1.3 Fado-Mele (GE) Dati generali
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- Fulvio Miele
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1 1.3 Fado-Mele (GE) Dati generali Il dissesto del Fado, localizzato a valle del contatto litologico ad andamento circa N-S che separa la formazione dei calcescisti s.l. da quella delle metabasiti dell Unità Voltri (Fig.42), è stato monitorato dal 2008 con inclinometri IA1, IA2, S3, S4 e con quattro piezometri (P2A, S1, PA1, S6), installati nell anno 2004 (Fig.43). Nel recente passato la zona del Fado è stata soggetta a fenomeni franosi che si sono verificati sul versante limitato dalla sede autostradale e dalla sede stradale più a valle. La strumentazione ricade all interno di alcuni corpi di frana censiti nell Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI) come segue: Inclinometri: (S3) Tipo Complesso Stato Quiescente generico Identificativo Area [mq] Inclinometri: (IA1 e IA2) Tipo Complesso Stato Quiescente generico Identificativo Area [mq] Inclinometri: (S4) Tipo Complesso Stato Stabilizzato generico Identificativo Area [mq] Di seguito si riassume l attività di monitoraggio del Data Attività Strumentazione Sistema di misura 22/06/ lettura di esercizio sulle guide Inclinometri S3, S4, Sonda servoaccelerometrica biax. S A1/A3 e sequenza di letture IA2, IA1 (15 ) A1B1/A3B3 Piezometri P2A, PA1 Tab. 3 - Misure effettuate nel 2017 nel sito del Fado 47
2 Fig Stralcio Carta Geologica Regionale (CARG) sc.1: S3 P2A TUR MIV S2 I1A I2A PA1 S6 S5 S4 S1 Fig Posizione degli inclinometri IA1, IA2, S3, S4 e piezometri P2A, PA1, S6 e S1 all interno del corpo di frana (S5 e S2, in fucsia, non sono utilizzabili) 48
3 1.3.2 Analisi dei dati inclinometrici Inclinometro IA1 (17,50 m) valle sede autostradale La verifica dei dataset nell anno 2017 attraverso i checksum e la deviazione standard non ha evidenziato anomalie strumentali della lettura effettuata. Analizzando i valori dell elaborazione differenziale integrale nel corso del 2017 si è potuto osservare una assenza di incrementi che possano fare pensare a un qualche tipo di movimento e i dati inclinometrici rappresentativi del monitoraggio dal 2008 hanno permesso di identificare spostamenti inferiori a circa 5mm e direzione azimutale appena rilevabile nel quadrante SW (Figg.44 e 45). Tale situazione è confermata anche dall elaborazione differenziale locale in cui i singoli picchi sono attribuibili a oscillazioni dei valori strumentali; si deve sottolineare, però, che il massimo rilevato alla profondità di 9m (elaborazione differenziale locale) e caratterizzato da valori sempre in progressione seppur di lieve entità, potrebbe indicare una debolissima attività del versante. Altresì data la lunghezza limitata della tubazione, non si possono escludere movimenti di traslazione della stessa eventualmente coinvolta nel movimento in massa. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro IA1 49
4 Fig. 45 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro IA1 50
5 Inclinometro IA2 (17 m) - valle sede autostradale La verifica dei dataset nell anno 2017 attraverso i checksum e la deviazione standard non ha evidenziato anomalie strumentali della lettura effettuata. Dall elaborazione differenziale integrale si può osservare una sostanziale assenza di incrementi che possano far pensare a movimenti in atto: i dati inclinometrici rappresentativi del monitoraggio dal 2008 hanno permesso di identificare spostamenti inferiori a circa 4mm (Figg.46 e 47). Tale situazione è confermata anche dall elaborazione differenziale locale in cui i singoli picchi sono attribuibili a una oscillazioni dei valori strumentali. Alla profondità compresa tra -8m e -10m (picco a - 9m) è presente una zona caratterizzata da un innalzamento dei valori strumentali, che come già espresso per l inclinometro IA1, risulterebbe in aumento e potrebbe indicare una leggera attività del versante. Peraltro la lunghezza limitata della tubazione può non identificare eventuali movimenti profondi e conseguentemente potrebbe essere coinvolta in movimenti di traslazione. Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro IA2 51
6 Fig. 47 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro IA2 52
7 Inclinometro S3 (25 m) - valle sede autostradale La verifica dei dataset nell anno 2017 attraverso i checksum e la deviazione standard non ha evidenziato anomalie strumentali della lettura effettuata. I dati inclinometrici registrati fino ad oggi e rappresentativi del monitoraggio dal 2008, hanno permesso di identificare in generale valori assoluti negli spostamenti piuttosto bassi. I valori infatti risultano fino al 2011 contenuti entro 5mm confermando quindi l assenza di spostamenti, mentre nelle successive letture a partire dal 2013 si è assistito ad una evoluzione del quadro deformativo con valori strumentali aumentati fino a 12mm di spostamento orizzontale. Tale situazione è ancor meglio osservabile con il grafico dell elaborazione locale in cui si rileva a partire da -8m fino in superficie un incremento dello spostamento e dal grafico polare un evidente spostamento in direzione W-SW, massima pendenza del versante. Sebbene si tratti sempre di incrementi di lieve entità, l evidente innalzamento dei valori strumentali sembra confermare l attività del versante, e pertanto si ritiene oggettivamente importante verificare con le prossime letture tale situazione. (Figg.48 e 49). Fig. 48 -Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) S3 53
8 Fig. 49 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S3 54
9 Inclinometro S4 (24,5 m) - valle sede autostradale La verifica dei dataset nell anno 2017 attraverso i checksum e la deviazione standard non ha evidenziato anomalie strumentali della lettura effettuata. I dati inclinometrici registrati fino ad oggi e rappresentativi del monitoraggio dal 2008, hanno permesso di identificare in generale valori assoluti negli spostamenti piuttosto bassi inferiori a circa 3mm con direzione non rilevabile e pertanto, dato il basso valore della risultante degli spostamenti, il dataset potrebbe complessivamente rientrare nel campo delle oscillazioni strumentali (Figg.50 e 51). Fig Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) S4 55
10 Fig.51 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro S4 56
11 1.3.3 Conclusioni La frana in oggetto (Figg.52 e 53) è caratterizzata da un area complessa dal punto di vista strutturale ove metasedimenti e metabasiti risultano strutturati insieme. Il quadro stratigrafico della frana del Fado è stato definito nelle stratigrafie di lavori pregressi collegati alla bonifica e/o monitoraggio, così come di seguito descritte: I sondaggi ubicati nel corpo di frana definito complesso quiescente ed eseguiti dalla Comunità Montana Argentea ( Relazione geologica inerenti le indagini geognostiche ed i monitoraggi eseguiti per la progettazione preliminare complessiva della frana in località Fado nel Comune di Mele con raccordo delle azioni già intraprese per la messa in sicurezza delle infrastrutture presenti - viabilità ex ANAS, Ferrovia Genova Ovada, Autostrada A 26, Dott.Geol. Scottoni), avevano individuato nella zona centrale una coltre di versante limosoargillosa ad elevata plasticità, potente in media 20m su basamento calcescistoso (solo in S3 dalla stratigrafia si evince il basamento a 12m). I sondaggi ubicati più a sud nel corpo di frana definito complesso attivo eseguiti da Autostrade spa (Dott.Geol. Angelini), avevano rilevato un basamento roccioso presente a una profondità di circa 3-5m al di sotto di una coltre limoso-argillosa. I calcescisti in ogni caso risultano molto fratturati e alternano tratti di buona qualità litotecnica a tratti in cui la roccia è disgregata in scaglie secondo famiglie di fratture e secondo il piano di scistosità principale mentre la coltre sovrastante, sembra denotare una forte diversità dello spessore da zona a zona. Fig.52 - Area in frana che insiste sull abitato del Fado e sulle sedi stradale e autostradale (direzione di movimento allo stato attuale evidente solo in una zona) 57
12 Gli inclinometri hanno permesso di monitorare i tre corpi di frana definiti frane complesse quiescenti e/o stabilizzate in IFFI mentre il settore centrale considerato attivo allo stato attuale non è monitorato da alcun inclinometro (S5 è stato abbandonato per inaffidabilità nelle misure). Inoltre si osserva che per il corpo di frana adiacente (considerato quiescente), essendo la lunghezza degli inclinometri oggetto del monitoraggio limitata (17 m per IA1 e IA2 ), non si possono escludere movimenti di traslazione delle tubazioni dovute a possibili scorrimenti a profondità superiore. Fig.53 - DTM dell orografia circostante l area del Fado: si osserva l elevata energia del rilievo che sovrasta il sito con la strumentazione installata I dati inclinometrici raccolti dal 2008 fino al 2011 hanno permesso di identificare in generale valori assoluti negli spostamenti inferiori a circa 5mm senza evidenziare alcuna deformazione (Figg.54 e 55). Nelle successive letture a partire dal 2013, nella zona più a nord (S3), si è assistito ad una evoluzione del quadro deformativo, in cui i valori strumentali sono andati aumentando fino a 12mm di spostamento orizzontale. Sebbene si tratti sempre di incrementi di lieve entità, ma con un evidente innalzamento dei valori strumentali, si ritiene oggettivamente importante verificare con prossime letture tale situazione. I dati idrogeologici hanno confermato anche per il 2017 la presenza di una circolazione idrica sotterranea profonda ben al di sotto del piano campagna (soggiacenza di circa 16m): i piezometri a tubo aperto, sono localizzati all interno del corpo di frana, drenato nella quasi totalità, a cui non si associa alcun tipo di movimento del terreno. Alcuni piezometri Casagrande intestati a profondità maggiori nel basamento roccioso hanno rilevato una circolazione idrica profonda a circa 24m. Ciò 58
13 significa che le opere di drenaggio della zona hanno limitato al minimo la circolazione idrica sotterranea, assente per almeno 16m dal piano campagna. Fig. 54 -Velocità delle deformazioni. Fig. 55 -Soggiacenza della falda. 59
14 Considerando gli anni , si conferma la sostanziale quiescenza del versante anche a seguito di eventi meteorici prolungati/intensi. Per il momento si può affermare che il regime pluviometrico non sembra avere effetti diretti sulla zona della frana e quindi gli interventi eseguiti sembrano sopportare adeguatamente lo stress indotto sul suolo dalle piogge (Fig.56). Fig. 56 Andamento pluviometrico mensile (stazione MELE) per gli anni I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano nel periodo (dati ERS) un debole movimento con una velocità media annua di circa 1mm, mentre nel periodo (dati ENVISAT) con una velocità media annua intorno 4mm si registra un movimento superiore. I dati inclinometrici e interferometrici risultano essere sostanzialmente in linea delineando un quadro di sostanziale quiescenza del versante ad eccezione di alcuni dati satellitari ENVISAT che rappresentano un movimento di alcuni millimetri. Ne segue che l unico possibile dubbio riguarda la presenza di dati senza evidenze di movimento acquisiti su inclinometri di limitata lunghezza (IA1 e IA2). 60
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