- RAPPORTI - Periodico di informazione sulle pubblicazioni del settore energetico Ottobre - Dicembre 2011

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1 ENERGIA - RAPPORTI - INTERNATIONAL ENERGY AGENCY (IEA) World Energy Outlook novembre pag. 3 Secondo le ultime previsioni dell Agenzia Internazionale dell Energia, (World Energy Outlook 2011) tra il 2010 e il 2035 la situazione energetica mondiale sarà dominata da una grande incertezza. Nel rapporto vengono proposti tre distinti scenari che descrivono proiezioni di domanda, produzione, commercio, emissioni e investimenti nel settore energetico all orizzonte 2035, dettagliatamente riportate per singola fonte e per regione. ENI World Oil & Gas Review novembre pag.10 Nel corso del 2010 crescono la domanda mondiale (+3,4%), la produzione (+2,3%) e le riserve (+1,9%) di petrolio così come il consumo di gas (+7,5%). La Russia torna ad essere il primo produttore mondiale di gas (624,61 miliardi di mc nel 2010 ), ma gli Stati Uniti raggiungono un nuovo massimo storico di produzione (600,15 miliardi di mc) grazie soprattutto al gas non convenzionale. Queste le principali notizie presenti nel rapporto annuale pubblicato da ENI e giunto ormai alla sua decima edizione. COMMISSIONE EUROPEA Communication from the Commission to the European Parliament, The Council, The European Economic and Social Committee and The Committee of the regions Energy Roadmap 2050 dicembre pag.16 Efficienza energetica, decarbonizzazione, fonti rinnovabili e gas fino al Queste le parole chiave contenute in una nuova comunicazione UE contenete la tabella di marcia per l energia 2050 e presentata dal vicepresidente della Commissione Ue Günther Oettinger il 15 dicembre CAP GEMINI European Energy Market Observatory 2011 ottobre pag.18 Si è chiuso un anno molto turbolento per il settore dell' energia e se ne è aperto un altro altrettanto difficile da interpretare. A fare il punto della situazione ci ha provato la prestigiosa società di consulenza Cap Gemini che ha riassunto le proprie considerazioni nell' approfondito report "European Energy Markets Observatory", giunto alla tredicesima edizione. Periodico di informazione sulle pubblicazioni del settore energetico Ottobre - Dicembre 2011 Redazione: Fondazione Edison Foro Buonaparte, Milano tel Fax info@fondazioneedison.it Registrazione Tribunale di Milano n 306 del 24 giugno 2009

2 (segue) NELLA NEWSLETTER EXXON-MOBIL The Outlook for Energy: A View to 2040 dicembre pag. 20 Nel 2040 la domanda energetica mondiale aumenterà del 40% rispetto al 2010 come effetto della crescita dell economia a livello mondiale e del conseguente miglioramento nelle condizioni di vita della popolazione che a tale data raggiungerà i 9 miliardi. A guidare tale crescita saranno i Paesi emergenti con in testa Cina, India e Africa dove la crescita della domanda registrerà un aumento del 60% nel periodo considerato pari al 68% su scala globale. Queste le principali conclusioni contenute nel rapporto annuale redatto da ExxonMobil. JAMES A. BAKER III INSTITUTE FOR PUBLIC POLICY (RICE UNIVERSITY) The Rise of China and Its Energy Implication dicembre pag. 24 Nel 2040 la domanda petrolifera cinese eguaglierà quella americana. A sostenerlo è un nuovo studio The Rise of China and Its Energy Implications condotto dal Baker Institute (Rice University). COMMISSION DE RÈGULATION DE L ENERGIE (CRE) Le fonctionnement des marchés de gros de l électricité, du CO2 et du gaz naturel en novembre pag. 25 In Francia il trading di energia registrato negli ultimi anni risulta in forte crescita soprattutto per quanto concerne il settore del gas naturale. Questo in ultima analisi è quanto emerge dal rapporto di sorveglianza dei mercati energetici elaborato dal regolatore francese Cre. COMMISSION DE RÉGULATION DE L ELECTRI- CITÉ ET DU GAZ (CREG) L impact de la fermeture des centrales nucléaires en Allemagne à l horizon 2022 sur les prix de l électricité pratiqués en Belgique settembre pag. 26 L integrazione in atto tra i mercati dell energia elettrica nell Europa centrosettentrionale ha come conseguenza logica una progressivo allineamento dei prezzi tra i vari Paesi. In questa situazione la decisione presa dalla Germania di uscire progressivamente dal nucleare ha come conseguenza un aumento delle quotazioni del MWh sulle principali piattaforme di scambio. Questa la principale conclusione a cui perviene una studio condotto dal regolatore energetico belga Creg. MONTE DEI PASCHI DI SIENA - AREA RE- SEARCH Energie Rinnovabili: il Fotovoltaico ottobre pag. 28 Il mix di fonti rinnovabili utilizzate nella produzione di energia elettrica appare in rapido mutamento, con un notevole incremento dell eolico e delle bioenergie, ma in termini relativi la crescita più consistente ha riguardato il solare fotovoltaico. E questa la fotografia scattata dall Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena, che in una rapporto dedicato osserva come la crescita di tale comparto in Italia stia proseguendo a ritmi molto elevati anche nel 2011 ARTICOLI RIVISTE - Alberto Clò Verso una nuova età dell oro del Metano? Ottobre pag APPROFONDIMENTI ENERGIA

3 RAPPORTI INTERNATIONAL ENERGY AGENCY (IEA) World Energy Outlook Novembre 2011 Secondo le ultime previsioni dell Agenzia Internazionale dell Energia, (World Energy Outlook 2011) tra il 2010 e il 2035 la situazione energetica mondiale sarà dominata da una grande incertezza. Nel rapporto vengono proposti tre distinti scenari che descrivono proiezioni di domanda, produzione, commercio, emissioni e investimenti nel settore energetico all orizzonte 2035, dettagliatamente riportate per singola fonte e per regione.. Lo Scenario Nuove Politiche (New Policies Scenario) rappresenta lo scenario centrale dello studio e prende in considerazione un vasto insieme di impegni e programmi politici annunciati dai diversi governi del mondo al fine di combattere il cambiamento climatico e accrescere la sicurezza energetica. Questo scenario, sebbene consideri anche i casi in cui le misure necessarie per implementare i citati impegni debbano essere ancora identificate o annunciate, consente di quantificare l impatto di una loro implementazione tramite il confronto con lo Scenario Politiche Correnti (Current Policies Scenario), noto nelle precedenti edizioni come Scenario di Riferimento. In quest ultimo si ipotizza l assenza di nuovi interventi politici rispetto allo stato dell arte di metà Infine, il terzo Outlook proposto è quello noto come 450 Scenario, introdotto per la prima volta nel WEO 2008, che descrive un percorso energetico conforme all obiettivo di contenimento dell innalzamento della temperatura terrestre entro i 2 C. Secondo quanto emerge dallo studio, si stima che nel periodo tra il 2009 e il 2035 la domanda mondiale di energia primaria aumenterà del 40%, da circa Mtep a oltre Mtep (Scenario Nuove Politiche). Ciò equivale ad un tasso di crescita medio annuo dell +1,3%, inferiore rispetto al +1,5% indicato nel rapporto 2009 (ma relativo al periodo ) e al +2% che ha caratterizzato i 27 anni precedenti. Secondo tutti e tre gli scenari, i combustibili fossili, petrolio, carbone e gas naturale, rimarranno le principali fonti di energia al Il dato cruciale e che la quota delle fonti fossili si è erosa in 40 anni di appena 4,4 punti percentuali, considerazione che rende problematica o quantomeno coraggiosa la possibilità in 25 anni (lasso temporale a cui si rifà la studio IEA) di ridurla in misura ancora maggiore, di 6,3 punti percentuali (74,7%) come atteso nello scenario Nuove Politiche o addirittura di 19,2 punti percentuali (61,8%) per conseguire l obbiettivo 450 ppm. Sempre secondo lo scenario Nuove Politiche i paesi non-ocse saranno responsabili del 90% dell aumento previsto nella domanda mondiale di energia primaria. Il maggiore consumatore di energia resta sempre la Cina: entro il 2035 la previsione è che consumi il 70% in più rispetto agli Stati Uniti, pur rimanendo la domanda pro capite cinese meno della metà rispetto agli USA. La quota di combustibili fossili passerebbe dall 81% di oggi al 75% nel Le rinnovabili crescerebbero dal 13% del mix attuale al 18% nel Una crescita sostenuta con sussidi che dovrebbero passare dai 64 miliardi di dollari del 2010 a 250 miliardi nel Supporto che, fa notare l Agenzia, non può essere dato per scontato in questa era di austerità fiscale Tornando al petrolio, i dati contenuti nel rapporto IEA, prospettano un incremento nei consumi che passeranno dagli attuali 87 milioni di b/g ai 99 milioni di b/g nel 2035 con costi di produzione in salita per la necessità di orientarsi verso fonti più costose e di difficile estrazione per rimpiazzare la capacità utilizzata. Tale crescita risulterebbe imputabile soprattutto allo sviluppo del settore trasporti nelle economie emergenti. Si prevede infatti che il parco veicoli mondiale raddoppi giungendo a quasi 1,7 miliardi di veicoli. Lenta la penetrazione prevista di tecnologie alternative, come auto ibride o elettriche. In ascesa vengono viste anche le frazioni liquide del gas (oltre 18 milioni di b/g al 2035) e le fonti oil non convenzionali (10 milioni di b/g). Il prezzo 3 APPROFONDIMENTI ENERGIA

4 medio del barile resterà alto, avvicinandosi a 120 dollari/b (dollari 2010, ossia oltre 210 $/b in termini nominali). Vi è tuttavia un rischio concreto che nell immediato voli a 150$/b (sempre in dollari 2010) laddove tra il 2010 e il 2015 gli investimenti in Medio Oriente e Nord Africa non raggiungano la soglia di 100 miliardi di dollari all anno. Meno incerte le prospettive per il gas naturale, per il quale l IEA torna a parlare di età dell oro e che per i prossimi 25 anni giocherà un ruolo centrale nel soddisfare il fabbisogno energetico mondiale. La domanda raggiungerà, infatti, i miliardi di metri cubi nel 2035, registrando un aumento del 55% rispetto al dato 2009, con un tasso di incremento medio annuo dell 1,7%. La crescita più sostenuta sarà registrata nei paesi Non-Ocse con Cina e Medio Oriente a fare la parte da leone. In particolare le nuove politiche messe in atto nel paese del sol levante dovrebbe portare ad una aumento consistente nei consumi di gas per uso domestico che dovrebbero passare dagli attuali 110 miliardi di m/c anno ai 500 miliardi nel Per quanto riguarda il futuro dell energia proveniente da fonti rinnovabili, il loro utilizzo, sempre secondo l IEA, è destinato ad aumentare, in particolar modo nel settore elettrico, triplicando nel periodo Infatti, la quota delle rinnovabili (idroelettrico escluso) nella generazione elettrica crescerà dal 3% del 2009 al 15% del 2035 sostenuta dai sussidi che aumenteranno di quasi cinque volte fino a 180 miliardi di dollari. Cina e Europa contribuiranno da sole al 50% di tale progresso. Poco confortanti da un punto di vista ambientale risultano invece le previsioni relative al carbone. Nello scorso decennio, il carbone ha rappresentato quasi il 50% dell incremento della domanda mondiale di energia. Se questo trend si modificherà e quanto velocemente sono due dei più importanti interrogativi che interessano il futuro del sistema energetico mondiale. L assenza di modifiche rispetto alle politiche attualmente in vigore comporterebbe un aumento del consumo di carbone del 65% nel 2035, superando il petrolio come combustibile preponderante nel mix complessivo di fonti primarie di energia. Nello Scenario Nuove Politiche, invece, il prossimo decennio è caratterizzato da un incremento della domanda globale di carbone, ma successivamente tale crescita rallenta stabilizzandosi ad un livello superiore del 25% a quello del La realizzazione dello Scenario 450 prevede che il consumo di carbone raggiunga il picco prima del 2020 per poi declinare. Nei tre scenari considerati nel presente Outlook, il range di previsioni relative alla domanda di carbone nel 2035 è ampio quasi quanto la sua domanda mondiale del Le scelte politiche e tecnologiche volte a contrastare il cambiamento climatico hanno implicazioni determinanti sull evoluzione di questa fonte. Per quel che riguarda il nucleare la IEA, per tener conto dell'effetto Fukushima, costruisce due ipotesi: nella prima (integrata nel New Policies Scenario ) la crescita è solo leggermente rivista al ribasso rispetto all'ultima previsione, ma questa fonte aumenta comunque del 70% entro il 2035; in una seconda ipotesi, definita Low Nuclear Case, invece, si prevede che la produzione dall'atomo al 2035 sia il 15% rispetto al 2010 e la sua quota nel mix elettrico mondiale passi dunque dal 13% attuale al 7%. Quanto sopra esposto con le debite eccezioni vale per il cosiddetto New Polices Scenario, centrale nel documento IEA, ma che, come abbiamo detto, è troppo poco ambizioso per evitare le conseguenze più pesanti del global warming. Per stare sotto ai 2 C di aumento bisognerebbe invece che si avverasse un altro scenario ipotizzato dalla IEA, il cosiddetto 450 Scenario. In questa ipotesi le emissioni dovrebbero raggiungere l'apice entro il 2020 e poi scendere fino ad attestarsi a 21,6 Gt al 2035, rimanendo dunque sotto alla soglia di concentrazione di 450 ppm di CO2. Infine, lo studio di IEA, appare scettico sulla possibilità che gli impegni assunti con gli accordi di Copenhagen siano sufficienti a raggiungere l obiettivo di contenimento entro i 2 C della temperatura mondiale. Infatti le emissioni di CO2 vengono stimate in aumento per un percentuale prossima al 21%, passando dalle 29 Gt del 2008 alle 35 Gt del APPROFONDIMENTI ENERGIA

5 In questo scenario il peso delle fonti fossili nel mix energetico al 2035 dovrebbe fermarsi al 62%, la domanda mondiale di carbone e di petrolio smettere di crescere entro il 2020 e poi calare del 30%. Gli investimenti aggiuntivi necessari rispetto al New Policies Scenario (pubblici, privati e in termini di spesa per i consumatori) ammonterebbero a miliardi di dollari, in parte compensati dal risparmio su combustibili fossili, danni ambientali, climatici e sanitari. 5 APPROFONDIMENTI ENERGIA

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10 ENI World Oil & Gas Review Novembre 2011 Nel corso del 2010 crescono la domanda mondiale (+3,4%), la produzione (+2,3%) e le riserve (+1,9%) di petrolio così come il consumo di gas (+7,5%). La Russia torna ad essere il primo produttore mondiale di gas (624,61 miliardi di mc nel 2010 ), ma gli Stati Uniti raggiungono un nuovo massimo storico di produzione (600,15 miliardi di mc) grazie soprattutto al gas non convenzionale. Queste le principali notizie presenti nel rapporto annuale pubblicato da ENI e giunto ormai alla sua decima edizione. In particolare, sempre secondo le elaborazioni ENI, la domanda petrolifera ha raggiunto nel 2010 gli 87,9 milioni di b/g, registrando, grazie alla ripresa economica, una crescita del +3,4% rispetto all'anno precedente. Come nel 2009, è l'area non Ocse con i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in testa a sostenere la crescita mondiale dei consumi, per effetto delle spinte demografiche, aumento del reddito pro-capite e sussidi governativi al prezzo dei prodotti petroliferi in atto in tali Paesi. In crescita anche la produzione mondiale di petrolio (+2,3%), con la sola eccezione del continente europeo dove per effetto del declino dei propri giacimenti si ravvisa un diminuzione del 8,1%. Immutata permane invece la quota di produzione Opec (stabile sul 40% dal 1995); sono proprio i Paesi del cartello ad aver contribuito in misura maggiore alla crescita dell'offerta nell'ultimo anno (+3% contro +1,8% dei Paesi non- Opec).Il primo paese produttore di greggio al mondo resta la Russia (10,4 mln b/g), seguita da Arabia Saudita (9,7 mln b/g) Stati Uniti (7,8 mln b/g), Iran (4,2 mln b/g) e Cina (4,1 mln b/g). Sul fronte esportazioni, la leadership va ad appannaggio dell'arabia Saudita con 7,6 mln di b/g, seguita da Russia (7,1 mln b/g), Iran (2,7 mln b/g) e Canada (2,5 mln b/g). Gli Stati Uniti (19,5 mln b/g) si confermano i principali consumatori mondiali di petrolio seguiti dalla Cina (9,3 mln b/g, +12% rispetto al 2009) al suo picco storico, Giappone (4,4 mln b/g), India (3,3 mln b/g) Russia (3 mln b/g), Brasile (2,7 mln b/g). Nella particolare classifica dei consumi pro capite prima risulta l'arabia Saudita (37,8 barili), seguita da Canada (24 barili), Usa (22,7 barili), Corea del Sud (16,7 barili) Giappone (12,6 barili. Nella classifica dei primi dieci paesi, Cina (2,5 barili) e India (1 barile) occupano la nona e decima posizione. Differente invece la situazione dal lato delle importazioni; al primo posto troviamo gli Usa (12,4 mln b/ g), seguiti da Cina (5,6 mln b/g), Giappone (4,8 mln b/g), Corea del Sud (3,1 mln b/g) e India (3 mln b/g). Al sesto, ottavo, nono e decimo posto troviamo quattro paesi Ue, rispettivamente Olanda (3 mln b/g), Germania (2,5 mln b/g), Francia (2,1 mln b/g) e Italia (1,8 mln b/g). Complessivamente i primi dieci paesi al mondo importano 41,6 milioni di b/g. I dati relativi al fronte riserve confermano il trend positivo di crescita in atto nell'ultimo decennio (+1,9% media/ anno). Più della metà risultano localizzate in Medio Oriente, in particolare nei Paesi Opec (72% delle riserve petrolifere mondiali). In crescita anche le riserve del continente americano, soprattutto grazie al contributo dell'unconventional in Canada e Venezuela Tendenzialmente positive risultano anche le notizie relative al settore gas. Nel 2010 il consumo mondiale è cresciuto di ben 7,5 punti percentuali, frutto dell'incremento dei consumi nei Paesi emergenti (+9%), ma anche nei Paesi industrializzati (+5,8%). La Russia è tornata ad essere il primo produttore di gas naturale mondiale con 624,61 miliardi di mc, dopo il sorpasso degli Stati Uniti dello scorso anno. Gli Usa hanno tuttavia raggiunto un nuovo massimo storico di produzione (600,15 mld di mc), confermando un trend di crescita straordinario (+19,4% nel periodo ), soprattutto grazie allo shale gas. Il Qatar si conferma in questo settore il Paese con i tassi di crescita più elevati: le produzioni sono aumentate di oltre il 150% fra il 2005 e il 2010 grazie alle possibilità commerciali offerte dall'industria Gnl. Se si prendono in considerazioni le esportazioni di gas, la Russia resta stabilmente al primo posto con 173 mld di 10 APPROFONDIMENTI ENERGIA

11 mc, mentre fa un balzo in avanti il Qatar, da 71,5 a 102,8 mld di mc, grazie appunto alle possibilità offerta dal Gnl. Seguono Norvegia (oltre i 100 mld mc) e Canada (in lieve ribasso a 92,9 mld mc). In rialzo l'export di Algeria (59,2 mld mc), Olanda (50,8 mld mc), Indonesia (44,1 mld mc) Usa (31,1 mld mc). I primi dieci paesi hanno complessivamente incrementato le loro esportazioni di gas che sono passate dai 642,6 mld di mc del 2009 ai 70,4 mld di mc del Dal punto di vista dei consumi, gli Usa si confermano al primo posto con 673,2 mld di mc, distanziando la Russia dove comunque il consumo di tale fonte energetica è aumentato in un anno di quasi 50 mld di mc (a 463 mld mc dai 417,9 mld mc del 2009). Seguono nella classifica Iran (143,5 mld mc), Cina (109,3 mld mc), Giappone (102,5 mld mc) e Regno Unito (101 mld mc). L'Italia, con 81 mld di mc, si colloca al nono posto. Complessivamente nel corso del 2010 i consumi dei primi dieci paesi hanno raggiunto i mld di mc contro i mld di mc realizzati nel resto del mondo. La classifica dei consumi pro capite vede al primo posto la Russia che passa dai mc del 2009 ai mc del 2010, seguita da Arabia Saudita (da a mc), mentre i consumi pro capite di Canada (2.706 mc) e Usa (2.145 mc) risultano stabili sui livelli dell'anno procedente. Infine se si considerano i primi dieci paesi al mondo per importazioni, al primo posto troviamo gli Usa (il cui import è stabile a 103,5 mld mc), mentre incrementano l'import Giappone (98,7 mld mc), Germania (95,6 mld mc), Italia (73,6 mld mc), Regno Unito (54,4 mld mc) e Francia (50,4 mld mc), a dimostrazione della crescente dipendenza dell'unione europea dagli approvvigionamenti esteri di gas. Nell'edizione di quest'anno della review trova inoltre spazio per la prima volta un nuovo capitolo dedicato all'industria della raffinazione, in quanto punto di raccordo tra domanda e offerta del mercato petrolifero. Una serie di tabelle riferite agli ultimi 15 anni offrono una panoramica dell'evoluzione in atto nel settore della raffinazione 11 APPROFONDIMENTI ENERGIA

12 OIL Produzione > Aree e aggregati Petrolio greggio e non convenzionale, Gnl - migliaia di barili/giorno Consumo > Aree ed aggregati Petrolio greggio e non convenzionale, Gnl - migliaia di barili/giorno EUROPE 6,710 7,120 5,946 5,021 4,803 4,413 EUROPE RUSSIA AND CENTRAL ASIA 7,023 7,864 11,703 12,697 13,154 13,435 RUSSIA AND CENTRAL ASIA MIDDLE EAST 20,555 23,528 25,611 26,442 24,878 25,476 MIDDLE EAST AFRICA 7,328 7,838 9,913 10,454 10,068 10,437 AFRICA ASIA - PACIFIC 7,389 7,904 7,991 8,056 8,136 8,372 ASIA - PACIFIC AMERICAS 19,830 20,985 20,903 20,071 20,343 21,108 AMERICAS North America 10,925 10,743 10,119 10,168 10,654 11,172 North America Latin America 8,905 10,242 10,783 9,903 9,690 9,937 Latin America WORLD 68,834 75,238 82,065 82,740 81,382 83,241 WORLD High Income Countries 33,571 35,008 35,721 35,162 33,909 34,639 High Income Countries Upper Middle Income Countries 23,125 25,266 30,776 31,066 31,003 31,578 Upper Middle Income Countries Lower Middle Income Countries 12,088 14,917 15,336 16,313 16,282 16,830 Lower Middle Income Countries Low Income Countries Low Income Countries INTERNATIONAL ORGANIZATIONS INTERNATIONAL ORGANIZATIONS EUROPEAN UNION 3,550 3,547 2,758 2,345 2,199 2,049 EUROPEAN UNION OECD 21,012 21,884 20,133 18,727 18,810 18,891 OECD OPEC 27,365 30,769 34,709 35,632 33,502 34,518 OPEC Fonte: Eni O&G - World Oil & Gas Review 2011 Fonte: Eni O&G - World Oil & Gas Review 2011 Riserve > Primi dieci paesi nel mondo Milioni di barili al 1 gennaio Saudi Arabia 260, , , , , , ,602 Venezuela 64,500 72,600 77,226 87,035 99,377 99, ,170 Canada 182, , , , , , ,214 Iran 89,300 89, , , , , ,010 Iraq 99, , , , , , ,000 Kuwait 95,200 96, , , , , ,000 United Arab Emirates 63,450 97,800 97,800 97,800 97,800 97,800 97,800 Russia 48,400 48,573 60,000 60,000 60,000 60,000 60,000 Libya 22,800 29,500 39,000 41,464 43,660 44,270 46,420 Nigeria 17,900 22,500 35,255 36,220 36,220 37,200 37,200 First 10 countries 943,077 1,014,573 1,092,281 1,125,262 1,137,009 1,132,881 1,246,416 Rest of the world 203, , , , , , ,558 World 1,146,388 1,202,316 1,286,174 1,341,220 1,349,332 1,363,543 1,478,974 Data source: Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database 12 APPROFONDIMENTI ENERGIA

13 OIL Produzione > Primi dieci paesi nel mondo Petrolio greggio e non convenzionale, Gnl - migliaia di barili/giorno Rapporto Riserve su Produzione > Primi dieci paesi nel mondo (anni) Russia 6,168 6,527 9,636 10,013 10,210 10,450 Canada Saudi Arabia 8,922 9,068 10,604 10,406 9,463 9,761 Venezuela United States 8,526 8,020 7,067 6,917 7,437 7,805 United Arab Emirates Iran 3,702 3,760 4,239 4,344 4,260 4,259 Iran China 2,986 3,253 3,628 3,801 3,891 4,103 Saudi Arabia Canada 2,399 2,723 3,052 3,251 3,217 3,367 Nigeria Mexico 3,067 3,450 3,760 3,164 2,972 2,953 Russia United Arab Emirates 2,493 2,622 2,995 3,113 2,785 2,848 China Venezuela 3,018 3,220 3,011 2,563 2,364 2,438 Mexico Nigeria 2,039 2,160 2,518 2,106 2,098 2,436 United States First 10 countries 43,318 44,802 50,511 49,677 48,696 50,420 Rest Of The World 25,516 30,436 31,554 33,063 32,686 32,821 Data source: Eni's calculations. World 68,834 75,238 82,065 82,740 81,382 83,241 The original data are from Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database and IEA Energy OECD/International Energy Agency, 2011 Data source: IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, 2011 Consumo > Primi dieci paesi nel mondo migliaia di barili/giorno Consumo Pro Capite > Primi dieci paesi nel mondo (barili) United States Saudi Arabia China Canada Japan United States India South Korea Russia Japan Brazil Germany Saudi Arabia Russia Germany Brazil South Korea China Canada India First 10 countries Rest Of The World Data source: Eni's calculations. World The original data are from Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database and IEA Energy OECD/International Energy Agency, 2011 Data source: IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, 2011 Esportazioni > Primi dieci paesi nel mondo Importazioni > Primi dieci paesi nel mondo Petrolio greggio e non convenzionale, Gnl, semilavorati e prodotti Petrolio greggio e non convenzionale, Gnl, semilavorati e prodotti migliaia di barili/giorno migliaia di barili/giorno Saudi Arabia United States 9,210 11,992 14,338 13,580 12,350 12,454 Russia China 700 1,924 3,382 4,510 4,960 5,674 Iran Japan 5,895 5,686 5,545 5,117 4,642 4,853 Canada South Korea 2,321 3,057 2,816 2,976 3,091 3,170 Nigeria India 973 1,715 2,319 3,014 3,107 3,078 United Arab Emirates Netherlands 1,864 2,190 2,620 2,722 2,849 3,061 United States Singapore 1,568 1,601 2,062 2,505 2,775 2,814 Kuwait Germany 2,910 2,947 2,959 2,809 2,618 2,580 Netherlands France 2,106 2,345 2,466 2,427 2,250 2,128 Norway Italy 2,040 2,100 2,072 1,950 1,820 1,857 First 10 countries First 10 countries 29,588 35,555 40,579 41,610 40,462 41,667 Rest of the world Rest of the world 18,036 20,571 23,899 25,329 24,541 24,588 World World 47,624 56,126 64,478 66,939 65,003 66,255 Data source: the original data are from Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database. They have been converted by Eni considering 1 ton of oil equal to 7.3 barrels. Data source: the original data are from Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database. They have been converted by Eni considering 1 ton of oil equal to 7.3 barrels. 13 APPROFONDIMENTI ENERGIA

14 NATURAL GAS Produzione > Aree ed aggregati - miliardi di metri cubi Consumo > Aree ed aggregati - miliardi di metri cubi EUROPE EUROPE RUSSIA AND CENTRAL ASIA RUSSIA AND CENTRAL ASIA MIDDLE EAST MIDDLE EAST AFRICA AFRICA ASIA - PACIFIC ASIA - PACIFIC AMERICAS AMERICAS North America North America Latin America Latin America WORLD 2, , , , , , WORLD 2, , , , , , High Income Countries 1, , , , , , High Income Countries 1, , , , , , Upper Middle Income Countries , , , , Upper Middle Income Countries Lower Middle Income Countries Lower Middle Income Countries Low Income Countries Low Income Countries INTERNATIONAL ORGANIZATIONS INTERNATIONAL ORGANIZATIONS EUROPEAN UNION EUROPEAN UNION OECD , , , , , OECD 1, , , , , , OPEC OPEC Fonte: Eni O&G - World Oil & Gas Review 2011 Fonte: Eni O&G - World Oil & Gas Review 2011 Riserve > Primi dieci paesi nel mondo - miliardi di metri cubi al 1 gennaio Russia 44,000 44,000 44,840 44,900 44,900 46,000 46,000 Iran 20,764 25,000 27,500 28,080 29,610 29,610 29,610 Qatar 8,500 11,157 25,783 25,636 25,466 25,366 25,267 Turkmenistan 2,680 2,680 2,680 2,680 8,400 8,340 8,340 Saudi Arabia 5,260 6,146 6,834 7,300 7,570 7,920 8,287 United States 4,639 4,740 5,451 6,730 6,925 7,721 7,721 United Arab Emirates 5,777 5,995 6,052 6,075 6,090 6,090 6,504 Nigeria 3,450 3,512 5,117 5,292 5,292 5,292 5,338 Venezuela 3,964 4,155 4,287 4,838 4,982 5,241 5,327 Algeria 3,690 4,520 4,545 4,504 4,504 4,504 4,504 First 10 countries 102, , , , , , ,898 Rest of the world 39,410 41,459 42,032 43,076 43,958 43,479 43,981 World 142, , , , , , ,878 Data source: Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database 14 APPROFONDIMENTI ENERGIA

15 NATURAL GAS Produzione > Primi dieci paesi nel mondo Consumo Pro Capite > Aree ed aggregati miliardi di metri cubi metri cubi Russia Iran United States Qatar Canada Saudi Arabia Iran Russia Qatar Algeria Norway Indonesia China China Indonesia Norway Algeria United States Saudi Arabia Canada First 10 countries 1, , , , , , Rest of the World , , , , World World 2, , , , , , years 58 years Data source: Eni's calculations. Data source: IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, 2011 The original data are from Enerdata Global Energy Market & CO 2 Database and IEA Energy OECD/International Energy Agency, 2011 Consumo > Primi dieci paesi nel mondo Consumo Pro Capite > Primi dieci paesi nel mondo miliardi di metri cubi metri cubi United States Russia 2,549 2,601 2,913 3,081 2,956 3,285 Russia Saudi Arabia 1,792 1,977 2,869 2,955 2,907 3,104 Iran Canada 2,727 2,878 2,976 2,803 2,789 2,706 China United States 2,242 2,284 2,020 2,095 2,050 2,145 Japan Iran ,447 1,823 1,887 1,941 United Kingdom United Kingdom 1,339 1,770 1,693 1,641 1,508 1,625 Germany Italy (*) 935 1,214 1,438 1,385 1,265 1,335 Canada Germany 983 1,042 1,169 1,112 1,113 1,161 Italy Japan Saudi Arabia China First 10 countries 1, , , , , , Rest of the world , , , , Data source: Eni's calculations. The original data are from Enerdata Global Energy World 2, , , , , , Market & CO 2 Database and IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, Data source: the original data are from IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, 2011 and, for Italy, from Italian Ministry for Economic Development. The data have been converted by Eni using a unified gross calorific value of 39 MJ/cm. (*) The original data are from Enerdata Energy Market & CO2 Database and Italian Ministry for Economic Development. Esportazioni > Primi dieci paesi nel mondo Importazioni > Primi dieci paesi nel mondo (miliardi di metri cubi) (miliardi di metri cubi) Russia United States Qatar Japan Norway Germany Canada Italy Algeria United Kingdom Netherlands France Indonesia South Korea United States Spain Malaysia Turkey Australia Ukraine First 10 countries First 10 countries Rest of the world Rest of the world World World Data source: the original data are from IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, They have been converted by Eni using a unified gross calorific value of 39 MJ/cm. Data source: the original data are from IEA Energy Statistics OECD/International Energy Agency, They have been converted by Eni using a unified gross calorific value of 39 MJ/cm. 15 APPROFONDIMENTI ENERGIA

16 COMMISSIONE EUROPEA Communication from the Commission to the European Parliament, The Council, The European Economic and Social Committee and The Committee of the regions Energy Roadmap 2050 Dicembre 2011 Efficienza energetica, decarbonizzazione, fonti rinnovabili e gas fino al Queste le parole chiave contenute in una nuova comunicazione UE contenete la tabella di marcia per l energia 2050 e presentata dal vicepresidente della Commissione Ue Günther Oettinger il 15 dicembre Il proposito è ambizioso: ridurre dell'80% le emissioni di CO2 entro il 2050, rendendo così la produzione energetica europea praticamente priva di carbonio senza nel contempo mettere a repentaglio la sicurezza degli approvvigionamenti e la competitività del settore. Un traguardo importante da raggiungere in tempi brevi, limitando così i costi e migliorando le prestazioni energetiche Ue. La roadmap vuole rappresentare allo stesso tempo un punto di partenza e un traguardo in termini di politica energetica Ue: da un lato, il commissario Oettinger si è augurato che il testo costituisca la base di un dibattito libero e aperto fra istituzioni europee, Stati membri ed investitori; dall altro, ha ammesso che gli obiettivi indicati nella tabella di marcia non possono essere rimandati, ma si deve fare tutto il possibile per realizzarli al più presto. "L Europa ha bisogno di risposte intelligenti e misure ambiziose", ha affermato il commissario nel corso della conferenza di presentazione della roadmap. "Solo con un nuovo modello energetico potremo rendere il nostro sistema sicuro, competitivo e sostenibile sul lungo termine". Il testo prende in considerazione i più importanti scenari energetici ed avanza una serie di proposte per raggiungere l obiettivo della riduzione dell 80% delle emissioni di Co 2 in Europa. Innanzitutto, decarbonizzazione del sistema: una prospettiva tutt altro che impossibile. Come ha spiegato Oettinger, tale processo "è possibile sotto il profilo tecnico e fattibile a livello economico". Continuare a percorrere le stesse strade non costerebbe meno e di certo non contribuirebbe a ridurre le emissioni inquinanti: al momento i costi del business as usual e quelli della decarbonizzazione sono i medesimi, ma a lungo termine la seconda prospettiva risulterebbe meno onerosa. Altri punti cruciali della Energy Roadmap 2050 sono le rinnovabili, il cui impiego dovrà aumentare in modo significativo, e l efficienza energetica, da realizzare attraverso un mix delle fonti e l impiego dei CCS. Nel testo sono contemplate misure relative ad ogni forma di energia, dal metano al petrolio, dal nucleare alle biomasse, e ciò consentirebbe agli Stati membri di mantenere una certa flessibilità energetica. Nell ambito del progetto il gas viene considerato una fonte ponte che avrà un ruolo fondamentale almeno fino al Tuttavia Il mercato del gas per poter assolvere a tale funzione dovrà risultare più integrato e liquido, le regioni di approvvigionamento più diversificate e i consumi di lungo termine sempre meno indicizzati al petrolio. Il nucleare contribuirà anch esso ad un contenimento dei costi del sistema e dei prezzi dell elettricità e il petrolio continuerà probabilmente ad essere impiegato anche nel 2050 soprattutto nel settore dei trasporti ma dovrà adattarsi ai mutamenti della domanda derivanti dal passaggio alle fonti rinnovabili e alle incertezze sul futuro degli approvvigionamento e dei prezzi. Il testo coinvolge pienamente anche il settore dei trasporti, e il quadro di riferimento in questo caso è costituito dal Libro bianco del vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas. La discussione nell ambito dei trasporti è orientata sia a una riduzione dell utilizzo dei combustibili fossili, sia a un impiego crescente dei biocarburanti. Ingenti risultano anche gli investimenti per l attuazione del piano e che dovranno essere dedicati allo sviluppo delle reti di trasporto che dovranno divenire 16 APPROFONDIMENTI ENERGIA

17 intelligenti e permettere una vera e propria integrazione dei mercati energetici europei. Nel complesso, Bruxelles ritiene che i Governi della Ue a 27 dovranno continuare a erogare sussidi alle nuove tecnologie energetiche anche oltre il Le strategie tracciate dalla Rodmap avranno quindi un costo elevato in termini di aumento dei prezzi dell energia, soprattutto dell elettricità, ma solo fino al In seguito, infatti, l abbattimento delle importazioni di fonti fossili, le politiche di risparmio attuate e lo sperato progresso tecnologico, finiranno per mitigare e ridurre sensibilmente i prezzi energetici. Inoltre, i costi sostenuti saranno più che compensati dagli ingenti investimenti che contribuiranno allo sviluppo dell economia europea, all occupazione locale che ne deriverà e dalla diminuzione della dipendenza dall estero. Alla Rodmap energia seguiranno nei prossimi anni una serie di iniziative politiche relative a specifici settori energetici a iniziare già nel 2012 con quelle per il mercato interno, le Fer e la sicurezza nucleare. 17 APPROFONDIMENTI ENERGIA

18 CAP GEMINI European Energy Market Observatory 2011 Ottobre 2011 Si è chiuso un anno molto turbolento per il settore dell' energia e se ne è aperto un altro altrettanto difficile da interpretare. A fare il punto della situazione ci ha provato la prestigiosa società di consulenza Cap Gemini che ha riassunto le proprie considerazioni nell' approfondito report "European Energy Markets Observatory", giunto alla tredicesima edizione. Nella prima parte dello studio è contenuta un' analisi del 2011, mentre nella seconda la società francese cerca di delineare le prospettive che ci attendono per il 2012 e per gli anni successivi. Per gli esperti di Cap Gemini nel corso del 2011 si sono registrati importanti eventi sia sul fronte della domanda che su quello dell' offerta. Da una parte si è registrato il disastro di Fukushima e le rivoluzioni nei Paesi arabi, che hanno ridotto la disponibilità di energia, dall' altra il rallentamento della ripresa mondiale ha fatto diminuire il fabbisogno di energia. Tutti i fattori in gioco si sono in qualche modo compensati fra loro e a dimostrazione di ciò vi è il fatto che il prezzo del petrolio a New York, pur con forti oscillazioni, si è sempre riportato in area 100 dollari il barile, dove si trova tuttora. Le rivolte in alcuni Paesi arabi, fra cui Libia, Siria e Yemen che sono produttori di petrolio e di gas, ha creato delle tensioni sul lato dell' offerta si legge nel report di Cap Gemini - Le conseguenze dell' incidente di Fukushima sono ancora più difficili da stabilire, perché l' ondata emotiva ha spinto numerosi Paesi a programmare un' uscita dal nucleare». In particolar modo pesa la decisione tedesca di fermare subito sette siti produttivi e di chiudere i restanti nove fra il 2015 e il In particolare, secondo gli esperti di Cap Gemini, la chiusura delle centrali nucleari tedesche rischia di mettere a repentaglio la sicurezza degli approvvigionamenti del sistema elettrico europeo. La Germania ha infatti iniziato a importare elettricità dai pesi limitrofi; in particolare oltre 2000 Mw giornalieri provengono dalla vicina Francia la quale tuttavia nei periodi di picco invernale è stata sinora costretta a sua volta ad importare elettricità prevalentemente dalla Germania cosa che con molta probabilità non potrà più configurarsi in futuro. Esiste pertanto una reale minaccia nell inverno 2011/2012 e in quelli a venire, visto che i picchi di domanda elettrica continuano e continueranno ad aumentare (nel 2010, ad esempio, è stato registrato un incremento del 9,5% in Germania e del 7,4% in Francia. Inoltre nel 2010 l Ue ha importato tramite gasdotti 113 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, vale a dire il 33% del totale delle importazioni. Nel 2030 il 50% di tutte le forniture potrebbe derivare proprio da Gazprom con conseguente preoccupazione per la sicurezza degli approvvigionamenti aggravata ancora una volta dall uscita della Germania dal nucleare. In una prospettiva di lungo periodo c'è però un importante elemento positivo: numerosi Paesi europei stanno inaugurando nuove interconnessioni in modo da rimuovere i colli di bottiglia che creano tuttora grossi problemi e forti perdite economiche. Nuove infrastrutture sono in arrivo anche sul fronte del gas: fra il 2013 e il 2017 dovrebbe entrare in funzione Nord Stream, South Stream e Nabucco, tre gasdotti che consentiranno di portare il gas russo in Europa senza dover passare per l' Ucraina, che negli ultimi anni è stata protagonista di dispute con Mosca. Anche le infrastrutture, però, presentano alcune problematiche. Cap Gemini stima infatti che entro il 2020 il sistema energetico europeo necessiti di investimenti per miliardi di euro, di cui 500 miliardi per impianti di produzione e 600 miliardi per le infrastrutture di trasmissione e distribuzione. Questa cifra potrebbe tra l' altro essere rivista al rialzo perché, solo per fare un esempio, la decisione tedesca di uscire dal nucleare comporta costi aggiuntivi, sia per lo smaltimento delle centrali dismesse sia per lo sviluppo delle energie rinnovabili che dovrebbe andare a sostituire l' atomo. Per governi e società private alle prese con la crisi del debito si tratta di una cifra enorme che potrà esser messa sul piatto solo con enormi difficoltà. In questo contesto non bisogna poi 18 APPROFONDIMENTI ENERGIA

19 dimenticare gli sforzi che dovranno esser fatti per raggiungere gli obiettivi che la Ue si è data in ambito di emissioni serra. Il traguardo di una riduzione del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 è reso ancora più arduo dalla rinuncia al nucleare che sarà, almeno in un primo momento, in gran parte sostituito con i combustibili fossili. Riguardo a quest ultimo aspetto gli esperti di Cap Gemini evidenziano come l incidente di Fukushima non fermerà completamente lo sviluppo del nucleare mondiale, considerati i progetti in Asia (dove sono attualmente in costruzione 62 reattori di cui 28 in Cina e 10 in Italia e Corea) e in Russia (10 reattori in costruzione). Fukushima determinerà tuttavia come già ricordato una modifica nel mix energetico a livello mondiale che di qui al 2035 vedrà il gas salire dal 21 al 25% arrivando così ad un passo dalla quota detenuta dal petrolio (27%). 19 APPROFONDIMENTI ENERGIA

20 EXXON-MOBIL The Outlook for Energy: A View to 2040 Dicembre 2011 Nel 2040 la domanda energetica mondiale aumenterà del 40% rispetto al 2010 come effetto della crescita dell economia a livello mondiale e del conseguente miglioramento nelle condizioni di vita della popolazione che a tale data raggiungerà i 9 miliardi. A guidare tale crescita saranno i Paesi emergenti con in testa Cina, India e Africa dove la crescita della domanda registrerà un aumento del 60% nel periodo considerato pari al 68% su scala globale. Queste le principali conclusioni contenute nel rapporto annuale redatto da ExxonMobil. In particolare il gas naturale scalzerà il carbone nella classifica delle fonti energetiche più utilizzate collocandosi al secondo posto con un aumento del 27% e riducendo così ampiamente il gap dal petrolio che permane comunque la fonte energetica più impiegata (quota del 32% sul totale) grazie soprattutto al contributo del settore dei trasporti dove tuttavia nel periodo considerato si ravvisa un miglioramento in termini di efficienza e una espansione dei veicoli ibridi che al 2040 dovrebbero rappresentare il 50% del totale con una conseguente media nei consumi che si attesterebbe intorno alle 50 miglia per gallone. Prevista in aumento anche la produzione di shale gas (+30%) grazie all applicazione e conseguente raggiungimento di maturità delle nuove tecnologie di estrazione. Sempre secondo ExxonMobil, la domanda di energia elettrica salirà dell 80% e arriverà a coprire il 41% di quella energetica totale. Le fonti rinnovabili registreranno anch esse una forte crescita, ma nel 2040 riusciranno a soddisfare solo il 15% del fabbisogno di energia. 20 APPROFONDIMENTI ENERGIA

21 21 APPROFONDIMENTI ENERGIA

22 22 APPROFONDIMENTI ENERGIA

23 23 APPROFONDIMENTI ENERGIA

24 JAMES A. BAKER III INSTITUTE FOR PUBLIC POLICY (RICE UNIVERSITY) The Rise of China and Its Energy Implication Dicembre 2011 Nel 2040 la domanda petrolifera cinese eguaglierà quella americana. A sostenerlo è un nuovo studio The Rise of China and Its Energy Implications condotto dal Baker Institute (Rice University). A determinare il fenomeno concorrerebbero una serie di fattori di diversa entità e in via di progressivo sviluppo in Cina. Negli ultimi anni, solo per citare alcuni esempi, centinaia di milioni di cittadini cinesi hanno trovato occupazione, raggiungendo così una soglia di sussistenza, gli investimenti in infrastrutture sono cresciuti vertiginosamente, il tasso di motorizzazione è salito e continuerà a farlo fino alla fine del In particolare, sempre secondo l analisi condotta dal Baker Institute, negli ultimi 10 anni il numero di autoveicoli ( auto, bus, camion e furgoni) in circolazione nel paese si è quadruplicato passando dai 14,5 milioni del 1999 ai 62,9 milioni del Le auto di proprietà hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 45,9 milioni nel 2009 e la vendita di auto private in Cina nel 2009 e 2010 hanno superato quella realizzata negli Stati Uniti. Questa rapida crescita del parco autoveicoli unitamente al processo di industrializzazione in atto nel paese ha sospinto la domanda energetica cinese che è passata dai 5,6 milioni di b/g del 2003 ai 9,2 milioni di b/g nel I modelli di simulazione contenuti nello studio evidenziano come nel 2040 i veicoli in circolazione in Cina saranno 770 milioni (nell ipotesi che il Pil cresca del 6% medio annuo fino al 2030) e assorbiranno fino a 22,6 milioni di b/g di prodotti petroliferi. Il rapporto prende in considerazione anche i recenti sforzi di Pechino di centralizzare le politiche energetiche del Paese per calmierare il crescente fabbisogno domestico di petrolio, sottolineando però che non avranno più successo delle frammentate iniziative poste in essere dal governo americano. Ciò anche in considerazione del fatto che negli Usa la spinta innovativa degli investimenti del settore privato (tra cui, ironia della sorte, quelli cinesi) avrà un ruolo determinante, soprattutto nell area degli idrocarburi non convenzionali. 24 APPROFONDIMENTI ENERGIA

25 Commission de Règulation de l Energie (Cre) Le fonctionnement des marchés de gros de l électricité, du CO2 et du gaz naturel en Novembre 2011 In Francia il trading di energia registrato negli ultimi anni risulta in forte crescita soprattutto per quanto concerne il settore del gas naturale. Questo in ultima analisi è quanto emerge dal rapporto di sorveglianza dei mercati energetici elaborato dal regolatore francese Cre. Infatti, nel corso dei primi 6 mesi del 2011 gli scambi di gas avrebbero raggiunto i 288 Twh contro i 246 Twh dell intero 2010 e i 149 Twh del Marcato risulterebbe anche l aumento del valore degli scambi che è raddoppiato tra il 2010 e il 2009 portandosi a 4,4 miliardi di euro e che nei soli primi sei mesi del 2011 ha raggiunto i 5 miliardi di euro. Per quanto concerne il mercato dell energia elettrica, Cer evidenzia come nel corso del 2010, i volumi scambiati sul mercato all'ingrosso siano diminuiti del 7% rispetto al dato 2009 (749,2 TWh), risultando pari a 696 TWh. Il dato relativo ai primi sei mesi del 2011 pari a 358,2 TWh fanno sperare in una consistente ripresa per l anno in corso. Il declino sempre secondo Cer, sarebbe ravvisabile soprattutto sui mercati a termine e sarebbe imputabile ad un minore volontà da parte degli attori di gestire la propria esposizione al rischio di prezzo o ad effettuare acquisti sul mercato in un contesto di minore volatilità dei prezzi dell'energia elettrica e al maggior tasso di disponibilità del parco di produzione. Per quanto riguarda il commercio transfrontaliero, vi è da segnalare un miglioramento del saldo nelle esportazioni avvenuto nel corso del I primi mesi del 2011 confermano e amplificano questa tendenza. Le esportazioni nette del 1 semestre 2011 hanno infatti eguagliato l entità raggiunta nel corso del Tale sviluppo secondo Cer è da attribuirsi ad una miglioramento nella disponibilità del parco nucleare. Anche il prezzo spot medio dell energia elettrica nel corso del 2010 è aumentato del 10,4% rispetto al dato 2009 (47,5 / MWh). Il rapporto della Cre giunge quindi alla conclusione che nel i prezzi sono stati coerenti con i fondamentali tecnici ed economici e non vi sono stati abusi da parte degli operatori 25 APPROFONDIMENTI ENERGIA

26 Commission de Régulation de l Electricité et du Gaz (Creg) L impact de la fermeture des centrales nucléaires en Allemagne à l horizon 2022 sur les prix de l électricité pratiqués en Belgique Settembre 2011 L integrazione in atto tra i mercati dell energia elettrica nell Europa centrosettentrionale ha come conseguenza logica una progressivo allineamento dei prezzi tra i vari Paesi. In questa situazione la decisione presa dalla Germania di uscire progressivamente dal nucleare ha come conseguenza un aumento delle quotazioni del MWh sulle principali piattaforme di scambio. Questa la principale conclusione a cui perviene una studio condotto dal regolatore energetico belga Creg, in base al quale l addio all atomo annunciato da Berlino il 15 marzo 2010 e la relativa chiusura di circa MW ha provocato un aumento nei prezzi forward year ahead di circa 5 /MWh in Germania e 4,5 /Mwh in Belgio visto che a partire dal novembre 2010 i mercati day ahead dei due Paesi sono stai unificati. Lo studio, inoltre analizza l impatto che l uscita della Germania dal nucleare avrà sui prezzi day ahead al 2022 ed evidenzia come il completo e graduale arresto delle fonti di produzione nucleare sarà in grado di provocare un effetto merit order compensato solo in parte dall aumento di produzione derivante da fonti rinnovabili. La maggior produzione derivante da gas e carbone provocherà altresì un incremento dei prezzi di tali fonti oltre che della CO 2. Complessivamente si assisterà ad una spinta verso l alto dei costi degli impianti marginali (carbone nelle ore vuote e gas nelle ore di punta). Sempre secondo Creg nel 2020 i prezzi spot legati all abbondono del nucleare tedesco subiranno un aumento compreso tra i 5 e i 15 /MWh con notevoli ripercussioni sulle bollette dei clienti domestici belgi basate per circa il 40% sui prezzi all ingresso. Una parziale consolazione in tal senso potrà derivare dal gas in quanto il Belgio si è trasformato da importatore a esportatore netto verso la Germania con conseguente raddoppio dei flussi fisici realizzati attraverso l hub di Zeebrugge. 26 APPROFONDIMENTI ENERGIA

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28 MONTE DEI PASCHI DI SIENA - AREA RESEARCH Energie Rinnovabili: il Fotovoltaico Ottobre 2011 Il mix di fonti rinnovabili utilizzate nella produzione di energia elettrica appare in rapido mutamento, con un notevole incremento dell eolico e delle bioenergie, ma in termini relativi la crescita più consistente ha riguardato il solare fotovoltaico. E questa la fotografia scattata dall Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena, che in una rapporto dedicato osserva come la crescita di tale comparto in Italia stia proseguendo a ritmi molto elevati anche nel 2011, nonostante la crisi economica in corso; nei primi 9 mesi dell anno, risultano entrati in esercizio quasi impianti per una potenza allacciata di oltre 7 GW (più del doppio dell intero 2010). Secondo il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), la potenza fotovoltaica installata alla fine del 2011 potrebbe raggiungere i 12 GW e il numero di impianti salire a unità: l Italia si porterebbe al primo posto nella graduatoria mondiale della potenza entrata in esercizio nel 2011, superando di tre volte il corrispondente dato della Germania, Paese leader del mercato del fotovoltaico. Il ritmo di crescita in questo particolare settore è trainato dagli incentivi e dalle agevolazioni contenute nel Conto Energia (di cui nel 2011 è entrata in vigore la quarta edizione), differenziate oltre che per tipologia di impianto solare, anche per data di attivazione dell impianto. Nella ricerca gli analisti di Banca Monte dei Paschi evidenziano che investire nel fotovoltaico offre un rendimento intorno al 5% in termini reali, con un vantaggio economico soprattutto se l intervento viene effettuato nel 2011 (piuttosto che nel 2012); anticipare infatti l attivazione dell impianto di pochi mesi determina un break even inferiore, proprio a causa della riduzione delle tariffe incentivanti di circa il 15% nel primo semestre In particolare, nel caso di un impianto ad uso domestico con scambio sul posto (compensazione tra i valori dell'energia elettrica prodotta e quella prelevata), se si realizza l investimento ad ottobre 2011, il pay back è di 14 anni, posticipando l investimento nel 2012 il pay back è di 15 anni. Anche il tasso interno di rendimento in termini reali, dei due investimenti, a 30 anni, è diverso; nel primo caso è di 5,22%, nel secondo di 4,66%. Se il calo del costo iniziale dell impianto, in sei mesi, fosse tale da compensare l effetto della minore incentivazione, la redditività del progetto rimarrebbe costante o subirebbe una lieve riduzione. Nell analisi effettuata emerge inoltre come il rendimento economico sia fortemente influenzato anche dalla posizione dell impianto. A causa del diverso irraggiamento solare dell Italia, a parità di caratteristiche tecniche, gli impianti fotovoltaici hanno infatti una maggior resa al Sud, determinando così un diverso ritorno dell investimento a seconda della zona geografica interessata. Al Nord prevalgono i piccoli impianti su tetti (lastrici o coperture varie) a carattere familiare scambio sul posto, mentre al Sud prevalgono i grandi impianti (c.d. centrali fotovoltaiche ), progettate per l immissione totale in rete. Ipotizzando un investimento di euro, al Nord si ha un pay back di 15 anni e un TIR (Tasso Interno di Rendimento) del 4,84%, mentre al Sud con lo stesso investimento iniziale, si ha un pay back di 11 anni e un TIR del 7,83%. Un dato molto significativo: ritorno economico e tempi di break even migliorano rispettivamente del 62% e del 30%. Resta comunque preponderante il ruolo del Nord nei pannelli fotovoltaici; infatti secondo i dati del GSE alla fine del 2010, nel Nord risultava ubicato circa il 58% delle installazioni, mentre nel Sud il 25%. Infatti, la Lombardia è la regione con il maggior numero di impianti ma, in termini di potenza installata, il primato spetta alla Puglia. L analisi prende anche in considerazione i rendimenti economici di diverse tipologie di impianti (ad uso domestico e grandi impianti) assistiti da finanziamenti bancari. Nonostante il costo del finanziamento, il TIR in termini 28 APPROFONDIMENTI ENERGIA

29 reali a 30 anni, è di circa il 4% (3,69%) per gli impianti ad uso domestico, e per i grandi impianti di circa il 3% (al lordo della tassazione sul reddito). 29 APPROFONDIMENTI ENERGIA

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