Piano Sicurezza PMI. Elaborazione dati questionario in itinere soggetti attuatori
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- Fiora Russo
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1 Elaborazione dati questionario in itinere soggetti attuatori 1/17
2 Premessa Il questionario di valutazione in itinere è stato somministrato ai soggetti attuatori dei progetti partecipanti al. L obiettivo del questionario è monitorare l andamento complessivo del progetto e dei risultati raggiunti in relazione agli obiettivi target indicati dal bando. Il numero di questionari compilati è di 30, che rappresenta la totalità delle realtà formative coinvolte. I dati raccolti attraverso domande a scelta multipla (multiple choice) e domande aperte, sono stati analizzati e strutturati secondo quattro aree di interesse: a) informazione sui percorsi formativi; b) strumenti e metodologie utilizzati; c) monitoraggio interno del progetto in itinere; d) stato del progetto. Elaborazione quali-quantitativa dei dati raccolti a) Informazione sui percorsi formativi Dai dati raccolti, si evince che il numero di interventi in presenza, sia di aggiornamento e perfezionamento di media durata, sia di impianto seminariale a breve durata è predominante (Grafico 2). Minoritaria quindi la scelta della action research, il che dimostra una certa resistenza ad adottare modalità formative più partecipate e innovative. Risulta tuttavia interessante che la percentuale sia di un 24% (Grafico 2), quasi un terzo del totale, il che sta a indicare una volontà da parte degli enti formatori di coinvolgere maggiormente i destinatari della formazione in processi di ricerca apprendimento, che mettano i soggetti nella condizione di analizzare il contesto in cui operano, per trarre dei possibili contenuti da approfondire e analizzare insieme ai formatori ed esperti, nonché di azioni di miglioramento sul fronte sicurezza. Saranno interessanti in questo senso, i dati relativi alla valutazione dell action research da parte dei partecipanti, per capire eventuali criticità (es. la resistenza 2/17
3 all innovazione didattica da parte dei destinatari, come segnalato in uno dei questionari, con la richiesta esplicita di ritornare a metodologie più tradizionali ) e le ricadute nell apprendimento, nel senso di un maggiore efficace e significatività dello stesso. Grafico 1 Grafico 2 3/17
4 La maggior parte delle attività si sono svolte in presenza (Grafico 3): soltanto il 3% delle attività è stata realizzata on-line e nessuna in modalità blended (il che, tra le altre cose, avrebbe favorito la creazione di un ambiente esteso di apprendimento, rendendo così l attività formativa in aula più efficace). Grafico 3 Per quanto riguarda la tipologia dei contenuti affrontati, tutti i progetti hanno previsto la valutazione del rischio (Grafico 4). Si tratta di una scelta molto coerente in quanto qualunque percorso formativo sulla sicurezza, aldilà del contesto di azione, non può prescindere da una riflessione attenta sul fenomeno infortunistico nonché sulle misure più efficaci di prevenzione. Altri contenuti riguardano: aspetti comportamenti (74%), aspetti tecnici (73%), aspetti gestionali - organizzativi (70%). In generale, le attività formative/informative sono state rivolte a piccoli gruppi (le percentuali del Grafico 8 indicano che la maggior parte degli enti intendono formare un numero di persone non superiore a 50), composti per la maggior parte da (Grafico 5): datori di lavoro; lavoratori (italiani, dipendenti, con più di due anni di esperienza, non stagionali). 4/17
5 Rispetto al numero di persone già formate, risultano coerenti e fattibili le aspettative rispetto al numero di persone da formare entro la fine del Piano Sicurezza PMI (Grafico 6 e Grafico 7). Idem, per quanto riguarda il numero di aziende coinvolte, che in una percentuale del 53% (del 76%, nella previsione breve termine), sono oltre 10 (Grafico 8 e Grafico 9). Grafico 4 Grafico 5 5/17
6 Grafico 6 Grafico 7 6/17
7 Grafico 8 Grafico 9 7/17
8 b) Strumenti e metodologie utilizzati Nonostante la tipologia dei materiali utilizzati a supporto dell insegnamentoapprendimento abbiano un taglio piuttosto tradizionale: slide (97%), documenti cartacei (80%), emergono dei dati molto positivi relativi all utilizzo dei video (70%) e del web (47%) (Grafico 10). Grafico 10 Per quanto riguarda la metodologia didattica, i dati raccolti mettono in luce una predominanza della modalità frontale (100%) abbinata al problem based learning (73%), ovvero l analisi e risoluzione di problematiche contestuali, in questo caso, legate alla sicurezza (Grafico 11). Questa scelta dimostra una tendenza verso uno stile formativo che, insieme alla trasmissione di contenuti specifici secondo modalità più tradizionali (spesso richieste dai destinatari stessi, come emerge da uno dei questionari), cerca di coinvolgere i discenti, valorizzandone conoscenze ed esperienze previe e focalizzandosi sulle proprie realtà lavorative, nell applicazione e riflessione di quanto appreso. Vanno letti in questo senso i dati relativi all utilizzo del role play (47%) e delle testimonianze (40%). Contrariamente, le percentuali, molto basse, relative al ricorso a metodologie collaborative e cooperative come il 8/17
9 lavoro di gruppo (27%) e il project work (20%) fanno emergere una criticità, già segnalata nella sezione precedente: la reticenza a sperimentare metodologie più partecipate, che favoriscano il confronto e la presa di responsabilità da parte dei discenti del proprio processo di apprendimento. Comportamento questo che contraddice in parte quanto dichiarato nelle schede di progetto degli enti formatori, in cui, per la maggior parte, si esprime l intenzione di adottare un ottica formativa più orientata al learning e ai processi ad esso collegati che al teaching. Grafico 11 Coerenti risultano i dati relativi ai passaggi compiuti nella realizzazione dell action research (Grafico 12), in quanto tutte le realtà formative coinvolte, in maggiore o minore misura, hanno seguito l iter che questo tipo di metodologia richiede. Emergono tuttavia due informazioni da considerare: la prima riguarda la bassa percentuale relativa alla realizzazione del piano di ricerca. Soltanto il 10% degli enti formativi ha scelto di farlo, il che risulta alquanto singolare dato che ogni processo di ricerca ha bisogno di una strutturazione previa, seppur flessibile e provvisoria. La seconda questione riguarda il ricorso alla realizzazione di passaggi non esplicitati nel 9/17
10 questionario, compresi sotto la voce Altro, che raggiunge una percentuale del 57%, il valore massimo. Sarà importante, come già suggerito, confrontare questi dati con le valutazioni dell action research da parte dei partecipanti, per capire meglio la tipologia dei processi seguiti, ma anche eventuali criticità, potenzialità della metodologia e ricadute nell apprendimento e nella progettazione della formazione, nel senso di una maggiore significatività dei contenuti proposti ed efficacia delle metodologie utilizzate. Grafico 12 c) Monitoraggio interno del progetto in itinere I dati relativi al sistema di valutazione in itinere non offrono spunti particolari se non per il 13% che non ha previsto un momento di monitoraggio intermedio (Grafico 13), dato confermato dal 17% (Grafico 15) che non ha definito criteri, indicatori né strumenti (sorprende che un 4% abbia previsto una valutazione in itinere ma non abbia definito le sue modalità). Per quanto riguarda i sistemi attivati (Grafico 14), predomina il confronto con i partecipanti (45%), attraverso l utilizzo di questionari di gradimento, test di 10 /
11 valutazione finali, colloqui tra docenti e discenti 1. Gli incontri di discussione e valutazione all interno del gruppo di progetto sono scelti dal 25%, una percentuale molto bassa, se si tiene conto di quanto sia importante in progetti che coinvolgono diversi attori il coordinamento tra le parti e i feedback continui sull avanzamento delle attività. Tra quelli che ne sono consapevoli, gli strumenti/attività scelti sono, tra gli altri: matrici per il controllo dell andamento del progetto, tabelle di monitoraggio compilate dopo le azioni di action research, verbali elaborati dai docenti dopo gli interventi in aula, confronti periodici tra il coordinatore dei docenti e i referenti aziendali 2. Infine, un 30% ha scelto l opzione Altro. Come si deduce dalle risposte alla domanda aperta, potrebbe riferirsi al ricorso alle interviste (che potrebbero anche rientrare nella voce confronto con i partecipanti ) e all osservazione sul campo. Grafico / 1 Dati estratti dalle risposte alla domanda aperta su i criteri, indicatori e strumenti definiti per il monitoraggio in itinere. 2 Si veda nota 1.
12 Grafico 14 Grafico /
13 d) Stato del progetto Secondo i dati (Grafico 16), soltanto un 7% ha modificato il piano originario, riducendo le attività leggermente al di sotto di quanto previsto inizialmente, mentre il 40% le ha realizzate in parte. Alte invece sono le probabilità, 74% (Grafico 17), che le attività siano realizzate entro le date dichiarate in fase di progettazione. In effetti, come emerge dalle risposte alla domanda aperta relativa al raggiungimento degli obiettivi dichiarati (Quali sono stati gli obiettivi raggiunti rispetto agli obiettivi dichiarati nel progetto iniziale?), alcuni soggetti attuatori hanno deciso di concentrare le azioni formative nel periodo invernale, quando maggiore è la disponibilità. Ciò spiegherebbe il fatto che alcune attività non siano state ancora fatte ma che si preveda di farle entro i limiti temporali stabiliti dal Piano. Grafico /
14 Grafico 17 Altri dati che emergono dalle risposte alla domanda aperta di cui sopra, indicano che nella maggior parte dei percorsi formativi avviati sono stati raggiunti un buon numero degli obiettivi dichiarati in fase di progettazione. Gli obiettivi raggiunti riguardano: l effettiva realizzazione degli interventi formativi previsti; il coinvolgimento del numero di destinatari dichiarati; la promozione di una cultura della sicurezza e della prevenzione condivisa da tutti gli attori dell'organizzazione aziendale; il coinvolgimento dei destinatari nel processo di insegnamentoapprendimento attraverso metodologie che mettono al centro la persona. In particolare, e per quanto riguarda l acquisizione di competenze, conoscenze e metodologie relative a sistemi di gestione della sicurezza, valutazione dei rischi e behavior based safety, alcuni obiettivi specifici raggiunti sono: 14 /
15 l'acquisizione di una maggiore sensibilità' verso la cultura della sicurezza e di capacità relazionali e di gestione delle emergenze e di situazioni di rischio specifico; la messa a disposizione di strumenti cognitivi e comportamentali per favorire l'autotutela dei lavoratori e delle lavoratrici e la prevenzione degli infortuni; l'implementazione dell'uso di strumenti organizzativi adeguati per la gestione della sicurezza, che lavorano seguendo le stesse procedure della Qualità e che prevedono la documentazione di tutte le azioni significative compiute per la gestione coerente ed efficace della Sicurezza, facendo rientrare tale documentazione nel circuito del Sistema Qualità; l affiancamento e supporto di datori di lavoro, dirigenti e lavoratori nell'implementazione del SGSL e culturale del rischio, collocando le problematiche del rischio sul lavoro in una più ampia visione di promozione della salute e del qualità nei luoghi di lavoro. Come sottolineato in uno dei questionari, il passaggio generazionale che si sta realizzando in molte aziende sta contribuendo ad aumentare l efficacia e la sostenibilità di interventi formativi legati alla sicurezza, in quanto i nuovi imprenditori hanno una sensibilità e attenzione verso questo tema molto più forte rispetto ai suoi predecessori. Alla domanda su eventuali variazioni nel progetto rispetto alla proposta iniziale, la maggior parte degli enti coinvolti ha risposto che non ci sono state. Per quanto riguarda i casi in cui invece sono state realizzate delle variazioni, esse riguardano: la metodologia: maggiore ricorso alla "lezione frontale", in alcuni casi perché richiesto dalle stesse aziende; 15 /
16 i partner coinvolti: inserimento di nuovi partner aziendali aggiuntivi in base alle richieste formative raccolte nel territorio oppure perché nuove aziende, venendo a conoscenza delle attività formative, hanno espresso la volontà di aderire. Interessante il fatto che alcune aziende inizialmente aderenti al progetto abbiano ridefinito le loro priorità, rinunciando all adesione a questo progetto, prediligendo lo sviluppo di interventi formativi su tematiche tecniche; il calendario di realizzazione delle attività: ritardo nella partenza dell attività per motivi organizzativi; alcuni interventi formativi, in particolare, l action research, hanno richiesto più tempo, con la conseguente posticipazione dei successivi; numero di edizioni previste: modifica dei tempi dedicati ad alcune tematiche per esigenze formative dell azienda partner (es. riduzione degli interventi inerenti alla behavior based safety e aumento di quelli dedicati alla valutazione dei rischi in azienda). Effettivamente, e per quanto riguarda quest ultimo punto, una delle problematiche emerse è proprio la mancata preparazione di alcune aziende nell affrontare metodologie come la behavior based safety, che richiedono pratiche di analisi e riflessione, con cui la maggior parte delle realtà aziendali coinvolte non è familiarizzata. Come segnalato in uno dei questionari: «la metodologia del behavior based safety, pur riscuotendo interesse nelle aziende partner, è ritenuta dai referenti aziendali una proposta che necessita di passaggi tecnici e culturali che le organizzazioni aziendali di piccole e medie aziende (target specifico del progetto) non sono ancora preparate ad affrontare, a differenza delle altre tematiche del progetto». Un altra delle problematiche individuate è la conciliazione tra gli impegni di lavoro dei lavoratori e dei titolari delle aziende e il tempo richiesto dagli interventi formativi proposti, il che rende difficile la programmazione degli stessi 16 /
17 (es. settore trasporti; settore industriale, con produzione su tre turni). Per risolvere il problema si propone di inserire la formazione di sabato o in orario serale. Anche la gestione degli aspetti burocratici non è stata facile, soprattutto, nei casi in cui il numero di imprese coinvolte e/o di destinatari è elevato (es. il progetto in cui sono stati coinvolti 250 imprenditori agricoli). Le risposte a questa criticità sono state orientate a rinforzare il coordinamento e la comunicazione con le aziende nonché la collaborazione con la Regione Veneto. E ancora: in alcuni progetti le aziende partner hanno chiesto di erogare la formazione e le attività nel periodo autunnale del 2014, con la conseguente modifica del calendario dichiarato in fase di progettazione. Altre aziende invece, come già segnalato, hanno ridefinito le loro priorità, prediligendo lo sviluppo di interventi formativi su tematiche tecniche rinunciando a questi interventi. In questi casi, i soggetti proponenti hanno intrapreso un'ulteriore forma di pubblicizzazione/sensibilizzazione degli interventi proposti, attraverso i canali associativi, per provvedere quanto prima alla sostituzione delle aziende mancanti. Infine, da più questionari emerge la richiesta di una proroga della chiusura del progetto di almeno un paio di mesi rispetto a quella prevista. 17 /
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