Fabrizio Ferretti Paolo Cantiani Giorgio Vacchiano

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1 Nuove sfide e nuovi strumenti per la pianificazione forestale: dal DL 227/2001 al nuovo TUF una sintesi di quanto è successo e quali le prospettive che ci attendono Fabrizio Ferretti Paolo Cantiani Giorgio Vacchiano

2 DLGS 227 /2001 "Orientamento e modernizzazione del settore forestale Art. 3. Programmazione forestale le regioni definiscono le linee di tutela, conservazione, valorizzazione e sviluppo del settore forestale nel territorio di loro competenza attraverso la redazione e la revisione dei propri piani forestali Le regioni promuovono la pianificazione forestale per la gestione del bosco e definiscono la tipologia, gli obiettivi, le modalita' di elaborazione, il controllo dell'applicazione e il riesame periodico dei piani. DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2018, n. 34 Testo unico in materia di foreste e filiere forestali. A livello ministeriale la Strategia forestale nazionale definisce gli indirizzi nazionali. le regioni individuano i propri obiettivi e definiscono le relative linee d'azione adottano Programmi forestali regionali Le regioni possono predisporre piani forestali di indirizzo Territoriale Le regioni promuovono la redazione di piani di gestione forestale o di strumenti equivalenti Quale è stata l evoluzione concettuale della pianificazione forestale nell ultimo quindicennio? Quali i punti di forza e di debolezza possono essere tratti dalle esperienze regionali?

3 L esperienza di Riselvitalia - Sistema informativo geografico per la gestione forestale progettobosco gestione sostenibile Sistema informativo geografico per la gestione forestale Domanda di ricerca messa in evidenza Problema posto DALLE REGIONI MIPAF al sottoprogetto Definire un livello informativo minimo che descriva ogni superficie forestale italiana sottoposta a controllo tecnico gestionale da parte dell ente pubblico o che sia interessata a interventi di finanziamento regionali, nazionali o europei. Facilitare il confronto nello spazio e nel tempo delle informazioni fondamentali che riguardano la gestione dei boschi italiani, le quali possono provenire sia dalle iniziative di inventario o monitoraggio sia dalla pianificazione e progettazione forestale locali Realizzare sistemi informatici di supporto alla pianificazione forestale... facendo in modo che essi siano adatti alle varie forme di piano o intervento attuate in Italia (aziendale o territoriale, prescrittivo di dettaglio o di semplice orientamento ecc.) coinvolgimento del territorio & multidisciplinarità tecnici 16 Regioni & ricercatori 14 specializzazioni riuniti 2 2 gg/2-3 mesi definizione problemi e obiettivi definizione possibili soluzioni sperimentazione 400 piani aziendali ha 5 piani territoriali ha scelta della soluzione ottimale

4 Piano Forestale Territoriale di Indirizzo (Progettobosco territorio) come strumento di: analisi (funzione conoscitiva) scelta (funzione di indirizzo normativa) considera tutto il territorio non-urbano non-agricolo nel quale i problemi selvicolturali si manifestano piano forestale territoriale affronta in una visione di insieme il complesso dei problemi e delle esigenze che riguardano la gestione delle risorse forestali sovraziendale fissa un quadro coordinato di indirizzi di azione selvicolturale assetto modulare inventariazioni eseguite a costi accettabili, ripetibili, confrontabili analisi su ambiente, clima, suolo. analisi delle funzioni partecipazione viabilità 5 piani pilota ( ettari) da trasformare in un sistema semplificato di regole e controllo dove l assestamento non serve o non può essere fatto da tradurre in assestamento dove serve fauna prevenzione incendi paesaggio

5 Piano di Indirizzo Forestale BZ Pianificazione sovraziendale silvopastorale TN Piani Forestali e montani Piano Forestale Territoriale Piano Forestale di Indirizzo Territoriale Piano Forestale Territoriale di Distretto Piano Forestale Comprensoriale Piano Forestale di Indirizzo Territoriale Piano Forestale Territoriale

6 Esempi regionali PIEMONTE PFT piano per la valorizzazione polifunzionale del patrimonio forestale e pastorale (LR n ) Organico: 44 aree su tutto il territorio regionale (pubblico e privato) - Parte integrante del SIF (inventario e carta forestale). Standard - scenari funzioni-destinazioni prevalenti e potenzialità gestionali per i boschi LOMBARDIA PIF piano di indirizzo forestale (LR n ) Al 2017 approvati 10 PIF strumento di analisi e di indirizzo per la gestione dell'intero territorio forestale ad esso assoggettato, di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale, di supporto per la definizione delle priorità nell'erogazione di incentivi e contributi e per la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere A livello normativo rappresenta lo strumento per le concessioni delle trasformazioni del bosco e delle relative compensazioni.

7 Decreto Legislativo n Le regioni, garantiscono e curano l'applicazione dei piani forestali di indirizzo territoriale, anche attraverso le forme di sostituzione diretta o di affidamento della gestione previste all'articolo 12. Con i piani forestali di indirizzo territoriale, le regioni definiscono almeno: a) le destinazioni d'uso delle superfici silvo-pastorali ricadenti all'interno del territorio sottoposto a pianificazione, i relativi obiettivi e gli indirizzi di gestione necessari alla loro tutela, gestione e valorizzazione; b) le priorita' d'intervento necessarie alla tutela, alla gestione e alla valorizzazione ambientale, economica e socio-culturale dei boschi e dei pascoli ricadenti all'interno del territorio sottoposto a pianificazione; c) il coordinamento tra i diversi ambiti e livelli di programmazione e di pianificazione territoriale e forestali vigenti, in conformita' con i piani paesaggistici regionali e con gli indirizzi di gestione delle aree naturali protette, nazionali e regionali,, e dei siti della Rete ecologica ; d) gli interventi strutturali e infrastrutturali al servizio del bosco, compresa la localizzazione della rete di viabilita' forestale e le azioni minime di gestione, governo e trattamento necessari alla tutela e valorizzazione dei boschi e allo sviluppo delle filiere forestali locali; e) gli indirizzi di gestione silvo-pastorale per la redazione degli strumenti di pianificazione. 7. sono approvate apposite disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali di elaborazione dei piani forestali di indirizzo territoriale di cui al comma 3 e dei piani di gestione forestale, o strumenti equivalenti, di cui al comma 6, al fine di armonizzare le informazioni e permetterne una informatizzazione su scala nazionale. Le regioni e si adeguano alle disposizioni di cui al periodo precedente entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al presente comma. 8. Le regioni, in conformita' a quanto statuito al comma 7, definiscono i criteri di elaborazione, attuazione e controllo dei piani forestali di indirizzo territoriale di cui al comma 3 e dei piani di gestione forestale o strumenti equivalenti di cui al comma 6.

8 Il gruppo di lavoro SISEF Pianificazione forestale ricerca professionisti amministrazioni pubbluche 35% 45% Ad oggi 54 iscritti da giugno azioni (gruppi di lavoro tematici) 20% Obiettivi: o analisi della letteratura e delle esperienze regionali in materia di pianificazione forestale o analisi delle legislazioni regionali in materia di pianificazione forestale e sistemi informativi o analisi dei contenuti della pianificazione di secondo livello dalle esperienze dei piani pilota e dagli esempi regionali (obiettivi e modalità di rilievo) o metodologie di rilievo da nuova tecnologia o coerenza tra pianificazione forestale di II (PFTI) e III livello (piani di gestione). Il Piano di gestione potrebbe diventare uno strumento snello dal punto di vista informativo ma molto più incisivo nei dettagli sul trattamento selvicolturale delle sue prescrizioni

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