Small Business Act e Test PMI Riferimenti a livello comunitario e nazionale Le esperienze realizzate

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1 Small Business Act e Test PMI Riferimenti a livello comunitario e nazionale Le esperienze realizzate Efisio G. Espa Consorzio MIPA (AT POAT DAGL) Bari, 2 dicembre 2014

2 Di cosa parleremo Small Business Act e Test PMI Riferimenti a livello comunitario e nazionale Le esperienze: i modelli di riferimento Costi e benefici della regolazione: definizioni ed esempi Oneri amministrativi e costi di adeguamento Introduzione: cenni sulle tecniche di valutazione Tecniche di valutazione dei costi: SCM e analisi dei costi di adeguamento L esperienza MOA e il modello dei costi standard Esercitazione: proposta di Test PMI per le Regioni (discussione e confronto) Pagina 2

3 Le fonti di riferimento: l attenzione per le PMI COM (2008)394 final, Think Small First A Small Business Act for Europe. COM (2011) 78 final, Riesame dello Small Business Act per l Europa. Conclusioni del Consiglio dell Unione Europea (febbraio 2012) sul futuro programma della CE per una normativa intelligente invita la Commissione a rafforzare l'applicazione del "Test PMI" Legge 11 novembre 2011, n. 180 Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (art. 6, Procedure di valutazione) Condizionalità ex ante e fondi comunitari (valutazione d impatto sulle PMI) Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, per il periodo di programmazione (allegato XI) Accordo di partenariato (allegato II) Pagina 3

4 Le fonti di riferimento: l attenzione per le PMI Consultazione UE su «TOP10 most burdensome legislative acts for SMEs» (dic. 2012) Pagina 4

5 Le fonti di riferimento: l attenzione per le PMI Consultazione UE su «TOP10 most burdensome legislative acts for SMEs» (dic. 2012) Pagina 5

6 Una definizione di MPMI (micro, piccole, medie imprese) Categoria di impresa Effettivi Fatturato Totale di bilancio Media impresa < m 43 m Piccola impresa < m 10 m Micro impresa < 10 2 m 2 m Pagina 6

7 Il Test PMI nelle previsioni della Commissione Europea All interno delle Linee guida adottate dalla CE per la realizzazione di Analisi di Impatto, Il Test PMI si fonda su quattro fasi: 1. consultazione dei rappresentanti di categoria; 2. valutazione preliminare delle imprese che possono essere interessate dall intervento normativo; 3. misurazione degli effetti del provvedimento con focus particolare sulle PMI 4. individuazione delle opzioni alternative e delle azioni di riduzione dei costi, avendo particolare riferimento alle PMI Fonte: SEC(2009)92, Annex III, Impact Assessment Guidelines L applicazione del Test PMI in Europa è però ancora insoddisfacente Monitoraggio sull attuazione dello SBA effettuato dalla DG Enterprise and Industry Pagina 7

8 Il Test PMI nelle Analisi di impatto della Commissione Europea Alcuni esempi Direttive sull agricoltura C(2014) Riguardante gli aiuti di Stato nel settore dell agricoltura e delle foreste per le aree rurali, per il periodo Nell Analisi di impatto effettuata dalla Commissione è dedicata una sezione agli impatti sulle PMI: Come saranno condizionate le micro e PMI dalla nuova normativa? L impatto complessivo della nuova normativa sugli aiuti di Stato si focalizza sulle PMI, che rispecchiano la struttura del settore agricolo dove il 97% delle aziende è di piccola dimensione. La semplificazione delle norme sugli aiuti di Stato nel settore dell agricoltura e delle foreste nelle aree rurali è stata individuata come una iniziativa di Refit. La revisione di quelle norme dovrebbe semplificare e consolidare la legislazione, riducendo gli oneri amministrativi. Pagina 8

9 Il Test PMI nelle Analisi di impatto della Commissione Europea Alcuni esempi Implementazione della Direttiva 2009/125/EC riguardo ai requisiti di ecodesign per gli elettrodomestici da cucina (piastre, forni, cappe) Nell Analisi di impatto effettuata dalla Commissione è dedicata una sezione agli impatti sulle PMI: Impatto sulle Pmi (manifatture e distribuzione) Non come gli elettrodomestici più piccoli (aspiratrici, piccoli elettrodomestici da cucina), eppure anche con gli elettrodomestici da cucina prodotti in UE, specialmente da PMI, sono esposti al rischio di importazioni low cost di componenti e manufatti completi. Dato il livello qualitativo e di efficienza energetica di detti prodotti, per esempio dei piatti solidi delle piastre, anche i vantaggi di questi elettrodomestici low cost sono fortemente limitati. Se la nuova normazione riesce a ostacolare il declino della produzione manifatturiera UE degli elettrodomestici per la cucina, questo favorirà indubbiamente le PMI che si occupano di produrne i componenti, senza impatti negativi sui consumatori in termini di costi monetari del ciclo di vita totale. Le micro imprese potrebbero non essere individuate. Nel settore della distribuzione, le PMI dovrebbero attestarsi più a ridosso della media UE, ossia intorno al 70%. Esse non hanno espresso posizioni antagonistiche durante le consultazioni. In generale, esse non si sentono particolarmente colpite dalle misure. Al contrario, beneficeranno di un accresciuta domanda di nuove tecnologie e più alto turnover, e senza costi extra, dal momento che il manifatturiero fornirà le etichette. Inoltre, non sono previsti aumenti dei costi di installazione (il costo di installazione non dipende dall efficienza del prodotto). Pagina 9

10 Un modello di riferimento: le fasi dello SFIT nell esperienza britannica All interno della Guida adottata dal Department of Business and Innovation Skills nel 2009, lo Small Firms Impact Test (SFIT) prevede sei fasi: 1. in una fase iniziale dell IA (impact assessment) occorre effettuare una ricognizione preliminare delle impresse che potrebbero essere coinvolte: se la proposta di regolazione sembra riguardare anche le PMI, allora bisogna presumere che i costi possano distribuirsi in maniera disproporzionale a queste ultime; 2. considerare approcci alternativi per regolare le PMI, tra i quali esenzioni, parziali e complete, e riduzioni degli oneri; 3. definire gli ambiti delle questioni affrontate con un numero congruo di imprese rappresentanti (es. 10); 4. stabilire se sia probabile attendersi un maggior impatto sulle PMI rispetto alle altre imprese; 5. raccogliere dati dettagliati sui possibili impatti sulle PMI, attraverso una più ampia attività di consultazione; 6. f) verificare che l IA copra anche gli impatti sulle PMI. Pagina 10

11 Lo SFIT: alcuni esempi Normativa sulle regolazione bancaria Settembre 2009 La normativa mira a modificare i meccanismi di controllo delle operazioni bancarie internazionali In questo caso, le PMI non sembrano essere toccate dalla legislazione, maggiormente rivolta alle grandi imprese. Pertanto, sulla base di un approccio «risk-based», è stato stimato che la legislazione non avrà un impatto avverso sulle PMI che dovranno adeguarsi a essa. Pagina 11

12 Lo SFIT: alcuni esempi Normativa sul supporto finanziario per il mantenimento dei figli Giugno 2007 Pagina 12

13 Lo SFIT: alcuni esempi Normativa sul supporto finanziario per il mantenimento dei figli Giugno 2007 Lo SFIT realizzato all interno dell AIR, in questo caso di nuova regolazione finanziaria, ha messo in luce la possibilità di un aumento sproporzionato degli oneri amministrativi per le PMI. Pertanto, insieme alle rappresentanze dei genitori, esse saranno ulteriormente ascoltate e coinvolte per pervenire a una decisione finale che non leda eccessivamente la loro posizione. Pagina 13

14 Le esperienze regionali Regione Liguria: DGR 24 gennaio 2014 "approvazione dello schema di Test PMI da adottare a corredo dei ddl e dei regolamenti di iniziativa della giunta regionale" Regione Marche: DGR n. 494 del 28/04/2014 "Approvazione del Documento "Strategia regionale di attuazione dello Small Business Act" Regione Lazio: legge regionale 29 luglio 2011, n. 8 "Disposizioni per favorire la qualità e la semplificazione della normativa regionale in materia di micro, piccola e media impresa". È stata introdotta l'analisi di Impatto Economico della regolamentazione in materia di micro, Piccola e media Impresa (AIEPI). Pagina 14

15 Esercitazione: proposta di Test PMI per le regioni 1. Quali ritenete possano essere le fasi di analisi utili (es. buone domande) per una prima valutazione degli impatti sulle PMI di una proposta di regolazione? 2. Ritenete che il sistema attuale di consultazione delle PMI sia efficace? 3. Con quali ulteriori strumenti consultereste le PMI, e per quali scopi specifici dell analisi? Pagina 15

16 Strumenti di better regulation una proposta di Test PMI regionale (1) VERIFICA PRELIMINARE 1) Il provvedimento presenta un impatto sulle PMI? Sì No Parte I: INDIVIDUAZIONE DELL IMPATTO SULLE MPMI 2) L impatto è maggiore sulle MPMI che sulle grandi imprese? Sì No 3) Il provvedimento impatta sulle possibilità competitive delle MPI (micro Sì No e piccole imprese) e delle MI (medie imprese)? Parte II: CONSULTAZIONI 4) Sono state consultate le organizzazioni rappresentative delle MPMI? Sì No 5) Sono state attuate forme di consultazione diretta delle MPMI, non mediate dalle organizzazioni di categoria? Sì No Pagina 16

17 Strumenti di better regulation una proposta di Test PMI regionale (2) Parte III: OPZIONI E ONERI REGOLATORI 6) Sono state valutate opzioni alternative, favorevoli alle MPMI? Sì No 7) Sono previsti nuovi oneri regolatori (informativi e di altro tipo)? Sì No 8) A fronte di eventuali nuovi oneri regolatori introdotti è stata considerata la possibilità di riduzione di oneri regolatori preesistenti? Sì No 9) Sono state valutate opzioni di mitigazione/esenzione in favore delle MPI Sì No e delle MI? Pagina 17

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