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2 Introduzione Il Paese ha affrontato, e sta cercando di risolvere, una delle più grandi crisi bancarie della sua storia. Ad alcune situazioni critiche a livello finanziario relative al dissesto delle banche si aggiungono le ricadute sull intero sistema economico. Da un lato la perdita economica dovuta alla malagestio degli istituti di credito che ha colpito gli azionisti di molti istituti bancari, dall altro la stretta del credito alle aziende che richiedono finanziamenti per sviluppare il proprio business. Questo scenario prodotto da molteplici cause (eccessiva invadenza della politica nella governance bancaria, conflitti d interesse tra grandi capitali e grandi imprese, assenza di adeguata vigilanza) ha minato la fiducia di cittadini e imprese nei confronti di un sistema bancario che era sempre stato spacciato come solido dalle principali istituzioni del Paese. Come sempre il Centro Studi di Confimprenditori ha scelto di focalizzarsi sul rapporto tra banche e imprese affidandosi a dati e analisi empiriche, strumenti capaci di offrire un quadro chiaro della situazione italiana. I dati Per meglio comprendere la situazione attuale e il quadro complessivo riguardo l accesso al credito da parte dei privati verranno qui prese in considerazione diverse fonti fra cui il rapporto della Banca Centrale Europea (BCE), Survey on the Access to Finance of Enterprises in the euro area, che prende in considerazione un arco temporale che va da Ottobre 2015 a Marzo 2016, le relazioni della Banca d Italia sull accesso al credito e alcuni dataset forniti dall Istat. Il Survey della BCE offre un ottima base di partenza per interpretare ed elaborare alcuni dati relativi all andamento dei prestiti bancari alle cosiddette SME (PMI). Dall elaborazione della BCE si evince che le condizioni di accesso al credito tra il 2013 e il 2015 sono nettamente migliorate nell Unione Europea.

3 Germania e Spagna, infatti, hanno fatto registrare i più elevati progressi nella disponibilità di prestiti bancari. Anche in Italia il settore bank loan and overdraft 1 ha raddoppiato le proprie performance dal 2013 fino a dicembre 2015 facendo registrare risultati massimi in questa voce dal Tuttavia persistono significative differenze tra paese e paese. In Italia, Grecia, Irlanda e Paesi Bassi, le imprese ritengono le modalità di ricevere finanziamenti esterni un impedimento allo svolgimento della loro attività e un ostacolo al loro sviluppo. In Italia il 13% delle PMI considera questo fattore come il problema più significativo da affrontare nel proprio ambito, in Grecia il 31%, mentre in Austria e Germania solamente il 6% del campione esaminato lo ritiene il maggiore sbarramento. È chiaro dunque come il clima di fiducia sia più cauto in alcuni paesi rispetto ad altri. Questo è un fattore che influenza direttamente l accesso ai finanziamenti e la percezione delle imprese rispetto al mercato del credito. Testimonianza di ciò è contenuta nella risposta che le PMI hanno fornito alla BCE relativamente alla disponibilità di liquid asset (liquidità, numero di depositi bancari, portata dei risparmi e capacità di prelievo a costo zero). Circa il 40% di tutte le PMI europee denunciano anomalie rispetto alla media degli anni precedenti e l 11% del totale ha segnalato livelli più bassi. In particolare in Grecia (49%), Francia (23%), Italia e Portogallo (19%), le aziende lamentano un peggioramento della disponibilità di tali risorse. Il Report indica conseguentemente le difficoltà di accesso al credito per le imprese, in particolare per le PMI, sono determinate da alcuni fattori. In particolare il Grafico n. 1 mostra l andamento e il peso dei diversi fattori fra il 2013 e il Con il termine overdraft si intende il cosiddetto prestito scoperto ovverossia la situazione che si verifica quando un istituto bancario o un ente abilitato a concedere finanziamenti esterni permette un estensione di credito nonostante la mancanza di risorse liquide presso il conto depositato dal beneficiario dell estensione.

4 Grafico n. 1 Andamento dei fattori abilitanti per accedere al credito Fonte: European Central Bank, Survey on the Access to Finance of Enterprises in the euro area, October 2015 to March Come si evince dal grafico vengono presi in considerazione 5 fattori abilitanti e fondamentali che influenzano la possibilità delle imprese di accedere al credito: - Andamento economico generale. In questa voce si nota che l Italia si è avvicinata negli ultimi due anni alla media dei paesi aderenti alla moneta unica, seppur con una lieve flessione verso la fine del Il superamento della Francia di circa 20 punti è indicativo delle differenze di percezione fra le varie imprese in Europa. - Andamento della singola impresa. All interno di questa voce è possibile avvistare come rimanga una breve distanza fra le nostre PMI e i valori medi europei nonostante i trend di crescita coincidano. - Capitale privato. Questo fattore è uno dei più costanti tra quelli evidenziati nel grafico. Vi è infatti un sostanziale allineamento con gli altri paesi e rispetto alle altre voci qui esaminate non subisce variazioni negative verso la fine del 2015.

5 - Andamento storico del credito. Si osserva anche in questo caso una discreta costanza nel biennio Nel 2013 invece la crescita si era rivelata di maggiore incidenza. - Disponibilità delle banche di concedere credito. Fra i 6 punti in esame è probabilmente il più determinante. Dopo anni di difficoltà dovute alle conseguenze della crisi economica e finanziaria globale l erogazione di prestiti e crediti ha ripreso con decisione. In particolare la politica espansiva della Banca Centrale Europea ha fornito un contributo decisivo grazie all immissione costante di liquidità e la decisione di mantenere i tassi d interesse ai minimi storici. Ciò è testimoniato dalla pendenza della curva, in particolare quella italiana che fa registrare un delta piuttosto elevato (quasi +60) nella scala adottata dal Survey della BCE. Se, dunque, in Italia il 2015 è stato un anno importante e positivo per il rapporto impresecredito, il 2016 si caratterizza per un sostanziale rallentamento e un calo di fiducia generale. L accesso al credito e le conseguenze derivanti da una sua facilitazione o meno sono infatti componenti fondamentali del calcolo statistico eseguito periodicamente dall Istat riguardo la fiducia delle imprese e dei consumatori. I dati provengono direttamente da una valutazione da parte degli operatori 2 sull andamento delle richieste e delle concessioni di prestiti da parte degli istituti bancari verso i privati. Il Grafico n.2 ci aiuta a comprendere come, dopo un andamento crescente nel 2015, all inizio del 2016 la situazione sia cambiata sensibilmente. 2 I segmenti presi in considerazione dall Istat sono: costruzioni, manifatturiero, servizi e commercio.

6 Grafico 2 Fiducia delle imprese (2005=100) 110, 106, 102, 98, 97,5 106,8 106,5 106, 105,4 104,5104,4 104, 103,2 103, 103,3 102,8103, 101,8101,7 102, 101,4 101,1 101,4 100,3 99,7 100,3 100,3 94, 94,3 Jan-15 Mar-15 May-15 Jul-15 Sept-15 Nov-15 Jan-16 Mar-16 May-16 Jul-16 Sept-16 Nov-16 Fonte: Elaborazione Confimprenditori su dati Istat La conferma di un calo nella concessione di credito da parte degli istituti bancari viene anche dai dati della Banca d Italia dove si registra un calo sia nell offerta sia nella richiesta di prestiti. Conclusioni In un precedente paper Confimprenditori aveva già segnalato come dopo burocrazia e tasse l accesso al credito fosse il terzo elemento di maggior preoccupazione per gli imprenditori italiani come rilevato dal Competitiveness Index del World Economic Forum. Facendo riferimento alle più autorevoli istituzioni in campo finanziario (Banca d Italia e Banca Centrale Europea) abbiamo dimostrato come l accesso al credito rappresenti un grave problema per le imprese italiane, la quali in alcuni casi hanno smesso persino di rivolgersi agli istituti bancari per ottenere prestiti che nessuno sarebbe nelle condizioni di concedere. Il dato diventa ancora più preoccupante quando viene letto in una prospettiva europea, ovvero comparando l Italia con gli altri paesi europei. Ancora una volta il nostro Paese è in fondo alle classifiche. Una situazione pagata principalmente da aziende e lavoratori italiani e che si accoppia perfettamente con il bassissimo livello di crescita economica che caratterizza il Paese da vent anni a oggi.

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