10 SUB AMBITO PROVINCIALE DELLA MONTAGNA PISTOIESE
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1 10 SUB AMBITO PROVINCIALE DELLA MONTAGNA PISTOIESE Come già stabilito in precedenza, con il presente piano viene istituito il Sub Ambito Provinciale della Montagna Pistoiese, costituito dai territori dei Comuni di Abetone, Cutigliano, Marliana, Pescia, Piteglio, Sambuca e San Marcello, ai sensi dell'art 23, comma 2, del D.Lgs 22/97. La istituzione del sub ambito risponde a due necessità. In primo luogo c'è da riconoscere che, di fatto, questi Comuni costituiscono già una realtà autonoma rispetto agli altri Comuni dell'ato n. 5 in quanto fanno parte del Consorzio Servizi Ambientali (CO.SE.A.) di Castel di Casio in Provincia di Bologna e smaltiscono i propri rifiuti presso gli impianti di tale Consorzio rispondendo così anche al dettato normativo di cui al citato art. 23 il quale consente la istituzioni di ambiti sub provinciali "purché in tali ambiti territoriali, sia superata la frammentazione della gestione". In secondo luogo, la istituzione di detto sub ambito tiene conto della volontà espressa dalle Province di Pistoia e Bologna (vedi Protocollo d'intesa rispettivamente approvato con delibere dei Consigli Provinciali di Pistoia e Bologna n. 47 del e n. 2 del ) di valutare la possibilità, attraverso uno specifico studio,, di una pianificazione autonoma per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti urbani nei Comuni dei territori montani delle due Province, riferita alle specificità ambientali di tali territori e fermo restando l'appartenenza dei Comuni in argomento agli ATO stabiliti dalle rispettive legge regionali. La volontà delle due Province è stata integralmente recepita dagli Assessorati all'ambiente della Regione Toscana e della Regione Emilia Romagna i cui uffici stanno lavorando al perfezionamento di una convenzione, da adottare ai sensi dell'art. 5, comma 5 del D.Lgs. 22/97 con la quale, per gli accordi già intercorsi verrà stabilito quanto segue: "Articolo 1 La Regione Emilia Romagna e la Regione Toscana, rappresentate rispettivamente da, valutano positivamente le forme di collaborazione tra le Province di Bologna e Pistoia in merito alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti urbani nel territorio dei Comuni montani delle due Province citati in delibera e si impegnano a favorirla nell'ambito delle rispettive competenze. Articolo 2 199
2 Le Province di Bologna e Pistoia, nell'ambito di approvazione dei rispettivi piani di gestione dei rifiuti valuteranno, nel rispetto delle leggi regionali di riferimento e sulla base di reciproci rapporti, la possibilità di individuare soluzioni impiantistiche ed organizzative al servizio dei Comuni montani di cui al precedente articolo 1, al fine di conseguire una migliore tutela dell'ambiente oltre che ad una più efficiente e razionale pianificazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Articolo 3 1. Negli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti individuati negli strumenti di pianificazione di cui al precedente articolo 2, si deroga ad ogni norma che ne vieti l'utilizzo da parte dei Comuni montani delle due Province di Bologna e Pistoia, fino ad un quantitativo massimo di tonnellate/anno provenienti dalle aree di competenza di ciascuna Provincia. 2. Sino all'aggiornamento dei piano tale deroga sarà consentita anche al fine di permettere la prosecuzione dei rapporti di collaborazione già in essere. Articolo 4 Le autorizzazioni all'esercizio degli impianti rilasciate dagli Enti competenti ai sensi delle rispettive normative regionali dovranno essere conformi alla presente convenzione." Pertanto, sulla base di quanto sopra e nel rispetto della legislazione della Regione Toscana in tema di gestione dei rifiuti, con il presente Piano viene programmata la gestione dei rifiuti urbani nel Sub Ambito della Montagna Pistoiese in attesa di conoscere i risultai dello studio in corso fra le Province di Bologna e Pistoia finalizzato ad una specifica pianificazione nei territori montani delle due Province. Sulla base dei risultati di tale studio e nel rispetto delle norme di cui alla L.R. 25/98, e successive modificazioni e integrazioni, sarà valutata la possibilità di apportare eventuale modifiche al presente documento interessanti il territorio montano della Provincia di Pistoia Prevenzione Sulla base dei dati sulla produzione dei rifiuti (vedi tabelle nn. 9, 10, 11 e 12), la quantità dei rifiuti nei Comuni del Sub Ambito è passata da t/a. del 1996 (49,92 t/g.), a t/a. nel 2000 (58,45 t/g.), con un aumento medio annuo sulla produzione di circa il 4%. La produzione pro capite giornaliera è passata da Kg. 1,450 del 1966 a 1,710 del 2000, con 200
3 un aumento medio annuo del 4,21 %, risultando sostanzialmente simili agli aumenti registrati a livello di ATO Pertanto, per le attività di prevenzione volte alla riduzione della produzione dei rifiuti, si conferma anche per il Sub Ambito della Montagna le indicazioni e prescrizioni di al precedente capitolo Raccolta differenziata Nei Comuni del Sub Ambito, alla data del 28 febbraio 2001 (seconda scadenza del decreto Ronchi entro la quale doveva raggiunto l'obiettivo del 25%) era stata raggiunta una percentuale media del 18,47% di raccolta differenziata. C'è stato quindi uno scarto in percentuale di meno 6,44% punti rispetto ai rimanenti Comuni dell'ato dove, nello stesso periodo, la raccolta differenziata si è mediamente attestata sul 24,91 %. L'organizzazione di un efficiente servizio di raccolta differenziata è fortemente condizionato dalla realtà territoriale e dalla densità abitativa dell'area considerata. In un bilancio costi/benefici occorre quindi anche tenere conto del carico ambientale derivante dall'inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto. L'area del Sub Ambito della Montagna Pistoiese è caratterizzata, se si esclude il Comune di Pescia, da modesti centri urbani, corrispondenti in genere alla sede del Comune, e da una miriade di piccoli agglomerati abitativi e case sparse disseminate su tutto il territorio per il raggiungimento dei quali occorre spesso percorrere lunghi e disagevoli tratti di strada. Specie in queste ultime realtà, per alcune tipologie di rifiuti i benefici, ambientali ed economici, derivanti dalla raccolta differenziata vengono annullati dagli oneri di trasporto. Ciò vale soprattutto per i rifiuti a matrice organica per i quali, non essendo possibile effettuare degli stoccaggi per lunghi periodi per non dar luogo alla emissione di cattivi odori, occorrerebbe trasportarne modestissime quantità per lunghi tragitti. Qui, anziché spingere sulla raccolta differenziata della componente organica, sarebbe più opportuno incentivare la distribuzione mirata dei composter familiari presso gli utenti che dispongono di giardini o di terreni agricoli. Per la ragioni sopra accennate e per quanto già stabilito al capitolo 4, punto 4.4, fermo restando il raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dalle vigenti disposizioni nazionali e regionali nel complessivo territorio dell'ato n. 5, l'obiettivo di raccolta differenziata per ogni singolo Comune del Sub Ambito della Montagna Pistoiese, escluso il Comune di Pescia, con l'inizio della fase a regime, prevista al 1 gennaio 2005, non dovrà comunque essere inferiore al 25% del peso del totale dei rifiuti prodotti. Per il 201
4 Comune di Pescia, in considerazione del consistente agglomerato urbano, la quota minima di raccolta differenziata non dovrà essere inferiore al 35% dei rifiuti prodotti. Fatto salvo quanto sopra, restano confermate tutte le prescrizioni e indicazioni di cui al precedente capitolo 4. Al puro fine indicativo, nella tabella di fine capitolo si riportano gli obiettivi di raccolta differenziata di ogni componente merceologica calcolate su un obiettivo teorico del 35%. Per la stima delle quantità dei rifiuti si è proceduto come per gli altri Comuni dell'ato, prendendo cioè a riferimento la produzione del 2000, aumentata del 3% nel 2001 e del 2% negli anni 2002,2003 e Pertanto, la produzione prevista nel 2004 è di tonnellate. La composizione merceologica dei rifiuti è stata determinata con riferimento alla composizione media dell'ato facendo degli aggiustamenti in più o in meno sulla base di informazioni assunte dal COSEA Flussi dei rifiuti Attualmente nel territorio dei Comuni del Sub Ambito non esistono impianti di trattamento/smaltimento di rifiuti urbani. Gli unici impianti esistenti sono le due Stazioni ecologiche di San Marcello e Pescia a servizio della raccolta differenziata e funzionanti anche come stazioni di trasferimento, nonché due piccole discariche di rifiuti inerti in Comune di Piteglio. Pertanto, i Comuni del Sub Ambito, soci del CO.SE.A, inviano i propri rifiuti presso gli impianti di tale Consorzio situati in Provincia di Bologna. Sulla base dello studio in corso tra le Province di Bologna e Pistoia, sarà valutata la necessità di dotare anche il nostro territorio montano di impianti di trattamento o di smaltimento nell'ottica di un sistema integrato con gli impianti del versante bolognese e nel rispetto delle prescrizioni del Piano regionale di cui alla D.C.R.T. n. 88/98. Nelle more di tale studio, e fatto salvo quanto sarà stabilito nella convenzione tra la Regione Emilia Romagna e La Regione Toscana sopra richiamata e delle eventuali e successive modifiche al presente Piano, i Comuni del Sub Ambito continueranno ad utilizzare gli impianti del CO.SE.A. 202
5 Dai dati dell'anno 2000 risulta che nel Sub Ambito sono stati prodotti tonnellate di rifiuti urbani ed assimilati. Per quanto già stabilito al precedente capitolo 3, si ipotizza che la produzione dei rifiuti aumenti del 3% nel 2001 e del 2% negli anni 2002, 2203 e 2004, per stabilizzarsi, nel futuro, sulle quantità di questo ultimo anno. Con l'inizio della fase a regime la raccolta differenziata non dovrà essere inferire al 25% per cui, ipotizzando, a titolo prudenziale, che per gli anni 2002, 2003, e 2004 la raccolta differenziata non superi il 20%, la quantità di rifiuti indifferenziati da avviare, in una prima fase, agli impianti di trattamento e smaltimento siti in Provincia di Bologna di proprietà del CO.SE.A. sarà, orientativamente, la seguente: : t/a %+2% = ; % RD = t/a; : t/a % = ; % RD = t/a; : t/a % = ; % RD = t/a; e seguenti: % RD = t/a. Tali quantitativi consentono il pieno rispetto dei richiamati accordi in fase di peferzionamento tra la Regione Emilia Romagna e la Regione Toscana. I Comuni di Abetone, Cutigliano, Marliana, Piteglio e San Marcello invieranno i propri rifiuti agli impianti del CO.SE.A. transitando dalla Stazione di trasferimento sita in Comune di San Marcello, località Oppio, Zona industriale dell'oppiaccio mentre, per il Comune di Pescia, i rifiuti transiteranno dalla propria Stazione di trasferimento sita in località Macchie San Piero. Il Comune di Sambuca invierà direttamente i propri rifiuti agli impianti del CO.SE.A. Sono confermate tutte le altre prescrizioni e indicazioni riportate nel presente piano non in contrasto con quanto espressamente qui previsto per il Sub Ambito della Montagna Pistoiese. 203
6 TABELLA N 23 Ato N 5 Sub Ambito provinciale della Montagna Pistoiese Obbiettivi di Raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti Componente Composisizione Intercettazione 45% Rendimento 45% Carta e % 26,00 %45 11,70 cartone t/anno Legno % 1,50 %25 0,36 t/anno Lattine % 0,15 %50 0,08 di alluminio t/anno Lattine banda % 0,45 %50 0,23 stagnata t/anno Vetro % 7,00 %55 3,85 t/anno Plastiche % 17,00 %8 1,70 varie t/anno Organico verde % 3,00 %45 1,35 (sfalci ecc.) t/anno Organico da % 31,00 %40 12,40 utenze civili t/anno Tessili % 4,50 %25 1,13 t/anno Materiale % 3,10 %55 1,71 ferroso e non t/anno Varie (RUP, cart. % 0,80 %60 0,48 toner, olio veg. ecc.) t/anno Vario non % 5,50 //////////// ///////// recuperabile (1) t/anno //////////// ///////// Totale % 100,00 ///////////// 34,99 t/anno ///////////// (1) Spazzamento strade e vari 204
7 11. RIFIUTI SPECIALI Nel presente piano sono stati trattati esclusivamente i rifiuti urbani o comunque solo quei rifiuti che vengono ritirati dal soggetto che gestisce il servizio di nettezza urbana. La L.R. 25/98, a differenza del "decreto Ronchi", prevede anche l'approvazione di un piano per speciali e pericolosi che, per le sue caratteristiche e sulla base del piano per gli speciali approvato dal Consiglio Regionale, contrariamente al piano per i rifiuti urbani, sarà più di natura indicativa che prescrittiva. Pertanto, successivamente alla approvazione del presente piano sarà provveduto alla elaborazione e presentazione del piano per gli speciali. Tuttavia, nelle more di approvazione del piano per gli speciali, si ritiene necessario dare alcune prescrizioni e indicazioni al fine di incentivare il recupero e il corretto smaltimento di questi rifiuti. Occorre inoltre trattare il problema dello smaltimento di alcune categorie di rifiuti speciali che interessano direttamente i soggetti pubblici. Contrariamente a quanto avviene per i rifiuti urbani, una esatta quantificazione dei rifiuti speciali, dopo tre lustri dalla istituzione del catasto dei rifiuti, non è possibile. Nella elaborazione del Piano regionale dei rifiuti speciali e speciali pericolosi, di cui alla delibera C.R. del n. 385, l'agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR) ha preso a riferimento i dati della dichiarazione annuale (MUD) e su questi, sulla base di esperienze sul campo, ha effettuato delle stime finalizzate alla programmazione. Se per esempio prendessimo a riferimento i dati del MUD della Provincia di Pistoia e quelli stimati da ARRR, si passa da un quantitativo di t/anno ad un quantitativo massimo di t/anno. Pertanto, stanti le attuali incertezze, che comunque dovranno essere sciolte al momento della elaborazione del piano provinciale degli speciali ma che dai primi riscontri è risultata abbastanza attendibile, si ritiene in questa fase di prendere a riferimento la stima massima elaborata da A.R.R.R. che viene posta a base della programmazione. Sulla base di questa stima e riferendosi solo ai rifiuti di cui ai codici F1, F2, G0, H0 e K0 del vecchio codice italiano dei rifiuti che potenzialmente possono essere smaltiti in discarica di seconda categoria di tipo B, abbiamo le seguenti quantità : 205
8 - Provincia di Pistoia t/a Circondario di Empoli t/a totale t/a , uguale a circa 298 t/giorno I dati del Circondario di Empoli, essendo inclusi in quelli della Provincia di Firenze, non sono attualmente disponibili e quindi il loro quantitativo è stato calcolato in rapporto ai rifiuti prodotti in Provincia di Pistoia, in funzione del numero di abitanti. Questi rifiuti, in genere provenienti da attività produttive, possono essere tutti conferiti nella discarica 2/b di Fosso del Cassero. Riteniamo comunque di poter affermare, anche sulla base delle attività di riutilizzo presenti nel nostro ATO, che la quantità di rifiuti da avviare allo smaltimento sia inferiore di almeno un terzo rispetto a quella suindicata. Lo smaltimento di questi rifiuti è ampiamente assicurato dalla discarica di Fosso del Cassero che, come abbiamo in precedenza visto, è stata autorizzata per lo smaltimento di circa 320 t/g. di rifiuti sulla base di un progetto che mantiene, ad oggi, una potenzialità volumetrica residua di circa di mc. Pertanto, già da questa fase la discarica di Fosso del Cassero può sopperire alle esigenze di smaltimento dei rifiuti speciali prodotti nell'ato 5. Vediamo ora alcune tipologie di rifiuti speciali che interessano particolarmente l'ato 5 compreso il Sub Ambito della Montagna Pistoiese Rifiuti inerti Sulla base della stima di ARRR, nella nostra Provincia sarebbero prodotti, oltre a quelli di cui sopra, t/a di rifiuti inerti, di cui della Provincia di Pistoia e del Circondario di Empoli. Poiché nella produzione di questi rifiuti non è prevista la denuncia annuale (MUD), è difficile dire se tale cifra sia sotto o sovra stimata. Tuttavia, poiché attraverso trattamenti di triturazione e vagliatura, questi rifiuti sono in genere tutti recuperabili, le recenti norme sul riutilizzo hanno spinto molti operatori ad attivarsi per il loro recupero. La maggioranza di coloro che hanno effettuato la comunicazione per inizio di attività con le procedure semplificate (artt. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97), svolgono solo attività di stoccaggio (R13, messa in riserva), ma numerosi, e comunque presenti nelle vicinanze dei principali centri urbani, sono i soggetti che svolgono anche attività di trattamento e 206
9 selezione (R5) rendendo questo rifiuto idoneo al commercio ed al riutilizzo. Inoltre, il presente piano prevede la realizzazione, da parte di PUBLIAMBIENTE, di una Piattaforma per la valorizzazione dei rifiuti inerti e del vetro, in Comune di Fucecchio per le necessità dei Comuni del Valdarno Empolese. Inoltre, PUBLIAMBIENE è comproprietaria al 50% della ditta IRMEL S.r.l. la quale gestisce un impianto (sito in Comune di Ponte Buggianese, Via del Porrione n. 155) per la valorizzazione e il recupero di rifiuti inerti derivanti anche da demolizione e costruzione, con una capacità di trattamento di t/anno. In tale impianto potranno quindi essere inviati anche i rifiuti inerti derivanti da civili abitazioni dell ATO n. 5. Infine, PUBLIAMBIENTE ha in previsione di realizzare un impianto simile nel Comune di Certaldo, in prossimità della ostruendo variante alla S.S. 429, per le necessità dei Comuni della Val d Elsa. All interno del nostro A.T.O. sono autorizzate e funzionanti le seguenti discariche per inerti nelle quali possono essere smaltite partite di questi rifiuti eventualmente non recuperabili: - discarica 2/A per inerti in Comune di Piteglio di proprietà dello stesso Comune; - discarica 2/A per inerti in Comune di Serravalle di proprietà privata con annesso impianto tecnologico di triturazione e vagliatura del materiale al fine della sua valorizzazione ai sensi dell allegato 1 al D.M. Ambiente 5/2/1999; Inoltre, i rifiuti inerti, possono essere smaltiti anche presso la discarica 2/B di Fosso del Cassero in Comune di Serravalle utilizzando eventualmente tali rifiuti come materiale di ricopertura. Per quanto riguarda i rifiuti a base cementizia contenenti amianto, per il loro smaltimento si dovranno osservare le nuove disposizioni legislative relative al recepimento delle direttive comunitarie in tema di discariche. Pertanto, qualora gli impianti per la valorizzazione dei rifiuti inerti di proprietà pubblica non siano sufficienti a soddisfare le esigenze per il recupero di tali rifiuti provenienti da civili abitazioni, la Comunità d Ambito dovrà provvedere a stipulare apposite convenzioni con i soggetti privati per il conferimento dei predetti rifiuti agli impianti di trattamento e selezione, così come previsto al precedente cap. 4, paragrafo Qualora le discariche per inerti di proprietà pubblica non risultino sufficienti, o comunque risultino eccessivamente decentrate 207
10 rispetto ai luoghi di maggior produzione, la Comunità d Ambito dovrà stipulare apposite convenzioni con i soggetti privati proprietari di tali discariche per lo smaltimento di piccole partite di cemento - amianto risultanti dalla raccolta di cui al citato paragrafo Fanghi civili Sulla quantità dei rifiuti conferibili in discarica sono stati inclusi anche i fanghi organici, di natura civile o a questa assimilati, prodotti dagli impianti di depurazione che, abbiamo calcolato, in circa t/anno. In considerazione che I fanghi civili dell'ato 5 sono, in genere, tutti a norma con la tabella 1B del D. Lgs. 99/92, è possibile un loro utilizzo nella miscelazione con il compost nell'impianto di Montespertoli. Tale fanghi sono particolarmente utili per la produzione di compost di qualità ottenuto dalla miscelazione dei fanghi con i rifiuti verdi derivanti dai giardini e dalle attività agricole e forestali. Possono inoltre essere utilizzati direttamente nella attività agricola nel rispetto delle norma di cui al D.Lgs. 99/ Rifiuti speciali liquidi I rifiuti speciali allo stato liquido vengono smaltiti in impianti di depurazione tramite allacciamento all impianto o derivanti da trasporto su gomma. Gli impianti, di norma, sono autorizzati ai sensi del D.Lgs. 152/99, e successive modificazioni e integrazioni, relativo agli scarichi. Solo nel caso in cui gli impianti ricevano rifiuti liquidi su gomma, alcune fasi gestionali sono autorizzate anche ai sensi della normativa sui rifiuti (D.Lgs. 22/97) e sottoposti alla registrazione. Pertanto, una esatta quantificazione di questi rifiuti è possibile solo per quelli trasportati su gomma. Il piano per gli speciali dovrà definire con maggiore precisione lo smaltimento di questi rifiuti. Ciò dovrebbe essere facilitato dalla entrata in vigore delle nuove norme sugli scarichi di cui al citato D.Lgs. 152/99 e della conseguente normativa regionale che assegna la competenza autorizzatoria alle Province. 208
11 11.4. Rifiuti agricoli I rifiuti speciali agricoli si possono dividere in due grosse categorie : a) rifiuti provenienti dalle attività floro-vivaistiche e di confezionamento dei prodotti agricoli quali teli per serre, vasetteria, contenitori per fitofarmaci ecc. ; b) rifiuti provenienti dalla attività agricola vera e propria quali sfalci, potature, ramaglie, stallatico ecc. Per i primi, abbiamo già accennato (vedi cap. 4, par ) allo studio progettuale assegnato dalla Provincia di Pistoia a A.R.R.R. per il riciclo e riutilizzo dei materiali plastici derivanti dalla attività agricola. Le indicazioni che risulteranno da questo studio potranno essere utili nella elaborazione del piano per gli speciali. Quanto alla seconda categoria di rifiuti agricoli, una parte di questi, a rigore, se riutilizzati sul fondo agricolo, non rientrano neppure entro il campo di applicazione della normativa sui rifiuti (art. 8, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 22/97). Quelli che invece non vengono riutilizzati sul fondo agricolo possono, come rifiuti speciali, essere avviati all attività di compostaggio Impianti di stoccaggio provvisorio rifiuti speciali in conto terzi Nella nostra Provincia esistono una serie di impianti autorizzati alla effettuazione di stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali in conto terzi nei quali si svolgono le operazioni di smaltimento indicate all'allegato "B" del D.Lgs. 22/97, punti D/9 ("Trattamento chimico-fisico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D/1 a D/12"), D13 ("Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12"), D/14 ("Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13"), D/15 ("Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1a D14 escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti"). Nei precedenti piani delle Province di Pistoia e Firenze, tali impianti non erano oggetto di specifica localizzazione in quanto la necessità della loro ubicazione è soggetta a continui mutamenti in relazione alla produzione di rifiuti derivanti dalle attività 209
12 produttive. Per cui questi impianti venivano autorizzati, ai sensi degli artt 27 e 28 del D.Lgs. 22/97, valutando caso per caso. Tuttavia, dal momento che tali impianti non erano stati oggetto di specifica localizzazione nel Piano, in sede di conferenza provinciale il parere espresso dal Comune in riferimento alle norme e previsioni urbanistiche relative a quella localizzazione, veniva considerato, per prassi consolidata, vincolante per l'espressione del parere da parte della conferenza. Pertanto, nel riconfermare questa prassi e mantenendo tali impianti non oggetto di specifica localizzazione, si precisa che gli stessi, nelle more di approvazione del piano provinciale sui rifiuti speciali, potranno essere realizzati solo nel rispetto delle indicazioni e prescrizioni dettate dal piano regionale relativo ai rifiuti speciali di cui alla delibera C.R n Attività di riciclo e riutilizzo di rifiuti Nel nostro ATO già dalla fine degli anni Ottanta, sulla base di una positiva produzione legislativa della Regione Toscana (L.R , n.60) con la quale si individuavano le materie prime secondarie (MPS), le attività legate al riciclo e riutilizzo dei rifiuti, soprattutto dei rifiuti speciali, hanno avuto una considerevole affermazione. Queste attività si sono poi ulteriormente sviluppate e consolidate con la pubblicazione del DM con il quale, in riferimento agli artt. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97, si individuavano i rifiuti oggetto di riciclo e riutilizzo e si stabilivano le procedure semplificate per il recupero degli stessi. Ad oggi le comunicazioni di inizio di attività sono oltre 200 e interessano svariati settori merceologici. Il settore produttivo che maggiormente risulta interessato dalle attività di recupero è naturalmente quello edile, in virtù delle significative quantità dei rifiuti prodotti e della relativa facilità con la quale gli stessi possono essere trattati e riutilizzati. Ma altrettanto significativi e suscettibili di ulteriori sviluppi anche occupazionali, sono le attività legate ai settori metallurgici, del vetro, della carta, della plastica, della gomma e del settore informatico. 210
13 TABELLA N 24 PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI IN PROVINCIA DI PISTOIA (produzione 1996 ton/anno) Categorie catasto nazionale A1 A2 A3 A4 A5 Sub totale A B0 CO D0 E0 F1 F2 Sub totale F G0 H0 K0 L0 M0 TOTALE Soluzioni inorganiche 227 Soluzioni organiche Soluzioni basiche 0 Soluzioni acide 0 Soluzioni saline Sostanze non alogenate 0 Sostanze alogenate 0 Olii e grassi 114 Peci e morchie 0 Fanghi inorganici 106 Fanghi organici Metalli, non metalli, sali Rifiuti solidi Rifiuti assimilabili agli urbani Rifiuti Ospedalieri 548 Rifiuti inerti Fonte: 2^ stima A.R.R.R. 211
14 ELENCO DELLA DOCUMENTAZIONE A SUPPORTO TECNICO E SCIENTIFICO UTILIZZATA NELLA ELABORAZIONE DEL PIANO: 1) Modulo 1 ENEA: Definizione dello scenario di smaltimento. 2) Modulo 2 ENEA: Valutazioni comparative degli effetti ambientali collegati agli scenari proposti mediante l'analisi del ciclo di vita dei rifiuti (con allegati tecnici). 3) ARPAT: Studio di compatibilità ambientale per la localizzazione degli impianti di smaltimento previsti dal Piano di gestione dei rifiuti dell'ato n. 5. 4) Associazione Intercomunale n GE.T.AS. S.r.l.: Selezione di siti di discarica per RSU nel territorio della Associazione, idonei per le caratteristiche geologiche e per distanza ottimale dagli insediamenti abitativi. ***** 212
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