LE SFIDE DELLA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E

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1 LE SFIDE DELLA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE ANALISI E PROSPETTIVE PER IL FUTURO Luca Bianchi Direttore SVIMEZ

2 2. IL MEZZOGIORNO PROSEGUE LA (LENTA) RIPRESA, MA NELLA STAGIONE DELL INCERTEZZA RISCHIA UNA GRANDE FRENATA 3. LE NUOVE SFIDE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO: L AMPLIAMENTO DEI DIVARI SOCIALI ANCHE NELLA RIPRESA 4. DIVERGENZA E CONVERGENZA NELLE PERIFERIE D EUROPA: LA POLITICA DI COESIONE NON PUÒ ESSERE LASCIATA SOLA 2. LA NECESSITÀ DI RAFFORZARE LA COESIONE ECONOMICA E SOCIALE E LE INCOGNITE DEL POST- 2020

3 Fig. 1. Tassi di crescita annuali e cumulati del PIL in termini reali (%) (a) Paesi TESTO2014 TESTO Mezzogiorno -13,2 1,5 0,8 1,4 3,7-10,0 Centro-Nord -7,1 0,8 0,9 1,5 3,3-4,1 Italia -8,5 1,0 0,9 1,5 3,3-5,5 Ue (Composizione corrente) 1,4 2,3 2,0 2,5 6,9 8,4 Germania 5,9 1,7 1,9 2,2 6,0 12,3 Spagna -6,6 3,4 3,3 3,1 10,1 2,8 Francia 3,3 1,1 1,2 2,2 4,5 8,0 Grecia -26,0-0,3-0,2 1,4 0,8-25,4 (a) Calcolate su valori concatenati anno di riferimento 2010 LA RIPRESA PIÙ LENTA D EUROPA IL SUD CRESCE CON LA STESSA (DEBOLE) INTENSITÀ DEL CENTRO-NORD. UN RISULTATO POSITIVO E NON SCONTATO

4 Fig. 2. Gli investimenti nei settori (tassi annui e cumulati di variazione %) (a) Categorie TESTO TESTO Mezzogiorno Agricoltura, silv. e pesca -53,9 0,5 0,9 1,8 3,2-52,5 Industria in s.s. -37,4 2,5 7,0 7,5 17,9-26,1 Costruzioni -45,8 1,7 8,4 14,9 26,7-31,3 Servizi -37,1 5,2 0,6 2,7 8,7-31,6 Totale -38,2 4,5 2,0 3,9 10,7-31,6 Centro-Nord Agricoltura, silv. e pesca -27,6 1,7 3,8 1,6 7,3-22,3 Industria in s.s. -22,6 2,4 3,0 3,8 9,4-15,2 Costruzioni -49,4 0,9 8,9 6,6 17,2-40,8 Servizi -27,1 1,1 3,7 3,7 8,7-20,8 Totale -26,7 1,4 3,6 3,7 9,0-20,0 INVESTIMENTI: LA COMPONENTE PIÙ DINAMICA DELLA DOMANDA INTERNA (a) Calcolate su valori concatenati anno di riferimento 2010

5 Fig. 3. Evoluzione degli investimenti fissi lordi totali = Mezzogiorno: investimenti fissi lordi Centro-Nord: investimenti fissi lordi

6 Fig.4. Tassi annui e cumulati di variazione % dei consumi finali interni (a) Categorie TESTO2014 TESTO.. Spese per consumi finali famiglie Spese per consumi finali AAPP e ISP Mezzogiorno ,1 1,5 1,2 1,2 3,9-9,7-6,4-1,0 0,4-0,2-0,8-7,1 Totale -11,1 0,7 0,9 0,8 2,5-8,9 Spese per consumi finali famiglie Spese per consumi finali AAPP e ISP Centro-Nord -5,2 2,3 1,5 1,5 5,4 0,0 0,0-0,4 0,7 0,3 0,6 0,5 Totale -4,1 1,7 1,3 1,3 4,4 0,1 CONSUMI ANCORA DEBOLI CRESCONO MENO CHE AL NORD CALANO ANCORA I CONSUMI DELLA PA AL SUD (a) Calcolate su valori concatenati anno di riferimento 2010

7 Fig. 5. Variazione del PIL nelle regioni italiane nel periodo (tassi medi annui di variazione %) TESTO TESTO.. Regioni e ripartizioni M.a. Cum. Abruzzo 1,2 1,7 Molise -0,1 2,2 Campania 1,8 5,0 Puglia 1,6 2,8 Basilicata 0,7 11,1 Calabria 2,0 4,1 Sicilia 0,4 2,4 Sardegna 1,9 3,7 LA FORTE DISOMOGENEITÀ NELLA RIPRESA DELLE REGIONI MERIDIONALI Mezzogiorno 1,4 3,7 Italia 1,5 3,3

8 Fig. 6. Previsioni per alcune variabili macroeconomiche variazioni % TESTO TESTO.. Variabili macroeconomiche Mezzogiorno Centro-Nord PIL 1,4 1,0 0,7 1,5 1,4 1,2 Occupazione totale 1,1 0,6 0,4 1,1 0,5 0,5 Consumi totali 0,8 0,5 0,3 1,3 1,2 1,0 Consumi famiglie 1,2 0,9 0,7 1,5 1,4 1,3 Spesa della PA -0,2-0,3-0,6 0,3 0,5 0,0 Investimenti totali 3,9 3,1 1,8 3,7 4,2 2,0 IL RISCHIO DI UNA «GRANDE FRENATA» AL SUD SENZA POLITICHE ADEGUATE

9 2. LE NUOVE SFIDE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO: L AMPLIAMENTO DEI DIVARI SOCIALI ANCHE NELLA RIPRESA OCCUPAZIONE NUOVE MIGRAZIONI POVERTA SCUOLA I DIRITTI DI CITTADINANZA LIMITATI

10 Fig. 7. Andamento congiunturale degli occupati nel periodo T4_2008-T1_2018 (dati destagionalizzati T =100) È PROSEGUITA NEL 2017, SIA PUR CON UN RALLENTAMENTO NELLA PARTE FINALE DELL ANNO, LA CRESCITA DELL OCCUPAZIONE IN TUTTE LE AREE DEL PAESE. L OCCUPAZIONE NEL MEZZOGIORNO È DI 310 MILA UNITÀ INFERIORE AL IL TASSO DI OCCUPAZIONE È ANCORA DUE PUNTI AL DI SOTTO DEL 2008 NELLE REGIONI MERIDIONALI (44% NEL 2017, ERA 46% NEL 2008) IL TASSO DI OCCUPAZIONE DEI 15-34ENNI È CALATO DAL 35,8% DEL 2008 AL 28,5% DEL 2017: SOLO POCO PIÙ DI UN GIOVANE SU QUATTRO È AL LAVORO.

11 Fig. 8. I flussi migratori degli italiani nel 2016 Emigrati dal Mezzogiorno Unità % -di cui laureati ,2 -di cui giovani (15-34 anni) ,0 -di cui laureati ,6 Saldo migratorio netto Mezzogiorno -67,199 -di cui laureati ,8 -di cui giovani (15-34 anni) ,4 -di cui laureati ,6 SI INTENSIFICANO I FLUSSI DI MIGRAZIONE DAL SUD. TRA IL 2012 E IL 2016 IL SALDO NETTO È STATO NEGATIVO DI 783 MILA UNITÀ, DI CUI 220 MILA LAUREATI

12 Fig. 9. Famiglie con tutti componenti in cerca di occupazione (migliaia di unità) Mezzogiorno Centro-Nord Italia Fig. 10. Incidenza % delle famiglie in povertà per condizione professionale del capofamiglia Nord Centro Mezzogiorno L AMPLIAMENTO DEL DISAGIO SOCIALE: PIÙ FAMIGLIE POVERE ANCHE QUANDO È PRESENTE UN OCCUPATO Occupato 4,5 5,8 5,2 5,1 6,6 7,2 -di cui operaio o assimilato 8,8 12 9,8 11,5 11,1 11,7 In cerca di occupazione 20, ,2 24,2 16,0 30,9 Ritirato dal lavoro 2,0 2,4 3,0 3,1 9,0 7,9 Totale 4,2 5,4 4,8 5,1 8,6 10,3

13 LA CITTADINANZA LIMITATA : IL DIVARIO NEI SERVIZI AL SUD Fig. 11. Il tasso di copertura di alcuni servizi socio-assistenziali nelle regioni italiane Bambini da 0 a 2 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia 2014/2015 (a) 16,0 18,3 4,7 LA DEBOLEZZA DELLA RETE DEI SERVIZI SOCIALI AL SUD PER BAMBINI, ANZIANI E PER NON AUTOSUFFICIENTI Nord Centro Mezzogiorno Posti letto nei presidi residenziali socioassistenziali e socio-sanitari 2015 (b) 9,1 5,3 3,6 Nord Centro Mezzogiorno (a) Valori % (b)per abitanti Persone di 65 anni e più trattate in Assistenza domiciliare integrata 2016 (a) 3,5 2,5 2,5 Nord Centro Mezzogiorno

14 La disuguaglianza economica e sociale si riflette anche nella scuola Fig.12 Giovani (18-24 anni) con al più la licenza media abbandonano sia lo studio che la formazione professionalizzante Il tasso di abbandono scolastico è pari al 18,5% nel Mezzogiorno, al 14% nel Centro-Nord, al 10,6% nella media Ue a 27 Si è interrotto il processo di convergenza verso gli standard europei x

15 Mathematics performance Il divario di competenze dei giovani riflette il divario economico, sociale e culturale Fig. 13. Disparità tra regioni: livello socio-economico e risultati PISA Veneto Trento Friuli Venezia Giulia Lombardia 500 Valle d'aosta Bolzano PiemonteEmilia Romagna Toscana Marche Liguria Umbria Puglia Basilicata Campania Molise Sardegna Sicilia Abruzzo Lazio 425 Calabria 400-0,40-0,30-0,20-0,10 0,00 0,10 0,20 Mean PISA Index of Economic, Social and Cultural Status

16 Fig. 14. Indice sintetico della Pubblica Amministrazione (a) L INDICE SINTETICO DELLA PERFORMANCE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI NELLE REGIONI ITALIANE SULLA BASE DELLA QUALITÀ DEI 20 SERVIZI PUBBLICI FORNITI AL 0 CITTADINO NELLA VITA QUOTIDIANA. (a) Servizi considerati: % di rifiuti urbani smaltiti in discarica sul totale dei rifiuti urbani raccolti; % di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale; indicatori di efficienza negli uffici: Anagrafe, ASL e Poste; indicatori di qualità delle infrastrutture di rete: acqua, elettricità e gas; persone molto soddisfatte assistenza medica, infermieristica e dei servizi igienici ospedalieri; indice di attrattività delle Università; indice di attrattività dei servizi ospedalieri; presa in carico ponderata dell'utenza dei servizi per l'infanzia; presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata; assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari nell area anziani nei comuni.

17 3. DIVERGENZA E CONVERGENZA NELLE PERIFERIE D EUROPA: LA POLITICA DI COESIONE NON PUÒ ESSERE LASCIATA SOLA IL MEZZOGIORNO SI ALLONTANA DALLE ALTRE «PERIFERIE» DI EUROPA. INTERROGARSI SULLE RAGIONI DI QUESTA DIVERGENZA TERRITORIALE: CAUSE ENDOGENE (DEFICIT STRUTTURALI, INEFFICIENZA P.A., CHE LIMITANO IMPATTO POLITICHE) O CAUSE ESOGENE (CONDIZIONI ASIMMETRICHE DERIVANTI DA POLITICHE MACROECONOMICHE NAZIONALI E SOVRANAZIONALI POCO FAVOREVOLI, CONDIZIONI COMPETITIVE PIÙ VANTAGGIOSE PER AREE IN PAESI CON SISTEMI FISCALI E CONTRIBUTIVI PIÙ LEGGERI )

18 Il carattere selettivo della convergenza regionale Fig. 15. Tassi di crescita del PIL in PPA per abitante, nel periodo , per Paese e area di intervento comunitario (valori cumulati) Paesi Aree di intervento Ue a 28 Competitività 29,2 9,3 41,2 Convergenza 41,8 19,8 69,9 Totale 31,2 11,1 45,8 Area Euro 18 Competitività 28,0 8,7 39,1 Convergenza 37,6 5,2 44,7 Totale 29,0 8,3 39,7 Ue a 15 Competitività 27,8 8,8 39,0 Convergenza 29,2 1,3 30,8 Totale 27,9 8,2 38,4 Nuovi Paesi Ue (13) Competitività 69,1 20,6 103,9 Convergenza 50,5 30,8 96,9 Totale 54,8 28,2 98,5 Italia Competitività 16,7 1,8 18,8 Convergenza 17,4 0,5 18,0 x Totale 16,8 1,5 18,6 Convergenza nella Ue a 28 Interrotta la convergenza nell area Euro dopo la crisi Rallentamento della crescita nelle regioni convergenza della Ue a 15 Italia con le peggiori performance europee.

19 I DIVARI DI SVILUPPO SOCIALE RIFLETTONO I DIVARI ECONOMICI Fig. 16. Indice di Progresso Sociale (SPI) e sub indici nelle regioni europee, valori medi anno Paesi Aree di intervento SPI Bisogni essenziali Basi del benessere Opportunità Ue a 28 Competitività 71,5 82,4 65,0 67,7 Convergenza 55,8 63,6 55,8 48,7 Totale 66,5 76,4 62,1 61,6 Area Euro 18 Competitività 70,6 82,6 64,6 65,5 Convergenza 57,9 69,5 57,7 47,7 Totale 68,3 80,2 63,3 62,3 Ue a 15 Competitività 72,0 83,2 65,3 68,2 Convergenza 59,0 71,6 57,7 48,9 Totale 70,3 81,7 64,4 65,7 Nuovi Paesi Ue (13) Competitività 61,0 66,4 58,5 58,2 Convergenza 54,5 60,3 55,0 48,6 Totale 55,3 61,0 55,4 49,8 Italia Competitività 61,0 76,9 56,2 51,4 Convergenza 51,8 64,2 51,8 40,8 Totale 58,4 73,4 55,0 48,5 Connotazione europea del ritardo meridionale, il valore più basso tra le aree convergenza soprattutto nelle opportunità

20 xxx Fig.17. Indice di competitività regionale 2016 (RCI) nelle regioni della convergenza, per paese membro dell'ue (a) (UE=0) 0,2 0-0,2-0,4-0,6-0,8-1 -1,2-1,4 (a) La definizione di regioni della convergenza è aggiornata ai sensi della Decisione di esecuzione della Commissione notificata con il numero C(2014) 974 del 18 febbraio 2014, che ridefinisce le aree obiettivo per il periodo di programmazione

21 LA QUALITÀ DELLA PROGRAMMAZIONE: MANCATO COORDINAMENTO CON L AZIONE ORDINARIA xxx Mancanza di coordinamento con l'azione ordinaria: mancato inserimento della strategia di investimenti aggiuntivi in una cornice strategica generale; mancato nesso tra realizzazione dell opera e il funzionamento. Mancano politiche generali in molti ambiti della coesione, pertanto gli interventi si sostituiscono o si sovrappongo all azione ordinaria in modo incoerente: incertezza normativa, burocratica e attuativa. Uno dei campi principali in cui si pone il problema è la politica infrastrutturale, che ha conosciuto una drammatica divaricazione territoriale nel Paese proprio negli ultimi anni. Un paradosso: per le infrastrutture la politica di coesione è essenziale, per la coesione le infrastrutture sono il principale problema di ritardo.. x

22 xxx Fig. 18. Evoluzione degli investimenti pubblici e in opere pubbliche. Dati coerenti con il dato nazionale ISTAT = Previsioni del modello SVIMEZ Investimenti pubblici Centro-Nord Investimenti opere pubbliche Centro-Nord Investimenti pubblici Mezzogiorno Investimenti opere pubbliche Mezzogiorno

23 4. CONCLUSIONI: LA NECESSITÀ DI RAFFORZARE LA COESIONE ECONOMICA E SOCIALE E LE INCOGNITE DEL POST-2020

24 xxx LE RISORSE NEL POST 2020: I TAGLI ALLA COESIONE «NASCOSTI» NELLA PRIORITÀ DI SPESA «COESIONE E VALORI» Il taglio rispetto al precedente QFP è evidente: -11% rispetto ai 374 miliardi del Il ridimensionamento delle politiche di coesione passa attraverso i tagli del 45,8% al FC e del 7% al FSE+, mentre la dotazione del FESR aumenta del 2%. Questo ridimensionamento, però, non penalizza l Italia (+6%, con un guadagno tuttavia inferiore a quello «dovuto» applicando i criteri di ripartizione precedenti) La politica di coesione territoriale è parte di un ampia rubrica di spesa insieme ad altri interventi solo collaterali all obiettivo di ridurre i divari regionali x

25 xxx I PILASTRI DELLA RIFORMA DELLA COESIONE NEL POST 2020 (E I RISCHI CONNESSI DI AMPLIFICARE LA SUA «SOLITUDINE») 1. Semplificazione nelle regole, nella programmazione e nella gestione dei programmi; 2. Flessibilità nella programmazione e nella possibilità da parte degli Stati membri di riallocare le risorse inizialmente stanziate per la coesione su programmi diversi e su altre politiche di riforme nazionali; 3. Allineamento della politica di coesione al conseguimento delle priorità dell UE

26 LA SEMPLIFICAZIONE DELLA COESIONE NEL POST 2020 Ad esempio: un regolamento unico per sette diversi fondi; riduzione del numero di controlli e audit; riduzione a cinque obiettivi strategici rispetto agli undici obiettivi tematici del periodo Ma dalla semplificazione degli obiettivi di policy consegue la concentrazione tematica delle risorse: La maggior parte degli investimenti a valere sul FESR e sul FC sia pure con maggiore flessibilità per le regioni in ritardo di sviluppo sarà destinata all'innovazione che incideranno per il 46% sulla dotazione complessiva dei due fondi (il dato si fermava al 30% nel ) Innovazione è ambito di intervento molto più funzionale alle regioni che già hanno intrapreso un percorso di sviluppo.

27 xxx x LA FLESSIBILITA DELLA COESIONE NEL POST 2020 Le risorse stanziate su FESR, il FSE+ e il Fondo di coesione, saranno programmati inizialmente solo i primi 5 anni Ma : dotazioni per gli ultimi due anni decise in base a un riesame intermedio nel quale si rivedranno priorità e obiettivi iniziali dei programmi tenendo presenti le raccomandazioni specifiche per paese adottate nel contesto del semestre europeo nel 2023 e nel Risorse per finanziare riforme «nazionali»? la Commissione incoraggia le «sinergie» con gli altri strumenti dell UE (PAC, Horizon Europe, il meccanismo per collegare l Europa, il programma Europa digitale, il programma Erasmus+, il fondo InvestEU, LIFE). Rischio lteriore taglio di risorse per finalità proprie della Coesione?

28 xxx L ALLINEAMENTO DELLA COESIONE ALLE PRIORITÀ DELL UE La Coesione dovrà fornire contributo alle politiche prioritarie per l UE (ad esempio, integrazione di lungo termine dei migranti; «trasferimenti volontari» per finanziare InvestEU o altri strumenti UE per gli investimenti Viene rafforzato il collegamento «punitivo» con il programma di sostegno alle riforme e con il processo del semestre europeo; Vengono stabilite condizioni abilitanti più stringenti che devono rimanere soddisfatte durante tutto il periodo di attuazione. viene introdotta una condizionalità sulla rule of law che mira a sanzionare quei Paesi che, magari pur rispettando vincoli macroeconomici, violano altri principi del patrimonio comune europeo in tema di diritti e libertà fondamentali. x

29 xxx LE CONCLUSIONI DELL ANALISI SVOLTA L Europa «incompiuta» genera squilibri tra economie nazionali e condizioni «asimmetriche» di resilienza, crescita e competitività tra regioni; Convergenza regionale «selettiva» nell Ue (alimentata solo dalla crescita dell Est Europa; Europa mediterranea tagliata fuori, soprattutto il Sud) In assenza di strumenti comunitari di stabilizzazione e finanziamento comune di investimenti pubblici, la Coesione è «caricata» di strumenti e obiettivi che non le appartengono; Così la Coesione europea si allontana dal suo obiettivo originario di riduzione delle disparità regionali e non intacca i divari sociali tra regioni Cfr. Petraglia C., Provenzano G., 2017 x

30 LE PROPOSTE DELLA SVIMEZ PER UNA RIFORMA DELLE POLITICHE DI COESIONE (1/2) xxx La SVIMEZ ha partecipato al dibattito che si è aperto in Europa sulla riforma delle politiche di coesione depositando al Parlamento europeo una proposta per una politica europea della convergenza (Giannola A., Petraglia C., Provenzano G., 2017). Riforma e rafforzamento "interno" alla politica di coesione: i) rafforzamento delle risorse destinate alle aree meno sviluppate; ii) semplificazione non solo delle procedure, ma della stessa architettura della politica; iii) una politica di coesione che ponga al centro l occupazione giovanile. x

31 LE PROPOSTE DELLA SVIMEZ PER UNA RIFORMA DELLE POLITICHE DI COESIONE (2/2) xxx La Coesione da sola non basta, dev essere parte di una governance economica generale dell'europa che si ponga l'obiettivo della convergenza. La futura agenda della riforma delle politiche europee deve includere tre priorità: iv) una golden rule per gli investimenti pubblici strategici, spec. per colmare il gap negli investimenti in infrastrutture sociali, partendo dalle aree in ritardo (vedi il c.d. Piano Prodi Boosting investments in social infrastructure in Europe); v) un adeguato sistema di compensazione fiscale per controbilanciare il dumping fiscale e altre asimmetrie strutturali nella prospettiva di un loro progressivo superamento; vi) un riequilibrio geopolitico che punti sulle politiche di cooperazione e sviluppo per l'area mediterranea. x

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