatica mediterranea si rinvengono ginepreti a prevalenza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, talvolta con Juniperus phoenicea ssp. turbinata. Quando i due ginepri convivono si assiste ad una prevalenza o esclusiva presenza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa nel versante a mare della duna, mentre l altro tende a prevalere su quello continentale. La transizione verso i territori costieri a macrobioclima temperato è segnata nel Tirreno settentrionale, dall associazione Spartio juncei-juniperetum macrocarpae Vagge & Biondi 1999, mentre nell area nord-adriatica si rinviene l associazione Junipero- Hippophaetum fluviatilis Géhu & Scoppola in Géhu et al che si installa sul versante continentale dei cordoni dunali o nelle depressioni interdunali più distanti dal mare. Sempre nell area nord-adriatica va segnalata la presenza dell associazione endemica Viburno lantanae- Phillyreetum angustifoliae Gamper, Filesi, Buffa & Sburlino 2008, alla cui fisionomia Juniperus communis spesso contribuisce in maniera significativa. Le formazioni a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa e Juniperus poenicea ssp. turbinata vengono riferite all alleanza Juniperion turbinatae Rivas-Martinez (1975) 1987 (ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas- Martinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. Pagina 23

24 (1936) 1947), mentre l associazione Junipero-Hippophaetum fluviatilis, è inclusa nell alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolos 1954 (ordine Prunetalia spinosae R. Tx. 1952, classe Rhamno-Prunetea Riv.-God. & Borja Carbonell 1961). Formazioni con Juniperus communis e Hippophae rhamnoides ssp. fluviatilis si possono rinvenire anche lungo i corsi dei fiumi dell Italia settentrionale (Biondi et al., 1997) dove partecipano però alla costituzione di associazioni diverse inquadrabili nell habitat 3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos. In Friuli Venezia Giulia (Poldini et al., 2006) gli arbusti che colonizzano le sabbie dissalate, consolidate e con sostanza organica delle dune fossili ( dune brune") ormai indipendenti dall azione marina appartengono al Berberidion Br.-Bl Sono formazioni discontinue dominate da diversi arbusti sia di conifere (Juniperus communis ssp communis) sia di sclerofille (Phillyrea angustifolia) sia di latifoglie (Crataegus monogyna, Berberis vulgaris ssp. vulgaris, Viburnum lantana). La macchia a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa) nella porzione più avanzata della duna stabile è in contatto catenale con la vegetazione psammofila perenne della classe Ammophiletea ed in particolare con la vegetazione ad Ammophila arenaria dell habitat 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche") e con il crucianelleto (habitat 2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae). Nelle radure della vegetazione psammofila è possibile rinvenire le comunità terofitiche riferibili all ordine Malcolmietalia (Habitat 2230 Dune con prati dei Malcolmietalia ). Nell interduna i contatti catenali possono interessare anche la vegetazione effimera della classe Isöetonanojuncetea (3170* Stagni temporanei mediterranei ), macchie e boschi della classe Quercetea ilicis (9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia ). L'habitat può avere contatti catenali anche con le pinete costiere su sabbia (Habitat 2270* Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster ). Contatti seriali si stabiliscono, in seguito ad incendio o altre forme di degradazione della macchia a ginepro coccolone o turbinato, con garighe a Cistus sp.pl. ed Helichrysum sp. pl., Helianthemum sp. pl. o talora ad Halimium halimifolium, riferibili all habitat 2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia. N Codice Habitat 1150* - Lagune costiere Ambienti acquatici costieri con acque lentiche, salate o salmastre, poco profonde, caratterizzate da notevole variazioni stagionali in salinità e in profondità in relazione agli apporti idrici (acque marine o continentali), alla piovosità e alla temperatura che condizionano l evaporazione. Sono in contatto diretto o indiretto con il mare, dal quale sono in genere separati da cordoni di sabbie o ciottoli e meno frequentemente da coste basse rocciose. La salinità può variare da acque salmastre a iperaline in relazione con la pioggia, Pagina 24

25 l evaporazione e l arrivo di nuove acque marine durante le tempeste, la temporanea inondazione del mare durante l inverno o lo scambio durante la marea. Possono presentarsi prive di vegetazione o con aspetti di vegetazione piuttosto differenziati, riferibili alle classi: Ruppietea maritimae J.Tx.1960, Potametea pectinati R.Tx. & Preising 1942, Zosteretea marinae Pignatti 1953, Cystoseiretea Giaccone 1965 e Charetea fragilis Fukarek & Kraush In relazione ad una serie di fattori ecologici quali salinità e profondità delle acque, variazioni stagionali della salinità e della profondità, natura dei substrati, temperatura, le lagune costiere sono interessate da una diversificata vegetazione caratterizzata da varie fitocenosi: Lamprothamnietum papulosi, si rinviene nelle lagune con acque salmastre, poco profonde con substrati sabbiosi. Tolypelletum hispanicae localizzato nelle lagune con acque a bassa salinità. Chareto-Tolypelletum glomeratae localizzato nelle acque meso-eutrofe, alcaline, meno saline dell associazione precedente. Potametum pectinati si rinviene nelle lagune con acque debolmente salmastre profonde fino a circa 2 m che in estate non si prosciugano, caratterizzate da substrati melmoso-limosi Ranunculetum baudotii si rinviene nelle lagune con acque debolmente salmastre profonde circa 50 cm su fondali sabbioso-limosi Zannichellion obtusifoliae si localizza su fondali sabbioso-limosi con acque poco profonde, debolmente salse, che non si disseccano in estate. Rielletum notarisii, localizzati in acque salmastre poco profonde che si prosciugano rapidamente già in primavera. Ruppietum spiralis si rinviene nelle lagune costiere poco profonde, talvolta prosciugate nel periodo estivo, con suoli limosi e acque salse soggette forti a variazioni di salinità. Ulveto intestinalis-ruppietum maritimae si rinviene in lagune costiere con acque salse mediamente profonde che raramente si disseccano in estate Ruppietum drepanensis, si rinviene in lagune costiere con acque ipersaline poco profonde, soggette a prolungato disseccamento estivo Nanozosteretum noltii si rinviene in lagune costiere con acque salmastre o salse, con substrati fangosi in cui sono presenti processi riduttivi che possono normalmente emergere durante le basse maree (velme) o che emergono solo occasionalmente (paludi), interessate da forti variazioni delle condizioni ambientali Zosteretum marinae si rinviene in lagune costiere e fondali marini con acque salse in lento movimento su substrati con sabbia fine mista a fango poco ossidati in aree interessate da apporti di acque dolci. Cymodoceetum nodosae si insedia nelle porzioni lagunari prossime ai canali di comunicazione con il mare, dove la salinità oscilla attorno ai valori dell acqua di mare. Pagina 25

26 Ulvetum laetevirentis si insedia su substrati compatti con acque ricche in composti organici, costanti, sottoposte a oscillazioni della salinità, in condizioni di intensa luminosità e di temperatura stagionalmente elevata. Chaetomorpho-Valonietum aegagropilae si localizza in biotopi soggetti a deboli correnti di fondo, le specie caratteristiche formano ammassi più o meno sferoidali liberamente flottanti sul fondo. Gracilariopsetum longissimae si sviluppa nelle lagune in comunicazione con il mare e soggette ad apporti di acque dolci ricche in nutrienti Cladophoro-Rytiphloeetum tinctoriae forma popolamenti monospecifici sui fondi mobili degli ambienti lagunari. CHARETEA FRAGILIS Fukarek & Kraush 1964 CHARETALIA HISPIDAE Sauer & Kraush 1964 Charion canescentis Kraush 1964 Lamprothamnietum papulosi Corillion 1957 Tolypelletum hispanicae Corillion 1957 Charion fragilis Krausch Chareto-Tolypelletum glomeratae Corillion 1957 RUPPIETEA J.Tx.1960 RUPPIETALIA J.Tx.1960 Ruppion maritimae Br.-Bl. ex Westhoff in Bennema, Sissingh & Westhoff 1943 Ulveto intestinalis-ruppietum maritimae Westhoff ex Tüxen & Böckelmann 1957 Ruppietum spiralis Hocquette 1927 corr. Inversen 1936 Ruppietum drepanensis Brullo & Furnari 1976 Riellion helicophyllae Cirujano, Velayos & P. García ex Rivas-Martínez, Fernández-González & Loidi 1999 Rielletum notarisii Cirujano, Velayos & P. García 1993 POTAMETEA PECTINATI R.Tx. & Preising 1942 POTAMETALIA W. Koch 1926 Potamion (Koch 1926) Libbert 1931 Potametum pectinati Cartensen 1955 Ranunculion aquatilis Passarge 1964 Ranunculetum baudoti Br.-Bl. in Br.Bl. Roussine & Négre 1952 Zannichellion pedicellatae Schaminée, Lanjouw & Schipper 1990 ex Pott 1992 Zannichellion obtusifoliae Brullo & Spampinato 1990 ZOSTERETEA MARINAE Pignatti 1953 ZOSTERETALIA Bèguinot 1941 Zosterion Christiansen 1934 Pagina 26

27 Nanozosteretum noltii Harmsen 1936 Zosteretum marinae (Van Goor 1921) Harmsen 1936 Cymodoceetum nodosae Giaccone & Pignatti 1967 CYSTOSEIRETEA Giaccone 1965 CYSTOSEIRETALIA Molinier 1958 em. Giaccone 1994 CYSTOSEIRION CRINITAE Molinier 1958 Chaetomorpho-Valonietum aegagropilae Giaccone 1974 Gracilariopsetum longissimae Giaccone Cladophoro-Rytiphloeetum tinctoriae Giaccone ULVETALIA Molinier 1958 Ulvion Berner 1931 Pterocladiello-Ulvetum laetevirentis Molinier 1958 Ulvetum laetevirentis Berner 193 N Codice Habitat 3170* - Stagni temporanei mediterranei Vegetazione anfibia Mediterranea, prevalentemente terofitica e geofitica di piccola taglia, a fenologia prevalentemente tardo-invernale/primaverile, legata ai sistemi di stagni temporanei con acque poco profonde, con distribuzione nelle aree costiere, subcostiere e talora interne dell Italia peninsulare e insulare, dei Piani Bioclimatici Submeso-, Meso- e Termo-Mediterraneo, riferibile alle alleanze: Isoëtion, Preslion cervinae, Agrostion salmanticae, Nanocyperion, Verbenion supinae (= Heleochloion) e Lythrion tribracteati, Cicendion e/o Cicendio-Solenopsion. Raquelle elencate nel Manuale EUR/27 sono specie guida dell Habitat per l Italia, talora dominanti: Agrostis pourretii,centaurium spicatum, Chaetopogon fasciculatus, Cicendia filiformis, Crypsis aculeata, C. alopecuroides, C.schoenoides, Cyperus flavescens, C. fuscus, C. michelianus, Damasonium alisma, Elatine macropoda, Eryngium corniculatum, Exaculum pusillum, Fimbristylis bisumbellata, Gnaphalium uliginosum, Illecebrum verticillatum, Isoëtes duriei, I. histrix, I. malinverniana, I. velata, Juncus bufonius, J. capitatus, J. pygmaeus, J. tenageja,lythrum tribracteatum, Marsilea strigosa, Ranunculus lateriflorus, Serapias lingua, S. vomeracea, S. neglecta. Sono anche frequenti Centaurium maritimum, C. pulchellum, Corrigiola littoralis, Gaudinia fragilis, Hypericum humifusum,isolepis cernua, I. setacea, Juncus foliosus, Lotus conimbricensis, Lythrum hyssopifolia, L. thymifolia, Mentha pulegium,myosotis caespitosa, Peplis portula, Radiola linoides, Ranunculus muricatus, R. sardous, Riccia spp. Altre specie di notevole rilevanza conservazionistica sono: Airopsis tenella, Anagallis arvensis subsp. parviflora, Antinoria insularis, Cressa cretica, Damasonium polyspermum, Eryngium barrelieri, Heliotropium supinum, Isoëtes subinermis, Juncus hybridus, Lythrum borysthenicum, Myosurus Pagina 27

28 minimus, Nananthea perpusilla, Oenanthe globulosa, Pilularia minuta,polypogon subspathaceus, Ranunculus revelierei, Romulea ramiflora, Serapias cordigera, Solenopsis laurentia, Tillaea vaillanti, Trifolium ornithopodioides, Veronica anagalloides. La vegetazione effimera mediterranea riferibile all Habitat 3170* rappresenta un caso particolare dell Habitat 3120, al quale si rimanda per una descrizione generale dei contatti dinamici e catenali. Nei siti costieri è possibile la compenetrazione con le cenosi della classe Saginetea maritimae (Habitat 1310). Per quanto riguarda il contesto vegetazionale alla scala di paesaggio, i collegamenti catenali coinvolgono la vegetazione forestale a dominanza di Quercus ilex (9340), Q. suber (6310, 9320, 9330), Q. cerris e Q. frainetto (91M0). Frequenti le situazioni di mosaico all interno delle piccole radure umide degli Arbusteti submediterranei e temperati, dei Matorral arborescenti mediterranei e delle Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si rinvengono in Italia). Nei contesti climatici ad affinità subatlantica, prevalentemente nell Italia centrale tirrenica, è possibile il contatto con la vegetazione di brughiera a dominanza di Calluna vulgaris delle Lande secche europee dell Habitat Specie di fauna di interesse comunitario presenti L area è senza dubbio un sito di importanza nazionale per lo svernamento del Piviere dorato (Pluvialis apricaria) e luogo di sosta di specie poco diffuse sul territorio nazionale come il Marangone minore (Phalacrocorax pygmaus) e il Gabbiano roseo (Larus genei) e il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus). Rispetto a quest ultima specie, inoltre, il sito potrebbe porsi come area strategica a fronte del fenomeno di espansione cui sta andando incontro, soprattutto in considerazione dello stretto legame del Gabbiano roseo con le acque salmastre. L abbondanza di ambienti umidi retrodunali favorisce la nidificazione del Corriere piccolo (Charadrius dubius) e soprattutto del Fratino (Charadrius alexandrinus), in quanto meno esposti alla pressione turistica e alle maree. La stabilità di ambienti umidi, anche salmastri, consente la nidificazione di alcune specie molto rare e localizzate nel territorio regionale come il Cavaliere d Italia (Himantopus himatopus) rilevato in riproduzione nel mese di Giugno Particolare rilevanza, inoltre, assume la nidificazione di alcune coppie di Fraticello (Sterna albifrons), specie localizzata e rara in Italia meridionale, con soli 4 siti noti per la Puglia occupati in maniera irregolare (Brichetti & Fracasso, 2006). Infine, è stata verificata la presenza della Lontra (Lutra lutra), le cui tracce sono state rinvenute in vari luoghi in prossimità della foce che nei pressi degli stagni retrodunali. In base ai dati fin ora raccolti si evince come l area abbia uno straordinario valore, ospitando una ricchissima avifauna, presente con popolazioni anche cospicue. Si ritiene che il sito abbia le caratteristiche sufficienti a renderlo area di reperimento per l istituzione di una Riserva Naturale, con particolare riferimento alle specie ornitiche ivi presenti e alla conservazione della Lontra. Alcune delle specie segnalate nel vecchio formulario non sono state confermate durante l aggiornamento. Le ragioni di questa apparente discrepanza sono sintetizzate come segue: Pagina 28

29 1) Specie non appartenenti alla fauna locale, la cui presenza nel vecchio Formulario era probabilmente dovuta ad un errore di battitura. E il caso dell Averla maschera Lanius nubicus, specie distribuita nel Medio e Vicino Oriente e non segnalata in Italia (Yosef & Loher, 1995) e dello Zigolo muciatto Emberiza cia, legato tutto l anno a formazioni cacuminali montane (Cramp & Perrins, 1994). 2) Specie potenzialmente presenti durante le migrazioni ma ecologicamente non legate all area di studio. In questo caso l osservazione di eventuali soggetti migratori è sfuggita al rilevamento. E il caso ad esempio del Falco cuculo Falco vespertinus e della Ghiandaia marina Coracias garrulus; il primo nidificante localizzato in Italia, con poche coppie nella pianura Padano-Veneta (Brichetti & Fracasso, 2003), la seconda legata invece agli ambienti steppici (cfr. Cramp & Perrins, 1994; Brichetti & Fracasso, 2007). Specie che frequentano l area di mare antistante il SIC, la cui però riproduzione nel SIC non è stata confermata. E il caso della Tartaruga caretta Caretta caretta. Specie floristiche di interesse comunitario presenti Per quanto riguarda la flora nel sito non sono da segnalare specie d interesse comunitario, ciò non deve però far pensare ad una scarsa rilevanza floristica dell area. Infatti gli habitat psammofili e alo-igrofili ospitano una florula ricca di elementi rari e di interesse conservazionistico. Tra le altre specie di interesse conservazionistico merita di essere menzionata Ephedra distachya L., frequente, ma in modo discontinuo, lungo il litorale jonico. In seguito alle pesanti modificazioni dell habitat la specie è presumibilmente scomparsa da molte aree ed è in continua regressione. E stata rinvenuta abbondantemente alla sinistra del fiume ma anche alla destra, nella fascia di transizione tra la vegetazione psammofila e la macchia mediterranea o in espansione laddove la macchia è in fase di arretramento a causa dell erosione marina. AncheJuniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (Sm.)Bell, tipico elemento delle dune consolidate, è presente con una ricca popolazione, che caratterizza la macchia psammofila retrodunale soprattutto a sud della foce. Ancora da indagare, ma sicuramente interessante è la florula alofila terofitica che colonizza le aree periodicamente inondate nella zona compresa nel cantiere di Marinagri. Pancratium maritimum, dalle abbondanti fioriture tardo-estive, è una specie rara divenuta tale a causa della continua rarefazione del suo habitat minacciato dalla frequentazione antropica incontrollata e dall erosione del litorale, ed inserita a livello nazionale nel Libro rosso delle specie vegetali ed a livello locale nella Lista rossa regionale come specie a protezione assoluta (Art. 2 DPGR 55/2005). Pagina 29

30 8.1 FASE DI SCREENING La fase di screening è volta ad individuare le potenziali implicazioni degli interventi sulla conservazione del sito Natura 2000 interessato e alla determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze. Le zone costiere rivestono un importanza fondamentale poiché se da un lato rappresentano un patrimonio comune, fragile e importantissimo per diversità biologica, valore paesaggistico, qualità ambientale e patrimonio culturale, dall altro espletano funzioni economiche, residenziali, di trasporto e ricreative di particolare rilevanza ed accolgono una percentuale elevata di cittadini. In genere, il turismo e le attività ricreative ad esso connesse costituiscono una fonte di pressione e di rischio sulla qualità dell ambiente naturale, culturale e storico. Impatti potenzialmente negativi conseguenti all insediamento di attività turistico-ricreative si possono tradurre, quindi, in termini di perdita di biodiversità o riduzione della densità delle specie o frammentazione di eventuali habitat ed eventualmente in termini di disturbo o di perturbazione del mantenimento della fauna nel sito, in termini di degrado del paesaggio e di competizione nell uso delle risorse e dei servizi. In realtà, però, nelle aree demaniali marittime una delle principali attività economiche è rappresentata da un tipo di turismo estivo e balneare. Questo uso prevalente, nelle forme specifiche che ha assunto produce innegabili effetti positivi non solo sotto il profilo economico ma anche, in moltissimi casi, sotto il profilo della qualità ambientale e del razionale ed organizzato assetto degli spazi lungo la fascia costiera, come così come evidenziato al punto 3.5 delle LINEE GUIDA PER LA PROTEZIONE E RICOSTITUZIONE DEL SISTEMA DUNALE DELL ARCO JONICO LUCANO. Attuazione del Piano di Gestione Arco Jonico Lucano D.G.R. n 904 del 07/07/ Oggetto della presente trattazione è la sistemazione dello stabilimento balneare alla postazione P016 per il quale la fase di cantiere prevede: - Spianamento con mezzo meccanico dell arenile in concessione; - Recinzione area dell intervento; - Ripristino di impiantistica sotto traccia; - Realizzazione della struttura; - Posizionamento arredi per la spiaggia attrezzata; - Smobilizzo area di cantiere. Per valutare la significatività dell incidenza dell intervento proposto rispetto alle esigenze di conservazione e salvaguardia dei siti è necessario definire e valutare una serie di aspetti legati alla realizzazione e utilizzazione dello stesso. Sono stati considerati: - Alterazione fisica dell ambiente; - Aumento della pressione antropica; Pagina 30

31 - Generazione di rumore; - Emissioni in atmosfera; - Produzione ed abbandono di rifiuti; - Alterazione della qualità delle risorse idriche e compromissione della falda; - Flora; - Fauna; - Impatto visivo e paesaggistico; - Sottrazione e/o frammentazione di habitat. Gli effetti potenziali che gli interventi avranno sul sito sono differenti dalla fase di cantiere alla fase di esercizio. Alterazione fisica dell ambiente L impatto su tale componente ambientale è causato dalle azioni necessarie alla realizzazione delle strutture, in quanto ciò comporta necessariamente una modifica dello stato di fatto. Tuttavia l intervento proposto, progettato coerentemente rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, non comporta un alterazione fisica irreversibile degli ambienti, in quanto tutte le strutture sono tali da poter essere smontate e lo stato di fatto dell arenile può essere facilmente ripristinato, così come accaduto negli anni passati a fine stagione balneare. Aumento della pressione antropica Per la natura e gli scopi per cui l intervento sarà realizzato, questo non ha la potenzialità di introdurre in fase di esercizio un grande numero di utenti. Tuttavia, come sottolineato precedentemente le zone in cui si realizzeranno gli interventi sono già fortemente antropizzate, pertanto gli stessi non comportano un aumento significativo della pressione antropica. Generazione di rumore L inquinamento acustico, in fase di cantiere, è dovuto essenzialmente al funzionamento delle macchine operatrici destinate allo spianamento dell arenile, al montaggio ed al trasporto di materiale. Si assume che le lavorazioni siano limitate ai normali orari di cantiere, che non si effettueranno lavorazioni notturne o in giorni festivi, che si eviteranno la coincidenza temporale e di vicinanza delle fasi lavorative particolarmente rumorose, per cui l impatto è da ritenersi poco significativo. Per quanto concerne le emissioni sonore in fase di esercizio si specifica che in orari diurni le attività previste dagli stabilimenti balneari non superano i limiti sonori individuati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 14/11/1997 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n 280 del 01/12/1997 e che tutti gli stabilimenti balneari oggetto del presente studio non prevedono attività notturne e quindi non sono previste emissioni sonore. Pagina 31

32 Emissioni in atmosfera Le interferenze sulla componente atmosfera generate dalla realizzazione delle attività di cantiere sono riferibili essenzialmente alle emissioni dei motori dei mezzi d opera e delle macchine di cantiere, alla formazione di polveri legata alla movimentazione della sabbia e alla circolazione dei veicoli leggeri e pesanti per il trasporto di materiali. Le emissioni in atmosfera sono riconducibili a quelle di un cantiere di modeste dimensioni operante in diurno per un periodo temporaneo. Il carattere temporaneo delle attività consente di escludere ipotesi di criticità attinenti alla propagazione di inquinanti in atmosfera rilasciati dalle attività. Ad ogni modo, emissioni legate ad eventi occasionali od emergenziali risulterebbero di lieve entità e difficilmente provocherebbero una variazione significativa della qualità dell aria nel sito di progetto o nell areale circostante. Per quanto riguarda, invece, l eventuale dispersione di polveri legata alla movimentazione della sabbia, l impatto verrà efficacemente mitigato utilizzando le normali pratiche di cantiere, quali la copertura dei mezzi destinati alla movimentazione della sabbia. In ogni caso, la durata limitata e temporanea delle fasi di lavoro fa si che la dispersione sia minima e concentrata nell immediato intorno delle aree di lavoro, cosicché l incidenza dell opera in fase di cantiere sulla componente atmosfera sia da considerare poco significativa e destinata ad annullarsi al termine dei lavori. In fase di esercizio non sono previste lavorazioni che potranno produrre inquinamento atmosferico di nessun tipo. Produzione ed abbandono di rifiuti In fase di cantiere la produzione di rifiuti è piuttosto contenuta per la natura stessa degli interventi: le strutture sono prefabbricate e saranno assemblate durante la cantierizzazione. La produzione dei rifiuti quindi è legata alla presenza di attività di ristorazione e di somministrazione cibi. I concessionari delle aree e titolari delle attività conferiscono a terzi i rifiuti derivanti dall attività ricettiva, quali imballaggi in carta e cartone, vetro, plastica, alluminio, resti organici del bar, ect. Ciascuno stabilimento balneare sarà dotato di idonei contenitori per la raccolta differenziata. Alterazione della qualità delle risorse idriche e compromissione della falda Il rischio di inquinamento stimato per quanto riguarda la componente acqua e suolo sono imputabili a due fattori: lo sversamento accidentale da parte di mezzi di lavoro e la produzione di reflui durante la fase di esercizio. Le modalità di svolgimento del cantiere non prevedono interferenze dirette con il reticolo idrografico superficiale. Non vi saranno interazioni con il livello della falda, in quanto la realizzazione delle opere previste nel progetto non richiederanno scavi profondi tali da intaccare le linee freatiche. Pagina 32

33 La possibilità di sversamenti accidentali è bassa e comunque si tratta di un disturbo temporaneo che è legato alla durata della fase di cantiere e di piccola entità. Le risorse idriche superficiali e sotterranee non saranno intaccate quantitativamente; durante le attività si esclude qualsiasi emungimento e prelievo diretto per l approvvigionamento idrico. L approvvigionamento idrico in fase di esercizio prevede l allaccio alla rete comunale per l adduzione a scopo potabile. La produzione di reflui è legata alla presenza di attività di ristorazione, di somministrazione di cibi e bevande e di servizi igienici e docce. Lo stabilimento balneare è dotato di un blocco di servizi, costituito da servizi igienici e docce sull arenile. Flora L accesso allo stabilimento balneare interesserà in qualche misura la macchia presente sull arenile. Per accedere al lido infatti sarà necessario attraversare un sentiero che dalla viabilità già esistente (percorso vita) porterà allo stabilimento balneare. Su questo tratto di arenile la vegetazione è parte compromessa, tuttavia saranno adottate delle misure per ridurre tale incidenza come la realizzazione di passerelle di accesso allo stabilimento, come così come evidenziato al punto 3.4 delle LINEE GUIDA PER LA PROTEZIONE E RICOSTITUZIONE DEL SISTEMA DUNALE DELL ARCO JONICO LUCANO. Attuazione del Piano di Gestione Arco Jonico Lucano D.G.R. n 904 del 07/07/2015. Pagina 33

34 Fauna Per quanto riguarda gli impatti sulla componente faunistica questi saranno limitati ad un disturbo temporaneo delle specie stanziali dovuto alla rumorosità ed al movimento mezzi che ne potrà causare il temporaneo allontanamento. In ogni caso, si tratta di impatti di entità e durata limitata, a valenza locale e facilmente reversibili al termine dei lavori. L interferenza legata all emissione luminosa potrebbe determinare un alterazione degli indici di qualità della fauna di bassa entità e di breve termine. Tuttavia, come precedentemente evidenziato, lo stabilimento balneare non porrà in essere attività notturne. Nel dettaglio, si prevedono lievi impatti esclusivamente durante la fase di cantiere, nei confronti delle specie faunistiche che popolano gli intorni dell area di intervento, essenzialmente ascrivibili alla produzione di rumore, all emissione in atmosfera di polveri, alla presenza di mezzi meccanici e all inquinamento luminoso. Tali elementi di disturbo produrranno effetti di durata e di entità limitata, e saranno destinati ad annullarsi al termine delle lavorazioni. Impatto visivo e paesaggistico L intervento modificherà in maniera trascurabile i valori paesaggistici presenti nell area ed utilizzeranno metodologie costruttive e materiali compatibili con le caratteristiche dei luoghi. La scelta dei materiali da costruzione mira alla ricerca della migliore integrazione possibile del manufatto con l ambiente circostante; a tale scopo saranno utilizzati materiali naturali, come il legno, affinché, sia la materia che i suoi colori siano in sintonia con le pigmentazioni naturali del contesto, assicurando così l estetica, il decoro dell ambiente e la tutela delle tradizioni naturali del territorio. Sottrazione e/o frammentazione di habitat I lavori di realizzazione dello stabilimento balneare genererà una sottrazione di circa di habitat presente in questo AREA SIC IT pari a: ,00 mq per la postazione P016. Pagina 34

35 8.2 QUADRO RIASSUNTIVO DELLO SCREENING Le interferenze rilevate nel corso del presente studio verranno riassunte in una matrice, utilizzando simboli corrispondenti al grado di interferenza, ovvero: 0: interferenza nulla; +: interferenza potenziale non significativa; ++: interferenza potenziale significativa; +++: interferenza potenziale molto significativa; REV: interferenza reversibile; IRR: interferenza irreversibile. Matrice delle interferenze postazione P016 Fasi di lavoro Flora Fauna Habitat di interesse comunitario Spianamento dell arenile + ++REV +REV Recinzione area dell intervento 0 ++REV +REV Ripristino impiantistica 0 +REV +REV Realizzazione della struttura ++REV ++REV ++REV Posizionamento arredi per la spiaggia attrezzata ++REV +REV +REV Fase di esercizio 0 +REV +REV Dall analisi effettuata nella fase di screening si è rilevato che: - gli interventi non sono connessi o necessari per la gestione dei siti Natura 2000 ai fini della conservazione della natura; - le opere in progetto ricadono in area Rete Natura 2000; - l incidenza sulla componente flora dei siti considerati è incidente; - l incidenza negativa sulla componente faunistica che popola gli intorni dell area di intervento è potenzialmente significativa ma è limitata alla sola fase di cantiere; In conclusione, le attività in progetto, per quanto limitatamente incidenti nell ambito del sito Rete Natura 2000 ed in funzione della destinazione d uso delle aree interessate e dei risvolti socioeconomici derivanti dalla realizzazione delle opere che si tradurranno in sviluppo locale, sono da considerarsi di moderata incidenza. Pagina 35

36 9. VALUTAZIONE DI INCIDENZA - DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N 19AB.2016/D.0065 DEL 14/06/2016 L Ufficio Compatibilità Ambientale (Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti REGIONE BASILICATA) con Determinazione Dirigenziale n 19AB.2016/D.0065 del 14/06/2016 ha espresso, ai sensi del D.P.R. n.357/1997 e ss.mm.ii., Parere favorevole, con prescrizioni, sulla Valutazione di Incidenza per il progetto Installazione di chioschi e di stabilimenti balneari in area Rete Natura 2000 Costa Ionica Foce Agri località Lido in agro di Policoro (MT). Di seguito si riporta il punto 1) della D.D. sopracitata, riportante le prescrizioni per la postazione P016: (omissis) esprimere parere negativo per la postazione P016 poiché il tratto di costa che va dalla postazione P013 alla postazione P017 è l'unico tratto in cui l'arenile e il cordone dunale conservano una maggiore integrità all'interno del SIC, per la parte ricadente nel Comune di Policoro; la conservazione dell'habitat 1210 è necessaria, oltre che per le sue peculiarità floristiche, per il ruolo ecologico svolto sia nel contrastare l'erosione delle coste operata dal mare e sia come habitat riproduttivo di specie faunistiche la cui sopravivenza è messa in pericolo dalle attività umane quali il fratino (Allegato l alla Dir. 2009/147/CE) e il corriere piccolo (Allegato Il alla Dir. 92/43/CEE).(omissis) Pagina 36

37 10. DESCRIZIONE DEI MUTAMENTI DELLO STATO DEI LUOGHI. I mutamenti dello stato dei luoghi avvenuto nel corso degl'ultimi anni, non considerati nello studio per il rilascio del parere della predetta VINCA sono di seguito elencati: a. L area oggetto d intervento, su cui si intende installare la struttura balneare, non ricade nella fascia "cordone dunale" facente parte del Siti Rete Natura Costa Ionica Foce Agri - Codice Sito IT FASCIA S.R.N Costa Jonica Foce Agri - "cordone dunale"; Lotto P016 Pagina 37

38 b. La distanza del cordone dunale dalla battigia è circa 110 m.; il cordone dunale ha una profondità di 30 m., pertanto vi è uno spazio sufficiente per installare la struttura balneare che ha una profondità di 40 m., cordone dunale profondità cordone dunale 30,00 m. profondità Lotto P016 40,00 m. distanza battigia cordone dunale 110,00 m. Pagina 38

39 c. L'area interessata alla installazione dello stabilimento balneare ricade in una zona limitrofa a due strutture ricettive, il Villaggio "Marinagri" e la scuola della vela e del mare "Aquarius" che hanno già largamente antropizzato le aree confinanti; Marinagri Aquarius Lotto P016 Pagina 39

40 d. Dall'anno 2011 al 2016, a seguito della realizzazione delle opere portuali, la spiaggia in corrispondenza dell area oggetto d intervento, ha subito un ripascimento naturale tale da aumentare l'arenile di circa 80 m, aumentando considerevolmente, negli anni, la distanza del cordone dunale dalla battigia distanza battigia cordone dunale Ortofoto Pagina 40

41 e. La struttura risulta posizionata ad una distanza tale da non intaccare sia il ruolo ecologico svolto dal cordone dunale e sia l habitat riproduttivo di specie faunistiche quali il fratino e il corriere piccolo. Infatti, così come evidenziato al punto 1.4 delle LINEE GUIDA PER LA PROTEZIONE E RICOSTITUZIONE DEL SISTEMA DUNALE DELL ARCO JONICO LUCANO. Attuazione del Piano di Gestione Arco Jonico Lucano D.G.R. n 904 del 07/07/2015., l ambiente di particolare importanza, in quanto luogo dove si favorisce la nidificazione del corriere piccolo e del fratino risulta essere l abbondante fascia retro dunale umida che nel caso specifico non viene minimamente interessata dall intervento. FASCIA S.R.N Costa Jonica Foce Agri - "fascia retro dunale"; FASCIA S.R.N Costa Jonica Foce Agri - "cordone dunale"; Lotto P016 Pagina 41

42 f. L'accesso all area oggetto d intervento è garantita dalla presenza di una tratto di pista forestale tagliafuoco realizzata negli anni ottanta; inoltre, 1. la stessa è utilizzata come accesso alla spiaggia libera dai bagnanti fin dagli stessi anni di realizzazione. 2. Durante lo straripamento del fiume Agri nell anno 2013, con conseguente allagamento della zona a monte il percorso vita, lo stesso accesso è stato utilizzato dai VV.FF. e dal Corpo Forestale come canale di svuotamento delle acque fluviali straripate. Di seguito l evoluzione dell area osservato dalle Ortofoto presenti sul sito: Pagina 42

43 Pagina 43

44 11. MISURE DI MITIGAZIONE Al fine di limitare al minimo le incidenze significative su flora e fauna presente in maniera sporadica nelle aree d intervento e i maniera più consistente delle fasce retro dunali saranno adottate le seguenti misure: 1. non si utilizzeranno mezzi meccanici per la pulizia della spiaggia; il loro uso sarà specifico solo per la posa in opera delle strutture relative a gazebi, chioschi e simili; 2. i mezzi meccanici utilizzati solo per la posa in opera delle strutture relative a gazebi, chioschi e simili saranno mantenuti in buone condizioni di manutenzione; 3. sarà effettuata la bagnatura delle gomme degli automezzi e della sabbia nelle aree di cantiere per evitare l emissione di polveri; 4. per la realizzazione della spiaggia attrezzata si utilizzeranno esclusivamente strutture mobili in materiale leggero, facilmente rimovibili alla fine della stagione balneare. Tali strutture sono a basso impatto ambientale e la loro rimozione consente all habitat una buona ripresa delle condizioni durante le stagioni in cui non c è fruizione turistica; 5. l attraversamento della duna per l accesso allo stabilimento balneare sarà costituito da una passerella in legno sopraelevata in modo da evitare danni da calpestio alle residuali aree coperte da vegetazione spontanea; 6. gli interventi saranno contenuti nei limiti della concessione assegnata; 7. non si preleverà sabbia nelle aree contermini ai lotti in concessione; 8. si utilizzeranno, per la delimitazione del lotto, unicamente paletti ed un filo di cordame e non permanente; 9. sarà segnalato il divieto di transito per i mezzi meccanici sulla spiaggia; Pagina 44

45 12. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 5 Foto 1 Pagina 45

46 Foto 2 Foto 3 Pagina 46

47 Foto 4 Foto 5 Pagina 47

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