Piccoli Comuni e fabbisogni standard: un approccio quantitativo per la definizione dei criteri di aggregazione. Salvatore Parlato IFEL

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1 Piccoli Comuni e fabbisogni standard: un approccio quantitativo per la definizione dei criteri di aggregazione Salvatore Parlato IFEL

2 Sommario L urgenza della scelta associativa: il costo dei piccoli Comuni Gli obiettivi e i criteri che dovrebbero guidare la decisione di associarsi La metodologia dei fabbisogni standard Alcune applicazioni con il progetto Superga Conclusioni

3 L urgenza dell accorpamento tra Comuni Costi diretti Difficoltà di coordinamento per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica Eccessivi costi della rappresentanza democratica (i costi della politica) Inefficienza nella produzione di beni e servizi Inefficacia della produzione: gamma e qualità dei servizi Costi indiretti Frammentazione del processo decisionale Eccesso di burocrazia per imprese e cittadini Creazione di distorsioni di mercato nelle scelte allocative

4 L urgenza di assoggettare a Patto Il contributo all'indebitamento < > Milioni di euro milioni (<5000)

5 Il costo diretto della politica Il costo della politica < >5000 Migliaia di euro milioni (+8%) (<5000)

6 Il costo diretto dei politici Il costo dei politici < >5000 Migliaia di euro ,5 milioni (<5000)

7 Il costo per la collettività, dei piccoli comuni Il costo dei Comuni: i trasferimenti < >5000 Milioni di euro Warning: la dinamica è generata dalla compensazione dell ICI prima casa 3,2 miliardi (<5000)

8 Il costo per la collettività, dei piccoli comuni Il costo dei Comuni: i trasferimenti pro capite < >5000 Euro euro

9 Il costo per la collettività, dei piccoli comuni Le spese generali dei Comuni (pro capite) < > Euro Costi fissi amministrativi (diseconomie di scala e di costo)

10 Il costo per la collettività, dei piccoli comuni Euro La spesa per investimenti dei Comuni (pro capite) < > Eccesso di Investimenti (diseconomie di scala, costo di indebitamento)

11 Il costo per la comunità nei piccoli comuni La spesa sociale dei Comuni (pro capite) < >5000 Euro Scarsità dei servizi (frammentazione della domanda, diseconomie di scala)

12 Obiettivi e criteri dell aggregazione tra Comuni Riduzione dei costi indiretti Criterio: le nuove aggregazioni devono essere strutturate per contenere almeno uno dei costi indiretti, a parità, o meglio, con minori costi diretti Riduzione dei costi diretti Criterio: aggregare i piccoli comuni per ottenere o un vantaggio per i residenti o un minor costo per il resto del paese

13 Obiettivi e criteri dell aggregazione tra Comuni La riduzione dei costi indiretti Problema: Frammentazione del processo decisionale Soluzione: ridefinizione del concorso dei piccoli enti al processo decisionale (esercizio del potere sostitutivo per enti di livello superiore) Problema: Eccesso di burocrazia per imprese e cittadini Soluzione: attenuazione potere di controllo del territorio e ridimensionamento ruolo autorizzatorio Problema: Creazione di distorsioni di mercato nelle scelte allocative Soluzione: obbligo di applicazione di schemi standard di convenzione nei rapporti con il privato, limite agli affidamenti diretti Per il legislatore conta solo la dimensione. Dentro le nuove Unioni tutto questo non è assolutamente garantito

14 Obiettivi e criteri dell aggregazione tra Comuni La riduzione dei costi diretti (analisi macro) Agire sulle voci di spesa in eccesso (investimenti, spese generali, costo del debito) per contenere l onere complessivo per la finanza pubblica Livellare l ammontare pro capite dei trasferimenti statali e regionali (la dimensione è solo uno dei parametri: si giustificano differenziali di risorse trasferite per altre ragioni)

15 Obiettivi e criteri dell aggregazione tra Comuni La riduzione dei costi diretti (analisi micro) Problema: presenza di economie di scala (inefficienza tecnica) Soluzione: allargare la dimensione di produzione, verificando l esistenza di tali economie, per singola funzione e per singolo contesto Problema: allargare gamma e qualità dei servizi (qualità) Soluzione: rilevare gli elementi di qualità all interno delle singole attività e quantificarne i costi. Orientare l aggregazione sulla base della gamma dei servizi che si vuole garantire Problema: emergere di costi di complessità e coordinamento, ma anche venir meno di costi di ridotta dimensione (efficienza economica) Soluzione: valutare i costi dovuti all aggregazione e confrontarli con i possibili risparmi di prezzo conseguibili nell acquisto degli altri fattori La variabile dimensione può essere il parametro di riferimento, ma la scelta di aggregarsi per ottenere tali risultati deve passare per un analisi molto più dettagliata

16 Il parallelo con i fabbisogni standard La procedura di calcolo dei fabbisogni standard serve per: Individuare l inefficienza tecnica nella produzione di beni e servizi Analizzare il contenuto di qualità contenuto nella spesa locale per aiutare il legislatore a fissare degli standard Estrarre i valori di costo dei fattori sostenuti dagli enti per erogare beni e servizi Obiettivo finale: fornire a ciascun ente un termine di paragone per valutare la propria efficienza

17 Il passaggio dalla spesa storica ai fabbisogni standard Spesa storica Y = f (C, R, T, Z) Fabbisogno standard Variabili di costo (costo per addetto e quantità, acquisti di beni e servizi, costo del capitale e quantità) Decide il Sindaco Variabili di domanda (reddito ricchezza: reddito pro capite, tassi di occupazione, valore medio pro capite dei depositi o delle abitazioni) Variabili fiscali (tax price: entrate per corrispettivo, addizionali o tributi locali, trasferimenti destinati ) Variabili strutturali (demografia, morfologia, struttura della popolazione, fattori specifici di carico, indicatori di qualità del servizio, etc.) Eliminabili in parte con l aggregazione Decide il Sindaco e la sorte. Problemi con l aggregazione Variabili modificabili con l aggregazione

18 Costi e spese dei Comuni: l esigenza del questionario 1) Consentire una riclassificazione di alcune componenti della spesa per giungere ad un valore omogeneo, dal punto di vista contabile, della y. Quadri D, T, R, S, N (B), Q, P 2) Acquisire un insieme di variabili all interno del gruppo C, cruciali per la stima di una funzione di costo. Quadri D, T, R, S, E, F, P 3) Arricchire la gamma di variabili disponibili all interno del gruppo Z, per avere alcuni elementi di contesto e di carico di lavoro indispensabili per calibrare la stima. Quadro A 4) Costruire una banca dati di variabili correlate o quantomeno utili per produrre indicatori di output legati alle funzioni di spesa analizzate. Quadri L, M, O

19 I primi risultati del questionario Confronto nazionale 140 La spesa pro capite di Polizia locale Spesa pro capite (euro) , ab 9,00 12,00 15, ab Popolazione (logaritmi)

20 Il progetto S.U.P.E.R.G.A. Analisi dei principali indicatori di bilancio standardizzati BAGNOREGIO CASTIGLIONE IN TEVERINA CELLENO CIVITELLA D'AGLIANO GRAFFIGNANO LUBRIANO 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 Autonomia finanziaria Pressione fiscale Rigidità Personale Investimenti -1,5-2,0-2,5

21 Il progetto S.U.P.E.R.G.A. Costruzione di bilancio ipotetico e analisi benchmark RIEPILOGO GENERALE DEL BILANCIO anno 2009 CIVITA VITERBESE MONTEFIASCONE VETRALLA DESCRIZIONE Accertamenti- Competenza Entrate tributarie* Entrate da contributi e trasferimenti** Entrate extratributarie TOTALE ENTRATE CORRENTI Entrate da alienazioni, trasferimenti di capitale, riscossioni Entrate da accensioni di prestiti Risultato gestione di competenza TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE DESCRIZIONE Impegni - Competenza Spese correnti Spese in conto capitale Spese per rimborso di prestiti Risultato gestione di competenza TOTALE GENERALE DELLE SPESE Fonte: Elaborazioni IFEL su dati Ministero dell Interno * al netto della Compartecipazione all'irpef ** comprende la Compartecipazione all'irpef

22 Il progetto S.U.P.E.R.G.A. Confronto degli indicatori con il benchmark Comune Autonomia finanziaria Pressione fiscale (euro pro capite) Capacità di riscossione entrate proprie Reddito (euro pro capite) Debito (euro pro capite) Sostenibilità del debito CIVITA VITERBESE 55,4% 464,2 66,0% 8.373,1 525,9 1,1 MONTEFIASCONE 50,8% 430,1 65,3% 8.694,1 392,0 0,9 VETRALLA 58,2% 499,4 53,7% 9.236,6 854,3 1,7 Fonte: elaborazioni IFEL su dati Ministero dell'interno, MEF e ISTAT Comune Spesa personale su entrate correnti Rigidità di bilancio Costi di gestione amministrativa Spese correnti (euro pro capite) Investimenti (euro pro capite) Saldo finanziario (euro) Saldo finanziario (euro pro capite) CIVITA VITERBESE 29,9% 42,5% 33,5% 791,7 396, ,4 MONTEFIASCONE 32,0% 37,1% 26,6% 887,2 71, ,2 VETRALLA 17,9% 26,5% 25,7% 808,7 129, ,7 Fonte: elaborazioni IFEL su dati Ministero dell'interno e ISTAT

23 Il progetto S.U.P.E.R.G.A. L applicazione dei fabbisogni standard per valutare i possibili risparmi dalla scala ANAGRAFE /abitante Comune Unico Popolazione Costo standard pro capite modellato Costo standard pro capite Costo effettivo pro capite

24 Il progetto S.U.P.E.R.G.A. L applicazione dei fabbisogni standard per valutare i possibili risparmi dalla scala UFFICIO TECNICO /abitante Comune Unico Popolazione Costo effettivo pro capite Costo standard pro capite modellato Costo standard pro capite

25 Conclusioni Semplificare e razionalizzare è un bene, ma fare confusione può essere peggio La dimensione è solo uno dei parametri con cui guidare la scelta di aggregarsi La scelta potrebbe essere obbligata sulla base di indicatori quantitativi più sofisticati e alimentati con informazioni più dettagliate La metodologia e la rilevazione dei fabbisogni standard potrebbero essere d ausilio e a costo zero