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1 COSI DI PRODUZIONE E REDDIIVIÀ DEI PRINCIPALI PAESI PRODUORI Competitività in crisi per i bovini da carne europei Il confronto tra costi di produzione e redditività degli allevamenti da carne dell Europa occidentale, e Sud America ha dimostrato che nel nostro continente il costo della carne è il più elevato: tra 4 e 45 US$/1 kg, con punte massime in,, e dove anche la redditività è risultata piuttosto deludente di Claudio Montanari Sono stati pubblicati nel consueto rapporto annuale gli ultimi risultati dell attività condotta dall Agribenchmark beef network, una rete internazionale di ricerca che ha l obiettivo di approfondire la conoscenza dei sistemi di produzione di carne bovina nelle diverse aree del mondo. L iniziativa è promossa e coordinata dall Istituto federale per la ricerca agraria (Fal) con sede a Braunschweig () e dallo scorso anno è supportata dalla tedesca Dlg - Deutsche landwirtschafts-lesellschaft. A essa partecipano ricercatori di 1 Paesi europei e 7 extracomunitari, tra i quali sono compresi i più forti produttori mondiali di carni bovine. Con l ingresso nella rete del Crpa di Reggio Emilia, dallo scorso anno anche l rientra tra i Paesi rappresentati nelle analisi. Uno dei principali risultati dell attività è il confronto su scala internazionale della competitività dei sistemi di allevamento che caratterizzano la produzione di carne bovina dei Paesi partecipanti. Gli indicatori considerati sono i costi di produzioni e la redditività degli allevamenti, calcolati mediante una metodologia comune. Il confronto è supportato, inoltre, dalla condivisione di una considerevole mole di dati statistici e informazioni qualitative relative ai singoli mercati nazionali, alle specificità territoriali e alle caratteristiche dei diversi sistemi produttivi, che forniscono strumenti utili a comprendere le ragioni delle differenze esistenti tra ciascun Paese. Parte dei risultati dell attività, insieme a maggiori dettagli sugli istituti che promuovono e partecipano all iniziativa, possono essere consultati sul sito web del progetto ( dove sono indicati anche recapiti e modalità per l acquisto del rapporto annuale 27 (Beef report 27, disponibile solo in lingua inglese). I consumatori spagnoli prediligono carni di bovini giovani, di età compresa tra i 12 e i 14 mesi e di 5 kg di peso Nei Paesi del Nord Europa prevalgono le razze da latte a duplice attitudine (Holstein e Simmental), nel sono molto diffuse le razze da carne autoctone e di origine francese Caratteristiche dei sistemi di allevamento Il confronto internazionale relativo al 26 riguarda 38 allevamenti tipici per un totale di 16 Paesi. Questi comprendono oltre ai principali Paesi europei, tra cui,, e, i più importanti produttori mondiali di carne bovina. Per il continente americano sono rappresentati sia i sistemi intensivi, che caratterizzano la produzione di e, sia quelli estensivi localizzati nell emisfero meridionale e tipici di e. Il quadro è completato poi dall il primo esportatore mondiale di carne bovina insieme al oltre che da Sud Africa e. I sistemi aziendali considerati presentano differenti gradi di specializzazione. ra gli allevamenti strettamente dedicati alla sola attività di ingrasso rientrano gli enormi feedlot (animali allevati in recinti all aperto) statunitensi, quelli canadesi e australiani e i più piccoli allevamenti confinati italiani e spagnoli, nei quali altre attività a integrazione del reddito sono assenti o complessivamente marginali. Seppure configurino un sistema completamente differente, anche le aziende brasiliane presentano un elevato livello di specializzazione. La produzione di bovini, che può basarsi su sistemi a ciclo chiuso o di solo ingrasso, rappresenta l unica fonte del reddito aziendale e l intera superficie agricola disponibile è funzionale all allevamento, essendo utilizzata esclusivamente per il pascolo del bestiame. Al contrario in, dove l allevamento è pure condotto all aperto, la vendita di cereali o di altre colture da 2/28 L Informatore Agrario 25

2 ECNICA reddito, generalmente rappresenta una quota consistente dei ricavi aziendali. Le altre realtà del panorama europeo presentano un profilo piuttosto articolato. Nella maggior parte, queste combinano l allevamento dei bovini con colture da reddito. Nel caso delle aziende britanniche, e di alcune aziende tipiche francesi e austriache, l ingrasso di bovini è integrato all allevamento di vacche nutrici, mentre per i piccolissimi allevamenti polacchi l attività è complementare all allevamento di vacche da latte. Le razze Il tipo genetico dei vitelli dipende anche dalla distribuzione del patrimonio di vacche di ciascun Paese tra vacche nutrici e vacche da latte. Nei Paesi del Nord Europa (,,, ) prevalgono le razze da latte o a duplice attitudine (Holstein Friesan e Simmental), con l eccezione del Regno Unito dove sono altrettanto diffusi incroci di razze da carne autoctone (Hereford) e di origine francese. Oltre che nel Paese di origine, le razze da carne francesi sono prevalentemente allevate nei centri di ingrasso dell settentrionale, che importano i vitelli direttamente dalla. Nel Nord America, così come in e nel sud dell, l allevamento è generalmente specializzato su razze di origine britannica, principalmente Angus, Hereford e loro incroci. Negli stati maggiormente vocati del, come il Mato Grosso e il Mato US$/1 kg peso morto LA MEODOLOGIA UILIZZAA Gli allevamenti più rappresentativi La metodologia si basa sulla definizione di «azienda tipica», rappresentativa, cioè, di quei sistemi di allevamento che concorrono in misura maggiore alla produzione del Paese considerato. Alla sua identificazione si arriva seguendo una procedura standardizzata, che parte dall individuazione delle regioni a più elevata densità di bovini da carne. All interno di esse sono quindi considerate le forme di specializzazione più diffuse (ingrasso, ciclo chiuso, sistema misto latte-carne). La dimensione è indicata nel nome identificativo delle aziende, che riporta la sigla del Paese e il numero di capi venduti nell anno. I due allevamenti tipici italiani riportati nell analisi sono rappresentativi del sistema di ingrasso di ristalli di origine francese, che contribuisce per oltre il 4% alla produzione nazionale di carni bovine. Si è optato per aziende di medio/grande e grande dimensione in quanto concentrano la quota più elevata della produzione attribuibile a questo sistema. Grosso do Sul, gran parte della produzione proviene da bovini della specie aurus indicus, del tipo genetico Nelore che meglio si adattano al clima tropicale di queste aree. Per le stesse ragioni, incroci di razze appartenenti alla specie zebuina (Brahaman) con altre di specie europea sono diffusi nel Nord dell e in. Le razioni alimentari Esistono notevoli differenze dovute agli effetti di scala sul costo del lavoro e del capitale investito: nelle aziende più piccole rappresentano fino al 5% del costo totale. Costi diretti Ammortamenti Lavoro famigliare e capitale Prezzo Prezzo + premi accoppiati GRAFICO 1 - Costi e ricavi medi totali degli allevamenti da ingrasso (26) Le aziende possono essere infine classificate considerando il tipo di razione alimentare adottato e la provenienza degli alimenti, che sono direttamente collegati al sistema di allevamento (confinato o all aperto) e alla scala con cui viene condotta l attività. Emergono in questo modo tre principali sistemi. Il primo è caratteristico degli allevamenti estensivi sudamericani, dove il pascolo è la principale fonte di sostentamento del bestiame e le strutture aziendali sono per lo più ridotte ai recinti che li delimitano. In questo gruppo rientrano anche alcune realtà della Gran Bretagna e gli allevamenti irlandesi. Il sistema prevalente nell Europa continentale è invece confinato all interno di strutture coperte e basato sulla somministrazione di insilati di produzione aziendale, con l integrazione di concentrati in tutto o in parte acquistati sul mercato. Infine, gli allevamenti su larga scala presenti nel Nord America, in e in parte anche in, si caratterizzano per il largo impiego di concentrati di provenienza quasi esclusivamente extra-aziendale e per l elevatissimo carico di bestiame rispetto ai terreni agricoli disponibili. La terra, in questi casi, non è un fattore di produzione rilevante essendo per lo più utilizzata per accogliere le vaste distese di feedlot che caratterizzano la tipica conformazione di questi allevamenti. Il sistema di alimentazione adottato, oltre che il tipo genetico, il sesso e l età dei bovini, determina l efficienza dell allevamento in termini di incremento ponderale dei capi. Nelle aziende australiane e sudafricane gli incroci di bovini della specie Bos indicus (Brahaman) alimentati in feedlot con alte percentuali di concentrati raggiungono i più elevati accrescimenti giornalieri (> 1,6 kg/capo per giorno) e, considerati anche i pesi relativamente contenuti, sostano per periodi più brevi in allevamento. I vitelli di ceppo inglese Hereford e 26 L Informatore Agrario 2/28

3 US$/1 kg peso morto Acquisto ristalli Alimentazione Altri costi diretti Gli allevamenti italiani, uno di grande e uno di media dimensione, hanno le spese correnti più elevate. (*) Esclusi gli ammortamenti, i costi del lavoro famigliare, della terra e del capitale in proprietà. GRAFICO 2 - Costi diretti (*) degli allevamenti da ingrasso (26) US$/1 kg peso morto Ricavi costi diretti Ricavi (costi diretti + ammortamenti) GRAFICO 3 - Redditività media di breve e medio periodo degli allevamenti da ingrasso (26) Considerando la redditività di medio periodo (cioè la differenza tra i ricavi unitari e i costi diretti) la situazione degli allevamenti italiani non permette di coprire i costi. Angus realizzano incrementi di oltre 1,4 kg/giorno nei feedlot americani e canadesi, mentre nelle aziende estensive argentine, dove vengono mantenuti al pascolo, la loro capacità di accrescimento si riduce intorno a,5 kg/giorno, con una durata dei cicli di ingrasso superiore ai 16 mesi. Per quanto riguarda le razze da carne dell Europa continentale, gli incrementi ponderali raggiungono un massimo di oltre 1,4 kg/giorno nelle aziende intensive italiane, in quelle spagnole e in alcuni dei più piccoli allevamenti francesi specializzati (Charolais e Limousine). Nel resto d Europa gli accrescimenti degli altri tipi genetici oscillano tra un minimo,9 kg/giorno per le razze da latte fino a un massimo di 1,35 kg/giorno per quelle da carne o a duplice attitudine. Fanno eccezione gli allevamenti al pascolo dell, dove la produttività scende intorno a,65 kg/capo per giorno. I livelli in assoluto più bassi sono rintracciabili negli allevamenti brasiliani, con una media di appena,4 kg/capo e una durata dei cicli superiore a due anni, a fronte di costi di alimentazione limitati al periodico rinnovo dei pascoli e alla somministrazione di soli integratori vitaminici e minerali. Analisi dei costi per 1 kg di peso morto venduto Classificando le aziende in base al livello dei costi totali, si possono individuare tre gruppi distinti, che in prima approssimazione sono caratterizzati dalla medesima localizzazione a livello continentale e/o dallo stesso sistema di allevamento. Superiori a 4 $. In fascia alta rientrano tutti gli allevamenti europei. Esistono chiaramente notevoli differenze dovute in particolare agli effetti di scala sul costo del lavoro e del capitale investito, che nelle aziende di più piccole dimensioni arrivano a rappresentare fino al 5% del costo totale (grafico 1). Gli effetti della dimensione si annullano, tuttavia, se si considera il livello dei soli costi diretti (cash cost). La prova più evidente è data proprio dai due allevamenti da ingrasso italiani di media e grande dimensione in cui complessivamente le spese correnti sono le più elevate, superiori anche a quelle delle aziende più piccole dell Europa settentrionale (grafico 2). Costi di 3 $. In questa fascia si collocano gli allevamenti a feedlot del Nord America, dell e del. Rispetto agli allevamenti più intensivi di e questi possono contare non solo su una maggiore produttività, che si traduce in costi del lavoro e del capitale più bassi, ma anche su un incidenza dei costi diretti (principalmente alimentazione e ristalli) sensibilmente inferiore. Inferiori ai 2 $. In questa fascia si collocano gli allevamenti brasiliani e argentini: le spese correnti sono pari a un quarto rispetto alla maggior parte degli allevamenti europei e del 6% inferiori in confronto ai feedlot australiani o nord americani. Inoltre, nonostante la differenza di produttività rispetto ai modelli più intensivi, il costo medio del lavoro e del capitale è per queste aziende contenuto dal bassissimo livello dei salari e degli investimenti in strutture e macchinari. Costi alimentari, Europa e resto del mondo Il grafico 2 mostra che la differenza dei costi diretti delle aziende europee in confronto alle altre realtà del resto del mondo è imputabile sia alle maggiori spese di alimentazione sia ai prezzi più alti dei ristalli. In particolare è l altissima incidenza dell acquisto dei ristalli a far lievitare i costi di produzione degli allevamenti specializzati del Nord. Per quanto riguarda invece le spese di alimentazione, i costi sostenuti dalle aziende italiane, anche se si mantengono molto al di sopra rispetto ai feedlot nordamericani, sono in linea o inferiori rispetto alla maggior parte delle altre realtà europee. La produzione di silomais a costi relativamente contenuti giustifica inoltre la differenza rispetto ai costi di alimentazione degli allevamenti intensivi spagnoli, i quali sono esclusivamente dipendenti dal mercato per l approvvigionamento di mangimi e concentrati, trattandosi per lo più di aziende senza terra. 2/28 L Informatore Agrario 27

4 ECNICA All opposto della situazione europea, gli allevamenti sudamericani possono contare sia sui prezzi dei ristalli più bassi sia su spese di alimentazione nettamente inferiori. La competitività di questi sistemi estensivi è dovuta, in particolare, alle bassissime spese per l integrazione della razione alimentari, oltre che al ridotto fabbisogno di macchine operatrici, input produttivi e servizi richiesti dalla manutenzione dei pascoli, che costituiscono la principale fonte di sostentamento del bestiame. L analisi della redditività Considerando il livello dei prezzi al macello si può operare una suddivisione per classi e per aree geografiche analoga a quella osservata per i costi di produzione. Nei Paesi dell Europa occidentale, dove i costi sono più elevati, i prezzi a peso morto rientrano nella fascia più alta, compresa tra i 4 e i 45 US$ per 1 kg. Le punte massime sono raggiunte in,, e, mentre le eccezioni sono rappresentate da e, che si posizionano sotto la media europea. Nel gruppo intermedio (intorno a 3 US$) rientrano gli altri Paesi anglofoni, mentre i produttori sudamericani si trovano in fascia bassa, al di sotto dei 2 US$ per 1 kg. L analisi della redditività di lungo periodo è raffigurata nel grafico 1 che riporta il confronto tra ricavi unitari e costi medi totali per ciascuna delle aziende tipiche considerate. I ricavi riguardano esclusivamente le vendite dei capi da macello e, nel caso delle aziende comunitarie, i premi rimasti accoppiati alla produzione. Per quanto riguarda l Europa, emerge che solo gli allevamenti più intensivi della hanno realizzato nel 26 margini positivi, mentre le aziende di maggiori dimensioni di e, pur avvicinandosi al punto di pareggio, non hanno coperto interamente i costi. Per gli altri allevamenti comunitari i prezzi non consentono di remunerare interamente il lavoro familiare impiegato e/o il costo calcolato della terra e del capitale. US$ Ricavi tot. costi diretti totali ranne pochissime eccezioni tutte le aziende europee realizzano margini positivi grazie al sostegno al reddito erogato in forma disaccoppiata. Nel resto del mondo situazioni di redditività positiva possono essere rinvenute tra gli allevamenti a feedlot degli Stati Uniti e del, mentre la maggior parte delle aziende brasiliane si trovano in una condizione prossima all equilibrio. La situazione dei due allevamenti tipici italiani non cambia significativamente se si guarda alla redditività di medio periodo, espressa dalla differenza tra ricavi unitari e i costi diretti più gli ammortamenti (grafico 3). Si rileva invece un miglioramento per alcune delle realtà europee a causa dell elevata incidenza che i costi impliciti (lavoro familiare e terra) hanno sulle aziende di piccola e media dimensione. L analisi della redditività può essere estesa fino a considerare tutte le attività dell azienda, includendo cioè anche le entrate Ricavi tot. (costi diretti + ammortamenti) GRAFICO 4 - Redditività complessiva aziendale (26) Nei feedlot statunitensi e canadesi i capi sono venduti a 6 kg circa, negli allevamenti argentini tra i 42 e i 43 kg e i costi che non sono di diretta competenza dell allevamento dei bovini (grafico 4). Se si allarga la prospettiva all intera dimensione aziendale, la condizione di redditività degli allevamenti comunitari cambia radicalmente per effetto del pagamento unico aziendale, che rappresenta la quota più consistente dei ricavi diversi dalla vendita dei capi da macello. Infatti, tranne pochissime eccezioni, tutte le aziende europee realizzano margini positivi grazie al sostegno al reddito erogato in forma disaccoppiata. Al contrario, le entrate delle aziende extracomunitarie consistono esclusivamente nella vendita sul mercato dei loro prodotti, non potendo contare su sistemi di contribuzione simili a quello previsto dalla pac in ambito comunitario. Per questo motivo la redditività migliora sensibilmente fino a risultare positiva nel caso delle aziende argentine, le quali diversificano l attività di ingrasso con la coltivazione di seminativi. La redditività aumenta anche nelle aziende brasiliane a ciclo chiuso, grazie all integrazione al reddito realizzata con la vendita di vacche di scarto, vitelli da ingrasso e bovini da rimonta. Serve competitività Il quadro rappresentato fornisce alcuni spunti per riflettere sulla perdita di competitività delle produzioni di carni bovine dell Ue, diventata area di importazione netta, rispetto ai Paesi che al contrario hanno guadagnato la leadership del mercato mondiale. Il vantaggio competitivo acquisito nel contesto internazionale dal o quello potenzialmente raggiungibile dall si basa su costi e prezzi alla produzione che sono nettamente inferiori a quelli del mercato europeo e che insieme al favorevole tasso di cambio hanno rappresentato un volano formidabile alla crescita delle esportazioni provenienti dal sud America. I costi di produzione più bassi permettono a questi sistemi di competere sul mercato senza l ausilio di alcuna forma di contribuzione diret- 28 L Informatore Agrario 2/28

5 ABELLA 1 - Sistemi di produzione e indici tecnici Paese (capi venduti) Dimensione ( 1 ) Razza Origine vitelli ( 2 ) Peso iniziale (kg) Peso finale (kg) Incremento (kg/capo/gg) Durata ingrasso (gg) Resa (%) Alimentazione (25) M Ch Sim. C , Insilati + cereali + fieno (35) M Simmental L , Insilati + cereali + soia + fieno (12) G Simmental L , Insilati + cereali + soia + fieno (15) G Simmental L , Silomais + soia, colza (23) G Simmental L , Silomais + cereali (26) G Holstein L , Silomais + concentrati (28) G Simmental L , Silomais + concentrati (8) G Ch/Lim C , Insilati + cereali (525) G Simmental L , Silomais + concentrati (45) G Charolais C , Insilati + cereali + soia + fieno (7) G Limousin C , Silomais + cereali + soia + fieno (9) G Ch/Lim C ,25-1, Silomais + cereali (9) G Ch Holstein L ,11-1, Silomais + cereali (63) G Incroci C , Paglia + cereali + concentrati (94) G Incroci L , Paglia + cereali + concentrati (6.79) G Montbellard./incr L ,24-1, Paglia + cereali + concentrati (91) G Charolais C , Silomais + mais + concentrati (2.88) G Charolais C , Silomais + mais + concentrati (185) G Incroci C 475 7, Pascolo + insilati + concentrati (35) M Limousine C , Pascolo + insilati + cereali (9) G Holst. Hereford L 1 586, Insilati + concentrati (98) G Lim Blonde Acq.. C ,89-1, Insilati + cereali (14) G Charolais/Angus C , Insilati + concentrati (23) G Holstein L ,-1, Insilati + concentrati (12) M Pezzata polacca L 6 52, Insilati + cereali (3) G Pezzata polacca L 6 53, Insilati + cereali + concentrati (9.6) G Angus C , Insilati + cereali (7.2) G Her /Angus/incr C , Cereali + soia + fieno di medica (8) M Hereford C , Pascolo + silomais + mais (2.2) G Angus C ,44-, Pascolo + fieno (14) M Nelore C 2 49, Pascolo (24) M Nelore C 18 51, Pascolo (34) M Nelore C 2 495, Pascolo (6) G Nelore C 19 5, Pascolo (3) M Yellow C , Silomais + paglia (94) G Yellow C 4 57, Silomais + mais + fieno (27.) G Brahaman incroci C ,63-1, Silomais + cereali (75.) G Brahaman incroci C , Mais + fieno + concentrati ( 1 ) Dimensione M = media; G = grande; ( 2 ) C = da allevamenti vacca-vitello, L = da allevamenti da latte. ta. Al contrario, il sostegno al reddito nell Ue riveste un ruolo ancora decisivo nel garantire i margini necessari alla sopravvivenza di lungo periodo dell allevamento. Questo deve far riflettere sul futuro del comparto in Europa, sia in previsione di un ulteriore e probabile riduzione dei premi diretti, sia se si considera che sono i contributi erogati in forma disaccoppiata a sostenere la redditività della maggior parte degli allevamenti comunitari. Le cause del gap di competitività dell area Ue sono di natura strutturale, dovute cioè ai vincoli sulla disponibilità dei mezzi di produzione che ne determinano i prezzi più elevati. Ragioni esattamente opposte spiegano invece il paradosso rappresentato dai sistemi del sud America, in grado di produrre a costi nettamente inferiori nonostante i bassissimi livelli di produttività. Per questi allevamenti esistono inoltre i margini per un aumento di efficienza sia nella fase di riproduzione sia in quella di ingrasso che garantirebbero un ulteriore riduzione dei costi. Del resto, dal confronto tra i sistemi di produzione non si può affermare la superiorità dell allevamento basato sul pascolo rispetto a quello in feedlot o viceversa. Questo è evidente ad esempio dal confronto tra gli allevamenti estensivi irlandesi e britannici con quelli brasiliani o argentini, o anche guardando al sistema di ingrasso italiano, i cui costi sono più elevati rispetto ad allevamenti meno intensivi nel resto d Europa. Sono piuttosto le specificità territoriali delle aree vocate e le differenze nei costi di utilizzo e di approvvigionamento dei fattori di produzione (vitelli, terra e lavoro) a determinare la maggiore competitività degli uni rispetto agli altri. Claudio Montanari Crpa - Reggio Emilia c.montanari@crpa.it 2/28 L Informatore Agrario 29

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